La FCNM intervista l`avvocato Paolo Zagami

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La FCNM intervista l`avvocato Paolo Zagami
La FCNM intervista l'avvocato Paolo Zagami
a cura di Alessia Fossi Fiaschetti
1) Avvocato Paolo Zagami, lei è molto giovane ma ha già un curriculum eccezionale
per gli studi e la formazione, per i prestigiosi riconoscimenti internazionali e le
cariche ricoperte e più in generale per quello che ha già realizzato. E’ stato infatti
tra l’altro il più giovane Avvocato accreditato presso il Distretto Consolare di Roma
della Ambasciata Americana in Italia tra il 2010-2013 ed è stato confermato in tale
ruolo e come fiduciario della Ambasciata per il triennio 2013-2016; dal 2013 è
Accreditato presso il Consolato Italiano di New York ed è l’unico professionista
italiano registrato sia presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia sia presso il
Consolato Italiano negli Stati Uniti. E’ inoltre registrato come English Solicitor
presso la Law Society di Londra ed è abilitato ad esercitare in tutta Europa come
Registered European Lawyer presso la Solicitor Regulation Authority. In pochi anni
è insomma riuscito a consolidare la sua preparazione e a costruire un piccolo
impero: è titolare e fondatore dello Studio Legale Internazionale ‘Zagamilaw’. Come
è iniziata questa avventura?
Ci vuole tanto entusiasmo, tanta curiosità e voglia di conoscere persone nuove, nuovi
ambienti, nuove città ed istituzioni diverse dalle nostre. Voglia di confrontarsi con il
mondo che c’è fuori anche perché nella vita oggi è difficile essere originali. La vera
originalità è nel saper prendere da ogni persona gli aspetti più belli e caratteristici.
Saper apprezzare tutte le persone che si incontrano, studiare quelle che hanno
carisma, immagazzinare il messaggio e poi rielaborarlo.
2) Ha una persona in particolare che rappresenta per lei fonte di ispirazione,
riferimento, modello da seguire?
Mio padre è sicuramente da sempre il mio riferimento per la sua onestà e rettitudine,
per l’approccio alla vita e per l’essere una persona seria che riesce anche a godersi la
vita.
3) Quando ha capito di voler diventare un professionista esperto in Diritto
Internazionale Privato?
Il mutamento radicale della mia vita è avvenuto dopo essere andato a New York a
fare un master nel 2008. A trent’anni ancora non avevo le idee chiare, anche se ho
sempre avuto la propensione ad essere internazionale. New York mi ha aperto la
testa, è una città adrenalinica e dove vado spesso soprattutto per lavoro, talmente
stimolante che quando torno non riesco a dormire per giorni per i mille progetti che
mi sono venuti in mente! Vivere e studiare a New York insomma ha rappresentato un
punto di svolta perché lì ho capito cosa volevo veramente, mi sono innamorato del
modo di essere degli americani che riescono a lavorare 20 ore al giorno ma anche a
divertirsi. Oggi ho molti rapporti professionali con l’America.
4) Come ha avviato la sua attività di avvocato di diritto internazionale e avvocato
d’affari?
Il primo studio era virtuale ed online. In America si lavora anche così, utilizzando
soprattutto il web. Oggi ‘Zagamilaw’ ha le sue sedi a Reggio Calabria, dove sono nato,
a Roma, a New York, a Toronto e a Londra. Per questa professione, la presenza fisica
non è fondamentale. Non è necessario il contatto fisico ed incontrare i clienti.
Utilizziamo moltissimo gli strumenti telematici per comunicare con gli stranieri. Se
pensiamo che quando feci l’Erasmus in Belgio non esisteva Skype, che i voli aerei
erano molto meno accessibili e le tariffe costosissime…oggi queste barriere non
esistono più perchè i nuovi mezzi di comunicazione e lo sviluppo delle nuove
tecnologie le hanno abbattute accorciando il mondo, i tempi ed i costi. Quello che è
possibile oggi, pochi anni fa non lo era affatto.
5) Qual è la strada per affermarsi come professionista esperto in Diritto
internazionale privato?
Innanzitutto è indispensabile conoscere le lingue, inglese e spagnolo innanzitutto. Io
sto studiando anche il russo perché abbiamo molti clienti di questo paese. Abbiamo
creato un website anche in lingua russa con lo scopo di aprirci a questo mercato. Poi
occorre conoscere le leggi dei vari Stati: il nostro sistema è il Civil law ma la maggior
parte dei nostri clienti opera in ordinamenti di Common law. Ci dobbiamo relazionare
con diversi codici. Per ogni caso straniero che trattiamo, studiamo le norme del
paese. Sono problemi che si incontrano quando i sistemi operativi sono differenti.
Credo inoltre che sia fondamentale utilizzare e creare un network di conoscenze,
anche attraverso la rete. Poco tempo fa a Roma abbiamo organizzato la assemblea
annuale di ‘European Lawyers’ di cui sono vice presidente, composta da circa 6 mila
membri, avvocati provenienti da tutta Europa, soprattutto nel campo del Diritto
internazionale privato. Queste sono occasioni molto importanti per conoscere e
confrontarsi.
6) Che consiglio darebbe a un giovane con l’ambizione di diventare un avvocato di
diritto internazionale?
Gli consiglierei di andare all’estero per aprirsi la testa. In Italia infatti ciò non è
possibile, non accade, la nostra mentalità è troppo provinciale. Non è sufficiente
studiare moltissimo, occorre fare un’esperienza fuori dal nostro paese. Ad esempio, il
volo Lamezia-Londra è sempre pieno di ragazzi che vanno in Inghilterra per cercare
un lavoro ed avere un futuro: questa è la strada giusta. Però non bisogna mai perdere
di vista le proprie radici: per dire io penso di avere una visione molto internazionale e
mi sento un cittadino del mondo ma allo stesso amo troppo il mio Paese e dopo 10
giorni fuori dall’Italia divento matto!
7) E chi non ha la possibilità di andare all’estero a vivere o a studiare?
Senza dubbio avrà un percorso più difficile, ma alla fine se c’è entusiasmo, se si crede
negli obiettivi da raggiungere, se c’è creatività e un po’ di empatia, è comunque
possibile affermarsi. Come in tutte le cose ci vogliono determinazione, passione e
voglia di farcela. Bisogna anche sapere capire le varie personalità. Le persone che si
rivolgono al nostro Studio chiedono anche consigli economici e come investire i
propri soldi. Io infatti non mi sento (e non posso essere!) solo il classico giurista ma
anche un avvocato d’affari che dà suggerimenti al proprio cliente.
8) Prima parlava dei suoi rapporti professionali con gli Stati Uniti, cui si dice sia
legato a doppio filo. Infatti frequenta abitualmente Villa Taverna a Roma, il
Consolato a Napoli, la NIAF a Washington, l’American Chamber a Milano e la
Camera di Commercio a New York. Come spiega questi rapporti così stretti?
Nessun mistero, semplicemente ho un rapporto di amicizia personale con l’attuale
ambasciatore da ancora prima della sua nomina nonché con vari ministri e
diplomatici statunitensi. E soprattutto amo moltissimo gli Stati Uniti, la loro
mentalità, il loro modo di fare ed il rispetto che hanno verso tutte le razze e le culture
differenti. Non a caso si tratta senza alcun dubbio della Nazione leader di tutto il
Pianeta. Io sono orgoglioso di potere essere così vicino al loro mondo e spero di
potere nel mio piccolo supportare il più possibile le relazioni anche economiche tra il
nostro Paese ed il loro. Sono insomma italiano ma considero gli Stati Uniti la mia
seconda patria.
9) Per quanto riguarda la composizione del suo studio ha puntato su giovani
professionisti. Quanti siete in tutto?
Siamo circa una quindicina dislocati nelle varie sedi. La nostra è come una grande
famiglia. Lo Studio è stato tra l’altro in passato selezionato per la finale dei Top Legal
Awards tra i primi Studi Legali per la categoria Miglior Studio Legale dell’anno del Sud
Italia ed ha avuto molti altri riconoscimenti
10) Lei è considerato come uno dei più “influenti” under 40 della Calabria e vanta
molte amicizie importanti. Ma nel nostro Paese un under 40 è considerato
‘giovane’: questo le comporta dei problemi?
Solo in Italia molti clienti ci guardano con diffidenza. All’estero assolutamente no,
anzi. Nel Nord Europa i trenta-quarantenni dominano la scena soprattutto
nell’avvocatura. La mia policy comunque è mostrare la mia faccia ovunque anche se
in alcuni casi mi penalizza. Chi mi considera troppo giovane non si fida, non crede che
io sia in grado di gestire certe pratiche e che abbia l’esperienza per farlo. Ma il nostro
messaggio su internet è che di noi ci si può fidare. Io punto molto sull’immagine ma
poi successivamente chi si rivolge al nostro studio avrà modo di verificare serietà e
competenza.
11) Ha al suo attivo anche una breve ma significativa esperienza politica con Italia
Futura di Luca Cordero di Montezemolo che però all’ultimo momento ha deciso di
non candidarsi. Che ricordi porta con se di quella parentesi?
Un ricordo bellissimo. Sono stati anni molto intensi che mi hanno fatto venire in
contatto con tante persone meravigliose e mi hanno permesso di crescere. Il progetto
poi non è andato in porto ma non certo perché colui che doveva esserne a capo a
rinunciato ad impegnarsi per motivi più che legittimi. Tra l’altro ci tengo a dire che
l’Avvocato Montezemolo è una persona straordinaria, affabile e di grande
competenza ed io sono stato davvero onorato di essere al suo servizio
12) Che tipo di clientela avete?
Lo Studio ‘Zagamilaw’ è esperto in commercio internazionale e in diritto societario
internazionale. Il 70 per cento dei nostri clienti, privati e società, proviene da un
paese europeo o dall’America. Spesso sono clienti che hanno problemi con alcune
imprese in Italia, magari con la consegna di beni ordinati, oppure con il pagamento di
prodotti e merci già recapitate. Assisto anche aziende italiane nel loro processo di
internazionalizzazione. Sono tantissime quelle che vogliono investire all’estero, anche
nei cosiddetti ‘paesi emergenti’, e che quindi chiedono aiuto mentre non avviene
nella stessa misura il contrario. In Italia attualmente ci sono pochi investimenti a
causa della burocrazia, della lentezza della giustizia, della sfiducia verso il sistema, dei
mutui che non vengono concessi.
13) Nel suo Studio ci sono spazi ed esiste l’opportunità per un giovane di fare
esperienza e di entrare in questo mondo?
Certamente si, siamo disponibili a qualunque colloquio orientativo e poi
eventualmente a fare crescere nuovi talenti ricevendo in cambio abnegazione e
disponibilità. Tuttavia, riceviamo più di 10 curriculum a settimana e non è proprio
possibile rispondere positivamente a tutti!
14) Lei è accreditato presso la Ambasciata Americana in Italia ed in qualità di
avvocato calabrese è stato advisor della “Fondazione dei Calabresi nel Mondo” in
occasione del 37° Anniversario della NIAF a Washington. Che ruolo vede per lei
nella Fcnm?
Mi piacerebbe essere una delle colonne portanti della Fondazione della quale
riconosco l’ambizione e il grande progetto: quello innanzitutto di creare un network
tra la Calabria e le eccellenze calabresi nel mondo, tra chi è riuscito ad avere successo
all’estero, chi vive e lavora in altri paesi; di far contare quindi di più la Calabria in
Europa e nel mondo; di far girare i soldi e creare occupazione, soprattutto giovanile.
In tale cornice potrei dare un contributo con la rete dei miei contatti, mettendo in
relazione tutti i calabresi con i quali ho rapporti di amicizia e di lavoro a New York,
Toronto e Londra. Esistono all’estero comunità italiane amplissime, ci sono moltissimi
calabresi. E soprattutto i calabresi, oltre ad essere friendly, hanno una voglia enorme
di fare qualcosa per la propria terra, di investire risorse perché l’importante è sapere
dove andare ma anche sapere dove tornare. Io stesso più viaggio più mi sento legato
alla mia terra d’origine. Il progetto della Fondazione non è difficile da realizzare
proprio per questo motivo, perché i calabresi all’estero, le Antenne desiderano avere
e mantenere un contatto con la Calabria. I calabresi di successo inoltre fanno
naturalmente rete tra di loro e la Fondazione facilita ulteriormente tale inclinazione.
La Calabria, di cui conosciamo bene i problemi e le carenze strutturali, ha potenzialità
enormi ma può salvarsi ed arrivare nella serie A dei territori italiani solo se si apre
all’estero, sicuramente non aspettando o sperando di avere sostegno e aiuti dal Nord
Italia. Nel nuovo Parlamento europeo, per fare un esempio, c’è un solo calabrese,
dobbiamo lavorare per contare di più così da poter difendere il nostro territorio in
Europa e nel mondo. Bisogna valorizzare il brand “Calabria” e focalizzare l’attenzione
sulle enormi comunità di origine calabrese che vivono all’estero e che potrebbero
volere realmente investire nella loro terra.
15) Quali sono i suoi progetti futuri?
A breve termine, il progetto più importante è quello di mettere su famiglia con una
ragazza calabrese che fa la cardiologa e che ho ‘costretto’ ad andare a lavorare a
Londra: all’inizio era restia, ora, superate le inevitabili difficoltà, si trova benissimo.
Per il futuro ho tantissime idee da sviluppare ed, oltre naturalmente alla mia
professione sulla quale sono concentrati gli sforzi maggiori, vorrei ampliare le mie
attività accademiche e promuovere la American Chamber of Commerce in Calabria, la
nostra associazione di avvocatura internazionale ‘European Lawyers’ e sviluppare il
Centro Studi per il Diritto Internazionale Privato che ho costituito. Insomma,
l’obiettivo per il presente e per il domani è quello di partenza: crescere sempre di più
in termini di esperienza, formazione, contatti e network.
FCNM
10.07.2014