Mio Signore e mio Dio!
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Mio Signore e mio Dio!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0001 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK ANNO XLVII - aprile-maggio 2011 - N. 2 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. Mio Signore e mio Dio! A Gerusalemme giunge la sera. Ormai è la terza sera che si fa buio dopo la morte di Gesù. Gli apostoli hanno tenuto in affitto per loro, lì in città, la sala che insieme a Gesù avevano occupato per mangiare l’agnello pasquale. Nessuno di loro ha voglia di parlare. Hanno appena perso un amico. Non hanno potuto far niente per salvarlo. Erano nell’orto degli ulivi. Pietro ha provato a reagire, ha rubato la spada a una delle guardie, ha provato a minacciare tutti quegli uomini guidati da Giuda, ma non è riuscito a far nient’altro che tagliare un orecchio a un povero servo. E si è pure preso le sgridate di Gesù, che non voleva la violenza e la vendetta. Tutti conosciamo questo stato d’animo. O almeno tutti quelli che hanno perso una persona cara. Ciascuno in silenzio ricorda fatti, episodi, cerca nella propria memoria i momenti più belli o significativi trascorsi con la persona che ora non c’è più. Così era anche per gli apostoli. La porta è chiusa, anzi sbarrata, per timore di fare la stessa fine di Gesù. C’è silenzio anche questa sera. Ci si prepara a passare un’altra notte, lì a Gerusalemme. Il programma è che, passate le feste, ciascuno ritorni al suo villaggio, al suo lavoro. Ma all’improvviso, un fremito sulla fiamma della lampada. Una voce, un uomo, un volto. È Gesù! “Pace a voi!”. Gli apostoli prima increduli, si passano la mano sugli occhi, si guardano l’un l’altro come per dire: “Ma lo vedi anche tu? Lo senti anche tu?”. Sì, sì è proprio Lui. “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così ora io mando voi!”. Gli apostoli sono colmi di gioia. Ma allora, quello che aveva detto quella mattina Maria Maddalena era vero, la tomba era davvero vuota! E Pietro, e Giovanni che erano andati a controllare, che insistevano a dire che Gesù era risorto anche era vero! Ora Gesù è lì, proprio davanti a loro! Ma quella sera non erano tutti; manca Tommaso. “O povero Tommaso... cosa ti sei perso! Sai chi c’era qui prima che tu ritornassi? Gesù. Proprio lui!” Tommaso dice: “Se non vedo non credo. Se non metto il dito al posto dei chio- di, se non stendo la mano nella ferita della lancia, non vi credo, non posso credere che un morto torni in vita!”. Gli altri insistono, ma Tommaso non cede. “No” resta no. Passa una settimana. Di nuovo domenica. E Gesù torna dai suoi discepoli. Tommaso resta senza parole. Immobile come una statua. Con la bocca aperta. Allora è Gesù che gli dice: “Vieni Tommaso. Metti qui il dito, stendi la mano!”. E Tommaso che dice “Mio Signore e mio Dio!”. Com’è difficile per alcuni nella nostra Comunità credere alla vita dopo la morte... Per qualcuno esiste solo questa vita, quella qui su questa terra. Sì, va bene, Gesù è un grande uomo, ci ha insegnato tante cose buone, ma... chi mi dice che “di là” c’è qualcosa? Se potessimo, vorremmo donare la fede a tutti. Così come le api portano il polline da un fiore all’altro. Così come il canto degli uccelli nel segreto del bosco giunge agli orecchi di chi vi entra. Così come i colori dei fiori restano uniti ai fiori, anche se nessuno li guarda. Così è la Risurrezione di Gesù. Non è più vera o reale se io ne faccio esperienza, come san Tommaso. Gesù resta risorto, vivo per sempre, che io lo creda o meno. La Pasqua porta con sé la Vita nuova, sia che io apra il mio cuore, sia che io lo lasci triste, buio e chiuso. Sta a me e solo a me guardare i colori dei fiori. Apprezzare il lavoro delle api che producono il loro dolce miele. Aprire le mie orecchie per godere del canto melodioso degli uccelli nel bosco. Gesù è lì. Gesù è qui. Nella mia vita quotidiana. Nel mio dolore, nella mia gioia. Gesù, tu sei presente, e io credo in Te. Ti lodo per il tuo grande amore per me. La Vita, quella senza fine, che viene da Dio mi viene donata ogni anno nella grazia dei sacramenti pasquali. Apri il cuore, riconosci il dono: Gesù è risorto anche per TE! Buona Pasqua. s.Vito Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0002 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 2 «Le nuove del Pais» Il cero di Pasqua Dalla notte di Pasqua a Pentecoste, il cero pasquale è acceso a fianco dell’altare in ogni celebrazione liturgica. Il cero poi si accende du- rante i battesimi, accanto al fonte battesimale; e brilla accanto al corpo del defunto durante la celebrazione del funerale. Il cero accompagna così il cristiano dalla nascita alla morte, perché è immagine di Cristo «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» , (Gv 8,12). Luce, sorgente di ogni luce Durante la veglia pasquale, il cero è solennemente acceso dal fuoco nuovo che, nell’oscurità della notte, annuncia la Resurrezione. Al cero sono accese le piccole candele di tutti i partecipanti. Così pure alla sua fiamma, durante tutto l’anno, sono accesi il cero del battezzato o quello del padrino e dei genitori, e i ceri che circondano il corpo del defunto. Questo cero indica così la viva presenza del Risorto, sorgente di ogni luce, che fa passare il credente dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. È fatto di cera bianca, colore della Resurrezione. Sopra si vede l’alfa (A), e l’omega (Ù) che circondano una croce impressa nella cera. Sono la prima e l’ultima delle lettere dell’alfabeto greco, significano che Gesù Cristo è il principio e la fine di ogni realtà. I quattro numeri dell’anno in corso (ricordo del tempo calcolato dopo la nascita di Gesù) sono collocati nei quattro angoli della croce che spesso è ornata di cinque grani di incenso: sono il ricordo delle cinque piaghe del Crocifisso e dei profumi portati al sepolcro dalle donne. Gli antichi candelabri, che sorreggevano il cero pasquale, erano, a volte, formati da due colonne attorcigliate, che rappresentavano l’Antico e il Nuovo Testamento, a sostenere la fiamma del cero, simbolo della presenza del Cristo, che è cuore dei due Testamenti. Poiché la fiamma rischiara, permette di vedere, guida, splende, illumina, irradia, risplende, brucia, purifica; poiché essa non diminuisce comunicandosi; poiché essa è segno di festa e di gioia, è un simbolo utilizzato in molti testi biblici per indicare la presenza di Dio. Per chi mastica un po’ di tedesco: Die Sehnsucht Il grande e famoso teologo benedettino tedesco Anselm Grün traduce la parola tedesca “die Sehnsucht” con “struggimento”. Dopo anni di studio trascorsi in Germania e di contatti con gente tedesca, questa parola la traduco e la vivo diversamente. Mentre il teologo la concepisce come attrazione di un qualcosa di mistico e di attesa di un nuovo Cielo e di una nuova Terra, io la sento in modo diverso, molto più incollata al profondo. In ladino Fodom, con la parola “sucht” si definisce la gioia dell’attesa e la speranza di un avvenire migliore, di un modo di concepire le cose in modo gioioso e semplice. Avere la “sucht” per qualcosa, è un infinitamente profondo calore che porta all’attesa gioiosa a qualcosa di bello; è un po’ come il periodo che segue la Quaresima: avere la “sucht” della Pasqua e della Resurrezione. Bona Pasca a duc! Goffredo Dander Piazza di Arabba, anno 1964: la poderosa macchina sgombro neve LATIL, utilizzata nella tratta tra Arabba e il Passo Falzarego; Giuseppe Gliera Becolè, Rodolfo Sief de Rosa, Emilio Delmonego Pâzol. Gli anni trascorrono, ma nel passato e nel presente lo sgombro strade senza automezzi sarebbe stato impossibile. Ma si sa, le macchine non funzionano da sole! Approfittando di questa foto di quasi mezzo secolo fa, ringraziamo tutti gli operai che con impegno, serietà e dedizione hanno sgombrato e sgombrano dalla neve le nostre strade di giorno e di notte! Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0003 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK CCP 39808548 CARISSIMI, siamo ormai alla vigilia di Pasqua, la festa principale e il cuore dell’anno liturgico che realizza il passaggio dal peccato alla vita nuova. “Fare Pasqua” è accettare questo passaggio nella propria vita, è immergersi nell’amore di Dio e da esso lasciarsi plasmare e trasformare. Ci siamo preparati durante la Quaresima vivendo le Stazioni quaresimali con riflessioni e preghiere, partecipando ai “gruppi del vangelo” che ci hanno arricchito con la Parola di Dio, e con le sante Messe più partecipate. Anche i ragazzi del catechismo hanno seguito le iniziative delle catechiste preparate per la Quaresima. Durante la Quaresima, la parrocchia ha provveduto a far restaurare l’organo Mascioni della chiesa decanale. Sono passati trent’anni dall’ultimo restauro, avvenuto nel 1981. C’era bisogno di una revisione generale per Parrocchia di Pieve pulire le canne dalla polvere e dai calcinacci caduti nel tinteggiare la chiesa; per rifare le membrane in pelle dei somieri ecc...Ritornerà per Pasqua a far sentire il suo suono melodioso e robusto, quasi ad annunciare Cristo risorto e sarà Oscar Nagler che avrà questo compito impegnativo. Anche la nostra vita spirituale ha bisogno periodicamente di una revisione e di un restauro generale per riportare all’antico splendore l’immagine di Dio impressa in noi dal Signore. Per fare questo siamo stati chiamati a intensificare la preghiera, a rafforzare la nostra fede e a rendere più operosa la carità seguendo l’esempio dei primi cristiani: “assidui all’insegnamento degli Apostoli, alla frazione del Pane, alla preghiera e all’unione fraterna”. Con questi brevi e semplici pensieri, auguro a tutti una serena e santa Pasqua! Don Alfredo cell. 333 2030597 tel. 0436 7176 SETTIMANA SANTA 2011 Domenica delle Palme: 17 aprile – 9.30 Benedizione dell’olivo in piazza nuova - Processione - S. Messa con lettura della Passione. Lunedì e martedì santo: 18-19 aprile – 8.30 Santa Messa seguita dall’Adorazione eucaristica. Mercoledì santo: 20 aprile – 14.30 Ritiro spirituale per prepararsi alla PasquaConfessioni (con più sacerdoti). Giovedì santo 21 aprile – 9.00 Duomo di Belluno: S. Messa Crismale col vescovo e con i sacerdoti della diocesi. – 20.00 S. Messa della Cena del Signore, seguita dall’Adorazione eucaristica. Venerdì santo 22 aprile: digiuno e astinenza – 15.00 Solenne Liturgia per commemorare la passione e morte di Gesù (offerta di un Pane per Amor di Dio). – 20.30 Via Crucis a Cherz. Sabato santo 23 aprile: solenne Veglia pasquale – 14.00 - 16.00 Confessioni (confessa don Vito), e ogni volta che c’è bisogno. – 20.30 Veglia pasquale. Domenica di Pasqua: 24 aprile Sante Messe a Pieve e nelle frazioni. Ricordo a tutti il dovere di “Confessarsi e Comunicarsi almeno a Pasqua” secondo il precetto della Chiesa. Festa per la vita Auguri di Buona Pasqua in Cristo Risorto! Domenica 6 febbraio, in occasione della Giornata per la vita, la chiesa di Pieve si è riempita di tanti bambini con i loro genitori: una ventina di bambini non avevano compiuto i tre anni... Era la loro festa preparata dalla parrocchia e dalle catechiste. Otto margherite con inca- stonato il volto dei nati nel 2010 erano state preparate davanti all’altare a richiamare il motivo della festa; anche Anna Vallazza con i suoi ragazzi di catechismo di quinta elementare aveva preparato un bel cartellone che metteva in risalto il dono ➥ Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0004 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 4 della vita nei vari momenti dell’esistenza. La Messa è stata cantata dal Piccolo Coro che con i suoi canti e con le sue “voci bianche” ha richiamato il dono della vita. All’omelia don Alfredo ha commentato il tema della giornata: “Educare alla pienezza della vita”, invitando a sostenere e a far crescere una nuova cultura che accolga la vita, la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e la favorisca sempre, anche quando diventa fragile. «Le nuove del Pais» Al termine della Messa, il celebrante ha benedetto tutti i bambini, ai quali poi è stata donata una “primula”, il fiore che parla di vita e di primavera. Anche Giovannina e Franzela hanno provveduto a vendere le primule, preparate con l’aiuto di altre catechiste, a favore del Movimento per la vita - Progetto Gemma, come ormai si fa da alcuni anni. Giornata del Malato Servizio fotografico di Franco Deltedesco I celebranti e i membri dell’Unitalsi. Il 5 febbraio a Villa San Giuseppe c’è un movimento insolito: si celebra la Giornata del Malato o giornata della speranza. Fin dal primo pomeriggio Gloria, l’animatrice e il personale della Casa di Riposo sotto la guida della Direttrice dottoressa Mara Case comin- viene amministrato il Sacramento dell’Unzione degli infermi a 60 malati e anziani da tre sacerdoti. È un momento solenne e commovente, ma molto sereno e carico di speranza. L’unzione infatti è un aiuto che la Chiesa offre ai malati per vivere cristianamente la soffe- Il Coro parrocchiale “San Giacomo” esegue i canti della messa nella giornata del malato a Villa S. Giuseppe. Il numeroso gruppo di bambini e di genitori alla messa della “festa per la vita”. ciano a preparare il salone per la Messa. Anche il Decano ha il suo bel da fare a preparare paramenti e il necessario per la Messa con 5 concelebranti. Da Belluno arriva puntuale l’assistente diocesano don Lino Del Favero con sorelle e “barellieri” dell’Unitalsi per animare la s. Messa, cantata dal Coro parrocchiale. La Messa è presieduta da don renza e gli acciacchi della vecchiaia. Al termine la Casa ha offerto un rinfresco a tutti i presenti. Da queste righe giunga un sentito ringraziamento alla sig.ra Mara per l’ospitalità e per la bella accoglienza, all’assistente don Lino e agli amici dell’Unitalsi, alla Gloria che si è data “da fare” per raccogliere le adesioni degli an- Anche Vàlery in braccio alla mamma “Lumi” sta aspettando la sua primula. Don Lino Del Favero amministra l’unzione dei malati a un ospite della casa di riposo. Don Alfredo consegna alla piccola Nicòle di Elvis e di Mara il vasetto delle primule. Lino, “Cappellano della Grotta di Lourdes” con don Sergio di Colle, don Vito, Padre Giampietro rientrato dal Perù e don Alfredo. Dopo l’omelia, incentrata sul messaggio del Papa per questa giornata: “Dalle tue piaghe siamo stati guariti”, ziani e prepararli per l’Unzione degli infermi. La giornata del malato la celebriamo ormai da 10 anni, ma è sempre un evento atteso e sereno per i nostri anziani della Villa S. Giuseppe. (DM) Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0005 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK e l a ev Il n r Ca A Pieve, i nostri bambini e ragazzi attendono sempre con impazienza il carnevale: è uno dei momenti più festosi e allegri. Giovedì 3 marzo la sala parrocchiale si è riempita in breve tempo di tante mascherine multicolori raffiguranti tanti personaggi «Le nuove del Pais» 5 dei nostri ragazzi dei fumetti, del teatro e della storia. Anche le catechiste e le mamme erano presenti con gli alunni della scuola materna fino ai ragazzi delle MEDIE per giocare e stare insieme. Sotto la guida abile di Anna Vallazza, rigorosamente in maschera, hanno vissuto due ore di giochi, di allegria e di divertimento: tutti momenti necessari per far crescere e maturare le persone. Il carnevale è uno degli appuntamenti sempre attesi e goduti dai piccoli e dai grandi. Alla fine, il rinfresco, preparato abbondantemente dalle mamme, è stato preso d’assalto dai presenti, lasciando tutti i partecipanti soddisfatti e contenti per il piacevole pomeriggio passato insieme in allegria. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0006 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 6 «Le nuove del Pais» Sior Plevan Sono trascorsi ben 55 anni da quando rese la sua anima al Padre colui che per un trentennio si prese cura delle nostre anime: don Luigi Pescollderung, per tutti Sior Plevan. Arrivò a Pieve nel Gennaio del 1925; trovò Fodom ancora mezzo disastrato, dal momento che non tutto era stato ricostruito dopo la Prima Guerra Mondiale. La stessa chiesa parrocchiale, la cappella e dintorni non erano ancora risistemati. Sior Plevan si rimboccò le maniche; lavorò per il bene delle anime e contemporaneamente fece di tutto per rendere decorosi i luoghi di culto. La gente, molto povera allora, diede tutto l’aiuto possibile; Sior Plevan, con un certo orgoglio, diceva che i “suoi” Fodomi hanno pensato sia alla loro chiesa che alle loro case. Si occupò anche della ricostruzione della Chiesa di Corte; è lì che attingeva forze ed energie; era particolarmente devoto alla Madonna della Neve. Settimanalmente saliva a piedi fin lassù e dopo aver celebrato la Messa (e gosté via da Gigi Scoco) faceva “dottrina” agli scolari di Corte. Era un eccellente catechista; sia per gli scolari che per gli adulti, chiaro, conciso, convincente. Col suo modo di fare schietto (forse a volte non proprio elegante) sapeva risolvere anche situazioni difficili. Alle ultime battute della Seconda Guerra Mondiale (aprile 1945) riuscì a salvare Pieve da un incendio che le autorità del Reich volevano appiccare per snidare un nucleo di partigiani che supponevano alloggiasse a Pieve. Non si sa quali argomenti sfoderò, ma riuscì a farle desistere. È quasi ovvio pensare che abbia invocato la Madonna della Neve. Finito il conflitto e il caos che regnava conseguentemente organizzò un pellegrinaggio fin lassù; oltre a tutti i Fodomi partecipò anche una moltitudine dalle valli limitrofe. Ai suoi tempi a Fodom operavano altri sei sacerdoti; Sior Plevan si interessava ai loro problemi e di tanto in tanto li convocava per scambio di idee e di iniziative. Nel 1955, per sopravvenuti acciacchi fisici, la sua pur solida fibra cedette; decise di ritirarsi nell’”eremo” di Larzonei. È là che il Signore lo chiamò a Sé il 12 Maggio 1956. È lecito pensare che il distacco dalla sua gente lo abbia provato moralmente. Le rare volte che scendeva a Pieve lasciava leggere sul suo viso un velo di “enchersedum”. Ma assieme a Sior Plevan ricordiamo anche la sua “cuoga”, la fedele Mëda Fefa, ottima collaboratrice domestica; sapeva svolgere il suo ruolo con saggezza e tatto. Per Sior Plevan fu sicuramente un valido e prezioso sostegno. Fodom ancora oggi ricorda e ringrazia il “Buon Pastore”. BD La Pasqua, confessarmi, e perché? Da “Lettera per la Quaresima”, del vescovo Luciani, febbraio 1959 Ci sono gli indecisi. “Vado? Non vado? Ora pare di sì, ora pare di no; la pigrizia, il temperamento, quella piccola paura, che si chiama rispetto umano, paralizzano la volontà e succede loro come al paracadutista che non si decide a lanciarsi. Alcuni hanno già deciso: non andranno a confessarsi. Si trovano in una situazione delicata; sanno di non poter ricevere l’assoluzione senza una determinata promessa e non hanno ancora abbastanza amore di Dio o dolore per farla. Bisognerebbe tagliare energicamente e non ne hanno il coraggio. Penso che li potrebbe aiutare la preghiera: “Signore, mi pento di non pentirmi, ho dolore di non aver dolore”. Altri portano pretesti: “Ho tanto da fare; sono preso dal lavoro, dal commercio, dalla politica; sono un uomo d’affari, devo tenere i piedi per terra”. Piantate pure i piedi per terra, nulla di male, tenete però presente che la terra non vi porterà sempre. Fate pure la politica, ma, oltre le “destre” e le “sinistre”, tenete d’occhio il “sopra” e il “sotto”; il “sopra” ossia il Paradiso; il “sotto”, ossia l’inferno. “Io non credo più”, dice qualcuno. Prova a graffiare l’epidermide della tua anima. C’è proprio più nulla sotto? C’è gente che prima si sceglie un sistema di vita, il più comodo possibile, e poi accetta quelle credenze che non disturbano la vita scelta, le altre verità, quelle scomode, le getta a mare, dicendo: “Io non credo più”. “Io non ho peccati”, dice qualche altro. I bambini vanno a confessare le piccole bugie, i “capricci”; le buone suore almeno le impazienze con i bambini dell’asilo, questi cari amici, invece, non hanno niente, neppure una mezza bestemmia, non un discorso grossolano, un’invidia, una mancanza ai propri doveri; niente, proprio niente, neanche a cercarlo con il cannocchiale. Possibile? “Il peccato non esiste”; è solo uno spauracchio per spaventare, un complesso di colpevolezza, ereditato dai nostri bisnonni. Questo modo di pensare è proprio l’ultima moda e la paura. Peccati ce ne sono sempre stati, ma la gente sapeva di peccare; spaccava la legge, anche con i peccatacci, ma continuava a rispettare la legge spaccata e neppure si sognava di negare il peccato. Adesso, invece, saltano fuori a dire che leggi non ce ne sono e peccati ancora meno. È questo che mette paura, perché quando non lo sentiamo più il peccato, ce lo fa sentire il Signore nelle sue conseguenze e nei suoi castighi. Dio è padre, ma padre educatore; se i figli non intendono le buone ragioni, mette mano al bastone e corregge. Ma intanto, a Pasqua, egli aspetta. Un disperso che ritorna gli procura più consolazione che novantanove rimasti fedeli; data la sua infinita misericordia, il peccato commesso diventa nelle nostre mani quasi un gioiello, che gli possiamo regalare, per procurargli la consolazione di perdonare! Proviamo! UN NUOVO LIBRO Nel mese di gennaio è uscita un’opera preziosa di ricerca storicoreligiosa della dott. Palla Luciana, a cura di “Cierre edizioni”: “I segni del sacro nelle tradizioni ladine”. È un libro importante che documenta la religiosità delle Comunità ladine di Fodom e Colle: dai crocifissi, ai Capitelli, alle immagini della Madonna e ai Santi per giungere alle chiese del Decanato. Il libro costituisce un nuovo tassello che mancava nel mosaico della storia decanale. Sarà utile ai nostri insegnanti e professori, specialmente per quelli che insegnano la religione nelle scuole per far conoscere ai ragazzi e ai giovani le sane radici della storia dei nostri paesi. Sabato 19 marzo è stato presentato alla comunità, presso la sede del “Taulac”, da Daniela Perca dell’Istituto Etnografico della Provincia di Belluno. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0007 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 7 Torna a “nuova vita” l’organo Mascioni della chiesa di Pieve Nei giorni scorsi sono terminati da parte della ditta Mascioni di Cuvio (Varese), la stessa che lo costruì nel 1929, i lavori di manutenzione dell’organo della chiesa di Pieve. Un lavoro lungo, meticoloso e delicato, di cui non resta traccia visibile all’esterno e che potrà apprezzare, al più, chi ha un’orecchio musicale particolarmente sensibile. Ma lo storico strumento, voluto dai fodomi ed acquistato con non pochi sacrifici per la loro chiesa dopo appena dieci anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, aveva bisogno di un profondo “check up”. Per alcune settimane i tecnici della ditta Mascioni hanno lavorato nella cantoria, trasformata in un vero e proprio cantiere, per pulirlo e controllarlo minuziosamente. L’organo è stato smontato pezzo per pezzo. Alcune parti, quelle più piccole, sono state portate in ditta. Quelle più grandi invece revisionate sul posto. Ora è pronto per tornare a solennizzare le nostre S. Messe ed accompagnare il coro parrocchiale. La ditta Mascioni ha mantenuto la promessa di terminare i lavori prima delle festività Pasquali. E questo sarà il regalo, che la comunità fodoma riceverà nell’uovo di Pasqua. Ai quattro tecnici che si sono presi cura del “nostro” organo, tra questi c’era anche “el Mario”, il nipote di quel Vincenzo Mascioni che fondò la ditta, abbiamo voluto fare alcune domande. In che stato di salute avete trovato lo strumento? “Sostanzialmente buono. Si Alcune canne più grandi. Dentro l’organo. In primo piano i somieri vede che il freddo mantiene bene le parti in pelle presenti in alcuni pezzi. In strumenti che si trovano vicino al mare, ad esempio, queste si usurano molto di più. L’usura c’è, ma in proporzione all’età dell’organo, direi comunque che è ben conservato.” Come si è svolta la revisione? “L’organo è stato completamente smontato. Sono stati aperti tutti i “somieri” (delle sorta di rubinetti per le canne dell’organo). Ogni parte in pelle è stata rifatta (a mano). Poi si è provveduto ad una pulizia generale ed al riassemblaggio”. Avevate un disegno o lo schema del progetto da seguire per il rimontaggio? “Purtroppo negli anni ’50 sono andati a fuoco alcuni locali della ditta e tra questi anche gli uffici dove erano conservati i disegni. Per cui degli organi costruiti fino ad allora non esiste più alcuna documentazione. Ma questo non è un problema. La nostra ditta ha sempre avuto una metodologia ben precisa nella costruzione dei suoi strumenti, uno standard, uno schema fisso. Certo poi ogni organo si differenzia per qualche piccola modifica che noi, grazie all’esperienza, sappiamo vedere e distinguere al momento dello smontaggio”. Ci sono stati problemi particolari? “No, non abbiamo incontrato nessuna sorpresa. Si vede che l’organo non è stato modificato o maneggiato da altre ditte in quanto molti pezzi, per esempio i manticetti, erano ancora quelli originali del 1929”. È normale in organi così vecchi, trovare ancora pezzi originali ? “Sì, succede spesso. Se troviamo delle manomissioni, di solito si tende addirittura a non accettare nemmeno il lavoro di revisione”. I pezzi vengono fatti a mano o esistono dei macchinari? “No, questo è un lavoro che viene eseguito interamente a mano. Ad esempio i manticini, vengono confezionati in ditta da alcune donne, che ritagliano e incollano una a una le parti in pelle sui cerchietti di legno (vedi foto). Ogni pezzo è fatto su misura appositamente per il singolo strumento. Chi aveva meno soldi a disposizione, ad esempio, faceva fare le canne in piombo. Chi se lo poteva permettere le faceva in stagno, che costa di più”, Come viene organizzato il lavoro? “C’è uno che si intende un po’ di tutto e che sovrintende. Poi i compiti vengono suddivisi per settori, che vengono affidati ad un tecnico specializzato”. L’organo di Pieve ha qualche particolarità degna di nota che lo contraddistingue da altri? “Ogni strumento si caratterizza in base all’epoca in cui è stato costruito. I registri, ad esempio, vengono predisposti per suonare i brani che vanno per la maggiore in quel periodo. Pensiamo ad esempio al periodo barocco. Questo di Pieve, se proprio vogliamo trovargliela, si caratterizza per la presenza del registro chiamato “ripieno”, che rende lo strumento più “pastoso”, che serve per fare i fortissimi. Per ottenere questo effetto si fanno suonare più canne dai suoni acuti. In pratica ogni tasto della tastiera comanda 5 canne che suonano assieme. È un po’ come mettere il turbo in una macchina”. In cosa consiste il collaudo finale? “Bisogna reintonare e riaccordare lo strumento. In pratica regolare l’aria che entra nelle canne. Anche le canne ➥ Un’ancia dell’organo. Questa riproduce il suono dell tromba. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0008 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 8 «Le nuove del Pais» DOMENICA DI PASQUA di 70 ANNI FA descritta da Fortunato Favai “Nato Mone” La cantoria come un cantiere. stesse, per effetto del deterioramento del materiale, cambiano di forma. Bisogna perciò rimodellarle e riaccordarle. Per fare questo lavoro ci vogliono circa 10 giorni in due persone. Generalmente è un lavoro che fa un tecnico”. C’è una scuola che insegna questo mestiere? “Adesso c’è una scuola a Cremona. Ma essenzialmente è un mestiere che si impara sul campo o tramandato di padre in figlio”. Bisogna anche essere dei musicisti? “Non necessariamente. Nella famiglia Mascioni, nessuno sapeva suonare. Ci vuole buon gusto e pazienza. Insomma per fare questo mestiere bisogna essere portati. Ma soprattutto bisogna riuscire a “capire” questi strumenti”. (So Lo) Curiosità sul mondo degli organi - La ditta Mascioni oggi conta 15 dipendenti. Fino agli anni ’60 e ’70, quando si costruivano anche 15 organi all’anno, ne aveva 60. - Tre tecnici si dedicano al restauro degli organi antichi (quelli costruiti fino a fine ’800), poi ci sono falegnami (che costruiscono le parti in legno), “cannisti”, elettricisti, le donne che confezionano le parti in pelle. Alla progettazione si dedicano i sei titolari. Per i lavori di revisione vengono scelti di volta in volta i tecnici che hanno maggiore esperienza in base al tipo di lavoro da eseguire. - Ogni anno la Mascioni fabbrica non più di 2 o 3 organi nuovi. Negli anni ’60 si arrivava anche a 15 nuovi organi all’anno. Una dozzina, mediamente, le revisioni. - Da quando è nata, nel 1829, la Mascioni ha fabbricato 1185 organi in tutto il mondo. Sette anche in Giappone, che sono stati revisionati poco prima del terremoto. Per preservarli dalle scosse, che lì sono una consuetudine, sono stati ancorati a dei tiranti. L’ultima potente scossa di un mese fa non li ha però danneggiati. - La Mascioni fabbrica solo organi a canne. La parte di controllo può essere meccanica, pneumatica o elettronica. - Se si dovesse costruirlo oggi, l’organo della chiesa di Pieve costerebbe circa 200 mila euro. - Le parti che compongono un organo si misurano in “piedi” (unità di misura inglese). La minuziosa pulizia delle canne. Pasqua: bella festa della Resurrezione di Gesù, festa della pace e della cara intimità delle famiglie. Negli scorsi anni, in questo giorno si potevano scorgere visi non del tutto nuovi ma che da tempo si trovavano lontano dal paese. Erano paesani che, in seguito al lavoro o a causa di altri affari si erano stabiliti fuori paese ma che in questo giorno sentivano più che mai il loro luogo natale, la casa paterna e i cari familiari. Alla sera della vigilia le famiglie si radunavano così in dolcissima intimità, rievocando le memorie del passato, un complesso di gioie, la rievocazione delle quali desta sempre un vivissimo senso di serenità. Oh, care e beate visioni del passato! Dolci sogni cullati in seno alle famiglie, imbevuti di tanta pace, di tanta poesia familiare semplice e pura. Anche queste dolcezze la modernità cerca di cancellare, di distruggere. Infatti oggi, anche l’armonia delle famiglie non è più quella di una volta: anche qui lo spirito nuovo ha nocivamente influito. Principalmente quest’anno di guerra: diversi sono al fronte, alcuni pensano politicamente in un modo e altri in un altro tanto da far nascere diversi pareri e idee diverse perfino in seno ad una stessa famiglia, disarmonizzando quello che restava di sacro: l’armonia comune. I giovani sono educati alle armi: Fortunato Favai di Ornella (1899- 1961) autore di numerosi scritti. anche qui gli affetti familiari vengono menomati. Insomma il passato sembra sparire sotto la tragica successione delle idee moderne: il sacro culto degli avi va naufragando tragicamente. Le lotte intestine degli uomini, alimentate dai loro egoismi, dalla loro idea di grandezza, dalla mania delle riforme, travolgono ciò che era il frutto d’una secolare esperienza. Voglia Iddio, dall’alto, vegliare sulla povera umanità di oggi e ridestare in essa quella ragione che gli uomini vanno perdendo, se pur non l’hanno completamente smarrita. (Anche se sono trascorsi 70 anni, lo scritto sembra rispecchiare parecchio l’attualità). (Fr. Del.) QUATTRO GENERAZIONI: nella foto sopra la piccola Nicole Pezzei in braccio al papà Elvis con la bisnonna Rosa Pezzei e il nonno Flavio. Nella foto sotto: la piccola Nicole con il papà Elvis e a fianco la bisnonna Annunziata Lezuo e la nonna Silvia Costa. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0009 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 9 BILANCIO 2010 Parrocchia di Pieve di Livinallongo ENTRATE Elemosine Candele votive Offerte servizi Attività parrocchiali Questue ordinarie Offerte privati Affitti-Rendite Missioni-Carità Varie Offerte straordinarie Messe Anime Generosità (Seminario-attività diocesane) Totale entrate 7.085,65 3.554,05 1.861,00 16.475,73 4.445,00 2.001,42 1.522,21 8.195,72 6.053,96 18.787,68 780,00 4.842,88 75.605,30 USCITE Imposte-Assicurazioni Remunerazioni- stipendi Spese di culto Attività parrocchiali Spese gestionali Manutenzioni fabbricati Missioni Carità Varie Spese straordinarie Messe per le anime Generosità 1.305,30 4.345,00 5.051,51 11.656,60 24.533,86 2.479,95 5.410,50 1.520,00 3.208,05 19.787,94 780,00 4.842,88 Totale uscite 84.921,59 PASSIVO AL 31.12.2010 DE CASSANMARIA Il 15 dicembre scorso ha festeggiato i 95 anni di vita, assieme alla figlia Margherita e altri familiari a Digonera. È stata una grande festa con santa Messa di ringraziamento e con il pranzo all’albergo. Alla signora Maria auguriamo ancora anni sereni e lieti! 9.316,29 Compresi nel bilancio SGenerale della parrocchia CORTE LARZONEI DIGONERA ANDRAZ 9.050,12 7.035,36 10.399,98 36.699,16 GENEROSITÀ Giornata Migranti Pastorale diocesana Pane per amor di Dio Terra Santa Università Cattolica Carità Diocesana Carità del Papa Seminario (Assunta) Seminario (Rosario) Giornata Missionaria Avvento Fraternità 200,00 100,00 1.972,00 300.00 150,00 140,00 280,00 700,00 300,00 290,00 410,00 Totale 4.842,88 Per il progetto Gemma-Aiuto per la vita Per Terremotati Haiti 705,00 1.520,00 Vorrei un mondo Vorrei un mondo di pace, /vorrei soltanto un pò d’amore, /vorrei che non ci fosse dolore, /mi piacerebbe una vita vivace... Vorrei che fosse vero /che esistesse aria pura, /vorrei che il vento trasportasse la vera pace matura, /chissà se arriverà il giorno felice... /e magari ci si potrà divertire. Vorrei sognare cose nuove, che superino l’orizzonte. Vorrei aprire gli occhi e salire un monte, /no... è troppo difficile. Vorrei tanto capire che cosa gli uomini respirano, /e vorrei sapere come ci riescono. Vorrei la verità di quanto è lunga la vita /e continuare a vivere questo mondo in aria pulita. Awa Demaltè Diop La poesia ha ricevuto il premio speciale sezione giovani (ambiente e diritti umani), al concorso nazionale DOMENICO REA (JBISKOS - ULIVIERI) nel settembre scorso ad Empoli. A Trento, presso la Facoltà di Filosofia, il 30 marzo 2011, DE MATTIA ELEONORA si è laureata discutendo la tesi: “L’ineffabile musicale nel pensiero diVladimir Jankélévitch”. Da queste righe giungano ad Eleonora le congratulazioni più sentite di tutta la Comunità! A Padova, presso la Facoltà di Medicina Veterinaria, il 15 marzo 2011, PEZZEI EROS si è laureato con ottimo punteggio discutendo la tesi: «Prove di inoculazione sperimentale di varianti pigmentati di “Pseudomonas fluorescens” in mozzarelle», davanti al relatore Prof. Valerio Giaccone. Erano presenti i familiari e gli amici a complimentarsi con il neo-dottore. Anche a Eros giungano le congratulazioni più sentite di tutta la Comunità! Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0010 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 10 «Le nuove del Pais» Prima confessione Alla mia “Fronicola” Il sacramento della confessione segna una tappa nel cammino dell’iniziazione cristiana di un bambino: infatti è il primo incontro ufficiale con la Chiesa. È quello che hanno vissuto, sempre con emozione, domenica 27 marzo, i cinque bambini della classe terza elementare: Borlandi Samuele, Cominetti Isabel, Crepaz Omar, Dorigo Chiara e Faber Benedetta. Durante una liturgia della parola semplice, ma significativa hanIl gruppo di bambini con suor Flavia e don no ricevuto il perdono Alfredo. del Signore, dopo una seria preparazione catechistica da parte di suor Flavia. Anche i genitori, assieme ai familiari, hanno partecipato con interesse ed attenzione alla piccola funzione. Gli stessi canti: “Ho un amico” e “Ti ringrazio mio Signore”, accompagnati dalla chitarra della maestra Luigina, seguiti dal gradito rinfresco preparato dalle mamme, hanno dato un tono di gioia e di festa a questo Fatta la confessione, i bambini hanno inprimo incontro col dossato la veste bianca e hanno portato una candela accesa ad illuminare la croce. Signore. Oggi, cara Veronica, mi hai messo alle prova! Ero consapevole che ti stavi incamminando verso una nuova mèta, ma dentro di me speravo che questa giornata non arrivasse mai. Ero ancora a letto questa mattina, quando ho saputo che non eri più fra noi; da allora fino a questa sera è stato un susseguirsi di emozioni, di lacrime, di ricordi. Ora sono qui che salgo ancora una volta verso casa tua, che dopo mesi di buio è di nuovo illuminata, il camino fuma, gli “scur” sono aperti. Con grande commozione entro nella tua “stua”, e il mio cuore sembra restringersi; mi siedo, inizio il Santo Rosario e trovo il coraggio di alzare lo sguardo... In questa stanza non c’è nulla di silenzioso, tutto parla di te e di noi. Il “banc da fornel” dove quand’ero piccolino, riuscivamo a stare sdraiati entrambi e dove mi hai raccontato favole, fiabe, ma anche storie vere e storie di vita. Il grande tavolo quadrato, sul quale abbiamo fatto decine e decine di partite a “non t’arrabbiare” e dove tante volte abbiamo mangiato e bevuto insieme. Nell’angolo è rappresentata la tua fede, sul balcone la tua famiglia, ovunque i lavori creati dalle tue abili mani. Vicino allo “stangort” noto che sono ancora appese le bomboniere della mia prima Comunione e della mia Cresima: d’altronde tu sei stata presente in tutti i momenti più importanti della mia vita, ti avrei voluto con me anche in quelli che verranno. Sopra la televisione c’è una mia foto, forse l’abbiamo fatta a Innsbruck quando insieme ce ne andavamo qualche giorno dalla tua amata Purghele. Vedi Froni, la vita ti porta a incontrare migliaia di persone, ma solo poche di queste ti segnano la vita. È scontato dirti che tu sei una di queste, perché tu lo sai già... tu mi hai trasmesso l’amore per le nostre tradizioni (le parade, i fuochi della Befana e del Cuor di Gesù, le processioni, il carnevale, San Nicolò,ecc..), tu mi hai fatto riflettere sulla nostra storia (la Prima Guerra e la prigionia di tuo papà, le Opzioni e la tua esperienza in Jugoslavia, la povertà e le grandi vicende di Fodom, ecc..), tu mi hai insegnato ad amare e servire la Chiesa, ed in particolare a onorare la Madonna della Neve a cui tanto ti sentivi legata!!! Mi mancherai... mi man- cherai a Natale quando sarà ora di fare il presepio, mi mancherai a Pasqua perché non ti vedrò più indaffarata a nascondere le “coe del conicio”, mi mancherai il giorno del mio compleanno perché non mangerò più le tue super torte, insomma, la mia vita non sarà più esattamente quella di prima, perché oggi ho perso una piccola parte di me ... Lascia che ti dica ancora una cosa: sei sempre stata molto risoluta, spesso irremovibile nel tuo modo di pensare e di agire, a volte eri proprio “terribile”; ma alle persone che amavi avresti dato l’ anima e ti assicuro che tutte le attenzioni e le dimostrazioni di affetto che hai avuto per me resteranno indelebili per tutta la vita! Ecco, abbiamo finito di pregare per te, chissà tu ora cosa pensi, cosa vedi, cosa fai! Nel silenzio e nel freddo della tua Corte, mi incammino verso casa... Dopodomani tornerai a Fodom, e con fede e speranza ti canterò il Magnificat... forse lì mi verranno in mente tante altre cose che vorrei dirti. Per ora ti dico solo che ti ho tanto voluto bene e tanto te ne vorrò ancora. Grazie Fronicola mia!!! El tuo “nicio Neni” Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0011 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Cara nonna, ci hai lasciati cosi velocemente, che siamo ancora increduli a tanto, non immaginavamo che da quella caduta potesse andare a finire così. Ci siamo presi cura di te per più di venti anni e la stessa cosa hai fatto tu per noi, ma negli ultimi due mesi della tua vita abbiamo dovuto lasciarti andare. Adesso sei di nuovo tra di noi e sappiamo che sei dovunque noi siamo e saremo. Volevamo ancora ringra- ziare tutte le persone che in qualsiasi modo ci sono state vicine. Un grazie al coro parrocchiale di Pieve, all’organista, a don Alfredo, don Vito, don Angelo e Padre Giampietro. Grazie a tutti i vicini di Corte che l’hanno sempre aiutata e accompagnata anche l’ultimo giorno, ai volontari della Croce Bianca, per la loro disponibilità nella averla accompagnata a Roma e la loro presenza. Un grazie a tutti. L’angolo dei ricordi di F. Deltedesco LA FOTO CONOSCIUTA N. 1 Da SX: Crepaz Caterina “Nina de Tòne” di Renaz e la madre Annamaria Quellacasa - la piccola Crepaz Anna, figlia di Nina e Crepaz Paolina “de Tòne” sorella di Nina. Serena e famiglia LA PRIMA GENERAZIONE INCREDULA Un’affermazione forte che colpisce il lettore è questa: “La generazione dei nostri giovani è incredula!”. Lo ha detto Armando Matteo, assistente nazionale degli universitari cattolici, in un suo libro che porta questo titolo. Egli dice che la generazione attuale è incredula, non perché si pone contro Dio e contro la Chiesa, ma semplicemente perché vive la sua religiosità senza Dio e senza la Chiesa; inoltre perché nessuno ha testimoniato ai giovani la convenienza della fede, la forza della Parola del vangelo che può illuminare le domande della vita, la bellezza di una fraternità nella comune sequela di Cristo. I nostri ventenni e trentenni, infatti, se da una parte si tengono sempre più a distanza dalle pratiche di preghiera e dalle proposte formative della Chiesa, dall’altra esprimono un generale apprezzamento per valori religiosi. Condividono molte posizioni del Papa e dei Vescovi, ma non conoscono la Bibbia e il Catechismo. Internet è un luogo sintomatico: aumentano i siti dove poter lasciare una preghiera, “accendere una candela”, “trascorrere momenti di pace”; eppure molti si dichiarano agnostici o atei. Il dato più contradditorio è forse il fatto che molti giovani, pur avvalendosi dell’insegnamento della religione a scuola e pur provenendo da famiglie e ambienti di ispirazione cattolica, disertano sistematicamente la Messa domenicale, e non sembrano interessati a cammini di approfondimento della fede e a incontri cristiani. Cosa è successo? Forse è mancata un’evangelizzazione primaria in seno alla famiglia, dal momento che i loro ge- 11 nitori sono proprio quelli cresciuti nell’ambiente del ’68. Nessuno ha aiutato questi ragazzi a sviluppare la convinzione dell’importanza della preghiera e dell’appartenenza alla Chiesa. I loro stessi genitori ne erano distanti. L’immagine che hanno oggi della Chiesa è distorta, frutto di pregiudizi. Si ritrovano con gli amici; spesso si consolano da soli, non sanno a chi raccontare il loro dolore o la loro gioia. Non trovano adulti disposti ad ascoltarli. Dopo gli studi non c’è posto nel mondo del lavoro; possono continuare a studiare, ad attendere, a essere precari a tempo indeterminato. Possono dire che sono meno fortunati di noi adulti, quasi defraudati di qualcosa che noi abbiamo avuto la fortuna di avere: la fede e una Chiesa che magari attraverso associazioni cattoliche, preti più numerosi, si è presa cura della nostra adolescenza e giovinezza. Incontrandosi con un prete o con una suora, spesso non accettano un discorso; stanno alla larga, anzi usano un linguaggio provocatorio e grossolano, ma in questo atteggiamento di autosufficienza e di indisponibilità fanno capire che hanno bisogno di aiuto e di noi. Concludendo, queste riflessioni devono indurci a una seria revisione sul nostro modo di agire come comunità: dobbiamo impegnarci a una nuova evangelizzazione ai ragazzi, agli adolescenti e ai giovani ed essere per loro un “Vangelo vivente”, una buona notizia che li aiuti a tornare a credere e a vivere da cristiani autentici e convinti. d. A. M. LA FOTO SCONOSCIUTA N. 2 Sera Tramonta già il sole la valle ormai si oscura. Da lontano vedo arrivare le mucche. dai camini sale il fumo. Non s’ode il fruscio del vento, il vociare della gente... soltanto il rintocco delle campane: din don dan! Il giorno sta morendo, tutto tace. Ma ecco: una luce s’accende, un attimo e più nulla. Nel cielo ritornano le stelle, in un angolo la luna appare. La sera sta scomparendo! Catia Pellegrini- 3a media LA FOTO STORICA N. 3 Albergo Excelsior: viene messa in sicurezza la roccia sovrastante. Ricordi del tempo che fu dall’archivio di F. Deltedesco Scolari delle Sc. Elementari a Pieve. Davanti da SX: Elena Sorarui di Andraz- Michela Demattia di Ornella- Sabrina Crepaz di Ornella. Dietro, al centro: Elsa Crepaz di Renaz e a SX Claudia Crepaz di Ornella? Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0012 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 12 «Le nuove del Pais» Un ricordo Francescano È il 1954: a maggio gli esami di quinta elementare. Contento per averli superati, ma inconsapevole dell’immediato futuro. Una valigia marron con poche cose... le lacrime agli occhi... la corriera delle undici... via, per la prima volta verso un altro mondo. È così che mi ritrovo a Bolzano, al collegio Antonianum, con altri 79 studenti dei quali solo otto che parlano italiano e che, come me frequentano la Scuola Media dei Padri Francescani (Sezione italiana). La vita è dura: sveglia alle 5:30, un po’ di acqua gelata sul viso a di corsa a Messa nella cappella del collegio, quindi a scuola. Il pranzo che a volte stento a deglutire; le precise ore di svago e quelle altrettanto precise di studio con la sorveglianza continua dei frati addetti e un’ora di libera uscita al sabato. Il ritorno a casa a Natale e a Pasqua. Quando, nella cappella del collegio veniva accesa la prima candela della corona dell’Avvento, nella mia mente si illuminava una stradina, la strada che mi avrebbe riportato a casa. Due candele facevano sentire un pizzicorino allo stomaco che diventava veramente forte quando vedevo accese tre candele: fra tre giorni sarei ritornato a casa! Il secondo anno di collegio trascorre decisamente meglio; al terzo si è già più grandi e tutti amici. I frati fodomi. Sia in collegio che a scuola conosco dei frati fodomi: quanti ricordi, specialmente ora che non ci sono più. In collegio c’era pater Franz Roilo, alto e magro, sempre serio, forte giocatore di palla a volo e di ping pong. Fra i suoi compiti c’era quello di sorveglianza nell’enorme studio in particolare fra le 5 e le 7 del pomeriggio e quello di accompagnarci in camerata e darci la buona notte. Nello studio era particolare: tutti noi lo conoscevamo a memoria e sotto sotto ci facevamo una risatina quando, dieci minuti prima del termine delle ore di studio, con voce imperante diceva: “Bücher wech!” (via i libri). Si sapeva che ci avrebbe fatto una paternale, anche se non abbiamo mai capito se lo faceva perché doveva essere fatta o se lo faceva perché stava annoiandosi pure lui! Alle 20:30 tutti a letto nella grande e fredda camerata. E pater Franz, dopo aver tuonato “Gelobt sei Iesus Cristus- gute Nacht” spegneva le luci e, in attesa che ci addormentassimo incominciava l’avanti e indietro per il corridoio, fra i letti, con passi che erano il doppio dei nostri. C’era il buon pater Ambros Martini che solo saltuariamente faceva sorveglianza in collegio. Lui insegnava disegno alla Scuola Media dei Francescani, ma il suo vero lavoro, per il quale era portato, era quello di bibliotecario. E poi la passione per le gite in montagna e per la fotografia. Come professore non voleva mai sgridare nessuno e, quando in classe c’era un certo brusio, lui si limitava a zittirci con il suo “sssiit sssiit...” ottenendo uno scarso effetto. Ormai, dopo tre anni, il collegio Antonianum era di- BOLZANO: Collegio Antonianum anno 1955-’56, classe seconda media. Pater Franz Roilo è a sinistra e pater Ambros Martini a destra. In ultima fila, il 6o da destra è Franco Deltedesco. ventato un po’ casa mia: se avevo pianto tre anni prima quando ero entrato per la prima volta, gli occhi mi sono diventati lucidi e mi è venuto un nodo alla gola anche quando, terminata la Scuola Media, ho varcato per l’ultima volta, e questa volta in uscita, il portone di quel luogo. Oggi padre Francesco e padre Ambrogio non ci sono più, ma continuano ed essere presenti nei ricordi di quello che è stato uno scolaretto di 14-15 anni. (Fr. Del.) Ottilia di Alsazia A Pieve, nella cappella della Madonna di Lourdes, appeso alla parete laterale si trova il quadro che riproduce Santa Ottilia. Purtroppo non è dato sapere le motivazioni che riguardano l’esistenza di detto quadro né da quando ha trovato sistemazione nella cappella. Figlia del duca Adalrico, secondo la tradizione sarebbe nata cieca e, per questo, sarebbe stata rinnegata dal padre. Avrebbe miracolosamente riacquistato la vista al momento del battesimo. Fu la prima badessa del monastero benedettino di Ho- henbourg, fondato da suo padre. Venne scelta come titolare della Congregazione Missionaria Benedettina di Santa Ottilia, fondata in Baviera nel 1884 il cui motto è “lumen caecis” (luce per i ciechi). Nel 1807 Papa Pio VII la proclamò patrona dell’Alsazia. È particolarmente invocata per la guarigione delle malattie degli occhi, delle orecchie ed alla testa in generale. La memoria liturgica è il 13 dicembre, come per Santa Lucia. Il suo nome era Odilia, ma nel secolo XV, in Baviera, fu adottata la versione Ottilia. (Fr. Del.) APPUNTAMENTI IMPORTANTI 1 maggio: 20 maggio: 28 maggio: 12 giugno: 19 giugno: 26 giugno: solennità di San Giuseppe lavoratore, patrono di Digonera. Santa Messa cantata dal Piccolo Coro “Col di Lana”, alle ore 10.45. Festa del paese sul sagrato della chiesa. - A Corte, si inizierà il mese di maggio, con il canto dei Vesperi (ore 20.00) ore 9.30 santa Messa solenne di Prima Comunione. a Corte: santa Messa in onore della Madonna della Neve. Festa con gli anziani del Comune ad Arabba. Santa Messa ore 11.00, seguita dal pranzo offerto dall’Amministrazione Comunale. Festa patronale della Santissima Trinità ad Andraz: ore 10.30 santa Messa cantata, seguita da un momento di festa e dalla pesca per il restauro della chiesa. Solennità del “Corpus Domini”: ore 9.00 santa Messa cantata dal Coro parrocchiale (unica per tutta la parrocchia) - Processione col Santissimo. Il quadro ad olio di Santa Ottilia che si trova nella cappella di Pieve. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0013 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 1. La fede Senza dubbio il Signore è colui che vi ha unito e vi unisce attraverso il Sacramento del Matrimonio. Affinché questo avvenga però è necessario che già dal fidanzamento Egli sia presente come non mai tra voi due. Confrontatevi quindi con la Parola, con le sue leggi e, su questo, costruite il vostro rapporto; fondate su di Lui la vita con la consapevolezza che Lui vi ha unito ed è grazie a Lui che il vostro amore è nato. Ci si sposa una volta sola ma si ripete il sì! ogni giorno, nella gioia e nella fatica... solo così si “lega” il sacramento del matrimonio alle volte legato dall’immaturità umana e di fede dei coniugi. Siete voi che, con il sostegno di Dio e l’aiuto della Chiesa, potete salvare ogni giorno la vostra unione in Lui! Siate Chiesa domestica nella Chiesa locale. 2. La preghiera È importante che voi vi “inventiate” un vostro modo di rivolgervi al Signore, la preghiera vi unisce e rende presente Dio nella vostra casa e nella vostra vita. Attraverso formule o preghiere esistenti: come la liturgia delle ore, il Rosario, ecc. o anche la spontaneità, nella quale potete scegliere ciò che vi piace, anche in base o come si svolge la vostra giornata. La lettura quotidiana del Vangelo o una semplice preghiera fatta insieme ogni volta che lo ritenete opportuno tra voi (magari anche quando siete arrabbiati o quando vi sembra di essere stanchi)... non rimandate mai! 3. Il perdono Il 90% dell’ amore è fatto di perdono! Infatti la maggior parte delle separazioni (legali o di fatto) sono dovute all’incapacità di perdonare e di chiedere perdono! Allenatevi quindi presto a mettere da parte l’orgoglio, a chiedere scusa e ad accettarvi come siete (dice S. Efrem che chi vede il proprio peccato è più grande di colui che risuscita un morto). Imparate ad amare i difetti e le debolezze dell’altro. Dialogate! Esaltate in cuor vostro i pregi e i doni dell’altro/a così da rendere piccoli i difetti, non esasperate le vostre attese; perdonatevi nel nome di Dio. Se è vero che la grazia di Dio presuppone un’umanità sana è però vero che l’umanità guarisce, e che cresce la fiducia reciproca (e il recupero dei ruoli secondo Dio), solo con la fede: se c’è fede c’è fiducia. Confessate spesso il vostro peccato al Sacerdote. 4. La sessualità Dio vi ha dato un cuore per amarvi e questo amore si mani- Come far funzionare un matrimonio festa anche attraverso il vostro corpo. Dio ha creato la sessualità con una bellezza e un significato unico, vale quindi la pena di viverla bene. Accordatevi prima del matrimonio su come volete vivere la vostra sessualità, senza dubbi; i metodi naturali sono quelli più vicini alla volontà di Dio. Danno un significato stupendo alla fecondità della donna che invece è sempre vissuta come un problema. Siate inoltre casti durante il fidanzamento perché nel matrimonio saranno molte le occasioni in cui dovrete rinunciare alla sessualità: una gravidanza difficile, una malattia, un periodo di lontananza; se non imparate a controllarvi prima sarà molto più difficile poi. Non usatevi; cercate Dio con il linguaggio della sessualità e della tenerezza. Mese di maggio Quann’ero ragazzino, mamma mia me diceva: ”Ricordate, fijolo, quanno te senti veramente solo, tu prova a recità ’n Ave Maria. L’anima tua da sola pija er volo e se solleva come pe’ maggìa”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato. Da un pezzo s’è addormita la vecchietta ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo io prego la Madonna Benedetta e l’anima da sola pija er volo. (Trilussa) 5. I figli Il più bel frutto del vostro amore saranno i figli che Dio vorrà donarvi. È necessario che vi accordiate prima su quanti ne volete, quando li volete, a chi affidarli in vostra assenza e cosa fareste se questi non arrivano: un’adozione? Inoltre... non idolatrateli e non sostituiteli al coniuge! È più facile amare un bimbo che un partner che “scomoda”, l’amore di questo tipo si manifesta spesso in un io immaturo e geloso e non gratuito. 6. La Provvidenza Dio vi accompagnerà sempre, soprattutto nei momenti difficili e il Suo amore si manifesterà a voi attraverso la provvidenza... non siate borghesi, gretti e duri nel cuore e nella mente pensando, vi- 13 vendo e progettando come i pagani. Una persona che vi verrà in aiuto, un consiglio, un lavoro migliore, una casa più adatta a voi, dei soldi, saranno tutti segni della sua benevolenza. Affidatevi a Lui senza paura e abbiate fede. Anche voi però dovete essere sicuri che Dio ci restituirà il centuplo. La vostra casa sia aperta a tutti; saper accogliere è un’arte di pochi, ma è cercata da tutti. 7. Tagliate il cordone ombelicale Poche cose ha detto Gesù sul Matrimonio, ma una cosa l’ha davvero chiarita: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla sua donna e i due saranno una cosa sola. (Mt. 19,4-6). È davvero necessario che impariate a cavarvela da soli nel bene e nel male. Condividete le gioie e i dolori con le vostre famiglie, ma decidete sempre voi e non temete: come consigliere avrete il Signore, la Sua Parola, la Sua Chiesa nella persona del Sacerdote e della Comunità. Le nostre Madonne Il prossimo mese di maggio ci ritroveremo nelle nostre chiese per il fioretto davanti alle belle immagini della Madonna in esse venerate. A Pieve, la Madonna di Lourdes con Bernardetta inginocchiata ai suoi piedi ci sorriderà e quasi con un cenno del capo, come fece con Bernardetta, seguirà la recita dell’Ave Maria. È un’opera pregiata dell’intagliatore Dorigo Vigilio di Lasta del laboratorio di Ortisei. A Corte, c’è la Madonna della Neve con il Bambino Gesù in braccio. È riccamente vestita dalle donne di Corte. Davanti a quella immagine sono accorsi centinaia di fedeli per chiedere protezione o per ringraziare delle grazie avute per essere stati salvati dalle slavine. Andraz conserva con assidua vigilanza la Madonna di Domenico “Molling”, opera artistica della prima metà del 1700, che ha visto più di una guerra, ma sempre salvata dalla pietà e dall’amore dei suoi fedeli. Infine a Digonera, i fedeli si riuniranno per la recita del Rosario davanti a una piccola statua della Madonna, scolpita nei laboratori della Val Gardena. Assieme al suo sposo S. Giuseppe continuerà a proteggere la frazione di Digonera. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0014 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 14 «Le nuove del Pais» REGIONE: un nuovo bando per finanziare le stalle di montagna Un bando “ad hoc” per le aziende di alta montagna escluse dai finanziamenti del Psr. Questa la salomonica proposta che l’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato ha avanzato agli agricoltori fodomi e agordini nel corso dell’incontro promosso dalla Coldiretti, che si è tenuto nelle settimane scorse nella sala Taulac a Pieve di Livinallongo. Una decisione che non ha però rassicurato nessuno: “Se non si garantiranno finanziamenti adeguati per le nuove stalle i giovani rinunceranno” è stata la replica. Al tavolo dei relatori, oltre al Presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin e all’assessore Manzato (arrivati ad incontro già avviato per impegni dell’assessore a Roma), c’erano il direttore della Coldiretti di Belluno Silvano D’Alpaos, di Treviso Fulvio Brunetta, il rappresentante di Avepa Renato Da Ronch, il sindaco di Livinallongo Ugo Ruaz ed il presidente della Cma Luca Luchetta. le aziende di alta montagna, penalizzate da punteggi che ad esempio, premiavano con ben 10 punti, la produzione di alta qualità del latte. Infine i rigidi vincoli nei criteri imposti dalla Ue, che, ha spiegato Cecchinato, “impongono punteggi ancorati ad investimenti per risparmio energetico, innovazione e ristrutturazioni”. La graduatoria finale, approvata dalla Giunta, finanzierà 73 aziende definite “di montagna” (solo 4 di Belluno sono riuscite a rientrare nella seconda fase). Ma nessuna di queste, per le infrastrutture, in Agordino. L’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato (al centro) durante l’incontro con gli agricoltori fodomi e agordini. Tempi troppo lunghi Quota discriminante La replica più dura è arrivata dall’assessore all’agricoltura della Cma Paolo Frena, il quale ha contestato ai rappresentanti Da Manzato è arrivata la proposta, peraltro già annunciata da Cecchinato, di indire un nuovo bando da 18 milioni di della Regione le lungaggini del bando (“abbiamo perso due anni” ha detto).”Ora” ha continuato, ”bisogna tornare a garantire almeno il 70% di finanziamento, altrimenti i giovani molleranno”. Allegria a “Villa San Giuseppe” Un bando vincolato Nell’attesa, è toccato al dirigente della Regione Veneto Pietro Cecchinato vestire i panni dell’avvocato e spiegare agli agricoltori, composti ma visibilmente arrabbiati, che hanno gremito la sala nonostante a Pieve nevicasse come a dicembre, perché tutte le aziende della parte alta della Provincia di Belluno, (in particolare i giovani che vogliono aprire nuove stalle) sono state escluse dai finanziamenti della misura 121 del Psr, quella che metteva in campo ben 67 milioni per le infrastrutture. Molteplici, secondo il funzionario i problemi creatisi. A cominciare dal numero di domande presentate su questa misura, ben 2600, alla procedura di presentazione “in due fasi” richiesta dai rappresentanti delle parti sociali che siedono al “Tavolo Verde”. Il risultato è stato che in sede di verifica, ben il 29% delle domande non avevano i requisiti. Questo ha permesso di “liberare” ben 19 milioni di euro, che non sono bastati però per far includere nella graduatoria euro, calibrato sulle caratteristiche e le esigenze delle aziende di alta montagna. La discriminante forte nell’attribuzione del punteggio, dovrà essere l’altitudine (chiesta da tempo), una nuova classificazione tra alta, media e bassa montagna ed il ridimensionamento dei punteggi per l’alta qualità e le organizzazioni di produttori”. (SoLo) Anziani e giovanissimi allegramente insieme. Martedì grasso, ultimo giorno di carnevale: bisogna approfittarne perché domani sarà quaresima! E la quaresima invita tutti alla moderazione, alla riflessione in preparazione alla solenne festa di Pasqua quando, Gesù Risorto, porterà nei cuori nuova gioia e tanta allegria. Anche alla Casa di Riposo “Villa San Giuseppe” tutto si è messo in movimento: un vociare insolito, persone che vanno e persone che vengono, inservienti impegnate a fondo. Giunge Mario con la sua immancabile fisarmonica e, mentre volano le stelle filanti, non manca mai di presentarsi mascherata. Tutto questo è servito da contorno perché ad occupare il centro della sala e dell’intera mattinata sono stati loro, gli anziani, nei loro sgargianti costumi, preparati con notevole spirito di inventiva da Cecilia Roncat. Sui loro volti e sul viso di tutti è spuntato il sorriso e gli applausi non sono mancati quando le attempate maschere si sono cimentate in una vera e propria sfilata. (Fr. Del.) si presentano due gruppi mascherati che ravvivano il tutto. Sono Alessia, Claudia, Milly e Alice in rappresentanza del Gruppo Parrocchiale, presentate da Anna Vallazza, animatrice della mattinata. Fa quindi l’entrata in sala un gruppo molto particolare, composto da Sara (il peruviano) Matteo (lo sceriffo) Petra (il Pierrot) e Omar nelle vesti di Elvis Anna Vallazza presenta una delle maPresley, gruppo orga- schere che all’anagrafe risulta essere nizzato da Rosalba che Ugo Foppa. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0015 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» ALBO COMUNALE, ORA SOLO “ON LINE” Chi è passato in queste settimane nell’atrio del municipio, avrà certamente notato l’albo pretorio desolatamente spoglio di carte. Sono gli effetti legge n.69/2009 che prevede, per gli enti locali, dal primo di gennaio, l’obbligo di pubblicare solo on line sul proprio sito internet, tutte le comunicazioni, come delibere, bandi, avvisi, permessi a costruire. La norma voluta dal Ministro Brunetta, mira ad eliminare gli sprechi nell’amministrazione pubblica. Uno di questi, secondo il titolare del dicastero per la Funzione Pubblica, è l’immensa quantità di carta usata per riempire gli albi pretori con i testi delle delibere, gli avvisi e di quant’altro le amministrazioni intendono o sono obbligate di comunicare al cittadino. Una piccola rivoluzione informatica che non manca però di creare qualche problema. Per le nuove generazioni risulta sicuramente più congeniale, ed anche più comodo, sedersi davanti al computer e con un semplice “click” andarsi a consultare i documenti che più interessano pubblicati dal proprio Comune. Esiste però ancora una fascia di persone, in genere anziani, che non posseggono e non sanno usare un pc. Senza contare che spesso in molti piccoli centri di montagna, non è ancora attiva l’adsl e quindi la consultazione, per esempio, di documenti in pdf, che richiedono una certa velocità della linea telefonica per essere scaricati o semplicemente consultati, diventa praticamente impossibile. Un problema che le amministrazioni locali si sono poste. Ed ognuna ha trovato una sua soluzione. “Speravamo che l’attuazione di questa legge fosse prorogata” spiegano dagli uffici del Comune da Fodom. Anche perché mancano ancora i decreti di attuazione. Ci siamo dovuti quindi adeguare in tutta fretta. Al momento tutte le comunicazioni verranno pubblicate sul sito del Comune. Per venire incontro a chi non ha internet, affiggeremo di volta in volta all’albo pretorio un avviso cartaceo, con l’elenco dei documenti pubblicati. Il cittadino potrà quindi rivolgersi ai nostri uffici per leggersi il documento cartaceo”. 15 Cerco la “mia” baby sitter Come avevo avuto modo di dire altre volte: “Il mondo è diventato piccolo”. E questo grazie al Fax e ancor più grazie a Internet. La pubblicità degli ambienti turistici, come le foto paesaggistiche e storico-culturali delle varie zone, attraverso l’etere, volano da un capo all’altro del pianeta. Così è avvenuto ad Arabba, con la pubblicità riguardante il Ristorante-Pizzeria “Al Tablé” di Crepaz Fabio. Ecco come, sempre per via telematica, si rivolge a Fabio un signore abitante a Santo Domingo, isole Caraibiche. Santo Domingo, 10 gennaio 2011 Gentile Signor Fabio Crepaz. Sono un nazionale dominicano (della Repubblica Dominicana nei Caraibi), architetto di 70 anni, ed avendo vissuto con mia moglie a Roma dal 1961 al 1969, ci troviamo nel 1964 ad avere come ospite e baby sitter del mio figlio Marco una signorina di nome Anna Maria Crepaz, nata a Pieve di Livinallongo, avendo allora una ventina d’anni. L’oggetto di questa comunicazione è quello di ricavare, se fosse possibile, l’eventuale ubicazione di quella persona nel vostro Comune. Con dati d’indirizzo e numero telefonico. La signora Crepaz, per quanto mi risulta da una sua lettera del 1968 (solo 40 anni fa!!), ha sposato un signore di nome “Zoppa”. Nelle mie ricerche sulla rete di Internet ho trovato il suo cognome e, nell’elenco dei ristoranti della provincia di Belluno, il negozio di ristorante che gestisce lei a Livinallongo sotto il nome di “Bar Pizzeria Ristorante al Tablé di Crepaz Fabio”. Sarebbe difficile che non esista un legame familiare fra lei e Annamaria, essendo la sua località relativamente piccola e chiusa nelle vette delle Dolomiti. Mi permetto di conseguenza chiedere il vostro aiuto e collaborazione nel senso di darmi un po’ di luce e cercare di ubicare il telefono e l’indirizzo di questa carissima signora, ormai matura come noi. Per raggiungere questo scopo, prezioso per noi, mi appello alla vostra cortesia e gentilezza, anticipando i miei più effusivi ringraziamenti. Dovresti scusare il mio Roma 1964. Il piccolo Marco, figlio di Leopoldo e della signora Lupita. cattivo italiano ma sono tanti anni che non lo parlo né lo scrivo. Con i miei cordiali saluti. Leopoldo FRANCO Dopo varie ricerche veniamo a conoscenza che la signora in questione è Annamaria Crepaz moglie di Alberto Foppa (non Zoppa) “Berto Barca” che ci racconta che, su proposta della zia Maddalena Ruaz moglie di Felice Crepaz “del Mòro” di Fossal aveva trascorso ben 5 anni a Roma, come baby sitter del piccolo Marco, presso la famiglia di Leopoldo FRANCO. Ricorda che Leopoldo, da Santo Domingo era venuto a Roma dove stava terminando gli studi di architettura ed era sposato con la signora Lupita che lavorava a Roma, all’ambasciata del Salvador per la quale ambasciata lui stesso avrebbe lavorato. Annamaria faceva ritorno a Fodom ogni anno, ma solamente per un mese: solo a gennaio del 1968 è ritornata definitivamente fra le sue montagne per sposarsi poco dopo, il 20 aprile. Le ricerche hanno dato i suoi frutti: si è ristabilito il contatto con l’ormai settantenne signor Leopoldo. È avvenuto uno scambio di notizie e di fotografie specialmente paesaggistiche delle zone e, da parte della famiglia Franco, Annamaria ha avuto la promessa che durante il prossimo Natale verrà a Pieve per incontrarla e conoscere da vicino la nostra terra. (Fr. Del.) REPERTI DA MUSEO Sappiamo che durante la teneva. Al resto ha pensato Grande Guerra interi boschi Maurizio che ha fissato il tronco erano stati tagliati dai soldati su un capiente supporto e il con lo scopo di poter seguire tutto su un piedistallo formato più agevolmente gli sposta- da una particolare radice, abmenti degli avversari. Sap- bellendo quindi il tutto con vari piamo pure che dopo la guerra ordigni bellici. Complimenti a Maurizio. il legname non aveva più valore La fotografia mostra la parte commerciale in quanto il tronco delle piante era infestato da centrale del tronco con la schegge di granate, da proiet- granata conficcata. Sarebbe un interessante reperto che artili, da chiodi e filo spinato. Da allora sono trascorsi oltre ricchirebbe il settore “Grande 90 anni. Dopo tanto tempo è Guerra” al Museo di Pieve di Liancora possibile imbattersi in vinallongo! (Fr. Del.) particolari reperti bellici. È quanto accaduto a Maurizio “Pirol” il giorno che, salendo dal Cason dei Mànc in direzione di Ciàmp, si è trovato accanto ad un grosso tronco di abete nel quale era conficcata una granata. Davanti a tali ordigni la precauzione non è mai troppa: vagliato il da farsi, la granata è stata scaricata ed è stata tagliata la parte La parte centrale del tronco con infissa la del tronco che la con- granata. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0016 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 16 SFOGLIANDO IL LIBRO SINODALE Incontri, confronti, scambi 14. Gli operatori sanitari cattolici sentono l’esigenza di incontrarsi, confrontarsi e incoraggiarsi per vincere la sensazione di isolamento professionale: è utile perciò pensare a nuove forme di collaborazione e vicinanza tra comunità cristiana e operatori sanitari laici e religiosi per favorire la conoscenza reciproca, il sostegno, la condivisione e lo scambio anche di competenze e di doni. È inoltre importante offrire loro momenti formativi volti ad approfondire i fondamenti della fede e dei documenti del Magistero. Disabili abili 15. La comunità cristiana sia attenta, sensibile e solidale nei confronti dei problemi delle persone con disabilità (fisiche, sensoriali, psichiche e mentali), accogliendole e integrandole nella normale vita comunitaria, sostenendo le loro famiglie e sollecitando un volontariato capace di dare alle istituzioni pubbliche quel valore aggiunto che esse non sono in grado di offrire: il cuore, l’amore, la vicinanza, l’ascolto, la relazione, elementi fondamentali per accrescere la loro qualità di vita. Coloro che hanno disabilità, ricevendo i sacramenti della fede, sono membri della Chiesa a tutti gli effetti e devono trovare in essa il loro giusto posto. Non siano solo destinatari di carità e compassione. Hanno abilità che vanno sviluppate; fanno “abili” chi li accoglie, comunicando ragioni di vita e di affetto. Possono essere evangelizzatori non solo all’interno della loro famiglia, ma anche in vari ambienti. Sia assicurata l’iniziazione cristiana completa ai disabili mentali, essi ricevono i sacramenti nella fede della famiglia o della comunità che li accompagna. L’impossibilità di conoscere qual è la sensibilità effettiva propria di certa tipologia di infermi non è una ragione sufficiente per non dare loro tutti i sostegni sacramentali di cui la Chiesa dispone. L’Ufficio catechistico si faccia carico di formare alcuni catechisti per disabili. La parrocchia sia disponibile all’accompagnamento spirituale delle forme organizzate di mutuo aiuto tra le persone che vivono una medesima condizione di sofferenza (es. familiari di disabili, tossicodipendenti, di alcolisti, di persone decedute in seguito a malattie gravi o incidenti...). Attenzione va posta nell’eliminare anche qualsiasi barriera architettonica, operando affinché tutte le strutture ecclesiali siano accessibili, visitabili e fruibili in tutti i loro spazi esterni e interni da parte delle persone con disabilità fisiche e a quelle con ridotta mobilità, permettendo loro la piena partecipazione a tutti i momenti liturgici. La realizzazione di nuove strutture o la ristrutturazione di quelle vecchie tenga conto in modo innovativo delle esigenze di accessibilità e della salvaguardia del patrimonio storico e culturale che è di tutti. «Le nuove del Pais» Giovanni Battista Colle di Retiz affresca la chiesetta di Pecol a San Tomaso Agordino Nella piccola frazione di Pecol nel comune di San Tomaso Agordino si trova una cappella costruita, raccontano gli anziani, per essere scampati a un grave pericolo a causa di grossi massi staccatisi dalla sovrastante parete rocciosa. Per riconoscenza a Dio gli abitanti hanno costruito una cappella a ridosso di un grande masso che secondo tradizione sarebbe lo stesso che miracolosamente s’è fermato appena sopra le case e non ha pro- vocato né danni né tanto meno vittime. Il soffitto della chiesetta è affrescato e vi sono rappresentate scene della Santissima Trinità mentre sulle pareti ci sono immagini di santi tra cui San Giuseppe, San Tomaso e San Vincenzo Ferre. Entrando, sulla sinistra in alto, c’è questa scritta che non si legge nella prima parte perché nascosta da una improvvida pennellata di calcina: “... Signor ....rifondato. Di poi di concessione Eccellentissimo e Reverendissimo Monsignor Giovanni Sandi Vescovo e Conte di Belluno. Segnata 16 aprile 1781. In questo modo fu ampliata. Finalmente, in quest’anno 1824 fu rinnovato e così eligientemente onorato, dalla scienza, ed industria così di Giovanni Battista Colle in Retiz. Pittore di Livinallongo”. C. Vallazza I Santi Giuseppe, Tomaso e Vincenzo affrescati sulla parete. Più tedesco nelle scuole fodome Più ore di tedesco alle elementari e medie per fermare l’esodo di scolari verso la Val Badia. Questo il progetto al quale sta lavorando il comune di Livinallongo e che è stato discusso nei giorni scorsi nel corso di una riunione alla quale hanno preso parte, l’assessore all’istruzione Claudio Sorarui, il consigliere comunale con delega alla cultura Daniela Templari, il presidente del consiglio dell’Istituto Comprensivo di Alleghe Andrea Crepaz, il preside Andrea Serafini oltre ad alcuni insegnanti delle scuole elementari e medie fodome. Il problema è quello noto da tempo. Sono in continua crescita nella vallata fodoma, soprattutto nella zona di Arabba, i genitori che decidono di portare i loro bambini nelle scuole della vicina Val Badia, “perché lì” dicono, “imparano meglio il tedesco”. Questo esodo ha portato quest’anno alla formazione di una pluriclasse alla media di Brenta, in quanto mancavano i numeri minimi previsti dalla legge Gelmini. Per quest’anno il comune aveva deciso di intervenire con un finanziamento per garantire ore suppletive di tedesco, con l’intenzione di convincere i genitori a tenere i bambini a Fodom. In autunno, appresa la notizia dell’istituzione della pluriclasse, in concerto con i genitori, era stato però deciso di dirottare quei soldi per pagare ore suppletive agli insegnanti, in modo da garantire lo sdoppiamento della pluriclasse almeno nelle materie più importanti come la matematica e l’italiano. Ora si tenta la strada di un progetto organico per l’introduzione in maniera più consistente e stabile del tedesco. Il progetto sarà curato nella parte tecnica, (ore, struttura, integrazione con le altre materie) dagli insegnanti delle elementari e medie. Nel concreto è prevista l’introduzione di 2 o 3 ore di tedesco nei due livelli della scuola dell’obbligo. Una di queste ore dovrebbe inoltre essere dedicata all’insegnamento nella lingua teutonica di una materia, che potrebbe essere ad esempio la geografia, come già avviene nelle scuole delle vallate ladine. Non è ancora chiaro se alle elementari le ore saranno introdotte in tutte le classi o solo dalla terza in poi. Le ore saranno tenute da un insegnante di madrelingua che alle medie integrerà il suo ruolo con l’insegnante attuale. Una volta “confezionato”, il Comune presenterà il progetto alla Provincia di Bolzano per chiedere un finanziamento. “Ne ho già parlato con l’Intendente alla scuola ladina di Bolzano Roland Verra e l’assessore della Provincia di Bolzano Florian Mussner che hanno sostenuto l’iniziativa” spiega la Templari. “Non diciamo che la nostra scuola non è valida. Ma l’obiettivo è di avere un modello di insegnamento paritetico tra italiano e tedesco come nelle vicine scuole ladine”. (SoLo) Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0017 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Università Adulti /Anziani: un’iniziativa che cresce e si consolida In tre anni è stata portata avanti una gran mole di lavoro Dell’Università degli AdultiAnziani della provincia di Belluno, almeno in Alto Cordevole, si era sì sentito parlare ma, come succede per tante altre iniziative, non le si dava grande importanza come fosse un’iniziativa un poco avulsa dalla realtà che si viveva sul territorio. Nel 2007 don Attilio Menia, si è fatto promotore di incontri con i sindaci di San Tommaso, Alleghe, Rocca Pietore, Livinallongo, Colle Santa Lucia e Selva di Cadore ed ha presentato loro l’Università degli Adulti Anziani, già presente sul territorio bellunese con 10 sezioni, con i suoi programmi, le attività e le sue finalità sociali. L’accoglienza del progetto per aprire una sezione anche in alto Cordevole è stata appoggiata all’unanimità da tutti i sindaci che hanno manifestato interesse, disponibilità totale, per venire incontro anche ad eventuali esigenze logistiche ed economiche, riconoscendo anzitutto il valore antropologico dell’iniziativa rivolta ad una categoria di persone, avanti nell’età, ma ancora capaci di dare tanto del loro patrimonio di esperienza di vita e di cultura alle giovani generazioni. Una parte della società che talvolta, e sempre più spesso, viene percepita come un peso da sopportare e magari da liberarsi al più presto, invece di considerarla ancora una dimensione del vivere senza la quale i giovani non avrebbero radici per alimentare il proprio futuro basato sui valori che hanno fondato la nostra civiltà. Con queste premesse è nato il coordinamento locale costituito da un coordinatore da un vice, e da collaboratori rappresentanti di ogni zona comunale per gestire tutte le attività. Nasceva così l’undicesima sezione dell’Università degli Anziani della provincia di Belluno col nome ufficiale di “Sezione Alto Cordevole”. Per logo il Civetta, montagna simbolo di tutto l’Alto Cordevole perché la sola visibile da tutti. Nasceva anche ufficialmente il comitato di sezione con il Coordinatore Luigi Celestino Vallazza, il vice, Paola De Bona e i rappresentanti di zona: Paola De Bona per San Tomaso Agordino; Benito Falorio, per Alleghe; Santo Piani per Rocca Pietore; Pierina Delfauro per Livinallongo; Otto Chizzali e Fiorina Zen per Colle Santa Lucia, Agostino Magi e Laura Dalla Torre per Selva di Cadore. Nell’autunno del 2009, dopo un intenso lavoro di preparazione e di confronto, confortati dai suggerimenti e dalla presenza continua agli incontri del presidente provinciale don Attilio, poteva avere inizio l’anno propedeutico. La sede è stata messa a disposizione gratuita dal comune di Alleghe, presso la Sala Stoppani delle scuole elementari dove, con cadenza quindicinale, si svolgono gli incontri e, dopo di essi il coordinamento di sezione si mette attorno a un tavolo per parlare dei successivi appuntamenti, programmare le uscite, verificare la logistica e i supporti didattici necessari, tenere i rapporti con le amministrazioni, la presidenza e la segreteria provinciale, ecc. Nell’anno 2009-2010 ha avuto inizio il primo anno accademico con 67 iscritti ed una frequenza che supera il 55% delle presenze ad ogni incontro. Due iscritte vengono da Corvara in Val Badia. Le iscrizioni all’anno accademico 2010-2011 sono salite a 84. E questa è stata una notevole e piacevole sorpresa perché, dall’esito delle iscrizioni, dipendeva l’accoglienza favorevole o meno di tutta l’attività che è stata portata a termine nel primo anno. Il programma è diviso per cicli quadriennali e viene diviso per corsi. Gli incontri hanno la durata di due ore, il secondo e il quarto giovedì del mese dalle ore 15 alle 17. Medicina: Osteoporosiuso e abuso di medicinali; progetto oncologico geriatrico transfrontaliero Erboristeria-preparazione creme officinali. Arte e musica: Natale in musica, 2009 Fornasier, 2010 Gasparotto; la Pasqua nell’arte, L’iconografia religiosa nell’arte. Letteratura: Dante, il sommo poeta; Un poeta: in particolare Giuseppe Ungaretti. La poesia di Rosalina Pianezze. Storia: il fenomeno migratorio in Agordino dalla Repubblica di Venezia al Regno d’Italia; Storia degli insediamenti in Alto Agordino. Geografia: Il lago di Alleghe: tragedia e fascino. Alla scoperta delle isole britanniche. Cultura generale: Galileo e la scoperta del cielo. Dal sole all’infinito - Drims: il cielo nelle Dolomiti. Architettura tradizionale locale. Pluralismo culturale in prospettiva europea. Dolomiti Patrimonio dell’Umanità - Geologia universale. Geologia delle Dolomiti. La nuova legge sulla regolamentazione dei lavoratori extracomunitari. Chimica in cucina. Neve e Valanghe Un sentito ringraziamento a tutti i 25 relatori che si sono resi disponibili con generosità sottraendo alla loro attività professionale tempo prezioso per dedicarlo gratuitamente alle persone che hanno ancora tanto desiderio di conoscere e di scoprire nuove frontiere e nuove realtà. Il primo anno accademico si 17 è concluso con la festa del gran finale nella palestra di Caprile con lo spettacolo teatrale offerto dalla compagnia locale “Attori per Caso” e con un ricco buffet offerto dai corsisti. Laboratori: nell’anno accademico in corso, presso la scuola media di Caprile, è iniziato un percorso didattico di informatica di base sotto la guida del professor Paolo Zanin. Sono 7 sedute cui partecipano 18 corsisti, quanti ne possono sopportare le dotazioni strumentali messe gentilmente a disposizione dal locale Istituto Comprensivo presieduto dal Professor Andrea Serafini. Le uscite culturali: Non si può dimenticare poi la trasferta a Cortina D’Ampezzo in occasione del congresso provinciale cui hanno partecipato una quarantina di corsisti. Una dozzina dei quali ha presentato il tema “Non è mai troppo tardi” e l’elaborato di una iscritta è stato segnalato dalla giuria. Una giornata definita da tutti “memorabile” sia per l’aspetto organizzativo sia per i contenuti culturali sia per l’opportunità di conoscere e conoscersi tra sezioni e tra persone. Anche la visita al Centro Valanghe di Arabba è stata molto partecipata e ricca di novità così pure la visita al planetario di San Tomaso dove, tra stelle, pianeti, costellazioni e buchi neri si è navigato nello spazio in compagnia di una guida. Nel corrente anno accademico sono state effettuate tre uscite: al Museo della Val Fiorentina per fare conoscenza col famoso Uomo De Mondeval De Sora, ed altro; visita alla città di Feltre. Come “Gran finale”, sempre alla palestra di Caprile, si farà festa festa col coro Femminile Col di Lana di Livinallongo e il coro Alpino Monte Civetta. In conclusione: un’esperienza iniziata due anni fa che continua. Le risposte da parte degli adulti-anziani ne sono la conferma della sua bontà. Il clima che si vive durante gli incontri è di partecipazione e di confronto nella forma e nella sostanza, senza remore o pregiudizi. C’è desiderio di sapere, di conoscere, di mettersi in gioco, per scegliere, non per il sentito dire o per il semplice articolo di giornale, ma perché si è raggiunta una maturità tale da essere in grado di fare una scelta consapevole in base alle proprie idee e ai propri valori. Celestino Vallazza Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0018 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 18 «Le nuove del Pais» Visita e benedizione alle famiglie Si è conclusa la visita annuale alle famiglie, anticipata quest’anno al periodo quaresimale. Don Alfredo e Don Vito sono passati per le famiglie di tutta la parrocchia a portare la pace e la benedizione del Signore. Sono stati incontri cordiali e semplici; in qualche famiglia ci si è fermati un po’ di più per ascoltare e per dialogare. La visita è sempre un momento prezioso per incontrarsi, per conoscersi e per scambiarsi qualche parola. Il rammarico del Parroco è stato quello di non aver potuto salutare lui personalmente, per motivi di salute, tutti i parrocchiani. In ogni caso Don Vito ha fatto tutto egregiamente anche per lui. Io ringrazio, anche a nome di Don Vito, per l’accoglienza che ci è stata riservata e per la generosità dimostrata verso la parrocchia. Ringrazio Don Vito per questa fatica pastorale e rinnovo a tutti i miei saluti ed auguri! Questa fotografia scattata 40 anni fa (primavera 1971) ritrae i nati nel 1965 ad Andraz, nella pratica dello sport di stagione che sono, da sinistra Sorarui Claudio, Nagler Giuliano e Daberto Silvano. Una classe di soli maschi. Le femminucce si sono poi rifatte alla grande visto che le ultime generazioni di bambini sono esclusivamente appannaggio del “sesso debole”. N.V. Don Alfredo Nota: le offerte consegnate a don Vito verranno pubblicate sul prossimo bollettino; così tutte le messe ordinate saranno celebrate, se possibile, nella data richiesta o comunque quanto prima. TORNEO “KRITISCH-BATEN” Tempo di carnevale: per creare un po’ di atmosfera il Gruppo Alpini propone di nuovo il torneo di Kritischbaten. Nelle serate di giovedì e sabato grasso nella sala dell’ex bersaglio, ora Taulac, gentilmente concessa dall’Amministrazione Comunale, cui va un grosso grazie, si è tenuta la consueta “maratona cartatoria”, ove ogni coppia in un torneo all’italiana, affronta le altre 19 e alla fine vince chi fa più punti. I migliori sono stati la coppia Roilo-Roilo (i fratelli Serafino e Ivo). Al secondo posto 2 coppie a parità di punti ma dopo una partita di spareggio si sono classificati Tatino-Ruge e terzi Stefano-Pul. Anche quest’anno il “Totokritisch”, i più sensibili con 8 risultati indovinati su 10 sono stati in 3: Delfauro Celina, Roilo Ivo e De Toni Renato, ai quali è andato il “ciòciol”. Quanto raccolto, il gruppo lo farà avere a Fontanive Federico di Alleghe, molto conosciuto anche a Fodom, che si Andraz Classe 1965 trova in particolare difficoltà per un incendio che ha distrutto il capannone nel quale teneva tutti gli attrezzi e macchinari per il suo lavoro. Il comune Fodom fa suo il Trofeo Comuni Civetta e Terre dell’Orso Il Comune di Livinallongo si è aggiudicato la 25o edizione del Trofeo Comuni Civetta e Terre dell’Orso, che si è corso sabato 12 marzo, in due manche di slalom gigante, sulla pista del Burz ad Arabba. Secondo (con la somma dei tre migliori tempi dei singoli concorrenti) il comune di Selva, terzo Zoldo Alto. Il trofeo, riservato a dipendenti ed amministratori in carica ed ex dei dieci comuni che gravitano intorno ai comprensori sciistici di Alleghe e delle Terre dell’Orso (unico assente, quello di Colle S. Lucia) è nata nel lontano 1986 grazie all’intuizione del suo ideatore Piergino Rizzardini, ex tecnico comunale del Comune di Zoldo Alto, scomparso tre anni fa. E proprio per ricordare la figura di Rizzardini in occasione dei 25 anni del trofeo, il comune di Livinal- longo ha consegnato al sindaco di Zoldo Alto Roberto Molin Pradel un piatto decorato (gadget ricordo della manifestazione), da donare alla famiglia. Queste le classifiche. Dame; 1. Debora Crepaz (Livinallongo) 1.21.72; 2. Michela Devich (Livinallongo) 1.36.20; 3. Cristina Tancon (S. Tomaso Agordino) 2.22.58. Master A1 - A5 Dipendenti: 1. Loris De Col (Zoldo Alto) 1.01.92; 2o Loris Fersuoch (Rocca Pietore) 1.08.50; 3. Rolando Fontan (Zoldo Alto) 1.11.27. Master A1-A5 Amministratori: 1. Fabio Bonifacio (Selva di Cadore) 58.07; 2. Ivano Dall’Acqua (Selva di Cadore) 1.02.37; 3. Lorenzo Pellegrini (Livinallongo) 1.04.81. Master B6-B12 Dipen➥ La “taulela” con la classifica finale. Il 5 PER MILLE In occasione della denuncia dei redditi 2011 avverto che è possibile indirizzare il “5 x mille” al Comune di Livinallongo che poi lo utilizzerà a favore delle persone anziane del Comune e degli ospiti di “Villa San Giuseppe”. Sul modulo apposito segnare il codice fiscale o partita iva del comune: 00144460250 e sotto apporre la propria firma. La scelta può essere fatta anche per la Croce Bianca o altro ente di assistenza. È una firma che non costa nulla al contribuente come quella dell’ “8 per mille” per la chiesa cattolica, ma in compenso è un gesto importante di solidarietà. Per maggiori informazioni telefonare al comune: 0436 7193. Il podio dei comuni con i sindaci Roberto Molin Pradel (Zoldo Alto), Ruaz (Fodom) e Ivano Dall’Acqua (Selva di Cadore). Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0019 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» denti: 1. Valter Lena (Taibon Agordino)1.10.47; 2. Paolo Decima (Taibon Agordino) 1.13.54; 3. Adelio Callegari (Selva di Cadore) 1.15.81. Master B6-B12 Amministratori: 1. Leone Pampanin (Zoppè di Cadore) 1.11.73; 2. Elio Livan (Zoppè di Cadore) 1.11.79; 3o Egidio Ganz (S. Tomaso Agordino) 1.12.15. Seniores: 1o Andrea Palla (Livinallongo) 58.13; 2. Andrea De Cesero (Forno di Zoldo) 1.14.99; 3. Efrem Soppera (Rocca Pietore) 1.21.91. Nella classifica assoluta si è imposto Fabio Bonifacio, seguito da Andrea Palla e Loris de Col. Premiati anche i singoli con- correnti che hanno all’attivo il maggior numero di partecipazioni. E sono, Leone Pampanin e Paolo Decima, ex equo con 24 presenze, seguiti da Adelio Callegari ed Emanuele Ben, anche loro pari merito con 23 presenze. La gara è stata organizzata in collaborazione con la Scuola Sci di Arabba, la cassa Raiffeisen della Val Badia, la Sit Boé, latteria di Renaz e l’Hotel Alpenrose, dove si è tenuto il pranzo e le premiazioni, al termine delle quali il comune fodom ha consegnato il testimone a quello di Taibon per l’organizzazione della prossima edizione. (SoLo) 19 Il podio dei primi assoluti. ATTIVITÀ DEL MUSEO ETNOGRAFICO-LADINO E GRANDE GUERRA Museo di Storia, Usi, Costumi e Tradizioni della Gente Ladina di Livinallongo-Fodom di Franco Deltedesco Anche se, piuttosto lasciato “in balia del vento”, il Museo continua la sua attività e allaccia rapporti di lavoro con diversi studiosi e ricercatori sia in Italia che in Austria-Germania. Ecco in sintesi le persone che hanno contatti costruttivi con il Museo: 1- Dot.ssa Dorothea Crepaz nipote dello scultore Andrea Crepaz “Polonât”. È stato merito suo aver potuto avere una conoscenza approfondita del nostro scultore ed avere al Museo gli schizzi e i progetti delle sue sculture, gli attrezzi da lavoro da lui usati e la sua camera da letto (due letti e un armadio) da lui interamente scolpiti. 2- Dot.ssa Petra Fricke di Dortmund (Germania) che è stata a Fodom e al Museo più volte, anche con Dorothea. È una studiosa dei luoghi e della gente del Tirolo che rivolge particolare attenzione a Fodom. 3- Dot.ssa Christel Hirn: una ricercatrice che si interessa della nostra zona dal punto di vista storico. Ora sta portando avanti una ricerca che riguarda la famiglia Chizzali- Bonfadini di Colle Santa Lucia. 4- Dot.ssa Daniela Claudia Angetter di Vienna “Accademia delle Ricerche”. Ha al suo attivo 20 pubblicazioni di carattere storico. Una di queste riguarda il Col di Lana che lei conosce di persona e che ha studiato in maniera particolare. La Dott.ssa tiene conferenze in svariati luoghi e, siccome conosce bene l’italiano, sarebbe dispo- nibile a presentare la Grande Guerra sul Col di Lana anche a Fodom senza richiedere particolari parcelle. In questo senso, da parte del Museo è stata informata l’Amministrazione Comunale e l’Union dei Ladins, purtroppo senza ottenere alcun contatto. 5- Dott. Victor Strobel di Bolzano coordinatore dei vari contatti e organizzatore, assieme alla Dr.ssa Dorothea Crepaz e alla Dot.ssa Angelika Neuner della trasferta del Gruppo Folk a Seefeld (Austria) in occasione della grande sfilata dei costumi del Tirolo. 6- Dot.ssa Herlinde Menardi di Innsbruck direttrice del Tirolerlandesmuseen (Museo delle Arti Popolari) e organizzatrice di una mostra sulle valli ladine dolomitiche che sarà inaugurata il 9 giugno 2011 e resterà aperta fino al 6 novembre. Per la mostra verrà pubblicato un volume d’accompagnamento in tre lingue (tedesco-italiano e ladino). A questa mostra parteciperà anche il Museo Fodom che ha preparato, come richiesto, una descrizione riguardante la Grande Guerra e del materiale fotografico. La Dot.ssa Menardi, che a suo tempo aveva già visitato il Museo è ritornata a Pieve il 2 marzo per decidere quali reperti e quali miniature saranno portate a Innsbruck per essere esposte. Da parte del Museo sono stati interessati l’Union dei Ladins e il Comune nel caso intendessero organizzare una trasferta nella città austriaca in occasione dell’inaugurazione della mostra. E da parte italiana: 1- Dr.ssa Chiara d’Incà “Dipartimento di ArcheologiaUniversità di Padova. Il Dipartimento ha in programma la pubblicazione di una La tipica casa fodoma - una delle miniature che saranno esposte ad Innsbruck. pagina Web dedicata al tema “Produzione, lavorazione e commercio della lana nel Veneto tra l’età romana e il Medioevo” all’interno della quale è previsto anche il riferimento alla tradizione etnografica del Veneto sul comparto laniero e tessile. A tal fine, il Museo ha dato alla Dr. Chiara d’Incà una concreta collaborazione. 2- Dott. Alessandro Norsa di Verona per la pubblicazione di un volume, commissionatogli dall’ Istituto Ladin Micurà de Rü, volume riguardante la religiosità nelle valli ladine. Da parte del Museo è stata data piena collaborazione con molteplici incontri con il Dr. Alessandro che, nel corso dei mesi, ha raccolto testimonianze da parecchie persone nei vari paesi di Fodom. Il volume sarà di prossima pubblicazione. 3- L’ Associazione Giochi Antichi di Verona ha chiesto la collaborazione per la pubblicazione di un volume volto al recupero dei giochi di un tempo. Da parte di Fodom è stato dato particolare rilievo a “zoni e zonère” oltre a altri giochi. 4- DVD “Testimonianzes dal monn ladin”. È stata data collaborazione per la registrazione del DVD commissionato ad Andrea Lanzi dall’Union dei Ladins della Val Badia. 5- Collaborazioni occasionali. Con i vari Istituti Ladini e con singole persone come per la realizzazione del libro “Scarpét- una vita, una storia” di Paolo Soppelsa e Alcide Zas Friz. 6- Varie riprese al Museo. In particolare da parte della TV ladina e SKY “Marco Polo”. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0020 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 20 Banda da Fodom: largo ai giovani Nuovo direttivo per la Banda da Fodom che dà spazio ai giovani e fa il salto di categoria. Nata nel 2005, finora il gruppo era stato retto da un direttivo formato dai suoi ideatori e fondatori, il presidente Nani Pellegrini e la moglie Willy, il rappresentante dei genitori Cristina Crepaz e la cassiera Tiziana Bozzolla. Nel frattempo la maggior parte dei giovani musicisti ha raggiunto la maggiore età e di conseguenza il sodalizio musicale, attualmente diretto da Laura Argenta e dal giovane Giuliano Federa, ora può fregiarsi del titolo di “banda”. È giunta perciò anche l’ora che il gruppo passi in mano agli stessi giovani che l’hanno fatta crescere. Nel nuovo direttivo, eletto durante l’ultima assemblea generale, sono entrati Eleonora Demattia, Erica Roilo, Roberto Marchione, Elia Crepaz, e Giuliano Federa, quest’ultimo membro di diritto in qualità di co direttore). Tiziana Bozzolla è passata alla mansione di rappresentante dei genitori, mentre è stato confermato presidente Nani Pellegrini. Nel corso del 2010 la banda ha eseguito una ventina di concerti, alcuni anche fuori dai confini provinciali. Il momento più significativo è stato di certo però l’inaugurazione della nuova bandiera, che è stata benedetta in occasione della sagra a Pieve di Livinallongo. E poi le esibizioni a Carlino (UD), Canazei, S. Vigilio di Marebbe, Limana. Il gruppo ha organizzato anche la 2a edizione del raduno delle bande giovanili della Ladinia ad Arabba. Un’attività intensa che però non trova il sostegno di tutte le istituzioni. “La Regione ha tagliato i fondi alla cultura” osserva amareggiato Pellegrini, e quindi bisogna “arrangiarsi.” Ma l’entusiasmo tra i giovani musicisti non manca. Quest’anno la banda ha raggiunto il record di iscritti, ben 41, di cui 30 suonano già nell’organico effettivo. E per il 2011 è in programma la registrazione di un cd ed un dvd. (SoLo) «Le nuove del Pais» CURIOSANDO NEI LIBRI STORICI DELLA PARROCCHIA Dopo il bombardamento di Pieve - 1915 Processo Verbale Da un verbale del 5 febbraio 1916 risulta che per opera del Cappellano Militare del 59 reggimento Fanteria, don Atanasio Presseda, vennero ricuperate tre casse con oggetti sacri (tutti candelieri) appartenenti alla chiesa di Pieve. Da un verbale del 6 febbraio 1916 risulta che vennero ricuperati altri oggetti sacri appartenenti alla chiesa di Pieve, alcuni dei quali, come dice il verbale, vennero ricuperati a mezzo del Cappellano del 91 Regg. Fanteria dott. Abate Abramo Cravonio, cultore di arte, il quale determinò non solo le epoche, ma anche le scuole cui gli stessi potevano appartenere. Tra essi figurano: un Tabernacoletto a cariatide, elegante architettura del 1500, mancante di porticina scassinata e asportato nei giorni della prima occupazione di Pieve. (Luogo del rinvenimento: sotterraneo della Cappella dell’Immacolata). Una statua moderna di legno di S. Anna e Maria Bambina, opera dello scultore tirolese (Scuola di Val Gardena) Tavella, premiata con medaglia di Stato all’esposizione del 1913 a Innsbruck. Bellissimo lavoro intatto. Luogo del rinvenimento: chiesa di Pieve, 2o mensolone a destra. Due putti o angeli del 1500 di poco pregio. Una statuina di legno dorato del secolo XVI (lavoro grossolano). Una mezza cornice del secolo XVII in legno dorato e bronzato infisso nel retro di una porta. Tre lampade di bronzo e una in ottone sbalzato. Vari candelieri, messale, un reliquiario, vari copricalici. 10 pianete di diversi colori. Una campana, un ferro da Ostie, un pulpito. Tutto venne consegnato al parroco di Colle Valentino Bernardi. Comunicato dei Reali Carabinieri (Brig. Carraro) in data 19 giugno 1916 al Commissario Civile di Pieve: “Ho il pregio di informare V. S. che per ordine del Comando del 3o Regg. Bersaglieri, i militari addetti alla cucina del 25o Batt. dello stesso Regg. hanno ricuperato le campane della Chiesa Parrocchiale di Pieve di Livinallongo versandole al Comando del loro Reggimento. Da un inventario del dicembre 1916 redatto dal Brig. Carraro risulta che, essendo stata adibita la Chiesa di Pian a magazzino deposito, vennero raccolti nella detta sagrestia i seguenti oggetti sacri: Statua della Madonna del Rosario (con veste di stoffa). Statua della Madonna Immacolata, di S. Giuseppe, di S. Luigi, di Cristo Morto. Alcuni quadri della Via Crucis, 4 candelieri in legno, 2 in metallo argentato. 2 Reliquiari, 2 portacandele, 4 portafiori rivestiti in metallo. Da un altro documento del suddetto Brigadiere, risulta invece che la Chiesa di Pian venne occupata dal Presidio quale deposito esplosivi. Il 14 febbraio 1917 dal soldato Casali Giuseppe, alloggiato nella Cappella di Pieve, vennero ricuperati i seguenti oggi in casse: un calice grande lavorato con pietre incastonate e miniatura; cinque calici d’argento dorato; quattro reliquie d’argento e una di argento dorato; un crocifisso, un navicella d’argento, sei patene dorate; due piedistalli per reliquie, due reliquari d’argento grandi; otto portalampade d’argento, due corone d’argento, tre croci argentate; un turibolo, una palla d’argento, due ampolline d’argento; sei candelieri d’argento, due candelieri, uno scettro d’argento; vari anelli, collarini, cucchiai, coltelli, forchette ecc.; 47 cartelle Debito pubblico austriaco per la somma di 100.000 circa; una cartella assicurazione Società Janns; 6 registri parrocchiali e altre carte; una macchina Adler in parte deteriorata. Tutti gli oggetti vennero inventariati dal Comando del 51o Regg. Fant. Un documento osserva che la massima onestà ha ispirato i militari e che la loro condotta “è rivelatrice di squisito senso di civiltà e di rispetto per le leggi che i nostri soldati conservano inalterate anche in paesi di occupazione in tempo di guerra e pare a me che debba essere ricompensata in largo modo e perciò interesso la S. V. (Commissario civile di Pieve: Ciccolini Ciro) perché ai tre militari sia assegnato un premio in danaro “Colonello De Maria. Venne poi assegnato dal Commissario un premio di Lire 200. Una lettera del Commissario di Pieve a quello di Cortina rileva che le 47 Cartelle di debito pubblico appartenevano a Pieve, Corte, Renaz, Ornella, Larzonei, Beneficio De Sisti e all’Ospedale Ricovero e davano un importo di 84.000 corone. “Ho accertato, scrive il Commissario, che alcune delle più grandi lampade portano questa iscrizioni, come anche i sei can- delieri d’argento: “Fatto d’elemosine da patrioti abitanti in Venezia anno MDCCLVI, mentre sui due candelieri è scritto: “Fatto di carità dai patrioti abitanti in Venezia 1760; su di una grande croce d’argento: “Croce della Madonna della Neve fatta nel tempo dal Casier Pietro Roilo, Giacomo Palla, Zuanne Crepaz fatta da carità di patrioti dimoranti in Venezia anno 1730. Tutti questi oggetti correvano indubbiamente serio pericolo di essere distrutti data la posizione della piccola Cappella in cui erano nascosti, probabilmente nascosti dal Parroco di Pieve di Livinallongo don Luigi Sopplà, ora internato a Civitella di Tronto. Suscita meraviglia che il ripostiglio non era ancora sfondato dalle artiglierie nemiche, che hanno completamente distrutto Chiesa e case vicine. “Salvo avviso della S. V. darò in consegna a questo Parroco don Valentino Bernardi, in Villagrande, gli arredi perché li conservi non ritenendo opportuna la vendita come il precedente Commissario praticò per altri oggetti ritrovati: le cartelle di rendita le conservo nella cassaforte del Municipio di Colle S. Lucia”. Commissari civili di Pieve di Livinallongo: 1. Tenente Francesco Savona dal 1915 al 3. XI. 1916. 2. Capitano Ciccolini rag. Ciro dal 3. XI. 1916 al 16. 3. 1917. 3. Capitano Di Stefano rag. Giovanni dal 16. 3. 1917. Il 30.6.1917 vennero ricuperati: un calice con patena, una pisside senza coperchio, corone per statue, raggiera per Santissimo, alcune monete. Trascritto il 18 giugno 1951. (dalle memorie di don Valerio Irschara) (continua) OMISSIONE Nel numero n. 1 de “Le nuove del Pais” era stata dimenticata involontariamente la segnalazione del 50o anniversario di matrimonio di Murer Giovanni Battista e Crepaz Alma, celebrato il 19 ottobre 1961. Mi scuso e approfitto per porgere in anticipo l’augurio: “Ad multos annos”! Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0021 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 21 DIARIO DI GUERRA ANNO 1915 - DI BORTOLO CHIZZALI a cura di F. Deltedesco Seconda puntata 5 giugno 1915. Sabato: abbiamo riposo. Mi annunciano una triste nuova: tutti i profughi hanno dovuto partire e portarsi più avanti verso la val Badia. Mi si spezza sempre più il cuore pensando a cosa diventerà della mia famiglia. 70 cannonate italiane verso il Col di Lana: su questo monte, fra il 4 e il 5 giugno sono state scagliate 120 cannonate che però non hanno fatto alcun ferito. Ho avuto, dalla moglie, la cartolina che mi aveva mandato da casa 6 giorni prima e sono rimasto contento e sollevato. 6. La domenica dopo il Corpus Domini, per mezzo del nostro cugino Sèrol, ho ricevuto la bella novella che sei sana con tutta la mia famiglia e che sei a quartiere in Badia, a la Valle. Era domenica sera quando ho sentito la bella novella: ho scaricato un peso enorme pensando che i miei piccoli, la madre e specialmente tu, dopo due giorni di forti temporali, siete arrivati tutti sani a destinazione. A volte mi viene in mente “di non potervi più rivedere tutti”. La vita mia non mi dà pensiero, bensì voi di famiglia. Il più gran pericolo per noi è quando si va di guardia e di pattuglia che si sentono le palle fischiare e sfiorarti. La notte è ancora più brutta perché, al buio, ci si può trovare a tu per tu senza nemmeno accorgerci, come è successo questa sera ad Andraz. Di ciò proprio ora voglio raccontarti... senti: “Questa domenica, in 40 militari siamo andati ad Andraz. Siamo partiti alle 9 di sera e siamo arrivati, con tutta cautela, alle 11 e mezza, per recuperare quel po’ di bevanda rimasta all’albergo Rosa Alpina, prima che questa andasse a finire male. Arrivati presso la casa di tuo padre, nella notte buia, all’im- provviso abbiamo sentito sparare contro di noi due colpi di fucile: sono rimasti feriti il birraio e un militare del forte, tutti due al braccio. Dopo che abbiamo caricato vino e birra senza essere più disturbati, erano le due di mattina. Devo farti notare che, prima di lasciare il mio villaggio e specialmente la mia casa paterna, ho dovuto piangere al pensiero di dove e come si troverà la mia famiglia. Sono andato per due volte alla porta di casa: per fortuna tutto era ancora a posto e non era stato arrecato alcun danno. Appena partiti è incominciata una pioggia dirotta e l’oscurità era tenebrosa. Siamo arrivati a Lasta alle 4 di mattina tutti bagnati da capo a piedi. Ma tutto questo mi pare un niente; il resto verrà poi, nei giorni successivi. 7. Abbiamo avuto tutto il giorno riposo, con la visita del nostro Maggiore. Le pattuglie italiane e austriache, in alta montagna di Ornella, hanno avuto un combattimento sul mattino, con perdite italiane. I cannoni italiani si fanno sempre più sentire sulla punta del Col di Lana, essi hanno l’intenzione di distruggere il nostro posto principale di osservazione, ma sarà una cosa molto difficile. 8. Oggi alquante cannonate dal forte sugli italiani che avanzano. Pare che, nel Tirolo, siano arrivati in nostro aiuto due milioni e mezzo di germanici: speriamo in bene. 9. La notte e fino a mezzodì sono stato in servizio di guardia. In tutto il giorno non si è sentita che una cannonata e ora che è sera, aspetto con grande desiderio qualche notizia da te. 10. Una pattuglia di 30 militari, di quelli del forte, sono stati fermati sotto l’ospedale- Alberto Foppa all’entrata di una galleria a Plàn de la Mina (Col di Lana-Sief). ricovero da una forte scarica di fucilate che hanno provocato due feriti austriaci. Poco dopo è partito anche il comandante del forte con due militari ed è seguita un’altra scarica. Questa mattina ho ricevuto una lettera dalla Maria e Carolina e un saluto dalla mia piccola Severina e ho subito risposto. Oggi, per tutto il giorno abbiamo lavorato in trincea. Forti cannonate dopo lo scontro delle pattuglie con quelle italiane. Queste ultime hanno avuto grandi perdite e sono state costrette a retrocedere. Tre militari del forte sono rimasti morti e 4 feriti: fra questi anche Giacomo Pezzei di Ornella. Sulla sera, cinque cannonate austriache su 200 militari italiani hanno fatto un macello. 11. Sacro Cuor di Gesù. Forti cannonate italiane; mai sentito fin’ora tanto, né da una parte né dall’altra e, sempre più vicine, verso il col di Mezzodì. Poco dopo gli italiani hanno dovuto cedere e retrocedere. Sulla sera m’è toccata la sorte di andare in pattuglia assieme ad altri 29 compagni: per fortuna non abbiamo avuto nessun scontro. Gli italiani si erano ritirati in direzione di Andraz. Questa volta, alle 11 di notte, siamo ritornati felicemente nella nostra caverna. 12. Tutto il giorno abbiamo lavorato nelle trincee, quindi maneggi d’arma e scuola di guerra. Ho sentito che si lavora in una strada che da Corvara va verso il monte Castello per poter condurre due grossi cannoni che faranno tremare la terra e saranno usati dai germanici stessi. In due giorni saranno posti sulle nostre cime 30 cannoni e due grossi da 30 e mezzo. 13. Sant’Antonio. Oggi di guardia fino a mezzogiorno. Anche oggi, Sant’Antonio, i cannoni sparano continuamente da ogni parte. Oggi abbiamo ricevuto delle riserve di conserve e gallette e abbiamo pure ricevuto l’ordine severo sul servizio di guardia che, in caso di trasgressione di questo, si verrà puniti con estrema severità. 14. Non mi sento tanto bene, ho un forte mal di pancia che spero passerà. Ho lavorato nelle trincee: alle 4 di sera è scoppiata una granata italiana vicino a noi. Tutte le sere, qua e là si sentono colpi di fucile. 15. Fin dalla mattina ha avuto luogo un continuo attacco nel villaggio di Andraz che è durato fino alle 11: gli austriaci hanno avuto un morto e 20 prigionieri. La perdita italiana fu più grave, con morti e feriti. Gli altri, fuggendo, hanno lasciato indietro molte munizioni. A sera è stato portato qui un ufficiale italiano morto sul Col di Lana e da qui è stato portato a Contrin. Ora, dal forte della Corte si spara da ogni parte. In Andraz sono prigionieri il Puster e Nina Pustra; il villaggio però non è ancora invaso dai militari. (continua) Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0022 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK Parrocchia di Colle Qualche spunto di pastorale... (da un intervento di don Luigi Del Favero) La Chiesa italiana ci ha consegnato un documento per il nuovo decennio. L’Episcopato ci chiede una convergenza sul tema dell’educazione. Nelle settimane scorse il Consiglio Permanente ha fatto un passo avanti, necessario ed importante, delineando qualcosa del cammino da fare. Il decennio sarà diviso in due: i primi cinque anni saranno dedicati al tema Comunità cristiana ed educazione alla fede; i secondi cinque a Comunità cristiana e città. A metà ci sarà il convegno della Chiesa italiana. Questi convegni hanno sempre segnato delle tappe significative. Il tema del primo anno pastorale suona così: Introdurre ed accompagnare all’incontro con Cristo nella comunità ecclesiale: soggetti e metodi dell’educazione alla fede. Mi pare che ci troviamo davanti ad un’occasione da non sprecare. Davanti a questa proposta si esercita anzitutto la responsabilità pastorale e la passione dei pastori: l’educazione viene a toccare la loro paternità, la loro identità di pastori, di presbiteri. Che altro sono se non educatori alla fede? Il contenuto del tema è dato dall’espressione: “incontro con Cristo”; questo non è scontato, né spontaneo, e può subire ostacoli. È detto il luogo dell’incontro: la “comunità ecclesiale”, che rimanda però immediatamente alla vita, da articolare al plurale. Rimanda al vivere il “noi”, che il Consiglio Permanente ha indicato anche come - ma vera - emergenza sociale. Sono chiariti i destinatari: sono tutti, però passando dalle nuove generazioni (ragazzi, adolescenti e giovani) colte nel loro na- scere e vivere nella famiglia. Il cosa fare è condensato nei due verbi: introdurre e accompagnare. Chi realizza tutto questo? Soggetti che vogliono apprendere un metodo nuovo e che sono essi stessi nuovi. Infine, esauriti i lamenti e date le analisi, dobbiamo lasciarci dare una direzione dalla parola “introdurre”, che dice inizio, che parla di un incontro. Suscita l’immagine di un fuoco da accendere, di una sorgente da ritrovare. Biemmi ha utilizzato l’espressione “un cristianesimo germinale e incompetente sul quale lavorare”. Ci vengono suggeriti appuntamenti: qualcuno tra noi lancia l’idea di cogliere il momento per creare qualche appuntamento particolare (es. rinnovare la missione, indirizzata ai giovani; sinodo dei giovani, Sentinelle del Mattino,...). Ci vengono chiesti degli atteggiamenti. Sono quelli del contributo di Biemmi: cri- stianesimo germinale, promettente e incompleto. Don Davide Girardi, parlando di questo argomenti, dice: noi abbiamo capito che i giovani oggi non cercano un contenitore, ma vanno dove c’è un po’ di vita. Non si contestano i luoghi, ma ad es. ai centri di spiritualità i giovani vanno se c’è vita (preghiera, lectio, ecc.). Ci vengono proposti poi dei percorsi: ci sono quelli noti (parrocchia, famiglia, associazioni) e ci sono quelli nuovi. Tutti dovrebbero mettersi in sintonia con il venite e vedete proposto da Gesù. Se mi chiedessero quali sono le possibilità per il prossimo anno, io mi sono lasciato prendere da quella luce che c’è nelle parole: educare è generare. La parola che maggiormente oggi viene in bocca è la famiglia: il soggetto dell’educazione alla fede è la famiglia! Una provocazione per discutere insieme... Attività del Consiglio Parrocchiale Verbale di ottobre Il giorno 18 del mese di ottobre 2010 si sono riuniti presso la sala della canonica i membri del Consiglio Parrocchiale della Parrocchia di Colle Santa Lucia. Sono presenti il parroco Don Sergio Pellizzari, signori Frena Paolo, Frena Annalisa, Delmonego Maria Grazia, Agostini Carlo, Pezzei Alessandro, Pallabazzer Nives, Broglio Gabriella, Gabrielli Gigliola, Troi Franca, Piai Enrichetta, Sief Luigi, Nicolai Paola, Dariz Lucia Marina. Sono assenti: Circelli Angela, Kerer Umberto. Don Sergio dichiara valida la seduta costituita e atta a discutere e deliberare in merito al seguente ORDINE DEL GIORNO: 1) preghiera iniziale e verbale della precedente riunione; 2) la nota pastorale per la diocesi e i nostri possibili approfondimenti; 3) lavori e situazione economica della parrocchia; 4) prossimi appuntamenti: visita alle famiglie, S. Cresima il 31.10, celebrazione dei santi e defunti; 5) varie ed eventuali. Assume la Presidenza il Parroco don Sergio, il quale chiama a fungere da segretaria la signora Dariz Lucia Marina. Dopo una breve preghiera, la segretaria dà lettura del verbale della seduta precedente che viene approvato all’unanimità. Passando al punto 2 dell’o.d.g. don Sergio dà ampia illustrazione riguardo alla nota pastorale della nostra Diocesi. Spiega cosa significa ascoltare: prima di tutto bisogna educare noi stessi e poi educare gli altri, dare ascolto al Signore per lasciarci insegnare da Lui, e ancora, i rapporti umani che sono alla base di tutto. Verranno in seguito presentate delle schede, in totale 4. La prima scheda sarà sull’ascolto che verrà illustrata nel periodo dell’autunno; le altre poi in Avvento, Quaresima, Pentecoste. Al punto 3 dell’o.d.g. don Sergio comunica all’Assemblea che sono stati ultimati i lavori per la sistemazione dell’allarme sia in chiesa, sia in canonica. È stato fatto il pavimento presso l’organo. Don Sergio fa inoltre presente la situazione del campanile della nostra chiesa, che è molto danneggiato; è già stato fatto un preventivo di spesa che si aggira sui 30.000 euro. Ora bisogna attendere l’approvazione dalle Belle Arti; è stata fatta una domanda di contributo alla Regione Veneto; comunque il tutto verrà rimandato alla primavera prossima. Si delibera di aumentare il compenso-rifusione alla Signora Loris per il suo servizio in chiesa. Per quanto riguarda il ricavato del mercatino missionario (5.000,00 euro), viste le spese da sostenere si decide di tenere euro 2.000 per i lavori del campanile, 2.000 verranno inviati nella missione di Padre Sisto e 1000 a Suor Agnese Grones in Pakistan. Si passa così al 4o punto. Don Sergio comunica che inizierà la visita alle famiglie e che il Vescovo sarà presente tra noi il 31 di ottobre in occasione della Santa Cresima; per la festa di Santa Lucia nostra Patrona, si pensa di invitare il nostro ex parroco Don Osvaldo Belli. Tra le varie ed eventuali, don Sergio spiega che per non danneggiare gli archivi e i libri della parrocchia, sarebbe necessario archiviare tale materiale su appositi cd, avendo la possibilità eventuale di accedere ad un finanziamento per poter realizzare questo laborioso lavoro. Null’altro essendovi da deliberare la seduta viene tolta alle 22,30. La Segretaria Marina Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0023 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Coro e Liturgia Cari parrocchiani, avrete notato che da qualche tempo manca, spesso e volentieri, durante le celebrazioni, il suono dell’organo; per di più talvolta i cantori sono in pochi e fanno fatica a svolgere al meglio i canti. Questo è dovuto al fatto che gli impegni di lavoro, uniti a quelli personali, impediscono sia all’organista e sia ai coristi di essere sempre presenti, e di sicuro non è dovuto a litigi o a incomprensioni di alcun genere. Con ciò voglio ricordare che lo scopo del coro parrocchiale nella liturgia è quello di accompagnare l’assemblea nel canto, non certo di fare esibizioni; quindi ognuno deve unirsi al coro per animare i riti, siano messe solenni, domenicali o funerali. Avendo dunque bene in mente questo scopo non peserà sicuramente il fatto che ci siano pochi cantori e neppure gli sbagli o le “stecche” che si commettono. Quindi invito tutti, anche se stonati, a rompere il silenzio durante il canto del coro ed a cantare insieme a noi. Inoltre è sempre bene accetto in cantoria chi nutre la passione per il canto, per la musica e per il servizio verso la comunità, per rinfoltire il coro e anche per dare il cambio all’organista, che da solo non può sobbarcarsi l’impegno di partecipare a tutte le celebrazioni. L’organista Piergiorgio 23 Bilancio parrocchiale 2010 ENTRATE Elemosine ................. 6.972,06 Candele votive .......... 3.126,14 Offerte servizi lit. ......... 790,00 Attività parrocchiali .. 2.387,10 Questue ordinarie ... 4.920,00 Offerte di privati ......... 5.704,00 Affitti e rendite ................... 1,00 Offerte straordinarie ... 5.336,40 USCITE Imposte assicurazioni .............. 1.556,59 Remuneraz. - rifus. .... 2.310,00 Spese di culto ............. 1.287,53 Attività parrocchiali ... 2.746,68 Spese gestionali ......... 6.206,04 Manutenzione fabbricati .................... 1.084,68 Spese straordinarie .... 5.654,53 Tot. Entrate .............. 29.236,70 Tot. Uscite .............. 20.846,05 Attivo 2010 ................................................................ 8.390,65 Cassa Anime: Entrate ................................................... 882,83 Uscite ................................................................. 1.500,00 In cassa .................................................................. 892,10 P.C. Le nuove del Pais Entrate ..................................................................... 2.864 Uscite ....................................................................... 2.012 L’attivo del 2010 ha compensato le perdite del 2009. Corone d’Avvento Anche quest’anno si è ritrovato, puntualmente, un bel gruppo di donne volenterose per confezionare le corone d’avvento. Ognuna ha cercato di dare ampio spazio alla propria creatività e fantasia utilizzando materiale di riciclo. Il risultato è stato molto soddisfacente sia da un punto di vista estetico, sia da quello economico. Infatti sono stati raccolti e donati alla Parrocchia per il restauro del campanile, euro 511,40. Si notifica agli abbonati lettori de Le nuove del Pais di Colle S. Lucia: Nel 2011 il Bollettino per la nostra parrocchia uscirà in tre numeri, nella prossimità di Pasqua, estate, Natale. Sarà legato ai numeri 2, 3 e 5 della intestazione del Decanato di Livinallongo. Si coglie l’occasione per ringraziare vivamente tutti i collaboratori. BUON CUORE BUON CUORE BUON CUORE PER LA PARROCCHIA Agostini Zita, Sief Pietro, fam. Agostini Lorenzo e Lucia, Agostini Alberto e Paola (BZ), Pallabazzer Ettore, mo Tita Sommavilla, 25o di matr. di Pezzei Alessandro e Agnese, Masarei Roberto, fam. Chizzali Adelmo, fam. Pezzei Costantino, Agostini Cecilia sr. Anna - d. Lino, Pallua Adele, Piai Maria, Agostini Emilia, a ric. Agostini Clemente, Masarei Giuliana, fam. Pallabazzer Lino, Micheletti, Pallua Brigida, Foppa Loretta, Masarei Maria Livia, sposi Mazzetto Gianmaria e Pavan Valentina, Masarei Lucia, fam. Troi Serafino, in mem. Frena Paolina: Frena Elvira, fam. Agostini Pietro, in mem. Pezzei Elsa: i familiari, Masarei Livia, Dell’Andrea Armando, Chizzali Gioconda, Piai Maria Anna Dariz, fam. Colcuc Paolo, Codalonga Francesco, in mem. Dell’Andrea Gian Franco: la moglie Frida, in mem. Dariz Maria Elisabetta: i familiari, Agostini Angelo, Vallazza Sofia, in mem. Frena Maria Luigia Dariz: la famiglia e cogn. Dariz Fortunato. Dal rinfresco di S. Lucia: 325,00. Dal mercatino natalizio: 1.500,00 PER IL BOLLETTINO Pallabazzer Fabrizio, Sief Pietro, Agostini Marina (PN), Martini Bortolina (Selva di C.), Dariz Florindo (PR), Del Zenero Elena (Selva di C.), Frena Giovanni (Bressanone), Troi Rosanna (S.Giustina BL), Dariz Giuseppina (MC), fam. Agostini Lorenzo e Lucia, Pezzei Paolino, fam. Pezzei Costantino, Agostini Cecilia sr. Anna - d. Lino, Masarei Va- leria (Agordo), Pallua Sommacal Giovanna (BL), Pallua Susanna Manfroi (Trichiana), Pallua Adele, Piai Maria, Pallua Gemma (Rocca P.), Masarei Giuliana, Dall’Acqua Renato, fam. Pallabazzer Lino, fam. Micheletti, Dariz Fortunato, Dell’Andrea Armando, Agostini Sandra L.(Selva di V.G.), Agostini Aldo (D), Masarei Lucia, Agostini Ermenegildo (D), Frena Paolina (Bressanone), Agostini Pietro e Mara, Lezuo Teresina, Chizzali Cristina (Monguelfo), Frena Giovanni (Caorle), Pezzei Francesca, Frena Nicola (Erba), Piai Teresa (Corvara), Notpurga Helfer, Masarei Mirella e Detomaso Elena (Avoscan), in mem. Dariz Maria Elisabetta: i familiari, Lezuo Frida, Agostini Sara (D), Zasso Gabriella (Agordo), De Mattia Anna (Selva di C.), Agostini Angelo, Nicolai Paola, Costa Nerina (Selva di C.), Pallua Brigida, Vallazza Sofia, Frena Domenico (Canada), Colleselli Emma (Brunico). PER OPERE CARITATIVE (offerte imperate) Migranti 60; Pastorale Dioces. 105; Terra Santa 283; Attività Organizzative Dioc. 80; Università Cattolica 75; Carità Dioces. 100; Carità del Papa 185; Seminario (Assunta) 670; Seminario (primizia) 220; Giornata Missionaria 190; Un pane per amor di Dio 1.122; Avvento di Fraternità 300; Infanzia Missionaria 300; Terremotati di Haiti 440. NB. Le cifre rendono manifesta la generosità dei parrocchiani, degli amici (originari di Colle), degli ospiti. A tutti un sentito ’grazie’ e il ricordo nella preghiera. Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0024 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 24 «Le nuove del Pais» Aspettando San Nicolò Grande la gioia dei bambini di Colle, ma anche provenienti dai paesi limitrofi, quando domenica 5 dicembre sotto un’abbondante nevicata hanno visto arrivare a bordo di una slitta davanti ai locali delle ex scuole elementari San Nicolò accompagnato da due angeli e dagli immancabili “crampus”. Per i ragazzi l’attesa era già iniziata nel primo pomeriggio quando si sono ritrovati presso i locali delle ex scuole elementari con genitori e nonni al seguito per assistere allo spettacolo teatrale di Pinocchio messo in scena dalla compagnia “Attori per caso” di Alleghe. Compensando in poco meno di un’ora le vicende del burattino tratte dall’omonima fiaba di Carlo Collodi, gli attori sono stati in grado di mantenere alta e desta l’attenzione della platea suscitando risate e tanta allegria. È stata poi la volta del coro “Sui sentieri del canto” che, sotto la direzione di Roberta, ha colto l’occasione tramite alcune canzoni tratte dal suo repertorio di coinvolgere i bambini più piccoli presenti in sala e di augurare liete festività natalizie a tutti i presenti. Una volta uditi i primi campanacci però, i bambini avevano capito che fuori era arrivato San Nicolò e, seppur titubanti a causa della presenza dei “crampus”, gli si sono ammassati attorno per ricevere i doni che gli angeli portavano appresso nei cesti. Naturalmente, come da tradizione, per ottenerli è stata richiesta da parte degli Oltre al raduno alla Mensa del Signore è gradito anche un momento attorno alla mensa naturale. Come sono bravi, devoti, competenti, disponibili - ministranti in chiesa, così sono allegri, simpatici, educati i nostri ragazzi anche in un incontro conviviale. A tutti loro il “grazie” e il “buon proseguimento”. stessi la recita di una breve preghiera e la conferma da parte dei genitori riguardo la buona condotta dei ragazzi. Nel frattempo non sono mancati cibi e bevande: i volontari distribuivano castagne, brulè, tè caldo e biscotti in grande quantità e la soddisfazione per la buona riuscita dell’evento è stata generale. Ringraziando tutti coloro che hanno collaborato in varia misura alla buona riuscita della manifestazione, vi aspettiamo tanti e numerosi per San Nicolò 2011! Nonostante le avversità atmosferiche, le catechiste di Colle e Selva si sono unite con il Parroco don Sergio, per una cena. La scelta del menù non è stata casuale: la fonduta! Che ha visto tutti intingere nello stesso piatto per prendere carne e verdure, segno di agape fraterna. En bon nadal dai tosac Il 7 dicembre 2010 i ragazzi di quinta elementare assieme alla catechista sono andati a trovare alcuni nonni di Colle e persone che vivono da sole. Lo scopo della visita era sia quello di augurare loro un “bon nadal” e sia quello di regalargli un pensiero e un momento di gioia e spensieratezza. Il gesto nella sua semplicità è stato molto apprezzato; infatti i loro visi esprimevano una sincera commozione. La catechista 11 novembre 2010. Nel giardino della sua casa nella periferia nord di Buenos Aires: Florinda con la figlia, la nipote e Lucia. Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0025 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 25 Dal mondo della scuola Anche quest’anno gli alunni della Scuola Primaria di Santa Fosca hanno voluto fare gli auguri di buon Natale agli amici della Scuola d’Infanzia, ad amici e parenti, invitandoli al loro tradizionale “Spettacolo natalizio”. In attesa dell’arrivo di Babbo Natale, che anche questa volta L’infanzia smarrita Una volta esistevano ancora i bambini. La loro vita era diversa da quella degli adulti. Andavano a letto presto. Non vedevano tutto quello che i “grandi” vedevano. Non sapevano tutte le cose che quelli sapevano. In loro presenza certi discorsi non si facevano. Non dicevano parolacce e, se le dicevano, venivano rimproverati. Non rispondevano ai genitori o ai nonni con lo stesso tono che questi usavano per sgridarli. Non avevano tanti giocattoli, e quelli che avevano erano abbastanza semplici. Da tutti questi “no”, derivava un grande “SÌ”: quello di una stagione della vita, l’infanzia, che aveva la propria inconfondibile identità e che consentiva un approccio graduale alla realtà, in rapporto allo sviluppo complessivo della personalità. Bambini simili agli adulti Oggi molti bambini vanno a letto tardi, vedono gli stessi spettacoli televisivi e cinematografici a cui assistono i “grandi”, sanno tutto sul sesso e su tantissime altre cose, assistono alle liti dei loro genitori (da cui, anzi, talvolta vengono chiamati a fare da arbitri), dicono tranquillamente parolacce, rispondono per le rime a chi li riprende, hanno tutto quello che desiderano e giocano disinvoltamente con apparecchiature elettroniche che i loro genitori stentano ad azionare. Insomma, sono molto più precoci e disinibiti dei loro coetanei di trent’anni fa. Tanto precoci da sembrare, a volte, fin troppo simili agli adulti. Proprio per questo, però, non sono più bambini. E, in conseguenza di ciò, non riescono nemmeno a crescere. La loro stessa frenesia di avere “tutto e subito” esclude la storicità e fare esperienza di essere in cammino e che ciò implica necessariamente una progressività. E progresso significa attesa di un futuro a cui pazientemente è giunto puntuale e carico di dolci, i bambini hanno intrattenuto gli ospiti dando prova delle loro capacità artistiche. Molto divertente la storia di Babbo Natale alla ricerca di una moglie; interessante la rappresentazione in dialetto della leggenda dei “Salami del re” (inserita nel Progetto Ladino di Istituto). Con una danza hawaiana sulle note di “Astro del Ciel”, abbiamo viaggiato sulle ali della fantasia verso i paesi caldi. Sempre piacevoli le poesie recitate dai più piccoli e dedicate ai vari aspetti del Natale. Le esecuzioni musicali (con strumentini e flauto) hanno messo in evidenza l’impegno con cui gli alunni si sono preparati. Il canto finale “Il Natale è...” ci ha ricondotto al vero significato di questa ricorrenza: ...è Gesù che rinasce tra noi! Le insegnanti Carnevale con la scuola dell’Infanzia di Selva di Cadore: occasione di gioioso incontro Chi si fosse trovato casualmente in piazza a Selva di Cadore il pomeriggio del 24 febbraio, avrebbe potuto ammirare un festoso e colorato gruppo di bambini travestiti nei personaggi più amati. si lavora; significa consapevolezza di trovarsi in uno stato iniziale, e di dover tendere a una maturità che ancora non si possiede; significa, per un bambino, un contesto adeguato alla sua realtà di bambino, come condizione del suo diventare adulto. Il corto-circuito fra il punto di partenza e il punto d’arrivo blocca lo sviluppo. Gli eterni “figli di famiglia” Il risultato è quello che sta sotto i nostri occhi: bambini che si comportano da adulti e adulti che si comportano da bambini. Alla precocità estrema dei più piccoli fa riscontro, via via che crescono, una fragilità, una incapacità di scegliere, una ripugnanza nei confronti di qualunque responsabilità, che impediscono loro di raggiungere un reale equilibrio. Perciò, quando diventano adolescenti, da un lato sono troppo aggressivi, dall’altro rimangono Festeggiavano, tra coriandoli e stelle filanti, il carnevale. La breve sfilata organizzata lungo “la passadora” si è fermata alla sala culturale del museo “Vittorino Cazzetta” per assistere al diverfragili, esposti a crollare per un nonnulla. E a trent’anni ci sono ancora “giovani” che non se la sentono di affrontare l’esperienza del matrimonio o qualunque altra situazione che sia veramente impegnativa. Molti non riescono addirittura a trovare la forza per staccarsi da casa e restano eterni “figli di famiglia”. Alla radice non c’è una mancanza, bensì l’eccesso di stimoli, di esperienze, di proposte, che li ha frastornati e ne ha soffocato la graduale maturazione da bambini. A uccidere l’infanzia, nei paesi del terzo mondo, è la fame; da noi è la sazietà. Una vita buona ha bisogno, sempre, ma soprattutto oggi, di un certo “impoverimento”. Voler possedere, voler essere tutto impedisce, alla fine, di avere una forma. Una statua emerge dal marmo solo se si ha il coraggio di togliere qualcosa, con lo scalpello, all’amorfo blocco iniziale. Quello tente spettacolo di burattini della compagnia teatrale l’Aprisogni “I tre porcellini”. Allo spettacolo hanno partecipato anche i bambini della scuola dell’infanzia di Sottoguda che a loro volta hanno ricambiato l’invito ai compagni. Gli artisti con la loro professionalità e simpatia hanno donato a bambini e adulti momenti di gioiosa spensieratezza. La festa si è conclusa dolcemente davanti ad uno stuzzicante buffet offerto generosamente dai genitori. Un sentito grazie a chi ha permesso la realizzazione della festa: i comuni di Colle e di Selva, la pro loco di Selva e i genitori che in varie forme hanno dato la propria collaborazione. che può sembrare un sacrificio,e che in qualche modo lo è, (del prezioso materiale viene asportato, sbriciolato, perduto), costituisce però la condizione inderogabile per il delinearsi di un volto. Potrebbe essere una metafora del nostro problema. Senza qualche rinunzia non emerge mai la persona. L’identità e la differenziazione La massificazione, di cui tutti oggi ci lamentiamo, dipende in larga misura da questo. Sono le nostre scelte, vale a dire i nostri sacrifici, perché ogni vera scelta ne implica qualcuno, a determinare la nostra identità e a differenziarci dagli altri. Nella nostra cultura, che esclude per principio il sacrificio e demonizza la povertà, l’individuo è come il blocco di marmo prima dell’azione dello scultore: uguale, più o meno, a tutti gli ➥ Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0026 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 26 «Le nuove del Pais» Un saluto da Beatrice da Regenburg. State frequentando il terzo anno di scuola superiore? Avete mai pensato di andare via e passare un anno all’estero per imparare bene una lingua o semplicemente per fare un’esperienza diversa che ricorderete per tutta la vita? L’anno scorso, proprio in questi mesi stavo decidendo se provare questa “sfida” o se invece rinunciare a tutto e condurre la mia solita vita. Non è stata una scelta facile, ma vi posso assicurare che se dovessi tornare indietro e se dovessi rifare quella scelta, sarebbe facilissimo, direi subito di sì. Il perché? CONTINUA DA PAGINA 4 altri blocchi di marmo. Il consumismo ci omologa. Da qui anche la difficoltà nell’instaurare relazioni personali profonde. Per comunicare bisogna essere diversi. Per costruire qualcosa insieme bisogna integrarsi, e l’integrazione suppone le differenze. Un corpo dove tutte le parti fossero identiche non sarebbe un organismo. Una volta la differenza la si scopriva da bambini, in famiglia. C’erano i nonni, anziani. C’era il papà. C’era la mamma. C’erano fratelli e sorelle. Ognuno aveva la propria inconfondibile fisionomia e il suo ruolo specifico. Oggi capita che i nonni siano in una casa di riposo, il papà e la mamma facciano vite molto simili ispirate a un vorticoso attivismo, e non ci siano in casa né fratelli né sorelle. Cosicché è molto difficile per un bambino confrontarsi con quella dimensione fondamentale della diversità che è il passato (i racconti della nonna i ricordi del nonno), ma anche specchiarsi in quel modello che dovrebbe essere costituito dalla figura paterna e da quella materna. Per non parlare del caso, purtroppo sempre più frequente, in cui l’una o l’altra di queste figure sia venuta meno, per lo sfasciarsi del matrimonio, e sia stata sostituita da quella, indifferente oppure ostile, di un “compagno” o di una “compagna” del genitore rimasto. Altrettanto problematica è diventata, infine, per il figlio unico, la percezione di che cosa possa essere la “fraternità”. Non c’è da stupirsi, a questo punto, che la nostra si avvii ad essere una società di single. Da bambini soli non può che nascere solitudine. Da bambini che non fanno un’adeguata espe- rienza dell’“altro” non possono che venire degli adulti egocentrici che, anche quando stanno con qualcuno, non riescono a uscire da una logica autoreferenziale. “Buchi neri”, che assorbono con insaziabile voracità tutto quello che può servire ai loro bisogni, ma non sanno andare oltre se stessi, e tanto meno donarsi. Non si può dare quello che non si ha. Ed è molto difficile che si abbia quello che non si è ricevuto da piccoli. Adulti senza spessore umano In verità, di regali i nostri bambini ne ricevono tanti, fin troppi, ma raramente trovano chi si doni a loro. La tendenza dei genitori, oggi, è più spesso quella di proiettare sul figlio le proprie esigenze, che non di porsi al servizio delle sue. Mai come nella nostra società, forse, l’atto di generare è stato concepito in funzione di chi lo compie, piuttosto che di chi ne è il destinatario. Essere padre e madre non è più una missione, ma una gratificazione, la soddisfazione di un bisogno soggettivo. Risulta evidente da questo quadro che lo smarrimento dell’infanzia come età specificamente diversa da tutte le altre, è un frutto diretto della perdita di spessore umano degli adulti. La condizione dei bambini è la cartina di tornasole che ci rivela lo stato di salute dell’intera società. Perciò gli sforzi, che oggi si fanno, per riscoprirne i diritti e rispettarne la dignità, vanno salutati come un segnale estremamente positivo. A patto che ci si impegni davvero a restituire ad essi la loro infanzia. d. Giuseppe Savagnone Oltre a imparare molto bene la lingua, si conoscono nuove persone e si impara a socializzare sempre più in fretta, anche se all’inizio le difficoltà linguistiche non permettono certo di esprimersi sempre come si vorrebbe, ma bisogna tentare senza pretendere che i risultati arrivino subito. Inoltre penso che sia molto importante stare un pò lontani dalla famiglia perché si impara a gestirsi da soli, a organizzarsi il fine settimana (la scuola finisce il venerdì), a pensare ai biglietti per il viaggio di andata e di ritorno, senza avere sempre i genitori che programmano tutto. Non bisogna certo aspettarsi che sia tutto facile anche perché fuori dall’Italia l’intero sistema è totalmente diverso, soprattutto a scuola. Tuttavia dopo i primi giorni di insicurezza, quando ci si è piano piano ambientati diventa tutto normale. Qui in Germania ho conosciuto così tante persone che inizialmente non ricordavo nemmeno tutti i loro nomi. Nel sistema scolastico tedesco, per esempio, non ci sono le classi rigide come da noi. Per ogni materia c’è un’aula in cui si fa lezione sempre con gente diversa. Così hai modo di poter conoscere, socializzare e parlare con molta più gente. Molti li ho conosciuti anche nel collegio dove abito in cui alloggiano solo atleti che praticano soprattutto baseball e hockey su ghiaccio e pro- vengono da tutte le parti della Germania. Trascorrere un anno all’estero è possibile grazie alle varie associazioni come Intercultura, oppure EF e tantissime altre meno conosciute. Oppure ci si può rivolgere alla regione Trentino Alto-Adige, come ho fatto io, che mette a disposizione anche dei tre comuni di Colle, Livinallongo e Cortina delle borse di studio per soggiorni in Germania, Austria, Francia, Inghilterra e Irlanda. I ragazzi che richiedono di partecipare alle selezioni dovranno sottoporsi ad un esame scritto e uno orale (niente di difficile, basta solo studiare un po’). I materiali verranno forniti direttamente dalla Regione. Chi supera entrambi gli esami potrà partire per il Paese scelto. In più la Regione non manda gli studenti da soli all’estero, noi qui a Regensburg siamo in 4 così come ad Augsburg e in Austria. Penso che queste opportunità arrivino solo una volta nella vita, meglio non farsele scappare! Per maggiori informazioni vi consiglio di visitare il sito della regione Trentino Alto-Adige. Oppure se volete potete contattarmi al mio indirizzo mail: bea.colcuc hotmail.it sulla mail precedente ho dimenticato di inserire nell’articolo il sito della regione Trentino Alto-Adige nelle ultime righe. Potresti metterlo tu? http:// www.regione.taa.it/europa/Soggiorni.aspx. Grazie mille Bea Edilizia agevolata in località Costa Da tempo l’Amministrazione Comunale si è attivata per favorire la realizzazione di tre nuovi fabbricati di civile abitazione in loc. Costa. Ora si è finalmente giunti ad una conclusione, anche se parziale, con la realizzazione dei primi due edifici, grazie all’interessamento di tre famiglie di residenti, che aderendo alla proposta, hanno reso possibile l’avvio di tale operazione e la relativa cantierabilità delle opere entro l’estate prossima. Le famiglie interessate hanno apportato, in accordo con l’Amministrazione Comunale, alcune modifiche al progetto originale. I fabbricati non saranno più costituiti da tre unità abitative ciascuno, ma saranno edificati come unità bifamiliari divise a metà dalla linea del colmo. Ciascuna unità abitativa, avrà a disposizione un seminterrato con cantina, autorimessa, deposito legna o altro e centrale termica; un piano terra, un secondo piano e una mansarda. Per il completamento però, dei primi due fabbricati, risultava necessario reperire un altro soggetto da affiancare agli attuali interessati per poter dare seguito all’operazione. Si è pensato pertanto di coinvolgere la stessa Parrocchia, che ha dato la propria disponibilità, riservandosi una unità abitativa, che verrà messa a disposizione di nuovi eventuali interessati. Rimane naturalmente, la possibilità di realizzare, come previsto inizialmente, il terzo fabbricato, e per questo eventuali interessati sono invitati a contattare direttamente l’Amministrazione Comunale. Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0027 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 27 Presepe a Colle La colonnina di mercurio del termometro segna - 14, di sicuro a Betlemme il clima era più mite, e se penso alle perplessità di un presepe vivente all’aperto, a Mestre con 3-4 gradi di “gelo”, mi viene da sorridere. Nei locali dell’ex scuola con Paola vestiamo i personaggi: ecco i pastori incuriositi ed en- tusiasti con le lampade antiche in mano, le pastorelle con i cesti della frutta, le brocche con l’acqua, il pane, i re magi che pian, piano diventano misteriosi, ecco Erode, l’angelo, i soldati romani, l’oste e sua moglie, Maria e Giuseppe vestiti alla paesana e, paffuto e sereno avvolto nelle coperte, Gesù bambino. Rivivere la Na- tività nei luoghi della vita di ogni giorno, ascoltare e contemplare il mistero dell’incarnazione nelle immagini offerte dai personaggi in carne ed ossa, ci invita infine a benedire Dio venuto ad abitare in mezzo a noi inchinandoci al bambino ninnolato da Maria nella stalla. Il centro storico di Colle nel- l’incantato imbrunire invernale ci ha accolto; Sandro e alcuni suoi amici hanno preparato con cura le luci, la tenda dei pastori, la stalla, con la mucca vera! Insieme abbiamo seguito la carovana di Giuseppe e Maria fino “alla stalla di Betlemme”. Grazie a tutti! Silvia e Roberto 1aa edizione “Ciasparun” Lo scorso 19 marzo la Pro Loco di Colle Santa Lucia, in collaborazione con vari sponsor, ha organizzato la prima edizione della “Ciasparun”. Ambientata nello spettacolare e suggestivo scenario della zona del Passo Giau, la manifestazione non competitiva prevedeva un percorso ad anello di circa 4,5 km da percorrere muniti di ciaspe e di tanta voglia di stare assieme e divertirsi. Partendo dalla località Fedare, il percorso si è snodato attraverso i prati di Melei fino a giungere alle pendici dell’Averau per poi chiudere il cerchio scendendo lungo l’ultimo tratto di pista. Non essendo completamente sgombro da nubi, il cielo non ha lasciato intravedere ai 62 partecipanti la bellezza e l’unicità che è tipica di un tramonto assaporato sopra i 2000 metri ma, nonostante ciò, i partecipanti hanno potuto ammirare ugualmente la bellezza di un paesaggio innevato e nel contempo selvaggio. La sorveglianza lungo il percorso è stata garantita da un buon numero di membri del Soccorso Alpino di Colle e dei paesi limitrofi e ciò ha suscitato particolare apprezzamento tra i concorrenti che, nel tempo medio di 50 minuti, hanno completato il percorso ritornando così a Fedare. Prima della premiazione e dell’estrazione a premi, i partecipanti si sono ritrovati tutti assieme all’interno del rifugio dove Ivan aveva preparato per tutti un buon piatto di pasta. Allegria e tante risate hanno accompagnato la cena fino a quando, verso le nove, tutti sono usciti sulla terrazza per le premiazioni. La luce che emanava la luna in un cielo ormai sgombro da nubi ha reso molto particolare la consegna dei premi. Le prime tre classificate per la categoria “Donne” sono state: 3. Fontanive Claudia 39:35.77, 2. Zaetta Emanuela 37:01.90, 1. Minotto Fernanda 35:52.77, mentre per la categoria “Uomini” sono stati: 3. Bonata Serafino 28:57.86, 2. De Zordo Mauro 25:50.33, 1. Berolo Ruggiero 22:56.85. Sono inoltre stati premiati il concorrente più giovane (Foffani Andrea, classe 2003), quello meno giovane (Bernardi Severino, classe 1947) e gli ultimi arrivati di entrambe le categorie (Gabriel Bruna e Frena Diego). Vista la buona e concreta riuscita della manifestazione, la Pro Loco di Colle Santa Lucia desidera ringraziare vivamente quanti hanno in qualche modo collaborato con un caloroso GRAZIE! Al prossimo anno con una nuova Ciasparun! Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0028 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 28 «Le nuove del Pais» Ancora un brano della nostra storia Correva l’anno 1911(1) : era parroco dal 1898 don Francesco Declara, sacerdote che noi ultrasettantenni di oggi abbiamo conosciuto attraverso la lunga memoria dei nostri nonni e genitori che lo nominavano spesso con tanto rispetto, devozione, riconoscenza che ne fecero anche per noi una figura di sacerdote molto importante. Ma il fatto che qui volgiamo mettere in evidenza, costituisce un particolare della storia del nostro paese e riguarda le amate campane che fedelmente, per secoli, scandirono il ritmo della vita di noi Collesi. Si era, evidentemente, resa necessaria la sistemazione di una nuovo impalcatura che le sosteneva sul campanile; la vecchia reggeva dal 1754 quando era avvenuta la collocazione dei sacri bronzi dopo il tragico evento del 16 agosto 1753 in cui un fulmine aveva abbattuto il campanile e fuso le campane allora esistenti. Dopo il fatto, premurosi i nostri antenati avevano ricostruito il campanile e trasportato le danneggiate campane a Bressanone presso la ditta Grassmair perché fossero rifuse. Non mi fermo a ricostruire le 2aa edizione della “Torciolata” Sabato 1 gennaio 2011 verso l’imbrunire un nutrito gruppo di persone, tra cui molti bambini e ragazzi, si è ritrovato in piazza a Colle per dare avvio alla seconda edizione della “Torciolata”. Tale evento è stato organizzato nell’ambito delle manifestazioni natalizie realizzate con la collaborazione di tutti i gruppi di volontariato del comune. Molte le novità rispetto alla scorsa edizione, prima fra tutte la location della camminata che, invece della salita verso Costalta, quest’anno ha toccato rispettivamente gli abitati di Soppause, Canazei, Tie per concludersi in località Belvedere; un’ ulteriore elemento positivo è risultato essere il numero dei partecipanti che, nonostante il freddo pungente, ha visto raggiungere quota 115 che, rispetto all’ottantina di persone dell’anno scorso, è un dato che ha dimostrato l’apprezzamento della manifestazione sia da parte dei paesani che da parte degli ospiti in vacanza. La serata fredda, ma in compenso limpida, ha reso partico- larmente suggestiva la camminata che progressivamente si è divincolata fra case, boschi e prati innevati. In meno di due ore i partecipanti hanno raggiunto la località Belvedere formando un suggestivo serpente umano di luci e torce ben visibile anche da lontano che ha ispirato un notevole numero di fotografie da diverse angolature. Grande la soddisfazione degli organizzatori che, con la gentile collaborazione di Roberto, avevano predisposto alla fine del percorso tè caldo, brulé, panettone e pandoro in modo da intrattenere i partecipanti durante l’estrazione a premi che è avvenuta sulla terrazza dell’omonimo locale. Nel frattempo era stato predisposto un servizio di taxi per riportare le persone a Colle. Una medaglia costruita artigianalmente in legno, recante il numero di iscrizione, è stato il ricordo di quest’edizione che ogni partecipante ha potuto portare a casa assieme al ricordo di una bella passeggiata diversa dal solito effettuata in compagnia. difficoltà dell’impresa attraverso la via di comunicazione del tempo: Passo Giau, Cortina, salita e discesa... La storia attesta che, nonostante tutto l’inimmaginabile travaglio, nel 1754 la Granda, la Mesana, la Nuova, e la Piccola erano nuovamente al loro posto. A sostituire l’impalcatura, di allora che aveva 150 anni, fu chiamato il maestro carpentiere, proveniente dalla Val Badia, Mattia Declara che assunse due giovani del luogo: Giovani Costalta e Giovanni Masarei a fare i manovali sotto la sua stretta dipendenza. Da allora sono passati cent’anni! Vi furono, nel corso di questo secolo, altri due interventi riguardanti le campane: l’impianto di elettrificazione (anni 1960) resosi necessario quando, progressivamente, si dovette constatare come il mutamento stravolgente del modo di vivere a Colle evidenziasse le difficoltà di mandare avanti la tradizione dei bravi campanari volontari che prestavano i loro servizi in ogni importante occasione. La realizzazione dell’im- pianto fu sostenuta finanziariamente da don. Albino Lezuo. Nel 1979, quando ormai da qualche anno si constatava il progredire di una crepa nel corpo della Granda (pesante ben 14 q.li) fu deciso di portarla a riparare alla casa ove era nata, la Grassmair, che però nel frattempo si era trasferita a Innsbruck. L’impegno fu grande ancora, sia pur con una situazione di mezzi e strade non comparabile a quelli del 1754. I bambini e i ragazzi di allora presero parte con interesse curioso al ritorno della campana da Innsbuck e al suo posizionamento nella cella campanaria sul campanile. Ne è testimonianza la foto che qui si riporta. Miria Sief (1) La data del 1911 è stata riferita verbalmente da un informatore ed è quella che si riscontra scolpita nell’impalcatura stessa. Vito Pallabazzer ne “Colle S. Lucia. Vita e costume” riporta come data iniziale dei lavori il 1909. Le donaze e el pan e vin La vigilia dell’Epifania 2011, come ogni anno, all’imbrunire è diventata piena di magia. È stato acceso, per la gioia di tutti, un grande “pan e vin” preparato dai ragazzi vicino al magazzino dei Pompieri, dove vari volontari avevano preparato brulè, panettone e addirittura le fortaie per far festa. Poi con campanacci e orridi volti sono apparse le “donaze”. Ad aspettarle oltre ai bambini, come sempre curiosi ma timorosi, c’erano anche tanti adulti paesani e turisti, ed anche Telebelluno che ha voluto riprendere una delle più antiche usanze di Colle. Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0029 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» 29 La storia delle campane Siamo abituati a sentire il suono delle campane scandire il tempo e i ritmi giornalieri, quasi come qualcosa di immutabile che da sempre accompagna l’uomo, ma, come per molte altre cose, questo non è proprio vero e anche le campane e il loro suono hanno una storia che si perde nella notte dei tempi. Le prime campane erano oggetti in terracotta, in legno o fatte con semplici lastre di ferro, solo più tardi furono realizzate in bronzo e cominciarono a produrre un suono simile a quello che oggi conosciamo. Il nome deriva probabilmente dal famoso bronzo della Campania con cui si narra siano state fuse le prime campane da S. Paolino, Vescovo di Nola. L’uso delle campane era conosciuto già prima di Cristo, erano utilizzate in Oriente, soprattutto in Cina, paese in cui hanno rivestito e rivestono un ruolo molto importante. Anche altre popolazioni conoscevano la campana e fra questi gli Egiziani, a loro sembra si debba la diffusione della campana nel Mediterraneo. L’uso di questo strumento si è poi ampiamente diffuso in epoca romana, piccole campanelle erano utilizzate sia in ambito religioso sia in altri ambiti della vita sociale, ne sono un esempio i mosaici di Pompei che raffigurano delle campanelle utilizzate per richiamare i bagnanti. La massiccia diffusione in Europa avvenne però ad opera dei Cristiani, questi ultimi non videro subito di buon occhio questo strumento legato, come detto, ai culti romani pagani, e l’utilizzo fu piuttosto graduale. Nella clandestinità dei primi incontri dei culti cristiani venivano utilizzati i tintinnabula, piccole campanelle, e i signa detti anche “sacri legni”, erano tavolette di legno percosse fra loro. Tale antica pratica si è conservata nel tempo; nel periodo che intercorre tra la sera del Giovedì Santo e il Sabato Santo, in cui le campane non suonano e vengono, come si dice, “legate” per rispetto alla sofferenza di Cristo, si usa ancora il legno, nel nostro caso la Batola (raganella) per annunciare le sacre funzioni. Le campane cominciano a diffondersi con impiego prettamente liturgico dopo il V secolo nei monasteri, maggior importanza assumono a partire dal VII secolo, la tradizione attribuisce infatti a Papa Sabiniano (604-606) l’usanza di far suonare le campane nelle ore canoniche e durante la celebrazione dell’Eucarestia. Attorno al IX secolo le campane raggiunsero a pieno la loro identità di segnale legato in modo certo e indissolubile al cristianesimo. Con la diffusione delle campane nelle chiese comincia anche a delinearsi l’importante e necessaria figura del campanaro, sovente associata al sacrestano, ma che nel tempo ha conosciuto diverse forme. San Guido da Anderlecht è il patrono dei campanari e sacristi, ad esso si aggiunge anche Santa Barbara considerata parimenti patrona dei campanari in quanto la tradizione la vuole capace di controllare i fulmini, elemento naturale che come vedremo interesserà l’uso delle campane. Le campane nel tempo hanno assunto forme, dimensione e caratteristiche spesso molto diverse fra loro, le forme attuali che vediamo nei nostri campanili sono abbastanza recenti, sono state rese più belle con preziosi decori esterni, la nostra campana Granda ad esempio reca interessanti decorazioni a bassorilievo con la Madonna che schiaccia il serpente, S. Cristoforo, S. Sebastiano, S. Rocco, S. Giorgio e S. Lucia. La campana, almeno nelle forme attuali, è uno strumento cosiddetto a vaso rovesciato, solitamente in bronzo, con battaglio di ferro fissato all’interno, il quale, se percosso fa emanare un suono squillante. Le campane possono essere fisse o in movimento; le campane fisse vengono percosse dall’esterno da un martello o muovendo il battaglio mediante una corda, questi sono i metodi di suono più antichi, le campane in movimento producono il suono attraverso il battaglio a sua volta in movimento. Con l’esperienza i fonditori hanno raggiunto livelli di perfezione molto alti donando alle campane una voce robusta, pastosa e armoniosa. Ne sono un esempio ancora le nostre campane di Colle che suonando insieme formano un interessante e melodioso accordo in “mi bemolle minore”, probabilmente però l’incrinatura della Granda, pur riparata, ne ha compromesso in parte il tono originale e in generale l’intero concerto. Il suono melodioso delle campane nella tradizione popolare fu utilizzato anche per scopi non religiosi, tale funzione andò diffondendosi verso il XII secolo. Anche per la nostra comunità, non a caso, era in uso il modo di dire sonà dal temp , ovvero suonare le campane per allontanare l’imminente rischio di temporali, con relativi fulmini, o forti grandinate. In questo caso veniva suonata la Granda, dedicata anche S. Rocco, santo invocato nelle campagne appunto contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali. Se il pericolo era imminente e grave venivano suonate anche la Nuova e la Picola per ciamà l Preve, cui seguiva una funzione religiosa con la lettura dei quattro vangeli accompagnata dal concerto di tutte le campane. Altro ruolo importante era svolto dalle campane in occasioni di incendi; la Granda o la Mesana venivano suonate in modo che il battaglio urtasse la campana da una parte sola, sonà a martel, questo suono veniva utilizzato anche per annunciare altri eventi tragici come le guerre. Le campane possono ben rappresentare l’anima di una comunità, portano notizie, chiamano a raccolta, ritmano lo scorrere del tempo, al loro suono corrispondono sentimenti, emozioni e stati d’animo. Oggi si è persa molta conoscenza sul suono della campane e sulla loro funzione di “strumento di comunicazione” ma restano comunque un testimonio fedele della presenza degli uomini e della loro fede sul territorio. Moreno Kerer La os de noste ciampane Da sunsom el Col de Santa Luzia el son se slargia e dalonz el cor: pea via la “Picola” la “Nuova” la “Granda” se ocor, la “Mesana”. Bateva l cuor, co i le scotava a chi da Col e i se domandava Ci elo da nuof? Elo vea de festa? Chi elo mort?... e i contava i segn Elomo fuoch? Le sona a martel! Aulif benedet debot i brujava devoti, po l segn de la Cros e picui e granc sturtai auna: che l Signor ne intravarde da mai e da disgrazie de jent del fuoch e del bistiam. E via con condole a destudà o via col pich, a passà la os, a otà le aive che no le giave strade e mote da dejemà l laor de chi che tant a laurà. Dadoman ntel vignì di sonava puntuali le aimarie e incia co l sol jiva a fiorì. L eva “l’angelo del Signore”, na Rechia ai morc e “in nome de Dio” se dauriva e sarava l di. L eva festa e le ne insignava: jon a messa, vistii da feste, che no basta strussié e rangà l timor de Dio vol e se fidà che l temp laora e le reguiste le paga l giust e ne dà l pan. I eva incia le noste ciampane el “meteo”, cussì l ciamon encuoi. Le deva segn: l’aria tirava en bot da de sot o da saren e chi pi vege si i lo sava se l indoman se restelava o se l eva n di da cason. Encuoi ste storie le sà da zacan; ai pi jovegn tant no interessa le strussie e le fadie del bacan; lori i sà: con la falciatrice piegn e rive se spadolea in pressa e prest po, col trator se fas l rest. Lassonie fà... i sà poben lori! M noi vege se le scoton noste ciampane dei tempi biei e ncora encuoi se regordon. Autra musica? No sion usai: giradischi, rock, television? Sion contenc de avè la fortuna che la os de le ciampane co la sention ne fas la sviejia de se incontrà... de tignì auna. Maria Sief Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0030 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 30 «Le nuove del Pais» Giorno di festa, festa della vita! Il 6 gebbraio la chiesa di Colle era più gremita del solito perché si è avvertito un autentico desiderio di unirsi in preghiera e... pregare per la vita. Oggi più che mai se ne avverte la necessità e l’urgenza visto che, a quanto pare,viene sottovalutata attraverso atteggiamenti e modi di vivere, di concepire ed anche di morire. L’uomo senza Dio, senza fede, si sente sempre più un atomo vagante capace di vivere alla giornata in attesa di finire nel nulla, nel baratro dell’indistinto e dell’insignificante, in un nuovo mondo che non esiste! Ma a Colle, Viva Iddio!, la fede è ben radicata e in questo giorno le giovani coppie allietate dall’arrivo “del gran dono del Signore” si pongono ai piedi dell’altare in comunione con il Parroco, segno della Chiesa particolare, non solo per ringraziare ma soprattutto per affidare se stessi e la propria famiglia a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo ma anche per mettersi sotto la loro protezione chiedendo l’intercessione alla Beata Vergine Maria e alla Santa protettrice di Colle: Santa Lucia Un nonno FESTA DI SANTA LUCIA Anche quest’anno come nei precedenti, la comunità di Colle ha voluto preparare nel migliore dei modi questa solenne ricorrenza. Tanti erano i sacerdoti attorno all’altare, invitati per l’occasione da don Sergio per la concelebrazione della Santa Messa. Son arrivati fino a Colle, i parroci di Alleghe, S.Maria delle Grazie, Rocca Pietore, Arabba e il nostro Decano da Livinallongo. Però la sorpresa più bella che don Sergio ha voluto farci, è stata la presenza del nostro amatissimo don Osvaldo, parroco di Colle dal 1981 al 1989. Tanti e bellissimi i ricordi, di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di condividere alcune esperienze in quel periodo di pastoralato. Ricordi della quaresima Durante il periodo quaresimale, il pellegrinaggio a S.Maria delle Grazie era molto sentito e partecipato da parte dei Collesi. Si andava a piedi se la stagione lo permetteva, da Pian si scendeva percorrendo la strada de “sponda”,quelli di Posalz scendevano a Codalonga e costeggiavano il torrente fino alla confluenza con il fiorentina e li ci univamo recitando il rosario fino ad arrivare al santuario. Mi ricordo un particolare aneddoto che mi raccontava mio padre in riferimento a questo pellegrinaggio. All’epoca Colle (prima della grande guerra) apparteneva ancora all’Austria e durante queste visite quaresimali al santuario, un anziano prete passava fra i banchi dell’allora piccola chiesa, augurando a tutti la pace dicendo “pax tecum” e aggiungendo, per coloro che erano austriaci, “voi altri todesch se no avè palanche podè mete corone”. Immaginatevi se la cosa poteva passare senza che a qualcuno non scappasse da ridere. Anche oggi durante il periodo quaresimale, ci diamo appuntamento al santuario per un momento di raccoglimento e di preghiera, giungendo direttamente con moderni mezzi di trasporto, perdendo però una bella occasione ed opportunità di poter pregare insieme, condividendo fatiche e portando con noi quei fardelli da deporre ai piedi della Madonna delle Grazie. Lezuo Marina Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0031 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» En ricordo de Vito Per scomenzè scusa se te dai del ti ma de te da del voi te m ave proibì Le ruà el secondo istà che no te vedòn pi a pasà avaron dasen da azetà chel che el Signor a destinà. No podon nia desmentiè quant ben che te ias volù a tuo Pais e el gran laor che t as fat per lasè na somenza de tue raìs Con umiltà tas dagnora laurà publicaziogn de ogni sort t as sapu fa Mi te recorde encora tosàt scrupolòs e volontadif e proprio sa Pont t ave tuo paradìs 31 COMUNITÀ IN CAMMINO Matrimonio: 2011 1. Il 15 gennaio si sono uniti in matrimonio nella chiesa di S. Lucia Mazzetto Gianmaria, da Ospedaletto Euganeo (PD), e Pavan Valentina, da Este (PD). Fuori parrocchia: Esequie cristiane: 2011 Per ji a scola no te sparagnave en te la sola ma fin che no t ave capì fastide te deva canche ogni di la maestra otà pagina la volèva Sti agn co te vedeve a pasà pensave proprio quante ote sto Vito la pagina avaralo girà Proprio via da albina te te godeve la pas forse secada se da chele crepe se destacava calche sas. Colleselli Gianluca, da Fossal, con Costa Isabella, nella parrocchia di Caviola il 2 ottobre 2010. 1. Pezzei Elsa, con. Nicolai Guido, di anni 77, da Pian, morta in casa il 24 gennaio e sep. in parrocchia il 26. Solo co ruava Checo e la Nina a se pee l’aiva per para ju el zigher te coreve ai didà e te molave tuoi liber El bosc da la crepa te piaseva contemplà dai pez ai lares ai pinch, da la savina al jenever a duce l suo valor te save i dà I vege i vif de ricordi e i e contenc che en te tua cortina tes tornà e co i pasa davant via de cuor en saludo i te dà 2. Dariz Maria Elisabetta ved. Frena, di anni 80, da Posalz, m. ad Agordo il 26 gennaio e sep. a Colle il 28. A Teresa da Tie 3. Dell’Andrea Gian Franco, di anni 72, da Pian, m. a Trento l’8 febbraio e sep. a Colle il 10. 4. Frena Maria Luigia con. Dariz Giuseppe, da Posalz, n. 1 luglio 1928, sposa per quasi 53 anni (8 maggio 1958), madre di 6 figli, tutta dedita con generoso amore a lavoro e famiglia, m. in casa il 6 marzo e sep. in parrocchia l’8 marzo. Fuori parrocchia: A un anno dalla sua dipartita Voglio ricordarla pubblicando i versi di una poesia da lei scritta e dedicata ad ognuno di noi in occasione della festa dei 40 anni. Anno 1994! Ciao Teresa! Florinda Dariz 1954 L eva en an bel come el sol l è nasù òt tosac via Col! La Daniela l è capitada ultima de na gran coàda, e co granda l è vignùda in Svizzera la se ne suda. La Florinda bionda de Posauz la ruava stràca fòra dei Vauz; l à incontrà el suo “grande amore” a le Terme de Salsomaggiore! Osvaldo nasù l è albergator e prèst l a ciot su suo bon laor, sun Pordoi d istà e d invar nol se lasa scampà en afar! E per Cleto l eva dura co i voleva “bela scritura”! Po l è vignù en brao artesan e l se n è su incesà a Bolzan. Da Pont vigniva Paolo Masocco che n ta Còl s a fermà poco pi dalonz de duc l è ruà, valc ote el torna a saludà. Giorgio e l ava longia e bela da Costauta con sua cartela! L eva da gusto che no se dis e l Signor l a volù sun Paradis. Paolo de Pio l a rais a Col, l a fat la cèsa e sen si el no vol, l a la botega de ciauzar cusì on incia en caligàr! Sé sa ben, la Teresa da Tie la zerciàva da spès compagnìe, a si a scòla i a piasù e la no n a pii lasè su. Duc auna, na bela clase con os alegre, aute o base, an valgune n on combinà ne piase se tornà a ciatà!!! – Colleselli Riccardo (Burio da Pien), n. a Colle il 27 novembre 1921, deceduto a Teodone/Dietenheim il 30 gennaio 2011, ved. Di Maria Mair e padre di tre figli. «Il giorno 21 dicembre 2010 si è spenta serenamente a Bolzano, tornando alla casa del Padre Elvira Frena di anni 80. Il tuo sorriso e il tuo amore rimarranno per sempre nei nostri cuori». Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0032 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK Parrocchia di Arabba LA LUCE DI PASQUA È domenica. Sono due giorni che le campane non suonano. Nessun segnale al mattino. Nessun segnale a mezzogiorno. Nessun segnale neppure la sera. Le campane ci fanno compagnia, la loro voce è come quella di uno di famiglia. Anche dopo anni di lontananza, appena la loro voce giunge agli orecchi di chi si era allontanato, il cuore sussulta. È la voce che ha accompagnato la giornata. Sono le campane che hanno suonato per annunciare l’anno nuovo. Le campane che hanno suonato per i momenti lieti. Che hanno salutato gli sposi novelli. Quelle che hanno suonato ad ogni festa. Le campane che hanno suonato per la nostra prima Comunione e per la nostra Cresima. Ma anche quelle che hanno salutato per l’ultima volta le persone a noi care, tanto amate. È domenica di Pasqua, e finalmente le campane suonano di nuovo. Il loro suono sembra ancora più festoso e gioioso. Esse salutano la risurrezione di Gesù. Esse ci dicono: “Rallegrati! Oggi è festa grande per tutti perché Cristo è risorto...”. Negli anni della Grande Guerra ogni campana era stata requisita. Buttata giù dal campanile, spezzata e portata in fonderia per farne cannoni. Il bronzo benedetto e consacrato, il bronzo che aveva salutato gli eventi lieti e tristi della vita dei nostri avi era stato distrutto, cancellato, e trasformato in strumento di morte. Finita la Guerra, nuovamente i cannoni furono fusi e ritrasformati in campane. Esse ritornarono al loro posto. La loro voce non era più quella di prima, ma il loro suono tornò a regolare il giorno, la notte, le feste, le gioie e i dolori. Le campane che tacciono e poi risuonano, fanno rivivere non solo la morte e la risurrezione di Cristo, ma suonano per risvegliare in ciascuno di noi quella vita nuova. Ciascuno di noi ha i suoi lati di ombra, di peccato, di tenebre. Esse ci accompagnano sempre per tutto il corso della nostra vita. Cercare di staccarle da noi come se miserie, peccati, difetti, non fossero nostri sarebbe come cercare di staccarsi dalla nostra ombra. Nessuno potrà mai riuscirci! Il cero pasquale: la luce di Cristo che rompe le tenebre. La Vita che vince la morte. La Speranza che vince la disperazione e la paura del futuro: Cristo risorge, ALLELUJA!! BONA PASCA A DUC! I nostri difetti fanno parte di noi, della nostra vita, della nostra storia personale. Ce li portiamo dietro dall’infanzia, dalla giovinezza. Sono parte delle nostre esperienze. Quando cerchiamo di negare tutto questo, di dare la colpa agli altri, alle situazioni passate o presenti, cadiamo nella menzogna, nel ridicolo. Perché noi siamo anche i nostri limiti. Non siamo perfetti. Gesù risorto non è semplicemente tornato in vita. La nostra risurrezione non sarà semplicemente ritornare vivi. La nostra risurrezione sarà diventare nuove creature. La Pasqua ci ricorda che Gesù è la vita nuova promessa anche a ciascuno di noi. La risurrezione di Gesù è la luce che è talmente forte da far sparire ogni ombra. Ma per entrare in quella luce occorre guardare la luce. Non la nostra ombra. Occorre fidarsi che quella luce è una luce benevola, una luce che ci passa da parte a parte. Ci attraversa il cuore, la mente, le profondità più nascoste della nostra anima, della nostra storia. Mettersi sotto la luce di Cristo risorto è come uscire dall’ombra gelida dell’inverno, che ci aveva quasi bloccato i movimenti per metterci sotto il calore della luce del Sole che è Cristo Risorto. Il nostro corpo si scalda. Il calore ci penetra fin nelle ossa non siamo noi a generare quel calore. È il Sole. Così è anche per la nostra anima che esce dall’ombra del peccato per mettersi alla luce di Cristo. Certo, occorre fare un passo verso la luce. Fidarsi della luce. Farsi avvolgere dalla luce. La vita nuova giunge a noi col primo passo. Pasqua è passare dal freddo delle ombre, al calore della Luce di Dio. Lasciamoci prendere per mano dal Signore e approfittiamo della grazia dei Sacramenti per sentire anche in noi le campane che suonano a festa, non solo per salutare la risurrezione di Cristo, ma la nostra vita nuova! Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0033 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» Orario Feste Pasquali 2011 33 Arabba/Reba Novitè/News DIC DA N VIADE / DETTI DI UNA VOLTA DOMENICA DELL’OLIVO 17 aprile Festa del Ringraziamento (ore 18) Ore 8.00 9.15 10.30 18.00 ORNELLA RENAZ ARABBA ARABBA Lunedì santo ARABBA Ore 16.00 adorazione eucaristica 17.00 Santa Messa Martedì santo ARABBA Ore 16.00 adorazione eucaristica 17.00 Santa Messa Mercoledì santo ARABBA Ore 16.00 adorazione eucaristica 17.00 Santa Messa 20.00 Confessioni Giovedì santo BELLUNO Ore 9.00 Concelebrazione solenne col Vescovo Giovedì santo ARABBA Ore 20.00 Messa nella Cena del Signore (offerta del pane per amor di Dio) Venerdì santo ARABBA Ore 15.00 Liturgia del Venerdì santo (offerta per la Terra Santa) Venerdì santo da MASAREI a CHERZ Ore 20.30 Via Crucis per tutto Fodom Sabato santo ARABBA Confessioni nelle curazie e ad Arabba Ore 20.30 Veglia pasquale DOMENICA DI PASQUA 24 aprile Benedizione dei cibi pasquali e uova Ore 8.00 ORNELLA 9.00 RENAZ 10.30 ARABBA 18.00 ARABBA Lunedì dell’Angelo 25 aprile Ore 8.00 ORNELLA 9.00 RENAZ 10.30 ARABBA “Cänche Burz l sbuja, lé ora de pié fòra” Traduzione: Quando si vedono macchie di terreno sui pendii del Burz, si può andare a lavorare la campagna. Una delle prime zone esposte al sole, col conseguente veloce scioglimento della neve sono i prati situati sotto la frazione di Varda. Infatti, la maggioranza dei contadini di Arabba aveva diversi campi in questa zona. Mia madre, Pierina de Jàn si ricorda che la vigilia di S.Giuseppe (18 marzo del 1944), la famiglia “De chi de Piere” aveva già arato il campo. La Pasqua porta con sé anche la visita annuale del parroco alle famiglie: si comincerà da Col d’Ornella, per scendere verso Pè d’Ornella; poi da Fossel fino al Forte e Ruaz, Renaz, Cherz e Alfauro. Per ultimo Varda e Arabba. Le visite saranno mattina e pomeriggio e dureranno circa tre settimane (da martedì di Pasqua fino a metà maggio). “L temp de la setemana grassa lé come cäl de la setemana Sänta, coscita lé l temp de l’aisciuda e coscìsarà l auton!” Queste erano le previsioni a lungo termine di una volta, senza internet e senza satelliti. Mostra del Caravaggio Nella sala parrocchiale di Bolzano Bellunese è possibile visitare la mostra “L’urlo e la Luce”, un’esposizione che ospita delle riproduzioni fotografiche di opere del Cara➥ Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0034 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 34 «Le nuove del Pais» Festa Del Ringraziamento Quest’anno, la festa del Ringraziamento si terrà domenica 17 aprile alle ore 18.00 presso la chiesa parrocchiale di Arabba. Appuntamento per ringraziare il Signore della stagione invernale che ha portato a tutti lavoro, soddisfazione e benessere. Al termine della celebrazione, ognuno riceverà un piccolo pensiero dell’evento. Novità da Fodom vaggio. Il progetto espositivo è frutto del lavoro di ricerca del Prof. Roberto Filippetti, il quale è stato presente all’inaugurazione ed ha spiegato ai visitatori diversi aspetti e simboli della pittura di Caravaggio. Durante l’apertura della mostra è possibile assistere alle visite guidate, grazie all’impegno di numerosi volontari. Come parte integrante della mostra è presente un dipinto di una Madonnna con Bambino, il quale è stato comissionato per l’evento a Gabriele Grones, ed esposto in una cappella adiacente alla sala espositiva. La mostra rimane aperta fino al 17 aprile 2011, dalle ore 16 alle ore 19, chiuso il lunedì. Coro Parrocchiale di Arabba Il coro parrocchiale di Arabba è sempre presente con tutti i componenti in tutte le occasioni: vigilie, feste natalizie, Pasqua... Un augurio di buona Pasqua e anche di doveroso ringraziamento a tutti i cantori che con non poco sacrificio sono sempre presenti alle prove con don Vito. Sempre bravo anche il suonatore Diego De Tomaso che con grande tenacia diventa sempre più esperto. Si attendono sempre volentieri voci nuove o chi avesse passione e gioia per il canto. Per chi che rua “da sot n su” per vegnì en tà Fodom, i se embat en te doi cartiei che i toma delongo en tel ogle. Un lé Al Fèver sun cèsa de Batista de Uliana che el reclamizza e el fèsc vedei la nuova costruzion del “Villaggio Sellaronda” che vignarà costruì verso rù, sot Al Fèver per fè su cèse per foresti e apartamenc da väne. Cäst sarà el davegnì de Fodom. N auter cartel lé cäl sot a la funivia de Chäl Väsco che l reclamizza l nuof logo “Porta Vescovo Dolomiti Resort”. Arabba, 5 marzo 2011: i cinque bambini della prima confessione, Yuri Costa da Pezzei, Elena Demattia da Alfauro, Isabel Crepaz da Pè d’Ornella, Giada Bandiera da Ruaz e Arianna Dorigo da Arabba: riceveranno la prima Comunione domenica 8 maggio 2011. Snow Park In primavera verrà data la priorità ai lavori per la realizzazione dello “snowpark” vicino al Plan Boè. Si dovrà aspettare ancora un po’ per la costruzione del rifugio del Burz che non verrà realizzato per l’estate come programmato. Libri Novità Recentemente sono usciti due libri di particolare interesse: “I segni del sacro nelle tradizioni ladine” di Luciana Palla e “Le memorie di un incorreggibile sbrigliato” di Angelo Tajani. Il primo libro cataloga ed illustra tutti i crocefissi e simboli sacri presenti nella Valle di Fodom e di Colle Santa Lucia. Tutto questo grazie al lavoro scrupoloso di ricerca di Luciana Palla. Il secondo libro racconta le vicende di un meridionale che parte da Amalfi per andare a lavorare ad Arabba. Racconta anche diversi aspetti della vita del paese visti da una persona che si è saputa inserire in una realtà per lui lontana. Divertenti anche gli aneddoti di vita che si svolgevano attorno all’Hotel Posta di Arabba. Goffredo Dander Il cesto pasquale: una bella tradizione vuole che nel giorno di Pasqua si portino in chiesa a benedire le uova e il cibo che si consumeranno nel giorno più solenne dell’anno, che ci richiama alla gioia e alla Vita nuova in Cristo e nella Chiesa! LA VOCE DEI REGISTRI (gennaio - marzo 2011) BATTESIMI ALESSANDRO FEDELI, di Aldo e Barbara Pra, nato a Belluno l’8 giugno 2010, da Paluacia di Arabba, battezzato il 27 marzo 2011. MATRIMONi nessuno MORTI nessuno Arabba, 27 marzo 2011: Battesimo di Alessandro Fedeli. Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0035 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK «Le nuove del Pais» NOTIZIE DAL COMUNE San Giuseppe Urbanistica È stata approvata, con grande impegno dell’amministrazione e dei tecnici una variante parziale al P.R.G. finalizzata alle “zone agricole”, che consentirà di costruire le stalle anche a quote superiori ai 1600m, opportunità finora impedita da un’assurda scelta urbanistica Regionale. Alla seduta consigliare del 09/03/2011, su invito del Sindaco, il dott.arch. Mauro DE CONZ (Studio associato Planning, redattore degli elaborati) ha illustrato nei particolari la variante, precisando che è una variante “pilota”, prima in assoluto nella Regione Veneto, e che la stessa, con relativa informatizzazione, è un lavoro non fine a se stesso ma in funzione anche del futuro PATI. L’approvazione della variante sopraccitata, ha permesso di concedere a Cristian Grones il diritto di superficie per ca 5380mq e per una durata di 99 anni in località Costa de Besadoura, (fra Arabba e Passo Campolongo a quota 1770m ca) per costruirvi una struttura agricola con stalla ed eventuale punto vendita diretta dei relativi prodotti. Turismo Riconosciuto ufficialmente, con il patrocinio del Comune, il nuovo Logo dell’area turistica del comune di Livinallongo, “Arabba Fodom Dolomites”. Caratteristiche del logo proposto: Il logo, visto nel suo insieme inscindibile; ● Con la “A” sinuosa a simboleggiare le nostre Dolomiti, le loro pareti verticali, i loro ripidi pendii, la loro altitudine estrema che ha portato il consorzio Dolomitisuperski a definire la nostra area turistica con la denominazione “HEIGHT”, quota, altitudine, cima... appunto, alto. Una “A” di amore per il nostro territorio, e per le Dolomiti; ● Il trinomio Arabba - Fodom - Dolomites vuole abbracciare tutto il territorio comunale sotto un unico, forte e riconoscibile elemento identificativo. Il nuovo Logo sostituisce di fatto il vecchio logo “Terre dell’orso”, ed è auspicabile che venga utilizzato il più possibile come simbolo identificativo della località, da gran parte delle attività che operano nel Comune di Livinallongo, in particolare sui prodotti tipici locali. Varie Sono riconfermate per l’anno 2011, l’aliquota dell’addizionale comunale all’ IRPEF nella misura dello 0.4%, per l’ICI l’aliquota ordinaria rimane al 7%, l’aliquota ridotta al 4% per le unita immobiliari ad uso abitazione principale, fienili ad uso agricolo, ecc. così pure la detrazione per l’abitazione principale è riconfermata in 227.00 euro. D. Maurizio al Centro Servizi per anziani Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, è per noi della Casa di riposo da sempre una giornata molto sentita e partecipata. Il Santo che ricordiamo in questa data, veglia su di noi quotidianamente, ci protegge e rende la dimora dei nostri anziani un luogo sicuro e accogliente. Come ogni anno non è mancata l’attesa per il pre- 35 disagi di una società complessa come la nostra, accoglierne la sofferenza e le difficoltà quotidiane. Parole profonde del nostro sacerdote hanno poi supportato i fedeli presenti, donando loro coraggio, pazienza e fiducia nel futuro, aiutandoli ad accettare con serenità il susseguirsi degli eventi della vita, frutto di un disegno oltre la nostra umana capacità di comprensione, ma proprio per questo unico e straordinario. Come ogni anno questo evento ci unisce nel dire grazie al padre fondatore di questa struttura, Don Elio Ghiretti, un grazie che si irradia a tutti i padri del mondo nella speranza di una loro presenza sempre sicura e virtuosa, che con colori forti illumina e accompagna la strada dei nostri bimbi nel futuro. libato pranzo preparato dal cuoco Carlo Roilo, che in ogni occasione si distingue per amore, passione e grande professionalità nel suo lavoro, trasformando un momento di piacere in un momento ricercato dove la tradizione culinaria del luogo si sposa con la magia delle sue mani. Il momento di riflessione e preghiera amministrato dal nostro parroco don Alfredo Murer e reso solenne dal coro parrocchiale di Pieve, ha saputo cogliere i Un abbraccio sincero a tutti i partecipanti, che con la loro presenza rendono gioiosa questa casa e sempre rinnovata nello spirito solidale che l’ha sempre caratterizzata. Gloria Micheluzzi Direttore don Alfredo Murer responsabile ai sensi di legge don Lorenzo Sperti Iscr. Tribunale di Belluno n. 4/82 Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0036 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK 36 «Le nuove del Pais» OFFERTE (fino al 22 marzo) Per la chiesa e le opere parrocchiali In mem. Moè Felicita, il marito Federico e famiglia; Testor Rita nel 45o di Matrimonio, Canazei; Dagai Rolando, Brusaporto; Boscaini Rosalba, Bosco Chiesanuova; Palla Antonio, Alleghe; Crepaz Maria Pia, Trento; P. A. (missioni), Doglioni Leonisio, Feltre; Manzato Alessio e Nevis; Pellegrini Rosa Palla; Impianti Pordoi; N. N. Per il riscaldamento: Federa Paola; Grones Anna; Testor Elio; N. N.; Delmonego Aldo; Coro Femminile Col di Lana; molte altre famiglie in occasione della benedizione delle case. Per il restauro dell’organo Mascioni De Battista Ugo e Giacinta; Delazer Anna, Ortisei; don Alfredo; Crepaz Paolino; Foppa Anna; Uscite: primo acconto per restauro dell’organo alla Ditta Mascioni: 11. 000, 00 euro. Offerte varie Pastorale Diocesana (180); Per la venuta del Papa nel Veneto (220). Chiesa di Andraz Pezzei Sabrina, San Cassiano; Franco Demaldè, San Secondo; Anna Crepaz; Roncat Cecilia; diverse famiglie in occasione visita annuale; Chiesa di Digonera Daurù Giuseppe, Calalzo; Dellea Roberto; De Lazzer Paola (risc.); Bellenzier Giovanni (risc.), Alleghe; De Cassan Margherita; le famiglie in occasione della benedizione; Chiesa di Larzonei Martini Rita e Alessio; Beatrice Gabrielli; Delunardo Hannelore; Per il bollettino Casaril Luigina; Vallazza Ada, BL; Bizzarini Pierfrancesco, Bl; Dalvit Cecilia, Vittorio V.; Tomaselli Rita, Canale A.; Vallazza Annamaria, Gravellona Toce; Rigo Maria, Frangarto; Roilo Maria Pia, Canale; Alverà Giuseppe, Cortina; Dorigo Antonio; Dorigo Primo, Bl; Corazza Liberale, Zoldo; Palla Milio, Boscariz; Vallazza Maria Lodovina, Vimercate; Soia Dino, Caviola; Pallua Remigio, Ortisei; Perucon Burrei Nadilla, Cortina; De Cassan Cassiano, Laste; Dorigo Elvira, Lagundo; Battistella Dina, Merano; Finazzer Bruno, Siusi; Testor Croce Rita, Canazei; Davare Giuliana, Selva Cadore; Costantin Antonio, Zoldo; De Lazzer Santo, Rocca; Testor Rosa, Leggiuno (Va), Delazer Liliana, Cinisello Balsamo; Grandesso Marcello, Arino-Dolo; Dorigo Augusta, Vicenza; Demattia Hans, Bz; Sief Paolina, Roana; Frena Eduard, Bz; Bassot Delfina, Penia-Canazei; fam. Soratroi, Bl; fam. Bassot, Rocca; De Carli Irene; Soppelsa Roberto e Pia, Listolade; Palla Antonio, Alleghe; Testor Pierina, Canazei; Palla Giovanni, S. Vito C.; Dorigo Ernesto, Burolo (To); Moè Viviana, Cencenighe; Costantini Renata, Agordo; Demarch Angelica, Levico Terme; Callegari M. Teresa, Campi Bi- sanzio; De Grandi Maria, Casalmoiocco; Martignon Bianca, Preganziol; CPM.; Daberto Simonetta, Lecce; Daberto Lidia; Mussner Anna Crepaz, Selva VG; Correggiolo Lasta Gabriella, Ferrara; Troi dott. Carlo, Bressanone; Jori Alfredo, Corvara; fam. Crepaz, San Gregorio; Crepaz Livia, Bolzano; Pauletti Antonio, Feltre; Bagnara Gasparino, Vallada; Delazer Maria Elsa, Merano; Bulferetti Pietro, Ponte di Legno; Delazer Maria Maddalena, Bolzano; Simonetta; Crepaz Paola, Belluno; Testor Giovanni, Abano Terme; De Cassan Silvia, Selva VG; De Lazzer Giusy; Angiol Emma; Devich Sergio, S. Vito Cadore; Denicolò Carmen; Pallua Lidia, Buenos Aires (Argentina); Roilo Enrico, Fortezza; Palla Ghita, Valmontone; Colleselli Eugenio, Corvara; Rita Sorarui, Ziano; Masarei Renato; Dalvit Paolo, Padova; Enrich Irma e figlie; Davare Pietro, Pian Falzarego; Testor Renata, Treviso; De Toffol Silvio, Vallada; Crepaz Silvano; Lot Maria; Lino Soratroi; Raffaella e Erika; Morandi Giampietro, Marzio; Gabrielli Cammillo, Cortina; Da Pian Ada, Caprile; Fantini Franco, Modena; Ferrario Romano, Arcore; Crepaz Ernesto, Gardone; Crepaz Alberto, Corvara; Foppa Claudio, Capriana; Dagai Rolando, Brusaporto; Sief Fiorenzo, Fanano; Irsara Lucia, Bolzano; Lezuo Rita; Lang Severina, Laion; Reberschak Maurizio, Venezia; Vallazza Giuseppe, Laives; Jori Giancarlo, Trodena; Palla Flaviano, Saviner; Nerina Bassot, Rocca; Scagnet Gemma, Visome; Dezulian Gina, Bolzano; Delunardo Ivo, Milano; Federa Paolino, Ortisei; Dibona Quirina, Nicolosi; Gattolin Nicola, Verona; Bernardi Attilio, Laives; Demaldè Franco, San Secondo; Fontanive Luigina, Caviola; De Cassan Sandro e Rosa; Splendore A. Maria, Vicenza; fam Sottil, Brescia; Dagai Modesto, Trento; Dagai Ernesta, Cles; Sweigkofler Antonio, Ora; Montel Giovanni, Bolzano; Quellacasa Irene, Fai della Paganella; Chenet Agnese, Cortina; Bassot Nevio; Murer Marina; Palla Marta, Villorba; Zanella Cristina, Feltre; Maria Luisa Icardi, Laives; Avoscan Francesco, Avoscan; Delfauro Maria Lucia, Bologna; Bertò Renato e Speccher, Trento; Cereda Anna M, Cassago Brianza; Detomaso M. Frida, Cortina; De Nadai Lucia, San Fior; fam. Trebo Carmen; Andreazza Pezzei Maria Anna, Caprile; Dariz Maria GraziaClaudia; Delunardo Eugenio; Faber Leopoldo e Loredana; Angeli Brigida, Selva; Vallazza Stefano; Angelo e Anna Dagai; Foppa Paolo, Belluno; Delfauro Jolanda, Bore (PR). Uscite: per stampa e spedizione del numero 1/2011: euro 2.460,73 dei quali 1.764,95 per la parrocchia di Pieve; il resto per Arabba. Nota: ringrazio vivamente le numerose persone che hanno inviato offerte per il bollettino e per le chiese, in particolare quelli che hanno preso a cuore il restauro dell’Organo della chiesa di Pieve, facendomi arrivare i primi contributi. ANAGRAFE NATI 1) Davare Luca (Alfauro) nato a Brunico il 07/02/2011. MORTI 1) Martini Candida Maria (Svizzera) nata ad Ornella il 08/01/1926 e deceduta a Kloten/Zurigo il 29/01/2011, vedova di Ferrer Alfredo, madre di 3 figlie. 5) De Grandi Danilo (Mas di Sedico) nato a Laste il 15/ 12/1953 e deceduto a Trieste il 24/02/2011, coniugato con Cagnati Anna, padre di due figlie. 2) Foppa Delia (Appiano/BZ) nata a Brenta il 05/01/1936 e deceduta a Bolzano il 29/ 01/2011, vedova di Galvan Pierino, madre di due figli. 6) Palla Veronica (Corte) nata a Corte il 05/06/1924 e deceduta a Valmontone (Roma) il 28/ 02/2011, madre di una figlia. 3) Dagai Maria Antonietta (Corvara/BZ) nata a Salesei il 26/09/1933 e deceduta a Brunico (BZ) il 02/02/2011, coniugata con Iori Alfredo, madre di otto figli. 7) Testor Ottavio Albino (Germania) nato ad Agai il 06/ 11/1937 e deceduto a Lippstadt (D) il 18/03/2011, celibe. 4) Rudatis Serio (Saviner di Laste) nato a Rocca Pietore il 31/07/1936 ed ivi deceduto il 01/02/2011, coniugato con Demarch Maria Teresa, padre di due figlie. 8) Pezzei Giacomina “Bina” (Roncat) nata a Campo Tures (Bz) l’1.08.1918, deceduta a Pieve di Cadore l’01.04.2011, ved. di Roncat Michele, madre di cinque figli di cui uno morto.