Mio Signore e mio Dio!

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Mio Signore e mio Dio!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0001 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
ANNO XLVII - aprile-maggio 2011 - N. 2
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 no 46) art. 1, comma 2, DCB BL - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
Mio Signore e mio Dio!
A Gerusalemme giunge la
sera. Ormai è la terza sera che
si fa buio dopo la morte di
Gesù. Gli apostoli hanno
tenuto in affitto per loro, lì in
città, la sala che insieme a
Gesù avevano occupato per
mangiare l’agnello pasquale.
Nessuno di loro ha voglia di
parlare. Hanno appena perso
un amico. Non hanno potuto
far niente per salvarlo. Erano
nell’orto degli ulivi. Pietro ha
provato a reagire, ha rubato la
spada a una delle guardie, ha
provato a minacciare tutti
quegli uomini guidati da
Giuda, ma non è riuscito a far
nient’altro che tagliare un
orecchio a un povero servo. E
si è pure preso le sgridate di
Gesù, che non voleva la violenza e la vendetta.
Tutti conosciamo questo
stato d’animo. O almeno tutti
quelli che hanno perso una
persona cara. Ciascuno in silenzio ricorda fatti, episodi,
cerca nella propria memoria i
momenti più belli o significativi trascorsi con la persona
che ora non c’è più.
Così era anche per gli apostoli. La porta è chiusa, anzi
sbarrata, per timore di fare la
stessa fine di Gesù. C’è silenzio
anche questa sera. Ci si
prepara a passare un’altra
notte, lì a Gerusalemme. Il
programma è che, passate le
feste, ciascuno ritorni al suo
villaggio, al suo lavoro.
Ma all’improvviso, un
fremito sulla fiamma della
lampada. Una voce, un uomo,
un volto.
È Gesù! “Pace a voi!”. Gli
apostoli prima increduli, si
passano la mano sugli occhi, si
guardano l’un l’altro come per
dire: “Ma lo vedi anche tu? Lo
senti anche tu?”. Sì, sì è
proprio Lui.
“Pace a voi! Come il Padre ha
mandato me, così ora io mando
voi!”.
Gli apostoli sono colmi di
gioia. Ma allora, quello che
aveva detto quella mattina
Maria Maddalena era vero, la
tomba era davvero vuota! E
Pietro, e Giovanni che erano
andati a controllare, che insistevano a dire che Gesù era risorto anche era
vero! Ora Gesù è lì,
proprio davanti a
loro!
Ma quella sera
non erano tutti;
manca Tommaso.
“O povero Tommaso... cosa ti sei
perso! Sai chi c’era
qui prima che tu ritornassi? Gesù. Proprio lui!”
Tommaso dice:
“Se non vedo non
credo. Se non metto il
dito al posto dei chio-
di, se non stendo la mano nella
ferita della lancia, non vi credo,
non posso credere che un morto
torni in vita!”.
Gli altri insistono, ma Tommaso non cede. “No” resta no.
Passa una settimana. Di
nuovo domenica. E Gesù
torna dai suoi discepoli.
Tommaso resta senza parole.
Immobile come una statua.
Con la bocca aperta. Allora è
Gesù che gli dice: “Vieni
Tommaso. Metti qui il dito,
stendi la mano!”. E Tommaso
che dice “Mio Signore e mio
Dio!”.
Com’è difficile per alcuni
nella nostra Comunità credere alla vita dopo la morte...
Per qualcuno esiste solo
questa vita, quella qui su
questa terra. Sì, va bene, Gesù
è un grande uomo, ci ha insegnato tante cose buone, ma...
chi mi dice che “di là” c’è
qualcosa?
Se potessimo, vorremmo
donare la fede a tutti. Così
come le api portano il polline
da un fiore all’altro. Così come
il canto degli uccelli nel segreto del bosco giunge agli
orecchi di chi vi entra. Così
come i colori dei fiori restano
uniti ai fiori, anche se nessuno
li guarda. Così è la Risurrezione di Gesù. Non è più vera o
reale se io ne faccio esperienza,
come san Tommaso. Gesù
resta risorto, vivo per sempre,
che io lo creda o meno.
La Pasqua porta con sé la
Vita nuova, sia che io apra il
mio cuore, sia che io lo lasci
triste, buio e chiuso. Sta a me e
solo a me guardare i colori dei
fiori. Apprezzare il lavoro delle
api che producono il loro
dolce miele. Aprire le mie
orecchie per godere del canto
melodioso degli uccelli nel
bosco. Gesù è lì. Gesù è qui.
Nella mia vita quotidiana. Nel
mio dolore, nella mia gioia.
Gesù, tu sei presente, e io
credo in Te. Ti lodo per il tuo
grande amore per me. La Vita,
quella senza fine, che viene da
Dio mi viene donata ogni
anno nella grazia dei sacramenti pasquali. Apri il cuore,
riconosci il dono: Gesù è risorto anche per TE!
Buona Pasqua.
s.Vito
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0002 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Il cero di Pasqua
Dalla notte di Pasqua a Pentecoste, il cero pasquale è
acceso a fianco dell’altare in
ogni celebrazione liturgica.
Il cero poi si accende du-
rante i battesimi, accanto al
fonte battesimale; e brilla accanto al corpo del defunto durante la celebrazione del funerale.
Il cero accompagna così il
cristiano dalla nascita alla
morte, perché è immagine di
Cristo «Io sono la luce del
mondo; chi segue me, non
camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita» , (Gv
8,12).
Luce, sorgente di ogni luce
Durante la veglia pasquale,
il cero è solennemente acceso
dal fuoco nuovo che, nell’oscurità della notte, annuncia
la Resurrezione.
Al cero sono accese le
piccole candele di tutti i partecipanti. Così pure alla sua
fiamma, durante tutto l’anno,
sono accesi il cero del battezzato o quello del padrino e
dei genitori, e i ceri che circondano il corpo del defunto.
Questo cero indica così la
viva presenza del Risorto, sorgente di ogni luce, che fa
passare il credente dalle tenebre alla luce, dalla morte
alla vita. È fatto di cera bianca,
colore della Resurrezione.
Sopra si vede l’alfa (A), e
l’omega (Ù) che circondano
una croce impressa nella
cera. Sono la prima e l’ultima
delle lettere dell’alfabeto
greco, significano che Gesù
Cristo è il principio e la fine di
ogni realtà. I quattro numeri
dell’anno in corso (ricordo del
tempo calcolato dopo la nascita di Gesù) sono collocati
nei quattro angoli della croce
che spesso è ornata di cinque
grani di incenso: sono il ricordo delle cinque piaghe del
Crocifisso e dei profumi
portati al sepolcro dalle
donne.
Gli antichi candelabri, che
sorreggevano il cero pasquale, erano, a volte, formati
da due colonne attorcigliate,
che rappresentavano l’Antico
e il Nuovo Testamento, a sostenere la fiamma del cero,
simbolo della presenza del
Cristo, che è cuore dei due
Testamenti.
Poiché la fiamma rischiara,
permette di vedere, guida,
splende, illumina, irradia, risplende, brucia, purifica;
poiché essa non diminuisce
comunicandosi; poiché essa è
segno di festa e di gioia, è un
simbolo utilizzato in molti testi
biblici per indicare la presenza di Dio.
Per chi mastica un po’ di tedesco:
Die Sehnsucht
Il grande e famoso teologo benedettino tedesco
Anselm Grün traduce la
parola tedesca “die Sehnsucht” con “struggimento”.
Dopo anni di studio trascorsi in Germania e di contatti con gente tedesca,
questa parola la traduco e la
vivo diversamente.
Mentre il teologo la concepisce come attrazione di
un qualcosa di mistico e di
attesa di un nuovo Cielo e
di una nuova Terra, io la
sento in modo diverso,
molto più incollata al profondo.
In ladino Fodom, con la
parola “sucht” si definisce la
gioia dell’attesa e la speranza di un avvenire migliore, di un modo di concepire le cose in modo
gioioso e semplice.
Avere la “sucht” per
qualcosa, è un infinitamente profondo calore che
porta all’attesa gioiosa a
qualcosa di bello; è un po’
come il periodo che segue la
Quaresima: avere la
“sucht” della Pasqua e della
Resurrezione.
Bona Pasca a duc!
Goffredo Dander
Piazza di Arabba, anno 1964: la poderosa macchina sgombro neve LATIL, utilizzata nella tratta tra
Arabba e il Passo Falzarego; Giuseppe Gliera Becolè, Rodolfo Sief de Rosa, Emilio Delmonego Pâzol.
Gli anni trascorrono, ma nel passato e nel presente lo sgombro strade senza automezzi sarebbe stato impossibile. Ma si sa, le macchine non funzionano da sole! Approfittando di questa foto di quasi mezzo secolo fa,
ringraziamo tutti gli operai che con impegno, serietà e dedizione hanno sgombrato e sgombrano dalla neve le
nostre strade di giorno e di notte!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0003 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
CCP 39808548
CARISSIMI,
siamo ormai alla vigilia di
Pasqua, la festa principale e
il cuore dell’anno liturgico
che realizza il passaggio dal
peccato alla vita nuova.
“Fare Pasqua” è accettare
questo passaggio nella
propria vita, è immergersi
nell’amore di Dio e da esso
lasciarsi plasmare e trasformare.
Ci siamo preparati durante la Quaresima vivendo
le Stazioni quaresimali con
riflessioni e preghiere, partecipando ai “gruppi del
vangelo” che ci hanno arricchito con la Parola di Dio, e
con le sante Messe più partecipate. Anche i ragazzi del
catechismo hanno seguito le
iniziative delle catechiste
preparate per la Quaresima.
Durante la Quaresima, la
parrocchia ha provveduto a
far restaurare l’organo Mascioni della chiesa decanale.
Sono passati trent’anni dall’ultimo restauro, avvenuto
nel 1981. C’era bisogno di
una revisione generale per
Parrocchia di Pieve
pulire le canne dalla polvere
e dai calcinacci caduti nel
tinteggiare la chiesa; per
rifare le membrane in pelle
dei somieri ecc...Ritornerà
per Pasqua a far sentire il suo
suono melodioso e robusto,
quasi ad annunciare Cristo
risorto e sarà Oscar Nagler
che avrà questo compito impegnativo.
Anche la nostra vita spirituale ha bisogno periodicamente di una revisione e di
un restauro generale per riportare all’antico splendore
l’immagine di Dio impressa
in noi dal Signore.
Per fare questo siamo stati
chiamati a intensificare la
preghiera, a rafforzare la
nostra fede e a rendere più
operosa la carità seguendo
l’esempio dei primi cristiani:
“assidui all’insegnamento
degli Apostoli, alla frazione
del Pane, alla preghiera e all’unione fraterna”.
Con questi brevi e semplici pensieri, auguro a tutti
una serena e santa Pasqua!
Don Alfredo
cell. 333 2030597
tel. 0436 7176
SETTIMANA SANTA 2011
Domenica delle Palme: 17 aprile
–
9.30 Benedizione dell’olivo in
piazza nuova - Processione - S.
Messa con lettura della Passione.
Lunedì e martedì santo: 18-19 aprile
–
8.30 Santa Messa seguita dall’Adorazione eucaristica.
Mercoledì santo: 20 aprile
– 14.30 Ritiro spirituale per prepararsi alla PasquaConfessioni (con più sacerdoti).
Giovedì santo 21 aprile
– 9.00 Duomo di Belluno: S. Messa
Crismale col vescovo e con i sacerdoti della diocesi.
– 20.00 S. Messa della Cena del Signore, seguita dall’Adorazione eucaristica.
Venerdì santo 22 aprile: digiuno
e astinenza
– 15.00 Solenne Liturgia per commemorare la passione e morte di Gesù
(offerta di un Pane per Amor di
Dio).
– 20.30 Via Crucis a Cherz.
Sabato santo 23 aprile: solenne Veglia pasquale
– 14.00 - 16.00 Confessioni (confessa
don Vito), e ogni volta che c’è bisogno.
– 20.30 Veglia pasquale.
Domenica di Pasqua: 24 aprile
Sante Messe a Pieve e nelle frazioni.
Ricordo a tutti il dovere di “Confessarsi e Comunicarsi almeno a Pasqua” secondo il precetto della
Chiesa.
Festa per la vita
Auguri
di Buona Pasqua
in Cristo Risorto!
Domenica 6 febbraio, in occasione della Giornata per la
vita, la chiesa di Pieve si è
riempita di tanti bambini con
i loro genitori: una ventina di
bambini non avevano compiuto i tre anni... Era la loro
festa preparata dalla parrocchia e dalle catechiste.
Otto margherite con inca-
stonato il volto dei nati nel
2010 erano state preparate
davanti all’altare a richiamare il motivo della festa;
anche Anna Vallazza con i
suoi ragazzi di catechismo di
quinta elementare aveva preparato un bel cartellone che
metteva in risalto il dono
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Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0004 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
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della vita nei vari momenti
dell’esistenza.
La Messa è stata cantata
dal Piccolo Coro che con i
suoi canti e con le sue “voci
bianche” ha richiamato il
dono della vita.
All’omelia don Alfredo ha
commentato il tema della
giornata: “Educare alla pienezza della vita”, invitando a
sostenere e a far crescere una
nuova cultura che accolga la
vita, la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e la favorisca sempre,
anche quando diventa fragile.
«Le nuove del Pais»
Al termine della Messa, il
celebrante ha benedetto tutti
i bambini, ai quali poi è stata
donata una “primula”, il fiore che parla di vita e di primavera.
Anche Giovannina e Franzela hanno provveduto a
vendere le primule, preparate con l’aiuto di altre catechiste, a favore del Movimento per la vita - Progetto
Gemma, come ormai si fa da
alcuni anni.
Giornata del Malato
Servizio fotografico
di Franco Deltedesco
I celebranti e i membri dell’Unitalsi.
Il 5 febbraio a Villa San Giuseppe c’è un movimento insolito:
si celebra la Giornata del Malato o
giornata della speranza. Fin dal
primo pomeriggio Gloria, l’animatrice e il personale della Casa di
Riposo sotto la guida della Direttrice dottoressa Mara Case comin-
viene amministrato il Sacramento
dell’Unzione degli infermi a 60
malati e anziani da tre sacerdoti. È
un momento solenne e commovente, ma molto sereno e carico di
speranza. L’unzione infatti è un
aiuto che la Chiesa offre ai malati
per vivere cristianamente la soffe-
Il Coro
parrocchiale
“San Giacomo”
esegue i canti
della messa
nella giornata
del malato
a Villa
S. Giuseppe.
Il numeroso gruppo di bambini e di genitori alla messa della “festa
per la vita”.
ciano a preparare il salone per la
Messa. Anche il Decano ha il suo
bel da fare a preparare paramenti e
il necessario per la Messa con 5
concelebranti. Da Belluno arriva
puntuale l’assistente diocesano
don Lino Del Favero con sorelle e
“barellieri” dell’Unitalsi per
animare la s. Messa, cantata dal
Coro parrocchiale.
La Messa è presieduta da don
renza e gli acciacchi della vecchiaia.
Al termine la Casa ha offerto un
rinfresco a tutti i presenti.
Da queste righe giunga un
sentito ringraziamento alla sig.ra
Mara per l’ospitalità e per la bella
accoglienza, all’assistente don
Lino e agli amici dell’Unitalsi, alla
Gloria che si è data “da fare” per
raccogliere le adesioni degli an-
Anche Vàlery in braccio alla mamma “Lumi” sta aspettando la sua
primula.
Don Lino Del
Favero
amministra
l’unzione dei
malati a
un ospite
della casa di
riposo.
Don Alfredo consegna alla piccola Nicòle di Elvis e di Mara il vasetto
delle primule.
Lino, “Cappellano della Grotta di
Lourdes” con don Sergio di Colle,
don Vito, Padre Giampietro rientrato dal Perù e don Alfredo. Dopo
l’omelia, incentrata sul messaggio
del Papa per questa giornata: “Dalle tue piaghe siamo stati guariti”,
ziani e prepararli per l’Unzione
degli infermi.
La giornata del malato la celebriamo ormai da 10 anni, ma è
sempre un evento atteso e sereno
per i nostri anziani della Villa S.
Giuseppe.
(DM)
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0005 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
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Il
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A Pieve, i nostri bambini e
ragazzi attendono sempre
con impazienza il carnevale:
è uno dei momenti più festosi
e allegri. Giovedì 3 marzo la
sala parrocchiale si è
riempita in breve tempo di
tante mascherine multicolori
raffiguranti tanti personaggi
«Le nuove del Pais»
5
dei nostri ragazzi
dei fumetti, del teatro e della
storia. Anche le catechiste e le
mamme erano presenti con
gli alunni della scuola materna fino ai ragazzi delle
MEDIE per giocare e stare insieme. Sotto la guida abile di
Anna Vallazza, rigorosamente in maschera, hanno
vissuto due ore di giochi, di
allegria e di divertimento:
tutti momenti necessari per
far crescere e maturare le
persone.
Il carnevale è uno degli appuntamenti sempre attesi e
goduti dai piccoli e dai
grandi.
Alla fine, il rinfresco,
preparato abbondantemente
dalle mamme, è stato preso
d’assalto dai presenti, lasciando tutti i partecipanti soddisfatti e contenti
per il piacevole pomeriggio
passato insieme in allegria.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0006 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
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«Le nuove del Pais»
Sior Plevan
Sono trascorsi ben 55 anni da
quando rese la sua anima al
Padre colui che per un trentennio si prese cura delle nostre
anime: don Luigi Pescollderung, per tutti Sior Plevan.
Arrivò a Pieve nel Gennaio
del 1925; trovò Fodom ancora
mezzo disastrato, dal momento
che non tutto era stato ricostruito dopo la Prima Guerra
Mondiale.
La stessa chiesa parrocchiale, la cappella e dintorni
non erano ancora risistemati.
Sior Plevan si rimboccò le maniche; lavorò per il bene delle
anime e contemporaneamente
fece di tutto per rendere decorosi i luoghi di culto. La gente,
molto povera allora, diede tutto
l’aiuto possibile; Sior Plevan,
con un certo orgoglio, diceva
che i “suoi” Fodomi hanno
pensato sia alla loro chiesa che
alle loro case. Si occupò anche
della ricostruzione della Chiesa
di Corte; è lì che attingeva forze
ed energie; era particolarmente
devoto alla Madonna della
Neve. Settimanalmente saliva a
piedi fin lassù e dopo aver celebrato la Messa (e gosté via da
Gigi Scoco) faceva “dottrina”
agli scolari di Corte. Era un eccellente catechista; sia per gli
scolari che per gli adulti, chiaro,
conciso, convincente.
Col suo modo di fare schietto
(forse a volte non proprio elegante) sapeva risolvere anche
situazioni difficili. Alle ultime
battute della Seconda Guerra
Mondiale (aprile 1945) riuscì a
salvare Pieve da un incendio
che le autorità del Reich volevano appiccare per snidare
un nucleo di partigiani che supponevano alloggiasse a Pieve.
Non si sa quali argomenti
sfoderò, ma riuscì a farle desistere. È quasi ovvio pensare che
abbia invocato la Madonna
della Neve.
Finito il conflitto e il caos che
regnava conseguentemente organizzò un pellegrinaggio fin
lassù; oltre a tutti i Fodomi partecipò anche una moltitudine
dalle valli limitrofe. Ai suoi
tempi a Fodom operavano altri
sei sacerdoti; Sior Plevan si interessava ai loro problemi e di
tanto in tanto li convocava per
scambio di idee e di iniziative.
Nel 1955, per sopravvenuti
acciacchi fisici, la sua pur solida
fibra cedette; decise di ritirarsi
nell’”eremo” di Larzonei. È là
che il Signore lo chiamò a Sé il
12 Maggio 1956.
È lecito pensare che il distacco dalla sua gente lo abbia
provato moralmente. Le rare
volte che scendeva a Pieve lasciava leggere sul suo viso un
velo di “enchersedum”. Ma assieme a Sior Plevan ricordiamo
anche la sua “cuoga”, la fedele
Mëda Fefa, ottima collaboratrice domestica; sapeva
svolgere il suo ruolo con saggezza e tatto. Per Sior Plevan fu
sicuramente un valido e prezioso sostegno.
Fodom ancora oggi ricorda e
ringrazia il “Buon Pastore”.
BD
La Pasqua, confessarmi,
e perché?
Da “Lettera per la Quaresima”,
del vescovo Luciani, febbraio 1959
Ci sono gli indecisi. “Vado?
Non vado? Ora pare di sì, ora
pare di no; la pigrizia, il temperamento, quella piccola paura,
che si chiama rispetto umano,
paralizzano la volontà e
succede loro come al paracadutista che non si decide a lanciarsi.
Alcuni hanno già deciso:
non andranno a confessarsi.
Si trovano in una situazione
delicata; sanno di non poter ricevere l’assoluzione senza una
determinata promessa e non
hanno ancora abbastanza
amore di Dio o dolore per farla.
Bisognerebbe tagliare energicamente e non ne hanno il coraggio. Penso che li potrebbe
aiutare la preghiera: “Signore,
mi pento di non pentirmi, ho
dolore di non aver dolore”.
Altri portano pretesti: “Ho
tanto da fare; sono preso dal
lavoro, dal commercio, dalla
politica; sono un uomo d’affari,
devo tenere i piedi per terra”.
Piantate pure i piedi per terra,
nulla di male, tenete però presente che la terra non vi porterà
sempre. Fate pure la politica,
ma, oltre le “destre” e le “sinistre”, tenete d’occhio il
“sopra” e il “sotto”; il “sopra”
ossia il Paradiso; il “sotto”, ossia
l’inferno.
“Io non credo più”, dice
qualcuno. Prova a graffiare l’epidermide della tua anima. C’è
proprio più nulla sotto? C’è
gente che prima si sceglie un sistema di vita, il più comodo
possibile, e poi accetta quelle
credenze che non disturbano la
vita scelta, le altre verità, quelle
scomode, le getta a mare, dicendo: “Io non credo più”.
“Io non ho peccati”, dice
qualche altro. I bambini vanno
a confessare le piccole bugie, i
“capricci”; le buone suore
almeno le impazienze con i
bambini dell’asilo, questi cari
amici, invece, non hanno
niente, neppure una mezza bestemmia, non un discorso grossolano, un’invidia, una mancanza ai propri doveri; niente,
proprio niente, neanche a cercarlo con il cannocchiale. Possibile?
“Il peccato non esiste”; è
solo uno spauracchio per spaventare, un complesso di colpevolezza, ereditato dai nostri
bisnonni. Questo modo di
pensare è proprio l’ultima
moda e la paura. Peccati ce ne
sono sempre stati, ma la gente
sapeva di peccare; spaccava la
legge, anche con i peccatacci,
ma continuava a rispettare la
legge spaccata e neppure si sognava di negare il peccato.
Adesso, invece, saltano fuori a
dire che leggi non ce ne sono e
peccati ancora meno. È questo
che mette paura, perché
quando non lo sentiamo più il
peccato, ce lo fa sentire il Signore nelle sue conseguenze e
nei suoi castighi. Dio è padre,
ma padre educatore; se i figli
non intendono le buone ragioni, mette mano al bastone e
corregge.
Ma intanto, a Pasqua, egli
aspetta. Un disperso che ritorna gli procura più consolazione che novantanove rimasti
fedeli; data la sua infinita misericordia, il peccato commesso
diventa nelle nostre mani quasi
un gioiello, che gli possiamo regalare, per procurargli la consolazione di perdonare!
Proviamo!
UN NUOVO LIBRO
Nel mese di gennaio è uscita un’opera preziosa di ricerca storicoreligiosa della dott. Palla Luciana, a cura di “Cierre edizioni”: “I segni
del sacro nelle tradizioni ladine”. È un libro importante che documenta la religiosità delle Comunità ladine di Fodom e Colle: dai crocifissi, ai Capitelli, alle immagini della Madonna e ai Santi per
giungere alle chiese del Decanato.
Il libro costituisce un nuovo tassello che mancava nel mosaico
della storia decanale. Sarà utile ai nostri insegnanti e professori, specialmente per quelli che insegnano la religione nelle scuole per far
conoscere ai ragazzi e ai giovani le sane radici della storia dei nostri
paesi.
Sabato 19 marzo è stato presentato alla comunità, presso la sede
del “Taulac”, da Daniela Perca dell’Istituto Etnografico della Provincia di Belluno.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0007 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,49 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
7
Torna a “nuova vita” l’organo Mascioni
della chiesa di Pieve
Nei giorni scorsi sono terminati da parte della ditta Mascioni di Cuvio (Varese), la
stessa che lo costruì nel 1929, i
lavori di manutenzione dell’organo della chiesa di Pieve.
Un lavoro lungo, meticoloso e
delicato, di cui non resta
traccia visibile all’esterno e che
potrà apprezzare, al più, chi ha
un’orecchio musicale particolarmente sensibile. Ma lo
storico strumento, voluto dai
fodomi ed acquistato con non
pochi sacrifici per la loro chiesa
dopo appena dieci anni dalla
fine della Prima Guerra Mondiale, aveva bisogno di un profondo “check up”.
Per alcune settimane i tecnici
della ditta Mascioni hanno lavorato nella cantoria, trasformata in un vero e proprio
cantiere, per pulirlo e controllarlo
minuziosamente.
L’organo è stato smontato
pezzo per pezzo.
Alcune parti, quelle più
piccole, sono state portate in
ditta. Quelle più grandi invece
revisionate sul posto. Ora è
pronto per tornare a solennizzare le nostre S. Messe ed
accompagnare il coro parrocchiale. La ditta Mascioni ha
mantenuto la promessa di terminare i lavori prima delle festività Pasquali. E questo sarà il
regalo, che la comunità
fodoma riceverà nell’uovo di
Pasqua. Ai quattro tecnici che si
sono presi cura del “nostro”
organo, tra questi c’era anche
“el Mario”, il nipote di quel Vincenzo Mascioni che fondò la
ditta, abbiamo voluto fare
alcune domande.
In che stato di salute avete
trovato lo strumento?
“Sostanzialmente buono. Si
Alcune canne più grandi.
Dentro l’organo.
In primo piano i somieri
vede che il freddo mantiene
bene le parti in pelle presenti in
alcuni pezzi. In strumenti che si
trovano vicino al mare, ad
esempio, queste si usurano
molto di più. L’usura c’è, ma in
proporzione all’età dell’organo, direi comunque che
è ben conservato.”
Come si è svolta la revisione?
“L’organo è stato completamente smontato. Sono stati
aperti tutti i “somieri”
(delle sorta di rubinetti per
le canne dell’organo).
Ogni parte in pelle è stata
rifatta (a mano). Poi si è
provveduto ad una pulizia
generale ed al riassemblaggio”.
Avevate un disegno o
lo schema del progetto
da seguire per il rimontaggio?
“Purtroppo negli anni
’50 sono andati a fuoco
alcuni locali della ditta e
tra questi anche gli uffici
dove erano conservati i disegni. Per cui degli organi
costruiti fino ad allora non
esiste più alcuna documentazione. Ma questo
non è un problema.
La nostra ditta ha
sempre avuto una metodologia ben precisa nella costruzione dei suoi strumenti, uno
standard, uno schema fisso.
Certo poi ogni organo si differenzia per qualche piccola modifica che noi, grazie all’esperienza, sappiamo vedere e
distinguere al momento dello
smontaggio”.
Ci sono stati problemi
particolari?
“No, non abbiamo incontrato nessuna sorpresa. Si vede
che l’organo non è stato modificato o maneggiato da altre
ditte in quanto molti pezzi, per
esempio i manticetti, erano
ancora quelli originali del
1929”.
È normale in organi così
vecchi, trovare ancora pezzi
originali ?
“Sì, succede spesso. Se troviamo delle manomissioni, di
solito si tende addirittura a non
accettare nemmeno il lavoro di
revisione”.
I pezzi vengono fatti a mano
o esistono dei macchinari?
“No, questo è un lavoro che
viene eseguito interamente a
mano. Ad esempio i manticini,
vengono confezionati in ditta
da alcune donne, che ritagliano e incollano una a una le
parti in pelle sui cerchietti di
legno (vedi foto). Ogni pezzo è
fatto su misura appositamente
per il singolo strumento. Chi
aveva meno soldi a disposizione, ad esempio, faceva fare
le canne in piombo. Chi se lo
poteva permettere le faceva in
stagno, che costa di più”,
Come viene organizzato il
lavoro?
“C’è uno che si intende un
po’ di tutto e che sovrintende.
Poi i compiti vengono suddivisi
per settori, che vengono affidati ad un tecnico specializzato”.
L’organo di Pieve ha
qualche particolarità degna
di nota che lo contraddistingue da altri?
“Ogni strumento si caratterizza in base all’epoca in cui è
stato costruito. I registri, ad
esempio, vengono predisposti
per suonare i brani che vanno
per la maggiore in quel periodo. Pensiamo ad esempio al
periodo barocco. Questo di
Pieve, se proprio vogliamo trovargliela, si caratterizza per la
presenza del registro chiamato
“ripieno”, che rende lo strumento più “pastoso”, che serve
per fare i fortissimi. Per ottenere questo effetto si fanno
suonare più canne dai suoni
acuti. In pratica ogni tasto della
tastiera comanda 5 canne che
suonano assieme. È un po’
come mettere il turbo in una
macchina”.
In cosa consiste il collaudo finale?
“Bisogna reintonare e riaccordare lo strumento. In pratica regolare l’aria che entra
nelle canne. Anche le canne
➥
Un’ancia dell’organo. Questa riproduce il suono dell tromba.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0008 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
8
«Le nuove del Pais»
DOMENICA DI PASQUA di 70 ANNI FA
descritta da Fortunato Favai “Nato Mone”
La cantoria come un cantiere.
stesse, per effetto del deterioramento del materiale, cambiano di forma. Bisogna perciò
rimodellarle e riaccordarle.
Per fare questo lavoro ci vogliono circa 10 giorni in due
persone. Generalmente è un
lavoro che fa un tecnico”.
C’è una scuola che insegna questo mestiere?
“Adesso c’è una scuola a
Cremona. Ma essenzialmente
è un mestiere che si impara sul
campo o tramandato di padre
in figlio”.
Bisogna anche essere dei
musicisti?
“Non necessariamente.
Nella famiglia Mascioni,
nessuno sapeva suonare. Ci
vuole buon gusto e pazienza.
Insomma per fare questo mestiere bisogna essere portati.
Ma soprattutto bisogna riuscire a “capire” questi strumenti”.
(So Lo)
Curiosità sul mondo
degli organi
- La ditta Mascioni oggi
conta 15 dipendenti. Fino agli
anni ’60 e ’70, quando si costruivano anche 15 organi all’anno, ne aveva 60.
- Tre tecnici si dedicano al
restauro degli organi antichi
(quelli costruiti fino a fine
’800), poi ci sono falegnami
(che costruiscono le parti in
legno), “cannisti”, elettricisti,
le donne che confezionano le
parti in pelle. Alla progettazione si dedicano i sei titolari.
Per i lavori di revisione
vengono scelti di volta in volta i
tecnici che hanno maggiore
esperienza in base al tipo di
lavoro da eseguire.
- Ogni anno la Mascioni
fabbrica non più di 2 o 3
organi nuovi. Negli anni ’60 si
arrivava anche a 15 nuovi
organi all’anno. Una dozzina,
mediamente, le revisioni.
- Da quando è nata, nel
1829, la Mascioni ha fabbricato 1185 organi in tutto il
mondo.
Sette anche in Giappone,
che sono stati revisionati poco
prima del terremoto. Per preservarli dalle scosse, che lì
sono una consuetudine, sono
stati ancorati a dei tiranti.
L’ultima potente scossa di un
mese fa non li ha però danneggiati.
- La Mascioni fabbrica solo
organi a canne. La parte di
controllo può essere meccanica, pneumatica o elettronica.
- Se si dovesse costruirlo
oggi, l’organo della chiesa di
Pieve costerebbe circa 200
mila euro.
- Le parti che compongono
un organo si misurano in
“piedi” (unità di misura inglese).
La minuziosa pulizia delle canne.
Pasqua: bella festa della Resurrezione di Gesù, festa della pace e
della cara intimità delle famiglie.
Negli scorsi anni, in questo
giorno si potevano scorgere visi
non del tutto nuovi ma che da tempo
si trovavano lontano dal paese.
Erano paesani che, in seguito al
lavoro o a causa di altri affari si
erano stabiliti fuori paese ma che in
questo giorno sentivano più che
mai il loro luogo natale, la casa paterna e i cari familiari.
Alla sera della vigilia le famiglie si
radunavano così in dolcissima intimità, rievocando le memorie del
passato, un complesso di gioie, la
rievocazione delle quali desta
sempre un vivissimo senso di serenità.
Oh, care e beate visioni del
passato!
Dolci sogni cullati in seno alle famiglie, imbevuti di tanta pace, di
tanta poesia familiare semplice e
pura. Anche queste dolcezze la
modernità cerca di cancellare, di distruggere.
Infatti oggi, anche l’armonia delle
famiglie non è più quella di una
volta: anche qui lo spirito nuovo ha
nocivamente influito. Principalmente quest’anno di guerra: diversi
sono al fronte, alcuni pensano politicamente in un modo e altri in un
altro tanto da far nascere diversi
pareri e idee diverse perfino in seno
ad una stessa famiglia, disarmonizzando quello che restava di sacro:
l’armonia comune.
I giovani sono educati alle armi:
Fortunato Favai di Ornella
(1899- 1961) autore di numerosi
scritti.
anche qui gli affetti familiari
vengono menomati.
Insomma il passato sembra
sparire sotto la tragica successione
delle idee moderne: il sacro culto
degli avi va naufragando tragicamente.
Le lotte intestine degli uomini, alimentate dai loro egoismi, dalla loro
idea di grandezza, dalla mania
delle riforme, travolgono ciò che
era il frutto d’una secolare esperienza.
Voglia Iddio, dall’alto, vegliare
sulla povera umanità di oggi e ridestare in essa quella ragione che gli
uomini vanno perdendo, se pur non
l’hanno completamente smarrita.
(Anche se sono trascorsi 70 anni, lo
scritto sembra rispecchiare parecchio l’attualità).
(Fr. Del.)
QUATTRO GENERAZIONI: nella foto sopra la
piccola Nicole Pezzei in braccio al papà Elvis con la bisnonna Rosa Pezzei e il nonno Flavio. Nella foto sotto:
la piccola Nicole con il papà Elvis e a fianco la bisnonna
Annunziata Lezuo e la nonna Silvia Costa.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0009 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
9
BILANCIO 2010
Parrocchia di Pieve di Livinallongo
ENTRATE
Elemosine
Candele votive
Offerte servizi
Attività parrocchiali
Questue ordinarie
Offerte privati
Affitti-Rendite
Missioni-Carità
Varie
Offerte straordinarie
Messe Anime
Generosità (Seminario-attività diocesane)
Totale entrate
7.085,65
3.554,05
1.861,00
16.475,73
4.445,00
2.001,42
1.522,21
8.195,72
6.053,96
18.787,68
780,00
4.842,88
75.605,30
USCITE
Imposte-Assicurazioni
Remunerazioni- stipendi
Spese di culto
Attività parrocchiali
Spese gestionali
Manutenzioni fabbricati
Missioni
Carità
Varie
Spese straordinarie
Messe per le anime
Generosità
1.305,30
4.345,00
5.051,51
11.656,60
24.533,86
2.479,95
5.410,50
1.520,00
3.208,05
19.787,94
780,00
4.842,88
Totale uscite
84.921,59
PASSIVO AL 31.12.2010
DE CASSANMARIA
Il 15 dicembre scorso ha festeggiato i 95 anni di vita, assieme alla figlia Margherita e altri familiari a Digonera. È
stata una grande festa con santa Messa di ringraziamento e
con il pranzo all’albergo.
Alla signora Maria auguriamo ancora anni sereni e lieti!
9.316,29
Compresi nel bilancio SGenerale della parrocchia
CORTE
LARZONEI
DIGONERA
ANDRAZ
9.050,12
7.035,36
10.399,98
36.699,16
GENEROSITÀ
Giornata Migranti
Pastorale diocesana
Pane per amor di Dio
Terra Santa
Università Cattolica
Carità Diocesana
Carità del Papa
Seminario (Assunta)
Seminario (Rosario)
Giornata Missionaria
Avvento Fraternità
200,00
100,00
1.972,00
300.00
150,00
140,00
280,00
700,00
300,00
290,00
410,00
Totale
4.842,88
Per il progetto Gemma-Aiuto per la vita
Per Terremotati Haiti
705,00
1.520,00
Vorrei un mondo
Vorrei un mondo di pace, /vorrei soltanto un pò d’amore, /vorrei che
non ci fosse dolore, /mi piacerebbe una vita vivace...
Vorrei che fosse vero /che esistesse aria pura, /vorrei che il vento trasportasse la vera pace matura, /chissà se arriverà il giorno felice... /e
magari ci si potrà divertire.
Vorrei sognare cose nuove, che superino l’orizzonte.
Vorrei aprire gli occhi e salire un monte, /no... è troppo difficile.
Vorrei tanto capire che cosa gli uomini respirano, /e vorrei sapere
come ci riescono.
Vorrei la verità di quanto è lunga la vita /e continuare a vivere
questo mondo in aria pulita.
Awa Demaltè Diop
La poesia ha ricevuto il premio speciale sezione giovani (ambiente e diritti umani), al concorso nazionale DOMENICO
REA (JBISKOS - ULIVIERI) nel settembre scorso ad Empoli.
A Trento, presso la Facoltà di Filosofia, il 30 marzo
2011,
DE MATTIA
ELEONORA
si è laureata discutendo la tesi: “L’ineffabile
musicale nel pensiero
diVladimir Jankélévitch”.
Da queste righe giungano ad Eleonora le congratulazioni più sentite di
tutta la Comunità!
A Padova, presso la Facoltà
di Medicina Veterinaria, il 15
marzo 2011,
PEZZEI EROS
si è laureato con ottimo
punteggio discutendo la
tesi: «Prove di inoculazione
sperimentale di varianti
pigmentati di “Pseudomonas fluorescens” in mozzarelle», davanti al relatore
Prof. Valerio Giaccone.
Erano presenti i familiari e
gli amici a complimentarsi
con il neo-dottore.
Anche a Eros giungano le
congratulazioni più sentite
di tutta la Comunità!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0010 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
10
«Le nuove del Pais»
Prima confessione Alla mia “Fronicola”
Il sacramento della
confessione segna una
tappa nel cammino
dell’iniziazione cristiana di un bambino:
infatti è il primo incontro ufficiale con la
Chiesa.
È quello che hanno
vissuto, sempre con
emozione, domenica
27 marzo, i cinque
bambini della classe
terza elementare: Borlandi Samuele, Cominetti Isabel, Crepaz
Omar, Dorigo Chiara
e Faber Benedetta.
Durante una liturgia
della parola semplice,
ma significativa hanIl gruppo di bambini con suor Flavia e don
no ricevuto il perdono
Alfredo.
del Signore, dopo
una seria preparazione catechistica da
parte di suor Flavia.
Anche i genitori,
assieme ai familiari,
hanno partecipato
con interesse ed attenzione alla piccola
funzione.
Gli stessi canti:
“Ho un amico” e “Ti
ringrazio mio Signore”, accompagnati
dalla chitarra della
maestra Luigina, seguiti dal gradito rinfresco preparato dalle mamme, hanno
dato un tono di gioia
e di festa a questo Fatta la confessione, i bambini hanno inprimo incontro col dossato la veste bianca e hanno portato una
candela accesa ad illuminare la croce.
Signore.
Oggi, cara Veronica, mi hai
messo alle prova! Ero consapevole che ti stavi incamminando verso una nuova mèta,
ma dentro di me speravo che
questa giornata non arrivasse
mai.
Ero ancora a letto questa
mattina, quando ho saputo
che non eri più fra noi; da
allora fino a questa sera è stato
un susseguirsi di emozioni, di
lacrime, di ricordi.
Ora sono qui che salgo
ancora una volta verso casa
tua, che dopo mesi di
buio è di nuovo illuminata, il camino
fuma, gli “scur” sono
aperti. Con grande
commozione entro
nella tua “stua”, e il
mio cuore sembra restringersi; mi siedo,
inizio il Santo Rosario
e trovo il coraggio di
alzare lo sguardo...
In questa stanza
non c’è nulla di silenzioso, tutto parla di te e
di noi. Il “banc da fornel” dove
quand’ero piccolino, riuscivamo a stare sdraiati entrambi e dove mi hai raccontato favole, fiabe, ma
anche storie vere e storie di
vita. Il grande tavolo quadrato,
sul quale abbiamo fatto decine
e decine di partite a “non t’arrabbiare” e dove tante volte
abbiamo mangiato e bevuto insieme.
Nell’angolo è rappresentata la tua fede, sul balcone
la tua famiglia, ovunque i lavori
creati dalle tue abili mani.
Vicino allo “stangort” noto
che sono ancora appese le
bomboniere della mia prima
Comunione e della mia
Cresima: d’altronde tu sei stata
presente in tutti i momenti più
importanti della mia vita, ti
avrei voluto con me anche in
quelli che verranno.
Sopra la televisione c’è una
mia foto, forse l’abbiamo fatta
a Innsbruck quando insieme
ce ne andavamo qualche
giorno dalla tua amata Purghele.
Vedi Froni, la vita ti porta a
incontrare migliaia di persone,
ma solo poche di queste ti segnano la vita. È scontato dirti
che tu sei una di queste,
perché tu lo sai già... tu mi hai
trasmesso l’amore per le nostre
tradizioni (le parade, i fuochi
della Befana e del Cuor di
Gesù, le processioni, il carnevale, San Nicolò,ecc..), tu
mi hai fatto riflettere sulla
nostra storia (la Prima Guerra e
la prigionia di tuo papà, le Opzioni e la tua esperienza in Jugoslavia, la povertà e le grandi
vicende di Fodom, ecc..), tu
mi hai insegnato ad amare e
servire la Chiesa, ed in particolare a onorare la Madonna
della Neve a cui tanto ti sentivi
legata!!!
Mi mancherai... mi man-
cherai a Natale quando sarà
ora di fare il presepio, mi mancherai a Pasqua perché non ti
vedrò più indaffarata a nascondere le “coe del conicio”,
mi mancherai il giorno del mio
compleanno perché non
mangerò più le tue super torte,
insomma, la mia vita non sarà
più esattamente quella di
prima, perché oggi ho perso
una piccola parte di me ...
Lascia che ti dica ancora
una cosa: sei sempre stata
molto risoluta, spesso irremovibile nel tuo modo di pensare
e di agire, a volte eri proprio
“terribile”; ma alle persone che
amavi avresti dato l’ anima e ti
assicuro che tutte le attenzioni
e le dimostrazioni di affetto che
hai avuto per me resteranno
indelebili per tutta la vita!
Ecco, abbiamo finito di
pregare per te, chissà tu ora
cosa pensi, cosa vedi, cosa fai!
Nel silenzio e nel freddo
della tua Corte, mi incammino
verso casa... Dopodomani tornerai a Fodom, e con fede e
speranza ti canterò il Magnificat... forse lì mi verranno in
mente tante altre cose che
vorrei dirti. Per ora ti dico solo
che ti ho tanto voluto bene e
tanto te ne vorrò ancora.
Grazie Fronicola mia!!!
El tuo “nicio Neni”
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0011 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Cara nonna,
ci hai lasciati cosi velocemente, che siamo ancora increduli a tanto, non immaginavamo che da quella caduta
potesse andare a finire così.
Ci siamo presi cura di te per
più di venti anni e la stessa cosa
hai fatto tu per noi, ma negli
ultimi due mesi della tua vita
abbiamo dovuto lasciarti
andare.
Adesso sei di nuovo tra di
noi e sappiamo che sei dovunque noi siamo e saremo.
Volevamo ancora ringra-
ziare tutte le persone che in
qualsiasi modo ci sono state
vicine.
Un grazie al coro parrocchiale di Pieve, all’organista, a
don Alfredo, don Vito, don
Angelo e Padre Giampietro.
Grazie a tutti i vicini di
Corte che l’hanno sempre
aiutata e accompagnata anche
l’ultimo giorno, ai volontari
della Croce Bianca, per la loro
disponibilità nella averla accompagnata a Roma e la loro
presenza.
Un grazie a tutti.
L’angolo dei ricordi
di F. Deltedesco
LA FOTO CONOSCIUTA N. 1
Da SX: Crepaz
Caterina “Nina
de Tòne”
di Renaz e la
madre
Annamaria
Quellacasa - la
piccola Crepaz
Anna, figlia di
Nina e Crepaz
Paolina
“de Tòne”
sorella di Nina.
Serena e famiglia
LA PRIMA GENERAZIONE INCREDULA
Un’affermazione forte che
colpisce il lettore è questa: “La
generazione dei nostri giovani
è incredula!”. Lo ha detto Armando Matteo, assistente nazionale degli universitari cattolici, in un suo libro che porta
questo titolo.
Egli dice che la generazione
attuale è incredula, non
perché si pone contro Dio e
contro la Chiesa, ma semplicemente perché vive la sua religiosità senza Dio e senza la
Chiesa; inoltre perché
nessuno ha testimoniato ai
giovani la convenienza della
fede, la forza della Parola del
vangelo che può illuminare le
domande della vita, la bellezza di una fraternità nella
comune sequela di Cristo.
I nostri ventenni e trentenni,
infatti, se da una parte si
tengono sempre più a distanza
dalle pratiche di preghiera e
dalle proposte formative della
Chiesa, dall’altra esprimono
un generale apprezzamento
per valori religiosi. Condividono molte posizioni del
Papa e dei Vescovi, ma non conoscono la Bibbia e il Catechismo. Internet è un luogo
sintomatico: aumentano i siti
dove poter lasciare una preghiera, “accendere una
candela”, “trascorrere momenti di pace”; eppure molti si
dichiarano agnostici o atei.
Il dato più contradditorio è
forse il fatto che molti giovani,
pur avvalendosi dell’insegnamento della religione a scuola
e pur provenendo da famiglie
e ambienti di ispirazione cattolica, disertano sistematicamente la Messa domenicale, e non sembrano interessati a cammini di approfondimento della fede e a
incontri cristiani.
Cosa è successo? Forse è
mancata un’evangelizzazione
primaria in seno alla famiglia,
dal momento che i loro ge-
11
nitori sono proprio quelli cresciuti nell’ambiente del ’68.
Nessuno ha aiutato questi
ragazzi a sviluppare la convinzione dell’importanza della
preghiera e dell’appartenenza alla Chiesa. I loro stessi
genitori ne erano distanti.
L’immagine che hanno oggi
della Chiesa è distorta, frutto
di pregiudizi.
Si ritrovano con gli amici;
spesso si consolano da soli,
non sanno a chi raccontare il
loro dolore o la loro gioia. Non
trovano adulti disposti ad
ascoltarli.
Dopo gli studi non c’è posto
nel mondo del lavoro;
possono continuare a studiare, ad attendere, a essere
precari a tempo indeterminato.
Possono dire che sono
meno fortunati di noi adulti,
quasi defraudati di qualcosa
che noi abbiamo avuto la
fortuna di avere: la fede e una
Chiesa che magari attraverso
associazioni cattoliche, preti
più numerosi, si è presa cura
della nostra adolescenza e
giovinezza.
Incontrandosi con un prete
o con una suora, spesso non
accettano un discorso; stanno
alla larga, anzi usano un linguaggio provocatorio e grossolano, ma in questo atteggiamento di autosufficienza e di
indisponibilità fanno capire
che hanno bisogno di aiuto e di
noi.
Concludendo, queste riflessioni devono indurci a una
seria revisione sul nostro
modo di agire come comunità:
dobbiamo impegnarci a una
nuova evangelizzazione ai ragazzi, agli adolescenti e ai
giovani ed essere per loro un
“Vangelo vivente”, una buona
notizia che li aiuti a tornare a
credere e a vivere da cristiani
autentici e convinti.
d. A. M.
LA FOTO SCONOSCIUTA N. 2
Sera
Tramonta già il sole
la valle ormai si oscura.
Da lontano vedo arrivare le
mucche.
dai camini sale il fumo.
Non s’ode il fruscio del vento,
il vociare della gente...
soltanto il rintocco delle
campane:
din don dan!
Il giorno sta morendo,
tutto tace.
Ma ecco: una luce s’accende,
un attimo e più nulla.
Nel cielo ritornano le stelle,
in un angolo la luna appare.
La sera sta scomparendo!
Catia Pellegrini- 3a media
LA FOTO STORICA N. 3
Albergo Excelsior: viene messa in sicurezza la roccia sovrastante.
Ricordi del tempo che fu
dall’archivio di F. Deltedesco
Scolari delle Sc. Elementari a Pieve.
Davanti da SX: Elena Sorarui di Andraz- Michela Demattia di Ornella- Sabrina Crepaz di Ornella. Dietro,
al centro: Elsa Crepaz di Renaz e a SX Claudia Crepaz
di Ornella?
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0012 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
12
«Le nuove del Pais»
Un ricordo Francescano
È il 1954: a maggio gli esami
di quinta elementare. Contento per averli superati, ma inconsapevole dell’immediato
futuro.
Una valigia marron con
poche cose... le lacrime agli
occhi... la corriera delle
undici... via, per la prima volta
verso un altro mondo.
È così che mi ritrovo a
Bolzano, al collegio Antonianum, con altri 79 studenti
dei quali solo otto che parlano
italiano e che, come me frequentano la Scuola Media dei
Padri Francescani (Sezione
italiana).
La vita è dura: sveglia alle
5:30, un po’ di acqua gelata sul
viso a di corsa a Messa nella
cappella del collegio, quindi a
scuola.
Il pranzo che a volte stento a
deglutire; le precise ore di
svago e quelle altrettanto
precise di studio con la sorveglianza continua dei frati addetti e un’ora di libera uscita al
sabato.
Il ritorno a casa a Natale e a
Pasqua.
Quando, nella cappella del
collegio veniva accesa la prima
candela della corona dell’Avvento, nella mia mente si illuminava una stradina, la strada
che mi avrebbe riportato a
casa. Due candele facevano
sentire un pizzicorino allo
stomaco che diventava veramente forte quando vedevo
accese tre candele: fra tre
giorni sarei ritornato a casa!
Il secondo anno di collegio
trascorre
decisamente
meglio; al terzo si è già più
grandi e tutti amici.
I frati fodomi.
Sia in collegio che a scuola
conosco dei frati fodomi:
quanti ricordi, specialmente
ora che non ci sono più.
In collegio c’era pater Franz
Roilo, alto e magro, sempre
serio, forte giocatore di palla a
volo e di ping pong.
Fra i suoi compiti c’era
quello di sorveglianza nell’enorme studio in particolare fra
le 5 e le 7 del pomeriggio e
quello di accompagnarci in camerata e darci la buona notte.
Nello studio era particolare:
tutti noi lo conoscevamo a memoria e sotto sotto ci facevamo una risatina quando,
dieci minuti prima del termine
delle ore di studio, con voce
imperante diceva: “Bücher
wech!” (via i libri). Si sapeva
che ci avrebbe fatto una paternale, anche se non abbiamo
mai capito se lo faceva perché
doveva essere fatta o se lo
faceva perché stava annoiandosi pure lui!
Alle 20:30 tutti a letto nella
grande e fredda camerata. E
pater Franz, dopo aver tuonato
“Gelobt sei Iesus Cristus- gute
Nacht” spegneva le luci e, in
attesa che ci addormentassimo incominciava l’avanti
e indietro per il corridoio, fra i
letti, con passi che erano il
doppio dei nostri.
C’era il buon pater Ambros
Martini che solo saltuariamente faceva sorveglianza in
collegio.
Lui insegnava disegno alla
Scuola Media dei Francescani,
ma il suo vero lavoro, per il
quale era portato, era quello di
bibliotecario. E poi la passione
per le gite in montagna e per la
fotografia.
Come professore non
voleva mai sgridare nessuno e,
quando in classe c’era un certo
brusio, lui si limitava a zittirci
con il suo “sssiit sssiit...” ottenendo uno scarso effetto.
Ormai, dopo tre anni, il collegio Antonianum era di-
BOLZANO: Collegio Antonianum anno 1955-’56, classe
seconda media.
Pater Franz Roilo è a sinistra e pater Ambros Martini a destra.
In ultima fila, il 6o da destra è Franco Deltedesco.
ventato un po’ casa mia: se
avevo pianto tre anni prima
quando ero entrato per la
prima volta, gli occhi mi sono diventati lucidi e mi è venuto un nodo alla gola anche quando, terminata la
Scuola Media, ho varcato per
l’ultima volta, e questa volta
in uscita, il portone di quel
luogo.
Oggi padre Francesco e
padre Ambrogio non ci sono
più, ma continuano ed essere
presenti nei ricordi di quello
che è stato uno scolaretto di
14-15 anni.
(Fr. Del.)
Ottilia di Alsazia
A Pieve, nella cappella della
Madonna di Lourdes, appeso
alla parete laterale si trova il
quadro che riproduce Santa
Ottilia. Purtroppo non è dato
sapere le motivazioni che riguardano l’esistenza di detto
quadro né da quando ha
trovato sistemazione nella
cappella.
Figlia del duca Adalrico, secondo la tradizione sarebbe
nata cieca e, per questo, sarebbe stata rinnegata dal
padre.
Avrebbe miracolosamente
riacquistato la vista al momento del battesimo.
Fu la prima badessa del monastero benedettino di Ho-
henbourg, fondato da suo
padre.
Venne scelta come titolare
della Congregazione Missionaria Benedettina di Santa Ottilia, fondata in Baviera nel
1884 il cui motto è “lumen
caecis” (luce per i ciechi).
Nel 1807 Papa Pio VII la proclamò patrona dell’Alsazia.
È particolarmente invocata
per la guarigione delle malattie
degli occhi, delle orecchie ed
alla testa in generale. La memoria liturgica è il 13 dicembre, come per Santa Lucia.
Il suo nome era Odilia, ma
nel secolo XV, in Baviera, fu
adottata la versione Ottilia.
(Fr. Del.)
APPUNTAMENTI IMPORTANTI
1 maggio:
20 maggio:
28 maggio:
12 giugno:
19 giugno:
26 giugno:
solennità di San Giuseppe lavoratore, patrono di Digonera. Santa Messa
cantata dal Piccolo Coro “Col di Lana”, alle ore 10.45. Festa del paese sul
sagrato della chiesa.
- A Corte, si inizierà il mese di maggio, con il canto dei Vesperi (ore 20.00)
ore 9.30 santa Messa solenne di Prima Comunione.
a Corte: santa Messa in onore della Madonna della Neve.
Festa con gli anziani del Comune ad Arabba. Santa Messa ore 11.00, seguita dal pranzo offerto dall’Amministrazione Comunale.
Festa patronale della Santissima Trinità ad Andraz: ore 10.30 santa Messa
cantata, seguita da un momento di festa e dalla pesca per il restauro della
chiesa.
Solennità del “Corpus Domini”: ore 9.00 santa Messa cantata dal Coro
parrocchiale (unica per tutta la parrocchia) - Processione col Santissimo.
Il quadro ad olio di Santa Ottilia
che si trova nella cappella di
Pieve.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0013 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
1. La fede
Senza dubbio il Signore è colui
che vi ha unito e vi unisce attraverso il Sacramento del Matrimonio. Affinché questo avvenga
però è necessario che già dal fidanzamento Egli sia presente
come non mai tra voi due. Confrontatevi quindi con la Parola,
con le sue leggi e, su questo, costruite il vostro rapporto; fondate
su di Lui la vita con la consapevolezza che Lui vi ha unito ed è
grazie a Lui che il vostro amore è
nato.
Ci si sposa una volta sola ma si
ripete il sì! ogni giorno, nella
gioia e nella fatica... solo così si
“lega” il sacramento del matrimonio alle volte legato dall’immaturità umana e di fede dei coniugi. Siete voi che, con il
sostegno di Dio e l’aiuto della
Chiesa, potete salvare ogni
giorno la vostra unione in Lui!
Siate Chiesa domestica nella
Chiesa locale.
2. La preghiera
È importante che voi vi “inventiate” un vostro modo di rivolgervi al Signore, la preghiera vi
unisce e rende presente Dio nella
vostra casa e nella vostra vita. Attraverso formule o preghiere esistenti: come la liturgia delle ore, il
Rosario, ecc. o anche la spontaneità, nella quale potete scegliere
ciò che vi piace, anche in base o
come si svolge la vostra giornata.
La lettura quotidiana del Vangelo
o una semplice preghiera fatta insieme ogni volta che lo ritenete
opportuno tra voi (magari anche
quando siete arrabbiati o quando
vi sembra di essere stanchi)... non
rimandate mai!
3. Il perdono
Il 90% dell’ amore è fatto di
perdono! Infatti la maggior parte
delle separazioni (legali o di
fatto) sono dovute all’incapacità
di perdonare e di chiedere
perdono! Allenatevi quindi
presto a mettere da parte l’orgoglio, a chiedere scusa e ad accettarvi come siete (dice S. Efrem
che chi vede il proprio peccato è
più grande di colui che risuscita
un morto).
Imparate ad amare i difetti e le
debolezze dell’altro. Dialogate!
Esaltate in cuor vostro i pregi e i
doni dell’altro/a così da rendere
piccoli i difetti, non esasperate le
vostre attese; perdonatevi nel
nome di Dio. Se è vero che la
grazia di Dio presuppone un’umanità sana è però vero che l’umanità guarisce, e che cresce la fiducia reciproca (e il recupero dei
ruoli secondo Dio), solo con la
fede: se c’è fede c’è fiducia. Confessate spesso il vostro peccato al
Sacerdote.
4. La sessualità
Dio vi ha dato un cuore per
amarvi e questo amore si mani-
Come far funzionare un
matrimonio
festa anche attraverso il vostro
corpo. Dio ha creato la sessualità
con una bellezza e un significato
unico, vale quindi la pena di viverla bene.
Accordatevi prima del matrimonio su come volete vivere la
vostra sessualità, senza dubbi; i
metodi naturali sono quelli più
vicini alla volontà di Dio.
Danno un significato stupendo
alla fecondità della donna che
invece è sempre vissuta come un
problema. Siate inoltre casti durante il fidanzamento perché nel
matrimonio saranno molte le occasioni in cui dovrete rinunciare
alla sessualità: una gravidanza
difficile, una malattia, un periodo
di lontananza; se non imparate a
controllarvi prima sarà molto più
difficile poi.
Non usatevi; cercate Dio con il
linguaggio della sessualità e della
tenerezza.
Mese
di maggio
Quann’ero ragazzino,
mamma mia
me diceva: ”Ricordate, fijolo,
quanno te senti
veramente solo,
tu prova a recità ’n Ave Maria.
L’anima tua da sola pija er volo
e se solleva come pe’ maggìa”.
Ormai so’ vecchio,
er tempo m’è volato.
Da un pezzo s’è addormita
la vecchietta
ma quer consijo nun
l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna Benedetta
e l’anima da sola pija er volo.
(Trilussa)
5. I figli
Il più bel frutto del vostro
amore saranno i figli che Dio
vorrà donarvi. È necessario che vi
accordiate prima su quanti ne
volete, quando li volete, a chi affidarli in vostra assenza e cosa fareste se questi non arrivano: un’adozione?
Inoltre... non idolatrateli e non
sostituiteli al coniuge! È più
facile amare un bimbo che un
partner che “scomoda”, l’amore
di questo tipo si manifesta spesso
in un io immaturo e geloso e non
gratuito.
6. La Provvidenza
Dio vi accompagnerà sempre,
soprattutto nei momenti difficili e
il Suo amore si manifesterà a voi
attraverso la provvidenza... non
siate borghesi, gretti e duri nel
cuore e nella mente pensando, vi-
13
vendo e progettando come i
pagani. Una persona che vi verrà
in aiuto, un consiglio, un lavoro
migliore, una casa più adatta a
voi, dei soldi, saranno tutti segni
della sua benevolenza. Affidatevi a Lui senza paura e abbiate fede. Anche voi però dovete essere
sicuri che Dio ci restituirà il centuplo. La vostra casa sia aperta a
tutti; saper accogliere è un’arte di
pochi, ma è cercata da tutti.
7. Tagliate il cordone
ombelicale
Poche cose ha detto Gesù sul
Matrimonio, ma una cosa l’ha
davvero chiarita: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà
alla sua donna e i due saranno una
cosa sola. (Mt. 19,4-6).
È davvero necessario che impariate a cavarvela da soli nel
bene e nel male. Condividete le
gioie e i dolori con le vostre famiglie, ma decidete sempre voi e
non temete: come consigliere
avrete il Signore, la Sua Parola, la
Sua Chiesa nella persona del Sacerdote e della Comunità.
Le nostre
Madonne
Il prossimo mese di maggio ci
ritroveremo nelle nostre chiese
per il fioretto davanti alle belle
immagini della Madonna in
esse venerate.
A Pieve, la Madonna di
Lourdes con Bernardetta inginocchiata ai suoi piedi ci sorriderà e quasi con un cenno del
capo, come fece con Bernardetta, seguirà la recita dell’Ave
Maria. È un’opera pregiata dell’intagliatore Dorigo Vigilio di
Lasta del laboratorio di Ortisei.
A Corte, c’è la Madonna
della Neve con il Bambino Gesù
in braccio. È riccamente vestita
dalle donne di Corte. Davanti a
quella immagine sono accorsi
centinaia di fedeli per chiedere
protezione o per ringraziare
delle grazie avute per essere stati
salvati dalle slavine.
Andraz conserva con assidua vigilanza la Madonna di
Domenico “Molling”, opera artistica della prima metà del
1700, che ha visto più di una
guerra, ma sempre salvata dalla
pietà e dall’amore dei suoi fedeli.
Infine a Digonera, i fedeli si
riuniranno per la recita del Rosario davanti a una piccola
statua della Madonna, scolpita
nei laboratori della Val
Gardena. Assieme al suo sposo
S. Giuseppe continuerà a proteggere la frazione di Digonera.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0014 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
14
«Le nuove del Pais»
REGIONE: un nuovo bando
per finanziare
le stalle di montagna
Un bando “ad hoc” per le
aziende di alta montagna
escluse dai finanziamenti del
Psr. Questa la salomonica proposta che l’assessore regionale
all’agricoltura Franco Manzato
ha avanzato agli agricoltori fodomi e agordini nel corso
dell’incontro promosso dalla Coldiretti, che si è tenuto
nelle settimane scorse nella
sala Taulac a Pieve di Livinallongo.
Una decisione che non ha
però rassicurato nessuno: “Se
non si garantiranno finanziamenti adeguati per le nuove
stalle i giovani rinunceranno” è
stata la replica. Al tavolo dei relatori, oltre al Presidente della
Provincia Gianpaolo Bottacin
e all’assessore Manzato (arrivati ad incontro già avviato
per impegni dell’assessore a
Roma), c’erano il direttore
della Coldiretti di Belluno
Silvano D’Alpaos, di Treviso
Fulvio Brunetta, il rappresentante di Avepa Renato Da
Ronch, il sindaco di Livinallongo Ugo Ruaz ed il presidente della Cma Luca Luchetta.
le aziende di alta montagna,
penalizzate da punteggi che ad
esempio, premiavano con ben
10 punti, la produzione di alta
qualità del latte. Infine i rigidi
vincoli nei criteri imposti dalla
Ue, che, ha spiegato Cecchinato, “impongono punteggi
ancorati ad investimenti per risparmio energetico, innovazione e ristrutturazioni”. La
graduatoria finale, approvata
dalla Giunta, finanzierà 73
aziende definite “di montagna” (solo 4 di Belluno sono
riuscite a rientrare nella seconda fase). Ma nessuna di
queste, per le infrastrutture, in
Agordino.
L’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato (al centro)
durante l’incontro con gli agricoltori fodomi e agordini.
Tempi troppo lunghi
Quota discriminante
La replica più dura è arrivata
dall’assessore all’agricoltura
della Cma Paolo Frena, il quale
ha contestato ai rappresentanti
Da Manzato è arrivata la proposta, peraltro già annunciata
da Cecchinato, di indire un
nuovo bando da 18 milioni di
della Regione le lungaggini del
bando (“abbiamo perso due
anni” ha detto).”Ora” ha continuato, ”bisogna tornare a garantire almeno il 70% di finanziamento, altrimenti i giovani
molleranno”.
Allegria a “Villa San Giuseppe”
Un bando vincolato
Nell’attesa, è toccato al dirigente della Regione Veneto
Pietro Cecchinato vestire i
panni dell’avvocato e spiegare
agli agricoltori, composti ma visibilmente arrabbiati, che
hanno gremito la sala nonostante a Pieve nevicasse come a
dicembre, perché tutte le
aziende della parte alta della
Provincia di Belluno, (in particolare i giovani che vogliono
aprire nuove stalle) sono state
escluse dai finanziamenti della
misura 121 del Psr, quella che
metteva in campo ben 67 milioni per le infrastrutture. Molteplici, secondo il funzionario i
problemi creatisi.
A cominciare dal numero di
domande presentate su questa
misura, ben 2600, alla procedura di presentazione “in
due fasi” richiesta dai rappresentanti delle parti sociali che
siedono al “Tavolo Verde”. Il risultato è stato che in sede di verifica, ben il 29% delle domande non avevano i requisiti.
Questo ha permesso di “liberare” ben 19 milioni di euro,
che non sono bastati però per
far includere nella graduatoria
euro, calibrato sulle caratteristiche e le esigenze delle
aziende di alta montagna. La
discriminante forte nell’attribuzione del punteggio, dovrà
essere l’altitudine (chiesta da
tempo), una nuova classificazione tra alta, media e bassa
montagna ed il ridimensionamento dei punteggi per l’alta
qualità e le organizzazioni di
produttori”.
(SoLo)
Anziani e giovanissimi allegramente insieme.
Martedì grasso, ultimo
giorno di carnevale: bisogna
approfittarne perché domani
sarà quaresima!
E la quaresima invita tutti
alla moderazione, alla riflessione in preparazione alla solenne festa di Pasqua quando,
Gesù Risorto, porterà nei cuori
nuova gioia e tanta allegria.
Anche alla Casa di Riposo
“Villa San Giuseppe” tutto si è
messo in movimento: un vociare insolito, persone che
vanno e persone che vengono,
inservienti impegnate a fondo.
Giunge Mario con la sua immancabile fisarmonica e,
mentre volano le stelle filanti,
non manca mai di presentarsi
mascherata.
Tutto questo è servito da
contorno perché ad occupare
il centro della sala e dell’intera
mattinata sono stati loro, gli
anziani, nei loro sgargianti costumi, preparati con notevole
spirito di inventiva da Cecilia
Roncat.
Sui loro volti e sul viso di
tutti è spuntato il sorriso e gli
applausi non sono mancati
quando le attempate maschere si sono cimentate in
una vera e propria sfilata.
(Fr. Del.)
si presentano due gruppi
mascherati che ravvivano il tutto.
Sono Alessia, Claudia, Milly e Alice in rappresentanza del Gruppo
Parrocchiale, presentate da Anna Vallazza,
animatrice della mattinata.
Fa quindi l’entrata in
sala un gruppo molto
particolare, composto
da Sara (il peruviano) Matteo (lo sceriffo) Petra (il Pierrot) e Omar
nelle vesti di Elvis Anna Vallazza presenta una delle maPresley, gruppo orga- schere che all’anagrafe risulta essere
nizzato da Rosalba che Ugo Foppa.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0015 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
ALBO COMUNALE,
ORA SOLO
“ON LINE”
Chi è passato in queste settimane nell’atrio del municipio,
avrà certamente notato l’albo
pretorio desolatamente spoglio di carte.
Sono gli effetti legge
n.69/2009 che prevede, per gli
enti locali, dal primo di
gennaio, l’obbligo di pubblicare solo on line sul proprio
sito internet, tutte le comunicazioni, come delibere, bandi,
avvisi, permessi a costruire. La
norma voluta dal Ministro Brunetta, mira ad eliminare gli
sprechi nell’amministrazione
pubblica.
Uno di questi, secondo il titolare del dicastero per la Funzione Pubblica, è l’immensa
quantità di carta usata per
riempire gli albi pretori con i
testi delle delibere, gli avvisi e di
quant’altro le amministrazioni
intendono o sono obbligate di
comunicare al cittadino.
Una piccola rivoluzione informatica che non manca però
di creare qualche problema.
Per le nuove generazioni risulta sicuramente più congeniale, ed anche più comodo,
sedersi davanti al computer e
con un semplice “click” andarsi
a consultare i documenti che
più interessano pubblicati dal
proprio Comune. Esiste però
ancora una fascia di persone,
in genere anziani, che non posseggono e non sanno usare un
pc. Senza contare che spesso in
molti piccoli centri di montagna, non è ancora attiva
l’adsl e quindi la consultazione,
per esempio, di documenti in
pdf, che richiedono una certa
velocità della linea telefonica
per essere scaricati o semplicemente consultati, diventa praticamente impossibile. Un problema che le amministrazioni
locali si sono poste. Ed ognuna
ha trovato una sua soluzione.
“Speravamo che l’attuazione
di questa legge fosse prorogata” spiegano dagli uffici
del Comune da Fodom. Anche
perché mancano ancora i decreti di attuazione. Ci siamo
dovuti quindi adeguare in tutta
fretta.
Al momento tutte le comunicazioni verranno pubblicate sul
sito del Comune. Per venire incontro a chi non ha internet, affiggeremo di volta in volta all’albo pretorio un avviso
cartaceo, con l’elenco dei documenti pubblicati. Il cittadino
potrà quindi rivolgersi ai nostri
uffici per leggersi il documento
cartaceo”.
15
Cerco la “mia” baby sitter
Come avevo avuto modo
di dire altre volte: “Il mondo è
diventato piccolo”. E questo
grazie al Fax e ancor più
grazie a Internet. La pubblicità degli ambienti turistici, come le foto paesaggistiche e storico-culturali
delle varie zone, attraverso
l’etere, volano da un capo all’altro del pianeta.
Così è avvenuto ad
Arabba, con la pubblicità riguardante il Ristorante-Pizzeria “Al Tablé” di Crepaz
Fabio.
Ecco come, sempre per via
telematica, si rivolge a Fabio
un signore abitante a Santo
Domingo, isole Caraibiche.
Santo Domingo,
10 gennaio 2011
Gentile Signor Fabio Crepaz.
Sono un nazionale dominicano (della Repubblica Dominicana nei Caraibi), architetto di 70 anni, ed avendo
vissuto con mia moglie a Roma
dal 1961 al 1969, ci troviamo
nel 1964 ad avere come ospite e
baby sitter del mio figlio Marco
una signorina di nome Anna
Maria Crepaz, nata a Pieve di
Livinallongo, avendo allora
una ventina d’anni.
L’oggetto di questa comunicazione è quello di ricavare, se
fosse possibile, l’eventuale ubicazione di quella persona nel
vostro Comune. Con dati d’indirizzo e numero telefonico.
La signora Crepaz, per
quanto mi risulta da una sua
lettera del 1968 (solo 40 anni
fa!!), ha sposato un signore di
nome “Zoppa”.
Nelle mie ricerche sulla rete
di Internet ho trovato il suo cognome e, nell’elenco dei ristoranti della provincia di Belluno,
il negozio di ristorante che gestisce lei a Livinallongo sotto il
nome di “Bar Pizzeria Ristorante al Tablé di Crepaz Fabio”.
Sarebbe difficile che non
esista un legame familiare fra lei
e Annamaria, essendo la sua località relativamente piccola e
chiusa nelle vette delle Dolomiti.
Mi permetto di conseguenza
chiedere il vostro aiuto e collaborazione nel senso di darmi un
po’ di luce e cercare di ubicare il
telefono e l’indirizzo di questa
carissima signora, ormai
matura come noi.
Per raggiungere questo
scopo, prezioso per noi, mi appello alla vostra cortesia e gentilezza, anticipando i miei più effusivi ringraziamenti.
Dovresti scusare il mio
Roma 1964. Il piccolo Marco,
figlio di Leopoldo e della signora
Lupita.
cattivo italiano ma sono tanti
anni che non lo parlo né lo
scrivo.
Con i miei cordiali saluti.
Leopoldo FRANCO
Dopo varie ricerche veniamo a conoscenza che la signora in questione è Annamaria Crepaz moglie di
Alberto Foppa (non Zoppa)
“Berto Barca” che ci racconta
che, su proposta della zia
Maddalena Ruaz moglie di
Felice Crepaz “del Mòro” di
Fossal aveva trascorso ben 5
anni a Roma, come baby
sitter del piccolo Marco,
presso la famiglia di Leopoldo FRANCO.
Ricorda che Leopoldo, da
Santo Domingo era venuto a
Roma dove stava terminando gli studi di architettura ed era sposato con la
signora Lupita che lavorava a
Roma, all’ambasciata del Salvador per la quale ambasciata lui stesso avrebbe lavorato.
Annamaria faceva ritorno
a Fodom ogni anno, ma solamente per un mese: solo a
gennaio del 1968 è ritornata
definitivamente fra le sue
montagne per sposarsi poco
dopo, il 20 aprile.
Le ricerche hanno dato i
suoi frutti: si è ristabilito il
contatto con l’ormai settantenne signor Leopoldo. È avvenuto uno scambio di notizie e di fotografie specialmente paesaggistiche delle
zone e, da parte della famiglia Franco, Annamaria ha
avuto la promessa che durante il prossimo Natale verrà a Pieve per incontrarla e
conoscere da vicino la nostra
terra.
(Fr. Del.)
REPERTI DA MUSEO
Sappiamo che durante la teneva. Al resto ha pensato
Grande Guerra interi boschi Maurizio che ha fissato il tronco
erano stati tagliati dai soldati su un capiente supporto e il
con lo scopo di poter seguire tutto su un piedistallo formato
più agevolmente gli sposta- da una particolare radice, abmenti degli avversari. Sap- bellendo quindi il tutto con vari
piamo pure che dopo la guerra ordigni bellici.
Complimenti a Maurizio.
il legname non aveva più valore
La fotografia mostra la parte
commerciale in quanto il tronco
delle piante era infestato da centrale del tronco con la
schegge di granate, da proiet- granata conficcata. Sarebbe
un interessante reperto che artili, da chiodi e filo spinato.
Da allora sono trascorsi oltre ricchirebbe il settore “Grande
90 anni. Dopo tanto tempo è Guerra” al Museo di Pieve di Liancora possibile imbattersi in vinallongo!
(Fr. Del.)
particolari reperti bellici.
È quanto accaduto
a Maurizio “Pirol” il
giorno che, salendo
dal Cason dei Mànc in
direzione di Ciàmp, si
è trovato accanto ad
un grosso tronco di
abete nel quale era
conficcata
una
granata. Davanti a
tali ordigni la precauzione non è mai
troppa: vagliato il da
farsi, la granata è
stata scaricata ed è
stata tagliata la parte La parte centrale del tronco con infissa la
del tronco che la con- granata.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0016 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
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SFOGLIANDO IL
LIBRO SINODALE
Incontri, confronti, scambi
14. Gli operatori sanitari cattolici
sentono l’esigenza di incontrarsi,
confrontarsi e incoraggiarsi per
vincere la sensazione di isolamento
professionale: è utile perciò pensare
a nuove forme di collaborazione e vicinanza tra comunità cristiana e operatori sanitari laici e religiosi per favorire la conoscenza reciproca, il
sostegno, la condivisione e lo
scambio anche di competenze e di
doni. È inoltre importante offrire loro
momenti formativi volti ad approfondire i fondamenti della fede e dei
documenti del Magistero.
Disabili abili
15. La comunità cristiana sia attenta, sensibile e solidale nei confronti dei problemi delle persone con
disabilità (fisiche, sensoriali, psichiche e mentali), accogliendole e integrandole nella normale vita comunitaria, sostenendo le loro famiglie e
sollecitando un volontariato capace
di dare alle istituzioni pubbliche quel
valore aggiunto che esse non sono in
grado di offrire: il cuore, l’amore, la
vicinanza, l’ascolto, la relazione,
elementi fondamentali per accrescere la loro qualità di vita.
Coloro che hanno disabilità, ricevendo i sacramenti della fede, sono
membri della Chiesa a tutti gli effetti
e devono trovare in essa il loro giusto
posto.
Non siano solo destinatari di carità
e compassione. Hanno abilità che
vanno sviluppate; fanno “abili” chi li
accoglie, comunicando ragioni di
vita e di affetto. Possono essere evangelizzatori non solo all’interno della
loro famiglia, ma anche in vari ambienti. Sia assicurata l’iniziazione
cristiana completa ai disabili mentali, essi ricevono i sacramenti nella
fede della famiglia o della comunità
che li accompagna. L’impossibilità
di conoscere qual è la sensibilità effettiva propria di certa tipologia di infermi non è una ragione sufficiente
per non dare loro tutti i sostegni sacramentali di cui la Chiesa dispone.
L’Ufficio catechistico si faccia
carico di formare alcuni catechisti
per disabili.
La parrocchia sia disponibile all’accompagnamento spirituale delle
forme organizzate di mutuo aiuto tra
le persone che vivono una medesima
condizione di sofferenza (es. familiari di disabili, tossicodipendenti, di
alcolisti, di persone decedute in seguito a malattie gravi o incidenti...).
Attenzione va posta nell’eliminare anche qualsiasi barriera architettonica, operando affinché tutte
le strutture ecclesiali siano accessibili, visitabili e fruibili in tutti i loro
spazi esterni e interni da parte delle
persone con disabilità fisiche e a
quelle con ridotta mobilità, permettendo loro la piena partecipazione a
tutti i momenti liturgici. La realizzazione di nuove strutture o la ristrutturazione di quelle vecchie tenga conto
in modo innovativo delle esigenze di
accessibilità e della salvaguardia del
patrimonio storico e culturale che è di
tutti.
«Le nuove del Pais»
Giovanni Battista Colle di Retiz affresca
la chiesetta di Pecol a San Tomaso Agordino
Nella piccola frazione di
Pecol nel comune di San
Tomaso Agordino si trova
una cappella costruita, raccontano gli anziani, per
essere scampati a un grave
pericolo a causa di grossi
massi staccatisi dalla sovrastante parete rocciosa. Per riconoscenza a Dio gli abitanti
hanno costruito una cappella
a ridosso di un grande masso
che secondo tradizione sarebbe lo stesso che miracolosamente s’è fermato appena
sopra le case e non ha pro-
vocato né danni né tanto
meno vittime.
Il soffitto della chiesetta è
affrescato e vi sono rappresentate scene della Santissima Trinità mentre sulle
pareti ci sono immagini di
santi tra cui San Giuseppe,
San Tomaso e San Vincenzo
Ferre.
Entrando, sulla sinistra in
alto, c’è questa scritta che non
si legge nella prima parte
perché nascosta da una improvvida pennellata di calcina:
“... Signor ....rifondato. Di
poi di concessione Eccellentissimo e Reverendissimo
Monsignor Giovanni Sandi
Vescovo e Conte di Belluno.
Segnata 16 aprile 1781. In
questo modo fu ampliata.
Finalmente, in quest’anno
1824 fu rinnovato e così eligientemente onorato, dalla
scienza, ed industria così di
Giovanni Battista Colle in
Retiz. Pittore di Livinallongo”.
C. Vallazza
I Santi Giuseppe, Tomaso e Vincenzo affrescati sulla parete.
Più tedesco nelle scuole fodome
Più ore di tedesco alle elementari e medie per fermare
l’esodo di scolari verso la Val
Badia.
Questo il progetto al quale
sta lavorando il comune di Livinallongo e che è stato discusso nei giorni scorsi nel
corso di una riunione alla quale
hanno preso parte, l’assessore
all’istruzione Claudio Sorarui,
il consigliere comunale con
delega alla cultura Daniela
Templari, il presidente del consiglio dell’Istituto Comprensivo di Alleghe Andrea
Crepaz, il preside Andrea Serafini oltre ad alcuni insegnanti
delle scuole elementari e medie
fodome.
Il problema è quello noto da
tempo. Sono in continua crescita nella vallata fodoma, soprattutto nella zona di Arabba,
i genitori che decidono di
portare i loro bambini nelle
scuole della vicina Val Badia,
“perché lì” dicono, “imparano
meglio il tedesco”.
Questo esodo ha portato
quest’anno alla formazione di
una pluriclasse alla media di
Brenta, in quanto mancavano i
numeri minimi previsti dalla
legge Gelmini.
Per quest’anno il comune
aveva deciso di intervenire con
un finanziamento per garantire ore suppletive di tedesco, con l’intenzione di convincere i genitori a tenere i
bambini a Fodom.
In autunno, appresa la notizia dell’istituzione della pluriclasse, in concerto con i genitori, era stato però deciso di
dirottare quei soldi per pagare
ore suppletive agli insegnanti,
in modo da garantire lo sdoppiamento della pluriclasse
almeno nelle materie più importanti come la matematica e
l’italiano. Ora si tenta la strada
di un progetto organico per
l’introduzione in maniera più
consistente e stabile del tedesco.
Il progetto sarà curato nella
parte tecnica, (ore, struttura,
integrazione con le altre materie) dagli insegnanti delle elementari e medie.
Nel concreto è prevista l’introduzione di 2 o 3 ore di tedesco nei due livelli della
scuola dell’obbligo. Una di
queste ore dovrebbe inoltre
essere dedicata all’insegnamento nella lingua teutonica di
una materia, che potrebbe
essere ad esempio la geografia,
come già avviene nelle scuole
delle vallate ladine. Non è
ancora chiaro se alle elementari
le ore saranno introdotte in
tutte le classi o solo dalla terza
in poi.
Le ore saranno tenute da un
insegnante di madrelingua che
alle medie integrerà il suo
ruolo con l’insegnante attuale.
Una volta “confezionato”, il
Comune presenterà il progetto
alla Provincia di Bolzano per
chiedere un finanziamento.
“Ne ho già parlato con l’Intendente alla scuola ladina di
Bolzano Roland Verra e l’assessore della Provincia di
Bolzano Florian Mussner che
hanno sostenuto l’iniziativa”
spiega la Templari.
“Non diciamo che la nostra
scuola non è valida. Ma l’obiettivo è di avere un modello
di insegnamento paritetico tra
italiano e tedesco come nelle
vicine scuole ladine”.
(SoLo)
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0017 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Università Adulti /Anziani:
un’iniziativa che cresce e si consolida
In tre anni è stata portata avanti una gran mole di lavoro
Dell’Università degli AdultiAnziani della provincia di
Belluno, almeno in Alto Cordevole, si era sì sentito parlare
ma, come succede per tante
altre iniziative, non le si dava
grande importanza come fosse
un’iniziativa un poco avulsa
dalla realtà che si viveva sul territorio.
Nel 2007 don Attilio Menia,
si è fatto promotore di incontri
con i sindaci di San Tommaso,
Alleghe, Rocca Pietore, Livinallongo, Colle Santa Lucia e Selva
di Cadore ed ha presentato loro
l’Università degli Adulti Anziani, già presente sul territorio
bellunese con 10 sezioni, con i
suoi programmi, le attività e le
sue finalità sociali.
L’accoglienza del progetto
per aprire una sezione anche in
alto Cordevole è stata appoggiata all’unanimità da tutti i
sindaci che hanno manifestato
interesse, disponibilità totale,
per venire incontro anche ad
eventuali esigenze logistiche
ed economiche, riconoscendo
anzitutto il valore antropologico dell’iniziativa rivolta ad
una categoria di persone,
avanti nell’età, ma ancora
capaci di dare tanto del loro patrimonio di esperienza di vita e
di cultura alle giovani generazioni. Una parte della società
che talvolta, e sempre più
spesso, viene percepita come
un peso da sopportare e magari
da liberarsi al più presto, invece
di considerarla ancora una dimensione del vivere senza la
quale i giovani non avrebbero
radici per alimentare il proprio
futuro basato sui valori che
hanno fondato la nostra civiltà.
Con queste premesse è nato
il coordinamento locale costituito da un coordinatore da un
vice, e da collaboratori rappresentanti di ogni zona comunale
per gestire tutte le attività.
Nasceva così l’undicesima
sezione dell’Università degli
Anziani della provincia di
Belluno col nome ufficiale di
“Sezione Alto Cordevole”. Per
logo il Civetta, montagna
simbolo di tutto l’Alto Cordevole perché la sola visibile da
tutti.
Nasceva anche ufficialmente il comitato di sezione
con il Coordinatore Luigi Celestino Vallazza, il vice, Paola De
Bona e i rappresentanti di zona:
Paola De Bona per San Tomaso
Agordino; Benito Falorio, per
Alleghe; Santo Piani per Rocca
Pietore; Pierina Delfauro per
Livinallongo; Otto Chizzali e
Fiorina Zen per Colle Santa
Lucia, Agostino Magi e Laura
Dalla Torre per Selva di
Cadore.
Nell’autunno del 2009,
dopo un intenso lavoro di preparazione e di confronto, confortati dai suggerimenti e dalla
presenza continua agli incontri
del presidente provinciale don
Attilio, poteva avere inizio
l’anno propedeutico.
La sede è stata messa a disposizione gratuita dal comune di
Alleghe, presso la Sala Stoppani
delle scuole elementari dove,
con cadenza quindicinale, si
svolgono gli incontri e, dopo di
essi il coordinamento di sezione si mette attorno a un
tavolo per parlare dei successivi
appuntamenti, programmare
le uscite, verificare la logistica e
i supporti didattici necessari,
tenere i rapporti con le amministrazioni, la presidenza e la segreteria provinciale, ecc.
Nell’anno 2009-2010 ha
avuto inizio il primo anno accademico con 67 iscritti ed una
frequenza che supera il 55%
delle presenze ad ogni incontro. Due iscritte vengono da
Corvara in Val Badia.
Le iscrizioni all’anno accademico 2010-2011 sono salite
a 84. E questa è stata una notevole e piacevole sorpresa
perché, dall’esito delle iscrizioni, dipendeva l’accoglienza
favorevole o meno di tutta l’attività che è stata portata a
termine nel primo anno.
Il programma è diviso per
cicli quadriennali e viene diviso
per corsi. Gli incontri hanno la
durata di due ore, il secondo e il
quarto giovedì del mese dalle
ore 15 alle 17.
Medicina: Osteoporosiuso e abuso di medicinali; progetto oncologico geriatrico
transfrontaliero
Erboristeria-preparazione
creme officinali.
Arte e musica: Natale in
musica, 2009 Fornasier, 2010
Gasparotto; la Pasqua nell’arte,
L’iconografia religiosa nell’arte.
Letteratura: Dante, il sommo poeta; Un poeta: in particolare Giuseppe Ungaretti. La
poesia di Rosalina Pianezze.
Storia: il fenomeno migratorio in Agordino dalla Repubblica di Venezia al Regno d’Italia; Storia degli insediamenti
in Alto Agordino.
Geografia: Il lago di Alleghe: tragedia e fascino. Alla
scoperta delle isole britanniche.
Cultura generale: Galileo e
la scoperta del cielo. Dal sole all’infinito - Drims: il cielo nelle
Dolomiti. Architettura tradizionale locale. Pluralismo culturale in prospettiva europea.
Dolomiti Patrimonio dell’Umanità - Geologia universale.
Geologia delle Dolomiti. La
nuova legge sulla regolamentazione dei lavoratori extracomunitari. Chimica in cucina.
Neve e Valanghe
Un sentito ringraziamento a
tutti i 25 relatori che si sono resi
disponibili con generosità sottraendo alla loro attività professionale tempo prezioso per dedicarlo gratuitamente alle
persone che hanno ancora
tanto desiderio di conoscere e
di scoprire nuove frontiere e
nuove realtà.
Il primo anno accademico si
17
è concluso con la festa del gran
finale nella palestra di Caprile
con lo spettacolo teatrale offerto dalla compagnia locale
“Attori per Caso” e con un ricco
buffet offerto dai corsisti.
Laboratori: nell’anno accademico in corso, presso la
scuola media di Caprile, è iniziato un percorso didattico di
informatica di base sotto la
guida del professor Paolo
Zanin. Sono 7 sedute cui partecipano 18 corsisti, quanti ne
possono sopportare le dotazioni strumentali messe gentilmente a disposizione dal locale
Istituto Comprensivo presieduto dal Professor Andrea
Serafini.
Le uscite culturali:
Non si può dimenticare poi
la trasferta a Cortina D’Ampezzo in occasione del congresso provinciale cui hanno
partecipato una quarantina di
corsisti. Una dozzina dei quali
ha presentato il tema “Non è
mai troppo tardi” e l’elaborato
di una iscritta è stato segnalato
dalla giuria. Una giornata definita da tutti “memorabile” sia
per l’aspetto organizzativo sia
per i contenuti culturali sia per
l’opportunità di conoscere e
conoscersi tra sezioni e tra
persone. Anche la visita al
Centro Valanghe di Arabba è
stata molto partecipata e ricca
di novità così pure la visita al
planetario di San Tomaso dove,
tra stelle, pianeti, costellazioni
e buchi neri si è navigato nello
spazio in compagnia di una
guida.
Nel corrente anno accademico sono state effettuate tre
uscite: al Museo della Val Fiorentina per fare conoscenza col
famoso Uomo De Mondeval
De Sora, ed altro; visita alla città
di Feltre. Come “Gran finale”,
sempre alla palestra di Caprile,
si farà festa festa col coro Femminile Col di Lana di Livinallongo e il coro Alpino Monte Civetta.
In conclusione: un’esperienza iniziata due anni fa che
continua. Le risposte da parte
degli adulti-anziani ne sono la
conferma della sua bontà. Il
clima che si vive durante gli incontri è di partecipazione e di
confronto nella forma e nella
sostanza, senza remore o pregiudizi. C’è desiderio di sapere,
di conoscere, di mettersi in
gioco, per scegliere, non per il
sentito dire o per il semplice articolo di giornale, ma perché si
è raggiunta una maturità tale da
essere in grado di fare una scelta
consapevole in base alle proprie idee e ai propri valori.
Celestino Vallazza
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0018 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
18
«Le nuove del Pais»
Visita e benedizione alle famiglie
Si è conclusa la visita annuale
alle famiglie, anticipata quest’anno al periodo quaresimale.
Don Alfredo e Don Vito sono
passati per le famiglie di tutta la
parrocchia a portare la pace e la
benedizione del Signore.
Sono stati incontri cordiali e
semplici; in qualche famiglia ci
si è fermati un po’ di più per
ascoltare e per dialogare. La
visita è sempre un momento prezioso per incontrarsi, per conoscersi e per scambiarsi qualche
parola. Il rammarico del Parroco
è stato quello di non aver potuto
salutare lui personalmente, per
motivi di salute, tutti i parrocchiani. In ogni caso Don Vito ha
fatto tutto egregiamente anche
per lui.
Io ringrazio, anche a nome di
Don Vito, per l’accoglienza che
ci è stata riservata e per la generosità dimostrata verso la parrocchia. Ringrazio Don Vito per
questa fatica pastorale e rinnovo
a tutti i miei saluti ed auguri!
Questa fotografia scattata 40 anni fa (primavera
1971) ritrae i nati nel 1965
ad Andraz, nella pratica
dello sport di stagione che
sono, da sinistra Sorarui
Claudio, Nagler Giuliano e
Daberto Silvano.
Una classe di soli maschi.
Le femminucce si sono poi
rifatte alla grande visto che
le ultime generazioni di
bambini sono esclusivamente appannaggio del
“sesso debole”.
N.V.
Don Alfredo
Nota:
le offerte consegnate a don
Vito verranno pubblicate sul
prossimo bollettino; così tutte le
messe ordinate saranno celebrate, se possibile, nella data richiesta o comunque quanto
prima.
TORNEO “KRITISCH-BATEN”
Tempo di carnevale: per
creare un po’ di atmosfera il
Gruppo Alpini propone di
nuovo il torneo di Kritischbaten. Nelle serate di giovedì e
sabato grasso nella sala dell’ex
bersaglio, ora Taulac, gentilmente concessa dall’Amministrazione Comunale, cui va un
grosso grazie, si è tenuta la
consueta “maratona cartatoria”, ove ogni coppia in un
torneo all’italiana, affronta le
altre 19 e alla fine vince chi fa
più punti.
I migliori sono stati la coppia
Roilo-Roilo (i fratelli Serafino e
Ivo). Al secondo posto 2 coppie
a parità di punti ma dopo una
partita di spareggio si sono
classificati Tatino-Ruge e terzi
Stefano-Pul. Anche quest’anno il “Totokritisch”, i più
sensibili con 8 risultati indovinati su 10 sono stati in 3: Delfauro Celina, Roilo Ivo e De
Toni Renato, ai quali è andato il
“ciòciol”.
Quanto raccolto, il gruppo lo
farà avere a Fontanive Federico di Alleghe, molto conosciuto anche a Fodom, che si
Andraz
Classe 1965
trova in particolare difficoltà per
un incendio che ha distrutto il
capannone nel quale teneva
tutti gli attrezzi e macchinari per
il suo lavoro.
Il comune Fodom
fa suo il Trofeo Comuni Civetta
e Terre dell’Orso
Il Comune di Livinallongo si
è aggiudicato la 25o edizione
del Trofeo Comuni Civetta e
Terre dell’Orso, che si è corso
sabato 12 marzo, in due
manche di slalom gigante,
sulla pista del Burz ad Arabba.
Secondo (con la somma dei tre
migliori tempi dei singoli concorrenti) il comune di Selva,
terzo Zoldo Alto.
Il trofeo, riservato a dipendenti ed amministratori in
carica ed ex dei dieci comuni
che gravitano intorno ai comprensori sciistici di Alleghe e
delle Terre dell’Orso (unico
assente, quello di Colle S.
Lucia) è nata nel lontano 1986
grazie all’intuizione del suo
ideatore Piergino Rizzardini,
ex tecnico comunale del
Comune di Zoldo Alto, scomparso tre anni fa. E proprio per
ricordare la figura di Rizzardini
in occasione dei 25 anni del
trofeo, il comune di Livinal-
longo ha consegnato al
sindaco di Zoldo Alto Roberto
Molin Pradel un piatto decorato (gadget ricordo della
manifestazione), da donare
alla famiglia. Queste le classifiche.
Dame; 1. Debora Crepaz
(Livinallongo) 1.21.72; 2. Michela Devich (Livinallongo)
1.36.20; 3. Cristina Tancon (S.
Tomaso Agordino) 2.22.58.
Master A1 - A5 Dipendenti:
1. Loris De Col (Zoldo Alto)
1.01.92; 2o Loris Fersuoch
(Rocca Pietore) 1.08.50; 3.
Rolando Fontan (Zoldo Alto)
1.11.27.
Master A1-A5 Amministratori: 1. Fabio Bonifacio
(Selva di Cadore) 58.07; 2.
Ivano Dall’Acqua (Selva di
Cadore) 1.02.37; 3. Lorenzo
Pellegrini
(Livinallongo)
1.04.81.
Master B6-B12 Dipen➥
La “taulela” con la classifica
finale.
Il 5 PER MILLE
In occasione della denuncia
dei redditi 2011 avverto che è
possibile indirizzare il “5 x mille”
al Comune di Livinallongo che
poi lo utilizzerà a favore delle
persone anziane del Comune e
degli ospiti di “Villa San Giuseppe”.
Sul modulo apposito segnare
il codice fiscale o partita iva del
comune: 00144460250 e sotto
apporre la propria firma.
La scelta può essere fatta
anche per la Croce Bianca o
altro ente di assistenza.
È una firma che non costa nulla
al contribuente come quella
dell’ “8 per mille” per la chiesa
cattolica, ma in compenso è un
gesto importante di solidarietà.
Per maggiori informazioni telefonare al comune: 0436 7193.
Il podio dei comuni con i sindaci Roberto Molin Pradel (Zoldo Alto),
Ruaz (Fodom) e Ivano Dall’Acqua (Selva di Cadore).
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0019 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
denti: 1. Valter Lena (Taibon
Agordino)1.10.47; 2. Paolo
Decima (Taibon Agordino)
1.13.54; 3. Adelio Callegari
(Selva di Cadore) 1.15.81.
Master B6-B12 Amministratori: 1. Leone Pampanin
(Zoppè di Cadore) 1.11.73; 2.
Elio Livan (Zoppè di Cadore)
1.11.79; 3o Egidio Ganz (S.
Tomaso Agordino) 1.12.15.
Seniores: 1o Andrea Palla
(Livinallongo) 58.13; 2. Andrea De Cesero (Forno di Zoldo) 1.14.99; 3. Efrem Soppera
(Rocca Pietore) 1.21.91.
Nella classifica assoluta si è
imposto Fabio Bonifacio, seguito da Andrea Palla e Loris
de Col.
Premiati anche i singoli con-
correnti che hanno all’attivo il
maggior numero di partecipazioni. E sono, Leone Pampanin e Paolo Decima, ex
equo con 24 presenze, seguiti
da Adelio Callegari ed Emanuele Ben, anche loro pari
merito con 23 presenze.
La gara è stata organizzata in
collaborazione con la Scuola
Sci di Arabba, la cassa Raiffeisen della Val Badia, la Sit
Boé, latteria di Renaz e l’Hotel
Alpenrose, dove si è tenuto il
pranzo e le premiazioni, al
termine delle quali il comune
fodom ha consegnato il testimone a quello di Taibon per
l’organizzazione
della
prossima edizione.
(SoLo)
19
Il podio dei primi assoluti.
ATTIVITÀ DEL MUSEO ETNOGRAFICO-LADINO
E GRANDE GUERRA
Museo di Storia, Usi, Costumi e Tradizioni
della Gente Ladina di Livinallongo-Fodom
di Franco Deltedesco
Anche se, piuttosto lasciato “in
balia del vento”, il Museo continua la sua attività e allaccia rapporti di lavoro con diversi studiosi
e ricercatori sia in Italia che in Austria-Germania.
Ecco in sintesi le persone che
hanno contatti costruttivi con il
Museo:
1- Dot.ssa Dorothea Crepaz
nipote dello scultore Andrea
Crepaz “Polonât”.
È stato merito suo aver potuto
avere una conoscenza approfondita del nostro scultore ed
avere al Museo gli schizzi e i progetti delle sue sculture, gli attrezzi
da lavoro da lui usati e la sua
camera da letto (due letti e un armadio) da lui interamente scolpiti.
2- Dot.ssa Petra Fricke di
Dortmund (Germania) che è
stata a Fodom e al Museo più
volte, anche con Dorothea. È una
studiosa dei luoghi e della gente
del Tirolo che rivolge particolare
attenzione a Fodom.
3- Dot.ssa Christel Hirn: una
ricercatrice che si interessa della
nostra zona dal punto di vista
storico. Ora sta portando avanti
una ricerca che riguarda la famiglia Chizzali- Bonfadini di
Colle Santa Lucia.
4- Dot.ssa Daniela Claudia
Angetter di Vienna “Accademia
delle Ricerche”.
Ha al suo attivo 20 pubblicazioni di carattere storico. Una di
queste riguarda il Col di Lana che
lei conosce di persona e che ha studiato in maniera particolare. La
Dott.ssa tiene conferenze in svariati luoghi e, siccome conosce
bene l’italiano, sarebbe dispo-
nibile a presentare la Grande
Guerra sul Col di Lana anche a
Fodom senza richiedere particolari parcelle. In questo senso, da
parte del Museo è stata informata
l’Amministrazione Comunale e
l’Union dei Ladins, purtroppo
senza ottenere alcun contatto.
5- Dott. Victor Strobel di
Bolzano coordinatore dei vari
contatti e organizzatore, assieme
alla Dr.ssa Dorothea Crepaz e alla
Dot.ssa Angelika Neuner della
trasferta del Gruppo Folk a
Seefeld (Austria) in occasione
della grande sfilata dei costumi
del Tirolo.
6- Dot.ssa Herlinde Menardi
di Innsbruck direttrice del Tirolerlandesmuseen (Museo delle
Arti Popolari) e organizzatrice di
una mostra sulle valli ladine dolomitiche che sarà inaugurata il 9
giugno 2011 e resterà aperta fino
al 6 novembre. Per la mostra verrà
pubblicato un volume d’accompagnamento in tre lingue (tedesco-italiano e ladino). A questa
mostra parteciperà anche il Museo
Fodom che ha preparato, come richiesto, una descrizione riguardante la Grande Guerra e del materiale fotografico.
La Dot.ssa Menardi, che a suo
tempo aveva già visitato il Museo
è ritornata a Pieve il 2 marzo per
decidere quali reperti e quali miniature saranno portate a Innsbruck per essere esposte.
Da parte del Museo sono stati
interessati l’Union dei Ladins e il
Comune nel caso intendessero organizzare una trasferta nella città
austriaca in occasione dell’inaugurazione della mostra.
E da parte italiana:
1- Dr.ssa Chiara d’Incà “Dipartimento di ArcheologiaUniversità di Padova.
Il Dipartimento ha in programma la pubblicazione di una
La tipica casa fodoma - una delle miniature che saranno esposte ad
Innsbruck.
pagina Web dedicata al tema
“Produzione, lavorazione e commercio della lana nel Veneto tra
l’età romana e il Medioevo” all’interno della quale è previsto
anche il riferimento alla tradizione etnografica del Veneto sul
comparto laniero e tessile.
A tal fine, il Museo ha dato alla
Dr. Chiara d’Incà una concreta
collaborazione.
2- Dott. Alessandro Norsa di
Verona per la pubblicazione di un
volume, commissionatogli dall’
Istituto Ladin Micurà de Rü,
volume riguardante la religiosità
nelle valli ladine. Da parte del
Museo è stata data piena collaborazione con molteplici incontri con il Dr. Alessandro che, nel
corso dei mesi, ha raccolto testimonianze da parecchie persone
nei vari paesi di Fodom. Il volume sarà di prossima pubblicazione.
3- L’ Associazione Giochi Antichi di Verona ha chiesto la collaborazione per la pubblicazione
di un volume volto al recupero dei
giochi di un tempo. Da parte di
Fodom è stato dato particolare rilievo a “zoni e zonère” oltre a altri
giochi.
4- DVD “Testimonianzes dal
monn ladin”.
È stata data collaborazione per
la registrazione del DVD commissionato ad Andrea Lanzi dall’Union dei Ladins della Val
Badia.
5- Collaborazioni occasionali.
Con i vari Istituti Ladini e con
singole persone come per la realizzazione del libro “Scarpét- una
vita, una storia” di Paolo Soppelsa
e Alcide Zas Friz.
6- Varie riprese al Museo.
In particolare da parte della TV
ladina e SKY “Marco Polo”.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0020 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
20
Banda da
Fodom:
largo ai giovani
Nuovo direttivo per la
Banda da Fodom che dà
spazio ai giovani e fa il salto di
categoria. Nata nel 2005,
finora il gruppo era stato retto
da un direttivo formato dai
suoi ideatori e fondatori, il
presidente Nani Pellegrini e la
moglie Willy, il rappresentante dei genitori Cristina
Crepaz e la cassiera Tiziana
Bozzolla.
Nel frattempo la maggior
parte dei giovani musicisti ha
raggiunto la maggiore età e di
conseguenza il sodalizio musicale, attualmente diretto da
Laura Argenta e dal giovane
Giuliano Federa, ora può fregiarsi del titolo di “banda”. È
giunta perciò anche l’ora che il
gruppo passi in mano agli
stessi giovani che l’hanno fatta
crescere. Nel nuovo direttivo,
eletto durante l’ultima assemblea generale, sono entrati Eleonora Demattia, Erica
Roilo, Roberto Marchione,
Elia Crepaz, e Giuliano
Federa, quest’ultimo membro
di diritto in qualità di co direttore).
Tiziana Bozzolla è passata
alla mansione di rappresentante dei genitori, mentre è
stato confermato presidente
Nani Pellegrini. Nel corso del
2010 la banda ha eseguito una
ventina di concerti, alcuni
anche fuori dai confini provinciali.
Il momento più significativo
è stato di certo però l’inaugurazione della nuova bandiera,
che è stata benedetta in occasione della sagra a Pieve di Livinallongo. E poi le esibizioni
a Carlino (UD), Canazei, S.
Vigilio di Marebbe, Limana. Il
gruppo ha organizzato anche
la 2a edizione del raduno delle
bande giovanili della Ladinia
ad Arabba. Un’attività intensa
che però non trova il sostegno
di tutte le istituzioni. “La Regione ha tagliato i fondi alla
cultura” osserva amareggiato
Pellegrini, e quindi bisogna
“arrangiarsi.” Ma l’entusiasmo tra i giovani musicisti
non manca. Quest’anno la
banda ha raggiunto il record di
iscritti, ben 41, di cui 30
suonano già nell’organico effettivo. E per il 2011 è in programma la registrazione di un
cd ed un dvd.
(SoLo)
«Le nuove del Pais»
CURIOSANDO NEI LIBRI
STORICI DELLA PARROCCHIA
Dopo il bombardamento di Pieve - 1915
Processo Verbale
Da un verbale del 5 febbraio
1916 risulta che per opera del
Cappellano Militare del 59 reggimento Fanteria, don Atanasio
Presseda, vennero ricuperate tre
casse con oggetti sacri (tutti candelieri) appartenenti alla chiesa
di Pieve.
Da un verbale del 6 febbraio
1916 risulta che vennero ricuperati altri oggetti sacri appartenenti alla chiesa di Pieve, alcuni
dei quali, come dice il verbale,
vennero ricuperati a mezzo del
Cappellano del 91 Regg. Fanteria
dott. Abate Abramo Cravonio,
cultore di arte, il quale determinò
non solo le epoche, ma anche le
scuole cui gli stessi potevano appartenere. Tra essi figurano: un
Tabernacoletto a cariatide, elegante architettura del 1500, mancante di porticina scassinata e
asportato nei giorni della prima
occupazione di Pieve. (Luogo del
rinvenimento: sotterraneo della
Cappella dell’Immacolata).
Una statua moderna di legno di
S. Anna e Maria Bambina, opera
dello scultore tirolese (Scuola di
Val Gardena) Tavella, premiata
con medaglia di Stato all’esposizione del 1913 a Innsbruck. Bellissimo lavoro intatto. Luogo del
rinvenimento: chiesa di Pieve, 2o
mensolone a destra. Due putti o
angeli del 1500 di poco pregio.
Una statuina di legno dorato del
secolo XVI (lavoro grossolano).
Una mezza cornice del secolo
XVII in legno dorato e bronzato
infisso nel retro di una porta. Tre
lampade di bronzo e una in ottone
sbalzato. Vari candelieri, messale, un reliquiario, vari copricalici.
10 pianete di diversi colori.
Una campana, un ferro da Ostie,
un pulpito.
Tutto venne consegnato al
parroco di Colle Valentino Bernardi.
Comunicato dei Reali Carabinieri (Brig. Carraro) in data 19
giugno 1916 al Commissario
Civile di Pieve:
“Ho il pregio di informare V. S.
che per ordine del Comando del
3o Regg. Bersaglieri, i militari addetti alla cucina del 25o Batt. dello
stesso Regg. hanno ricuperato le
campane della Chiesa Parrocchiale di Pieve di Livinallongo
versandole al Comando del loro
Reggimento.
Da un inventario del dicembre
1916 redatto dal Brig. Carraro risulta che, essendo stata adibita la
Chiesa di Pian a magazzino deposito, vennero raccolti nella
detta sagrestia i seguenti oggetti
sacri:
Statua della Madonna del Rosario (con veste di stoffa).
Statua della Madonna Immacolata, di S. Giuseppe, di S. Luigi,
di Cristo Morto.
Alcuni quadri della Via
Crucis, 4 candelieri in legno, 2 in
metallo argentato.
2 Reliquiari, 2 portacandele, 4
portafiori rivestiti in metallo.
Da un altro documento del suddetto Brigadiere, risulta invece
che la Chiesa di Pian venne occupata dal Presidio quale deposito esplosivi.
Il 14 febbraio 1917 dal soldato
Casali Giuseppe, alloggiato nella
Cappella di Pieve, vennero ricuperati i seguenti oggi in casse: un
calice grande lavorato con pietre
incastonate e miniatura; cinque
calici d’argento dorato; quattro
reliquie d’argento e una di argento dorato; un crocifisso, un
navicella d’argento, sei patene
dorate; due piedistalli per reliquie, due reliquari d’argento
grandi; otto portalampade d’argento, due corone d’argento, tre
croci argentate; un turibolo, una
palla d’argento, due ampolline
d’argento; sei candelieri d’argento, due candelieri, uno scettro
d’argento; vari anelli, collarini,
cucchiai, coltelli, forchette ecc.;
47 cartelle Debito pubblico austriaco per la somma di 100.000
circa; una cartella assicurazione
Società Janns; 6 registri parrocchiali e altre carte; una macchina
Adler in parte deteriorata.
Tutti gli oggetti vennero inventariati dal Comando del 51o
Regg. Fant. Un documento osserva che la massima onestà ha
ispirato i militari e che la loro condotta “è rivelatrice di squisito
senso di civiltà e di rispetto per le
leggi che i nostri soldati conservano inalterate anche in paesi
di occupazione in tempo di guerra
e pare a me che debba essere ricompensata in largo modo e
perciò interesso la S. V. (Commissario civile di Pieve: Ciccolini Ciro) perché ai tre militari
sia assegnato un premio in danaro
“Colonello De Maria.
Venne poi assegnato dal Commissario un premio di Lire 200.
Una lettera del Commissario di
Pieve a quello di Cortina rileva
che le 47 Cartelle di debito pubblico appartenevano a Pieve,
Corte, Renaz, Ornella, Larzonei,
Beneficio De Sisti e all’Ospedale
Ricovero e davano un importo di
84.000 corone.
“Ho accertato, scrive il Commissario, che alcune delle più
grandi lampade portano questa
iscrizioni, come anche i sei can-
delieri d’argento: “Fatto d’elemosine da patrioti abitanti in Venezia anno MDCCLVI, mentre
sui due candelieri è scritto: “Fatto
di carità dai patrioti abitanti in
Venezia 1760; su di una grande
croce d’argento: “Croce della
Madonna della Neve fatta nel
tempo dal Casier Pietro Roilo,
Giacomo Palla, Zuanne Crepaz
fatta da carità di patrioti dimoranti in Venezia anno 1730.
Tutti questi oggetti correvano
indubbiamente serio pericolo di
essere distrutti data la posizione
della piccola Cappella in cui
erano nascosti, probabilmente
nascosti dal Parroco di Pieve di
Livinallongo don Luigi Sopplà,
ora internato a Civitella di
Tronto.
Suscita meraviglia che il ripostiglio non era ancora sfondato
dalle artiglierie nemiche, che
hanno completamente distrutto
Chiesa e case vicine. “Salvo
avviso della S. V. darò in consegna a questo Parroco don Valentino Bernardi, in Villagrande,
gli arredi perché li conservi non
ritenendo opportuna la vendita
come il precedente Commissario
praticò per altri oggetti ritrovati:
le cartelle di rendita le conservo
nella cassaforte del Municipio di
Colle S. Lucia”.
Commissari civili di Pieve di
Livinallongo:
1. Tenente Francesco Savona
dal 1915 al 3. XI. 1916.
2. Capitano Ciccolini rag. Ciro
dal 3. XI. 1916 al 16. 3. 1917.
3. Capitano Di Stefano rag.
Giovanni dal 16. 3. 1917.
Il 30.6.1917 vennero ricuperati: un calice con patena, una
pisside senza coperchio, corone
per statue, raggiera per Santissimo, alcune monete.
Trascritto il 18 giugno 1951.
(dalle memorie di
don Valerio Irschara)
(continua)
OMISSIONE
Nel numero n. 1 de “Le
nuove del Pais” era stata
dimenticata involontariamente la segnalazione del
50o anniversario di matrimonio di Murer Giovanni
Battista e Crepaz Alma, celebrato il 19 ottobre 1961.
Mi scuso e approfitto
per porgere in anticipo
l’augurio: “Ad multos
annos”!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0021 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,50 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
21
DIARIO DI GUERRA
ANNO 1915 - DI BORTOLO CHIZZALI
a cura di F. Deltedesco
Seconda puntata
5 giugno 1915.
Sabato: abbiamo riposo.
Mi annunciano una triste
nuova: tutti i profughi hanno
dovuto partire e portarsi più
avanti verso la val Badia.
Mi si spezza sempre più il
cuore pensando a cosa diventerà della mia famiglia.
70 cannonate italiane verso
il Col di Lana: su questo
monte, fra il 4 e il 5 giugno sono
state scagliate 120 cannonate
che però non hanno fatto
alcun ferito.
Ho avuto, dalla moglie, la
cartolina che mi aveva
mandato da casa 6 giorni
prima e sono rimasto contento
e sollevato.
6. La domenica dopo il
Corpus Domini, per mezzo
del nostro cugino Sèrol, ho ricevuto la bella novella che sei
sana con tutta la mia famiglia e
che sei a quartiere in Badia, a la
Valle.
Era domenica sera quando
ho sentito la bella novella: ho
scaricato un peso enorme
pensando che i miei piccoli, la
madre e specialmente tu,
dopo due giorni di forti temporali, siete arrivati tutti sani a
destinazione.
A volte mi viene in mente “di
non potervi più rivedere tutti”.
La vita mia non mi dà pensiero,
bensì voi di famiglia.
Il più gran pericolo per noi è
quando si va di guardia e di
pattuglia che si sentono le palle
fischiare e sfiorarti. La notte è
ancora più brutta perché, al
buio, ci si può trovare a tu per
tu senza nemmeno accorgerci, come è successo questa
sera ad Andraz. Di ciò proprio
ora voglio raccontarti... senti:
“Questa domenica, in 40 militari siamo andati ad Andraz.
Siamo partiti alle 9 di sera e
siamo arrivati, con tutta
cautela, alle 11 e mezza, per
recuperare quel po’ di bevanda rimasta all’albergo Rosa
Alpina, prima che questa andasse a finire male.
Arrivati presso la casa di tuo
padre, nella notte buia, all’im-
provviso abbiamo sentito
sparare contro di noi due colpi
di fucile: sono rimasti feriti il
birraio e un militare del forte,
tutti due al braccio.
Dopo che abbiamo caricato
vino e birra senza essere più disturbati, erano le due di
mattina.
Devo farti notare che, prima
di lasciare il mio villaggio e specialmente la mia casa paterna,
ho dovuto piangere al pensiero di dove e come si troverà
la mia famiglia.
Sono andato per due volte
alla porta di casa: per fortuna
tutto era ancora a posto e non
era stato arrecato alcun
danno.
Appena partiti è incominciata una pioggia dirotta e l’oscurità era tenebrosa.
Siamo arrivati a Lasta alle 4
di mattina tutti bagnati da capo
a piedi. Ma tutto questo mi
pare un niente; il resto verrà
poi, nei giorni successivi.
7. Abbiamo avuto tutto il
giorno riposo, con la visita del
nostro Maggiore.
Le pattuglie italiane e austriache, in alta montagna di
Ornella, hanno avuto un combattimento sul mattino, con
perdite italiane.
I cannoni italiani si fanno
sempre più sentire sulla punta
del Col di Lana, essi hanno
l’intenzione di distruggere il
nostro posto principale di osservazione, ma sarà una cosa
molto difficile.
8. Oggi alquante cannonate dal forte sugli italiani
che avanzano.
Pare che, nel Tirolo, siano
arrivati in nostro aiuto due milioni e mezzo di germanici:
speriamo in bene.
9. La notte e fino a mezzodì
sono stato in servizio di
guardia. In tutto il giorno non si
è sentita che una cannonata e
ora che è sera, aspetto con
grande desiderio qualche notizia da te.
10. Una pattuglia di 30 militari, di quelli del forte, sono
stati fermati sotto l’ospedale-
Alberto Foppa all’entrata di una galleria a Plàn de la Mina (Col di
Lana-Sief).
ricovero da una forte scarica di
fucilate che hanno provocato
due feriti austriaci.
Poco dopo è partito anche il
comandante del forte con due
militari ed è seguita un’altra
scarica.
Questa mattina ho ricevuto
una lettera dalla Maria e Carolina e un saluto dalla mia
piccola Severina e ho subito risposto.
Oggi, per tutto il giorno abbiamo lavorato in trincea.
Forti cannonate dopo lo
scontro delle pattuglie con
quelle italiane. Queste ultime
hanno avuto grandi perdite e
sono state costrette a retrocedere.
Tre militari del forte sono rimasti morti e 4 feriti: fra questi
anche Giacomo Pezzei di Ornella.
Sulla sera, cinque cannonate austriache su 200 militari italiani hanno fatto un macello.
11. Sacro Cuor di Gesù.
Forti cannonate italiane;
mai sentito fin’ora tanto, né da
una parte né dall’altra e,
sempre più vicine, verso il col
di Mezzodì. Poco dopo gli italiani hanno dovuto cedere e
retrocedere.
Sulla sera m’è toccata la
sorte di andare in pattuglia assieme ad altri 29 compagni:
per fortuna non abbiamo
avuto nessun scontro. Gli italiani si erano ritirati in direzione di Andraz.
Questa volta, alle 11 di
notte, siamo ritornati felicemente nella nostra caverna.
12. Tutto il giorno abbiamo
lavorato nelle trincee, quindi
maneggi d’arma e scuola di
guerra.
Ho sentito che si lavora in
una strada che da Corvara va
verso il monte Castello per
poter condurre due grossi
cannoni che faranno tremare
la terra e saranno usati dai germanici stessi.
In due giorni saranno posti
sulle nostre cime 30 cannoni e
due grossi da 30 e mezzo.
13. Sant’Antonio. Oggi di
guardia fino a mezzogiorno.
Anche oggi, Sant’Antonio, i
cannoni sparano continuamente da ogni parte.
Oggi abbiamo ricevuto
delle riserve di conserve e gallette e abbiamo pure ricevuto
l’ordine severo sul servizio di
guardia che, in caso di trasgressione di questo, si verrà
puniti con estrema severità.
14. Non mi sento tanto
bene, ho un forte mal di pancia
che spero passerà.
Ho lavorato nelle trincee:
alle 4 di sera è scoppiata una
granata italiana vicino a noi.
Tutte le sere, qua e là si
sentono colpi di fucile.
15. Fin dalla mattina ha
avuto luogo un continuo attacco nel villaggio di Andraz
che è durato fino alle 11: gli austriaci hanno avuto un morto e
20 prigionieri. La perdita italiana fu più grave, con morti e
feriti. Gli altri, fuggendo, hanno lasciato indietro molte munizioni.
A sera è stato portato qui un
ufficiale italiano morto sul Col
di Lana e da qui è stato portato
a Contrin. Ora, dal forte della
Corte si spara da ogni parte.
In Andraz sono prigionieri il
Puster e Nina Pustra; il villaggio però non è ancora
invaso dai militari.
(continua)
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0022 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
Parrocchia di Colle
Qualche spunto di pastorale...
(da un intervento di don Luigi Del Favero)
La Chiesa italiana ci ha
consegnato un documento
per il nuovo decennio. L’Episcopato ci chiede una convergenza sul tema dell’educazione. Nelle settimane
scorse il Consiglio Permanente ha fatto un passo
avanti, necessario ed importante, delineando qualcosa
del cammino da fare. Il decennio sarà diviso in due: i
primi cinque anni saranno
dedicati al tema Comunità
cristiana ed educazione alla
fede; i secondi cinque a Comunità cristiana e città. A metà
ci sarà il convegno della
Chiesa italiana. Questi convegni hanno sempre segnato
delle tappe significative.
Il tema del primo anno pastorale suona così: Introdurre
ed accompagnare all’incontro
con Cristo nella comunità ecclesiale: soggetti e metodi dell’educazione alla fede.
Mi pare che ci troviamo
davanti ad un’occasione da
non sprecare. Davanti a
questa proposta si esercita
anzitutto la responsabilità
pastorale e la passione dei pastori: l’educazione viene a
toccare la loro paternità, la
loro identità di pastori, di presbiteri. Che altro sono se non
educatori alla fede?
Il contenuto del tema è
dato dall’espressione: “incontro con Cristo”; questo
non è scontato, né spontaneo, e può subire ostacoli. È
detto il luogo dell’incontro: la
“comunità ecclesiale”, che
rimanda però immediatamente alla vita, da articolare
al plurale. Rimanda al vivere
il “noi”, che il Consiglio Permanente ha indicato anche
come - ma vera - emergenza
sociale. Sono chiariti i destinatari: sono tutti, però passando dalle nuove generazioni (ragazzi, adolescenti e
giovani) colte nel loro na-
scere e vivere nella famiglia. Il
cosa fare è condensato nei
due verbi: introdurre e accompagnare.
Chi realizza tutto questo?
Soggetti che vogliono apprendere un metodo nuovo e
che sono essi stessi nuovi.
Infine, esauriti i lamenti e
date le analisi, dobbiamo lasciarci dare una direzione
dalla parola “introdurre”, che
dice inizio, che parla di un incontro. Suscita l’immagine di
un fuoco da accendere, di una
sorgente da ritrovare.
Biemmi ha utilizzato l’espressione “un cristianesimo germinale e incompetente sul
quale lavorare”.
Ci vengono suggeriti appuntamenti: qualcuno tra noi
lancia l’idea di cogliere il momento per creare qualche appuntamento particolare (es.
rinnovare la missione, indirizzata ai giovani; sinodo dei
giovani, Sentinelle del
Mattino,...).
Ci vengono chiesti degli
atteggiamenti. Sono quelli del
contributo di Biemmi: cri-
stianesimo germinale, promettente e incompleto. Don
Davide Girardi, parlando di
questo argomenti, dice: noi
abbiamo capito che i giovani
oggi non cercano un contenitore, ma vanno dove c’è un
po’ di vita. Non si contestano
i luoghi, ma ad es. ai centri di
spiritualità i giovani vanno se
c’è vita (preghiera, lectio,
ecc.).
Ci vengono proposti poi
dei percorsi: ci sono quelli noti
(parrocchia, famiglia, associazioni) e ci sono quelli
nuovi. Tutti dovrebbero mettersi in sintonia con il venite e
vedete proposto da Gesù.
Se mi chiedessero quali
sono le possibilità per il
prossimo anno, io mi sono lasciato prendere da quella luce
che c’è nelle parole: educare
è generare.
La parola che maggiormente oggi viene in bocca è la
famiglia: il soggetto dell’educazione alla fede è la famiglia!
Una provocazione per discutere insieme...
Attività del Consiglio Parrocchiale
Verbale di ottobre
Il giorno 18 del mese di ottobre 2010 si
sono riuniti presso la sala della canonica i
membri del Consiglio Parrocchiale della
Parrocchia di Colle Santa Lucia. Sono presenti il parroco Don Sergio Pellizzari, signori
Frena Paolo, Frena Annalisa, Delmonego
Maria Grazia, Agostini Carlo, Pezzei Alessandro, Pallabazzer Nives, Broglio Gabriella, Gabrielli Gigliola, Troi Franca, Piai
Enrichetta, Sief Luigi, Nicolai Paola, Dariz
Lucia Marina. Sono assenti: Circelli Angela,
Kerer Umberto.
Don Sergio dichiara valida la seduta costituita e atta a discutere e deliberare in merito
al seguente
ORDINE DEL GIORNO:
1) preghiera iniziale e verbale della precedente riunione;
2) la nota pastorale per la diocesi e i nostri
possibili approfondimenti;
3) lavori e situazione economica della parrocchia;
4) prossimi appuntamenti: visita alle famiglie, S. Cresima il 31.10, celebrazione dei
santi e defunti;
5) varie ed eventuali.
Assume la Presidenza il Parroco don
Sergio, il quale chiama a fungere da segretaria la signora Dariz Lucia Marina. Dopo
una breve preghiera, la segretaria dà lettura
del verbale della seduta precedente che
viene approvato all’unanimità.
Passando al punto 2 dell’o.d.g. don Sergio
dà ampia illustrazione riguardo alla nota pastorale della nostra Diocesi. Spiega cosa significa ascoltare: prima di tutto bisogna
educare noi stessi e poi educare gli altri, dare
ascolto al Signore per lasciarci insegnare da
Lui, e ancora, i rapporti umani che sono alla
base di tutto. Verranno in seguito presentate
delle schede, in totale 4.
La prima scheda sarà sull’ascolto che
verrà illustrata nel periodo dell’autunno; le
altre poi in Avvento, Quaresima, Pentecoste.
Al punto 3 dell’o.d.g. don Sergio comunica all’Assemblea che sono stati ultimati
i lavori per la sistemazione dell’allarme sia in
chiesa, sia in canonica. È stato fatto il pavimento presso l’organo. Don Sergio fa inoltre
presente la situazione del campanile della
nostra chiesa, che è molto danneggiato; è
già stato fatto un preventivo di spesa che si
aggira sui 30.000 euro. Ora bisogna attendere l’approvazione dalle Belle Arti; è
stata fatta una domanda di contributo alla
Regione Veneto; comunque il tutto verrà rimandato alla primavera prossima. Si delibera di aumentare il compenso-rifusione
alla Signora Loris per il suo servizio in chiesa.
Per quanto riguarda il ricavato del mercatino missionario (5.000,00 euro), viste le
spese da sostenere si decide di tenere euro
2.000 per i lavori del campanile, 2.000 verranno inviati nella missione di Padre Sisto e
1000 a Suor Agnese Grones in Pakistan.
Si passa così al 4o punto. Don Sergio comunica che inizierà la visita alle famiglie e
che il Vescovo sarà presente tra noi il 31 di
ottobre in occasione della Santa Cresima;
per la festa di Santa Lucia nostra Patrona, si
pensa di invitare il nostro ex parroco Don
Osvaldo Belli.
Tra le varie ed eventuali, don Sergio
spiega che per non danneggiare gli archivi e i
libri della parrocchia, sarebbe necessario archiviare tale materiale su appositi cd,
avendo la possibilità eventuale di accedere
ad un finanziamento per poter realizzare
questo laborioso lavoro. Null’altro essendovi da deliberare la seduta viene tolta
alle 22,30.
La Segretaria Marina
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0023 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Coro e Liturgia
Cari parrocchiani,
avrete notato che da qualche tempo manca, spesso e
volentieri, durante le celebrazioni, il suono dell’organo; per di più talvolta i
cantori sono in pochi e fanno fatica a svolgere al meglio i canti. Questo è dovuto
al fatto che gli impegni di
lavoro, uniti a quelli personali, impediscono sia all’organista e sia ai coristi di
essere sempre presenti, e di
sicuro non è dovuto a litigi o
a incomprensioni di alcun
genere. Con ciò voglio ricordare che lo scopo del
coro parrocchiale nella liturgia è quello di accompagnare l’assemblea nel canto,
non certo di fare esibizioni;
quindi ognuno deve unirsi
al coro per animare i riti,
siano messe solenni, domenicali o funerali.
Avendo dunque bene in
mente questo scopo non
peserà sicuramente il fatto
che ci siano pochi cantori e
neppure gli sbagli o le “stecche” che si commettono.
Quindi invito tutti, anche
se stonati, a rompere il silenzio durante il canto del
coro ed a cantare insieme a
noi. Inoltre è sempre bene
accetto in cantoria chi nutre
la passione per il canto, per
la musica e per il servizio
verso la comunità, per rinfoltire il coro e anche per
dare il cambio all’organista,
che da solo non può sobbarcarsi l’impegno di partecipare a tutte le celebrazioni.
L’organista Piergiorgio
23
Bilancio parrocchiale 2010
ENTRATE
Elemosine ................. 6.972,06
Candele votive .......... 3.126,14
Offerte servizi lit. ......... 790,00
Attività parrocchiali .. 2.387,10
Questue ordinarie ... 4.920,00
Offerte di privati ......... 5.704,00
Affitti e rendite ................... 1,00
Offerte straordinarie ... 5.336,40
USCITE
Imposte
assicurazioni .............. 1.556,59
Remuneraz. - rifus. .... 2.310,00
Spese di culto ............. 1.287,53
Attività parrocchiali ... 2.746,68
Spese gestionali ......... 6.206,04
Manutenzione
fabbricati .................... 1.084,68
Spese straordinarie .... 5.654,53
Tot. Entrate .............. 29.236,70
Tot. Uscite .............. 20.846,05
Attivo 2010 ................................................................ 8.390,65
Cassa Anime: Entrate ................................................... 882,83
Uscite ................................................................. 1.500,00
In cassa .................................................................. 892,10
P.C. Le nuove del Pais
Entrate ..................................................................... 2.864
Uscite ....................................................................... 2.012
L’attivo del 2010 ha compensato le perdite del 2009.
Corone d’Avvento
Anche quest’anno
si è ritrovato, puntualmente, un bel gruppo
di donne volenterose
per confezionare le
corone d’avvento.
Ognuna ha cercato di
dare ampio spazio alla
propria creatività e
fantasia utilizzando
materiale di riciclo. Il
risultato è stato molto
soddisfacente sia da un punto di vista estetico, sia da quello economico. Infatti sono stati raccolti e donati alla Parrocchia per il
restauro del campanile, euro 511,40.
Si notifica agli abbonati lettori
de Le nuove del Pais
di Colle S. Lucia:
Nel 2011 il Bollettino per la nostra parrocchia
uscirà in tre numeri, nella prossimità di
Pasqua, estate, Natale. Sarà legato ai numeri 2,
3 e 5 della intestazione del Decanato di Livinallongo.
Si coglie l’occasione per ringraziare vivamente tutti i collaboratori.
BUON CUORE BUON CUORE BUON CUORE
PER LA PARROCCHIA
Agostini Zita, Sief Pietro,
fam. Agostini Lorenzo e Lucia,
Agostini Alberto e Paola (BZ),
Pallabazzer Ettore, mo Tita
Sommavilla, 25o di matr. di
Pezzei Alessandro e Agnese,
Masarei Roberto, fam.
Chizzali Adelmo, fam. Pezzei
Costantino, Agostini Cecilia sr. Anna - d. Lino, Pallua
Adele, Piai Maria, Agostini
Emilia, a ric. Agostini Clemente, Masarei Giuliana, fam.
Pallabazzer Lino, Micheletti,
Pallua Brigida, Foppa Loretta,
Masarei Maria Livia, sposi
Mazzetto Gianmaria e Pavan
Valentina, Masarei Lucia, fam.
Troi Serafino, in mem. Frena
Paolina: Frena Elvira, fam.
Agostini Pietro, in mem.
Pezzei Elsa: i familiari, Masarei Livia, Dell’Andrea Armando, Chizzali Gioconda,
Piai Maria Anna Dariz, fam.
Colcuc Paolo, Codalonga
Francesco, in mem. Dell’Andrea Gian Franco: la
moglie Frida, in mem. Dariz
Maria Elisabetta: i familiari,
Agostini Angelo, Vallazza
Sofia, in mem. Frena Maria
Luigia Dariz: la famiglia e
cogn. Dariz Fortunato.
Dal rinfresco di S. Lucia:
325,00. Dal mercatino natalizio: 1.500,00
PER IL BOLLETTINO
Pallabazzer Fabrizio, Sief
Pietro, Agostini Marina (PN),
Martini Bortolina (Selva di C.),
Dariz Florindo (PR), Del Zenero Elena (Selva di C.), Frena
Giovanni (Bressanone), Troi
Rosanna (S.Giustina BL),
Dariz Giuseppina (MC), fam.
Agostini Lorenzo e Lucia,
Pezzei Paolino, fam. Pezzei
Costantino, Agostini Cecilia sr. Anna - d. Lino, Masarei Va-
leria (Agordo), Pallua Sommacal Giovanna (BL), Pallua
Susanna Manfroi (Trichiana),
Pallua Adele, Piai Maria,
Pallua Gemma (Rocca P.), Masarei Giuliana, Dall’Acqua
Renato, fam. Pallabazzer Lino,
fam. Micheletti, Dariz Fortunato, Dell’Andrea Armando, Agostini Sandra
L.(Selva di V.G.), Agostini
Aldo (D), Masarei Lucia, Agostini Ermenegildo (D), Frena
Paolina (Bressanone), Agostini Pietro e Mara, Lezuo Teresina, Chizzali Cristina
(Monguelfo), Frena Giovanni
(Caorle), Pezzei Francesca,
Frena Nicola (Erba), Piai
Teresa (Corvara), Notpurga
Helfer, Masarei Mirella e Detomaso Elena (Avoscan), in
mem. Dariz Maria Elisabetta: i
familiari, Lezuo Frida, Agostini Sara (D), Zasso Gabriella
(Agordo), De Mattia Anna
(Selva di C.), Agostini Angelo,
Nicolai Paola, Costa Nerina
(Selva di C.), Pallua Brigida,
Vallazza Sofia, Frena Domenico (Canada), Colleselli
Emma (Brunico).
PER OPERE CARITATIVE
(offerte imperate)
Migranti 60; Pastorale Dioces. 105; Terra Santa 283; Attività Organizzative Dioc. 80;
Università Cattolica 75; Carità
Dioces. 100; Carità del Papa
185; Seminario (Assunta) 670;
Seminario (primizia) 220;
Giornata Missionaria 190; Un
pane per amor di Dio 1.122;
Avvento di Fraternità 300; Infanzia Missionaria 300; Terremotati di Haiti 440.
NB. Le cifre rendono manifesta la
generosità dei parrocchiani, degli
amici (originari di Colle), degli
ospiti. A tutti un sentito ’grazie’ e il
ricordo nella preghiera.
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0024 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
24
«Le nuove del Pais»
Aspettando San Nicolò
Grande la gioia dei bambini di Colle, ma anche provenienti dai paesi limitrofi,
quando domenica 5 dicembre sotto un’abbondante
nevicata hanno visto arrivare a bordo di una slitta
davanti ai locali delle ex
scuole elementari San Nicolò
accompagnato da due angeli
e
dagli
immancabili
“crampus”.
Per i ragazzi l’attesa era già
iniziata nel primo pomeriggio quando si sono ritrovati presso i locali delle ex
scuole elementari con genitori e nonni al seguito per
assistere allo spettacolo teatrale di Pinocchio messo in
scena dalla compagnia “Attori per caso” di Alleghe.
Compensando in poco meno
di un’ora le vicende del burattino tratte dall’omonima
fiaba di Carlo Collodi, gli
attori sono stati in grado di
mantenere alta e desta l’attenzione della platea suscitando risate e tanta allegria. È
stata poi la volta del coro “Sui
sentieri del canto” che, sotto
la direzione di Roberta, ha
colto l’occasione tramite
alcune canzoni tratte dal suo
repertorio di coinvolgere i
bambini più piccoli presenti
in sala e di augurare liete festività natalizie a tutti i presenti.
Una volta uditi i primi
campanacci però, i bambini
avevano capito che fuori era
arrivato San Nicolò e, seppur
titubanti a causa della presenza dei “crampus”, gli si
sono ammassati attorno per
ricevere i doni che gli angeli
portavano appresso nei
cesti. Naturalmente, come
da tradizione, per ottenerli è
stata richiesta da parte degli
Oltre al raduno alla Mensa del Signore è gradito anche un momento
attorno alla mensa naturale. Come sono bravi, devoti, competenti,
disponibili - ministranti in chiesa, così sono allegri, simpatici, educati
i nostri ragazzi anche in un incontro conviviale. A tutti loro il
“grazie” e il “buon proseguimento”.
stessi la recita di una breve
preghiera e la conferma da
parte dei genitori riguardo la
buona condotta dei ragazzi.
Nel frattempo non sono
mancati cibi e bevande: i volontari distribuivano castagne, brulè, tè caldo e biscotti in grande quantità e la
soddisfazione per la buona
riuscita dell’evento è stata
generale.
Ringraziando tutti coloro
che hanno collaborato in
varia misura alla buona riuscita della manifestazione, vi
aspettiamo tanti e numerosi
per San Nicolò 2011!
Nonostante le avversità atmosferiche, le catechiste di Colle e Selva si
sono unite con il Parroco don Sergio, per una cena. La scelta del menù
non è stata casuale: la fonduta! Che ha visto tutti intingere nello
stesso piatto per prendere carne e verdure, segno di agape fraterna.
En bon nadal
dai tosac
Il 7 dicembre 2010 i
ragazzi di quinta
elementare assieme
alla catechista sono
andati a trovare alcuni
nonni di Colle e
persone che vivono da
sole.
Lo scopo della
visita era sia quello di
augurare loro un “bon
nadal” e sia quello di
regalargli un pensiero
e un momento di gioia
e spensieratezza.
Il gesto nella sua
semplicità è stato
molto apprezzato; infatti i loro visi esprimevano una sincera
commozione.
La catechista
11 novembre 2010. Nel giardino della sua casa nella periferia nord di
Buenos Aires: Florinda con la figlia, la nipote e Lucia.
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0025 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
25
Dal mondo della scuola
Anche quest’anno gli alunni
della Scuola Primaria di Santa
Fosca hanno voluto fare gli
auguri di buon Natale agli
amici della Scuola d’Infanzia,
ad amici e parenti, invitandoli
al loro tradizionale “Spettacolo natalizio”.
In attesa dell’arrivo di Babbo
Natale, che anche questa volta
L’infanzia
smarrita
Una volta esistevano ancora i
bambini. La loro vita era diversa
da quella degli adulti. Andavano
a letto presto. Non vedevano
tutto quello che i “grandi” vedevano. Non sapevano tutte le
cose che quelli sapevano. In loro
presenza certi discorsi non si facevano. Non dicevano parolacce e, se le dicevano, venivano
rimproverati. Non rispondevano ai genitori o ai nonni con
lo stesso tono che questi usavano
per sgridarli. Non avevano tanti
giocattoli, e quelli che avevano
erano abbastanza semplici. Da
tutti questi “no”, derivava un
grande “SÌ”: quello di una stagione della vita, l’infanzia, che
aveva la propria inconfondibile
identità e che consentiva un approccio graduale alla realtà, in
rapporto allo sviluppo complessivo della personalità.
Bambini simili agli adulti
Oggi molti bambini vanno a
letto tardi, vedono gli stessi spettacoli televisivi e cinematografici a cui assistono i “grandi”,
sanno tutto sul sesso e su tantissime altre cose, assistono alle
liti dei loro genitori (da cui, anzi,
talvolta vengono chiamati a fare
da arbitri), dicono tranquillamente parolacce, rispondono
per le rime a chi li riprende,
hanno tutto quello che desiderano e giocano disinvoltamente con apparecchiature
elettroniche che i loro genitori
stentano ad azionare.
Insomma, sono molto più
precoci e disinibiti dei loro coetanei di trent’anni fa. Tanto
precoci da sembrare, a volte, fin
troppo simili agli adulti. Proprio
per questo, però, non sono più
bambini. E, in conseguenza di
ciò, non riescono nemmeno a
crescere.
La loro stessa frenesia di avere
“tutto e subito” esclude la storicità e fare esperienza di essere
in cammino e che ciò implica necessariamente una progressività. E progresso significa attesa
di un futuro a cui pazientemente
è giunto puntuale e carico di
dolci, i bambini hanno intrattenuto gli ospiti dando prova
delle loro capacità artistiche.
Molto divertente la storia di
Babbo Natale alla ricerca di
una moglie; interessante la
rappresentazione in dialetto
della leggenda dei “Salami del
re” (inserita nel Progetto
Ladino di Istituto).
Con una danza hawaiana
sulle note di “Astro del Ciel”,
abbiamo viaggiato sulle ali
della fantasia verso i paesi
caldi.
Sempre piacevoli le poesie
recitate dai più piccoli e dedicate ai vari aspetti del
Natale.
Le esecuzioni musicali (con
strumentini e flauto) hanno
messo in evidenza l’impegno
con cui gli alunni si sono preparati.
Il canto finale “Il Natale è...”
ci ha ricondotto al vero significato di questa ricorrenza: ...è
Gesù che rinasce tra noi!
Le insegnanti
Carnevale con la scuola dell’Infanzia
di Selva di Cadore:
occasione di gioioso incontro
Chi si fosse trovato casualmente in piazza a Selva di
Cadore il pomeriggio del 24
febbraio, avrebbe potuto
ammirare un festoso e colorato gruppo di bambini travestiti nei personaggi più amati.
si lavora; significa consapevolezza di trovarsi in uno stato iniziale, e di dover tendere a una
maturità che ancora non si possiede; significa, per un bambino,
un contesto adeguato alla sua
realtà di bambino, come condizione del suo diventare adulto. Il
corto-circuito fra il punto di partenza e il punto d’arrivo blocca lo
sviluppo.
Gli eterni “figli di famiglia”
Il risultato è quello che sta
sotto i nostri occhi: bambini che
si comportano da adulti e adulti
che si comportano da bambini.
Alla precocità estrema dei più
piccoli fa riscontro, via via che
crescono, una fragilità, una incapacità di scegliere, una ripugnanza nei confronti di qualunque responsabilità, che
impediscono loro di raggiungere
un reale equilibrio. Perciò,
quando diventano adolescenti,
da un lato sono troppo aggressivi, dall’altro rimangono
Festeggiavano, tra coriandoli e stelle filanti, il carnevale. La breve sfilata organizzata lungo “la passadora”
si è fermata alla sala culturale
del museo “Vittorino Cazzetta” per assistere al diverfragili, esposti a crollare per un
nonnulla. E a trent’anni ci sono
ancora “giovani” che non se la
sentono di affrontare l’esperienza del matrimonio o qualunque altra situazione che sia
veramente impegnativa.
Molti non riescono addirittura a trovare la forza per staccarsi da casa e restano eterni
“figli di famiglia”.
Alla radice non c’è una mancanza, bensì l’eccesso di stimoli, di
esperienze, di proposte, che li ha
frastornati e ne ha soffocato la
graduale maturazione da
bambini. A uccidere l’infanzia,
nei paesi del terzo mondo, è la
fame; da noi è la sazietà. Una vita
buona ha bisogno, sempre, ma
soprattutto oggi, di un certo “impoverimento”. Voler possedere,
voler essere tutto impedisce, alla
fine, di avere una forma. Una
statua emerge dal marmo solo se
si ha il coraggio di togliere
qualcosa, con lo scalpello, all’amorfo blocco iniziale. Quello
tente spettacolo di burattini
della compagnia teatrale l’Aprisogni “I tre porcellini”.
Allo spettacolo hanno partecipato anche i bambini
della scuola dell’infanzia di
Sottoguda che a loro volta
hanno ricambiato l’invito ai
compagni.
Gli artisti con la loro professionalità e simpatia hanno
donato a bambini e adulti
momenti di gioiosa spensieratezza.
La festa si è conclusa dolcemente davanti ad uno
stuzzicante buffet offerto generosamente dai genitori.
Un sentito grazie a chi ha
permesso la realizzazione
della festa: i comuni di Colle
e di Selva, la pro loco di Selva
e i genitori che in varie forme
hanno dato la propria collaborazione.
che può sembrare un sacrificio,e
che in qualche modo lo è, (del
prezioso materiale viene
asportato, sbriciolato, perduto),
costituisce però la condizione inderogabile per il delinearsi di un
volto. Potrebbe essere una metafora del nostro problema.
Senza qualche rinunzia non
emerge mai la persona.
L’identità e
la differenziazione
La massificazione, di cui tutti
oggi ci lamentiamo, dipende in
larga misura da questo. Sono le
nostre scelte, vale a dire i nostri
sacrifici, perché ogni vera scelta
ne implica qualcuno, a determinare la nostra identità e a differenziarci dagli altri. Nella
nostra cultura, che esclude per
principio il sacrificio e demonizza la povertà, l’individuo è
come il blocco di marmo prima
dell’azione dello scultore:
uguale, più o meno, a tutti gli
➥
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0026 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
26
«Le nuove del Pais»
Un saluto da Beatrice
da Regenburg.
State frequentando il terzo
anno di scuola superiore? Avete
mai pensato di andare via e
passare un anno all’estero per imparare bene una lingua o semplicemente per fare un’esperienza
diversa che ricorderete per tutta
la vita?
L’anno scorso, proprio in
questi mesi stavo decidendo se
provare questa “sfida” o se
invece rinunciare a tutto e condurre la mia solita vita. Non è
stata una scelta facile, ma vi posso
assicurare che se dovessi tornare
indietro e se dovessi rifare quella
scelta, sarebbe facilissimo, direi
subito di sì. Il perché?
CONTINUA DA PAGINA 4
altri blocchi di marmo. Il consumismo ci omologa.
Da qui anche la difficoltà nell’instaurare relazioni personali
profonde. Per comunicare bisogna essere diversi. Per costruire
qualcosa insieme bisogna integrarsi, e l’integrazione suppone
le differenze. Un corpo dove
tutte le parti fossero identiche
non sarebbe un organismo. Una
volta la differenza la si scopriva
da bambini, in famiglia. C’erano
i nonni, anziani. C’era il papà.
C’era la mamma. C’erano fratelli
e sorelle. Ognuno aveva la propria inconfondibile fisionomia e
il suo ruolo specifico. Oggi capita
che i nonni siano in una casa di
riposo, il papà e la mamma facciano vite molto simili ispirate a
un vorticoso attivismo, e non ci
siano in casa né fratelli né sorelle. Cosicché è molto difficile
per un bambino confrontarsi
con quella dimensione fondamentale della diversità che è il
passato (i racconti della nonna i
ricordi del nonno), ma anche
specchiarsi in quel modello che
dovrebbe essere costituito dalla
figura paterna e da quella materna. Per non parlare del caso,
purtroppo sempre più frequente,
in cui l’una o l’altra di queste
figure sia venuta meno, per lo
sfasciarsi del matrimonio, e sia
stata sostituita da quella, indifferente oppure ostile, di un “compagno” o di una “compagna” del
genitore rimasto. Altrettanto
problematica è diventata, infine, per il figlio unico, la percezione di che cosa possa essere la
“fraternità”.
Non c’è da stupirsi, a questo
punto, che la nostra si avvii ad
essere una società di single. Da
bambini soli non può che nascere solitudine. Da bambini che
non fanno un’adeguata espe-
rienza dell’“altro” non possono
che venire degli adulti egocentrici che, anche quando stanno
con qualcuno, non riescono a
uscire da una logica autoreferenziale.
“Buchi neri”, che assorbono
con insaziabile voracità tutto
quello che può servire ai loro bisogni, ma non sanno andare
oltre se stessi, e tanto meno donarsi. Non si può dare quello che
non si ha. Ed è molto difficile che
si abbia quello che non si è ricevuto da piccoli.
Adulti
senza spessore umano
In verità, di regali i nostri
bambini ne ricevono tanti, fin
troppi, ma raramente trovano
chi si doni a loro. La tendenza dei
genitori, oggi, è più spesso quella
di proiettare sul figlio le proprie
esigenze, che non di porsi al servizio delle sue. Mai come nella
nostra società, forse, l’atto di generare è stato concepito in funzione di chi lo compie, piuttosto
che di chi ne è il destinatario.
Essere padre e madre non è più
una missione, ma una gratificazione, la soddisfazione di un bisogno soggettivo.
Risulta evidente da questo
quadro che lo smarrimento dell’infanzia come età specificamente diversa da tutte le altre, è
un frutto diretto della perdita di
spessore umano degli adulti. La
condizione dei bambini è la
cartina di tornasole che ci rivela
lo stato di salute dell’intera società. Perciò gli sforzi, che oggi si
fanno, per riscoprirne i diritti e
rispettarne la dignità, vanno salutati come un segnale estremamente positivo. A patto che ci si
impegni davvero a restituire ad
essi la loro infanzia.
d. Giuseppe Savagnone
Oltre a imparare molto bene la
lingua, si conoscono nuove
persone e si impara a socializzare
sempre più in fretta, anche se all’inizio le difficoltà linguistiche
non permettono certo di esprimersi sempre come si vorrebbe,
ma bisogna tentare senza pretendere che i risultati arrivino
subito.
Inoltre penso che sia molto importante stare un pò lontani dalla
famiglia perché si impara a gestirsi da soli, a organizzarsi il fine
settimana (la scuola finisce il venerdì), a pensare ai biglietti per il
viaggio di andata e di ritorno,
senza avere sempre i genitori che
programmano tutto.
Non bisogna certo aspettarsi
che sia tutto facile anche perché
fuori dall’Italia l’intero sistema è
totalmente diverso, soprattutto a
scuola. Tuttavia dopo i primi
giorni di insicurezza, quando ci si
è piano piano ambientati diventa
tutto normale.
Qui in Germania ho conosciuto così tante persone che inizialmente non ricordavo nemmeno tutti i loro nomi. Nel sistema scolastico tedesco, per
esempio, non ci sono le classi
rigide come da noi. Per ogni materia c’è un’aula in cui si fa lezione sempre con gente diversa.
Così hai modo di poter conoscere, socializzare e parlare con
molta più gente. Molti li ho conosciuti anche nel collegio dove
abito in cui alloggiano solo atleti
che praticano soprattutto baseball e hockey su ghiaccio e pro-
vengono da tutte le parti della
Germania.
Trascorrere un anno all’estero
è possibile grazie alle varie associazioni come Intercultura, oppure EF e tantissime altre meno
conosciute. Oppure ci si può rivolgere alla regione Trentino
Alto-Adige, come ho fatto io, che
mette a disposizione anche dei
tre comuni di Colle, Livinallongo
e Cortina delle borse di studio per
soggiorni in Germania, Austria,
Francia, Inghilterra e Irlanda. I ragazzi che richiedono di partecipare alle selezioni dovranno
sottoporsi ad un esame scritto e
uno orale (niente di difficile,
basta solo studiare un po’). I materiali verranno forniti direttamente dalla Regione. Chi supera
entrambi gli esami potrà partire
per il Paese scelto.
In più la Regione non manda
gli studenti da soli all’estero, noi
qui a Regensburg siamo in 4 così
come ad Augsburg e in Austria.
Penso che queste opportunità
arrivino solo una volta nella vita,
meglio non farsele scappare!
Per maggiori informazioni vi
consiglio di visitare il sito della regione Trentino Alto-Adige. Oppure se volete potete contattarmi
al mio indirizzo mail: bea.colcuc hotmail.it sulla mail precedente ho dimenticato di inserire
nell’articolo il sito della regione
Trentino Alto-Adige nelle ultime
righe. Potresti metterlo tu? http://
www.regione.taa.it/europa/Soggiorni.aspx. Grazie mille
Bea
Edilizia agevolata
in località Costa
Da tempo l’Amministrazione Comunale si è attivata
per favorire la realizzazione di
tre nuovi fabbricati di civile
abitazione in loc. Costa.
Ora si è finalmente giunti ad
una conclusione, anche se parziale, con la realizzazione dei
primi due edifici, grazie all’interessamento di tre famiglie di
residenti, che aderendo alla
proposta, hanno reso possibile
l’avvio di tale operazione e la
relativa cantierabilità delle
opere entro l’estate prossima.
Le famiglie interessate
hanno apportato, in accordo
con l’Amministrazione Comunale, alcune modifiche al
progetto originale.
I fabbricati non saranno più
costituiti da tre unità abitative
ciascuno, ma saranno edificati
come unità bifamiliari divise a
metà dalla linea del colmo.
Ciascuna unità abitativa,
avrà a disposizione un seminterrato con cantina, autorimessa, deposito legna o altro e
centrale termica; un piano
terra, un secondo piano e una
mansarda.
Per il completamento però,
dei primi due fabbricati, risultava necessario reperire un
altro soggetto da affiancare agli
attuali interessati per poter
dare seguito all’operazione.
Si è pensato pertanto di
coinvolgere la stessa Parrocchia, che ha dato la propria disponibilità, riservandosi una
unità abitativa, che verrà
messa a disposizione di nuovi
eventuali interessati.
Rimane naturalmente, la
possibilità di realizzare, come
previsto inizialmente, il terzo
fabbricato, e per questo eventuali interessati sono invitati a
contattare direttamente l’Amministrazione Comunale.
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0027 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
27
Presepe a Colle
La colonnina di mercurio
del termometro segna - 14, di
sicuro a Betlemme il clima era
più mite, e se penso alle perplessità di un presepe vivente
all’aperto, a Mestre con 3-4
gradi di “gelo”, mi viene da
sorridere.
Nei locali dell’ex scuola con
Paola vestiamo i personaggi:
ecco i pastori incuriositi ed en-
tusiasti con le lampade antiche
in mano, le pastorelle con i
cesti della frutta, le brocche
con l’acqua, il pane, i re magi
che pian, piano diventano misteriosi, ecco Erode, l’angelo, i
soldati romani, l’oste e sua
moglie, Maria e Giuseppe vestiti alla paesana e, paffuto e
sereno avvolto nelle coperte,
Gesù bambino. Rivivere la Na-
tività nei luoghi della vita di
ogni giorno, ascoltare e contemplare il mistero dell’incarnazione nelle immagini offerte dai personaggi in carne
ed ossa, ci invita infine a benedire Dio venuto ad abitare
in mezzo a noi inchinandoci al
bambino ninnolato da Maria
nella stalla.
Il centro storico di Colle nel-
l’incantato imbrunire invernale ci ha accolto; Sandro e
alcuni suoi amici hanno preparato con cura le luci, la tenda
dei pastori, la stalla, con la
mucca vera! Insieme abbiamo
seguito la carovana di Giuseppe e Maria fino “alla stalla
di Betlemme”.
Grazie a tutti!
Silvia e Roberto
1aa edizione “Ciasparun”
Lo scorso 19 marzo la Pro Loco di
Colle Santa Lucia, in collaborazione
con vari sponsor, ha organizzato la
prima edizione della “Ciasparun”. Ambientata nello spettacolare e suggestivo scenario della zona del Passo
Giau, la manifestazione non competitiva prevedeva un percorso ad anello
di circa 4,5 km da percorrere muniti di
ciaspe e di tanta voglia di stare assieme
e divertirsi. Partendo dalla località Fedare, il percorso si è snodato attraverso
i prati di Melei fino a giungere alle
pendici dell’Averau per poi chiudere il
cerchio scendendo lungo l’ultimo
tratto di pista. Non essendo completamente sgombro da nubi, il cielo non ha
lasciato intravedere ai 62 partecipanti
la bellezza e l’unicità che è tipica di un
tramonto assaporato sopra i 2000
metri ma, nonostante ciò, i partecipanti hanno potuto ammirare ugualmente la bellezza di un paesaggio innevato e nel contempo selvaggio.
La sorveglianza lungo il percorso è
stata garantita da un buon numero di
membri del Soccorso Alpino di Colle e
dei paesi limitrofi e ciò ha suscitato particolare apprezzamento tra i concorrenti che, nel tempo medio di 50
minuti, hanno completato il percorso
ritornando così a Fedare. Prima della
premiazione e dell’estrazione a premi,
i partecipanti si sono ritrovati tutti assieme all’interno del rifugio dove Ivan
aveva preparato per tutti un buon
piatto di pasta. Allegria e tante risate
hanno accompagnato la cena fino a
quando, verso le nove, tutti sono usciti
sulla terrazza per le premiazioni. La
luce che emanava la luna in un cielo
ormai sgombro da nubi ha reso molto
particolare la consegna dei premi.
Le prime tre classificate per la categoria “Donne” sono state: 3. Fontanive
Claudia 39:35.77, 2. Zaetta Emanuela
37:01.90, 1. Minotto Fernanda
35:52.77, mentre per la categoria
“Uomini” sono stati: 3. Bonata Serafino 28:57.86, 2. De Zordo Mauro
25:50.33, 1. Berolo Ruggiero
22:56.85.
Sono inoltre stati premiati il concorrente più giovane (Foffani Andrea,
classe 2003), quello meno giovane
(Bernardi Severino, classe 1947) e gli
ultimi arrivati di entrambe le categorie
(Gabriel Bruna e Frena Diego).
Vista la buona e concreta riuscita
della manifestazione, la Pro Loco di
Colle Santa Lucia desidera ringraziare
vivamente quanti hanno in qualche
modo collaborato con un caloroso
GRAZIE! Al prossimo anno con una
nuova Ciasparun!
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0028 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,54 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
28
«Le nuove del Pais»
Ancora un brano della nostra storia
Correva l’anno 1911(1) : era
parroco dal 1898 don Francesco
Declara, sacerdote che noi ultrasettantenni di oggi abbiamo conosciuto attraverso la lunga memoria dei nostri nonni e genitori
che lo nominavano spesso con
tanto rispetto, devozione, riconoscenza che ne fecero anche
per noi una figura di sacerdote
molto importante.
Ma il fatto che qui volgiamo
mettere in evidenza, costituisce
un particolare della storia del
nostro paese e riguarda le amate
campane che fedelmente, per
secoli, scandirono il ritmo della
vita di noi Collesi.
Si era, evidentemente, resa
necessaria la sistemazione di
una nuovo impalcatura che le sosteneva sul campanile; la
vecchia reggeva dal 1754
quando era avvenuta la collocazione dei sacri bronzi dopo il
tragico evento del 16 agosto
1753 in cui un fulmine aveva abbattuto il campanile e fuso le
campane allora esistenti.
Dopo il fatto, premurosi i
nostri antenati avevano ricostruito il campanile e trasportato
le danneggiate campane a Bressanone presso la ditta Grassmair
perché fossero rifuse.
Non mi fermo a ricostruire le
2aa edizione della “Torciolata”
Sabato 1 gennaio 2011 verso l’imbrunire un nutrito
gruppo di persone, tra cui molti
bambini e ragazzi, si è ritrovato
in piazza a Colle per dare avvio
alla seconda edizione della
“Torciolata”. Tale evento è
stato organizzato nell’ambito
delle manifestazioni natalizie
realizzate con la collaborazione di tutti i gruppi di volontariato del comune.
Molte le novità rispetto alla
scorsa edizione, prima fra tutte
la location della camminata
che, invece della salita verso
Costalta, quest’anno ha toccato rispettivamente gli abitati di
Soppause, Canazei, Tie per
concludersi in località Belvedere; un’ ulteriore elemento
positivo è risultato essere il
numero dei partecipanti che,
nonostante il freddo pungente,
ha visto raggiungere quota 115
che, rispetto all’ottantina di
persone dell’anno scorso, è un
dato che ha dimostrato l’apprezzamento della manifestazione sia da parte dei paesani
che da parte degli ospiti in vacanza.
La serata fredda, ma in compenso limpida, ha reso partico-
larmente suggestiva la camminata che progressivamente
si è divincolata fra case, boschi
e prati innevati. In meno di due
ore i partecipanti hanno raggiunto la località Belvedere formando un suggestivo serpente
umano di luci e torce ben visibile anche da lontano che ha
ispirato un notevole numero di
fotografie da diverse angolature.
Grande la soddisfazione
degli organizzatori che, con la
gentile collaborazione di Roberto, avevano predisposto
alla fine del percorso tè caldo,
brulé, panettone e pandoro in
modo da intrattenere i partecipanti durante l’estrazione a
premi che è avvenuta sulla terrazza dell’omonimo locale.
Nel frattempo era stato predisposto un servizio di taxi per riportare le persone a Colle.
Una medaglia costruita artigianalmente in legno, recante il
numero di iscrizione, è stato il
ricordo di quest’edizione che
ogni partecipante ha potuto
portare a casa assieme al ricordo di una bella passeggiata
diversa dal solito effettuata in
compagnia.
difficoltà dell’impresa attraverso la via di comunicazione
del tempo: Passo Giau, Cortina,
salita e discesa...
La storia attesta che, nonostante tutto l’inimmaginabile
travaglio, nel 1754 la Granda, la
Mesana, la Nuova, e la Piccola
erano nuovamente al loro posto.
A sostituire l’impalcatura, di
allora che aveva 150 anni, fu
chiamato il maestro carpentiere,
proveniente dalla Val Badia,
Mattia Declara che assunse due
giovani del luogo: Giovani Costalta e Giovanni Masarei a fare i
manovali sotto la sua stretta dipendenza.
Da allora sono passati cent’anni!
Vi furono, nel corso di questo
secolo, altri due interventi riguardanti le campane: l’impianto di elettrificazione (anni
1960) resosi necessario quando,
progressivamente, si dovette
constatare come il mutamento
stravolgente del modo di vivere
a Colle evidenziasse le difficoltà
di mandare avanti la tradizione
dei bravi campanari volontari
che prestavano i loro servizi in
ogni importante occasione.
La realizzazione dell’im-
pianto fu sostenuta finanziariamente da don. Albino Lezuo.
Nel 1979, quando ormai da
qualche anno si constatava il
progredire di una crepa nel
corpo della Granda (pesante
ben 14 q.li) fu deciso di portarla
a riparare alla casa ove era nata,
la Grassmair, che però nel frattempo si era trasferita a Innsbruck.
L’impegno fu grande ancora,
sia pur con una situazione di
mezzi e strade non comparabile
a quelli del 1754.
I bambini e i ragazzi di allora
presero parte con interesse curioso al ritorno della campana da
Innsbuck e al suo posizionamento nella cella campanaria
sul campanile.
Ne è testimonianza la foto che
qui si riporta.
Miria Sief
(1) La data del 1911 è stata riferita verbalmente da un informatore ed è quella che si
riscontra scolpita nell’impalcatura stessa. Vito Pallabazzer ne “Colle S. Lucia.
Vita e costume” riporta
come data iniziale dei lavori
il 1909.
Le donaze e el pan e vin
La vigilia dell’Epifania 2011, come ogni anno, all’imbrunire è
diventata piena di magia. È stato acceso, per la gioia di tutti, un
grande “pan e vin” preparato dai ragazzi vicino al magazzino dei
Pompieri, dove vari volontari avevano preparato brulè, panettone e addirittura le fortaie per far festa. Poi con campanacci
e orridi volti sono apparse le “donaze”. Ad aspettarle oltre ai
bambini, come sempre curiosi ma timorosi, c’erano anche tanti
adulti paesani e turisti, ed anche Telebelluno che ha voluto riprendere una delle più antiche usanze di Colle.
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0029 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
29
La storia delle campane
Siamo abituati a sentire il suono delle
campane scandire il tempo e i ritmi giornalieri, quasi come qualcosa di immutabile che
da sempre accompagna l’uomo, ma, come
per molte altre cose, questo non è proprio
vero e anche le campane e il loro suono
hanno una storia che si perde nella notte dei
tempi.
Le prime campane erano oggetti in terracotta, in legno o fatte con semplici lastre di
ferro, solo più tardi furono realizzate in
bronzo e cominciarono a produrre un suono
simile a quello che oggi conosciamo.
Il nome deriva probabilmente dal famoso
bronzo della Campania con cui si narra
siano state fuse le prime campane da S.
Paolino, Vescovo di Nola.
L’uso delle campane era conosciuto già
prima di Cristo, erano utilizzate in Oriente,
soprattutto in Cina, paese in cui hanno rivestito e rivestono un ruolo molto importante.
Anche altre popolazioni conoscevano la
campana e fra questi gli Egiziani, a loro
sembra si debba la diffusione della campana
nel Mediterraneo.
L’uso di questo strumento si è poi ampiamente diffuso in epoca romana, piccole
campanelle erano utilizzate sia in ambito religioso sia in altri ambiti della vita sociale, ne
sono un esempio i mosaici di Pompei che raffigurano delle campanelle utilizzate per richiamare i bagnanti.
La massiccia diffusione in Europa avvenne però ad opera dei Cristiani, questi
ultimi non videro subito di buon occhio
questo strumento legato, come detto, ai culti
romani pagani, e l’utilizzo fu piuttosto graduale.
Nella clandestinità dei primi incontri dei
culti cristiani venivano utilizzati i tintinnabula, piccole campanelle, e i signa detti
anche “sacri legni”, erano tavolette di legno
percosse fra loro. Tale antica pratica si è
conservata nel tempo; nel periodo che intercorre tra la sera del Giovedì Santo e il Sabato
Santo, in cui le campane non suonano e
vengono, come si dice, “legate” per rispetto
alla sofferenza di Cristo, si usa ancora il
legno, nel nostro caso la Batola (raganella)
per annunciare le sacre funzioni.
Le campane cominciano a diffondersi
con impiego prettamente liturgico dopo il V
secolo nei monasteri, maggior importanza
assumono a partire dal VII secolo, la tradizione attribuisce infatti a Papa Sabiniano
(604-606) l’usanza di far suonare le
campane nelle ore canoniche e durante la
celebrazione dell’Eucarestia.
Attorno al IX secolo le campane raggiunsero a pieno la loro identità di segnale
legato in modo certo e indissolubile al cristianesimo.
Con la diffusione delle campane nelle
chiese comincia anche a delinearsi l’importante e necessaria figura del campanaro, sovente associata al sacrestano, ma che nel
tempo ha conosciuto diverse forme.
San Guido da Anderlecht è il patrono dei
campanari e sacristi, ad esso si aggiunge
anche Santa Barbara considerata parimenti
patrona dei campanari in quanto la tradizione la vuole capace di controllare i fulmini,
elemento naturale che come vedremo interesserà l’uso delle campane.
Le campane nel tempo hanno assunto
forme, dimensione e caratteristiche spesso
molto diverse fra loro, le forme attuali che vediamo nei nostri campanili sono abbastanza
recenti, sono state rese più belle con preziosi
decori esterni, la nostra campana Granda ad
esempio reca interessanti decorazioni a bassorilievo con la Madonna che schiaccia il serpente, S. Cristoforo, S. Sebastiano, S.
Rocco, S. Giorgio e S. Lucia.
La campana, almeno nelle forme attuali, è
uno strumento cosiddetto a vaso rovesciato,
solitamente in bronzo, con battaglio di ferro
fissato all’interno, il quale, se percosso fa
emanare un suono squillante.
Le campane possono essere fisse o in movimento; le campane fisse vengono percosse
dall’esterno da un martello o muovendo il
battaglio mediante una corda, questi sono i
metodi di suono più antichi, le campane in
movimento producono il suono attraverso il
battaglio a sua volta in movimento.
Con l’esperienza i fonditori hanno raggiunto livelli di perfezione molto alti donando alle campane una voce robusta, pastosa e armoniosa.
Ne sono un esempio ancora le nostre
campane di Colle che suonando insieme
formano un interessante e melodioso accordo in “mi bemolle minore”, probabilmente però l’incrinatura della Granda, pur
riparata, ne ha compromesso in parte il tono
originale e in generale l’intero concerto.
Il suono melodioso delle campane nella
tradizione popolare fu utilizzato anche per
scopi non religiosi, tale funzione andò diffondendosi verso il XII secolo.
Anche per la nostra comunità, non a caso,
era in uso il modo di dire sonà dal temp ,
ovvero suonare le campane per allontanare
l’imminente rischio di temporali, con relativi
fulmini, o forti grandinate. In questo caso
veniva suonata la Granda, dedicata anche S.
Rocco, santo invocato nelle campagne appunto contro le malattie del bestiame e le catastrofi naturali.
Se il pericolo era imminente e grave venivano suonate anche la Nuova e la Picola
per ciamà l Preve, cui seguiva una funzione
religiosa con la lettura dei quattro vangeli accompagnata dal concerto di tutte le
campane.
Altro ruolo importante era svolto dalle
campane in occasioni di incendi; la Granda o
la Mesana venivano suonate in modo che il
battaglio urtasse la campana da una parte
sola, sonà a martel, questo suono veniva utilizzato anche per annunciare altri eventi
tragici come le guerre.
Le campane possono ben rappresentare
l’anima di una comunità, portano notizie,
chiamano a raccolta, ritmano lo scorrere del
tempo, al loro suono corrispondono sentimenti, emozioni e stati d’animo.
Oggi si è persa molta conoscenza sul suono
della campane e sulla loro funzione di “strumento di comunicazione” ma restano comunque un testimonio fedele della presenza
degli uomini e della loro fede sul territorio.
Moreno Kerer
La os de
noste ciampane
Da sunsom el Col de Santa Luzia
el son se slargia e dalonz el cor:
pea via la “Picola” la “Nuova”
la “Granda” se ocor, la “Mesana”.
Bateva l cuor, co i le scotava
a chi da Col e i se domandava
Ci elo da nuof? Elo vea de festa?
Chi elo mort?... e i contava i segn
Elomo fuoch? Le sona a martel!
Aulif benedet debot i brujava
devoti, po l segn de la Cros
e picui e granc sturtai auna:
che l Signor ne intravarde
da mai e da disgrazie de jent
del fuoch e del bistiam.
E via con condole a destudà
o via col pich, a passà la os,
a otà le aive che no le giave
strade e mote da dejemà
l laor de chi che tant a laurà.
Dadoman ntel vignì di
sonava puntuali le aimarie
e incia co l sol jiva a fiorì.
L eva “l’angelo del Signore”,
na Rechia ai morc e “in nome de Dio”
se dauriva e sarava l di.
L eva festa e le ne insignava:
jon a messa, vistii da feste,
che no basta strussié e rangà
l timor de Dio vol e se fidà
che l temp laora e le reguiste
le paga l giust e ne dà l pan.
I eva incia le noste ciampane
el “meteo”, cussì l ciamon encuoi.
Le deva segn: l’aria tirava
en bot da de sot o da saren
e chi pi vege si i lo sava
se l indoman se restelava
o se l eva n di da cason.
Encuoi ste storie le sà da zacan;
ai pi jovegn tant no interessa
le strussie e le fadie del bacan;
lori i sà: con la falciatrice
piegn e rive se spadolea
in pressa e prest
po, col trator se fas l rest.
Lassonie fà... i sà poben lori!
M noi vege se le scoton
noste ciampane dei tempi biei
e ncora encuoi se regordon.
Autra musica? No sion usai:
giradischi, rock, television?
Sion contenc de avè la fortuna
che la os de le ciampane
co la sention ne fas la sviejia
de se incontrà... de tignì auna.
Maria Sief
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0030 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
30
«Le nuove del Pais»
Giorno di festa, festa della vita!
Il 6 gebbraio la chiesa di
Colle era più gremita del
solito perché si è avvertito
un autentico desiderio di
unirsi in preghiera e...
pregare per la vita.
Oggi più che mai se ne
avverte la necessità e l’urgenza visto che, a quanto
pare,viene sottovalutata attraverso atteggiamenti e
modi di vivere, di concepire ed anche di morire.
L’uomo senza Dio, senza fede, si sente sempre più
un atomo vagante capace
di vivere alla giornata in
attesa di finire nel nulla, nel
baratro dell’indistinto e dell’insignificante, in un
nuovo mondo che non
esiste!
Ma a Colle, Viva Iddio!,
la fede è ben radicata e in
questo giorno le giovani
coppie allietate dall’arrivo
“del gran dono del Signore”
si pongono ai piedi dell’altare in comunione con il
Parroco, segno della Chiesa particolare, non solo per
ringraziare ma soprattutto
per affidare se stessi e la
propria famiglia a Dio
Padre, a Dio Figlio, a Dio
Spirito Santo ma anche per
mettersi sotto la loro protezione chiedendo l’intercessione alla Beata Vergine
Maria e alla Santa protettrice di Colle: Santa Lucia
Un nonno
FESTA DI SANTA LUCIA
Anche quest’anno come nei precedenti, la comunità di Colle ha
voluto preparare nel migliore dei modi questa solenne ricorrenza.
Tanti erano i sacerdoti attorno all’altare, invitati per l’occasione da
don Sergio per la concelebrazione della Santa Messa.
Son arrivati fino a Colle, i parroci di Alleghe, S.Maria delle Grazie,
Rocca Pietore, Arabba e il nostro Decano da Livinallongo.
Però la sorpresa più bella che don Sergio ha voluto farci, è stata la
presenza del nostro amatissimo don Osvaldo, parroco di Colle dal
1981 al 1989.
Tanti e bellissimi i ricordi, di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di condividere alcune esperienze in quel periodo di pastoralato.
Ricordi della quaresima
Durante il periodo quaresimale, il
pellegrinaggio a S.Maria delle Grazie
era molto sentito e partecipato da
parte dei Collesi.
Si andava a piedi se la stagione lo
permetteva, da Pian si scendeva percorrendo la strada de “sponda”,quelli
di Posalz scendevano a Codalonga e
costeggiavano il torrente fino alla confluenza con il fiorentina e li ci univamo
recitando il rosario fino ad arrivare al
santuario.
Mi ricordo un particolare aneddoto
che mi raccontava mio padre in riferimento a questo pellegrinaggio.
All’epoca Colle (prima della grande
guerra) apparteneva ancora all’Austria
e durante queste visite quaresimali al
santuario, un anziano prete passava fra
i banchi dell’allora piccola chiesa, augurando a tutti la pace dicendo “pax
tecum” e aggiungendo, per coloro che
erano austriaci, “voi altri todesch se no
avè palanche podè mete corone”.
Immaginatevi se la cosa poteva
passare senza che a qualcuno non
scappasse da ridere.
Anche oggi durante il periodo quaresimale, ci diamo appuntamento al
santuario per un momento di raccoglimento e di preghiera, giungendo direttamente con moderni mezzi di trasporto, perdendo però una bella
occasione ed opportunità di poter
pregare insieme, condividendo fatiche e portando con noi quei fardelli
da deporre ai piedi della Madonna
delle Grazie.
Lezuo Marina
Tipografia Piave: ML nl: COLLE----0031 nome: PASQUA 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,55 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
En ricordo de Vito
Per scomenzè scusa se te dai del ti
ma de te da del voi te m ave proibì
Le ruà el secondo istà
che no te vedòn pi a pasà
avaron dasen da azetà
chel che el Signor a destinà.
No podon nia desmentiè
quant ben che te ias volù a tuo Pais
e el gran laor che t as fat
per lasè na somenza de tue raìs
Con umiltà tas dagnora laurà
publicaziogn de ogni sort
t as sapu fa
Mi te recorde encora tosàt
scrupolòs e volontadif
e proprio sa Pont
t ave tuo paradìs
31
COMUNITÀ IN CAMMINO
Matrimonio:
2011
1. Il 15 gennaio si sono uniti
in matrimonio nella chiesa di S. Lucia Mazzetto
Gianmaria, da Ospedaletto Euganeo (PD), e
Pavan Valentina, da Este
(PD).
Fuori parrocchia:
Esequie cristiane:
2011
Per ji a scola no te sparagnave
en te la sola
ma fin che no t ave capì fastide te deva
canche ogni di la maestra
otà pagina la volèva
Sti agn co te vedeve a pasà
pensave proprio quante ote sto Vito la
pagina avaralo girà
Proprio via da albina
te te godeve la pas
forse secada se da chele crepe
se destacava calche sas.
Colleselli Gianluca, da Fossal, con Costa Isabella, nella parrocchia di Caviola il 2 ottobre 2010.
1. Pezzei Elsa, con. Nicolai
Guido, di anni 77, da Pian,
morta in casa il 24 gennaio
e sep. in parrocchia il 26.
Solo co ruava Checo e la Nina
a se pee l’aiva per para ju el zigher
te coreve ai didà
e te molave tuoi liber
El bosc da la crepa
te piaseva contemplà
dai pez ai lares ai pinch,
da la savina al jenever
a duce l suo valor te save i dà
I vege i vif de ricordi e i e contenc
che en te tua cortina tes tornà
e co i pasa davant via
de cuor en saludo i te dà
2. Dariz Maria Elisabetta
ved. Frena, di anni 80, da
Posalz, m. ad Agordo il 26
gennaio e sep. a Colle il 28.
A Teresa da Tie
3. Dell’Andrea Gian Franco, di anni 72, da Pian, m. a
Trento l’8 febbraio e sep. a
Colle il 10.
4. Frena Maria Luigia con.
Dariz Giuseppe, da Posalz, n. 1 luglio 1928, sposa
per quasi 53 anni (8
maggio 1958), madre di 6
figli, tutta dedita con generoso amore a lavoro e
famiglia, m. in casa il 6
marzo e sep. in parrocchia
l’8 marzo.
Fuori parrocchia:
A un anno dalla sua dipartita
Voglio ricordarla pubblicando i versi di una poesia da lei scritta e dedicata ad
ognuno di noi in occasione della festa dei 40 anni. Anno 1994! Ciao Teresa!
Florinda Dariz
1954
L eva en an bel come el sol
l è nasù òt tosac via Col!
La Daniela l è capitada
ultima de na gran coàda,
e co granda l è vignùda
in Svizzera la se ne suda.
La Florinda bionda de Posauz
la ruava stràca fòra dei Vauz;
l à incontrà el suo “grande amore”
a le Terme de Salsomaggiore!
Osvaldo nasù l è albergator
e prèst l a ciot su suo bon laor,
sun Pordoi d istà e d invar
nol se lasa scampà en afar!
E per Cleto l eva dura
co i voleva “bela scritura”!
Po l è vignù en brao artesan
e l se n è su incesà a Bolzan.
Da Pont vigniva Paolo Masocco
che n ta Còl s a fermà poco
pi dalonz de duc l è ruà,
valc ote el torna a saludà.
Giorgio e l ava longia e bela
da Costauta con sua cartela!
L eva da gusto che no se dis
e l Signor l a volù sun Paradis.
Paolo de Pio l a rais a Col,
l a fat la cèsa e sen si el no vol,
l a la botega de ciauzar
cusì on incia en caligàr!
Sé sa ben, la Teresa da Tie
la zerciàva da spès compagnìe,
a si a scòla i a piasù
e la no n a pii lasè su.
Duc auna, na bela clase
con os alegre, aute o base,
an valgune n on combinà
ne piase se tornà a ciatà!!!
– Colleselli Riccardo (Burio
da Pien), n. a Colle il 27 novembre 1921, deceduto a
Teodone/Dietenheim il 30
gennaio 2011, ved. Di
Maria Mair e padre di tre
figli.
«Il giorno 21 dicembre
2010 si è spenta serenamente
a Bolzano, tornando alla casa
del Padre Elvira Frena di
anni 80. Il tuo sorriso e il tuo
amore rimarranno per sempre nei nostri cuori».
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0032 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
Parrocchia di Arabba
LA LUCE DI PASQUA
È domenica. Sono due
giorni che le campane non
suonano.
Nessun
segnale
al
mattino. Nessun segnale a
mezzogiorno. Nessun segnale neppure la sera.
Le campane ci fanno compagnia, la loro voce è come
quella di uno di famiglia.
Anche dopo anni di lontananza, appena la loro voce
giunge agli orecchi di chi si
era allontanato, il cuore sussulta.
È la voce che ha accompagnato la giornata. Sono le
campane che hanno suonato
per annunciare l’anno
nuovo. Le campane che
hanno suonato per i momenti lieti. Che hanno salutato gli sposi novelli.
Quelle che hanno suonato
ad ogni festa. Le campane
che hanno suonato per la
nostra prima Comunione e
per la nostra Cresima. Ma
anche quelle che hanno salutato per l’ultima volta le
persone a noi care, tanto
amate.
È domenica di Pasqua, e finalmente le campane
suonano di nuovo.
Il loro suono sembra
ancora più festoso e gioioso.
Esse salutano la risurrezione di Gesù.
Esse ci dicono: “Rallegrati!
Oggi è festa grande per tutti
perché Cristo è risorto...”.
Negli anni della Grande
Guerra ogni campana era
stata requisita. Buttata giù
dal campanile, spezzata e
portata in fonderia per farne
cannoni. Il bronzo benedetto
e consacrato, il bronzo che
aveva salutato gli eventi lieti
e tristi della vita dei nostri
avi era stato distrutto, cancellato, e trasformato in strumento di morte.
Finita la Guerra, nuovamente i cannoni furono fusi e
ritrasformati in campane.
Esse ritornarono al loro
posto. La loro voce non era
più quella di prima, ma il
loro suono tornò a regolare il
giorno, la notte, le feste, le
gioie e i dolori.
Le campane che tacciono e
poi risuonano, fanno rivivere non solo la morte e la
risurrezione di Cristo, ma
suonano per risvegliare in
ciascuno di noi quella vita
nuova.
Ciascuno di noi ha i suoi
lati di ombra, di peccato, di
tenebre.
Esse ci accompagnano
sempre per tutto il corso
della nostra vita. Cercare di
staccarle da noi come se miserie, peccati, difetti, non
fossero nostri sarebbe come
cercare di staccarsi dalla
nostra ombra. Nessuno
potrà mai riuscirci!
Il cero pasquale: la luce di Cristo che rompe le tenebre. La Vita che
vince la morte. La Speranza che vince la disperazione e la paura del
futuro: Cristo risorge, ALLELUJA!!
BONA PASCA A DUC!
I nostri difetti fanno parte
di noi, della nostra vita, della
nostra storia personale. Ce li
portiamo dietro dall’infanzia, dalla giovinezza.
Sono parte delle nostre esperienze.
Quando cerchiamo di
negare tutto questo, di dare
la colpa agli altri, alle situazioni passate o presenti, cadiamo nella menzogna, nel
ridicolo. Perché noi siamo
anche i nostri limiti. Non
siamo perfetti.
Gesù risorto non è semplicemente tornato in vita.
La nostra risurrezione
non sarà semplicemente ritornare vivi.
La nostra risurrezione
sarà diventare nuove
creature.
La Pasqua ci ricorda che
Gesù è la vita nuova promessa anche a ciascuno di
noi.
La risurrezione di Gesù è
la luce che è talmente forte da
far sparire ogni ombra.
Ma per entrare in quella
luce occorre guardare la
luce. Non la nostra ombra.
Occorre fidarsi che quella
luce è una luce benevola, una
luce che ci passa da parte a
parte. Ci attraversa il cuore,
la mente, le profondità più
nascoste della nostra anima,
della nostra storia.
Mettersi sotto la luce di
Cristo risorto è come uscire
dall’ombra gelida dell’inverno, che ci aveva quasi
bloccato i movimenti per
metterci sotto il calore della
luce del Sole che è Cristo Risorto. Il nostro corpo si
scalda. Il calore ci penetra fin
nelle ossa non siamo noi a
generare quel calore. È il
Sole. Così è anche per la
nostra anima che esce dall’ombra del peccato per mettersi alla luce di Cristo.
Certo, occorre fare un passo
verso la luce. Fidarsi della
luce. Farsi avvolgere dalla
luce.
La vita nuova giunge a noi
col primo passo. Pasqua è
passare dal freddo delle
ombre, al calore della Luce
di Dio. Lasciamoci prendere
per mano dal Signore e approfittiamo della grazia dei
Sacramenti per sentire
anche in noi le campane che
suonano a festa, non solo per
salutare la risurrezione di
Cristo, ma la nostra vita
nuova!
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0033 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
Orario Feste Pasquali 2011
33
Arabba/Reba
Novitè/News
DIC DA N VIADE / DETTI DI UNA VOLTA
DOMENICA DELL’OLIVO 17 aprile
Festa del Ringraziamento (ore 18)
Ore
8.00
9.15
10.30
18.00
ORNELLA
RENAZ
ARABBA
ARABBA
Lunedì santo ARABBA
Ore 16.00 adorazione eucaristica
17.00 Santa Messa
Martedì santo ARABBA
Ore 16.00 adorazione eucaristica
17.00 Santa Messa
Mercoledì santo ARABBA
Ore 16.00 adorazione eucaristica
17.00 Santa Messa
20.00 Confessioni
Giovedì santo BELLUNO
Ore
9.00 Concelebrazione solenne col Vescovo
Giovedì santo ARABBA
Ore 20.00 Messa nella Cena del Signore
(offerta del pane per amor di Dio)
Venerdì santo ARABBA
Ore 15.00 Liturgia del Venerdì santo
(offerta per la Terra Santa)
Venerdì santo da MASAREI a CHERZ
Ore 20.30 Via Crucis per tutto Fodom
Sabato santo ARABBA
Confessioni nelle curazie e ad Arabba
Ore 20.30 Veglia pasquale
DOMENICA DI PASQUA 24 aprile
Benedizione dei cibi pasquali e uova
Ore
8.00 ORNELLA
9.00 RENAZ
10.30 ARABBA
18.00 ARABBA
Lunedì dell’Angelo 25 aprile
Ore
8.00 ORNELLA
9.00 RENAZ
10.30 ARABBA
“Cänche Burz
l sbuja, lé ora
de pié fòra”
Traduzione: Quando si
vedono macchie di terreno sui
pendii del Burz, si può andare a
lavorare la campagna.
Una delle prime zone
esposte al sole, col conseguente veloce scioglimento della neve sono i prati situati sotto la frazione di Varda.
Infatti, la maggioranza dei
contadini di Arabba aveva
diversi campi in questa zona.
Mia madre, Pierina de Jàn si
ricorda che la vigilia di S.Giuseppe (18 marzo del 1944), la
famiglia “De chi de Piere”
aveva già arato il campo.
La Pasqua porta
con sé anche la visita
annuale del parroco
alle famiglie: si comincerà da Col
d’Ornella, per scendere verso Pè d’Ornella; poi da Fossel
fino al Forte e Ruaz,
Renaz, Cherz e Alfauro. Per ultimo
Varda e Arabba.
Le visite saranno
mattina e pomeriggio
e dureranno circa tre
settimane (da martedì di Pasqua fino a
metà maggio).
“L temp de la
setemana grassa
lé come cäl de la
setemana Sänta,
coscita lé l temp
de l’aisciuda
e coscìsarà l auton!”
Queste erano le previsioni a
lungo termine di una volta,
senza internet e senza satelliti.
Mostra
del Caravaggio
Nella sala parrocchiale di
Bolzano Bellunese è possibile
visitare la mostra “L’urlo e la
Luce”, un’esposizione che
ospita delle riproduzioni fotografiche di opere del Cara➥
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0034 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
34
«Le nuove del Pais»
Festa
Del Ringraziamento
Quest’anno, la festa del Ringraziamento si terrà domenica
17 aprile alle ore 18.00 presso
la chiesa parrocchiale di
Arabba.
Appuntamento per ringraziare il Signore della stagione
invernale che ha portato a tutti
lavoro, soddisfazione e benessere.
Al termine della celebrazione, ognuno riceverà un
piccolo pensiero dell’evento.
Novità da Fodom
vaggio. Il progetto espositivo è
frutto del lavoro di ricerca del
Prof. Roberto Filippetti, il
quale è stato presente all’inaugurazione ed ha spiegato ai visitatori diversi aspetti e simboli della pittura di Caravaggio.
Durante l’apertura della
mostra è possibile assistere alle visite guidate, grazie all’impegno di numerosi volontari.
Come parte integrante della
mostra è presente un dipinto di
una Madonnna con Bambino,
il quale è stato comissionato
per l’evento a Gabriele Grones,
ed esposto in una cappella
adiacente alla sala espositiva.
La mostra rimane aperta
fino al 17 aprile 2011, dalle ore
16 alle ore 19, chiuso il lunedì.
Coro Parrocchiale
di Arabba
Il coro parrocchiale di
Arabba è sempre presente con
tutti i componenti in tutte le occasioni: vigilie, feste natalizie,
Pasqua...
Un augurio di buona Pasqua
e anche di doveroso ringraziamento a tutti i cantori che con
non poco sacrificio sono
sempre presenti alle prove con
don Vito.
Sempre bravo anche il suonatore Diego De Tomaso che
con grande tenacia diventa
sempre più esperto.
Si attendono sempre volentieri voci nuove o chi avesse
passione e gioia per il canto.
Per chi che rua “da sot n su”
per vegnì en tà Fodom, i se
embat en te doi cartiei che i
toma delongo en tel ogle.
Un lé Al Fèver sun cèsa de
Batista de Uliana che el reclamizza e el fèsc vedei la nuova
costruzion del “Villaggio Sellaronda” che vignarà costruì
verso rù, sot Al Fèver per fè su
cèse per foresti e apartamenc
da väne. Cäst sarà el davegnì
de Fodom.
N auter cartel lé cäl sot a la
funivia de Chäl Väsco che l reclamizza l nuof logo “Porta Vescovo Dolomiti Resort”.
Arabba, 5 marzo 2011: i cinque bambini della prima confessione,
Yuri Costa da Pezzei, Elena Demattia da Alfauro, Isabel Crepaz da
Pè d’Ornella, Giada Bandiera da Ruaz e Arianna Dorigo da Arabba:
riceveranno la prima Comunione domenica 8 maggio 2011.
Snow Park
In primavera verrà data la
priorità ai lavori per la realizzazione dello “snowpark” vicino
al Plan Boè. Si dovrà aspettare
ancora un po’ per la costruzione del rifugio del Burz che
non verrà realizzato per l’estate
come programmato.
Libri Novità
Recentemente sono usciti
due libri di particolare interesse: “I segni del sacro nelle
tradizioni ladine” di Luciana
Palla e “Le memorie di un incorreggibile sbrigliato” di
Angelo Tajani.
Il primo libro cataloga ed illustra tutti i crocefissi e simboli
sacri presenti nella Valle di
Fodom e di Colle Santa Lucia.
Tutto questo grazie al lavoro
scrupoloso di ricerca di Luciana Palla.
Il secondo libro racconta le
vicende di un meridionale che
parte da Amalfi per andare a lavorare ad Arabba.
Racconta anche diversi
aspetti della vita del paese visti
da una persona che si è saputa
inserire in una realtà per lui
lontana.
Divertenti anche gli aneddoti di vita che si svolgevano
attorno all’Hotel Posta di
Arabba.
Goffredo Dander
Il cesto pasquale: una bella tradizione vuole che nel giorno di Pasqua
si portino in chiesa a benedire le uova e il cibo che si consumeranno
nel giorno più solenne dell’anno, che ci richiama alla gioia e alla Vita
nuova in Cristo e nella Chiesa!
LA VOCE DEI REGISTRI
(gennaio - marzo 2011)
BATTESIMI
ALESSANDRO FEDELI,
di Aldo e Barbara Pra, nato
a Belluno l’8 giugno 2010,
da Paluacia di Arabba, battezzato il 27 marzo 2011.
MATRIMONi
nessuno
MORTI
nessuno
Arabba, 27 marzo 2011: Battesimo di Alessandro Fedeli.
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0035 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
«Le nuove del Pais»
NOTIZIE DAL COMUNE
San Giuseppe
Urbanistica
È stata approvata, con grande impegno dell’amministrazione e dei tecnici
una variante parziale al P.R.G. finalizzata
alle “zone agricole”, che consentirà di costruire le stalle anche a quote superiori ai
1600m, opportunità finora impedita da
un’assurda scelta urbanistica Regionale.
Alla seduta consigliare del 09/03/2011,
su invito del Sindaco, il dott.arch. Mauro
DE CONZ (Studio associato Planning, redattore degli elaborati) ha illustrato nei
particolari la variante, precisando che è
una variante “pilota”, prima in assoluto
nella Regione Veneto, e che la stessa, con
relativa informatizzazione, è un lavoro
non fine a se stesso ma in funzione anche
del futuro PATI.
L’approvazione della variante sopraccitata, ha permesso di concedere a Cristian Grones il diritto di superficie per ca
5380mq e per una durata di 99 anni in
località Costa de Besadoura, (fra Arabba e
Passo Campolongo a quota 1770m ca)
per costruirvi una struttura agricola con
stalla ed eventuale punto vendita diretta
dei relativi prodotti.
Turismo
Riconosciuto ufficialmente, con il patrocinio del Comune, il nuovo Logo dell’area turistica del comune di Livinallongo, “Arabba Fodom Dolomites”.
Caratteristiche
del logo proposto:
Il logo, visto nel suo insieme inscindibile;
● Con la “A” sinuosa a simboleggiare
le nostre Dolomiti, le loro pareti verticali, i
loro ripidi pendii, la loro altitudine
estrema che ha
portato il consorzio Dolomitisuperski a definire la
nostra area turistica con la denominazione
“HEIGHT”, quota, altitudine, cima... appunto, alto. Una “A” di amore per il nostro
territorio, e per le Dolomiti;
● Il trinomio Arabba - Fodom - Dolomites
vuole abbracciare tutto il territorio comunale sotto un unico, forte e riconoscibile elemento identificativo.
Il nuovo Logo sostituisce di fatto il
vecchio logo “Terre dell’orso”, ed è auspicabile che venga utilizzato il più possibile
come simbolo identificativo della località,
da gran parte delle attività che operano
nel Comune di Livinallongo, in particolare
sui prodotti tipici locali.
Varie
Sono riconfermate per l’anno 2011,
l’aliquota dell’addizionale comunale all’
IRPEF nella misura dello 0.4%, per l’ICI
l’aliquota ordinaria rimane al 7%, l’aliquota ridotta al 4% per le unita immobiliari ad uso abitazione principale, fienili
ad uso agricolo, ecc. così pure la detrazione per l’abitazione principale è riconfermata in 227.00 euro.
D. Maurizio
al Centro Servizi per anziani
Il 19 marzo, festa di San
Giuseppe, è per noi della
Casa di riposo da sempre una
giornata molto sentita e partecipata. Il Santo che ricordiamo in questa data, veglia
su di noi quotidianamente,
ci protegge e rende la dimora
dei nostri anziani un luogo
sicuro e accogliente.
Come ogni anno non è
mancata l’attesa per il pre-
35
disagi di una società complessa come la nostra, accoglierne la sofferenza e le difficoltà quotidiane.
Parole profonde del
nostro sacerdote hanno poi
supportato i fedeli presenti,
donando loro coraggio, pazienza e fiducia nel futuro,
aiutandoli ad accettare con
serenità il susseguirsi degli
eventi della vita, frutto di un
disegno oltre la nostra
umana capacità di comprensione, ma proprio per
questo unico e straordinario.
Come ogni anno questo
evento ci unisce nel dire
grazie al padre fondatore di
questa struttura, Don Elio
Ghiretti, un grazie che si irradia a tutti i padri del
mondo nella speranza di una
loro presenza sempre sicura
e virtuosa, che con colori
forti illumina e accompagna
la strada dei nostri bimbi nel
futuro.
libato pranzo preparato
dal cuoco Carlo Roilo, che
in ogni occasione si distingue per amore, passione
e grande professionalità nel
suo lavoro, trasformando un
momento di piacere in un
momento ricercato dove la
tradizione culinaria del
luogo si sposa con la magia
delle sue mani.
Il momento di riflessione
e preghiera amministrato
dal nostro parroco don Alfredo Murer e reso solenne
dal coro parrocchiale di
Pieve, ha saputo cogliere i
Un abbraccio sincero a
tutti i partecipanti, che con
la loro presenza rendono
gioiosa questa casa e sempre
rinnovata nello spirito solidale che l’ha sempre caratterizzata.
Gloria Micheluzzi
Direttore don Alfredo Murer
responsabile ai sensi di legge
don Lorenzo Sperti
Iscr. Tribunale
di Belluno n. 4/82
Stampa Tipografia Piave Srl - Belluno
Tipografia Piave: ML nl: PIEVEL28-0036 nome: APRILE 2011 data: 26-04-11 Ora: 15 alt: 73 , 00 Compos.:15,53 del 26-04-11 base: B2 col: CMYK
36
«Le nuove del Pais»
OFFERTE
(fino al 22 marzo)
Per la chiesa e
le opere parrocchiali
In mem. Moè Felicita, il marito
Federico e famiglia; Testor Rita nel
45o di Matrimonio, Canazei; Dagai
Rolando, Brusaporto; Boscaini Rosalba, Bosco Chiesanuova; Palla
Antonio, Alleghe; Crepaz Maria
Pia, Trento; P. A. (missioni), Doglioni Leonisio, Feltre; Manzato
Alessio e Nevis; Pellegrini Rosa
Palla; Impianti Pordoi; N. N.
Per il riscaldamento: Federa
Paola; Grones Anna; Testor Elio; N.
N.; Delmonego Aldo; Coro Femminile Col di Lana; molte altre famiglie in occasione della benedizione delle case.
Per il restauro dell’organo
Mascioni
De Battista Ugo e Giacinta; Delazer Anna, Ortisei; don Alfredo;
Crepaz Paolino; Foppa Anna;
Uscite: primo acconto per restauro dell’organo alla Ditta Mascioni: 11. 000, 00 euro.
Offerte varie
Pastorale Diocesana (180); Per la
venuta del Papa nel Veneto (220).
Chiesa di Andraz
Pezzei Sabrina, San Cassiano;
Franco Demaldè, San Secondo;
Anna Crepaz; Roncat Cecilia; diverse famiglie in occasione visita
annuale;
Chiesa di Digonera
Daurù Giuseppe, Calalzo; Dellea
Roberto; De Lazzer Paola (risc.);
Bellenzier Giovanni (risc.), Alleghe; De Cassan Margherita; le famiglie in occasione della benedizione;
Chiesa di Larzonei
Martini Rita e Alessio; Beatrice
Gabrielli; Delunardo Hannelore;
Per il bollettino
Casaril Luigina; Vallazza Ada,
BL; Bizzarini Pierfrancesco, Bl;
Dalvit Cecilia, Vittorio V.; Tomaselli Rita, Canale A.; Vallazza Annamaria, Gravellona Toce; Rigo
Maria, Frangarto; Roilo Maria Pia,
Canale; Alverà Giuseppe, Cortina;
Dorigo Antonio; Dorigo Primo, Bl;
Corazza Liberale, Zoldo; Palla
Milio, Boscariz; Vallazza Maria
Lodovina, Vimercate; Soia Dino,
Caviola; Pallua Remigio, Ortisei;
Perucon Burrei Nadilla, Cortina; De
Cassan Cassiano, Laste; Dorigo
Elvira, Lagundo; Battistella Dina,
Merano; Finazzer Bruno, Siusi;
Testor Croce Rita, Canazei; Davare
Giuliana, Selva Cadore; Costantin
Antonio, Zoldo; De Lazzer Santo,
Rocca; Testor Rosa, Leggiuno (Va),
Delazer Liliana, Cinisello Balsamo;
Grandesso Marcello, Arino-Dolo;
Dorigo Augusta, Vicenza; Demattia
Hans, Bz; Sief Paolina, Roana;
Frena Eduard, Bz; Bassot Delfina,
Penia-Canazei; fam. Soratroi, Bl;
fam. Bassot, Rocca; De Carli Irene;
Soppelsa Roberto e Pia, Listolade;
Palla Antonio, Alleghe; Testor
Pierina, Canazei; Palla Giovanni, S.
Vito C.; Dorigo Ernesto, Burolo
(To); Moè Viviana, Cencenighe;
Costantini Renata, Agordo; Demarch Angelica, Levico Terme;
Callegari M. Teresa, Campi Bi-
sanzio; De Grandi Maria, Casalmoiocco; Martignon Bianca, Preganziol; CPM.; Daberto Simonetta,
Lecce; Daberto Lidia; Mussner
Anna Crepaz, Selva VG; Correggiolo Lasta Gabriella, Ferrara; Troi
dott. Carlo, Bressanone; Jori Alfredo, Corvara; fam. Crepaz, San
Gregorio; Crepaz Livia, Bolzano;
Pauletti Antonio, Feltre; Bagnara
Gasparino, Vallada; Delazer Maria
Elsa, Merano; Bulferetti Pietro,
Ponte di Legno; Delazer Maria
Maddalena, Bolzano; Simonetta;
Crepaz Paola, Belluno; Testor Giovanni, Abano Terme; De Cassan
Silvia, Selva VG; De Lazzer Giusy;
Angiol Emma; Devich Sergio, S.
Vito Cadore; Denicolò Carmen;
Pallua Lidia, Buenos Aires (Argentina); Roilo Enrico, Fortezza;
Palla Ghita, Valmontone; Colleselli
Eugenio, Corvara; Rita Sorarui,
Ziano; Masarei Renato; Dalvit
Paolo, Padova; Enrich Irma e figlie;
Davare Pietro, Pian Falzarego;
Testor Renata, Treviso; De Toffol
Silvio, Vallada; Crepaz Silvano;
Lot Maria; Lino Soratroi; Raffaella
e Erika; Morandi Giampietro,
Marzio; Gabrielli Cammillo,
Cortina; Da Pian Ada, Caprile;
Fantini Franco, Modena; Ferrario
Romano, Arcore; Crepaz Ernesto,
Gardone; Crepaz Alberto, Corvara;
Foppa Claudio, Capriana; Dagai
Rolando, Brusaporto; Sief Fiorenzo, Fanano; Irsara Lucia,
Bolzano; Lezuo Rita; Lang Severina, Laion; Reberschak Maurizio, Venezia; Vallazza Giuseppe,
Laives; Jori Giancarlo, Trodena;
Palla Flaviano, Saviner; Nerina
Bassot, Rocca; Scagnet Gemma,
Visome; Dezulian Gina, Bolzano;
Delunardo Ivo, Milano; Federa
Paolino, Ortisei; Dibona Quirina,
Nicolosi; Gattolin Nicola, Verona;
Bernardi Attilio, Laives; Demaldè
Franco, San Secondo; Fontanive
Luigina, Caviola; De Cassan
Sandro e Rosa; Splendore A. Maria,
Vicenza; fam Sottil, Brescia; Dagai
Modesto, Trento; Dagai Ernesta,
Cles; Sweigkofler Antonio, Ora;
Montel Giovanni, Bolzano; Quellacasa Irene, Fai della Paganella;
Chenet Agnese, Cortina; Bassot
Nevio; Murer Marina; Palla Marta,
Villorba; Zanella Cristina, Feltre;
Maria Luisa Icardi, Laives;
Avoscan Francesco, Avoscan; Delfauro Maria Lucia, Bologna; Bertò
Renato e Speccher, Trento; Cereda
Anna M, Cassago Brianza; Detomaso M. Frida, Cortina; De Nadai
Lucia, San Fior; fam. Trebo
Carmen; Andreazza Pezzei Maria
Anna, Caprile; Dariz Maria GraziaClaudia; Delunardo Eugenio; Faber
Leopoldo e Loredana; Angeli
Brigida, Selva; Vallazza Stefano;
Angelo e Anna Dagai; Foppa Paolo,
Belluno; Delfauro Jolanda, Bore
(PR).
Uscite: per stampa e spedizione
del numero 1/2011: euro 2.460,73
dei quali 1.764,95 per la parrocchia
di Pieve; il resto per Arabba.
Nota: ringrazio vivamente le numerose persone che hanno inviato
offerte per il bollettino e per le
chiese, in particolare quelli che
hanno preso a cuore il restauro dell’Organo della chiesa di Pieve, facendomi arrivare i primi contributi.
ANAGRAFE
NATI
1) Davare Luca (Alfauro) nato a Brunico il 07/02/2011.
MORTI
1) Martini Candida Maria
(Svizzera) nata ad Ornella il
08/01/1926 e deceduta a
Kloten/Zurigo il 29/01/2011,
vedova di Ferrer Alfredo,
madre di 3 figlie.
5) De Grandi Danilo (Mas di
Sedico) nato a Laste il 15/
12/1953 e deceduto a Trieste il
24/02/2011, coniugato con Cagnati Anna, padre di due figlie.
2) Foppa Delia (Appiano/BZ)
nata a Brenta il 05/01/1936 e
deceduta a Bolzano il 29/
01/2011, vedova di Galvan
Pierino, madre di due figli.
6) Palla Veronica (Corte) nata a
Corte il 05/06/1924 e deceduta
a Valmontone (Roma) il 28/
02/2011, madre di una figlia.
3) Dagai Maria Antonietta
(Corvara/BZ) nata a Salesei il
26/09/1933 e deceduta a
Brunico (BZ) il 02/02/2011, coniugata con Iori Alfredo,
madre di otto figli.
7) Testor Ottavio Albino (Germania) nato ad Agai il 06/
11/1937 e deceduto a Lippstadt (D) il 18/03/2011, celibe.
4) Rudatis Serio (Saviner di
Laste) nato a Rocca Pietore il
31/07/1936 ed ivi deceduto il
01/02/2011, coniugato con Demarch Maria Teresa, padre di
due figlie.
8) Pezzei Giacomina “Bina”
(Roncat) nata a Campo Tures (Bz) l’1.08.1918, deceduta a
Pieve di Cadore l’01.04.2011,
ved. di Roncat Michele, madre
di cinque figli di cui uno morto.