Canon EOS 400D

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Canon EOS 400D
allʼoculare per spegnere lo schermo nellʼistante in cui lʼocchio
si avvicina al mirino, al sistema di abbattimento dello sporco
sul sensore tramite le vibrazioni del filtro anti-alias, e persino
alla presa gommata per il pollice.
Rispetto a Sony, Canon implementa un sistema software sul
modello di Nikon che permette di individuare i granelli di
polvere presenti sul sensore e quindi di schermare tramite il
software Canon Digital Photo Professional le zone corrispondenti allo sporco.
Canon insomma si butta anima e corpo nella ricerca di come
risolvere lʼannoso problema e tiene presenti le varie soluzioni offerte dal mercato: manca soltanto il filtro protettivo che
Sigma monta in corrispondenza del bocchettone dellʼottica
delle sue reflex!
Test
Canon EOS 400D
Classica Eos
La Canon Eos 400D
è una piccola dieci
Megapixel tuttofare.
Rispetto alla Eos 350D vi
è il nuovo sistema antipolvere ed un monitor
più ampio.
Il sensore ha una
maggiore risoluzione, ma
le sue dimensioni non
sono cambiate: il test
verifica la risposta in
termini di rumore
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La Canon Eos 400D, erede delle entrylevel 300D e 350D, si presenta con un
corpo in materiale plastico dalle dimensioni pressoché analoghe a quelle della
fotocamera da cui deriva, ma è dotata di
un sensore da 10 Megapixel che la pone
in concorrenza con le reflex ʻda tascaʼ
della nuova generazione, in primo luogo
lʼOlympus E-400, mentre la Nikon D40
è ancora più piccola ed ha un sensore da
6 Megapixel. Ma cosʼè che fa sembrare
tanto piccola questa Canon Eos 400D?
300, 350, 400!
Se guardiamo alle dimensioni effettive
della Eos 400D, queste non sono poi
così diverse dalle reflex precedenti; il
punto è un altro, infatti nel momento in
cui entra nelle nostre mani, questa reflex
pare espandersi in tutto, tranne che nei
millimetri.
Vi troviamo un nuovo schermo Lcd da
2.5 pollici ad ampio angolo di visuale,
un sensore CMOS che cresce a 10 milioni di pixel, un sistema AF che approda
ai medesimi standard qualitativi della
sorella maggiore Eos 30D (9 punti),
una nuova interfaccia utente che fa a
meno del display di stato sulla calotta,
visualizzando le impostazioni della
fotocamera su quello Lcd del dorso.
Infine vi è un set di nuove funzionalità
per il controllo dello sporco sul sensore
che paiono suggerire quello che sarà il
futuro approccio di Canon al problema.
Effettivamente Canon era rimasta lʼunico produttore a non proporre soluzioni
al problema dello sporco.
Le innovazioni introdotte sembrano
ispirarsi alle soluzioni di Sony: dal
monitor impiegato come display per le
informazioni di scatto, al sensore vicino
Il corpo della Canon Eos 400D è di piccole dimensioni,
secondo le recenti tendenze delle fotocamere di questa
categoria, Ma grande è la completezza delle funzioni.
La serie Eos mostra nel corso degli anni una notevole continuità stilistica, pur nel rinnovamento delle forme, e questo vale
anche per la nuova Eos 400D.
Il grande schermo Lcd da 2.5 pollici fa bella mostra di sé sul
dorso tanto nelle fasi di revisione degli scatti, quanto per impostare i parametri Iso, WB, AF, etc. La visibilità è maggiore,
ma rimarrà da valutarne lʼimpatto sui consumi per le sempre
più piccole batterie ricaricabili.
I controlli sul dorso non celano novità, anche nella disposizione, che è parecchio simile a quella della Eos 350D; ci sono
però alcuni nuovi controlli, e primo tra tutti la possibilità di
gestire i Picture Style direttamente dal pulsante centrale del
pad quadri-direzionale. Inoltre vi è lʼimplementazione dello
zoom anche dalla fase di revisione della foto immediatamente
dopo lo scatto; prima ancora di decidere se tenere o cancellare
il file dunque.
La Eos 400D dispone, come da tradizione del produttore per i
modelli base, di una sola ghiera di controllo presso il pulsante
di scatto; le operazioni di compensazione dellʼesposizione si
comandano tramite il pulsante collocato allʼangolo superiore
destro del monitor.
I menu di regolazione delle impostazioni della fotocamera
mantengono la struttura e la colorazione classica dei modelli
Eos, dalla Eos 5D in poi, ma sono stati ʻsnellitiʼ per rendere più
rapido lʼaccesso a quelle che sono considerate le impostazioni
più importanti per un utente amatoriale. Troviamo quindi che
le singole sezioni del menu (due di regolazioni macchina, una
per la riproduzione e due per le impostazioni più ʻprofondeʼ)
contengono ora un numero di voci tale (7 al massimo) da evitare la necessità di farle scorrere verso il basso. Anche il numero
delle impostazioni personali si riduce al minimo indispensabile: sulla Eos 400D ne troviamo solo 11.
Quasi tutto viene regolato quindi da pulsanti, il che rende più
facile prendere confidenza con la fotocamera; anche ai Picture
Style si può accedere dal pulsante Set, una volta personalizzato.
Iso, WB, AF, misurazione esposimetrica, cadenza di scatto,
compensazione EV e area AF vengono tutti gestiti ʻfisicamenteʼ dal dorso della reflex. Bene. Il corpo macchina non
nasconde ulteriori cambiamenti rispetto ai precedenti modelli
della casa.
La scheda di memorizzazione rimane in standard Compact
Flash, resistendo alla crescente diffusione delle memorie SD,
che rispondono meglio alle esigenze di miniaturizzazione delle fotocamere. Anche la ghiera sulla calotta per i programmi di
scatto non cambia e consente di navigare attraverso i classici
modi di funzionamento manuale ed a priorità, nonché tra le
scene pre-impostate.
Novità invece per quello che riguarda il pacco batterie ricaricabile. Sulla Eos 400D troviamo un minuscolo accumulatore
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I due sensori posti sotto lʼoculare comandano lo spegnimento del display quando si avvicina la fotocamera
allʼocchio o quando la si trasporta a tracolla.
Una rapida rotazione del corpo macchina permette di rilevare la sua impostazione classica. Ottimo lo schermo di grandi
dimensioni.
La Eos 400D è completa in termini di comandi
ed è compatibile con il sistema dei flash dedicati
Canon, oltre che con il vasto corredo ottico.
agli ioni di Litio da ʻsoliʼ 720 mAh. Mi
chiedo come un monitor da 2.5 pollici,
utilizzato per di più come display di stato, ed il crescente numero di ottiche stabilizzate della casa possano trovare una
adeguata alimentazione da una riserva
tanto minuta. Lo verificheremo.
Le caratteristiche di base
Buon sangue non mente, e Canon di
buon sangue ne ha da vendere, a quanto pare. Prima di tutto una lieta nota
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economica: i prezzi della Eos 400D
sono inferiori rispetto a quelli di lancio
della precedente Eos 350D (almeno un
centinaio di Euro). Il kit si compone di
un classicissimo 18-55mm da combattimento che, come dimensioni, ben si
adatta allʼimpiego sulla piccola reflex.
Devo però dire che, durante la prova,
non ho resistito alla tentazione di montare qualcosa di più imponente e così,
per il gusto del paradosso, ho girato per
qualche giorno con la Eos 400D dotata
di un 300mm f/4 L, di un EFS 17-55mm
IS e del solito bel 35mm f/1.4 L: tutte ottiche di ingombro tuttʼaltro che piccolo!
Tornando alla nuova reflex, lʼapproccio
di Canon si comprende non appena si
inizia ad usare la fotocamera; in breve,
la Eos 400D intende consentire a chiunque di ottenere facilmente unʼimmagine
ben sfruttabile anche senza impazzire
nelle regolazioni manuali. I Picture
Style si rendono disponibili subito,
grazie allʼaccesso diretto da Set, unita-
mente a tre impostazioni personali per i
parametri immagine che, come al solito,
consentono una regolazione progressiva:
nove passi per Contrasto, Saturazione e
Tonalità e ben sette per la Nitidezza: non
cʼè male direi.
Il WB continua ad offrire un completo
spettro di modalità, compreso il bracketing che può contare, come quello
sullʼesposizione, su di una comoda interfaccia grafica; manca invece la selezione
diretta dei gradi Kelvin.
I salvataggi sono ammessi in formato
Jpeg (2 compressioni per tre risoluzioni), Raw e Raw + Jpeg. A disposizione
dellʼutente troviamo poi una gamma di
sensibilità Iso di tutto rispetto (da 100
Iso a 1600 Iso), i consueti due spazi
colore sRGB e AdobeRGB, la compensazione flash tanto per lʼilluminatore interno da NG 13, quanto per i flash esterni
della casa in standard E-TTL II, un congruo numero di personalizzazioni per la
gestione dellʼistogramma (Luminosità e
RGB!), per la rotazione dei file secondo
lʼorientamento della macchina (in previsione, in revisione e in scaricamento!)
e per lʼattivazione del sistema di pulizia
del sensore tramite vibrazioni, tanto in
automatico quanto in manuale.
Il sistema AF è quello sperimentato e
valido a 9 aree della 30D; la misurazione
esposimetrica TTL è a 35 zone, ma pur-
Sopra: le dimensioni dellʼimmagine nel mirino sono negli
standard di questa categoria di fotocamere.
Sotto: la batteria è davvero minuscola, tanto che conviene
valutare lʼopportunità di utilizzare lʼimpugnatura verticale
opzionale, che contiene una seconda batteria.
troppo manca la Spot (ahi!).
Lʼotturatore elettromeccanico va da 30
secondi a1/4000s, con sincronizzazione
flash a 1/200s. La cadenza di ripresa è
cresciuta a 27 Jpeg e 10 Raw per singola
raffica, con una cadenza massima di 3
fotogrammi al secondo (non tantissimi).
Eccellente lʼangolo di visione dello
schermo (2.5” e 230.000 pixel) accreditato di ben 160 gradi che personalmente
mi pare diano maggiori soddisfazioni
in orizzontale e dallʼalto che non dal
basso.
Il controllo della profondità di campo si
rende disponibile da un pulsante sul lato
sinistro della fotocamera, proprio sotto
lʼinnesto dellʼottica EF (o EF-S).
Il fattore di moltiplicazione per la focale
equivalente è ovviamente sempre di 1.6x
(il sensore è un CMOS da 22.2 x 14.8
mm).
Ma come si comporta sul campo la Eos
400D?
Lʼuso sul campo
Delle dimensioni ho detto. Eʼ pressoché
identica alla Eos 350D, ma il grande display Lcd la fa sembrare più piccola. In
più agevola il fatto di non dover tenere
sottʼocchio due schermi, come invece
era con la precedente, anche se lʼimpiego del monitor come display delle
impostazioni ricorda tanto le compatte.
In ogni caso i colori scelti (sul grigio) e
la sobrietà dei menu consentono di agire
sempre in maniera tempestiva.
Lʼimpugnatura è sicuramente salda,
grazie al fatto che Canon, per fortuna,
ha resistito alla tentazione di affusolare
ulteriormente il corpo, come invece fanno altri produttori, lasciando un discreto
spazio per le dita della mano destra; cʼè
anche un rassicurante inserto in gomma
sul dorso che offre buon appiglio al pollice. Diciamo però che, per maneggiare
al meglio la Eos 400D, lʼideale è dotarla
di una ottica corposa (il 17-55mm IS va
benissimo!) che consente di avere un
complesso reflex + obiettivo ben equilibrato. Data la leggerezza della macchina, la stabilizzazione delle ottiche
agevola parecchio.
Eccellente la robustezza costruttiva generale, anche a livello della baionetta
metallica. Il mirino reflex dispone di un
fattore di ingrandimento di 0.8x e consente di operare una correzione diottrica
da -3 a +1 diottrie. Buono il comfort
visivo, in linea con la precedente Eos
350D, che sembra anche leggermente
migliorato.
Le aree 9 AF sono disposte a diamante
e coprono unʼarea prossima alla metà
dellʼinquadratura del mirino (il 95% del
totale).
Ciò che da un poʼ non cambia nelle foPC PHOTO
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tocamere di Canon è lʼaccesso
alle connessioni remote/AV/
Usb ed allʼalloggiamento delle unità di memoria, sempre
in formato CF. Tale scelta va
considerata senza dubbio un
pregio di continuità, a favore
degli utenti abituati a lavorare
con le attrezzature Canon; non
mi spiego però come mai il riversamento degli scatti tramite
Usb sia tanto lento, e per di più
ostacolato dal fatto che la fotocamera riversa i file solo tramite il software proprietario e non
come unità di archiviazione di
massa. E vero che ognuno oggi
dispone di un lettore di schede
e probabilmente sono rimasti in
pochi a riversare gli scatti connettendo la fotocamera tramite
Usb, ma tantʼè…
Buona la leggibilità dello
schermo, anche in fase di revisione; lʼangolo di visuale offerto è davvero eccellente sotto
tutte le angolazioni, anche se
offre un maggiore comfort di
osservazione dallʼalto che non
dal basso.
Le connessioni verso
lʼesterno sono sul lato
sinistro e la scheda di
memoria CompactFlash
sulla destra: tutto nello
stile Canon Eos.
Scheda Tecnica
Canon Eos 400D
Sensore:
CMOS 22.2 x 14.8mm
Pixel effettivi:
Circa 10.1 Mpxl
Rapporto dimensionale:
3:2
Filtro Low-Pass:
Incorporato/Fisso con Sistema di
autopulizia del sensore
Processore immagine:
Digic II
Innesto obiettivo:
EF/EF-S
Fattore di moltiplicazione
focale:
1,6
Sistema AF:
9 punti di messa a fuoco AF
Modalità AF:
AI Focus, One Shot, AI Servo
Misurazione esposimetrica:
TTL piena apertura con SPC a
35 zone
Modalità misurazione:
Valutativa (collegata a tutti i punti
AF), Spot (9% del mirino), Media
pesata al centro
Gamma misurazione:
EV 1-20
Compensazione esposizione:
+/- 2 EV in passi da 1/2 o 1/3
di stop
Sensibilità ISO equivalente:
Auto (100-400), 100, 200, 400,
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800, 1600.
Otturatore:
30 secondi - 1/4000s (incrementi
da 1/2 o 1/3 di stop).
Bilanciamento del bianco:
AWB, Luce diurna, Ombra,
Nuvoloso, Tungsteno, luce
Fluorescente bianca, Flash,
Personalizzato
Compensazione del bianco:
Blu/Ambra +/-9, Magenta/Verde
+/-9
Bracketing
WB: +/-3 stop
Spazio colore:
sRGB e Adobe RGB
Mirino:
Copertura di circa 95%
Ingrandimento mirino:
0,8x
Correzione diottrica:
da -3 a +1 diottria
Schermo messa a fuoco:
Fisso
Controllo profondità di campo:
Sì
Monitor:
2.5” TFT, Circa 230,000 pixel
Flash interno:
Automatico, Manuale, Riduzione
effetto Occhi rossi
Presa Sincro:
No
Tempo di sincronizzazione:
1/200s
Sincronizzazione seconda
tendina:
Sì
Compensazione esposizione
flash:
+/- 2 EV, in passi da 1/2 o 1/3
di stop
Bracketing esposizione flash:
Sì
Portata flash incorporato:
Copertura fino a 17mm
Numero guida:
NG 13 (a ISO 100)
Flash esterni:
E-TTL II con flash Speedlite serie EX, supporto per multi-flash
wireless
Modalità di scatto:
Auto, Ritratto, Paesaggio, Primo
piano, Ritratto, Sport, Notturno,
No Flash, Programma AE,
Priorità AE otturatore , Priorità
AE apertura, Manuale, A-DEP
Scatto continuo:
circa 3 fps (mantenimento della
velocità fino a 27 Jpeg, 10 Raw
Immagine:
(LF)
3888x2592,
(LN)
3888x2592, (MF) 2816x1880,
(MN)
2816x1880,
(SF)
1936x1288, (SN) 1936x1288,
(RAW) 3888x2592
Formato salvataggio:
Raw, Jpeg, Raw+Jpeg
Compressione:
Fine, Normale, Raw (Canon 2a
edizione)
Parametri elaborazione:
6 Picture Style con 3 impostazioni a scelta
Funzioni personalizzabili:
11 Funzioni
Sensore orientamento intelligente:
Sì
Istogramma Luminosità:
Sì
Zoom di riproduzione:
1.5x - 10x
Autoscatto:
Circa 10 secondi
Interfaccia:
Usb2.0 Hi-Speed (Mini-B),
Video (PAL/ NTSC)
Memorie:
CompactFlash Tipo I / II
Software
ZoomBrowser EX/Image Browser,
PhotoStitch, Eos Utilità, Driver
TWAIN e WIA, Digital Photo
Professional.
Batteria:
Ricaricabile al Litio NB-2LH
(batteria NB-2LH inclusa),
1xCR2016 per data e impostazioni
Dimensioni corpo:
126.5 x 94.2 x 65mm
Peso:
510 grammi (solo corpo).
I menu per la gestione delle funzionalità di rimozione dello sporco, dal sensore e dalle immagini catturate con la reflex, sono di uso immediato.
I menu rispettano la grafica delle
nuove reflex Canon. Pratici.
Nel confronto con la Eos 350D si notano prima di tutto alcune funzionalità
aggiuntive nella revisione delle immagini. Utile la nuova possibilità di zoomare
lʼimmagine non solo dopo il salvataggio, ma anche appena si presentata sul
monitor dopo lo scatto, e dunque prima
di confermarne il salvataggio: basta
premere il pulsante normalmente adibito
alla gestione della stampa in PictBridge
unitamente ai controlli per lo zoom in
alto a destra.
Eccellente lʼintroduzione dellʼistogramma separato per i canali RGB,
oltre a quello per la sola luminosità.
Apprezzabile anche lʼopzione per
ruotare/non ruotare le foto dopo lo
scatto, che ordina alla fotocamera di registrare oppure ignorare i dati di orientamento del file, utilizzabili durante la
revisione delle immagini. Il vantaggio?
Unʼimmagine ruotata in verticale diventa più piccola di quasi il 50% per farla
rientrare allʼinterno del monitor!
Utili anche le funzionalità aggiuntive di
elaborazione degli scatti (minimali, ma
ben mirate) per la fase di stampa diretta
da fotocamera.
Le principali differenze operative che
ho riscontrato sulla Eos 400D riguardano innanzitutto il grande schermo
Lcd sul dorso, che apporta un notevole
miglioramento alla visualizzazione delle informazioni di scatto. Apprezzabili
anche le impostazioni predefinite e le
tre personalizzabili facenti capo tanto
ai Picture Style, quanto alla gestione dei
parametri di scatto.
Un miglioramento rispetto alla precedente Eos 350D è costituito dalla
gestione della raffica. Dico subito che,
a livello di cadenza di scatto, mi sarei atteso di più, nel senso che i 3 fotogrammi
al secondo oggi si potrebbero tranquillamente elevare a 4 o 5. Canon invece si è
concentrata sulla lunghezza della raffica,
che ora raggiunge i 27 file Jpeg consecutivi, o i 10 Raw. Sono progressi dovuti al
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La verifica pratica della latitudine di posa consentita dal sensore della Eos
400D permette di rilevare circa 8 stop di leggibilità per i particolari di luminosità intermedia. Un risultato tutto sommato valido, dati i margini operativi.
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buffer maggiorato ed allʼottimizzazione
dellʼelaborazione on-camera.
Il processore rimane il collaudato Digic
II. Lo stesso si occupa anche della
valutazione e dellʼapplicazione delle
correzioni cromatiche del WB; manca la possibilità di impostare i gradi
Kelvin, ma onestamente tale opzione è
sicuramente eccessiva su di una entrylevel, sebbene evoluta. La resa del WB
è comunque buona utilizzando i pre-set,
anche se come sempre un poʼ carente
nellʼimpostazione Auto quando ci troviamo in situazioni rischiarate da luci ad
incandescenza. Diciamo che, in tali casi,
la tonalità calda potrebbe essere fatta
passare per una restituzione intenzionale
dellʼatmosfera della situazione, visto
che è sufficiente impostare il pre-set per
luce ad incandescenza per risolvere ogni
problema. I perfezionisti possono contare sul WB personalizzato tramite uno
scatto a campione.
Sempre in tema di innovazioni, non
posso non ricordare nuovamente le
funzionalità di rimozione delle sporco
introdotte per la prima volta sulla Eos
400D; esprimere una valutazione è
complesso, dato che la verifica completa
richiederebbe un sensore effettivamente
sporco. Sicuramente però lʼapplicazione
delle vibrazioni ad ogni accensione e
spegnimento della reflex, lʼadozione di
materiali che evitano la formazione di
cariche elettrostatiche e la possibilità di
ʻmappareʼ il sensore per poi rimuovere
via software le tracce di polvere, non
possono che costituire nel loro insieme
un set di procedure utili. Apprezzabile
inoltre la possibilità di disattivare il sistema di pulizia.
Mi spiace invece che il sollevamento
dello specchio prima dello scatto sia
raggiungibile solo dalle funzionalità
di personalizzazione della fotocamera:
possibile che non si riesca a metterla
allʼinterno del menu di gestione della
cadenza di scatto e dellʼautoscatto?
Eppure di treppiedi se ne vendono parecchi!
Infine il sistema AF, ereditato dalla recente Eos 30D, consente un netto salto
qualitativo rispetto alla Eos 350D. Ora
le prestazioni della reflex sono praticamente degne di un utilizzo professionale, tanto per la velocità di risposta, quanto per lʼampiezza dellʼarea coperta dai 9
punti AF e la precisione in luce scarsa.
Ottimo davvero.
Prezioso il corredo software con il
sempre ottimo Canon Digital Photo
Professional.
Lʼesame delle immagini
La risoluzione prima di tutto. La Canon
Eos 400D monta un sensore CMOS da
Sempre buona è la gestione del
rumore da parte di Canon. In
questo caso stupisce la presenza
di dettaglio anche a 1600 Iso,
anche se la grana è chiaramente
visibile.
10 Megapixel al posto dellʼ8 Megapixel
della precedente Eos 350D. I due
Megapixel di differenza tra le due reflex
non costituiscono di per sé una grande
innovazione, ma comunque si tratta di
un incremento di prestazioni del 25%; il
che vuole dire circa 400 pixel in più sul
lato lungo e 300 in più sul lato corto. La
domanda è: si nota tale incremento?
Distinguiamo. Sicuramente al centro,
utilizzando unʼottica di buone prestazioni, è possibile contare fisicamente un
numero di linee per millimetro praticamente uguale alla risoluzione massima
offerta. Usando una mira ottica, abbiamo tirato fuori 3430 pixel sui 3456 pixel
a disposizione! Leggermente meno sul
lato lungo e dunque in orizzontale, dove
abbiamo contato circa 3800 pixel su
3880. Insomma di dettaglio ce nʼè a iosa
e più che sulla Eos 350D.
Procedendo verso i bordi però il discorso cambia, dato che le prestazioni di
qualunque obiettivo non consentono più
tale livello di risoluzione ed i risultati
della Eos 400D sono praticamente equivalenti a quelli della Eos 350D. Alcune
prove fanno inoltre sospettare che lʼalgoritmo di riduzione del rumore faccia
addirittura decrescere la resa ai bordi
oltre quello che avevamo riscontrato
sulla precedente Eos, dotata di pixel più
ampi e dunque anche meno bisognosi di
controlli anti-rumore.
Poca differenza dunque tra le due fotocamere, ma di certo ben sfruttata,
soprattutto in Raw. A questo riguardo
rimane eccellente il supporto offerto dal
software di conversione Canon Digital
Photo Professional e dalle sempre gradite Canon Eos Utility. Queste ultime consentono il riversamento dei dati immagine sullʼelaboratore ed anche lo scatto
a distanza in connessione Usb2.0.
Due sono in particolare gli aspetti degni
di nota riguardo a tale software. Il primo
riguarda la conversione da Raw a Tiff o
Jpeg. Come al solito il livello di ʻaffilatezzaʼ dei dettagli che si ottiene nella
conversione da Raw in Jpeg è superiore
a quello del Jpeg scattato on-camera,
ovvero al momento della ripresa. La
differenza con il Tiff dopo la conversione dal Raw è praticamente invisibile, sebbene un attento confronto tra le
due immagini possa rivelarla. Il Jpeg
da fotocamera mostra bordi un poʼ più
PC PHOTO
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La sensibilità 100
Iso è uno spettacolo
quanto a pulizia di
immagine.
Nonostante le differenze tra il Jpeg
da fotocamera e lo stesso formato
ottenuto da conversione del Raw,
il livello di dettaglio della prima
soluzione rimane buono. Identici
invece sono il Jpeg ed il Tiff ottenuti
da Raw sviluppato tramite Digital
Photo Professional.
Anche nel caso di uno scatto in BN (filtrato rosso) a
ben 800 Iso di sensibilità i dettagli rimangono leggibili. Evidente invece il rumore, particolarmente nelle
aree sfocate ed uniformi.
Fino a 120 secondi
(oltre non abbiamo
provato) non cʼè
praticamente traccia
del rumore dovuto
alla
prolungata
esposizione. In ogni
caso le eventuali
tracce del rumore
vengono facilmente
eliminate
impostando lʼapposito
algoritmo di noise
reduction.
26 PC PHOTO
morbidi e meno taglienti, fatto che, in taluni casi, può anche aiutare a nascondere
effetti di scalettatura evidenziati dalle
conversioni da Raw più ʻaffilateʼ. Un
file di prova da 3 Megabyte in Jpeg da
fotocamera (mandarini su fondale scuro)
è salito a 7 Megabyte nel Jpeg convertito
da Raw, arrivando a 30 Megabyte con il
Tiff, sempre da Raw.
Quindi il mio consiglio è sempre il solito: scattate in Raw e convertite in Jpeg!
Chi ha spazio di memoria disponibile
salvi in Tiff 16 bit.
La considerazione negativa a proposito
del software riguarda il riversamento
degli scatti, possibile solo tramite driver
generico Wia (di Windows), oppure uno
dei software di visualizzazione forniti
con la macchina; questo dipende dal fatto
che la Eos 400D non dispone di un collegamento Usb2.0 ad alta velocità. Ciò
non sarebbe comunque un problema, se
non fosse che la velocità di scaricamento
cala drasticamente a circa 2.2 Megabyte
al secondo, rilevati su un campione di
110 Megabyte tra Jpeg e Raw presenti
su una card di riferimento e scaricati
in una cinquantina di secondi. Questo
vuole dire circa 18 Megabit al secondo
contro i 12 Mbit/s teorici del Usb1.1 ed
i 480 Mbit/s teorici del Usb2.0! Un poʼ
pochino direi!
A livello di sensibilità la Eos 400D
dispone dei convenzionali valori Iso da
100 a 1600, che si possono selezionare
ad intervalli di uno stop. Il rumore?
Direi buono, come sempre da tradizione
Canon, ma con un comportamento differente a seconda che andiamo ad esaminare i dettagli colorati o neutri. Uno
scatto su fondale neutro rivela che fino a
400 Iso (e forse anche 800, ma non vorrei esagerare!) i soggetti cromaticamente
più vari sono resi in modo pulito anche
nel salto da una sensibilità allʼaltra.
Nella valutazione di un soggetto neutro
invece qualche differenza compare già a
200 Iso, come per altro è ovvio che sia.
In questo caso si notano differenze evidenti tra 100 Iso e 400 Iso; a mio parere
si possono usare tranquillamente i primi
due livelli di sensibilità (100 e 200 Iso),
considerando i 400 Iso come sensibilità
ʻsogliaʼ nel passaggio dai file ʻlisciʼ ai
più ruvidi 800 Iso.
Quindi con soggetti che contengono mediamente elementi neutri e a colori non
vi è nulla di nuovo: la resa è buona fino
a 400 Iso, gli 800 Iso sono usabili, mentre conviene impostare i 1600 Iso solo
se sono necessari, e comunque meglio
su soggetti a colori, anche se sappiamo
che un bianconero granuloso fa tanto
vintage!
Il bilanciamento del bianco effettuato
su un soggetto neutro riesce a garantire
risultati cromaticamente perfetti e, soprattutto, con una facilità di misurazione
che da sempre contraddistingue Canon;
in automatismo WB, con cielo nuvolo,
la Eos 400D fornisce risultati altrettanto
ineccepibili, con grigi davvero grigi! Le
PC PHOTO
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Il bilanciamento del bianco in una giornata pesantemente
coperta da nubi è praticamente perfetto!
note dolenti per lʼautomatismo WB Auto riguardano, come al solito, la
luce tungsteno: le tonalità miele si sprecano! In questi casi conviene
tentare comunque una misurazione su un riferimento neutro, fossero le
mura di casa, il riflesso su di un vetro, un cartoncino tenuto in tasca o
altro. Non avendo questa possibilità, non rimane che scattare in Raw e
risolvere i problemi nella successiva fase di sviluppo.
Insomma le scappatoie non mancano, ma certo qualche aiuto in più in
tale ambito i produttori (tutti!) potrebbero anche darla! Nel complesso
comunque dei sistemi di misura utilizzati dalla Eos 400D (esposimetrico e bilanciamento) non posso proprio lamentarmi. Il calcolo dellʼesposizione (oltre la metà dei miei scatti sono a priorità di diaframma, con
staratura dellʼesposizione ʻa nasoʼ!) è praticamente sempre perfetto in
condizioni di luce standard; solo talvolta tende alla sottoesposizione,
che comunque non è difficile recuperare, sarebbe peggio una bruciatura
delle luci. Per il resto, in casi di controluce e simili, basta agire sul pulsantino della staratura per recuperare più di 2/3 di stop.
La Eos 400D permette un accesso rapido e funzionale ai Picture Style,
che si attivano alla pressione del pulsante Set, al centro del pad direzionale sul dorso. Non posso dire di essere un fervente sostenitore dei
Picture Style; con la fatica che abbiamo fatto a slegarci dalla pellicola
alla ricerca di unʼoggettività ʻnumericaʼ, che senso ha tornare ad interpretazioni umorali quando lo scopo del digitale dovrebbe essere quello
di raccogliere più dati possibile, da elaborare successivamente? Però in
parte mi sto ricredendo; infatti su fotocamere di fascia amatoriale, in
mano a utenti che non sempre hanno voglia di lavorare in post-produzione, i Picture Style possono essere effettivamente utili, purché caratterizzati da un accesso moto facile. Rimango comunque dellʼidea che tali
strumenti siano fuori luogo su fotocamere di livello più elevato. Ebbene,
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Non ho mai amato particolarmente i Picture Style; preferisco lavorare in Raw. Nonostante ciò devo ammettere che le impostazioni dei parametri di scatto consentono di adattarsi rapidamente alle condizioni di
ripresa più diverse.
Quanto costa
Canon Eos 400D (corpo): 839 Euro
Kit con 18-55mm:
949 Euro
Distribuzione:
Canon Italia, Via Milano 8,
20097 San Donato Milanese (MI)
Tel. 02/ 82.481
www.canon.it
Per bilanciare il bianco in presenza di illuminazione al tungsteno il metodo migliore rimane sempre
quello di effettuare uno scatto su un riferimento
neutro.
la Eos 400D gli stili li ha, e lʼaccesso è
istintivo: dunque il giudizio è positivo.
I parametri immagine, che hanno relazione con i Picture Style ma non sono la
stessa cosa, sono come sempre ben gestibili da menu ed offrono diversi livelli di
regolazione per unʼapplicazione proporzionale alle esigenza della ripresa.
Ed infine due considerazioni a proposito
della raffica; il numero di file catturabili
in sequenza è quasi il doppio rispetto alla
Eos 350D. La cadenza di scatto rimane
però ferma a 3 fotogrammi per secondo.
Eʼ ovvio che la valutazione dipende dalle
esigenze del fotografo, ma non sarebbe
stato preferibile accrescere la prima
prestazione, piuttosto che la seconda?
Eʼ vero peraltro che la cadenza di scatto
più rapida caratterizza in genere i modelli di tipo professionale.
Giudizio
La Eos 400D di passi in avanti ne ha
fatti: basta ricordare lʼarticolato sistema
per contrastare lo sporco sul sensore, il
monitor più ampio tuttofare, la maggiore flessibilità di zoom e parametri, la
qualità dellʼimmagine da 10 Megapixel.
E poi cʼè tutto il vasto corredo degli accessori e degli obiettivi di Canon, anche
se lʼottica 18-55mm offerta nel kit base
è sicuramente migliorabile.
Le dimensioni della Eos 400D potrebbero creare diffidenza in chi è abituato
a maneggiare corpi professionali, ma il
target della fotocamera è diverso; sono
dʼaccordo con Canon nel valutare positivamente la compattezza delle fotocamere che si rivolgono ad un pubblico
amatoriale.
Il mirino reflex rimane allineato agli
standard della categoria e pertanto non
posso che suggerire di ingrandirlo sui
prossimi modelli; allo stesso modo
sarebbe preferibile una batteria di maggiore capacità, che diventa una necessità se il fotografo usa intensamente le
ottiche stabilizzate. Il collegamento Usb
è certamente da rivedere.
Al prezzo a cui è offerta la Canon Eos
400D si fa apprezzare per la completezza delle sue funzionalità. Continua
a lasciarmi stupito il fatto che, a fronte
di continui interventi di ammodernamento, le nuove fotocamere sono in
genere accompagnate da prezzi stabili
o addirittura in flessione nei confronti
delle versioni precedenti.
Sicuramente è un modello interessante
tanto per il fotografo che inizia, quanto
per quello (ce nʼè ancora?) che deve
scoprire quanto il digitale abbia da
offrire. In ogni caso la fotocamera è
divertente e facile da usare.
Eugenio Tursi
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