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Da 2 9 a n n i il mensile senese di critica e attualità sportiva - Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena w w w . m e s e s p o r t . i t 2,00 € n. 267 febbraio 2011 &Siena A Bergamo e Torino Mens Sana all’appuntamento con l’attimo fuggente editoriale 1 n. 267 - febbraio 2011 - anno XXIX L’attimo fuggente D’accordo, non saranno i canonici ‘Quattro giorni di Palio’ che riscaldano le nostre estati, ma gli ultimi di questa settimana non passeranno comunque inosservati. Per una strana coincidenza, nello spazio di 96 ore Siena e Mens Sana si troveranno infatti ad affrontare il primo passaggio stagionale di una certa difficoltà, e dall’esito di questo si chiariranno meglio le aspettative di entrambe. Quello dei bianconeri resta in ogni caso interlocutorio, perché qualsiasi risultato scaturisse dal big-match con l’Atalanta non avrebbe conseguenze immediate sull’esito del campionato. Potrebbe averne però sul piano psicologico, perché il Siena da questo confronto deve uscirne in ogni caso con qualche certezza in più di quelle che si ritrova oggi. Diversamente rischia un’involuzione che potrebbe comprometterne il cammino futuro. Questo va detto, a scanso di equivoci. Ecco perché venerdi 11 la squadra di Conte non giocherà solo per i tre punti, ma soprattutto per guadagnarsi una definitiva legittimazione agli occhi della concorrenza. Peraltro sempre più agguerrita e numerosa. Se quello del Siena non si configura dunque come un punto di non ritorno, ma piuttosto una tappa dalla quale sarà difficile prescindere, le Final Eight di Torino rappresentano invece il primo suggello (la SuperCoppa è in calendario troppo presto…) di una stagione ancora tutta in divenire ma nella quale i biancoverdi hanno già lasciato vistose impronte. Diciamo una sorta di verifica tipo ‘midterm’, per dirla con gli americani, visto che l’assegnazione della Coppa Italia si pone a circa metà strada del percorso 2010-2011 che, iniziato a ottobre, ci porterà fino a giugno. Ma poi Siena e la Montepaschi questa Coppa l’hanno agognata ed inseguita per così tanto tempo che non sarebbe da loro accontentarsi di averne già vinte due. Il quintetto di Pianigiani l’affronta con molto rispetto, consapevole dei rischi di un torneo compresso come questo, ma soprattutto determinata a cogliere al volo, ed ancora una volta, l’attimo fuggente. Come deve fare la stessa Robur, nella consapevolezza che certe occasioni non si ripresentano mai due volte. Insomma questa settimana non sarà come le altre. Soprattutto non saranno uguali a tutti gli altri questi quattro giorni che da giovedì a domenica riempiranno i pomeriggi dei tifosi senesi di entrambe le sponde: per la serie ‘lo sport è bello quando c’è (ma sui tempi e sugli orari qualche volta si esagera…). Quello che conta è trasformare questa diversità in un’altra occasione di soddisfazione per l’intero sport senese. Che poi sarebbe il viatico migliore per affrontare e centrare i più importanti obiettivi di fine stagione. • Direttore Mario Ciani Direttore responsabile Paolo Corbini Edito e stampato presso Arti Grafiche Ticci Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si) Tel. 05.77.34.92.22 Fax 05.77.34.93.66 Hanno collaborato a questo numero: Corrado Bagella, Duccio Balestracci, Roberto Barzanti, Mauro Bindi, Elena Borri, Andrea Bruschettini, Massimiliano Bruttini, Guido Carli, Mario Ciani, Claudio Colii, Stefano Fini, Emilio Giannelli, Daniele Giannini, Antonio Gigli, Mario Lisi, Luca Luchini, Maurizio Madioni, Augusto Mattioli, Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Andrea Sbardellati, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Matteo Tasso, Francesco Vannoni. Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli Collaborazione fotografica: Andrea Bruschettini e Bernard Chazine [email protected] Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430 del 27.01.1983 Progetto grafico ed impaginazione: Bernard Chazine cura di mariociani 2 areferendum IL PERSONAGGIO DEI PRIMI 10 ANNI DEL TERZO MILLENNIO 1° SIMONE PIANIGIANI basket 25 citazioni 2° FERDINANDO MINUCCI basket 17 citazioni 3° PAOLO DE LUCA calcio 9 citazioni 4° GIUSEPPE PAPADOPULO calcio 3 citazioni 5° MICHELE MIGNANI calcio 2 citazioni 6i ENRICO CHIESA calcio 1 citazione VALENTINA FAMBRINI calcio 1 citazione CRISTINA GIULIANINI pattinaggio 1 citazione I giornalisti senesi del settore assegnano al coach della Montepaschi anche il podio del Personaggio Sportivo degli ultimi dieci anni Il ter zo millennio inizia nel segno di Pianigiani Siamo certi di non sbagliare, indicando nel primo decennio del terzo millennio il periodo più fulgido dello sport senese di tutti i tempi. Un ritornello che ha preso a circolare quasi da subito con la conquista da parte della Mens Sana del suo primo trofeo internazionale (la Coppa Saporta del 2002), proseguito con la promozione del Siena in serie A (2003) e con i cinque-Scudetticinque che i biancoverdi si sono cuciti addosso dal 2004 al 2010. Al contrario dell’ultimo decennio del secolo scorso (1991-1999) caratterizzato dalla figura di Margherita Zalaffi - la schermitrice del Cus eletta appunto dai giornalisti sportivi senesi Personaggio degli anni novanta dopo la conquista della medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1992 a Barcellonan nella prova di fioretto a squadre e d’argento a quelle successive di Atlanta del 1996 – sono stati dunque gli sport di squa- dra a dare una dimensione nuova e per certi aspetti inattesa e quasi miracolosa allo sport di casa nostra. Siena e Montepaschi, catapultate in due realtà fuori dagli orizzonti di una piccola città e negli sport più popolari come calcio e basket, non hanno però abbassato la testa contro avversari in qualche caso espressione di autentiche metropoli (soltanto le tre squadre delle attuali Top 16 di Euroleague sommano oltre 17 milioni di abitanti!), meritandosi abbondantemente l’invito a sedere al tavolo delle big italiane ed europee. Ecco perché non può costituire una sorpresa che a guidare la classifica del Personaggio di questo primo scorcio del terzo millennio sia la figura che più di ogni altra lo incarna: Simone Pianigiani, abbondantemente primo con 25 citazioni su 59. Con i suoi quattro scudetti consecutivi, il coach della Montepaschi ha attraversato la seconda parte di questi primi anni duemila con la violenza di un uragano, stracciando tutto e tutti con la forza dei numeri ed imponendo all’attenzione del basket continentale una realtà tanto ‘modesta’ nei mezzi quanto ‘ricca’ ed orgogliosa in campo. Dunque a Pianigiani, cinque volte Personaggio dell’anno dal 2006 al 2010, gli addetti all’informazione sportiva della nostra città hanno voluto dare questo ulteriore riconoscimento non solo in virtù della indiscussa competenza professionale, ma anche per quel suo modo di porsi come uno di noi, come il coach della porta accanto. In poche parole, un valore aggiunto. Giusto come la figura che in questa classifica lo segue con 17 citazioni: Ferdinando Minucci. Non è la prima volta che il presidente-manager si vede sorpassare nelle nostre classifiche annuali da quella che ha tutto il diritto di definire una ‘sua creatura’, e tanto 3 Ferdinando Minucci Paolo De Luca Giuseppe Papdopoulo Simone Pianigiani basta sicuramente per consolarlo. Se Pianigiani si può infatti definire il ‘braccio’ di una realtà elevata negli anni a vero e proprio fenomeno, la ‘mente’ non può essere che lo stesso Minucci. Per il ruolo di pigmalione che ha svolto nella circostanza, ma anche per aver creato, esso stesso, i presupposti per dare una base stabile e vincente alla Mens Sana Basket di oggi. Merito certificato dalla presenza stabile sul podio del ‘Personaggio Sportivo dell’anno’ fin dal 2002, cioè ben prima dell’avvento dello stesso Pianigiani. Insomma niente di nuovo sotto il cielo dello sport senese, almeno per le prime due posizioni, mentre nella terza – con 9 citazioni - si piazza la figura di Paolo De Luca, il presidente della ‘lucida follia’, quello che per primo è riuscito ad intercettare ed appagare …l’alienazione mentale di una tifoseria stufa di vivere solo di ricordi di un pas- sato ormai lontanissimo. Anche nel suo caso, come per Minucci, non c’è mai stata però in tutti gli anni della sua permanenza alla guida del club bianconero, una indicazione netta nell’ambito del nostro Personaggio annuale. A dimostrazione che al dirigente pragmatico e vincente viene fatalmente privilegiato il tecnico anch’esso vincente. E, lupus in fabula, ecco allora spuntare al quarto posto Giuseppe Papadopulo, il tecnico della salvezza dei bianconeri in serie B nel 2002, ma soprattutto quello della promozione in serie A dell’anno dopo, accreditato di 3 citazioni. Uno di quei personaggi destinati ad entrare di diritto nella storia della Vecchia Robur, e non da un ingresso secondario. Un’impresa, la sua, paragonabile in termini di fattibilità ad uno Scudetto conquistato da una squadra di provincia. Al quinto posto, una delle tante tessere che insieme a De Luca e Papadopulo hanno Michele Mignani Enrico Chiesa Valentina Fambrini Cristina Giulianini cura di mariociani 4 areferendum I ‘PERSONAGGI’DUEMILA DEI SINGOLI ANNI RRADI 2001 – BERNARDO CO PADOPULO 2002 – GIUSEPPE PA PADOPULO 2003 – GIUSEPPE PA LCATI 2004 – CARLO RECA IANINI 2005 – CRISTINA GIUL IGIANI 2006 – SIMONE PIAN IGIANI 2007 – SIMONE PIAN IGIANI 2008 – SIMONE PIAN IGIANI 2009 – SIMONE PIAN IGIANI 2010 – SIMONE PIAN contribuito a comporre il fantastico puzzle della serie A: Michele Mignani . In maglia bianconera per ben otto stagioni (dal 1998 a al 2006) il forte difensore centrale con 206 presenze complessive – di cui 54 in C1, 104 in B e 48 in A – occupa il terzo gradino del podio dei ‘fedelissimi’ di tutti i tempi dietro a Tosolini (242) e Monguzzi (368). Parlare quindi di ‘bandiera’ nel suo caso è quasi limitativo, posto che l’ex capitano – due citazioni per lui - è stato certamente qualcosa di più per questa squadra e questa maglia. Al sesto posto, con una citazione ciascuno, si piazzano (in rigoroso ordine alfabetico): il giocatore che ha dato lustro alla presenza dei bianconeri nella massima serie, quell’ Enrico Chiesa protagonista assoluto delle prime cinque stagioni (dal 2003-04 al 2007.08) in cui è andato a segno ben 32 volte in 129 partite. Una persona, prima ancora che un leader, di cui sono state apprezzate non solo le capacità tecniche ma anche la misura e gli atteggiamenti; Valentina Fambrini, punto di forza della squadra femminile del Siena Calcio che nel 2007 ha conquistato la promozione in serie B e nel 2010 quella in A2. Un’attaccante che per le riconosciute capacità si è meritata spesso anche la convocazione in maglia azzurra. Ultima, ma non ultima, a salire …sull’otto volante dello sport senese dei primi anni duemila, l’atleta che più di tutte ha vinto a livello individuale nello stesso periodo: Cristina Giulianini (nella foto a fianco), la pattinatrice della Mens Sana pluricampionessa del mondo, d’Europa e d’Italia nella specialità ‘obbligatori’, la cui costante presenza nella classifica annuale del ‘Personaggio Sportivo’ è durata ininterrottamente dal 1994 al 2006. Dunque Simone Pianigiani personaggio del 2010 e del primo decennio degli anni duemila, come lo furono a suo tempo Antonio Sala (l’artefice della pronozione del Siena in B) nel 2000 e Margherita Zalaffi dal 1991 al 1999. Quello del secolo? No, per l’erede di Artemio Franchi si può attendere... • COME HANNO VOTATO Corrado Bagella (Mesesport) Duccio Balestracci (Mesesport) Roberto Barzanti (Mesesport) Andrea Bianchi (Corriere di Siena) Massimo Biliorsi (Voce del Campo) Mauro Bindi (Mesesport) Stefano Bisi (Corriere di Siena) Paolo Brogi (La Nazione) Andrea Bruschettini (Mesesport) Federico Cappelli (La Nazione) Elena Casi (Corriere di Siena) Mario Ciani (Mesesport) Chiara Cicali (Mesesport) Vincenzo Coli (Mesesport) Claudio Coli (Mesesport) Marco Decandia (Corriere di Siena) Guido De Leo (La Nazione) Mario De Gregorio (Mesesport) Fausto Fabianelli (Radio Siena) Vieri Falchi (A.R.E.) Marco Falorni (Toscana Oggi) Fabio Fineschi (Tuttosport)) Stefano Fini (Mesesport) Daniele Giannini (Mesesport) Antonio Gigli (Mesesport) Lello Ginanneschi (Corriere di Siena) Angela Gorellini (Canale 3)) Susanna Guarino (La Stampa) Roberto Guiggiani (Mesesport) Gennaro Groppa (Corriere di Siena) Paolo Lazzeroni (La Nazione) Mario Lisi (Mesesport) Alessandro Lorenzini (Gazzetta Sport) Giacomo Luchini (La Nazione) Luca Luchini (Mesesport) Maurizio Madioni (Mesesport) Mauro Mancini Proietti (Mesesport) Nicola Martinelli (Basket Net) Augusto Mattioli (L’Unità) Stefano Montomoli (Radio Siena) Roberto Morrocchi (Mesesport) Giuseppe Nigro (Gazzetta Sport) Francesco Oporti (Mesesport) Simone Pacchierotti (Datasport) Alessandro Pagliai (A.R.E.) Giovanni Pellicci (La Nazione) Alessandro Petri (A.R.E.) Paolo Ridolfi (Mesesport) Gigi Rossetti (Canale 3) Piero Ruffoli (Corriere di Siena) Tommaso Salomoni (Radio Siena) Stefano Salvadori (Corriere Sport) Andrea Sbardellati (Italpress) Senio Sensi (Il Carroccio) Rudi Simonelli (Mesesport) Massimo Sollazzini (Radio 24) Antonio Tasso (Mesesport) Matteo Tasso (Canale 3) Francesco Vannoni (Mesesport) PIANIGIANI PIANIGIANI PIANIGIANI MINUCCI PIANIGIANI MINUCCI MINUCCI PAPADOPULO MINUCCI MINUCCI FAMBRINI DE LUCA CHIESA PIANIGIANI PIANIGIANI MINUCCI PAPADOPULO PIANIGIANI MIGNANI PIANIGIANI PIANIGIANI PIANIGIANI MINUCCI GIULIANINI DE LUCA MINUCCI PAPADOPULO PIANIGIANI DE LUCA MINUCCI MINUCCI PIANIGIANI MINUCCI MINUCCI MINUCCI DE LUCA MIGNANI MINUCCI PIANIGIANI MINUCCI PIANIGIANI PIANIGIANI PIANIGIANI PIANIGIANI DE LUCA PIANIGIANI PIANIGIANI PIANIGIANI DE LUCA DE LUCA DE LUCA PIANIGIANI PIANIGIANI DE LUCA PIANIGIANI PIANIGIANI MINUCCI MINUCCI PIANIGIANI calcio Reginaldo Ferreira da Silva Fonseca Siena, ora non perdere non è più sufficiente 5 mariociani calcio 7 Meno male che Conte, in settimana, ci aveva speso anche qualche parolina sull’argomento, del tipo: “pur di far punti mi accontenterei di una partita non bellissima, ma dovremo essere più ‘cattivi’, più cinici…”. Appunto. Solo che la partita col Cittadella è stata tutto fuorchè quella che voleva vedere sia lui che noi. Intendiamoci: in assoluto un pareggio fuori casa non è mai da buttare, ma si dà il fatto che quest’anno tutto va misurato con il metro delle ambizioni e allora appare del tutto evidente che senza qualche sussulto esterno è difficile tenere il passo delle avversarie più agguerrite. Che infatti continuano a non fare distinzioni di sorta, come dimostrano i 20 punti conquistati lontano da casa dal Novara e dall’Atalanta, contro i 13 dei bianconeri. Senza considerare che mantenere il passo del Franchi sarà sempre più difficile in un campionato destinato a livellarsi sempre di più con l’arrivo della primavera. Ma se questa è l’analisi, quali sono i rimedi? Sul piano tecnico i valori ormai sono questi, né li hanno accresciuti i recenti acquisti di Cacciatore e Caputo, gente che magari verrà utile in caso di emergenza ma senza un peso specifico tale da spostare un giudizio complessivo già consolidato, chiarito una volta per tutte il concetto di ‘corazzata’… Certo da tutti è ragionevole attendersi qualcosa di più e di diverso, perché è impensabile che un Mastronunzio (tanto per citare l’elemento di spicco dell’attacco bianconero) segni un gol in otto partite, così come mancano all’appello le giocate dei vari Reginaldo, Kamata e Troianiello. Ma il problema è proprio questo: potenzialmente nessuna squadra vanta una rosa come quella bianconera (da qui la decisione di non procedere a gennaio ad acquisti di grido, come ha fatto invece l’Atalanta con quel Marilungo che alla prima uscita ha già garantito tre punti…), solo che non riesce ad esprimere questa vera o presunta superiorità e in attesa che lo faccia le giornate passano e non si fa niente per rimuovere questa sorta di ‘blocco’. Ammesso poi che la colpa sia tutta degli attaccanti, e non piuttosto (anche) di chi dovrebbe garantirgli i rifornimenti, posto che quando vanno al tiro – coi veneti abbiamo contato una conclusione a lato di Marrone nel primo tempo e sei nella ripresa di cui due di Mastronunzio con palo, due di Kamata sopra la traversa e una a testa di Calaiò e Reginaldo – c’è sempre qualcuno o qualcosa che ci impedisce di esultare (nella circostanza oltre al palo il gol annullato a Calaiò che merita quantomeno una spiegazione). Spesso conseguenza del fatto che riusciamo a rendere difficili anche le cose più facili, magari intestardendoci in improbabili e macchinose manovre che hanno l’unico scopo di favorire i recuperi dell’avversario. Allora meglio essere più parsimoniosi in casa (dove si viaggia alla media di oltre due gol a partita) e raddrizzare la mira fuori. Il tutto senza far calare il ritmo, perché la manovra della squadra in questo caso ne risente vistosamente. Sul piano tattico se all’inizio il gioco di Conte appariva tanto spettacolare quanto dispendioso e … presuntuoso (nel senso di difficile esecuzione), oggi di quel gioco sono rimaste solo le… intenzioni: latitano i lanci di prima, gli inserimenti degli esterni MENTRE ATALANTA E NOVARA SI METTONO A CORRERE, I BIANCONERI SI ACCONTENTANO DI ALLUNGARE LA SERIE POSITIVA Il Siena alla prova di maturità sono merce sempre più rara, le ripartenze troppo elaborate. La conseguenza è che la manovra dei bianconeri si è fatta più prevedibile, portare palla e gestirla è sempre più difficile e rischioso, trovare gli spazi per battere a rete, a difesa schierata, un’autentica impresa. E non facciamo neppure una questione di scelte tecniche, perché Conte raramente le sbaglia – ad essere sinceri - anche se non coincidono con le aspettative dei media o degli stessi tifosi. Poi va da sé che l’assenza di Bolzoni a centrocampo si fa sentire in fase di interdizione, come la mancata opzione di Larrondo in avanti. La difesa invece, disperso il fantasma di Portanova, sta confermando quel salto di qualità che i vari Ficagna, Terzi e Rossettini sono in gradom di garantire alternandosi nei due ruoli. Il (moderato) ottimismo sulla retroguardia, ci introduce al discorso sulle prospettive. Quanto fin qui sostenuto non è una critica fine a se stessa, ma piuttosto la fotografia di una prova – l’ultima – dalla quale è necessario ripartire per dare una decisa sterzata al trend esterno. E che questo Siena ci possa riuscire, nonostante non l’abbia ancora dimostrato, è nella realtà delle cose. Ad esempio quali? La prima è la consapevolezza che non si possono concedere solo 4 punti dei 39 a disposizione in casa, senza una solida base di partenza. La seconda, forse l’autostima può fare difetto a chi vede sfuggirsi l’obiettivo stagionale di giornata in giornata, non a chi lo sta cavalcando nel pieno rispetto dei tempi com’è nel caso dei bianconeri. Terzo, questo è un campio- nato che si vince facendo leva sulla continuità e finora non si può dire che sia mancata. Guidare oggi la classifica è importante, farlo il 29 maggio lo sarà di più. Ecco perché, indipendentemente dal sorpasso che si è materializzato nell’ultimo turno, la squadra di Conte deve convincersi che non gli manca nulla di quello che hanno Atalanta e Novara. Però deve trovare il modo di dimostrarlo e questo può farlo solo all’altezza di una partita-clou come quella contro Tiribocchi & C. Quello sì che sarà un incontro soprattutto da non perdere (purchè non sia l’obiettivo dichiarato), ma solo dopo aver provato a vincerlo. Altri sosterranno che nell’occasione la squadra non andrà caricata di eccessive responsabilità, che non dovrà farsi carico di tutta la pressione che inevitabilmente graverà sull’incontro. Ma al Siena gli basterà giocare con la personalità che si addice ad una squadra che vuole tornare subito in serie A, compatta, concentrata, e soprattutto consapevole dei propri mezzi e degli obiettivi per i quali si batte. Una squadra che possa lanciare un messaggio chiaro e convincente a tutto il campionato, magari facendo leva sull’orgoglio, il carattere e la grinta che l’impegno reclama. Nella consapevolezza che a Bergamo ci si gioca anche la faccia, non soltanto il vertice della classifica. Il solito compitino esterno dunque non basterà. Di questo devono esserne convinti soprattutto loro, i ragazzi di Conte. Che già avrà il suo bel daffare a ‘digerire’ l’ambientino che i tifosi nerazzurri gli stanno preparando. • 8 CERCASIFARMACOCONTRO ILMAL DI TRASFERTA [A ESTEROFILIA Sono pochi i predicatori che indicano alle grandi squadre di pescare… in casa. Il vizietto dura da tempo: straniero è bello! È il credo dei ‘clebboni’ che se non pescano in Europa o nel mondo non si divertono. Il risultato? Squadre che per pronunciare tutti i nomi occorre conoscere una decina di lingue (e fin qui …poco male); Nazionale sempre più derelitta; vivai che non hanno possibilità di autofinanziarsi non acquisendo denaro da cessioni; giovani italiani di talento costretti a fare gavetta per anni in Prima Divisione e se va bene in serie B. È problema vecchio che sembra non interessi a nessuno di coloro che hanno in mano i bottoni del potere. Eppure qualche gioiellino si potrebbe scovare anche nei campi minori, ma i Presidentoni hanno necessità di portare nomi da fuori e il ‘vezzo’ si è esteso anche agli allenatori, tanto che coloro che hanno cognomi ca- salinghi vanno a cercar fortuna all’estero. E spesso ci riescono: Spalletti in Russia, Capello e Mancini in Inghilterra (più il primo che il secondo…), Zaccheroni addirittura in Giappone. Ora la mania si è estesa anche al patrimonio delle società di calcio: la Roma – se le notizie di stampa sono vere – sta per diventare americana. E così dopo l’invasione nel campo finanziario e di capitali nella produzione di beni da parte delle imprese estere (anche la Fiat si esterofilizzerà – si dice così?), il calcio segue la traccia facendo diventare la nostra italietta sempre più campo di incursione straniera. Questo non è provincialismo, ma la preoccupazione di chi vede il proprio paese (e il calcio è il male davvero minore) degradare sempre più. PROFUMO DI ‘A’… Non tanto per i risultati (altalenanti) dei bianconeri quanto per la messe di atleti che, avendo indossato le nostre storiche maglie, stanno facendo quasi tutti bene (e taluni benissimo) nel campionato massimo. Alcuni nomi? Portanova, Masiello, Konko, Antonini, Mandelli, Curci, Maccarone, Zuniga, Corvia, Cribari, Ekdal, Mirante, Galloppa, Kharja, Taddei, Balzaretti, Bogdani, Rosi eccetera. Vuol dire, forse, che i nostri sette campionati nell’Olimpo non sono stati un caso e che con una maggiore attenzione e correttezza (tutti sappiamo a chi ci riferiamo), potevamo essere ancora là. Il discorso vale anche per gli allenatori passati dal Rastrello. De Canio e Malesani stanno facendo benissimo e siamo felici per loro; Beretta ha avuto una esperienza troppo breve in quel di Brescia (e ce ne dispiace tantissimo), mentre Giampaolo – vittima del suo carattere e non solo – è stato cacciato da Catania in malo modo (e di questo, perdonateci, ci dispiace molto meno). …MA NON È DIETRO L’ANGOLO No, la meta non è nemmeno vicina. Si sente solo il profumo, appunto, e non per merito nostro. Oscilliamo nei primi tre quattro posti e dietro qualcuno accampa giusti diritti. Altaleniamo tra serenità e convinzione dei nostri mezzi e amarezza e scoramento. Colpa di un Siena che specie in trasferta non ce la fa a decollare. Un T U T T O C A M P O G ] di Senio Sensi Siena che taluni sentenziano essere priva di attributi e di debolezza nell’approccio. Ci permettiamo di dissentire e spieghiamo il perchè. Non c’è stata trasferta in cui si sia riusciti a imporre il nostro gioco, eccezion fatta per Portogruaro dove trovammo una squadra distrutta moralmente e tecnicamente. Poi non abbiamo mai fatto noi la partita. Sia che avessimo di fronte il Varese (imbattuta in casa da 45 giornate) o il Sassuolo e l’Empoli, il Piacenza, la Triestina o il Cittadella (squadre, queste ultime tre, davvero malmesse), siamo riusciti a ‘ottenere’ tre sconfitte ancora brucianti, una vittoria raccogliticcia, e due 0 - 0 anonimi e pericolosi. Specie l’ultimo che vuol dire presentarsi a Bergamo con il rischio di ritrovarci, a partita persa, a cinque punti dall’Atalanta con le altre in rimonta. Felici come pasque se saremo smentiti! E allora non è più un caso; non è più una questione di ‘approccio’ sbagliato, ma uno schema sbagliato e sostituzioni non adeguate o ritardate. Perché non dirlo se può, almeno in parte, servire a correggere ciò che non va? Se all’avversaria, brava o meno brava che sia, che gioca a 4 o a 5 a centro campo, contrapponiamo due soli nostri giocatori (e spesso in carenza di dinamismo), come si fa a pensare che gli avanti (sempre in quattro ma troppo coperti e non supportati) possano rendere quanto è possibile e auspicabile? Riusciamo a rendere ‘belle’ tutte le squadre che in casa loro ci affrontano e non per merito loro ma per demerito nostro. Non è che gli avversari diventano leoni, è che noi li agevoliamo con tattiche spesso suicide e con il timore di ‘prenderle’ palpabile a tutti. In conclusione, visto che gli avversari diretti fuori casa fanno meglio di noi, occorre modificare qualcosa finchè è possibile e prima che sia troppo tardi. Il ruolo di Brienza è dietro le punte (e magari le punizioni da sinistra facciamole tirare a lui, vero Carobbio?) e nessuna squadra, nemmeno l’Inter, si può permettere il lusso di regalare campo e uomini agli avversari. Non saremo una corazzata, ma una squadra che è superiore, e di molto, a Novara e Varese e ad altre che ci hanno sconfitto, di sicuro sì. E allora occorre che il campo sentenzi questa differenza. Se Leonardo, Allegri, Del Neri e Ranieri, tanto per fare ‘piccoli’ esempi, cambiano spesso il loro modulo di gioco non si capisce perché non lo possa fare Conte! • lucaluchini calcio 9 Questo campionato di serie B ci sta veramente stressando, a conferma di quanto sia complesso dover vestire i panni del favorito predestinato che, obbligatoriamente, non solo deve vincere ma anche convincere. Almeno negli ultimi anni, infatti, è la prima volta che ci troviamo in questa difficile situazione psicologica e forse tutto l’ambiente non era pronto a sostenere un simile peso. Così, nonostante la formazione bianconera sia ancora al secondo posto in classifica, con una media più che apprezzabile e che, se raffrontata agli anni precedenti, dovrebbe garantire la sospirata promozione diretta, non mancano da parte di alcuni tifosi dure critiche nei confronti del tecnico che talvolta sfociano addirittura in assurde (alla luce di quando accaduto fino ad oggi) richieste di esonero. Da parte societaria, invece, nonostante la presenza di navigati uomini di mestiere, si dimostra eccessiva ‘sensibilità’ a commenti tecnici e considerazioni calcistiche, espressi fra l’altro sempre con grande civiltà, quasi arroccandosi nella parte di chi deve combattere da solo, contro tutti e tutto, la propria battaglia, nel continuo tentativo di dimostrare che “non siamo una corazzata”, che altri sono più forti di noi, che non è “obbligatorio” essere per forza i primi della classe. Alla luce di quanto detto occorre forse trovare un giusto equilibrio che agevoli al massimo la corsa verso la serie A. Da parte di stampa e tifosi è necessario ammettere che il rendimento della formazione di Conte, tranne qualche isolato scivolone, è stato fino ad oggi più che apprezzabile e che con un pizzico di fortuna ed attenzione in più potremmo realmente guardare tutti dall’alto, proiettati con maggiore serenità verso la promozione. Allo stesso tempo i vertici tecnici devono accettare qualche giustificata perplessità (eccessiva rigidità nel modulo tattico, cammino non esaltante in trasferta) cercando di trovare le giuste soluzioni che possano portare agli auspicati miglioramenti, consapevoli che per loro e tutto l’ambiente arrivare a giocarci il campionato nella lotteria dei play off rappresenterebbe non solo un grande rischio, ma anche un fallimento per gli obiettivi dichiarati senza alcuna remora dalla presidenza e per il valore del gruppo bianconero. Detto questo, forse, il Siena si trova al vero determinante bivio del suo campionato. Da tempo tutti hanno affermato che il torneo di serie B si decide in primavera, ma in realtà le cose non stanno proprio così. Quando arriveremo alle ultime determinanti fasi, qualcuno avrà già compromesso definitivamente le sue possibilità (strada che sembra aver intrapreso il pur ambizioso e forte Torino), altri forse dovranno soltanto gestire con tranquillità la situazione. Il prossimo scontro diretto a Bergamo, così, alla luce di quanto accaduto nelle ultime gior- ‘COSTRETTA’ A VINCERE ED A CONVINCERE, LA ROBUR ACCUSA IN TRASFERTA TUTTO IL PESO DEL PRONOSTICO Felici di essere smentiti a Bergamo nate, potrebbe avere un grande peso per il prosieguo del nostro cammino. Una sconfitta (tocchiamo ferro!) ci porterebbe a ben cinque punti dagli orobici, con il rischio di restare staccati anche dal Novara e di vederci arrivare addosso un Varese in costante crescita. Una vittoria (Dio voglia!), importantissima anche sul piano psicologico, potrebbe rappresentare il perfetto trampolino di lancio per un esaltante finale. Fra l’altro non siamo affatto convinti che il Novara abbia già sparato tutte le sue cartucce. Una fase di rilassamento è fisiologica per chiunque. Speriamo che i momenti di crisi per i piemontesi (che si sono anche rinforzati nel mercato di gennaio) non siano già finiti, perché altrimenti sarebbe davvero dura. Fatto il punto generale sul campionato, scendendo sul piano più strettamente tecnico, a fronte di una difesa ormai quasi sempre più che convincente e che ha saputo vincere molte iniziali perplessità (grazie anche al valore non sempre eccelso degli avversari) continuano a destare notevoli perplessità sia il reparto avanzato che il centrocampo, sia pure per motivi diversi. Gli attaccanti, infatti, si muovono bene, creano in ogni gara numerose palle-goal (spesso al termine di fraseggi veramente belli), ma poi falliscono clamorosamente al momento decisivo. Se nelle ultime partite Calaiò e compagni avessero trasformato anche soltanto un quinto delle occasioni create, oggi staremmo tutti celebrando le glorie di Conte. Occorre, dunque, maggiore “cattiveria” realizzativa perché in questo caso l’allenatore non ha alcuna responsabilità ed é lecito attendersi molto di più da bomber come Mastronunzio, uno di quelli che stanno rendendo meno del previsto. Per quanto riguarda il centrocampo, invece, il discorso appare maggiormente legato alle scelte tattiche del mister. I due uomini del reparto centrale “soffrono” spesso gli avversari, specialmente in trasferta, Vergassola sta accusando i problemi legati all’inesorabile tempo che passa per tutti e Carobbio ha fino ad oggi ampiamente deluso. Per fortuna il contributo offerto da Bolzoni si è spesso rivelato determinante, ma in sua assenza il reparto non gira come dovrebbe, anche perché gli esterni alternano ottime gare a prestazioni deludenti e non sempre, con l’eccezione forse di Sestu, danno il contributo in fase difensiva che sarebbe lecito pretendere. Nell’augurio, dunque, che Conte sappia apportare, almeno in determinate circostanze, quegli accorgimenti tattici che possano far crescere il rendimento della squadra, stringiamoci attorno ai bianconeri con entusiasmo e fiducia in questo mese che, se non sarà sicuramente determinante (visto che mancano ancora tante partite), potrebbe avere importantissime ripercussioni sul futuro del campionato. • Il cammino è ancora lungo. La classifica conforta la Robur: ci sarà da soffrire, come largamente previsto in un campionato mai avaro di sorprese, ma l’obiettivo per il quale questa squadra è stata pensata e costruita, oltre ad essere il sogno di tutti, appare soprattutto un obiettivo alla portata. L’avevamo detto che chi sperava in una ‘cavalcata solitaria’ avrebbe dovuto presto riporre l’auspicio, ma i calcoli si fanno, i confronti sono pane quotidiano per quanti si nutrono di statistiche e anche guardando i numeri la speranza di ritrovare ‘il paradiso del pallone’ non sembra una chimera irraggiungibile, ma prende le sembianze di una realtà possibile. Quarantadue partite sono un percorso infinito da compiere, per affrettate sentenze che parte della stampa specializzata aveva emesso in favore della ‘corazzata’ bianconera. Ora che ne rimane poco meno della metà, in molti non hanno perduto il vizio di definire il Siena una ‘squadra in missione da una categoria superiore’. Acrobazie sintattiche e neologismi forzati che, ferme restando le nobili intenzioni, non vorremmo si trasformassero in sonore ‘gufate’. Tuttavia, fatti i debiti scongiuri e riflettendo un attimo sulla scala di valori che il campionato ha finora espresso, ci rendiamo conto quanto le pressioni del pronostico, il peso e la voglia di un immediato riscatto, siano stati e continuino ad essere fattori sulla base dei quali poter indicare il Siena fra le favorite d’obbligo. Gli investimenti estivi, la qualità dei singoli che può e deve essere valore assoluto del gruppo e il dichiarato intento di inizio stagione con la spinta dello sponsor più ‘generoso’ della cadetteria, tasti sui quali non si può negare di aver più volte battuto, rafforzano la consapevolezza di legittime ambizioni da primato. Anche per questo, se da una parte è giusto che gli uomini ‘di campo’ mantengano la tensione giusta per costruire passo passo un ‘miracolo sportivo’ ancora tutto da realizzare e verso il quale protendere ogni risorsa personale e professionale; dall’altra non deve sorprendere che il ‘padre’ di questo progetto cominci a programmarne il futuro e a studiarne le ricadute. Il tutto con la dovuta cautela eppure affidandosi alla lucidità imprenditoriale di chi, alla passione e alla competenza per lo sport, inseguendone i trionfi ma accettandone i verdetti, sa e intende unire opportune logiche di sviluppo. La serie A - secondo Il pragmatismo del Mezzaroma-pensiero - non sarebbe soltanto un risultato da centrare per il prestigio e la storia della piazza, ma anche una preziosa opportunità che il ‘sistema Siena’ nel suo complesso potrebbe sfruttare e che sarebbe vera iattura vedersi sfuggire. Sintesi perfetta di un ragionamento più articolato che ha portato il patron bianconero a valutare, insieme ad altri aspetti, anche la rilevanza sociale di un agognato ritorno nella massima serie. Elemento, quest’ultimo, che richiama maggiormente l’ attenzione perché anteposto, per certi versi, alle ragioni di natura economica, capitolo evidentemente non trascurabile sia per quanto attiene il coronamento degli sforzi profusi che per ovvi motivi di quadratura dei conti. Che Massimo Mezzaroma fosse uno con le idee chiare è stata per molti piacevole e immediata constatazione sin dal suo arrivo al timone della società: parole e non proclami, strategie e programmazione senza fronzoli strappa applausi o frasi ad effetto buttate là per facili entusiasmi. Accettare la sfida della gestione del Siena in prima persona comportava la necessità di adeguarne strutture e risorse alla filosofia aziendale, l’unico modo possibile per tracciare le linee operative di un percorso che potesse far collimare al meglio le rinnovate aspettative degli sportivi con la cifra e le finalità dell’esborso finanziario. In quest’ottica va letta anche la collaborazione con le istituzioni che ha permesso, tra le altre cose, di definire spazi e tempi per iniziare la realizzazione del Centro Sportivo, polmone strutturale imprescindibile per sentirsi finalmente all’altezza dal punto di vista tecnico, logistico ed organizzativo. Del resto, e i sette anni precedenti hanno dato importanti conferme in tal senso (seppur con uomini e situazioni profondamente differenti), farsi trovare pronti ad accogliere il grande spettacolo del ‘gotha pedatorio’, significa anche coglierne i vantaggi commerciali e di immagine, per la promozione di un prodotto che funzioni, il quale, prima ancora che successo sportivo, sappia diventare il biglietto da visita più diffuso nella visibilità mediatica e nell’ attrazione culturale di un fenomeno le cui diverse inclinazioni darebbero – come dire – dignità sociologica alla condizione di una città da serie A. Tutto questo nel pieno e già consolidato spirito di collaborazione e cooperazione con tutte quelle entità, dalle contrade alle associazioni di volontariato, storico microcosmo cittadino: l’une per incontrare il cuore della città e viverne le ancestrali tradizioni; le altre per sposarne lo spirito morale e assistenziale. In questi anni, il convinto appoggio della Robur verso campagne di sensibilizzazione o emergenze di va■ francescovannoni rio tipo, non solo a carattere locale, ha prodotto effetti tangibili sotto il profilo di concrete risposte dal e per il territorio. Credenziali da aggiungere alle riconosciute eccellenze che appartengono al tessuto connettivo della senesità (concetto dall’indiscusso appeal ma spesso qualifica tanto totalizzante da tramutarsi in limite) di cui lo sport è una delle principali espressioni. Sono tanti gli addendi che devono ancora trovare posto, tra i quadretti della graduatoria, nella lunga addizione di fattori, episodi e situazioni a cui risponde la sostanza dei numeri. Sperando che il…totale del campo possa corrispondere alla matematica del pallone (variabili comprese) e al sogno di un’intera città, Siena guarda avanti. Inseguire e riabbracciare il patrimonio che la serie A porterebbe in dote, impone contestualmente di non trascurarne le oggettive priorità per il suo mantenimento. • il ‘Sistema Siena’: Siena la miglior risorsa 11 Emanuele Calaiò LA ROSA DA QUI A GIUGNO PORTIERI 33 COPPOLA Ferdinando, 43 FARELLI Simone, 22 IACOBUCCI Alessandro, 81 PEGOLO Gianluca, 1978 1983 1991 1981 DIFENSORI CENTRALI 5 BRANDAO Roncalo Jardim, 12 FICAGNA Daniele, 13 ROSSETTINI Luca, 19 TERZI Claudio, 1986 1981 1985 1984 ESTERNI DI DIFESA 2 VITIELLO Roberto, 7 CACCIATORE Fabrizio, 3 DEL GROSSO Cristiano, 21 ROSSI Andrea, 1983 1986 1983 1986 CENTRALI DI CENTROCAMPO 36 BOLZONI Francesco, 14 CAROBBIO Filippo, 39 MARRONE Luca, 8 VERGASSOLA Simone, 32 GENEVIER Gael, 1989 1979 1990 1976 1982 ESTERNI DI CENTROCAMPO 99 KAMATA Pedro, 10 REGINALDO Ferreira Da Silva Fonseca, 77 SESTU Alessio, 18 TROIANIELLO Gennaro, 23 BRIENZA Franco, 1981 1983 1983 1983 1979 ATTACCANTI 11 CALAIO’ Emanuele, 63 LARRONDO Marcelo Alejandro Paez, 9 MASTRONUNZIO Salvatore, 24 CAPUTO Francesco, 1982 1988 1979 1987 età media 27,6 Sono oltre dieci anni che il cosiddetto secolo breve è terminato, il muro di Berlino è crollato da un pezzo e la Cina Popolare è diventata ormai nientemeno che un colosso del capitalismo mondiale, ma nello stereotipato linguaggio del calcio nostrano il pallone continua imperterrito a ‘fare la barba al palo’, a ‘stamparsi’ all’incrocio dei pali o a ‘sibilare vicino al montante’ di destra o di sinistra (in tempi di litigiosità politica come quelli in cui viviamo è sempre bene essere imparziali). Per non dire della roboante gamma di espressioni mutuate dalla terminologia bellica con le quali da tempo immemorabile giornalisti e commentatori televisivi sono soliti infarcire cronache e servizi post gara con grande spreco di ‘assalti’, ‘siluri’, ‘missili’ e ‘bordate’ scagliate all’indirizzo della porta avversaria come se fosse una fortezza da espugnare. Per non farsi mancare nulla non disprezzano nemmeno l’uso dell’arma bianca; dunque, giù ‘arrembaggi’, ‘sciabolate’, ‘fendenti’ e ‘rasoiate’ in ogni zona del terreno di gioco, tanto che alla fine si giustifica – volendo fare della fin troppo facile ironia – quel ricorso alle ‘fasce’ che in tanti sono soliti invocare quando ‘il gioco ristagna a centrocampo’. Possiamo continuare a ridere pensando a tante altre espressioni (che suonano davvero in maniera equivoca se estrapolate dal contesto calcistico in cui vengono usate) come ‘cercare il fallo dell’avversario’ o più discretamente ‘puntare l’uomo’, oppure ancora ‘tirar fuori gli attributi’, ‘chiedere il triangolo’, ‘andare in sovrapposizione’, fino all’inflazionatissimo ‘sbagliare l’approccio’ e, forse per questo, in novanta minuti ‘non riuscire a toccar palla’. E poi anche nel football ci si è adeguati in fretta alla dilagante moda di coniare appellativi in qualche modo più gratificanti rispetto al vecchio tradizionale nome di mansioni e mestieri. Così, se lo spazzino è oggi chiamato pomposamente ‘operatore ecologico’ e l’infermiere è assurto alla qualifica di ‘paramedico’, nel mondo del calcio nessuno dice più semplicemente ‘terzino’ o ‘ala’ bensì ‘esterno basso’, ‘esterno alto’, ‘cursore di fascia’; la mezzala ora è il ‘trequartista’ e l’umile mediano un po’ scarpone, che non manca mai nemmeno negli squadroni più blasonati, è stato elevato al molto più professionale rango di ‘incontrista’. Nel gergo pedatorio solo il portiere conserva l’eroico ap- pellativo di ‘estremo difensore’ pronto ‘a dire di no’ alle ‘staffilate’ degli avversari, naturalmente ‘distendendosi in tuffo’ o ‘accartocciandosi sul pallone’. In TV lo strazio della lingua italiana si sublima nelle ‘ripartenze’ di sacchiana memoria e con le reti ‘occasionate’ dall’assist di Tizio o di Caio (Carlo Nesti docet). Si prosegue - ahimé - con le immagini che finalmente ‘possono partire’ (per dove?) e con l’impalpabile, misteriosa ‘linea’ che viene ‘chiesta’, ‘ceduta’, ‘passata’, ‘restituita allo studio’ come in uno stucchevole incontro di tennis tra noiosi pallettari. Ovviamente nemmeno i tifosi si salvano più da tale orgia di luoghi comuni e nelle loro discussioni li senti snocciolare combinazioni numeriche degne delle più sofisticate casseforti in una girandola di scioglilingua a base di ‘quattro quattro due’, ‘tre quattro uno due’, ‘quattro tre due uno’ e ‘quattro tre tre’. Durante la partita constatano preoccupati che l’avversario ‘raddoppia la marcatura sul portatore di palla’ o che la loro squadra ‘si è allungata’, si lamentano perché il ‘rombo di centrocampo’ ha smesso di ‘fare filtro’ e suggeriscono che è meglio metter dentro una ‘mezzapunta’ al posto del ‘bomber’ un po’ spompato. Perfino per l’arbitro il tempo pare essere trascorso solo per il colore delle divise perché, da che mondo è mondo, continua a ‘sorvolare’ o a ‘decretare la massima punizione’, a ‘comminare’ ammonizioni ed espulsioni ed a far faticosamente ‘rispettare la distanza regolamentare’. Finché, con il fatidico ‘triplice fischio di chiusura’, non ‘mette fine alle ostilità’ e ‘manda tutti negli spogliatoi’. A prendere un thé caldo, naturalmente. • 13 il trionfo dei luoghi comuni lisi ■ mario 14 BASTA NON PERDERE IL SENSO DELLA MISURA [ FEBBRE LA LUNGA STRADA verso il paradiso continua. La Robur targata Conte prosegue la sua marcia verso un traguardo che in molti tifosi, forse troppi, danno per scontato. Il nostro compito di commentatori, seppure tifosi, è quello di gettare acqua sul fuoco sempre e comunque. Nonostante le undici vittorie casalinghe su tredici partite, il Siena non si è scrollato di dosso le avversarie e solo questo semplice dato dovrebbe far riflettere. Nobili decadute come Torino e Livorno, per esempio, stentano molto nonostante i proclami e le campagne acquisti sontuose o quasi. A Siena, invece, crediamo che la serie A sia un diritto acquisito da riconquistare al più presto. I sette bei anni di massima serie, dopo decenni di ‘infime’ categorie, ci hanno illuso e fatto credere di essere arrivati per sempre. Il calcio, lo sport in generale, non da’ mai verdetti assoluti. È il più bel gioco del mondo, dal polo nord al polo sud riunisce folle di tifosi, giocatori, semplici appassionati proprio per la sua imprevedibilità, maggiore di qualsiasi altro sport. È la sua magia che ha fatto sì, tanto per non andare lontano, che nel dicembre scorso una squadra di club africana ha giocato contro l’Inter nella finale del campionato mondiale per club, ed è la solita magia che portò, otto anni fa, la “follia” di Paolo De Luca a condurre il Siena in serie A. Dopo sette anni di sogni realizzati ci siamo svegliati e siamo tornati nella normalità della serie B che non ci fa apprezzare appieno l’importanza sportiva della cosa. Guardandoci intorno possiamo notare che squadre di città importanti, numericamente per storia calcistica, come Pisa, Taranto, Messina, Perugia, e tante altre ancora, sono sparite dal calcio che conta e annaspano in categorie bassissime sognando i bei tempi che furono. Tornando alla realtà, non vogliamo assolutamente dire che dobbiamo accontentarci della serie cadetta, ma che dobbiamo guardare l’attualità con occhi più benevoli e mente più aperta. Le basi per tornare nel calcio che conta ci sono tutte. Un presidente appassionato e concreto, una società supportata da una delle maggiori banche del mondo, una squadra ben preparata e organizzata da due ottimi professionisti come il direttore Perinetti e l’allenatore Conte e soprattutto una città che si è stretta attorno ai suoi beniamini come poche, sono fattori che in molti ci invidiano. In serie B contiamo oltre 7.000 spettatori di media, che in serie A arrivano fino a 10000, dati che la di- A LT A ] di Antonio Gigli cono lunga sulla passione calcistica della nostra gente. Quello che ci frega, e qui dobbiamo fare una sana autocritica, è la nostra cronica, storica, ineludibile vis polemica. Vinciamo due partite di fila tra le mura amiche e l’entusiasmo vola alle stelle, pareggiamo fuori casa ed ecco esplodere polemiche più o meno accennate. Il risultato sportivo non è in dubbio, eppure non siamo ancora contenti, basta una formazione sbagliata, un cambio più o meno azzeccato e la nostra parte critica viene fuori. In questi giorni di violente polemiche politiche, una frase è sulla bocca di tutti: fare un passo indietro. Questa frase vorremmo farla nostra e per questo invitare tutti, partendo da noi tifosi accaniti: stiamo tranquilli, facciamo un passino indietro e amiamo la Robur per quello che di bello ci dà, cercando di giustificare i pochi passi falsi di questo campionato. Dopo quasi due terzi di torneo siamo secondi in classifica, con diversi punti di vantaggio su avversarie importanti, e quindi riponiamo nell’angolo più remoto il nostro carattere e aspettiamo, godendo, il finale di questo campionato. Ce la possiamo fare, lo sappiamo bene, società in primis, lasciamo lavorare chi di dovere e tutti vivremo meglio quest’annata. Una delle realtà sportive più importanti della nostra città merita sicuramente fiducia, viste le difficoltà dell’”industria” calcio in Italia. Siamo piccoli ma possiamo diventare grandi, basta aver fiducia e aspettare. Siamo certi che mai come in queste occasioni l’unione fa la forza. • 16 calcio Rappresentativa Juniores IL PRESIDENTE DELLA DELEGAZIONE PROVINCIALE DELLA FIGC, CI PRESENTA LE RAPPRESENTATIVE SENESI CHE PRENDERANNO PARTE AI VARI TORNEI REGIONALI Il fascino della prima maglia Come ogni anno, durante il mese di febbraio prendono il via i Tornei Regionali per le Rappresentative Provinciali Allievi B (nati nel 1995) e Giovanissimi B (1997) che richiedono al Comitato Provinciale Senese della F.I.G.C. un significativo impegno organizzativo. I selezionatori scelti per guidare le due rappresentative sono rispettivamente Franco Rizzuto e Fabrizio Scalpellini. I ragazzi senesi andranno ad affrontare in un triangolare i coetanei del Comitato di Livorno e Arezzo. . Durante i mesi di dicembre e gennaio sono stati effettuati i raGiovanissimi B duni di selezione ed allenamento ai quali hanno preso parte una quarantina di elementi per categoria. Gli Allievi, guidati dal selezionatore Franco Rizzuto, durante le selezioni e gli allenamenti hanno dimostrato di possedere buone doti tecniche ed una preparazione fisica adeguata alla loro età, ma considerato le poche squadre che disputano il campionato senese in questa fascia d’età, non c’è un’ampia scelta. Infatti, nella normalità dei casi, i ragazzi più promettenti vengono ingaggiati dalle società professionistiche e perdono, di conse- guenza, il diritto di prendere parte a questi tornei che sono riservati soltanto ad atleti di società dilettanti oppure di puro settore giovanile. Questo, forse, è il motivo per cui Il Comitato F.I.G.C. della nostra Provincia non ha mai vinto nulla in questa categoria. I Giovanissimi B, seguiti dal selezionatore Fabrizio Scalpellini, hanno il difficile compito di riconfermarsi, perché la rappresentativa senese di questa età ha vinto il Torneo Regionale per ben tre volte. Il valore di questi successi non è uguale per tutti i Comitati Provinciali toscani, poiché se si mette a confronto il numero delle Società fiorentine, livornesi e aretine con quelle senesi, si può capire che la valenza delle nostre vittorie è sicuramente superiore. Durante il mese di gennaio sono stati effettuati anche i raduni per la Rappresentativa mariziomadioni calcio 17 RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – JUNIORES (nati 1993) Vignini Ulivelli Rubegni Giglioli Emini Cerretani Graziani Romeo Meconcelli Pauciullo Berni Longino Binarelli Andrea Andrea Filippo Tommaso Endrin Simone Matteo Andrea Guido Andrea Francesco Alessio Alessio Quercegrossa San Gimignano San Gimignano San Gimignano NP Chiusi Asta V. Mazzola Valdarbia Calcio Valdarbia Calcio Staggia L. Meroni Montalcino Montalcino Machetti Parissi Nannotti Leonardi Baldini Mucciarelli Sardelli Di Ioia Kante Fiaschi Marcoionni Rustichini Diego Lapo Duccio Giulio Lorenzo Cristiano Giulio Mattia Amadou Andrea Gianluca Matteo Montalcino Poliziana Poliziana Poliziana Sinalunghese Sinalunghese Virtus Poggibonsi Virtus Poggibonsi Virtus Poggibonsi Gracciano Gracciano Gracciano AUTOFFICINA E PUNTO VENDITA Baccinetti Mauro & C. s.n.c. RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – GIOVANISSIMI B (nati 1997) Benocci Imparato Terrosi Barcelli Gurgugli Zucca Sorrentino Murgia Isidori Targi Benocci Amedeo Alessandro Andrea Alessio Federico Alessandro Cristian Alessandro Ettore Federico Amedeo B. Monteriggioni San Miniato O. Sarteano V. Mazzola V. Mazzola V. Mazzola Asta Taverne Pianese Poliziana San Gimignano B. Monteriggioni Serravalle Rapaj Cirillo Pacella Cerbone Cerbone Agostino Sciacca Bernardini Testi Imparato Andrea Luftar Roberto Francesco Antonio Sebastiano Umberto Franco Lorenzo Andrea Alessandro Pianese Gracciano Gracciano Gracciano Valdarbia Valdarbia Valdarbia Sinalunghese Sinalunghese San Gimignano San Miniato RAPPRESENTATIVA PROVINCIALE SIENA – ALLIEVI B (nati 1995) Pistella Gennai Hilla De Muru Di Fiore Martino Tavanti Ghiddi Magliozzi Lekeune Alessandro Davide Ergis Daniele Leonardo Gabriele Niccolo’ Marco Luis Rapolano T. Rapolano T. Rapolano T. Pianese Pianese U.Poliziana Sinalunghese Sangimignano B.Monteriggioni B.Monteriggioni Juniores (nati 1993), affidata all’ex bandiera della Robur Andrea Pepi. Questa Rappresentativa, sotto la guida dell’ex bianconero Walter Francini, ora allenatore del Serre di Rapolano, di Mauro Gozzini e di Giancarlo Colombi, negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni. Infatti, nel 2002 abbiamo vinto il trofeo senza perdere alcuna gara; nel 2003 siamo arrivati secondi dopo una avvincente finale disputata allo Stadio A. Franchi di Siena contro la rappresentativa del Comitato di Lucca, per poi rivincere il titolo nel 2004 nello stadio lucchese. Nel 2008-2009 ad Arezzo, dopo una gara avvincente e lottata fino ai tempi supplementari, abbiamo ceduto il primo posto alla squa- Vitti Giorgi Pagliantini Monaci Bertoli Mare Anselmi Vodo Mari Bruni Andrea Paolo Andrea Alberto Jacopo Federico Niccolo Aldo Andrea Alessandro B. Monteriggioni V. Mazzola V. Mazzola V. Mazzola Gracciano Gracciano Gracciano San Miniato San Miniato San Miniato dra di Massa-Carrara. In questa stagione sportiva la rappresentativa senese si troverà ad affrontare in un triangolare le squadre di Livorno e Pistoia. La prima partita del Torneo Paterni 2010-2011 si è svolta il 9 febbraio a Staggia Senese. Dopo questa gara casalinga, i ragazzi senesi dovranno giocarsi l’accesso alla fase finale a Pistoia. Ai responsabili organizzativi Vittorio Veneri, Giancarlo Giubbi, Gianni Pallari, Maurizio Mecacci, ai selezionatori ed a tutti i ragazzi che ci rappresentano in queste competizioni un sincero e sportivo “in bocca al lupo” con la speranza che il nome di Siena venga portato sempre più in alto con altri successi. • Marizio Madioni Via Pescaia 64/66 53100 SIENA Tel. 05.77.42.162 Fax 05.77.22.42.73 [email protected] elenaborri polisportiva 19 La ginnasta biancoverde Giulia Leni in corsa per l’azzurro in vista delle prossime Olimpiadi Giulia Leni, ginnasta e stella biancoverde, da tempo in Mens Sana è una voce fuori campo: dopo la pausa estiva trascorsa a Siena, da settembre è tornata a Milano, al Centro Tecnico Federale. Riusciamo a parlare con lei infiltrandoci tra i suoi numerosi impegni, fatti di allenamenti al mattino e scuola al pomeriggio. Inspiegabilmente, nonostante l’ora tarda e l’innegabile stanchezza, Giulia ha ancora voglia di sorridere e di rispondere con gentilezza alle domande che le poniamo. Ormai da diversi mesi ti sei trasferita a Milano, che cosa ti ha portato a fare questa scelta? È difficile stare lontano da Siena? “Beh non è semplice, ti abitui a crescere in fretta. Ma alla fine per me rimanere in Mens Sana era diventato impossibile: ero la sola agonista di alto livello e non avevo modo di confrontarmi con nessuno, non c’era competizione. A Milano invece siamo in tanti, molti atleti hanno una lunga carriera alle spalle: l’emulazione è un catalizzatore molto potente, guardando gli altri riesco a perfezionarmi di giorno in giorno. Però quando penso alla mia famiglia (e al mio cane…) un po’ di nostalgia mi assale”. Ma se in ballo c’è così tanta concorrenza, come riesci a costruire rapporti personali? “Per fortuna viviamo la rivalità in modo positivo, cercando di trarre insegnamenti dalle qualità altrui. Ci aiutiamo, a nessuno piace migliorare alle spalle dei compagni. E poi quando usciamo dalla palestra siamo davvero tutti amici: soprattutto con Carlotta Ferlito, l’unica che ha la mia stessa età, ho un bellissimo rapporto. Negli ultimi anni ho condiviso con lei praticamente ogni momento, è una grande ginnasta e un’ottima amica”. La novità per la stagione agonistica 2011 è senza dubbio il salto dalla categoria Junior alla Senior: quali saranno le difficoltà che dovrai affrontare? “Nella divisione Senior incontrerò ginnaste molto più forti e preparate tecnicamente, in poche parole le migliori al mondo. Sarà davvero difficile batterle, anche perché aumenteranno i livelli minimi sulle uscite a trave e parallele e sull’ultima diagonale al corpo libero”. Nel tuo repertorio sono in cantiere nuovi esercizi? “Ogni giorno lavoriamo insieme ai tecnici per inserire o perfezionare qualche dettaglio. In questo momento ci stiamo concentrando sul corpo libero, il mio esercizio di punta. La scelta è quella di potenziare l’attrezzo dove sono più forte, per riuscire ad andare a medaglia”. "Londra 2012, il sogno nel cassetto" Tra i primi appuntamenti della tua lista, ci sono i Test Nazionali... “Sì, inizieranno a fine febbraio. In base ai loro risultati, e a quelli della gara internazionale che si terrà a Jesolo, avverranno le selezioni per i prossimi Europei. L’obiettivo è quello di partecipare come individualista, ma come al solito la concorrenza è spietata. A rappresentare la Nazionale Italiana verranno scelte soltanto quattro atlete: due che saliranno All Around sui quattro attrezzi e due che, partendo da un punteggio di base molto alto su un solo esercizio, si concentreranno esclusivamente su quello. Inutile dire che la mia aspirazione è effettuare il Giro Olimpico”. E poi ci sarà il campionato di serie A1, nel quale gareggi in prestito per la società Gal Gym Team. Quali sono le prospettive della squadra? “Alla Lissone avrò gli stessi allenatori che ho qui al Centro Tecnico. Io e le mie compagne faremo il possibile per ottenere buoni risultati, ma per il momento un pronostico è impensabile”. E le tue future colleghe? Ci sono già alla vigilia simpatie o antipatie? “Le conosco già tutte molto bene, la maggior parte di loro si allenano qui con me a Milano. Sono ragazze simpatiche e determinate. Credo che mi troverò bene”. Se dovessi fotografare il ricordo più bello e quello più brutto della stagione appena conclusa, quale sceglieresti? “Quello più bello senza dubbio gli Europei a Birmingham, dove insieme alle altre rappresentanti della Nazionale Junior ho vinto la medaglia di bronzo. Il più brutto... la caduta a trave dalla ruota senza alle Finali di Specialità, un errore che mi è costato l’esclusione dalle Olimpiadi Giovanili di Singapore”. A proposito di Olimpiadi, Londra 2012 è davvero un obiettivo che ti sei posta di raggiungere? “Non oso pensarci, prima ci sono gli Europei e poi i Mondiali a Tokyo, entrambi qualificanti. Per il momento continuo a lavorare lasciando Londra archiviata solo come un sogno”. Se ti fermi a riflettere sui tuoi esordi, che ruolo attribuisci alla Mens Sana e alla tua allenatrice Beatrice Vannoni? “La Mens Sana è la mia casa. Lì sono cresciuta e ho raggiunto i primi traguardi importanti. Non posso che esserle infinitamente grata. Quanto a Beatrice, tutte le volte che ho avuto bisogno è sempre stata al mio fianco, ha saputo consigliarmi, mi ha consolata nelle sconfitte e gioito con me nelle vittorie. Quando torno a casa spesso mi fermo da lei, come sua ospite. Per me è come una seconda mamma”. • 20 gigirossetti calcio Era in “tutt’altre faccende affaccendato” il San Miniato, ma oggi, con quella che è la virtù dei forti, la calma, torna finalmente a parlare di calcio, quello giocato. È stato un periodo un po’ complicato quello degli ultimi mesi ma pian piano, e come detto con calma, sembra proprio che tutti i tasselli stiano andando al loro posto e allora lo spazio ad esso riservato può tornare ad essere sfruttato per parlare delle tante squadre neroverdi che domenicalmente hanno continuato, con alterne vicende per carità, a scendere in campo. Una panoramica che, a scalare, parte da quella che da sempre è stata la squadra di punta del maggior sodalizio senese in fatto di calcio giovanile; parte dagli Allievi, quelli classe ’94, quelli cosìdetti di elite, quelli allenati da Romano Perini. Rappresenta, questa categoria, il top dei giovani della nostra regione e San Miniato è lì, con orgoglio, a rappresentare Siena. Una grande partenza di campionato da parte di questi ragazzi che poi però, verso la fine dell’anno, hanno cominciato ad avere qualche problema che ha complicato la loro posizione di classifica. Alcuni segni di risveglio però, soprattutto nell’ultima uscita, ci sono stati e al- lora sperare in una pronta ripresa non è più un’utopia. La salvezza, che è poi l’obiettivo di partenza, sembra traguardo raggiungibilissimo, una speranza che deve essere, soprattutto nella mente, certezza grazie anche agli innesti effettuati (quelli di una punta e di un centrocampista arrivati dal Siena) che hanno dato alla compagine una maggior compattezza. Simile è il discorso per l’altra formazione degli Allievi, quelli B. I ragazzi di Tosoni, allenatore/presidente, devono fare di necessità virtù perché dati in “prestito” i migliori alla formazione più grande, altro non possono fare che guardare al futuro; e a dire il vero ci stanno riuscendo bene perché comunque stanno facendo delle buone cose. L’obiettivo è quello della crescita collettiva, quello di una preparazione in vista del prossimo campionato più impegnativo con un occhio – perché no? – anche alla classifica e quella, in questo momento, dice che ci si può accontentare perché partiti con qualche inciampo di troppo, ora i ragazzi del ’95 viaggiano nella sua parte medio alta. Giovanissimi A: eccola la “spada nel cuore” del San Miniato. L’obiettivo di partenza è sempre il solito, vincere per riconqui- AL SAN MINIATO SI TORNA A PARLARE DI QUELLO CHE SA FARE MEGLIO: PREPARARE I GIOVANI AL CALCIO MA SOPRATTUTTO ALLA VITA Alla riscoper ta della vera vocazione stare quella categoria regionale che davvero da troppo tempo ormai latita in Società. Anche quest’anno l’obiettivo sembra lontano perché troppo è stato il terreno perso da questi ragazzi che cercano di indorare l’amara pillola con la grande ascesa che stanno vivendo in questo momento. Primo posto lontano (da sembrare irraggiungibile, nove lunghezze) e così il traguardo primario diventa quello della seconda posizione che potrebbe lasciare spazio alla speranza di un ripescaggio per tornare là, dove il San Miniato ambisce e merita. Giovanissimi B rinnovatissimi e così il compito di Costantini non può che essere quello del maestro che educa ad una sana crescita i ragazzi; ci sta riuscendo perché la risposta che riceve è quella di un campionato assolutamente tranquillo. Dove invece il San Miniato mette tre punti esclamativi è negli Esordienti Fair Play. Storicamente importanti, ”i ragazzi del ’98” non tradiscono neppure in questa occasione; è il secondo anno che sono sotto la guida di David Contu, i ragazzi sono cresciuti tantissimo, giocano il miglior calcio e al fisico, ancora in via di formazione, sopperiscono con una gran tecnica e come detto con il gioco che li porta nelle zone altissime della classifica. Sono ragazzi sui quali si punta parecchio perché se dovesse essere mancato ancora l’obiettivo dovranno essere loro, in prospettiva, a portare i Giovanissimi nel campionato regionale. Infine la Scuola Calcio, che sta dando ottimi risultati anche dal punto di vista numerico dal momento in cui, anche quest’anno, cento ragazzi hanno scelto San Miniato per il loro sport preferito. Un plotone di ragazzini che, agli ordini di bravi tecnici quali sono Banelli, Pacini, Rosini, Ganci, Meniconi, Pianigiani e Santi, con successo partecipa ai campionati di pertinenza. Esordienti B, Pulcini a 7 a 6 a 5 e poi ancora i tornei per i nati nel 2003/04/05; insomma per dirla come il poeta “Passata è la tempesta… Ecco il sereno rompe là da ponente”. • Come vi sentite, sportivamente parClaudio Terzi lando? Felici? Scontenti? Appagati? Delusi? Frustrati? Euforici? Incazzati neri? Lezzi ‘na cifra? Dico: nel senso di tutt’e due le benamate. Quella bianchennéra e quella bianchevvérde Forse, se dovessimo definire il momento complessivo che attraversa lo sport maggiore senese, si potrebbe dire che ci sentiamo in una fase sospesa e interlocutoria. Il che vuol dire non del tutto scontenti (ci mancherebbe altro), ma che alla piena goduria ci manca ancora qualcosa. Siamo alle vette – in tutt’e due i casi – del campionato, e avercene di anni così. Però... Però. Versante bianchennéro. Ma è possibile che in trasferta questa squadra non vinca le partite? E che le giochi alla sciamannona come ultimamente è successo? Nessuno è tanto naif (eufemismo col quale il buon Cardaioli apostrofa chi spara una bischerata: è troppo signore per dargli del testadicazzo, ma il senso è quello), si diceva: nessuno è tanto naif da pensare che con il Cittadella fosse cotto il lesso e che s’andasse a fare una scampagnata. Il Cittadella, a onta della posizione di classifica nella quale si trova, è squadra da non prendere di sottogamba. E questo si sapeva, ma impostare una partituccia come quella del 6 febbraio, via, vuol proprio dire buttare via le occasioni. Il risultato è quello di aver perso la vetta della classifica e, badate bene, di essere non secondi, ma terzi, perché il Novara è a pari punti con la Robur, ma, con noi, ha pareggiato a Siena, dunque fuori casa. Dunque, nella classifica avulsa, ci è davanti. Il che significa che, se il campionato finisse oggi, a giocarsi la tombola dei play off ci andrebbero i bianconeri. Non so a voi, ma a chi scrive, l’ipotesi di giocarsi i play off, mette i brividi nella schiena. Il fatto è che Cittadella non è stata l’eccezione: è stata la (quasi) regola. Il Siena, al Rastrello, se la cava anche bene, ma fuori no. E una squadra che fuori non vince può trovarsi in difficoltà. Non ci stiamo giocando la sopravvivenza in una serie: ci stiamo giocando la promozione, e per poter contare di risalire in serie A le partite fuori bisogna vincerle. Se non tutte (che è impossibile) almeno un po’. Almeno quelle che contano. Questa contava, ed è andata com’è andata. Mentre stiamo scrivendo queste note, il pensiero va alla partita con l’Atalanta, di nuovo fuori casa. E la preoccupazione non cala. Anzi... Versante bianchevvérde. Si mette in salita in Eurolega. Felicissimi di essere entrati nelle top sisxteen, beninteso, ma si fa dura andare avanti. La bellissima impresa di Belgrado (alla quale la stampa sportiva italiana non ha dedicato una riga: meglio così. Meno è la pressione, meglio lavorano la società e la squadra) ha un po’ bilanciato la sconfitta casalinga con Madrid (maturata amaramente dopo che la Mens Sana era andata avanti di un bel po’ di punti, al termine di una quarta frazione di gioco in cui il primo canestro senese è arrivato dopo 8 minuti e gli hanno fatto seguito solo un paio di altri, nei restanti quattro minuti di gioco). E c’è toccato anche essere contenti (!!!) che Messina&Co. ce l’abbiano fatta a rimangiare lo svantaggio che stavano subendo dall’Efes. Che ora è seconda, ma ci è avanti di solo un canestro e deve venire a 21 giocare a Siena. Tante variabili. Troppe, per stare tranquilli. In campionato va meglio. Pare che il “Miracolo a Milano”, con Dan Peterson nel ruolo di “Toto il buono”, si stia un po’ spegnendo (ma sono sicuri, lassù, di aver fatto una cosa furba a mandar via Bucchi? Sarà, ma ho i miei dubbi. Tuttavia, come si dice, contenti loro..) fche ra a son color sospesi balestracci ■ duccio mentre in viale Sclavo ci si sta attrezzando per sopperire agli infortuni e alla sfiga. Michelori sta facendo ricredere chi scrive, il quale (chi scrive) aveva un po’ storto la bocca davanti alle sue performance (di Michelori). Ora, il ragazzo pare maturato parecchio: onore a lui e a chi lo sta facendo crescere. Jaric ancora deve lavorare parecchio per tornare a essere Jaric, ma qualche segno positivo non manca: le ultime partite lo vedono in interessante progresso, anche se ci sono sempre da far dimenticare, da parte sua, alcune imbarazzanti prove di inizio. Tempo al tempo, diceva quel generale russo mentre Napoleone si infognava verso Mosca. Ebbe ragione il generale russo, come è noto. Rakovic, ogni tanto, combina qualche birbonaio da billoccòne, benedetto anche lui, ma quel che lascia sconcertati è un’altra cosa. È il fatto che, ai liberi, questi giocatori (anche i migliori) tirano con una percentuale che va poco oltre il 50%. Qui bisogna che la pezza ci sia messa e subito. Rischiare perché gli altri giocano bene è un conto; rischiare perché si tirano palle torte è un altro conto. E fa dimolto illezzire. Insomma, anche in questo versante, le cose vanno bene ma dovrebbero (non “potrebbero”: “dovrebbero”) andare meglio. Senza pretendere né la perfezione, né la luna, beninteso. Nessuno è tanto naif (nel senso cardaiolesco del termine). • Marko Jaric cicloturismo In attesa dell'edizione 2011 de 'L'Eroica', la corsa senese e la Marcialonga si scoprono affini Un gemellaggio all’insegna della fatica In attesa che sabato 5 marzo le ‘Strade Bianche’ tornino ad ospitare i professionisti del ciclismo, si è messa di nuovo in moto (ammesso che si sia mai fermata…), la macchina organizzativa dell’edizione numero 15 de ‘L’Eroica’ in programma per domenica 2 ottobre prossimo. L’unica vera e autentica novità di quest’anno, che si prevede fin d’ora memorabile, è …la mancanza di novità. Nel senso che non cambierà nulla, né per quanto riguarda i percorsi, la logistica, i ristori d’epoca , le mostre e tutte le altre attività che fanno da contorno, come la presentazione di libri, le attività teatrali e gli incontri con i personaggi che hanno fatto la storia del ciclismo. “Per mantenere L’Eroica quella che è diventata grazie a tutti coloro che vi hanno preso parte, in qualsiasi forma, non potremo essere più di quei 3500 che nel 2010 sono stati con noi” - ha sottolineato il presidente della Eroica Ciclismo d’Epoca SSD Furio Giannini -. “Questo è un passo che dovevamo compiere peer evitare che l’evento crescesse a dismisura rischiando di morire per obesità. Nel nostro regolamento cercheremo di privilegiare la partecipazione dei meno giovani, portatori di esperienze e conoscenze di cui L’Eroica non dovrà mai fare ameno”. È curioso intanto che, fin dal primo giorno di iscrizioni, il numero di quelli che hanno formalizzato la propria adesione sia salito vertiginosamente a circa 600 unità, la metà dei quali stranieri. A conferma, una volta di più, del fascino che la cicloturistica senese esercita su tutti gli appassionati di questo sport sparsi nel mondo. E mentre L’Eroica torna ad alimentare la fantasia di coloro che almeno una volta vi hanno già preso parte e di quelli che ambiscono a farlo, l’originale corsa d’epoca si prepara ad un connubio, all’insegna dei sapori del passato, con l’altrettanto storica Marcialonga. Nel 2013, anno della 40esima edizione della famosa manifestazione di fondo, diventerà anch’essa ‘eroica’. L’infaticabile team organizzatore porterà infatti la Marcialonga a rivivere emozioni e colori di un tempo attraverso la ‘Marcialonga Story’, un pittoresco tuffo nella memoria con tanto di rievocazione di materiali storici. Si tratta di una prova, in programma il 26 gennaio 2013, che dallo stadio del fondo di Lago di Tesero si allungherà fino a Cavalese, da sempre sede dell’arrivo della competizione trentina. I concorrenti dovranno presentarsi al via con attrezzatura e abbigliamento d’epoca e un’apposita commissione vali- derà la correttezza dei materiali, che devono essere datati almeno 1976. A questo proposito risulterà decisamente opportuna una visita nella propria soffitta, dove può nascondersi qualche bel pezzo d’antichità da spolverare e sfoggiare allo start della Marcialonga Story. Per rendere il tutto ancor più allettante, e seguendo il successo mondiale delle Bici Eroiche, registrate e catalogate dagli organizzatori che si svolge prevalentemente su strade sterrate fra paesaggi suggestivi e borghi antichi, anche la Marcialonga ha istituito il ‘Registro degli Sci d’Epoca’ che raccoglierà notizie, dati e immagini di sci costruiti in epoche diverse e ancora funzionanti. Per iscriversi al ‘Registro’ basta ckliccare su www.marcialonga.it , e nella sezione ‘Eventi’ della Marcialonga invernale si trovano il regolamento e il modulo di adesione. Marcialonga quindi come L’Eroica, con attrezzature sportive diverse, ma con tante sinergie in comune. E’ emersa quindi l’esigenza di unirsi per collaborare e scambiare esperienze, consigli e suggerimenti, per crescere sempre con un occhio a quello che siamo stati, tenendo sempre viva la memoria di un ciclismo e di uno sci di fondo fatto di grandi fatiche e di sfide impossibili. La cerimonia ufficiale del gemellaggio fra le due associazioni si è svolta sabato 29 gennaio presso il Palacongressi di Cavalese. • 23 24 GINO IL GIUSTO [ F U O R I G I O C O ] di Roberto Barzanti VUOI VEDERE CHE LO FANNO SANTO? Le premesse ci son tutte. I maligni lo trattavano come un bacchettone qualsiasi, a Siena in particolare, e non solo per spirito ghibellineggiante. Le costanti frequentazioni di Santa Petronilla e la stretta amicizia col Prete Bello, don Bruno Franci, avevano esaltato la sua fama di uomo pio, del resto non immotivata. Il tondo distintivo dell’Azione Cattolica riluceva sempre sul bavero della giacca di Ginettaccio Bartali (quando si degnava di indossarla). Si sapeva che di ebrei ne aveva salvati un bel po’, nascondendo salvifici documenti d’identità opportunamente contraffatti sotto il sellino della bicicletta e pedalando tra Toscana e Umbria in finti e lunghi allenamenti. Chi poteva averlo in sospetto? Si è scritto addirittura di 800 ebrei protetti dalle persecuzioni e salvati dalla morte in case e conventi della Toscana grazie alle pedalate davvero miracolose e cristiane del buon Gino. Ora è spuntata fuori una toccante testimonianza. Un certo Giorgio Goldenberg, settantottenne ebreo di origine fiumana, ha confessato di essere sfuggito a rastrellamenti e retate perché negli ultimi mesi di occupazione se ne stette nascosto coi suoi genitori in una cantina il cui intraprendente (non unico) proprietario era proprio Gino Bartali, “un agile trentenne di Ponte a Ema”, come gli apparve allora. Giorgio faceva la spola ogni giorno tra Fiesole e Firenze dove frequentava la scuola elementare. I genitori erano molto amici di Bartali e di suo cugino Armandino Sizzi. Grazie ai due la famiglia Goldenberg ebbe a disposizione lo scantinato di uno stabile in via del Bandino, zona Ga vinana. “La cantina – dice oggi Giorgio – era molto piccola, una porta dava su un cortile ma non potevo uscire, avrei corso il rischio di farmi vedere dagli inquilini dei palazzi adiacenti, a un certo punto dopo mesi vidi un soldato inglese con la scritta Palestina e con la Stella di David cuciti sulle spalle [evidentemente faceva parte della brigata ebraica, n. d. a.], chiamai il babbo che cominciò a parlargli yiddish, capii che eravamo finalmente liberi”. Sembra che altre testimonianze dello stesso tenore siano state raccolte dal periodico ‘Pagine Ebraiche’, che ha dato molto risalto alla notizia, ripresa in bella evidenza dall’ ‘Osservatore romano’. E così Gino può darsi che si veda piantato un albero in suo onore nello Yad Vashem, luogo della memoria sacro al popolo ebraico, e sia proclamato Giusto tra le Nazioni. Una bellissima vittoria postuma, che nessuno potrà mettere in dubbio. L’aureola che illumina la testa di Bartali nella tradizione popolare sarà ancora più splendente. Adelphi di recente ha riedito un testo – ‘Bartali e Coppi’ – pubblicato in Francia da Curzio Malaparte. A dire il vero non è la prima volta che viene offerto in traduzione italiana. Già era apparso su ‘Tempo’ in due puntate nel luglio del ’49. Con leggera ironia Malaparte si diffondeva in edificanti aneddoti, contrapponendo il Gino religioso e orante al laico e cartesiano Coppi, campioni di due Italie. “Il curato di Santa Lucia – vi si legge –, il villaggetto dove sono nato, sulle colline del Chianti che dominano Ponte a Ema, paese natale di Bartali, mi raccontava di recente che una ragazzetta della sua parrocchia aveva visto un angelo durante l’ultimo Giro d’Italia: questo angelo spingeva Bartali su una salita. Il buon prete è fiero del suo Gino, come Gino è fiero del suo angelo”. Pedala pedala, da scalatore leonino, Bartali, il Giusto, è arrivato in Paradiso. • Due illustrazioni tratte dal numero di "Tempo" del 9 luglio 1949. andreasbardellati appuntamenti 25 Petr ucci plaude ai meriti di Siena Chi meglio del presidente del Coni Gianni Petrucci può fare il punto sullo sport italiano in vista della preparazione dei giochi olimpici di Londra 2012? Il Gruppo Stampa Autonomo Senese, presieduto da Roberto Romaldo, ha incontrato la massima autorità sportiva italiana in una piacevole serata conviviale a tema, nel corso di una sua recente visita a Siena. L’incontro con Petrucci è stato un nuovo fiore all’occhiello della gestione del Gruppo Stampa, che prosegue nell’intento di avvicinare i giornalisti senesi ai principali personaggi operanti nei più svariati settori e far conoscere, anche in maniera un po’ meno formale del solito, qualcosa di più e di diverso di chi abitualmente frequenta le stanze dei bottoni. Petrucci ha nel suo prestigioso curriculum numerose esperienze dirigenziali che ha messo al servizio del basket prima e del calcio poi, e che oggi utilizza per condurre la complessa macchina del Coni. La sua visita a Siena, in occasione del vittorioso derby contro il Livorno, è stata un’occasione per parlare di tutti gli sport, sviscerare gli argomenti attualmente più in auge e parlare del fenomeno calcio, vero motore e linfa finanziaria di tutto lo sport italiano. Alla serata hanno preso parte anche il segretario generale del Coni Raffaele Pagnozzi, il responsabile degli impianti sportivi del Coni e direttore del parco del Foro Italico Diego Nepi Molineris, unitamente a Roberto Montermini e Massimo Carignani, presidenti rispettivamente dei comitati del Coni provinciale di Siena e di Terni. Spazio anche alla comunicazione, vero punto nevralgico di ogni qualsivoglia settore e quindi anche dello sport, con la partecipazione del responsabile dell’area comunicazione e rapporti con i media Danilo Di Tommaso. Presenza atta a continuare quel percorso di approfondimento della realtà della comunicazione che il Gruppo Stampa Autonomo Senese ha intrapreso in questi ultimi anni incontrando a Siena Franco Siddi, presidente della Federazione nazionale della stampa, Enrico Paissan, all’epoca vice presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, ed altri soggetti di rilievo impegnati nelle più variegate forme di espressione dell’arte del comunicare. Nel corso dell’incontro con Gianni Petrucci sono intervenuti anche i rappresentanti istituzionali dello sport senese come l’assessore allo sport del Comune di Siena Massimo Bianchi, il vice presidente della Banca Monte dei Paschi ed ex presidente del Coni provinciale e regionale Ernesto Rabizzi, Orietta Maggi, presidente del Pa- nathlon Club di Siena e il vice presidente del Coni senese Andrea Luchini. Rimarcato il ruolo fondamentale della sponsorizzazione dello sport senese da parte della Banca Monte dei Paschi, una presenza importantissima nella nostra realtà che sostiene sia lo sport di vertice con il Siena calcio e la Mens Sana Basket, che lo sport impropriamente definito minore, permettendo a molti senesi di praticare le più variegate discipline sportive. Presente alla serata anche il presidente della Mens Sana basket Ferdinando Minucci, vero protagonista dell’ascesa e del consolidamento ai vertici europei della pallacanestro senese negli ultimi venti anni e che può vantare anche di aver formato l’attuale commissario tecnico della nazionale Simone Pianigiani. Nei confronti di Minucci, il presidente del Coni Petrucci ha speso parole di profonda ammirazione definendolo “il più grande dirigente italiano”. Parole di elogio sono state rivolte anche al presidente Mezzaroma che con impegno e perseveranza sta ottenendo ottimi risultati con la sua Robur e allo stesso commissario tecnico Simone Pianigiani, chiamato a trasferire in azzurro la perfezione del sistema Siena nel basket per provare a inseguire quel sogno, ultimamente solo chimera, chiamato qualificazione alle Olimpiadi. • 26 andreabruschettini atletica leggera Filippo Costanti e Riccardo Fratarcangeli: brillano le stelle invernali dell'Uisp È già Primavera per l'atletica senese Sarà un mese di febbraio particolarmente caldo per l’atletica leggera senese, visto che come tradizione in questo periodo si concentrano le massime manifestazioni nazionali di inizio anno, come campionati italiani indoor e campionati italiani di corsa campestre. Già in gennaio si sono viste ottime prestazioni, e al contrario una piccola defaillance di uno dei nomi top che dispiace, ma che speriamo possa essere presto rimediata. L’Uisp Atletica Siena ha subito calato in pista, nello specifico l’anello di 200m del Banca Marche Palas di Ancona, il talento di Filippo Costanti, che dopo mesi di assenza dalle gare nella seconda parte della stagione 2010 causa infortunio, appare completamente ristabilito. Prima ha “rodato” il proprio motore correndo i 200m con il personale di 22”20, ottimo crono, poi ha ribadito di essere un quattrocentista di razza vincendo la gara sul doppio giro di pista in 48”60, nuovo primato provinciale assoluto. Benché sia difficile rinvenire una vera e aggiornata graduatoria all-time indoor dell’atletica leggera senese (le statistiche provinciali si basano ormai da tempo più sulla diretta conoscenza degli interessati che su fonti certe), ormai è chiaro che le qualità del ventiduenne originario di Chiusdino sono di primo livello, e la speranza è che possa esprimerle nelle opportune sedi, nell’immediato i campionati italiani promesse (ovvero under 23) e in quelli assoluti in programma sempre ad Ancona. Sulla sua scia, i compagni di allenamento Lorenzo Centini, Vincenzo Grillo e Alessandro Carrozza danno altrettanti segnali di solidità agonistica, con il primo al doppio personale sia sui 200m (23”00) che sui 400m (50”32), e gli altri a chiudere in 53”32 e 53”58. Tra gli altri promettenti esordi dell’anno, va segnalato l’1,92 valicato a Firenze da Matteo Baldi nell’alto (primato personale eguagliato), e il 13,18m nel triplo dell’allievo Matteo Sclavi. Si attende ancora il debutto nel lungo della vicecampionessa italiana under 23 Alice D’Auria, mentre la stagione 2011 ha sancito il ritorno nelle fila del club senese dopo gli anni trascorsi al CUS Sassari di Cristina Fornacelli, specialista di ostacoli e salto in lungo. andreabruschettini atletica leggera 27 Il risultato più sorprendente delle prime gare in programma è quello siglato da Riccardo Fratarcangeli, 19 anni, alla sua prima vera e propria stagione agonistica. Allenato da pochi mesi da Maurizio Cito, e alla prima competizione indoor della carriera, Riccardo ha corso gli 800m in un sorprendente 1’57”27. Il potenziale del ragazzo è ancora tutto da esplorare, così come da costruire è la sua esperienza agonistica, ma il tempo stampato ad Ancona vale il minimo per i campionati italiani juniores di metà febbraio, e proprio in quel contesto prenderà confidenza con un palcoscenico che nei prossimi mesi potrebbe divenire di sua pertinenza. Intanto il suo personale percorso di crescita è transitato anche attraverso le campestri del Gran Prix toscano di cross, dove è sempre risultato tra i primi tre della categoria juniores, ovviamente lontano dall’allenatore-atleta Maurizio Cito, che ha letteralmente monopolizzato il campionato. Il venticinquenne in forza all’Atletica Castello ha infatti vinto tutte e tre le prove fin qui disputate del Gran Prix (per lui la vittoria finale sarà solo una formalità con la partecipazione alla tappa conclusiva in programma a marzo proprio a Castello, periferia di Firenze), mettendoci pure nel mezzo l’ottimo tredicesimo posto al cross internazionale di Villalagarina a Rovereto (quinto de- gli italiani in gara). Purtroppo proprio a lui è da ascrivere la defaillance agonistica citata a inizio articolo, ovvero coincisa con il ritiro ai Campionati assoluti individuali di Varese. Veramente l’ennesima pagina negativa nel suo rapporto con il massimo evento nazionale in quella che è la specialità che più ama e che più si addice al suo potenziale, purtroppo dovuta a un piccolo infortunio durante la corsa che l’ha portato a un vero e proprio cortocircuito mentale, la difficoltà a riprendersi, ed infine la scelta di abbandonare la gara. La speranza è che possa presto riscattarsi, soprattutto in occasione della finale dei Campionati italiani di società di cross, proprio per dimostrare che il suo talento non rimane confinato al solo ambito regionale. Rimanendo invece all’orizzonte toscano del cross, sono da segnalare le belle prove delle squadre della categoria cadetti (Alessandro Brizzi, Jacopo Gragnoli, Yohannes Chiappinelli e Sara Del Colombo, Eva Aloisio, Elena Ferrini) con quella maschile capace di raggiungere la medaglia d’argento a Fucecchio nella staffetta 4 x 1000m dopo un’incredibile rimonta nell’ultima frazione di Yohannes Chiappinelli, e quella femminile ottima sesta su trenta società presenti. L’ultimo sguardo del mese va ovviamente sulle due atlete di punta del movimento dell’atletica senese: Elisa Palmieri e Chiara Bazzoni. La martellista dell’Esercito è apparsa in ottima forma negli allenamenti che sta svolgendo ad Ascoli Piceno sotto l’attento controllo del tecnico azzurro dei lanci Nicola Selvaggi. Si attende ora soltanto il suo debutto agonistico, per verificarne lo stato di forma, e poi puntare direttamente ai Campionati invernali di lanci in programma a metà marzo a Viterbo. Discorso diverso per la compagna di squadra Chiara Bazzoni, che sta attraversando un inverno tribolato. Problemi alla schiena a inizio stagione le hanno impedito di sopportare i dovuti carichi in palestra, mentre nelle ultime settimane un infortunio durante un raduno con le compagne della nazionale l’ha costretta a un forzato riposo. Nulla di compromesso per il resto della stagione, tanto che la ragazza correndo in 54”27 nella prima uscita stagionale ad Ancona ha subito stampato il secondo tempo italiano dell’anno sui 400m. Per lei quindi focus rivolto agli italiani assoluti di fine febbraio, dove sarà impegnata in un’ardua difesa della medaglia d’argento conquistata nel 2010. Ed è bene ricordarlo ancora: medaglia d’argento che equivale al miglior risultato di sempre di un atleta senese ai campionati italiani. • 28 francescovannoni cinque cerchi Intervista all'assessore provinciale allo sport Marco Saletti sulle iniziative in corso con il Coni senese Quando il 'Prodotto Sport' è un valore aggiunto Lo sport come risorsa per la valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità, ma anche quale risposta più efficace alle mutevoli dinamiche socioculturali del nostro tempo e secondo gli ancestrali valori universalmente riconosciuti al suo messaggio. Tra i concetti fondanti della sinergia, ormai consolidata, che vede protagonisti l’Amministrazione Provinciale e il Coni di Siena, il fulcro è fissato sull’impegno comune per la promozione della pratica sportiva a tutti i livelli: non soltanto sotto il profilo etico-formativo ma anche per quanto attiene lo stile e la qualità della vita. “Sono lieto di poter rilevare – evidenzia l’Assessore Provinciale allo Sport Marco Saletti (foto in alto) – che, proprio in virtù del costante rapporto di relazione e confronto sviluppato in questi anni con il Coni, al quale si è unita l’importante convergenza di altre istituzioni, la Provincia ha potuto mettere in piedi una serie di progetti molto validi, capaci di riscuotere grande successo in termini di partecipazione e vivo apprezzamento”. “Penso al progetto ‘Il Bambino sceglie lo Sport’, al quale va ascritto il merito di aver portato un nuovo e più consapevole approccio all’attività sportiva nella scuola primaria, avviandolo ad un percorso di discernimento motorio capace di condurlo alla scelta secondo caratteristiche e inclinazioni personali. All’ottima riuscita del progetto contribuisce in modo determinante il mondo della scuola, con il quale lavoriamo in piena sintonia e totale unitarietà d’intenti”. “Secondo le linee guida della nostra ‘mission’, improntate ad una diffusione dell’attività sportiva fra tutte le fasce della popolazione in modo funzionale a quelli che sono per certi versi gli ‘estremi’ del ciclo vitale di ognuno di noi, è in atto un progetto-pilota riservato alla Terza Età, avviato in collaborazione con il Comune di Montepulciano e inizialmente approntato nell’area giurisdizionale di riferimento, ma senz’altro destinato ad allargarsi all’intero tessuto provinciale”. “Va da sé – prosegue Saletti – che quest’ultima iniziativa debba essere ben modulata, in base ad una serie di casistiche che non possono prescindere dalla valutazione anagrafica, dallo stato di salute generale o dall’eventuale quadro patologico di tutti i soggetti interessati. Avrà proprio questa finalità il coinvolgimento di alcuni medici geriatri che affiancheranno tecnici e istruttori”. Il prodotto sport è un volano per l’afflusso turistico nella nostra provincia e dunque ulteriore valore aggiunto alla cui capacità attrattiva unire il sostegno ad eventi di respiro nazionale (come ad esempio le fasi finali dei Campionati giovanili di calcio categorie ‘Allievi’ e ‘Giovanissimi’ professionisti dello scorso anno) o internazionale (su tutti la settima tappa del Giro d’Italia 2010 con arrivo a Montalcino e partenza il giorno successivo da Chianciano) dalle benefiche ricadute sulle diverse aree, alcune delle quali dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. D’altra parte, però, ‘costruire’ sport, rappresenta un impegno da assolvere, a livello gestionale ed organizzativo, con nuove e sempre più qualificate competenze che molto spesso richiedono il supporto di figure professionalmente esperte. “A questo proposito – riprende Saletti – sempre attraverso la stretta e attiva collaborazione con il Coni Provinciale, stiamo lavorando all’apertura di alcuni sportelli informativi che costituiranno un prezioso strumento di assistenza intorno agli aspetti più ampi e complessi ai quali una corretta e credibile proposta sportiva deve necessariamente adeguarsi superando ogni leggerezza o approssimazione: da quello fiscale a quello legale senza dimenticare la Medicina Sportiva (grazie alla disponibilità della Scuola di Specializzazione di Medicina dello Sport) e la tematica della sicurezza negli impianti”. Infatti, la possibilità di fare sport in modo sano e, dunque, utile all’equilibrio psico-fisico dell’individuo, è legata a doppio filo con l’ambiente e il contesto strutturale dove l’attività viene svolta. “Il grande e profondo lavoro che è stato compiuto sull’impiantistica in larghissima parte della realtà senese, sia nell’opera di ristrutturazione dell’esistente che per quanto concerne gli impianti di nuova generazione, ha permesso di raggiungere elevati standard di qualità”. “Secondo i dati emersi da un recente sondaggio del Sole24Ore – chiosa con soddisfazione l’Assessore – Siena si colloca al settimo posto tra le Province Italiane (il salto è addirittura di dieci posizioni rispetto alla graduatoria precedente) con i migliori parametri di ‘potenzialità sportiva’: tra gli oltre venti diversi indicatori oggetto di questa analisi, ricordiamo non solo l’ottimo livello della dimensione professionistica, ma anche l’universo dilettantistico e amatoriale, dall’incidenza dello sport-bambino a quella dello sport adulto; per arrivare all’efficienza degli impianti e alla loro capacità di accogliere atleti diversamente abili, gli spazi di vendita specializzati nel settore e altri rilevatori statistici appositamente elaborati”. Un traguardo che il titolare del dicastero sportivo provinciale saluta con legittima e comprensibile soddisfazione: “ringraziando – conclude – tutti gli attori che scrivono giornalmente, in campo e fuori, le pagine più belle sul grande libro dello sport. Faccio particolare riferimento ai dirigenti, sempre impegnati e ‘sotto traccia’, nell’encomiabile servizio alla causa della loro passione, che diventa valore da trasmettere e testimonianza da non disperdere, per garantire un futuro proficuo all’intero movimento sportivo cittadino e provinciale, sulle cui prospettive mi sento di esprimere ragionevole ottimismo”. • danielegiannini scherma 29 Il nuovo anno della scherma senese si apre all’insegna dell’importante successo ottenuto dalla fiorettista Alice Volpi a Zagabria, in Coppa del Mondo under 20, in una prova alla quale hanno partecipato le più importanti rappresentative nazionali fra cui la Francia, la Germania, gli Stati Uniti e dove si è raggiunto il record di presenze nell’arma del fioretto femminile per questo tipo di competizione con 121 atlete in gara. L’atleta del Cus Estra – Consum.it ha ‘faticato’ un po’ nel girone di qualificazione ma poi, nella eliminazione diretta, dal tabellone da ‘128’ ha pian piano migliorato il suo rendimento superando nell’ordine la croata Mestrovic, 15/5, e l’ungherese Talas, 15/4, per accedere al tabellone da ‘32’; qui l’assalto più difficile contro la russa Rashidova, n° 3 del tabellone, vinto nel minuto supplementare per 14/13. A questo punto la giovane senese trovava un’ottimale sicurezza in pedana ed era il resto della squadra russa a farne le spese prima con la Pirieva superata 15/8, poi, dopo l’assalto per entrare nelle ‘4’ vinto a spese della coriacea statunitense Lu per 15/7, era il turno della Lavrenova battuta per 15/13 ed infine il successo ar- Mentre Alice Volpi vince a Zagabria la prova di Coppa del Mondo Under 20, si moltiplicano gli impegni degli atleti senesi a tutti i livelli Cus in tour rivava sull’ultima russa in gara, la Elesina, per 12/9, alla fine dei 9 minuti regolamentari. Con questa vittoria Alice consolida il primato in Coppa anche se ci sono ancora tre importanti gare del circuito (Lione, Budapest e Belgrado) ed i Campionati Mondiali in programma in Giordania, ad Amman, prima di poter sapere chi si aggiudicherà l’ambito trofeo. Fra le pretendenti più accreditate ci sono atlete italiane, francesi e statunitensi e sarà davvero una bella ‘lotta’ fino all’ultima stoccata. Sempre in campo internazionale bella prova per lo spadista Lorenzo Bruttini, che raggiunge il tabellone da ‘32’ nella prova di Coppa del Mondo Assoluta svoltasi a Legnano e che di fatto ha dato il via al circuito iridato 2011. L’atleta senese, dopo uno splendido girone di qualificazione nel quale ha totalizzato 5 vittorie ed una sconfitta, è risultato l’unico atleta under 20 dei 7 italiani che sono riusciti ad accedere al tabellone finale da ‘64’. Nel primo incontro Lorenzo ha superato l’elvetico Florian Staub per 15/9 mentre nei ‘32’ si è dovuto arrendere all’ungherese Boczko attuale n° 5 del ranking mondiale che ha poi terminato la sua prova al terzo posto. Per il cussino un 25° posto finale che deve servire come iniezione di fiducia per tornare alle belle prestazioni della scorsa stagione in campo under 20. Il mese di gennaio ha infatti visto lo spadista senese prendere parte, insieme al compagno di sala Luca Murana, al torneo di Lignano nel quale i cussini non sono andati oltre al tabellone da ‘128’ Ulteriore esperienza per Luca Murana nella Coppa del Mondo a Basilea dove il cussino si fer- 30 danielegiannini scherma mava ancora una volta nel tabellone da ‘128’ classificandosi al 79° posto. In campo femminile la spadista Gaia Fratini ha partecipato alla prova di Coppa del Mondo di Digione (FRA) senza riuscire ad andare oltre al tabellone da ‘64’ fermata dalla statunitense Holms sul punteggio di 15/12. Esperienze internazionali anche per i più giovani, con la partecipazione alla tappa italiana di Pisa del circuito Europeo Under 17 di alcuni ‘Cadetti’ cussini, che vedono nella spada un buon 15° posto per Valentina Soldati, superata dalla forte atleta ucraina Pantelyeyeva, mentre nei primi turni della eliminazione diretta uscivano Anna Carboni e Maddalena Cerretani; sempre nella spada tabellone da ‘64’ anche per Bernardo Crecchi in una prova con oltre trecento partecipanti. Nel fioretto Sofia Monaci si classificava al 50° posto mentre il giovanissimo Dimitri Tarantino, classe 1997, non andava oltre il girone di qualificazione. In campo nazionale si è svolta a Ravenna la prima prova di qualificazione nazionale che ha visto Alice Volpi e Gaia Fratini, rispettivamente nel fioretto e nella spada, ottenere la qualificazione diretta (gruppo di elite) alla seconda prova che determinerà, in base alla somma dei risultati, i primi 24 atleti direttamente ammessi per ogni specialità ai Campionati Italiani Assoluti 2011 riservati ai migliori 42 atleti della stagione. Rimandati invece alle qualificazioni per la seconda prova gli spadisti Lorenzo Bruttini, Luca Murana, Bernardo Crecchi, Marco Tanfoni, Valentina Soldati e la fiorettista Irene Crecchi. Nel settore under 14 i giovanissimi cussini sono scesi in pedana a Chiavari per la seconda prova interregionale conquistando un oro, due argenti, un bronzo, quattro finali ed altri buoni piazzamenti. Vittoria negli ‘Allievi’ di fioretto per Dimitri Tarantino sul compagno di sala Lorenzo Toracca con Lorenzo Capra al 5° posto e Francesco Pacciani eliminato nei ‘32’. I primi tre atleti hanno anche partecipato ad una affollatissima prova di spada classificandosi nell’ordine al 9°, 16° e 25° posto. Sempre nella spada, in campo femminile ‘Allieve’, bel bronzo per Elena Biagiotti seguita nel tabellone da ‘32’ da Silvia Menchiari e Maddalena Valacchi, mentre Rachele Rosso chiudeva in 34ª posizione. Nelle ‘Allieve’ di fioretto tre cussine nelle sedici con Elena Biagiotti 9ª, Flavia Monaci 10ª e Maddalena Valacchi 16ª; fermate nelle ‘32’ Silvia Menchiari e Camilla Bernardini. Nei ‘Giovanissimi’ di fioretto 20° Jago Peloquin e finale, con 6° posto, per Maria Vittoria Pennisi in campo femminile. Fra i ‘Maschietti’, classe 2000, Emanuele Matachione, con un’ottima condotta di gara, conquista l’argento, cedendo 7-10 nella finalissima al pistoiese Lombardi; 14° posto per Mattia Brogi e piazzamento nel ‘32’ per Antonio Dal Maso. Bene anche le pari età femminili, le ‘Bambine’, che hanno raggiunto la finale ad otto con Sofia Brogi, che ha battuto per entrare in finale la compagna di sala Matilde Rossi, e Adele Nannetti chiudendo in 5ª e 6ª posizione. Piccoli fiorettisti cussini in pedana anche nel Trofeo ‘Giusti’ a Navacchio che ha visto conquistare il bronzo a Matilde Rossi (Bambine), Emanuele Matachione (Maschietti) e Lorenzo Toracca (Ragazzi). Finale ad ‘8’ raggiunta anche da Roberto Fontana (Maschietti) e Maddalena Valacchi (Ragazze). A ridosso delle finali si sono invece fermati, nelle varie categorie, Mattia Brogi, Sofia Brogi, Antonio Dal Maso, Adele Nannetti, Jago Peloquin, Maria Vittoria Pennisi. Chiudiamo la rassegna dei risultati evidenziando il secondo posto ottenuto da Fabio Miraldi nella prova Master di fioretto svoltasi a Verona; l’esperto cussino si è dovuto arrendere in finale all’ex Campione del Mondo cubano, naturalizzato italiano da alcuni anni, Elvis Gregory. Ancora tanta attività svolta dall’inizio del nuovo anno e davanti due mesi veramente intensi, febbraio e marzo, nei quali la sezione scherma del CUS sarà impegnata tutte le settimane e spesso anche in più di una competizione contemporaneamente; ma le soddisfazioni non sono fino ad oggi mancate e non manca certo l’impegno di tecnici e dirigenti a tenere alta l’attenzione degli atleti sugli importanti obbiettivi che possono essere raggiunti da qui alla fine della stagione. • Alice Volpi insieme al suo allenatore 32 associazionismo Gli obiettivi di una realtà sportiva fra le ultime a costituirsi ufficialmente presso il Comitato senese Aghini- Granai Bruschelli- Granai Francesco Rinaldi Falciani - Pace Lotti- Loperfido 'Siena Corse', un modo nuovo per avvicinarsi ai motori L’Associazione Sportiva Dilettantistica Siena Corse viene alla luce nell’inverno del 2006 - di fronte ad un piatto di pici - dall’idea e dalla passione per i rally di un gruppo di amici senesi guidati dall’esperienza dell’attuale presidente Lorenzo Granai. Nasce dalla voglia di creare un punto di ritrovo per i numerosi amanti dei motori della nostra città e dal desiderio di giocare un ruolo da protagonisti nello scenario rallistico nazionale, pur con qualche ambizione anche in campo internazionale. L’intento della scuderia è quello di racchiudere quell’insieme di valori e di passione che volgono a tramandare agli appassionati quella voglia di conoscere sempre più da vicino un ambiente ai più ancora sconosciuto. Negli anni la Siena Corse è cresciuta fino a contare attualmente una cinquantina di soci, molti dei quali direttamente impegnati nelle varie competizioni come attori principali; altri invece sono semplicemente appassionati di gare automobilistiche e motociclistiche da seguire molto, ma molto da vicino… I vari Simone Falciani, Mirko Lotti, Alba di Massa, Michele Cipriani, Nicola Borghi, Alessandro Montermini, Federico Benincasa, Davide Rizzo, Fabio Loperfido, Andrea Paolini, Gianluca Pace, piloti e navigatori conosciuti ed apprezzati nell’ambito rallystico toscano e nazionale, sono solo alcuni dei soci che portano i colori della Siena Corse sulle auto da rally nelle gare a livello nazionale con ottimi risultati. Anche il presidente Lorenzo Granai è impegnato direttamente sui campi gara nel ruolo di co-pilota al fianco del pluricampione europeo ed italiano rally Renato Travaglia lungo le strade di tutto il mondo. Lorenzo corre da anni ad altissimo livello, avendo vestito i colori di squadre ufficiali quali Mitsubishi, Fiat-Abarth e Peugeot, arrivando quasi sempre a podio nel campionato italiano rally e conquistando un ottimo terzo posto nel campionato europeo rally nel 2007. Tantissime le gare alle quali ha partecipato con ottimi risultati portando alto il vessillo della Siena Corse in ambiti intercontinentali, al fianco di piloti del calibro del sopracitato Travaglia, di Andrea Aghini (ex pilota Lancia Martini e ultimo pilota italiano ad aver vinto una gara del mondiale su una macchina italiana), o di piloti VIP come Riccardo Bossi, figlio del senatore. Anche il fantino del Palio “Trecciolino”, nel 2006 e 2007, ha partecipato da pilota al rally della Fettunta. In entrambe le occasioni “Gigi”, affiancato dallo stesso Granai, ha corso difendendo i colori della Siena Corse. Da segnalare tra i soci anche il centauro Francesco Rinaldi, che alla guida della sua Honda CRF450 ha vinto numerose gare di motocross in Toscana. Tra le attività dell’associazione ci sono due importanti appuntamenti annui dove si organizzano corsi di avvicinamento al rally nel ruolo di co-pilota; il primo ha luogo in febbraio, l’altro nel mese di novembre. Questi corsi si compongono di una parte teorica dove si affrontano le norme regolamentari e il ruolo del co-pilota, ed una parte pratica che è finalizzata a far salire su un auto da rally gli aspiranti “navigatori” seguiti dai consigli di esperti a livello internazionale. Tante sono le energie che vengono profuse in questi corsi, con la principale finalità di contribuire ad una sempre maggiore sensibilizzazione verso la sicurezza stradale. Anche se può sembrare un controsenso parlare di sicurezza in ambito di corse automobilistiche, in realtà avvicinare i giovani alle gare regolarmente organizzate, vuol dire limitare coloro che altrimenti sfogherebbero la loro adrenalina sulle strade di tutti i giorni dove finirebbero per mettere in pericolo la loro vita e quella degli altri!! I corsi, denominati “Corri con noi, non correre sulla strada”, vengono svolti con il patrocinio del Comune e della Provincia di Siena, oltre che del comitato provinciale del CONI. La Siena Corse ha sede a San Miniato, presso il comitato delle associazioni sportive senesi, il ritrovo settimanale è il lunedì alle 21.30 dove i soci, gli amici e i semplici appassionati si ritrovano per parlare delle gare già fatte, quelle da fare e per organizzare le gite sociali per seguire i soci e gli eventi più importanti… … e allora cosa aspetti: CORRI a trovarci! • corradobagella tennistavolo 33 Concluso il girone di andata, è tempo di bilanci per le squadre della Consum.it Libertas, bilanci che presentano luci ed ombre. I risultati sin qui ottenuti, infatti, parlano chiaro: bene la formazione maschile di A/2, malgrado le notevoli traversie incontrate nel suo percorso; meno bene, purtroppo, il team che partecipa al campionato di A/1 femminile. E cominciamo, allora, proprio da quest’ultima realtà, la squadra che da oltre cinque anni rappresenta la punta di diamante del movimento pongistico cittadino e che occupa stabilmente un posto di vertice nelle classifiche nazionali. Malauguratamente, le preoccupazioni manifestate all’inizio dei campionati si sono puntualmente avverate e la Consum.it occupa attualmente il penultimo posto in classifica, a due punti dal Novara (e due sono le retrocessioni in A/2). La situazione economica della Libertas T.T. Siena, decisamente compromessa dalla consistente riduzione delle sponsorizzazioni, ha prodotto importanti ridimensionamenti del budget, fronteggiati innanzitutto con abbattimenti dei costi del parco giocatori. Via quindi la cinocanadese Zhang Mo (la migliore giocatrice che abbia mai militato fra le fila senesi), con i gravosi impegni connessi al suo contratto, si è data fiducia alla giovane nigeriana Ganiat Ogundele, titolare fissa della nazionale del suo paese. Però, malgrado le forti motivazioni e la volontà di affermarsi in terra straniera, l’atleta si è trovata a dover affrontare fin dall’inizio le difficoltà connesse al nuovo ambiente, alla lingua italiana che non conosce ed alle nuove metodiche di allenamento, il tutto con negative ripercussioni sul suo rendimento agonistico. Per fortuna, queste iniziali difficoltà sono state pian piano superate, tant’è che i risultati ottenuti nelle due ultime giornate del girone di andata (vittorie sulla Turrini e sulla Scardigno, rispettivamente n° 13 e 19 del ranking nazionale) , hanno ridato fiducia e morale a lei, in primis, ma anche a tutto l’ambiente Consum.it Libertas. E questo depone favorevolmente per il prosieguo del campionato. Chi, invece, ha rappresentato una piacevolissima sorpresa, è stata l’israeliana Dana Saporta, che ha fatto tesoro dell’esperienza negativa dell’anno scorso, e si è presentata al via del torneo in brillanti condizioni di forma. Con i tanti significativi “positivi” ottenuti contro titolate atlete avversarie, quali la slovacca Dzelinska, la triestina Carli, la novarese Brzan e le suddette Turrini e Scardigno, Dana è diventata decisamente la numero uno della Consum.it e scende ora in campo con l’intento di giocarsela alla pari con tutte (salvo, forse, le giocatrici cinesi, nei confronti delle quali nutre ancora un certo timore reverenziale). Ma attenzione, perché, nel periodo festivo di Natale e Capodanno, Dana è tornata in Israele ad allenarsi con il Tecnico della Nazionale e notizie provenienti dal suo “entourage” la danno in ottima forma. E chissà che, una volta tornata a Siena ed immersa nel clima del campionato, non crei seri grattacapi anche alle avversarie di pelle gialla !! Non all’altezza della sua fama, invece, si è – per ora - dimostrata la romana Monia Franchi, più volte in passato titolare della Nazionale giovanile, la quale ha collezionato diverse sconfitte, alcune rimediate proprio al quinto set, a dimostrazione che, con un pizzico di fortuna in più, anche lei potrà portare il suo contributo per salvare le sorti della formazione Consum.it Siena. Abbiamo già detto che la squadra senese è attualmente penultima in classifica, ma non tutto è perduto!! Alla luce dei risultati conquistati nelle due ultime partite di andata, infatti, il sorriso è tornato a rifiorire in casa Libertas e la speranza di conseguire, anche quest’anno, la salvezza non è del tutto svanita. In campo maschile, la squadra di A/2 era stata opportunamente potenziata con l’inserimento del palermitano Conciauro, con l’ambizioso obiettivo di disputare un campionato di vertice. Purtroppo però, l’incidente stradale in cui il capitano Fatai Adeyemo ha riportato la lussazione della spalla destra, ha procurato Le due squadre maggiori della Libertas al giro di boa della stagione con obiettivi diversi ma entrambi ambiziosi Consum.it, il peggio è alle spalle conseguenze più serie del previsto, con l’immobilizzazione dell’arto per un mese, un ciclo di fisioterapia prolungato ed una ripresa dell’attività molto più lenta, per il persistente dolore. Ed ecco quindi che, malgrado l’impegno profuso da Rocco Conciauro e Francesco Amidei, la formazione così rimaneggiata ha subito alcune sconfitte nella fase iniziale del torneo (Marcozzi Cagliari, San Giustino Umbro e Cral Comune di Roma), che hanno ridimensionato le ambizioni della Consum.it, fino a relegarla al quarto posto attuale. Nel girone di ritorno, però, certamente la formazione senese si ripresenterà in campo con la consueta competitività e potrà togliersi quelle soddisfazioni, precluse finora dalla sfortuna. La piena efficienza di Adeyemo porterà la necessaria tranquillità ai compagni di squadra, i quali potranno affrontare gli avversari, non più con l’assillo del risultato a tutti i costi, ma con la consapevolezza di poter recitare un ruolo finalmente consono al proprio valore. Per completare il quadro dell’attività agonistica della Libertas, meritano una citazione particolare le formazioni di B femminile e di C/2 maschile. Le atlete Eleonora Francini, Giada Ferri e Alessia Morocutti hanno finora interpretato alla grande il loro ruolo di “outsider” in serie B e, a tre quarti del percorso, occupano il terzo posto in classifica. Le due formazioni maschili che giocano in C/2, infine, perseguono obiettivi diametralmente opposti: la prima (Nikolay Boyadzhiev, Alessandro Cerretti, Massimo Ferri e Stefano Germanese) sta dominando il girone B a punteggio pieno, a dimostrazione di una netta superiorità tecnica, e, quasi a voler ribadire quanto immeritata sia stata la retrocessione dell’anno scorso, vola sicura verso la promozione in serie C. La seconda (Claudio Doldo, Francesco Cosci, Francesco Lorenzini e Lorenzo Lippi), sta lottando invece duramente per uscire dalla attuale, scomoda e pericolosa posizione di bassa classifica. • Fatai Adeyemo basket A Torino per calare il tre di coppe Marik Hairston 35 36 maurobindi basket Nel bel mezzo di una delle fasi più cruciali e critiche della stagione, la MPS torna a sentire il profumo dei grandi appuntamenti A Torino per vincere, nonostante tutto Tra le fasi che caratterizzano una stagione, se si esclude la scontata importanza della coda finale dove si concretizza il lavoro di un anno, quella che stiamo vivendo in questo momento è una delle fase più cruciali e critiche. È ovvio che ogni momento ha la sua importanza, ma se è vero che ce ne solo molti interlocutori e diciamo di passaggio, i mesi di gennaio e febbraio, si fanno pesanti perché è il primo vero momento in cui si cominciano a tirare le somme e soprattutto si mettono le fondamenta per arrivare agli obiettivi intermedi e finali nelle migliori condizioni possibili. In questo panorama i confini rappresentati dalla competizione nazionale e quella continentale hanno giocoforza delle sfumature molto diverse. In Italia la Montepaschi ha una dimensione che va oltre le dinamiche imposte dal fisiologico cambiamento della squadra operato all’indomani dell’ultima stagione, Siena continua a dominare il campionato con una forza che ci riporta ad una delle “dittature sportive” più durature che si possa ricordare, mentre in Europa il suo è un confine dove il margine di errore è ridotto veramente ai minimi termini. Non rivendiamo la paternità di questa considerazione, perché la possiamo trovare sulla bocca dei protagonisti di casa Mens Sana ed espressa sulle prime pagine di una rivista specializzata come Superbasket, ma la facciamo anche nostra, perché non possiamo mai dimenticare i diversi punti di partenza dal quale è necessario partire per analizzare anche i singoli eventi. Che a Siena negli anni sia montato il desiderio di scalare i vertici europei non è un mistero, come è evidente che ci sia riuscita, inserendosi stabilmente in una elite che a pensarci con la mente di qualche anno fa (diciamo ad inizio anni 2000), ci restituisce la stessa sensazione di chi da comune mortale va a farsi una passeggiata ad oltre 4000 metri, ma nella sostanza il confine che ci separa dalla vetta è rappresentato da una condizione imprescindibile, che è quella di poter affrontare i momenti decisivi, come ad esempio le Top 16, nella migliore forma possibile. Non che l’Euroleague regali molto a nessuno, nemmeno a quei club che fanno del budget una forza iniziale trascinante, ma Siena in quell’equilibrio rappresentato da risorse economiche comunque importanti, capacità creative e grande solidità tecnica sul parquet, non può prescindere per puntare al massimo, dal fatto che ognuna di queste tre componenti proponga in ogni momento il meglio delle proprie possibilità. E qui, senza piangersi addosso, i rimpianti si susseguono in maniera sistematica, l’evento fortuito e sfortunato sta sempre in agguato e se non c’è mai un momento buono per augurarselo, è evidente che se ti capita quando è ancora più complicato limitarne gli effetti, ha un impatto potenzialmente terrificante. Il merito di Pianigiani e di Minucci per la parte di intervento che compete alla società, è quello di riuscire a mitigare questi effetti con un atteggiamento mai sottomesso agli eventi negativi che si creano, dando continuità ai rispettivi compiti, che si materializzano sul campo con una continuità di vittorie che ha pochi uguali e dietro la scrivania con interventi tempestivi adeguati a situazioni e disponibilità che non sono sempre le stesse (vedi ad esempio la sostituzione di Mc Calebb). Questo che è un indubbio merito acquisito nel corso degli anni, sta però diventando paradossalmente un limite, perché non c’è la percezione di quanto sia difficile lanciare una sfida come quella di Siena, che è sempre in bilico su equilibri che avrebbero bisogno di un percorso senza ostacoli. Se poi guardiamo ai nostri avversari, specie quelli tra i confini nazionali, vediamo come il piangersi addosso sia uno degli elementi costanti a cui si fa riferimento per giustificare i propri insuccessi, noi invece siamo a discutere più o meno sommessamente sul perché di una partita o se il tal giocatore può essere adatto o meno alle esigenze della squadra. Una delle lamentele più continue che per esempio vengono fatte alla stampa locale, è quella per cui non è incalzante in certi momenti la domanda sul perché di una rotazione mancante o insufficiente dell’organico. Non potendo rispondere per altri, diamo una lettura personale ad un aspetto che è sintomatico di un modo normale di comportarsi, che è quello per il quale in fondo in Italia abbiamo da sempre 55 milioni di allenatori di qualsiasi sport. Un allenatore come Pianigiani che ha costruito il proprio successo partendo da convinzioni ormai sedimentate nel tempo e che sono riconoscibili partita dopo partita, possono essere messe in discussione per l’esito di una partita? Il riferimento alla gara interna con il Real Madrid è chiaro. Con il più classico dei ragionamenti a posteriori tutti ci siamo alzati dalla poltroncina del palasport con l’idea che facendo giocare di più il tizio, risparmiando così il tal altro in un momento della gara, avremmo potuto difendere il risultato che per tre terzi di gara la Montepaschi aveva accumulato. Ma la sostanza delle cose è diversa, come non è trascurabile la considerazione di un avversario che è stato affrontato tatticamente nel modo più giusto per neutralizzarne l’impatto sotto maurobindi basket 37 canestro, contando sul fatto che fino a quel momento gli uomini di Messina avevano palesato un misero 28% da oltre l’arco dei 3 punti. Ma soprattutto Siena di oggi è diversa da quella di un mese fa con Mc Calebb, ma è diversa anche da quella della settimana prima, perché è un gruppo che è chiamato a rimettersi in discussione tatticamente, affrontando questo problema, parallelamente alle difficoltà delle sfide proposte e gestendo pure l’assenza di un altro giocatore dalle caratteristiche non duplicabili come Lavrinovic. E allora quali dovrebbero essere le risorse alle quali si attinge in questo momento se non le convinzioni tecnico-tattiche di uno staff che ha vinto 4 scudetti consecutivi e tutto quello che abbiamo quantificato in questi anni? Certo da un staff preparato come quello senese è logico chiedere sempre la capacità di aggiungere nuove convinzioni e la ricerca di nuove soluzioni, ma la realtà del momento ci presenta una Montepaschi che ha indubbiamente una capacità di reazione agli eventi notevolissima e che prima di poter ‘esplorare” nuove vie ha il diritto di potersi arroccare sui propri punti di forza. Che nel corso degli anni sono stati quello di affidarsi nei momenti decisivi, specie i finali di partita, a quegli uomini che hanno la potenzialità del campione, cioè di risolvere con una giocata anche la singola partita. Poi può andare bene, come nella stragrande maggioranza dei casi si è verificato in questi anni, come risultare non sufficiente. Ma questa è una convinzione che non è possibile mettere in discussione ora per la Montepaschi, al di là della delusione di un momento. Perché la convinzione è che si riesca a far tesoro anche e diciamo a maggior ragione, delle situazioni negative, per crescere ulteriormente. La squadra oltretutto regala sensazioni sempre positive sia in chiave tecnica, ma anche in termini di risorse nervose. E se a questo momento la Montepaschi è riuscita a tenere aperto uno spiraglio sull’Eurolega conquistando una vittoria difficilissima davanti a quasi 20 mila tifosi in quel di Belgrado, è proprio perché tatticamente la squadra, pur ne suoi necessari profondi adattamenti, ha grandi capacità di sacrificio e di reazione e risponde anche a livello di singoli alle varie sollecitazioni. Valgano a titolo esemplificativo, il cambio di passo di uno Zisis che è tornato ad incidere in attacco in quella che potremo definire la riorganizzazione delle responsabilità all’interno del gruppo o la prestazione di un Michelori che passa dalla tribuna al ruolo di protagonista sul campo con la medesima sobrietà. Certo stiamo vedendo una Montepaschi che dal momento dell’infortunio di Mc Calebb ha perso in attacco mediamente dai 15 ai 20 punti a partita, dove riesce meno a distendersi sul campo con le ripartenze ed è tornata a fare riscorso del pick’n roll in maniera importante, intasando l’area non sempre con dei vantaggi reali per una squadra che predilige di più penetrare, che non cercare la soluzione perimetrale, ma più di ogni altra evidenza rimane negli occhi di tutti la solidità difensiva, che anche nella sfide europee, Real Madrid compreso, perlomeno finché le forze hanno retto, è realmente devastante per gli avversari. Ogni grande squadra ha costruito i propri cicli storici partendo soprattutto da una fortissima identità di squadra, che si realizza soprattutto in difesa, dove il sacrificio è funzionale a dare una intonazione che accomuna tutti e nella quale è possibile rifugiarsi nei momenti di bisogno, come quello attuale della Montepaschi. Con queste premesse affrontiamo il mese di febbraio con la consapevolezza che le Final Eight di Coppa Italia non ci vedranno nella migliore condizione auspicabile. Nonostante questo, tra i confini nazionali, Siena è, al di là degli aspetti tecnici evidenti a tutti, avanti soprattutto come mentalità e convinzione dei propri mezzi (sistema, uomini, tattica), ma è comunque attaccabile, perché è l’unica che deve gestirsi un calendario dove un appuntamento lascia lo spazio ad un altro praticamente senza tempi reali di applicazione e perchè su di lei ci sarà la solita concentrazione di iper motivazione da parte di tutti gli avversari. Detto questo ci prepariamo ad una sfida che ha senza dubbio un gran bel contorno, la gestione passata in mano a RCS, ne aumenterà la visibilità, pur dovendo superare le incognite di come Torino riuscirà a supportarne le ambizioni in termini di presenze al palasport, ma è indubbio che anche da questo arriveranno sollecitazioni ulteriori per un gruppo che ha comunque una esigenza su tutti, che è quella di sapersi sempre più gestire. Le Final Eight sono un appuntamento che per la loro caratteristica pretendono di poter spalmare su tutti gli effettivi lo sforzo di una manifestazione massacrante ed è quindi uno di quegli appuntamenti dove ci sono gli spazi per sfruttare, anche a livello di singoli, delle opportunità che la stagione propone non per tutti nella stessa maniera. E questa è una delle chiavi importanti dell’impegno che si accinge ad affrontare la Montepaschi, che oltretutto deve essere capace di valutare quanto sia necessario far riposare ancora Lavrinovic e preservarlo quindi per il futuro o gettarlo nuovamente nella mischia, possibilmente facendolo prima “benedire”, visto e considerato che questa è una fase della stagione che lo vede sempre fuori dai giochi o quasi. È un’opportunità importante per Jaric per ritrovare il passo dei tempi migliori. I progressi a livello fisico si vedono e tutti speriamo che nel giro di poco siano sommati ad una integrazione tattica sempre migliore e ad una qualità individuale delle proprie giocate sulla falsariga delle sue potenzialità che non dobbiamo certo scoprire noi. Stesso discorso o quasi per Hairston che fa intravedere delle potenzialità non comuni, ma che comunque fatica a proporsi con continuità e la ve- trina delle Final Eight potrebbe essere giusta per sfruttare una fisicità ed un atletismo in grande crescita, con la speranza che cresca anche la capacità di proporsi su entrambi i fronti del campo con una determinazione sempre maggiore. Volgendo lo sguardo al resto delle contendenti, non sfugge come l’antagonista di Siena designata da tutti, cioè l’Armani Jeans, sia alle prese con una fase molto delicata come quella dell’affievolirsi dell’effetto cambio allenatore, ingigantito forse proprio dalla dimensione del personaggio Peterson, che nel bene e nel male gioca un ruolo per certo versi fuori dagli schemi usuali. Senza trascurare il valore delle possibili avversarie della Montepaschi, la parte di tabellone opposta a Siena propone delle formazioni che escono dal campionato con grande entusiasmo , leggi Avellino, Biella e Cantù e ciò, in presenza delle ambizioni non nascoste di Milano, rende molto avvincente la corsa per raggiungere la finale, dove è inutile nascondersi, la logica dice che sia Siena a ricevere l’ennesima sfida dal resto del basket italiano. Intanto c’è da guardarsi da Pesaro, che evoca ricordi non sempre entusiasmanti in Coppa Italia e poi una tra Montegranaro e Bologna, che rimangono squadre indecifrabili per la loro capacità di giocare grandi match, ma al tempo stesso di non avere una continuità di rendimento consolidata. Vedremo, in un contesto dove potrebbe giocare un ruolo non secondario l’ambiente in cui si giocherà (speriamo non troppo asettico), perché anche quello potrebbe incidere sulla capacità di calarsi in una competizione così particolare. Ovviamente Siena non rifiuta il ruolo di favorita, ma sa che la sua serenità di lavoro non dipende da questo appuntamento intermedio e l’atteggiamento che precede l’impegno torinese ci regala la sensazione di un gruppo che per abitudine ormai acquisita e per convinzioni ben metabolizzate è sintonizzato in maniera corretta sull’avvenimento. Buttando poi lo sguardo oltre l’impegno di Torino, possiamo fare una constatazione positiva sul fatto che nel post Final Eight non ci troviamo a giocare in Eurolega un match dai contorni impossibili, come è spesso capitato negli ultimi anni, leggi trasferta a Mosca nel 2009 e quella di Madrid lo scorso anno. Certo la partita contro il Partizan di Belgrado non può essere presa sotto gamba, ma giocando in casa contro una squadra virtualmente già tagliata fuori dalla qualificazione, almeno un minimo di respiro viene concesso agli uomini di Pianigiani. • UN MOTIVO IN PIÙ PER PENSARE IN GRANDE [ SENZA SCRIVO DOPO LA CONVINCENTE VITTORIA di Belgrado. A Scacciapensieri, all’edicola e al bar, sono tutti impegnati in pronostici, conti e presagi. Inutile, per ora, pensare all’Europa. Incombe la Coppa Italia, a Torino, e anche se Messina ci dice che in una partita secca la Montepaschi può essere battuta anche in Italia, faccio gli scongiuri e punto alla conquista di quest’altro trofeo. È vero non c’è sul parquet Mc Calebb... è vero, Lavrinovic nelle condizioni palesate con il Real, sta meglio a letto che sul campo di gioco…ma alla Mens Sana il Mc e il gemello diverso mancano. Eccome se mancano, anche se poi il sistema Pianigiani funziona lo stesso e la difesa ci regala una vittoria per niente scontata in quel di Montegranaro e il successo in casa del Partizan che dà una pennellata di colore al sogno delle final four di Barcellona. Voglio prendere tutto per buono, ma sì, anche la sconfitta interna con il Real. È stata quella la partita che ha dato al gruppo e all’ambiente nuove certezze. Per quasi tre quarti abbiamo visto la Montepaschi forse più bella, solida e concreta di sempre. Solo un Real ‘impazzito’ (…11 su 13 da tre punti negli ultimi 14 minuti ) poteva ribaltare il tutto, ma – lo so, vado controcorrente – la squadra di Messina è meno forte di quello che è apparsa in versione ‘maionese ammattita’ e in Spagna la Montepaschi può anche vincere contro Llull e soci, così come stavano per fare i turchi dell’Efes, se non ci fosse stato uno scriteriato fallo su un tentativo disperato da tre di Sergio Rodriguez a fil di sirena che ha rimandato la sfida ai supplementari. Ci mancano Mc Calebb e Lavrinovic e allora, accanto a Zisis che resta pur sempre uno fra i primi quattro-cinque playmaker più forti in Europa, si esaltano Carraretto e Michelori. Le loro prestazioni nelle Marche e in Serbia valgono tantissimo. Carraretto, oltre che un mastino in difesa, è chirurgico in attacco, dalla grande distanza, ma anche con l’arresto e tiro, un fondamentale questo, che rischia di uscire dal bagaglio tecnico dei migliori giocatori italiani ed europei. Su Michelori non avevo, in estate, quando Minucci lo acquistò, nessun dubbio. Mi sembrava – e lo scrissi proprio su Mesesport – il lungo atipico ideale per dare sostanza al pacchetto di mischia sotto i tabelloni. L’ambientamento è stato forse più lungo e complesso di quanto avevo pensato, ma alla resa dei conti l’utilità di Michelori si appalesa in rimbalzi strappati o contesi, in scivolate a canestro efficaci e in una presenza costante nelle lotte ‘smanacciate’ che vanno in onda nella vecchia e cara area dei tre secondi. Se poi mette a segno anche i tiri liberi, ecco che si va oltre il pronosticato. Ferdinando, per rimpolpare il settore dei ‘lunghi’ ha preso anche Akindele. Con il Real si è mosso bene, con il Partizan si è visto poco e male. Ma anche il nigeriano può fare comodo, in Eurolega, contro i muscolari turchi e madrileni. A cen- R E T E ] di Roberto Morrocchi trocampo si è puntato su Jaric. Premesso che Mc Calebb è, allo stato, insostituibile. Jaric può essere una spalla per Zisis, rotto com’è a tutte le esperienze, anche se nasce ala piccola ed è soprattutto come guardia che si è fatto un nome nel mondo della palla a spicchi. Dicevo di Zisis. Nessuno ha mai dubitato delle sue capacità. Ma non si dice un’eresia quando si afferma che Nikos ‘soffre’ la presenza al suo fianco dei grandi titolari. T Mac, prima, e B Mac, poi, lo hanno forse un po’ frenato. Io avevo, ho, negli occhi il regista titolare della fortissima Grecia e quando Mc Calebb è rimasto al box non mi sono visto perso. Certo una cosa è una squadra che schiera in coppia il fantastico Mc e il professor Zisis e un’altra quella che deve fare a meno della forza e della fantasia di Bo. Ma contro la malasorte hai voglia a toccare ferro… La Montepaschi ha sfiorato la finalissima in quel di Madrid senza Kaukenas. Non è detto che non possa volare a Barcellona soffrendo, nel momento topico della stagione, l’assenza del Mc…. Chiudo con un occhio al circo italiano. Milano ha preso Greer ed Eze e ha perso subito e di brutto a Treviso. Dan aveva colto tre successi ‘facili’… è da qui in avanti che si parrà la nobilitude della nuova Armani. Io avrei preso un tiratore dall’arco e Greer mi pare alla frutta. A Torino e alla Final Eight di Coppa Italia la prima sentenza. E poi ancora Europa e Campionato… • 39 40 UN DAN PER INVERTIRE IL TREND [ V I S TA COLAZIONE IN UN AZZURRO CIELO come solo d’inverno, in attesa della sfida quasi NBA di Belgrado. Colazione amara con la marmellata d’arance a scopo benefico pubblicizzata da Piero Gros che proprio nel febbraio di 35 anni fa, anno 1976, andava a vincere la medaglia d’oro nello slalom alle Olimpiadi di Innsbruck, in casa degli Asburgo. Anniversario da ricordare in quel 1976 che vide anche la nascita di quello che oggi è chiamato PalaEstra, ci sono foto bellissime che ne testimoniano lo sviluppo, spettacolare allora ma da ristrutturare oggi, se non fosse che da anni sento parlare di un nuovo palasport, preteso prima o poi anche dall’Euroleague. Nel frattempo due uomini del 76 Ezio Cardaioli e Dan Peterson, appaiono lo stesso giorno sulla Gazzetta. Non è un salto nel passato, no è pura attualità. Dan Peterson allena la AJ Milano, e dopo la gara a Cremona in conferenza stampa ammette che gli sembra di giocare contro una squadra allenata da Cardaioli, ogni azione una difesa nuova. Un bel gesto di apprezzamento per il primo grande coach senese. Sono quelle cose che fra amici diciamo sempre non dovranno essere dimenticate. Il libro del “Carda” mi ha affascinato e conquistato, l’ennesimo capitolo di una storia fondamentale non ancora completamente svelata. Il 2011 proseguirà nel duello a di- stanza contro D. Peterson con la differenza che al posto di Cardaioli ci sarà Pianigiani. Niente male, una gran tradizione di coach senesi. C’era in bella vista fino a poco tempo fa al bar che sta al Dodecaedro, la locandina di Antonini Siena –Billy Milano del 7 gennaio 1979. Fu allora che Peterson per la prima volta da allenatore dell’Olimpia Milano affrontò la Mens Sana. Era la famosa “banda bassotti” già rievocata dal Dan in occasione della recente e prematura scomparsa di Paolo Fritz, un simpatico panchinaro di quel gruppo che nel ‘79 arrivò alla finale scudetto, “banda bassotti” che a Siena perse, piuttosto nettamente. Si accese ancora di più la sfida al ritorno, a San Siro, quella diventata famosa per il tetrapak (appunto Billy) lanciato dalle tribune sulla panchina della Mens Sana. Gara dura, proteste varie, poi l’Olimpia Billy prevalse, ma ci fu 2-0 a tavolino a favore dell’Antonini Mens Sana, e allora Aldo Giordani, apriti o cielo, si scatenò contro la decisione: “immaginate che male possa fare un tetrapak lanciato in testa” e giù con ironia variegata. In realtà D A L O N T A N O ] di Rudi Simonelli quella Mens Sana fu assai sfortunata, una storia che nei dettagli prima o poi racconterò. Intanto gli amici milanesi devono sapere che quella data, quel 2 a 0 a tavolino fu l’ultima nella quale la Mens Sana riuscì a battere l’Olimpia Milano fino ad arrivare al 15 ottobre del 1995, quando l’incantesimo fu rotto dalla Mens Sana di Pancotto e Vidili, cioè 16 anni dopo, 16 lunghi anni senza battere le scarpette rosse. Dopo quell’ultima vittoria infatti, nella stagione 1979-80, Dan tornò a Siena da dominatore con la Billy Milano capolista, e vinse facile ammutolendo i soliti 7000 spettatori. Nel girone di ritorno fu più dura, a meta del secondo tempo l’Antonini teneva il passo ed era 49 pari, ma Dan Peterson trovò il modo di limitare Bucci che in 5 gare gli aveva segnato contro qualcosa come 140 punti ( 28.0 ppg) tenendolo a solo 10 tiri tentati con 12 punti per un finale che vide l’Olimpia prevalere con decisione. Che cosa studierà oggi? Sarà già Torino il terreno per lo scontro? • In alto, Cardaioli e Peterso n quando erano ‘in trincea’ alla guida di Mens Sana ed Olimpia. A fianco, un’immagine dell’ultimo ‘confronto’ fra Siena e Milano. claudiocoli basket 41 Dopo la partenza shock contro Efes e Real i biancoverdi si riabilitano a Belgrado e tornano a sperare nei play off Top 16 in salita, ma non è una novità La Mens Sana non è ancora morta. Dopo le due brucianti sconfitte contro Efes e sopratutto Real arriva l’ottima vittoria alla Beograd Arena di Belgrado che tiene in vita le speranze biancoverdi. Finalmente una vittoria convincente, di squadra, dopo le due disgraziate iniziali partite delle Top 16. Una partita dal coefficente di difficoltà molto alto, sia per le condizioni ambientali (palazzetto gremito da 20.000 tifosi), sia per il carattere e la spigolosità tipica delle squadre serbe. Tecnicamente il Partizan non è quello della passata stagione, capace di raggiungere le Final Four, e mancava di un vero leader offensivo (McCalebb); Siena ne ha approfittato, anche grazie ad una difesa tremenda che ha annichilito l’attacco già piuttosto sterile dei balcanici, che per lunghi tratti non riusciva a trovare la via del canestro. Mentre la difesa era un capolavoro di efficienza, in attacco la Montepaschi ha trovato nuovamente il modo di complicarsi la vita sbagliando innumerevoli facili canestri ed occasioni per prendere il largo, tenendosi per tutta la prima metà di gara il Partizan alle costole, con la paura di un ennesimo scivolone (vedi recupero shock del Real). Nel terzo quarto invece la svolta, grazie ai punti di un eroico Carraretto, che uscendo dalla panchina ha scaldato la retina con canestri importantissimi, e sopratutto grazie al lavoro sotto le plance di un impensabile Michelori, che ha annullato il bisonte Jawaii e prodotto 15 fondamentali punti senza sbagliare liberi, e ai recuperi di Moss, le cui mani in difesa arrivavano come piovre dappertutto. Sotto la guida di Zisis, che finalmente sta prendendo per mano la squadra come ci si aspettava da un giocatore del suo calibro, è arrivata la vittoria finale in sostanziale controllo. Risultato importantissimo, che permette a Siena di tornare in corsa per il passaggio del turno, almeno come seconda. Le prossime due partite casalinghe saranno fondamentali: la prima di nuovo contro il Partizan, ormai eliminato, ma che di fronte agli eccezionali tifosi che la seguiranno non vorranno fare brutte figure, la seconda, fondamentale, contro l’Efes, che sarà uno spareggio; se i turchi verranno sconfitti in casa dal Real nel prossimo turno basterà vincere i due incontri al Palasclavo, sennò oltre a quelli bisognerà fare l’impresa alla Caja Magica di Madrid. Dove la Mens Sana non ha bellissimi ricordi (vedi gioco da 4 punti di Sergio Llull nelle top 16 dello scorso anno che ci eliminò dalla coppa) e dove spera di arrivare già qualificata. I segnali per fare bene ci sono tutti: a Belgrado la squadra ha dimostrato di essere viva, di avere grande forza mentale e risorse, spremendo addirittura 15 decisivi punti all’undicesimo giocatore, Michelori, che contro il Real era in tribuna, e sopperendo alla grande alle assenze e alle difficoltà. Dietro c’è il grande lavoro di Pianigiani, uno che non si piange addosso ma che lavora seriamente e che considera i giocatori tutti importanti e alla pari. Anche Jaric sta crescendo e sarà un’addizione importante, ma l’unico vero sostituto di McCalebb è Zisis, che deve sentire il peso della squadra sulle spalle e ricordarsi che è stato per anni il play titolare della Benetton, dell’Aek e della nazionale greca, con cui ha ottenuto importanti successi. Rinnovata fiducia e consapevolezza dei propri mezzi saranno il biglietto da visita della Montepaschi anche per le Final Eight di Coppa Italia a Torino. • 1ª giornata (19/20.01 .11) REAL MADRID-PARTIZ AN BELGRADO EFES PILSEN ISTANBU L-MONTEPASCHI SIENA 2ª giornata (26/27.01 .11) MONTEPASCHI SIENA -REAL MADRID PARTIZAN BELGRADO -EFES 3ª giornata (2/3.02.11 PILSEN ISTANBUL ) PARTIZAN BELGRADO -MONTEPASCHI SIENA REAL MADRID-EFES PIL SEN ISTANBUL 4ª giornata (16/17.02 .11) MONTEPASCHI SIENA -PARTIZAN BELGRADO EFES PILSEN ISTANBU L-REAL MADRID 5ª giornata (23/24.02 .11) PARTIZAN BELGRADO -REL MADRID MONTEPASCHI SIENA -EFES PILSEN ISTANBU L 6ª giornata (2/3.03.11 ) REAL MADRID-MONTE PASCHI SIENA EFES PILSEN ISTANBU L-PARTIZAN BELGRA DO Classifica: Real Madr id 6; Efes Pilsen Istan bul 4; Montepaschi Siena 2; Partizan Belgrado 0 78-58 60-58 68-78 76-99 58-66 89-86 42 matteotasso basket David Andersen La squadra dell'ultimo decennio votata dai 'naviganti' del sito ufficiale della Mens Sana Basket Sognando il meglio del meglio L’arbitro alza la palla a due. La schiaffeggia, altissima, David Andersen, indirizzandola verso la metà campo dove è già pronto a controllarla Terrell McIntyre, che col suo ball-handling si avvicina alla linea dei tre punti e, sfruttando il pick and roll costruito sul blocco di Shaun Stonerook, si butta nel traffico di un’area intasatissima di giocatori avversari: il playmaker attira il raddoppio accennando il lay-up ma, al momento di appoggiare a canestro, compie un ‘penetra e scarica’ che fa giungere il pallone nelle mani di Romain Sato, piazzato in angolo e pronto a sganciare un tiro aperto cui invece il giocatore centrafricano, calamitandosi addosso l’uscita sempre più affannosa di due difensori, preferisce l’extra-pass ad Alphonso Ford, che da posizione semifrontale si alza in sospensione e ne mette tre gonfiando la retina. Tranquilli, non siamo fuori di testa (non più del solito, almeno), ci è solo presa un’irresistibile voglia di celebrare il decennio appena concluso e ci siamo affidati ad alcune tra le figure più significative di que- sti due indimenticabili lustri tinteggiati col bianco ed il verde. Vi abbiamo così appena riportato, in maniera anche abbastanza fedele, un tipico sviluppo offensivo del sistema Montepaschi più recente, affidandone l’esecuzione ai protagonisti che hanno vestito tra il 2000 e il 2010 la maglia biancoverde. Come li abbiamo selezionati? In realtà non li ha scelti né Mesesport né il vostro cronista, bensì i “naviganti” di menssanabasket.it, pagina web ufficiale del club di viale Sclavo, che nelle settimane a cavallo tra l’anno vecchio e quello da poco iniziato hanno preso parte al sondaggio lanciato per individuare, ruolo per ruolo, tutti quei giocatori che maggiormente sono stati rappresentativi nel primo decennio del Duemila. Al di fuori dell’iniziativa, lodevole come tante altre che il sito biancoverde sta mettendo in atto da un paio di anni a questa parte (su tutte il gioiellino Msb Tv, che permette quotidianamente di sbirciare dentro il PalaEstra, oppure di seguire il dietro le quinte delle trasferte in Italia ed in Europa), è interessante capire Alphonso Ford quali nomi abbiano solleticato, e continuino a solleticare, la fantasia dei tifosi senesi a margine di dieci anni presumibilmente irripetibili, durante i quali alla gestione del presidente Minucci ed al coinvolgimento del marchio Montepaschi hanno fatto seguito una messe di trofei (cinque Scudetti, una coppa Saporta, due coppe Italia, tre finali di Eurolega, cinque Supercoppe italiane) che nemmeno il più sfegatato ottimista avrebbe potuto sognare agli albori del nuovo millennio. Eh già, perché a febbraio del 2000 la Mens Sana si chiamava ancora Ducato Gestioni, a guidarla era un certo Fabrizio Frates, ad indossarne la maglia si potevano scorgere campioni a fine carriera (Middleton e Dell’Agnello), meteore mai riuscite ad affermarsi pienamente (ricordate Travis Mays?), onesti gregari (Gray e Turner) che contribuirono a far chiudere l’annata con un ottavo posto. Sciocchezze rispetto ad oggi, insomma. E guarda caso, pur con tutto il rispetto per quei nomi, nessuno è finito tra i dieci selezionati per comporre la squadra dei sogni. Che mette le proprie radici nella Montepaschi targata Ergin Ataman, un paio di anni dopo, pescandovi prima Vrbica Stefanov, regista di talento che con l’intelligenza sopperiva ad un fisico tutt’altro che bestiale, e Michalis Kakiouzis, ala dal tiro mortifero e dal carattere indomabile: Stefanov era un gitano del basket che trovò a Siena una seconda casa, tanto da ritornarvi anche nel 2007, ormai prossimo ad appendere le scarpette al chiodo, quando Minucci gli chiese di sostituire T-Mac nell’ultima par- matteotasso basket 43 Terryl Mc Intyre tita di quella storica serie contro Roma; Kakiouzis fu un fulmine a ciel sereno approdato da queste parti a stagione già iniziata per poi risultare l’addizione decisiva nel raggiungere la F4 di Barcellona. Li ritroviamo entrambi nel team che nel 2004 vince lo storico primo Scudetto, con Charly Recalcati in panca ma anche con David Andersen a presidiare i tabelloni: cognome danese ma nazionalità australiana, un infortunio alle spalle che lo aveva fatto uscire dal mercato delle big, una scommessa che la Montepaschi gioca per diversi mesi e vince nei playoff (allorché il “cangurino” viene eletto mvp di tutta la post season), monetizzando il tutto con la successiva cessione del giocatore al Cska. Sempre in quella squadra giocava Marvis Thornton, esterno dalla tripla facile e dal sorriso contagioso, uno che alla Mens Sana ripasserà pure nel 2008, per vincere ancora. Bootsy (perché Marvis, probabilmente, non lo ha mai chiamato neppure sua mamma) fu il primo dei “furti” che la dirigenza di viale Sclavo mise in atto ai danni di Cantù, successivamente spogliata del power forward Shaun Stonerook e della guardia Rimantas Kaukenas: oggi due icone dello stile-Mens Sana e due pilastri assoluti del ciclo di successi che illuminano la stella di coach Simone Pianigiani ma nel 2005, stagione del loro esordio in biancoverde, oggetto entrambi di qualche contestazione, a dimostrazione di quanto alterne siano le fortune nello sport, come nella vita di tutti i giorni. A proposito di Pianigiani, il referendum non chiedeva di indicare l’allenatore Shaun Stonerook del decennio ma per il quasi 42enne lupaiolo sarebbe stato un plebiscito. Anche perché sotto la sua guida si sono consacrati Terrell McIntyre e Romain Sato, altri due alfieri della Mens Sana del decennio 2000-2010: T-Mac è il playmaker più esplosivo mai passato da queste parti (McCalebb ha le carte in regola per eguagliarlo o forse addirittura superarlo, ma di tempo ne deve ancora passare…), un mix di intelligenza, atletismo, tecnica e fiuto del canestro. Per spiegare ciò che Sato ha saputo fare della propria carriera nel quadriennio senese non servono tanti aggettivi o ricordi, basta solo andare a rileggersi la cifra che il Panathinaikos l’estate scorsa ha speso per convincere l’ala piccola africana a lasciare Siena. Ci sono tanti zeri su quel contratto, tutti meritati da chi nella città del Palio si era presentato con la fama di buon atleta e poco più. Al periodo in questione appartiene pure Ksistof Lavrinovic, ancora oggi a Siena in realtà (come del resto Stonerook), dopo aver capito di essere lui il gemello Lavrinovic più talentuoso ed aver dominato qualsiasi avversario, Italia o Europa non fa differenza, con la classe ed i movimenti di una guardia trasferiti nel corpo di un lungo di due metri e dieci centimetri. È rimasto solo lui, Alphonso Ford. Che nella Mens Sana del decennio ha trovato posto probabilmente per una questione di sensibilità più che per un reale impatto sui risultati del club di viale Sclavo, pur avendolo trascinato alla già citata finale europea di Barcellona nel 2003. “Phonzie” era un attaccante di razza, uno che Romain Sato quando prendeva palla poteva fare di tutto, dall’andare a schiacciare in faccia ai lunghi avversari al prendersi una tripla dietro l’altra lasciando esterrefatta qualsiasi difesa: se n’è andato troppo presto, nel 2004, stroncato da una malattia tanto rara quanto subdola e bene hanno fatto i tifosi biancoverdi a citarlo tra i dieci migliori mensanini del decennio, anche se questo ha comportato l’esclusione sul filo di lana di un Vanterpool o di un Gorenc. Si sa, le scelte son sempre difficili. Fermo restando il fatto che scegliere tra un’abbondanza di giocatori, e risultati, come quella degli ultimi dieci anni, è sempre un gran bel piacere. • 9ª giornata ENEL BRINDISI MONTEPASCHI SIENA 51- 6 8 10ª giornata MONTEPASCHI SIENA SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO 104 -61 11ª giornata BENETTON TREVISO MONTEPASCHI SIENA 77- 7 9 12ª giornata MONTEPASCHI SIENA CANADIAN SOLAR BOLOGNA 9 2 -80 13ª giornata AIR AVELLINO MONTEPASCHI SIENA 75- 7 9 14ª giornata MONTEPASCHI SIENA SASSARI 9 2 -83 15ª giornata LOTTOMATICA ROMA MONTEPASCHI SIENA 67- 7 3 16ª giornata MONTEPASCHI SIENA VANOLI BRAGA CREMONA 7 2 -60 17ª giornata FABI SHOES MONTEGRANARO MONTEPASCHI SIENA 70- 74 18ª giornata MONTEPASCHI SIENA CIMBERIO VARESE Classifica MONTEPASCHI SIENA 34 BENNET CANTU’ 26 ARMANI JEANS MILANO 26 AIR AVELLINO 20 FABI SHOES MONTEGRANARO 18 CANADIAN SOLAR BOLOGNA 18 SCAVOLINI SIVIGLIA PESARO 18 LOTTOMATICA ROMA 16 DINAMO SASSARI 16 PEPSI CASERTA 16 ANGELICO BIELLA 16 BENETTON TREVISO 16 VANOLI-BRAGA CREMONA 14 CIMBERIO VARESE 14 BANCA TERCAS TERAMO 10 ENEL BRINDISI 10 8 2 -59 S.O.S. : IL PUMA È SEMPRE IN LIBERTÀ! [ TIRI NOSSIGNORI! Non è “ IL PUMA” quello che è caduto nella trappola! “IL PUMA” è vivo, vegeto e in libertà e chissà per quanto ancora continuerà a scorrazzare per le vallate dai Tufi al Ginestreto. Quello preso vicino a Monsindoli non è il mitico felino predatore delle radure del Nord America! Un animale di tal fama e di tal bellezza che, ormai da settimane, alimenta l’immaginario di pensionati preoccupati per i nipotini, di proprietari barricati in difesa dei pollai e che, soprattutto, fornisce linfa vitale alle magre cronache locali costrette ad accontentarsi di un taglio sconsiderato di pini o dell’ennesima buca del più disastrato raccordo autostradale della penisola, non poteva cadere, come Pinocchio, nel laccio teso nella radura! Quelle sono roba da piccole volpi, da… (e mi piange il cuore!) da Tassi!... Trappole adatte ad altro genere di predatori: faìne, donnole, istrici. “IL PUMA” sarà anche in difficoltà, in un ambiente che non è il suo, senza tutte le sue forze, costretto a cambiare abitudini e prede, ma da qui a trasformarsi in un modestissimo… ladro di polli ce ne correva. Quasi un’offesa alla fama di chi, con i suoi balzi felini, l’astuzia ineguagliabile, la tenacia e la costanza infinita, ha popolato per generazioni l’immaginario della “Frontiera” di noialtri, cow boys da poltrona, affascinati ogni quindici giorni dagli albi e dalle avventure di TEX WILLER. Non poteva essere e non è “IL PUMA” ! Nella trappola c’era sì un felino ma era solo un …gattone! Asiatico, grosso, ma pur sempre e soltanto un gatto. Difficile dare scacco a chi fa dell’astuzia, della tenacia, della tecnica e della volontà predatoria la propria ragione di vita… “IL PUMA”, non è caduto: IL PUMA è vivo e in libertà…. … Come la Mensana-chenelcuorcista! In tanti (in troppi, forse!) l’avevano data ormai in trappola dopo i due passi falsi, sul Bosforo e in casa, contro i “bianchi” di quella volpe di Ettore Messina: polli… pollaccioni senza scampo… tre quarti da leoni ed uno da …(il proverbio lo sapete tutti e non sarò certo io a completarlo- n.d.r.) e addio al sogno dei quarti di finale, alla Final Four, a.. “Barcellona atto secondo- la vendetta”. In tanti avevano dato ormai per certo che il “Puma biancoverde” avesse perso la lucidità, non si ricordasse nemmeno di avere ancora delle… “riserve” di cibo da sfruttare prima di arrendersi alle trappole dei nemici che, da ogni parte e in ogni modo –anche con il piombo delle colonne di certi giornali del nord- erano finalmente convinti di poterlo impallinare. E poi, una volta caduto IL PUMA di Minucci e Pianigiani, basta finalmente con le cronache da questa piccola città, isolata dal mondo e troppo orgogliosa della sua storia e della tradizione per essere simpatica a chi non ha niente da offrire se non lo snobismo e il quattrino e spazio alle vicende “gossippare” della capitale del nord: via a ruota libera con Dan Peterson, lo stilista dei golfini striminziti, le interviste (sai che capolavori!) a Beniamino Eze che non vede l’ora d’incontrarci ( ma de che??!!) all’ennesimo cambio di play etc etc… E finalmente via dagli spifferi letali di un Palaestra che –duole dirlo- di ESTRA, nei giorni gelidi di gennaio- ha avuto solo il… freddo! Via, a commentare le gesta, degli altri palazzi riscaldati e tanto più vicini e raggiungibili: che ne so? Roma o Treviso o Milano… E invece no! La Mensana, come ”IL PUMA DELLA TRESSA”, non è caduta in trappola: sembrava sul punto di cedere, piegata dalle troppe avversità, senza i suoi punti di riferimento, logorata dalle tante battaglie e dai troppi acciacchi.. Tutti lì, bell’e pronti all’esequie in onore di un caduto illustre: svanito il sogno, via alle critiche! È la vita, miei cari. Chiappato un Puma avanti con quel che passa il convento: gattacci spelacchiati, vecchi cani sciolti alla ventura, qualche smaliziata volpe argentata –ma col pelo finto, come sempre- tutti lì in vetrina, tanto IL PUMA non c’è più!!! E invece, nel mercoledì della Candelora, la notizia fulmina le cronache: non è il PUMA che è caduto in trappola è solo un… gattone asiatico, il PUMA è sempre in libertà! E puntuale, nel giovedì di San Biagio, dall’inferno assordante dell’Arena Belgradese gremita come non mai dagli stessi che interruppero la nazionale pedatoria a Genova, quel Puma dato per lesso e decotto fa vedere a tutta Europa di che bestia si tratta, dà la zampata che solo i felini di classe sanno dare: avanti tutta la partita, vittoria di otto contro il Partizan e messaggio a tutto il movimento: “Siamo qua: ridotti ai minimi termini, con torme di cacciatori prezzolati e non ad inseguirci, senza più punti di riferimento insostituibili, acciaccati nel fisico ma… siamo ancora e sempre “IL PUMA”! Quello in trappola a Monsindoli??... L I B E R I ] di Antonio Tasso Non mettetevi a ridere: era un Gattone …TURCO! E poi non si deve credere al destino? NON VORREI PENSARE MALE e forse fo peccato (ma –come diceva il mitico Andreotti- “si va all’inferno ma ci si azzecca!”) ma vi dirò: fra i tanti “cacciatori” sulle tracce del PUMA BIANCOVERDE, pronti a farlo cadere in trappola –se non ad abbatterlo- m’è sembrato di vederne uno, oltre a quelli “ufficiali” che da sei anni inutilmente lo (e ci) braccano, che sinceramente non mi sarei mai aspettato di trovare “alla posta” con automatico puntato e bandoliera ben fornita. Che sulle tracce del nostro beneamato felino ci siano torme di inviati speciali del nord, del centro (del sud no, lì il canestro non c’è!) ed altrettanto numerosi presidenti, allenatori, agenti (un po’meno perchè noi si pagano e bene), si sapeva e ci si immaginava da tempo (questa Siena ha rotto, diceva un alto personaggio federale non molto tempo fa) ma che, un martedì mattina, dalla sua tana greco-catalana puntasse la doppietta anche il designatore degli arbitri di Eurolega, se permettete mi sembra davvero troppo grossa! E invece no. Seguitemi nel ragionamento e poi vedrete: chi c’è ad arbitrare il PUMA biancoverde a Belgrado? Due fischietti spagnoli, rispettabilissimi e bravissimi peraltro, ma sempre spagnoli.. e noi col Real ci s’ha qualche conto aperto o sbaglio? Ti aspetteresti, per reciprocità, che a Madrid, fra Real e Efes, si sentisse fischiare italiano: che ne so? Facchini e Chiari per esempio, o Lamonica e Sabetta, o –se proprio non si vuol pareggiare la designazione di Belgrado- mandiamoci Facchini e l’italo-turco Sahin… Manco per idea, ci sono due slavi e un polacco (noto per la sua malleabilità casalinga) e sapete dove sono Facchini e l’altro “italiano” Sahin? Ad Atene coll’Olympiacos! Di reciprocità, equità e “bon ton” nemmeno a parlargliene a Rigas! Anche lui a caccia del PUMA? Per ora ha spadellato… e parecchio. IL PUMA biancoverde è libero: occhio alle zampate! Buon Torino a tutti!!! • 45 46 stefanofini basket Mentre entra nel vivo il Campionato Under 19 d'Eccellenza, tengono banco i dati sull'utilizzo dei giocatori italiani Ora basta: in campo ci va chi lo merita! Eventi sportivi, fuori e dentro il parquet, che hanno interessato il mondo giovanile della pallacanestro nel mese ve ne sono stati molti. Fuori dal parquet grande interesse e molte polemiche ha suscitato lo studio e i dati pubblicati dalla Lega Pallacanestro sull’utilizzo dei giocatori italiani e dei giovani nei vari campionati dopo l’applicazione delle nuove norme a loro tutela. I dati sono, e non potevano essere diversamente, disastrosi. Da questo studio emerge infatti che i giocatori italiani di formazione nati negli anni 1988 e seguenti, a favore dei quali erano state fatte tali norme, con almeno 10 presenze a referto ed un minimo di 150 minuti di gioco sono: 7 in serie A1 e praticamente altri 7 in Legadue in quanto degli 11 riscontrati quattro appartengono a società di A1. Pietro Aradori Questi numeri hanno dato il via ad una serie di polemiche a non finire. Dita puntate sulle grandi società ed anche sulla Mens Sana, rea di non essere di buon esempio al movimento. Sul ‘Resto del Carlino’ di Bologna , piazza notoriamente appassionata di basket, troviamo un articolo intitolato: “Calano i minuti per gli italiani ed i giovani ma la Lega non guarda in casa del C.T.” e nell’interno dell’articolo troviamo scritto: “come mai Aradori da quando è a Siena con il C.T. della nazionale gioca mediamente la metà dei minuti della passata stagione?”. Troppo facile fare la critica alla critica. Im- proponibile il confronto. Una cosa è giocare nell’Angelico ed un’altra nella Montepaschi. Sinceramente tanta globale follia d’analisi sportiva è preoccupante in quanto deviante e negativa. Poi questa smania di ‘tutela’ dei giovani italiani che senso ha? La parola ‘tutela’ se non accompagnata da lucide e serie considerazioni fa paura perché può divenire discriminatoria. È più giusto parlare, anche nel nostro contesto sportivo, di tutela o di meritocrazia e globalizzazione? Meritocrazia: se ne parla tanto ma non viene mai applicata. Anche nello sport, anche nel basket, deve giocare chi è bravo, chi lo merita, senza nessun privilegio, nemmeno quello di essere italiano. Globalizzazione: altro termine molto impastato in bocca ma poco applicato nella pratica. Nessuno deve trovare le porte chiuse (o chiuse dopo) per non essere figlio di, o per non avere una bandiera che non sia il tricolore, ovvero per non essere di nazionalità italiana; e nessuno deve essere vergognosamente sfruttato, nel contesto operativo e lavorativo, per gli stessi motivi. Tutto estremamente semplice ma sono le cose semplici che in questo periodo storico non riusciamo ne a fare ne a capire nello sport come nelle altre questioni. Dove la relazione numerica della Lega Pallacanestro lascia perplessi e dovrebbe far effettivamente pensare è nell’utilizzo, sempre degli stessi giovani, nelle serie inferiori dove i giocatori giovani (non interessa di quale nazionalità) dovrebbero giocare. Nella serie A Dilettanti i giovani con un minutaggio qualificato di minimo 300 minuti sono 27 su 32 squadre, e nella serie B Dilettanti sono 57 su 60 squadre; in entrambe i casi nemmeno uno a formazione. Le squadre del nostro territorio, eccetto il Cus Siena, non si distaccano da certi dati. Detto questo viene da domandarsi: ma che aspettiamo a fare una vera riforma nella quale i giovani possano trovare spazio e minutaggio nelle serie Dilettanti e possibilmente anche in un campionato di livello apposito? La riforma deve essere fatta alla base non al vertice; anzi il vertice, la serie A1, per essere maggiormente competitivo con le leghe europee dovrebbe essere ancor più li- beralizzato da vincoli che al momento servono solo a far ingegnare strategie di fuga dalle norme vigenti. Purtroppo regole innovative e riformiste mancano e così nel sottobosco, alla base del nostro movimento, regna, in troppi casi, il peggio del peggio. ‘BasketBall Genaration’ l’iniziativa della Mens Sana basket, sembra avere intuito e centrato il problema se è vero che l’iniziativa intende esportare verso la base del movimento metodologie, qualità, attenzione, forze e risorse positive. Prima di chiudere questo spazio mensile di basket-junior, facciamo rimbalzare la palla sui campi di basket per un aggiornamento sugli eventi che hanno focalizzato il periodo. Il campionato Under19 d’Eccellenza, sul quale si riversano le maggiori attenzioni, vive la seconda fase, quella interregionale, dove le prime tre di ogni girone accederanno alle finali nazionali (31 maggio-5 giugno) e dove la 4ª e la 5ª accederanno ad un concentramento di ripescaggio. Al momento percorso netto per la Virtus Siena: 77-52 contro il Val di Ceppo, 77-57 contro Palestrina dopo essere andata anche a +32, e 66-58 contro l’Aurora Jesi con un parziale di 11 a 0 nel terzo periodo (Imbrò 14 pts.) determinante per la vittoria finale. Girone di ferro per la Mens Sana che vince (al momento) con la Juve Caserta (6040) e con l’Air Avellino (79-33) fornendo in entrambe le gare un’ottima prestazione difensiva e mettendo in mostra un sempre più positivo Udom (16 pts. vs Avellino) ed un costante Severini che gioca bene (21 pts.) anche sul difficile campo della Stella Azzurra Roma dove la squadra senese ha perso (74/62) nonostante un indomito Monaldi (27 pts.). Per gli appassionati da annotare le prossime gare casalinghe dei mensanini contro la Virtus Roma e la stessa Stella Azzurra; gare nelle quali si giocheranno le ambizioni delle tre squadre per la conquista del primo posto. Motivo d’interesse nella partita di ritorno contro la Stella Azzurra sarà la sfida individuale sotto le plance fra il centro romano Ferraiuolo, dominatore nella gara d’andata (19 pts.), contro i senesi Ingrosso ed Udom, entrambi con 0 punti a Roma. • 48 francescooporti basket Niente da fare ragazzi, anzi ragazze! Avevamo scritto nel numero di gennaio un teorema preciso, magari anche (forse) supponente ma sicuramente chiaro: “occorre ripartire nel girone di ritorno con un altro passo, con un’altra mentalità, con una ‘testa’ vincente; diversamente c’è il rischio di uno scivolamento nelle parti basse della classifica”. Questo dicemmo nella sostanza, aggettivo più avverbio meno, e lo stesso coach costoniano PierFrancesco Binella dichiarava che “le insidie sono più mentali che tecniche” e si riferiva a gare ben impostate e anche ben giocate per …tre quarti, poi sfuggite ad ogni logica con incredibili ‘soste’ e conseguenti sconfitte. Il 2010 era terminato a quota 18 punti che significava il sesto posto in classifica in virtù di 9 vittorie e 5 gare perdute (alcune, come già detto, in modo davvero incredibile).La vetta non era poi tanto lontana ma la reazione da tutti desiderata non c’è stata. Le tappe della fase di ritorno del campionato cadetto sono state per la Consum.it tutte in salita o quasi: tre partite a gennaio e una, nella prima Debole inizio del nuovo anno per la Consum.it, f e r m a a l l ’ u n i c a vittoria contr o L a S p e z i a e c o n s e g u e n t e ‘s c i v o l a m e n t o’ a l l ’ 8 ° p o s t o Forza ragazze, non tutto è perduto! settimana di questo mese, hanno fruttato soltanto due punti, due punticini piccoli piccoli strappati contro La Spezia, nell’ultima del mese scorso, in una gara lottata fino agli ultimi secondi (5655 risultato finale), una vittoria certamente importante che ci fece illudere tanto che lo stesso Binella dichiarava, con giustificata enfasi: “con La Spezia è stata una vittoria importante anche perchè venivamo da una serie di partite che iniziavano bene per poi naufragare nel terzo quarto scellerato dove sono subentrate frustrazione e paura; si va a Battipaglia per fare una partita diversa rispetto all’andata,dobbiamo recuperare i punti di quella sconfitta assurda con le campane nella prima di campionato, voglio motivazione e voglia di riscatto, dobbiamo vincere pur contro una squadra fisicamente forte”. La trasferta in terra campana poteva e doveva essere l’inizio di una riscossa tanto più che proprio con il Battipaglia le senesi avevano iniziato questo campionato con una sconfitta interna. Le motivazioni della reazione e dell’orgoglio di squadra c’erano tutte. Niente da fare ragazze, non basta una ‘rondine’, la primavera è ancora lontana, la mentalità vincente non può essere un’isola del pensiero, deve essere tutto il pensiero. Il risultato di questa prima equazione della fase di ritorno ci dice infatti che la ‘X’ vale l’ottavo posto in classifica a dieci punti dalla capolista Chieti e otto dalle seconde, La Spezia e Alcamo, troppo lontane con dieci partite al termine del campionato per poter considerare una risalita al vertice. Allora che fare? Accontentarsi di questo ottavo posto? Dare per terminata la nuova avventura in cadetteria pensando già al prossimo ‘giro d’Italia’? Sarebbe troppo facile e troppo riduttivo, sicuramente non coerente alla tradizione e al VALORE della maglia (e dello Sponsor). Anzi, proprio per non avere a questo punto obiettivi di vittoria finale, sarebbe opportuno che tutto il gruppo maturasse una condivisa analisi, questa: dieci partite sono poche ma valgono comunque venti punti. Proviamo a vincerle quasi tutte. Meglio tutte. • guidocarli basket 49 Per il Costone è stato un mese ricco di soddisfazioni quello di gennaio che si è appena chiuso. L’inizio del 2011 ha portato infatti con sé grandi risultati, come la vittoria interna contro Montecatini e quella nel derby con il Cus, ma soprattutto il primato in classifica che mancava dalla sciagurata trasferta di Sassari di fine anno scorso. È stato un mese di vittorie, cinque su altrettante partite, tre delle quali in trasferta e su campi tutt’altro che semplici come quelli di Pontedera e Passignano sul Trasimeno; in mezzo la vittoria sul Cus al Palazzetto Corsoni in un match davvero tirato e agonisticamente intensissimo che, anche per queste sue caratteristiche, ha lasciato dietro di sé un lungo strascico di polemiche. Alla fine la Consum.it l’ha spuntata per 69 a 56 facendo valere la maggiore profondità del roster e l’esperienza di un gruppo ormai cementato, come ha spiegato Francesco Bonelli, il playmaker del Costone: “Abbiamo vinto con la testa: il Cus ha messo in campo un’intensità molto difficile da trovare in questo campionato, noi siamo stati bravi a non farci travolgere, rimanendo entro scarti accettabili ed alla lunga la stanchezza e il carico di falli ha fatto sì che i nostri avversari non potessero reggere 40 minuti. A quel punto siamo stati cinici ad andare a bersaglio e a difendere bene nei possessi chiave. In ogni caso lo scarto finale è bugiardo: il Cus mi ha fatto un’ottima impressione e penso che mantenendosi su questi livelli la salvezza non sarà un problema per loro; il rischio è che, essendo molto giovani, vivano di alti e bassi non trovando un’adeguata continuità di rendimento”. Tuttavia, tra i grandi risultati mandati in archivio dalla squadra di Andrea Zanotti in questo scorcio di anno, la ciliegina sulla torta non può che essere il successo casalingo contro l’armata Montecatini: un big match atteso per un mese, a causa del rinvio per la neve, che per importanza e prestigio rappresenta già un pezzo di storia per la Società della Piaggia. Il parquet del PalaOrlandi è stato infatti calcato da un campione d’Europa, quel Davide Bonora che è arrivato alla testa della corazzata termale, degnamente affiancato da Niccolai, cannoniere di categoria superiore ed in generale da un organico di primissimo livello. Al blasone la Consum.it ha opposto il solito agonismo sostenuto da un cuore grande così e da un palasport gremito, che ha spinto i giocatori a tirare fuori il meglio del loro repertorio; il Costone ha toccato anche i 15 punti di vantaggio imponendo il suo ritmo e trovando il canestro a ripetizione con i vari Bonelli, Castri, Il Costone, bello e concreto, balza in testa alla classifica e scopre le sue ambizioni Ora l’importante è non ‘imborghesirsi’ Filippo Franceschini e soprattutto Gambelli. Questi sono stati gli ingredienti che hanno permesso di vivere una serata che per chi ha a cuore le sorti del Costone non dimenticherà per un pezzo. Come detto i gialloverdi si trovano ora primi in classifica, un risultato davvero difficile da prevedere all’alba di questa stagione, ma che sta ripagando gli sforzi di tutta la squadra, come evidenziano le parole dell’assistente allenatore Simone Cini: “La classifica dice che siamo primi, ma per essere lassù abbiamo lottato sin dall’inizio del campionato, anche a causa dei numerosi infortuni che hanno, chi prima chi dopo, debilitato tutti. In quel periodo siamo stati bravi a sopperire sempre alle numerose defezioni, senza mai pensare che un’assenza ci potesse servire come alibi; al contrario ogni difficoltà ha rappresentato uno stimolo per dare quel qualcosa in più alla causa della squadra. La forza che ognuno di noi ha tirato fuori nei momenti più complicati ha forgiato un gruppo che non molla mai ed il lavoro quotidiano in palestra ha fatto sì che adesso siamo in vetta. D’ora in poi dovremo sempre tenere a mente come ci siamo arrivati senza ‘imborghesirsi’”, ma continuando a lavorare ogni giorno con umiltà e spirito di sacrificio”. Gli impegni difficili in effetti non sono terminati qui, visto che il Costone è atteso da una seconda parte di campionato più che mai impegnativa, che lancerà la volata per i playoff e che Bonelli ci ha aiutato ad analizzare: “Nelle prossime nove partite abbiamo cinque impegni in casa e quattro in trasferta, ma queste quattro sono sulla carta proibitive; per questo motivo non dobbiamo prescindere dal fare il risultato in casa, sperando in qualche colpo sui campi difficili che ci ospiteranno. A maggio inizia un altro campionato e noi l’abbiamo già sperimentato sulla nostra pelle lo scorso anno”. • augustomattioli basket 51 Il ritorno di Stefano Salieri sulla panchina della Virtus al posto di Billeri, rilancia le speranze di salvezza dei rossoblù E se l’arma in più fosse il ‘fattore sorpresa’? La Virtus nell’ultimo mese ha cambiato faccia. Ora occorre che cambi anche passo per ottenere quei risultati che le possano permettere di uscire da una pericolosa posizione di classifica. L’uomo nuovo di via Vivaldi (che poi proprio nuovo non è) è Stefano Salieri, subentrato da metà gennaio alla guida della squadra a Marcello Billeri, che la società ha ritenuto di esonerare . Una decisione sempre difficile da prendere per una società quella di chiudere il rapporto con un tecnico, ma se i risultati non arrivano chi ci rimette in genere è sempre il responsabile della panchina. Un tecnico, Billeri che ha lavorato bene per la Virtus. Purtroppo quest’anno non è andata come sperava con una squadra ancora giovane e in un anno difficile a causa della riforma del campionato della serie A dilettanti che prevede sei retrocessioni per ogni girone. Del resto Billeri non è il solo allenatore ad essere stato sollevato dal suo incarico nella prima parte del torneo. Sandro Dell’Agnello, che ha giocato nella Mens Sana tra il 1996 e il 1998, è subentrato a Adriano Furlani nella guida di Brescia, che punta alla promozione in Lega due, Pippo Faina (allenatore di lungo corso) ha sostituito Strefano Comazzi a Torino mentre a Recanati Roberto Russo ha sostituito Maurizio Marsigliani. Ora il presente per la Virtus è Stefano Salieri che ha accettato di venire di nuovo a Siena, dove ha ottenuto prima di Billeri risultati importanti dando solidità anche alla società. Il tecnico fin da quando è arrivato ha sottoposto ad un duro lavoro la squadra che, ha detto nelle prime dichiarazioni, gli sembrava avere forti carenze riguardo la preparazione atletica. Ora si tratta di vedere quali effetti avrà la cura del nuovo coach che, visti i giocatori a disposizione, ha fatto le sue scelte tecniche. Diomede, che dopo il suo arrivo aveva avuto uno scarso minutaggio è passato in prestito a Chieti che guida la classifica del girone della B dilettanti mentre anche Spizzichini dovrebbe concludere la sua breve esperienza senese avendo richieste da altre squadre. Salieri ha dato uno sguardo molto attento anche al settore giovanile della società e ha lanciato senza alcuna esitazione in prima squadra, e con minutaggi consistenti, Amedeo Tessitori che con Matteo Imbrò, che sta mostrando in A dilettanti quelle qualità per le quali è passato alla Virtus Bologna Marco Pascolo e Riccardo Bernardi convocato in nazionale Under 18. Tessitori, 17 anni, pivot di 2m02 ha dimostrato che l’intuizione di Salieri era stata giusta e nonostante l’emozione iniziale, ha dimostrato di poter essere davvero utile alla squadra. Non è escluso però che la società, dopo il ritorno di Portannese da Scafati, cerchi di ingaggiare, anche qualche altro giocatore che si inserisca rapidamente nel tipo di gioco di Salieri. La convocazione dei giovani rossoblu in nazionale (un bella soddisfazione per i tecnici delle giovanili di via Vivaldi), ha permesso a Salieri di poter continuare il lavoro sulla squadra senza l’assillo dell’impegno in campionato. Infatti la partita casalinga contro Riva del Garda è stata rinviata (il recupero è stato fissato per il 2 marzo) per cui la Virtus è tornata in campo mercoledì giocando a Trento nel turno infrasettimanale. Un periodo di lavoro che si spera sia stato utile oltre che per recuperare la condizione fisica, anche per eliminare o almeno limitare quei difetti mostrati dalla squadra nella prima parte del campionato. A partire dalla continuità di gioco che spesso ha lasciato a desiderare. Ora occorre giocare al meglio le partite che restano per migliorare la classifica. Nel girone della Virtus ancora non sembra che ci siano troppe gerarchie tra le varie squadre, per cui sono possibili ad ogni giornata di campionato anche risultati a sorpresa. Del resto anche altre squadre come quella rossoblù hanno cercato di migliorare il loro assetto tecnico. Il gruppo virtussino potrebbe essere appunto la sorpresa dell’ultima parte della stagione regolare che per il momento ha visto protagoniste in particolare Trento (che peraltro nell’ultimo turno è stata sconfitta a Torino) e Perugia che guidano la classifica del girone con trenta punti. • 52 massimilianobruttini sport per tutti Aumenta l'offerta dell' UISP senese verso gli appassionati di questo sport Nuoto, mon amour Ottanta nuotatori, 20 master, 20 triathleti, un numero altissimo di persone giovani e meno giovani che quotidianamente frequentano le piscine. Questi sono i numeri che caratterizzano l’attività in piscina (e non solo). In questo contesto, e nonostante le problematiche ‘storiche’ che accompagnano il percorso piscine della nostra città, la voglia di nuotare c’è e si afferma sempre di più. Il concetto di ‘movimento sano’ è consolidato e le presenze lo confermano. In tale panorama è normale che anche le attività agonistiche ne traggano beneficio. Il Siena Nuoto U.I.S.P., presente da sempre nel panorama agonistico regionale e nazionale, sta affrontando la stagione con il consueto impegno e voglia di fare. Le attività agonistiche interessano il ‘classico’ nuoto, il nuoto sincronizzato e la pallanuoto. A fianco di questi è nato un gruppo agguerritissimo di atleti che si misurano in gare di triathlon (nuoto – bicicletta – corsa). Discorso a parte merita il gruppo Master costituito da ex atleti che, finito il loro percorso agonistico, in virtù del fatto che il cloro dà dipendenza, non hanno abbandonato la piscina, ma invece si sono avviati su un percorso amatoriale che prevede numerosi impegni e gare. Il progetto avviato alla fine degli anni novanta che prevedeva appunto una crescita qualitativa dell’attività sta dando i suoi effetti. Grazie alle sinergie ed all’impegno dello staff tecnico e della dirigenza si è ormai consolidato un percorso che vede l’atleta al primo posto. Le attenzioni e la cura che vengono poste nel rapporto con l’atleta consentono di ottenere un effetto di fidelizzazione. Attraverso la realizzazione di progetti si è arrivati a creare un ambiente amico nella piscina, un posto dove l’atleta va non solo per allenarsi, ma anche per condividere esperienze con gli amici e con il gruppo. Questo è l’ef- fetto principale che sta caratterizzando il gruppo sportivo in questi anni, pochissimi sono gli abbandoni. Potendo contare su questa situazione, lo staff tecnico ha potuto avviare percorsi formativi e di specializzazione al nuoto molto più mirati in quanto destinati a soggetti che sono presenti per lunghi periodi. I ragazzi hanno effettuato una accurata preparazione atletica ad inizio stagione e sono attualmente impegnati in un ciclo di allenamenti mirato a migliorare principalmente tecnica e resa meccanica. Il lavoro svolto in acqua giornalmente, oltre a permettere di affinare gli stili, mantiene alto il livello di resistenza aerobica e consente di svolgere un’accurata fase specifica in prossimità delle gare di campionato ormai alle porte. Le regolari sedute di palestra mirano ad aumentare coordinazione, mobilità articolare e forza, specialmente negli arti inferiori. Inoltre il programma a secco prevede di tonificare le fasce muscolari più sottoposte a stress durante gli allenamenti in vasca. Per la prima volta è anche stato programmato un ciclo di sedute di teoria con l’implemento di mezzi audiovisivi: il gruppo ha partecipato ad incontri di tecnica delle nuotate con gli allenatori della squadra dove gli atleti hanno visionato video di supercampioni del nuoto (italiani e non) e delle loro storiche prestazioni ad Olimpiadi e Mondiali. Al piacere delle moviole di alto nuoto è seguito quello di potersi ‘vedere’ all’opera. I giovani atleti infatti hanno guardato con stupore e divertimento le riprese effettuate dai tecnici durante i loro allenamenti notando, senza l’aiuto di sottolineature, errori e particolarità dei propri gesti. Essendosi rivelato un’ottimo espediente per imparare divertendosi, in futuro la programmazione prevederà anche riprese subacquee e di gare. A fianco di questa importante tecnica metodo- logica si è avviato un progetto che consente agli atleti più grandi e di valore di seguire un percorso che dia opportunità agonistiche sicuramente diverse rispetto al passato. Grazie ad una forma di collaborazione con la società Rane Rosse, gli atleti di maggior risalto del gruppo che abbiano conseguito determinati risultati cronometrici, passano nel novero di quest’altra Società dove hanno la possibilità, pur rimanendo sede degli allenamenti Siena, di accedere a circuiti e percorsi di gare che, pur con tutta la buona volontà, il Siena Nuoto U.I.S.P. non sarebbe in grado di garantire. Rane Rosse è una Società che opera a livello nazionale e raccoglie al suo interno atleti provenienti da tutte le parti d’Italia. Questo consente non solo agli atleti emergenti maggiori opportunità, ma grazie agli accordi intercorsi, apre anche ai tecnici percorsi di confronto e di accrescimento tali che possono derivare solo dall’essere inseriti in circuiti non locali. La stagione natatoria iniziata a dicembre si sta ora avviando verso il primo punto di verifica costituito dai campionati invernali, ai quali parteciperanno, per i tempi già conseguiti, numerosi degli atleti senesi. L’attività proseguirà poi ininterrottamente fino all’inizio dell’estate che vedrà le gare di chiusura stagione. Il nuoto, con esclusione di quello di vertice, cessa la sua attività nella prima metà del mese di luglio per riprendere nel successivo settembre. Durante l’estate però si sta consolidando un’altra attività, quella del nuoto di fondo in mare, dove gli atleti, spesso gli stessi che partecipano ai circuiti agonistici tradizionali, si misurano in gare di nuoto su distanze che vanno dai 3 fino ai 25 km e già alcuni atleti senesi hanno fatto di queste esperienze. Discorso diverso per i triathleti che vedono proprio nella parte estiva il loro momento di maggior impegno con gare continue e costanti. Anche in questo gruppo si stanno delineando delle figure emergenti che addirittura stanno conseguendo risultati tali da poterli far accedere alle fasi mondiali di questa specialità. •