Q - Dipartimento di Giurisprudenza

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Q - Dipartimento di Giurisprudenza
Seconda Università degli Studi di Napoli
Facoltà di Giurisprudenza
Economia Politica (II cattedra)
Prof. Francesco Pastore1
Prova intercorso
16 Aprile 2009
1
Gli
esercizi
sono
stati
elaborati
e
risolti
in
collaborazione
Dott.ssa Linda Maisto e con alcuni studenti indicati di sotto.
1
con
la
TEST 1
1. La funzione di costo totale di un’impresa, CT, sia la seguente:
CT = 10 + 2 Q
Dove Q indica la quantità di merci prodotta dall’impresa.
Calcolare:
a) il costo medio fisso, il costo medio variabile ed il costo medio totale nell’ipotesi che l’impresa
produca 20 unità di prodotto;
b) il costo marginale;
c) di quanto aumenta il costo marginale se la quantità prodotta passa a 40.
L’esercizio 1 vale fino a 5 punti.
2. La curva di domanda di un’impresa monopolistica è la seguente:
P = 200 – 2 Q
Calcolare:
a) Il prezzo se la quantità prodotta è uguale a 50;
b) l’elasticità della domanda per lo stesso livello di prezzo;
c) si immagini che l’impresa decida di ridurre la quantità prodotta di una unità e si calcoli il
ricavo marginale;
d) come cambia il ricavo totale a seguito dell’aumento della quantità venduta.
e) E se la quantità è uguale a 25, a quanto è uguale l’elasticità? E se la quantità è uguale a 75?
L’esercizio 2 vale fino a 5 punti
3. Sia data la seguente equazione di prezzo di un’impresa che applichi il principio del mark up:
p = d(1 + )
dove d indica il costo diretto e  il margine di profitto.
a)
b)
c)
d)
Calcolare il prezzo quando il costo diretto è pari a 10 e il mark up è del 1000%.
Se il costo diretto aumenta del 100%, il prezzo aumenta o si riduce? E di quanto?
Se la domanda aumenta del 30%, come varia il prezzo? E se la domanda si riduce?
Quali sono le principali differenze fra la teoria dei prezzi detta del costo pieno e quella di
concorrenza perfetta?
L’esercizio 3 vale fino a 5 punti
4. Greta consuma un bene normale il cui prezzo è p1= 500. A tale prezzo la sua domanda è pari a
q1= 50. Se il prezzo aumenta a p2= 550, la quantità domandata diventa 10. Determinate l’elasticità
della domanda a causa della variazione del prezzo.
5. Si definisce costo marginale:
a) ciò a cui si deve rinunciare per aumentare il prodotto di una unità;
b) il costo totale diviso la quantità prodotta;
c) la variazione del costo totale indotta da una variazione unitaria della quantità prodotta;
d) quella componente del costo che varia al variare della quantità prodotta
6. La pendenza della curva del costo totale è misurata dal:
a) Saggio marginale di sostituzione tecnica;
b) Costo marginale;
c) Costo medio variabile;
d) Somma del costo variabile totale e del costo fisso totale.
2
7. Data la funzione di domanda Qd=500/p e la funzione di offerta Qo=-20+2p, calcolate il prezzo e
la quantità di equilibrio.
8. L’elasticità incrociata della domanda rispetto al prezzo è definita come:
a) La variazione percentuale della quantità domandata di un bene rispetto
percentuale del prezzo di un bene sostitutivo;
b) La variazione percentuale della quantità domandata di un bene rispetto
percentuale del suo prezzo;
c) La variazione percentuale della quantità domandata di un bene rispetto
percentuale del prezzo di un altro bene;
d) La variazione percentuale della quantità domandata rispetto alla variazione
prezzo di un bene complementare;
alla variazione
alla variazione
alla variazione
percentuale del
9. Nel modello di Sweezy, un aumento del prezzo:
a) Conviene perché la curva di domanda è molto elastica per aumenti di prezzo;
b) Non conviene perché le altre imprese mantengono il prezzo stabile, facendo perdere clienti
all’impresa in questione;
c) Non conviene perché genera una guerra al rialzo dei prezzi e riduce la domanda complessiva
del prodotto;
d) Causa un proporzionale aumento del prezzo da parte delle altre imprese;
10. Se teniamo fissi i prezzi dei beni ed osserviamo le variazioni della domanda al variare del
reddito, otteniamo la famosa curva di
a) Hicks;
b) Engel;
c) Marshall;
a) Walras
Gli esercizi da 4 a 10 valgono 1 punto ciascuno.
11. Si valuti la veridicità delle seguenti affermazioni facendole seguire da un breve commento:
a) L’oligopolio è una forma di mercato caratterizzata da poche imprese di piccole dimensioni che
non si influenzano a vicenda.
b) La curva di offerta di breve periodo dell’impresa coincide con il tratto crescente del costo
marginale a partire dal punto di minimo del costo medio totale.
c) La curva individuale di domanda di un bene si ottiene dalla curva reddito consumo, mentre la
curva di domanda di mercato dipende dal numero di imprese presenti sul mercato.
d) Nel modello di Baumol dell’impresa manageriale, il conflitto di interessi fra azionista e
manager si risolve con la forza, in quanto l’azionista impone al manager di vendere la quantità
che massimizza il profitto, pena il licenziamento.
Ogni risposta esatta ai quesiti dell’esercizio 11 vale 2 punti.
3
TEST 2
1. La funzione di iso-costo dell’impresa è la seguente:
C=2L+8K
dove L rappresenta l’ammontare di lavoro e K l’ammontare di capitale impiegati.
a) Calcolare il costo complessivo dell’impresa assumendo che impieghi 10 unità di capitale e 40
unità di lavoro;
b) Calcolare il saggio marginale di trasformazione fra lavoro e capitale;
Se il saggio marginale di sostituzione tecnica fra lavoro e capitale è pari a 3 cosa conviene fare
all’impresa?
L’esercizio 1 vale fino a 5 punti.
2. La curva di domanda di un’impresa monopolistica è la seguente:
P = 200 – 0.5 Q
Calcolare:
a) Il prezzo se la quantità prodotta è uguale a 80;
b) l’elasticità della domanda per lo stesso livello di prezzo;
c) si immagini che l’impresa decida di ridurre la quantità prodotta di una unità e si
calcoli il ricavo marginale;
d) come cambia il ricavo totale a seguito dell’aumento della quantità venduta.
e) Se la quantità prodotta è uguale a 50, a quanto è uguale l’elasticità? E se la quantità
prodotta è uguale a 100?
L’esercizio 2 vale fino a 5 punti
3. Sia data la seguente equazione di prezzo di un’impresa che applichi il principio del mark up:
p = d(1 + )
dove d indica il costo diretto e  il margine di profitto.
a)
b)
c)
d)
Calcolare il prezzo quando il costo diretto è pari a 5 e il mark up è del 50%.
Se il costo diretto aumenta del 50%, il prezzo aumenta o si riduce? E di quanto?
Se la domanda aumenta del 30%, come varia il prezzo? E se la domanda si riduce?
Quali sono le principali differenze fra la teoria dei prezzi detta del costo pieno e quella di
concorrenza perfetta?
L’esercizio 3 vale fino a 5 punti
4. L’equilibrio di concorrenza perfetta di breve periodo implica che:
a) Il prezzo sia eguale al costo marginale e maggiore o uguale del costo medio totale;
b) Il prezzo superiore al costo medio totale e al costo medio variabile.
c) Il prezzo, costo medio totale e costo marginale si eguaglino;
d) Il prezzo sia uguale al costo marginale e maggiore o uguale del costo medio variabile;
5. Dati due beni normali, X ed Y, un consumatore compie la propria scelta ottimale quando:
a) il vincolo di bilancio ha una pendenza maggiore del rapporto tra i prezzi dei beni;
b) il rapporto tra le utilità marginali dei beni è pari al rapporto tra i loro prezzi;
c) il saggio marginale di sostituzione è uguale all’utilità marginale di uno dei due beni;
4
d) due curve di indifferenza si intersecano in corrispondenza di un paniere di bene.
6. Quando si è in condizioni di oligopolio?
a) Quando esiste un mercato con un numero limitato di imprese e rilevanti barriere all’entrata
che impediscono l’ingresso di nuove imprese.
b) Quando non vi sono consistenti barriere all’entrata o all’uscita
c) Quando vi è un’unica impresa acquirente di fronte a pochi venditori.
d) Quando vi è un’unica impresa che vende il proprio prodotto ad un considerevole numero di
acquirenti, con barriere che impediscono l’entrata di nuovi concorrenti.
7. Un mercato è caratterizzato dalle seguenti funzioni di domanda e di offerta: Qd= 1500-p e Qo= 300+2p.
Calcolate prezzo e quantità di equilibrio del mercato.
8. L’elasticità della domanda al prezzo è definita come:
a) la variazione percentuale della quantità domandata, conseguente ad una variazione di un
punto percentuale del prezzo;
b) la variazione percentuale dell’offerta di un bene, conseguente ad una variazione di un punto
percentuale del prezzo;
c) la velocità con cui i consumatori si adattano ad un nuovo prodotto;
d) la variazione percentuale della quantità domandata, conseguente ad una variazione di un
punto percentuale dell’offerta
9. In relazione al comportamento del consumatore, l’utilità marginale:
a) misura l’incremento di soddisfazione che deriva all’individuo dal consumo di una unità
addizionale di un bene (quando il livello degli altri beni consumati cresce)
b) misura l’incremento di soddisfazione che deriva all’individuo dal consumo di una unità
addizionale di un bene (quando il livello degli altri beni sia mantenuto costante)
c) misura l’incremento di soddisfazione che deriva all’individuo dal minor consumo di un bene
(quando il livello degli altri beni sia mantenuto costante)
d) misura la diminuzione di soddisfazione che deriva all’individuo dal maggior consumo di altri
beni
10. Che cosa è una “ barriera all’entrata “ di un mercato?
a) Una caratteristica di un mercato che assegna un vantaggio alle imprese già ivi operanti rispetto
a dei potenziali rivali.
b) Una caratteristica di un mercato in cui non è facile trovare sistemi di finanziamento alternativi
al sistema bancario.
c) Una caratteristica di un mercato in cui i consumatori sono restii a spostarsi sui prodotti di un “
new comer ”.
d) Una caratteristica di un mercato in cui si realizzano economie di scopo.
Gli esercizi da 4 a 10 valgono 1 punto ciascuno.
11. Si valuti la veridicità delle seguenti affermazioni facendole seguire da un breve commento:
a) Nel modello di Baumol, quando il vincolo è operativo si vende la quantità desiderata dal
manager;
b) Ogni impianto ha una dimensione ottima, che corrisponde al punto di massimo della
produttività marginale;
c) Il modello di oligopolio di Sweezy si propone di spiegare come mai i prezzi in oligopolio
tendano sempre ad aumentare, ma non ci spiega come si determina il prezzo;
d) In un mercato di concorrenza perfetta tutte le imprese sono in grado di influenzare l’offerta
globale del bene prodotto, perché la quantità da esse prodotta è molto piccola rispetto
all’offerta globale.
Ogni risposta esatta ai quesiti dell’esercizio 11 vale 2 punti.
5
TEST 3
1. La funzione di iso-costo dell’impresa è la seguente:
C = 1 L + 10 K
a) Calcolare il costo complessivo dell’impresa assumendo che impieghi 10 unità di capitale e 40
unità di lavoro;
b) Calcolare il saggio marginale di trasformazione fra lavoro e capitale;
Se il saggio marginale di sostituzione tecnica fra lavoro e capitale è pari a 7 cosa conviene fare
all’impresa?
L’esercizio 1 vale fino a 5 punti.
2. La curva di domanda di un’impresa monopolistica è la seguente:
Q = 50 – 0.5 P
Calcolare:
a) la quantità prodotta se il prezzo è uguale a 25;
b) l’elasticità della domanda per lo stesso livello di prezzo (25);
c) si immagini che l’impresa decida di aumentare la quantità prodotta di una unità e si calcoli il
ricavo marginale;
d) come cambia il ricavo totale a seguito dell’aumento della quantità venduta.
L’esercizio 2 vale fino a 5 punti
3. Sia data la seguente equazione di prezzo di un’impresa che applichi il principio del mark up:
p = d(1 + )
dove d indica il costo diretto e  il margine di profitto.
a)
b)
c)
d)
Calcolare il prezzo quando il costo diretto è pari a 10 e il mark up è del 100%.
Se il costo diretto aumenta del 100%, il prezzo aumenta o si riduce? E di quanto?
Se la domanda aumenta del 20%, come varia il prezzo? E se la domanda si riduce?
Quali sono le principali differenze fra la teoria dei prezzi detta del costo pieno e quella di
concorrenza perfetta?
L’esercizio 3 vale fino a 5 punti
4. L’impresa concorrenziale massimizza il profitto in corrispondenza di quella quantità per la quale
il costo marginale è uguale al prezzo. Ciò perché è massima la distanza
a) fra costo medio totale e ricavo marginale.
b) fra costo totale e curva di domanda;
c) fra costo totale e ricavo totale;
d) fra costo marginale e ricavo totale;
5. Nel modello di Sweezy, il prezzo di equilibrio:
a) è fissato dall’impresa leader;
b) è fissato da un cartello;
c) non è spiegato;
d) e fissato quando costo marginale e ricavo marginale sono uguali.
6. Cosa si intende per costo fisso?
6
a)
b)
c)
d)
Il rapporto tra il costo totale e le quantità prodotte;
Una spesa che non varia al variare del livello di produzione.
La somma dei costi variabili.
Una spesa che varia al variare della produzione
7. Un consumatore ha un reddito R= 300. Egli può acquistare quantità del bene A e del bene B
aventi, rispettivamente, i prezzi Pa= 12 e Pb= 4. Scrivete il vincolo di bilancio e determinate la retta
di bilancio.
8. L’assenza di “ barriere all’entrata “ di un mercato?
a) Favorisce le imprese esistenti che sono in grado di spostarsi in altri mercati per diversificare il
rischio d’impresa;
b) Nel lungo periodo porta alla scomparsa dell’extra-profitto delle imprese operanti in mercati di
concorrenza perfetta;
c) Porta all’immediata scomparsa dei profitti dell’impresa oligopolistica;
d) Una caratteristica di un mercato in cui non è facile trovare sistemi di finanziamento alternativi
al sistema bancario.
9. Che cosa è il costo variabile medio?
a) L’incremento di costo derivante dalla produzione di un’unità addizionale di output;
b) Il rapporto tra i costi fissi e quantità prodotte;
c) Il rapporto tra costo variabile e quantità prodotta;
d) La media di costi totali e variabili;
10. La produttività media del lavoro è misurata:
a) dalla pendenza della funzione di produzione in ogni suo punto;
b) dal rapporto tra prodotto e fattore lavoro;
c) dal rapporto tra variazione del prodotto e variazione del fattore lavoro;
d) dal rapporto tra prodotto e intensità di lavoro.
Gli esercizi da 4 a 10 valgono 1 punto ciascuno.
11. Si valuti la veridicità delle seguenti affermazioni facendole seguire da un breve commento:
a) Per i consumatori, non c’è differenza sostanziale fra concorrenza perfetta e monopolio, perché
in un’economia di mercato il consumatore è libero di astenersi dal consumo;
b) Il monopolista produce una quantità inferiore rispetto alla concorrenza perfetta per ridurre gli
sprechi di produzione;
c) Conviene acquistare i beni in un mercato di tipo concorrenziale giacché il prezzo è dato;
d) La produttività marginale misura la pendenza della produttività media in ogni suo punto ed è
uguale alla produttività media nel punto di massimo di quest’ultima.
Ogni risposta esatta ai quesiti dell’esercizio 11 vale 2 punti.
7
TEST 4
1. Sia la funzione di costo totale di un’impresa, CT, la seguente:
CT = 50 + 5 Q
dove Q indica la quantità di merci prodotta dall’impresa.
Calcolare:
a) il costo medio fisso, il costo medio variabile ed il costo medio totale nell’ipotesi che l’impresa
produca 20 unità di prodotto;
b) il costo marginale;
c) di quanto aumenta il costo marginale se la quantità prodotta passa a 40.
L’esercizio 1 vale fino a 5 punti.
2. La curva di domanda di un’impresa monopolistica è la seguente:
Q = 100 – 2 P
Calcolare:
a) la quantità prodotta se il prezzo è uguale a 25;
b) l’elasticità della domanda per lo stesso livello di prezzo (25);
c) si immagini che l’impresa decida di aumentare la quantità prodotta di una unità e si calcoli il
ricavo marginale;
d) come cambia il ricavo totale a seguito dell’aumento della quantità venduta.
L’esercizio 2 vale fino a 5 punti
3. Sia data la seguente equazione di prezzo di un’impresa che applichi il principio del mark up:
p = d(1 + )
dove d indica il costo diretto e  il margine di profitto.
a)
b)
c)
d)
Calcolare il prezzo quando il costo diretto è pari a 10 e il mark up è del 50%.
Se il costo diretto aumenta del 50%, il prezzo aumenta o si riduce? E di quanto?
Se la domanda aumenta del 10%, come varia il prezzo? E se la domanda si riduce del 10%?
Quali sono le principali differenze fra la teoria dei prezzi detta del costo pieno e quella di
concorrenza perfetta?
L’esercizio 3 vale fino a 5 punti
4. Quali di queste affermazioni è corretta se il prezzo e la quantità fissate da un monopolista
massimizzano il profitto?
a) il prezzo è pari al costo marginale;
b) il prezzo è pari al ricavo marginale;
c) il prezzo è minore del costo marginale;
d) il prezzo è maggiore del ricavo marginale.
5. Nel breve periodo per una impresa in concorrenza perfetta il punto di fuga si verifica quando:
a) Il prezzo scende al di sotto dei costi marginali;
b) Il prezzo scende al di sotto dei costi medi variabili;
c) Il prezzo scende al di sotto dei costi medi totali;
d) Mai, perché in concorrenza anche se il prezzo si riduce all’impresa conviene sempre rimanere
nel mercato.
8
6. Quando l’impresa concorrenziale vende una quantità maggiore di quella che corrisponde al
punto di uguaglianza fra il costo marginale ed il ricavo marginale,
a) il profitto si annulla;
b) il ricavo marginale supera il costo marginale;
c) il costo marginale supera il ricavo marginale;
d) il costo marginale supera il costo medio totale.
7. Qui di seguito sono elencate una serie di coppie di beni. Scrivete quali sono beni complementari
e quali sostituti:
a) auto e benzina;
b) stampante e carta;
c) cellulare nokia e cellulare motorola;
d) pepsi e coca cola.
8. Nel modello di Sweezy, una riduzione del prezzo da parte di un’impresa:
a) Causa un proporzionale aumento del prezzo da parte delle altre imprese;
b) Causa una proporzionale riduzione del prezzo da parte delle altre imprese;
c) È combattuto dalle altre imprese che tengono il prezzo stabile;
d) È combattuto dalle altre imprese riducendo la quantità venduta.
9. Se teniamo fisso il reddito del consumatore ed osserviamo le variazioni della domanda dei due
beni al variare del prezzo di uno di essi, otteniamo la famosa curva
a) di Engel;
b) di Marshall;
c) Prezzo-consumo;
d) Reddito-consumo.
10. La teoria dell’impresa di Baumol è:
a) una teoria economica che affronta il problema dell’analisi dei prezzi di “equilibrio
sistematico”;
b) una teoria economica che permette di determinare la quantità domandata, in un mercato di
due produttori, a fronte di una variazione del prezzo di ciascun bene;
c) una teoria economica che permette di determinare la quantità di costi fissi e quella di costi
variabili;
d) una teoria economica che affronta il problema degli obiettivi delle “imprese manageriali“.
Gli esercizi da 4 a 10 valgono 1 punto ciascuno.
11. Si valuti la veridicità delle seguenti affermazioni facendole seguire da un breve commento:
c) La curva di offerta di breve periodo dell’impresa coincide con il tratto crescente del costo
marginale a partire dal punto di minimo del costo medio totale.
d) Un’innovazione tecnica che riduca i costi fissi iniziali può causare una forte barriera
all’entrata di nuove imprese in un mercato monopolistico;
e) Secondo la teoria del costo pieno, le imprese determinano il prezzo individuando il costo
diretto e aggiungendo ad esso solo un margine lordo per coprire i costi fissi;
f) Per i consumatori, non c’è differenza sostanziale fra concorrenza perfetta e monopolio, perché
in un’economia di mercato il consumatore è libero di astenersi dal consumo;
Ogni risposta esatta ai quesiti dell’esercizio 11 vale 2 punti.
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SVOLGIMENTO Test n. 12
1.
La funzione di costo totale di un’impresa è:
CT= 10 + 2Q
a. Calcolare il costo medio fisso,il costo medio variabile,il costo medio totale
per un valore di Q=20
CMF?
CMV=?
CMT=?
La funzione di costo totale è :
CT= CF + CV(Q)
CT = 10 +2Q
CMF= CF/Q = 10/20 = 0.5
CMV= CV/Q = 2Q/Q =40/20= 2
CMT= CT/Q = 10+2Q/Q = 50/20 =2.5
b. Calcolare il costo marginale:
Cmg= ΔCT/ΔQ = ΔCV/ΔQ + ΔCF/ΔQ = 2*(20)/20 + 0= 2
Qui il costo totale è una retta (non vale la legge dei rendimenti decrescenti) e
quindi ha pendenza costantemente pari a 2.
c. Calcolare il costo marginale se la Q=40
Cmg= ΔCT/ΔQ= ΔCV/ΔQ + ΔCF/ΔQ = 2*(20)/20 + 0=2
Come si può notare, se il CT è costante, il Cmg non cambia e resta sempre 2.
2.
La curva di domanda di un’impresa monopolistica è:
P= 200-2Q
2
Svolgimento a cura della studentessa Stefania Antonucci.
10
a.
Calcolare il prezzo se Q= 50
Basta sostituire il valore di Q nell’espressione:
P= 200- 2(50)= 100
b.
Calcolare l’elasticità:
‫ =ع‬ΔQ/ΔP ·P/Q
ΔQ/ΔP è la pendenza della domanda diretta che la otteniamo esplicitando la Q
nella curva di domanda inversa e cioè:
2Q= - P +200
Q= -1/2 P +200
Siccome b= -1/2, allora si ha:
 b
c.
Se
essendo
l’impresa
  1,
decide
di
P
1 100
 
 1
Q
2 50
ridurre
la
quantità,
aumenterà
il
prezzo
e,
il Rmg sarà positivo, poiché ci si sposta a sinistra, verso
un’area dove l’elasticità è maggiore di 1.
d.
Essendo
  1,
per
aumentare
la
quantità,
il
prezzo
deve
ridursi
in
misura proporzionale alla quantità. Il RT si ridurrà per un cambiamento
sufficientemente grande della quantità: per piccoli cambiamenti della quantità,
il RT resta costante al livello massimo possibile.
e.
Calcolare l’elasticità se la Q=25
Basta sostituire il valore di Q nell’espressione iniziale
P= 200 – 2(25)=150
‫ =ع‬-1/2 ·150/25=-3
elcloclaC l’elasticità se la Q=75 procedendo analogamente
P=200 – 2(75)=50
‫ =ع‬-1/2 · 50/75= -1/3
11
3. L’equazione di prezzo di un’impresa che applichi il principio del mark up:
P=d(1+μ) che possiamo scrivere anche p=d+dμ
a. Calcolare il prezzo se d=10 μ=1000% =10
Sostituendo i valori verrà che: P= 10+10(10)=110
b. Calcolare il prezzo se il d aumenta del 100%. Si avrà: d=20. Sostituendo
nuovamente P=20+20(10)=220. Si noti che se il d aumenta del 100%, anche il
prezzo aumenterà proprio del 100%.
c. Come illustra il grafico seguente, un aumento o una riduzione della domanda
non causa alcuna variazione del prezzo, ma solo della quantità.



d. Le differenze tra la teoria del costo pieno e quella di concorrenza perfetta
sono:
La teoria del costo pieno si applica alle forme di mercato non perfettamente
concorrenziali, dove le imprese dettano il prezzo.
In concorrenza perfetta il costo marginale, il ricavo marginale e il prezzo sono
uguali, nella teoria del costo pieno il prezzo è maggiore del costo diretto e le
imprese hanno un potere di mercato tale da fissare il prezzo e il margine di
profitto desiderato.
Ogni variazione della domanda nella teoria di concorrenza perfetta fa cambiare
sia il prezzo che le quantità, mentre nella teoria del costo pieno varia solo la
quantità: il prezzo cambia solo se cambia il costo diretto.
Teoria del costo pieno
Concorrenza perfetta
4. Calcolare l’elasticità se il prezzo iniziale di un bene è p1=500 e la q1=50,
poi il prezzo aumenta a p2=550 e q2=10. Per rispondere a questa domanda, si deve
sfruttare la formula dell’elasticità in termini di variazioni percentuali, vale
a dire:

Q P Q2  Q1 P1
10  50 500  40
 
 


10  8
P Q P2  P1 Q1 550  500 50
50
5. La risposta esatta è la C. La formula del Cmg, infatti, è: ΔCT/ΔQ
6. La risposta esatta è la B. Infatti, dalla risposta alla domanda precedente
si vede che l’equazione del Cmg è proprio data dalla variazione assoluta del
12
costo totale (variabile sull’asse delle ordinate) rispetto alla variazione
assoluta della quantità (variabile sull’asse delle ascisse). Ma questo significa
che la pendenza del costo totale è misurata proprio dal Cmg.
7. Per calcolare il Prezzo e la Quantità dobbiamo uguagliare le funzioni di
domanda e offerta:
QD=500/p Qo=-20 +2P
Da cui: 500/p=-20 +2P,
moltiplicando ora ambo i membri per P. Si ha:
500= -20P+2P²
mettendo in ordine e dividendo per 2:
P²-10P -250=0
Per risolvere questa equazione di secondo grado, in cui l’incognita compare
al quadrato, è necessario applicare una formula studiata a scuola. In realtà,
siccome questo argomento non è stato spiegato durante il corso, ciò vuol dire
che poteva anche andar bene rispondere che ci sono due valori di P che
soddisfano un’equazione con un’incognita al quadrato.
I più bravi avrebbero potuto rispondere che,
p
 b  b 2  4ac  10  100  1000  10  33,1


2a
2
2
Dove per applicare la formula è necessario ricordare che l’equazione
generale di secondo grado ha la seguente forma: aP²+bP+c=0. Ci sono due valori
di p che risolvono l’equazione di secondo grado:
p
43,1
23,1
p
2 e
2
Naturalmente, essendo negativo, il secondo valore non ha senso, dato che non
esistono i prezzi negativi.
8.La risposta esatta è la C. La formula dell’elasticità incrociata è: Δq i/qi ·
pj/Δpj, dove j è un bene diverso da i, ad esempio, un bene complementare ovvero succedaneo rispetto
ad i.
9. La risposta esatta è la B. Se l’impresa aumentasse il prezzo le altre non la
seguirebbero. I clienti abituali dell’impresa che aumenta il prezzo, allora, si
sposterebbero verso le sue concorrenti, causando una forte riduzione dei ricavi
dell’impresa che ha aumentato il prezzo. Invece se l’impresa decidesse di
ridurre il prezzo le altre seguirebbero il suo esempio, con la conseguenza che
la domanda aumenterebbe solo di pochissimo. Siccome l’impresa oligopolistica
considera che qualunque sia il prezzo di mercato, la curva di domanda sarà molto
elastica per incrementi di prezzo e poco elastica per decrementi di prezzo,
tenderà a non modificare mai i prezzi. Per completezza, si potrebbe anche
spiegare perché le altre risposte sono sbagliate.
10. La risposta esatta è la B. Se teniamo fissi i prezzi dei beni ed osserviamo
le variazioni della domanda di un singolo bene al variare del reddito otteniamo
la curva di Engel. Non ci sono curve di Hicks, Marshall o Walras che riguardino
il tema oggetto della domanda, anche se questi autori hanno contribuito a
diversi aspetti della teoria dei prezzi.
11. Veridicità delle affermazioni:
a.
L’affermazione è falsa. L’oligopolio è una forma di mercato
caratterizzata da poche imprese di grandi dimensioni ognuna delle quali sa che
ogni sua decisione avrà influsso sulle decisioni della concorrenza. Inoltre è
caratterizzata da forti barriere all’entrata e i prodotti sono omogenei oppure
differenziati.
La
conseguenza
della
forte
interazione
fra
le
imprese
oligopolistiche è che il prezzo è indeterminato e occorrono diversi modelli
teorici per spiegare diversi aspetti o forme di oligopolio.
b.
L’affermazione è in parte falsa. La curva di offerta di breve
periodo dell’impresa coincide con il tratto crescente del costo marginale a
13
partire dal punto di minimo del costo medio variabile, non del CMT. Nel primo
caso si ha l’offerta dell’impresa di breve periodo e nell’altro caso quella di
lungo periodo. La coincidenza con il Cmg spiega anche l’inclinazione positiva
della curva di offerta di un bene.
c.
La prima affermazione è falsa, mentre la seconda è vera. La curva
individuale di domanda si ottiene dalla proiezione nel piano cartesiano quantità
– prezzo di tutti i punti di equilibrio della curva prezzo consumo, come
mostrato nella Figura seguente. Si ricordi, che una riduzione del prezzo del
bene x, comporta uno spostamento a destra dell’intercetta orizzontale (R/P x).
Ecco perché al ridursi del prezzo da p1 a p2 a p3, la quantità domandata aumenta
sempre:
La curva di domanda di mercato, inoltre, si ottiene per aggregazione orizzontale
delle curve di domanda dei singoli consumatori. Il loro numero può
effettivamente incidere sulla posizione della curva di domanda di mercato.
d. L’affermazione è falsa. Naturalmente, l’uso della forza non c’entra per
niente. Peraltro, l’azionista non conosce la quantità che massimizza il
profitto. L’azionista può cercare di influenzare le scelte del manager imponendo
un vincolo di profitto minimo più alto di quello che il manager gli vorrebbe
dare. Se si verifica, ciò può spingere il manager ad alzare i prezzi dei
prodotti per aumentare i profitti, ma ciò provoca una riduzione delle vendite e
dei ricavi totali. Quando ciò accade, si dice che il vincolo imposto dagli
azionisti è operativo. Se il vincolo non riesce a modificare le scelte del
manager, i manager riescono a massimizzare i ricavi e, in tal caso, si dice che
il vincolo non ha operato.
Nel capitalismo americano, caratterizzato da una forte frammentazione azionaria
da una netta separazione fra proprietà e gestione, e, di conseguenza, da
fortissimi conflitti d’interesse fra azionisti e managers, gli azionisti usano
le stock options per far coincidere interessi di azionisti e managers: le stock
options consistono in un’opzione di acquisto al momento dell’interruzione del
rapporto del manager con la società di una quota azionaria della società stessa
al prezzo che le azioni avevano al momento in cui il manager è stato assunto.
Ciò dovrebbe spingere il manager ad espandere il valore delle azioni durante la
sua gestione, così da permettere di realizzare l’interesse degli azionisti, ma
questo è un problema che si affronterà più approfonditamente in seguito.
14
SVOLGIMENTO Test n. 23
1.
Partendo dall’equazione dell’isocosto:
C = X2P2 + X1P1 = 2 L + 8 K
a) Calcola il costo totale per L  40 e K  10
Il Costo totale può essere determinato sostituendo i valori di L e K all’interno dell’equazione
dell’isocosto, come segue:
C = 2 (40) + 8 (10) = 80 + 80 = 160
C = 160
b) Calcolare il saggio marginale di trasformazione:
per determinare il SMT = p1/p2, partiamo dalla equazione dell’iso-costo, esplicitiamo la variabile K:
C=2L+8K
8K=C–2L
K = C/8 – 2/8 L
Sapendo che C = 160, sostituendo avremo:
K = 160/8 – ¼ L
K = 20 – 0.25 L
Il SMT indicherà la pendenza della retta così determinata rappresentata nel piano L-K, cioè:
SMT = - (W/π) = - 2/8 = - ¼ = - 0.25
Per rappresentare graficamente l’isocosto, occorrerà determinare le due intercette che indicano le
quantità massime di fattori produttivi, lavoro e capitale, che il produttore può acquistare dedicando
totalmente le sue risorse o all’acquisto esclusivo di L o all’acquisto esclusivo di K:


Intercetta orizzontale:
Intercetta verticale:
C/w = 160/2 = 80
C/π = 160/8 = 20
K
Retta di iso-costo
20
80
L
c) Se il saggio marginale di sostituzione tecnica è uguale in valore assoluto a 3, cosa conviene fare
all’impresa?
Per la condizione di equilibrio dell’impresa sappiamo che nel punto di tangenza tra isocosto e
isoquanto le due curve hanno la stessa inclinazione, ossia:
SMT = SMST
Avendo determinato SMT = 0.25, si avrà che :
SMST = - 3 < SMT = - 0.25
3
Svolgimento a cura delle studentesse Angela Esposito e Ida Ferrillo.
15
Dunque, in tale situazione il produttore non sarà in equilibrio.
Esplicitando le espressioni del saggio marginale di sostituzione tecnica e del saggio marginale di
trasformazione, otteniamo con semplici passaggi:
Pmg L
w

Pmg k

Pmg k
Pmg L


w

Pmg k
Pmg L

w


Ne concludiamo che, se SMST  3 , affinché l’impresa si avvicini alla condizione di massimo
livello di produzione occorre incrementare il fattore L a discapito del fattore K, in quanto la
produttività marginale ponderata di L è maggiore di quella di K. Ma ciò fa ridurre la produttività del
lavoro e aumentare quella del capitale, con la conseguenza che si ristabilisce l’uguaglianza fra le
produttività marginali ponderate di tutti i fattori di produzione.
K
SMST = - 3 < SMT = - 0.25
SMST=SM
T
L
2.
a) Calcolare il prezzo se la quantità prodotta è uguale a 80.
Data la curva di domanda:
P = 200 – 0.5 Q
Sostituendo il valore della quantità nell’equazione precedente, si ottiene:
P = 200 – 0.5 (80) = 200 – 40 = 160
P = 160
b) Calcolare l’elasticità della domanda per lo stesso livello di prezzo.
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è definita come:

Q P

P Q
Dove:
Q
indica la pendenza della curva di domanda diretta. Nel nostro caso l’equazione della curva di
P
domanda è inversa, per cui la sua pendenza sarà determinata in questo modo:
b = - (1/0.5) = - 2
Sostituendo nell’equazione dell’elasticità, otteniamo:
16
 b
P
160
 2 
 4
Q
80
  2
Il valore ottenuto dell’elasticità risulta maggiore di uno in valore assoluto. La curva di domanda in
questione è definita elastica nel senso che essendo
Q  P
>
Q
P
(la variazione percentuale della quantità è maggiore della variazione percentuale del prezzo) la
quantità domandata sarà molto sensibile a variazioni del prezzo.
c) Si immagini che l’impresa decida di ridurre la quantità prodotta di una unità, si calcoli il ricavo
marginale.
Se l’impresa decide di ridurre la quantità prodotta, senza svolgere alcun calcolo si osserva
graficamente che il Rmg sarà comunque positivo, giacché il Rmg è negativo quando la domanda è
anelastica; interessante sarà, invece, determinare la variazione subita dal ricavo totale a seguito della
decisione dell’impresa di ridurre la quantità prodotta. Per ridurre la quantità occorre ovviamente
aumentare il prezzo: tuttavia, la riduzione percentuale della quantità sarà inferiore alla variazione
percentuale del prezzo e di conseguenza il RT si ridurrà, come si vede nel grafico qui sotto.
P
|ε|>1
|ε|= 2
|ε|= 4
R
|ε|=1
m
|ε| < 1
g
RT
\
Q
R
T
d) Come cambia il ricavo totale a seguito dell’aumento della quantità venduta.
Q
Un incremento della quantità, comporta una riduzione del prezzo, essendo le due grandezze
inversamente proporzionali tra loro; tuttavia, dal momento che l’elasticità risultata maggiore di uno,
la variazione positiva generata da un aumento della quantità sarà maggiore della variazione negativa
determinata da una conseguente riduzione del prezzo e inevitabilmente i ricavi totali aumenteranno.
17
e) Se la quantità prodotta è uguale a 50, a quanto è uguale l’elasticità? E se la quantità prodotta è uguale
a 100?
Partendo dall’equazione iniziale possiamo determinare i valori che ci interessano supponendo
inizialmente che la Q = 50:
P = 200 – 0.5 (50) = 200 – 25 = 175
P = 175
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è definita come:

Q P

P Q
Dove:
Q
indica la pendenza della curva di domanda diretta. Nel nostro caso l’equazione della curva di
P
domanda è inversa, per cui la sua pendenza sarà determinata in questo modo:
b = - (1/0.5) = - 2
Sostituendo nell’equazione dell’elasticità, otteniamo:
 b
P
175
 2 
 2 * 3.5  7
Q
50
  7
Anche in questo caso l’elasticità è maggiore di uno.
Partendo nuovamente dall’equazione iniziale possiamo determinare i valori che ci interessano
supponendo ora che la Q = 100:
P = 200 – 0.5 (100) = 200 – 50 = 150
P = 150
L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è definita come:

Q P

P Q
Dove:
Q
indica la pendenza della curva di domanda diretta. Nel nostro caso l’equazione della curva di
P
domanda è inversa, per cui la sua pendenza sarà determinata in questo modo:
b = - (1/0.5) = - 2
Sostituendo nell’equazione dell’elasticità, otteniamo:
 b
P
150
 2 
 2 *1.5  3
Q
100
  3
Anche in questo caso l’elasticità è maggiore di uno.
3.
L’equazione del prezzo è: P  d 1   
a) Calcolare il prezzo quando il costo diretto è pari a 5 e il mark up è del 50%.
Sostituendo i valori dati nell’equazione del prezzo:
P  d 1     5  1  0.5  7.5
P  7.5
b) Se il costo diretto aumenta del 50%, il prezzo aumenta o si riduce? E di quanto?
Se il costo diretto aumenta del 50%, il prezzo aumenterà proprio del 50%, essendoci una relazione
diretta tra costo primo e prezzo :
P  d 1     7.5  1  0.5  11.25
18
c) Se la domanda aumenta del 30%, come varia il prezzo? E se la domanda si riduce?
In base alla teoria del costo pieno, il prezzo risulta influenzato esclusivamente dal costo primo o
diretto e non dalla domanda; pertanto un aumento della domanda provocherà esclusivamente una
crescita della quantità mentre il prezzo si terrà costante. Per lo stesso motivo, una riduzione della
domanda genera una riduzione della quantità senza alcuna influenza sul prezzo. (vedi grafici che
confrontano la teoria del costo pieno con la teoria della concorrenza perfetta)
d) Le differenze tra la teoria del costo pieno e quella di concorrenza perfetta (per la rappresentazione
grafica cfr. lo svolgimento dell’esercizio 3 del Test 3 ovvero del test 4) sono:
 La teoria del costo pieno si applica alle forme di mercato non perfettamente concorrenziali,
dove le imprese stabiliscono il prezzo, mentre non si applica alla forma di mercato della
concorrenza perfetta in cui il prezzo è stabilito dal mercato e le imprese sono price taker; ne
consegue che mentre in concorrenza perfetta il prezzo è uguale al Rmg ed al Cmg, nella
teoria del costo pieno il prezzo è sempre maggiore del costo diretto.
 Un’ulteriore differenza consiste nella forma della funzione di offerta del bene; per i
neoclassici, infatti la funzione di produzione è influenzata dalla legge dei rendimenti
decrescenti facendo sì che l’offerta sia inclinata positivamente. La teoria del costo pieno,
invece, nega la legge dei rendimenti decrescenti considerando i costi ampiamente costanti
per qualunque livello di produzione.
 In terzo luogo, nel caso della teoria del costo pieno un aumento della domanda causa solo un
aumento della quantità prodotta ma non del prezzo che subisce variazioni solo a seguito di
cambiamenti del costo primo o diretto. Nel caso della teoria neoclassica, invece, variazioni
della domanda provocano variazioni dell’equilibrio di mercato generando cambiamenti sia
sulla quantità venduta che sul prezzo di vendita.
4. Risposta esatta
(D)
La condizione di equilibrio in concorrenza perfetta prevede l’uguaglianza tra :
Cmg = Rmg
Dall’analisi dei ricavi in tale forma di mercato si deduce che:
p = Rmg = RM
per cui in concorrenza perfetta il prezzo è uguale al costo marginale nel punto di equilibrio. Nel breve
periodo, inoltre, occorre che l’impresa riesca a ricoprire almeno i costi medi variabili se vuole
sopravvivere sul mercato, per cui:
p = Cmg ≥ CMV
se copre i costi medi variabili (lavoro, materie prime etc) potrà restare sul mercato per coprire almeno
una parte dei costi fissi (e sperare che la situazione migliori, vale a dire che la domanda aumenti facendo
aumentare i prezzi). Il punto di minimo del CMV è detto perciò punto di fuga del breve periodo (Fb),
come rappresentato nella seguente figura.
Cmg
Cmt
P
Fb
gCmv
g
ll
Q
19
5. Risposta esatta
(B)
La scelta ottima del consumatore tra due beni X e Y si determina nel punto di tangenza tra il vincolo di
bilancio e la curva di indifferenza più alta tra quelle passanti per il vincolo. Per la condizione di tangenza
le due curve hanno la stessa inclinazione nel punto di equilibrio, ossia:
SMS =
Y
Px
== SMT
X
Py
Sapendo che :
SMS =
Y
Umgx
=X
Umgy
In equilibrio si avrà:
Umgx
Px
=
Umgy
Py
Quindi la scelta ottima si determina in corrispondenza dell’uguaglianza tra il rapporto delle utilità
marginali dei beni e il rapporto tra i loro prezzi.
6. Risposta esatta (A)
L’oligopolio è una forma di mercato caratterizzata da un ridotto numero di imprese ciascuna con un forte
potere di mercato e dalla presenza di forti barriere all’entrata e/o all’uscita che inibiscono l’ingresso di nuove
imprese.
7. Un mercato è caratterizzato dalle seguenti funzioni di domanda e di offerta:
Qd = 1500 - P
Qo = - 300 + 2P
Calcolate il prezzo e la quantità di equilibrio del mercato.
Per determinare prezzo e quantità di equilibrio occorre ricordare che, in equilibrio si determina
l’uguaglianza tra quantità domandata e offerta, ossia:
Qd = Qo
Dunque, basterà imporre l’uguaglianza tra le due equazioni e risolvere in funzione di P, come segue:
1500 – P = - 300 + 2P
- P – 2P = - 1500 – 300
- 3P = - 1800
3P = 1800
P = 1800/3
P = 600
Determinato P, sarà facile trovare la quantità di equilibrio sostituendo il valore ottenuto di P in una delle
due equazioni, ad esempio in quella di domanda:
Qd = 1500 – P = 1500 – 600 = 900
Q = 900
8. Risposta esatta (A)
L’elasticità della quantità domandata è definita come il rapporto tra la variazione percentuale della
quantità domandata e la variazione percentuale del prezzo e misura l’intensità della variazione subita
dalla quantità domandata a seguito della variazione di un punto percentuale del prezzo, in formula:
 (
Q P
) /( )
Q
P
Tale elasticità è sempre negativa in quanto tra prezzo e quantità esiste una relazione inversa per cui le
due variazioni saranno sempre di segno opposto tra loro.
9. Risposta esatta (B)
L’utilità marginale di un bene indica l’incremento di utilità totale derivante dal consumo di una unità
aggiuntiva del bene stesso e, essendo pari al rapporto tra la variazione di UT e la variazione unitaria del
bene in questione, misura la pendenza della funzione dell’utilità totale, in formula:
20
Umg =
UT
Q
La curva con cui si rappresenta l’Umg è decrescente in quanto all’aumentare della quantità consumata
del bene, diminuisce il bisogno del consumatore di possederne ulteriormente.
10. Risposta esatta (A)
Una barriera all’entrata può essere definita come un ostacolo di natura economica, finanziaria, legale o di
altro genere che un’impresa deve superare per entrare in un settore di mercato. Essa si configura,
dunque, per l’impresa entrante come un maggior costo o un minor ricavo rispetto alle imprese già
presenti, mentre per queste ultime si identifica come un vantaggio nei confronti delle nuove potenziali
rivali inibendo l’ingresso delle stesse.
11. Veridicità delle affermazioni:
a) L’affermazione è FALSA. In quanto nel modello di Baumol, che analizza il conflitto di interesse tra
manager e azionisti, il vincolo è operativo quando il manager rispetta le volontà degli azionisti
vendendo le quantità da questi prefissate. Per “operativo” si intende un vincolo che costringe a
modificare la condizione di ottimo del manager. Solo nel caso contrario, in cui il manager vende la
quantità di prodotto da lui desiderata, il vincolo è detto non operativo (dimostrare graficamente).
b) L’ affermazione è FALSA. L’ottima dimensione dell’impianto si determina in corrispondenza del
punto di massimo della curva della produttività media, non della produttività marginale (dimostrare
graficamente: cfr. Figura relativa alla domanda 11B del Test 3).
c) L’affermazione è FALSA. È vero che il modello non spiega come si determina il prezzo di
equilibrio, ma è falsa la prima parte della domanda. Il modello di Sweezy si propone di analizzare il
comportamento dell’impresa leader in un mercato oligopolistico rispetto alla reazione delle imprese
rivali. Su tale mercato, infatti, se l’impresa leader decide di aumentare il prezzo, subirà delle
conseguenze negative in termini di quantità vendute, dal momento che le imprese rivali terranno i
propri prezzi costanti per sottrarre clienti alla prima impresa; al contrario, se l’impresa leader opta
per una riduzione del prezzo, anche le altre imprese seguiranno tale esempio e l’aumento della
quantità venduta non sarà di intensità tale da compensare la forte riduzione del prezzo. Ne consegue
che la curva di domanda si presenta con un duplice andamento: molto elastica rispetto ad aumenti
del prezzo e molto rigida rispetto a diminuzioni del prezzo. Il punto di stabilità è, dunque, quello in
corrispondenza del punto ad angolo della curva di domanda spezzata così determinata.
d) La prima parte dell’affermazione è FALSA, in quanto in un mercato di concorrenza perfetta la
ridotta dimensione delle imprese fa sì che esse non abbiano in influente potere di mercato; su tale
mercato il prezzo è determinato dall’incontro tra domanda e offerta globale e ciascuna impresa ha la
necessità di determinare la quantità di produzione che massimizzi il suo profitto in funzione del
prezzo prefissato dal mercato. La seconda parte dell’affermazione è VERA, in quanto la dimensione
strutturale delle imprese in concorrenza perfetta e i limiti al prezzo imposti dal mercato fanno sì che
ciascuna impresa non produca in modo tale da incidere positivamente o negativamente sull’offerta
globale.
21
SVOLGIMENTO Test n. 34
1. L’iso-costo di un’impresa è:
C  1 L  10  K
(1)
f) Calcola il costo totale per L  40 e K  10
Svolgimento:
 L  40

 K  10
C ?
Basta sostituire i valori dei fattori L e K nell’equazione dell’iso-costo:
C  1 40  10 10  40  100  140
C  140
g) Calcolare il saggio marginale di trasformazione:
Svolgimento: Partendo dalla relazione della curva di iso-costo, esplicitiamo il fattore K:
C  1 L  10  K
10  K  C  1 L
140 1
K
 L
10 10
K  14  0.1 L
(2)
Il saggio marginale di trasformazione è la pendenza della retta nel piano K-L, ovvero:
SMT  
w


1
 0.1
10
Per rappresentare la retta (2), calcoliamo l’intercetta orizzontale e quella verticale:
V:
C


140
 14
10
C 140

 140
w
1
O:
K
Retta di iso-costo
14
140
L
c) Se il saggio marginale di sostituzione tecnica è uguale in valore assoluto a 7, cosa conviene fare
all’impresa?
Svolgimento: La condizione di equilibrio per il produttore prevede: SMT  SMST
Essendo, nel nostro caso, SMT  0.1 (come ricavato dal punto b), siamo nella condizione:
SMST  SMT
Esplicitando le espressioni del saggio marginale di sostituzione tecnica e del saggio marginale di
trasformazione, otteniamo con semplici passaggi:
4
Svolgimento a cura della studentessa Maria Cicala.
22
Pmg L
w

Pmg k

Pmg k
Pmg L


w

Pmg k
Pmg L

w


Si conclude che, se SMST  7 , affinché l’impresa si avvicini alla condizione di massimo livello di
produzione occorre incrementare il fattore L a discapito del fattore K, in quanto la produttività
marginale ponderata di L è maggiore di quella di K. Ma ciò fa ridurre la produttività del lavoro e
aumentare quella del capitale, con la conseguenza che si ristabilisce l’uguaglianza fra le produttività
marginali ponderate di tutti i fattori di produzione.
K
SMST<SMT
SMST=SMT
L
2. La curva di domanda è:
a)
Q  50  0.5P
 P  25

Q  ?
(3)
Sostituendo il valore del prezzo nell’espressione della curva di domanda:
Q  50  0.5  25  50  12.5  37.5
Q  37.5
 P  25

b) Q  37.5
  ?


L’elasticità è definita come:
Q P

P Q
Q
è la pendenza della curva di domanda diretta, per cui, dalla (3):
P
b
Q
 0.5
P
Sostituendo nell’espressione dell’elasticità:

Q P
25
  0.5 
 0. 3
P Q
37.5
  0. 3
c) Se l’impresa decide di incrementare la quantità prodotta, il ricavo marginale sarà negativo, in quanto,
essendo l’elasticità minore di 1, la variazione percentuale di prezzo è maggiore della variazione
percentuale di quantità. Rappresentando graficamente:
23
P
100
g|ε|>1
|ε|=1
|ε|<1
Rmg
|ε|= 0.3
50
Q
RT
d) Un incremento della quantità, essendo l’elasticità minore di 1, comporta una riduzione del prezzo più
che proporzionale all’incremento della quantità stessa, per cui il ricavo totale si riduce; ciò si
Q ricava
anche dai risultati del punto c, notando che il ricavo marginale (la pendenza del RT) in
corrispondenza del punto considerato è negativo.
3.
L’equazione del prezzo è: P  d 1   
d  10

e)   1
P  ?

Sostituendo i valori dati nell’equazione del prezzo:
P  d 1     10  1  1  20
P  20
f) Se il costo diretto aumenta del 100%, il prezzo aumenterà proprio del 100%.
d  20

  1
P  ?

P  d 1     20  1  1  40
g) Un aumento o una riduzione della domanda non causa alcuna variazione del prezzo, ma solo della
quantità (si veda la figura sotto).
h) Le differenze tra la teoria del costo pieno e quella di concorrenza perfetta sono:
 La teoria del costo pieno si applica alle forme di mercato non perfettamente concorrenziali,
dove le imprese dettano il prezzo.
24
 In concorrenza perfetta il costo marginale, il ricavo marginale e il prezzo sono uguali, nella
teoria del costo pieno il prezzo è maggiore del costo diretto e le imprese hanno un potere di
mercato tale da fissare il prezzo e il margine di profitto desiderato.
 Ogni variazione della domanda nella teoria di concorrenza perfetta fa cambiare sia il prezzo
che le quantità, mentre nella teoria del costo pieno varia solo la quantità: il prezzo cambia
solo se cambia il costo diretto.
P
P
D0
D1
D2
S
P0
D2
D0
S
D1
P1
P0
P2
Q2
Q0
Q1
Q
Q2 Q0
Q2 < Q0 < Q1
P2= P0 = P1
Q1
Q
q2 < q0 < q1
p2 < p0 < p1
Teoria del costo pieno
Concorrenza perfetta
4. Risposta esatta: (C). Infatti, se Cmg = Rmg, allora il profitto è massimo, in quanto massima è la
distanza fra ricavo totale e costo totale, come mostrato dalla seguente figura:
Rt
Ct
π
5. Risposta esatta: (C)
Il modello di Sweezy ci spiega perché conviene tenere il prezzo costante per l’impresa anche quando il
ricavo marginale non è uguale al costo marginale, ma non definisce mai il prezzo, che verrà poi spiegato
dalla teoria del costo pieno.
6. Risposta esatta: (B)
25
I costi fissi sono i costi di acquisto e manutenzione dell’impianto che l’impresa dovrà comunque
sostenere a prescindere dal livello di produzione e che, pertanto, non possono essere evitati se si vuole
iniziare il processo produttivo. Avranno inizialmente una forte incidenza sul costo totale, e poi via via
sempre più bassa all’aumentare della produzione (il costo medio totale tenderà asintoticamente al costo
medio variabile; la loro distanza è data infatti proprio dai costi medi fissi).
7.
Scrivete il vincolo di bilancio e determinate la retta di bilancio.
 R  300

 Pa  12
 Pb  4

R  Pa  X  Pb  Y
R
Pa

X
Pb
Pb
300
12
y 

x
4
4
y  75  3 x
Retta di bilancio : y  75  3x
Y 
8. Risposta esatta: (B)
Cmg
Grafico:
Cmt
P
gCmv
g
Fb
ll
Q
L’assenza di barriere all’entrata porta all’entrata di nuove imprese sul mercato non appena le imprese
esistenti realizzano extra-profitti. A loro volta le nuove imprese fanno spostare a destra la curva di
offerta e ciò provoca una riduzione del prezzo che fa erodere i margini di profitto delle imprese esistenti
sul mercato. Il processo continua fino a quando l’extra-profitto si annulla.
9. Risposta esatta
(C)
CMV 
10.
Risposta esatta
CVT
Q
(B)
PM L 
11.
X
L
Veridicità delle affermazioni:
a) L’affermazione è FALSA. Per il consumatore c’è differenza sostanziale tra concorrenza
perfetta e monopolio. Al consumatore converrà acquistare in concorrenza perfetta perché:
26
a) perché diversamente da quanto accade in monopolio, l’impresa concorrenziale non
detta il prezzo; b) il prezzo sarà più basso (è uguale al costo marginale, mentre in
monopolio esso è superiore al costo marginale), mentre la quantità sarà più alta; c) nel
monopolio c’è uno spreco che si evidenzia dal fatto che l’incontro fra Cmg e Rmg
avviene al di sotto del CMT minimo, mentre in concorrenza esso avviene al di sopra del
CMT minimo (vedi figura relativa alla domanda successiva). Va da sé, poi che il
consumatore non potrà astenersi dal consumo di quei beni di cui necessita per vivere
indipendentemente dalla forma di mercato.
b) L’affermazione è FALSA. Il monopolista produce una quantità minore di quella di
ottimo utilizzo dell’impianto proprio per tenere i prezzi alti, e poter quindi guadagnare di
più; ogni suo profitto non potrà essere ridotto in alcun modo da altre imprese, essendo
essa l’unica esistente sul mercato e quindi anche colei che detta il prezzo. La figura
mostra sia l’equilibrio di concorrenza perfetta (EC) che quello di monopolio (EM)
Cmg
g Cmt
P
Cmv
EM
EC
Rmg
Q
c) L’affermazione è FALSA. Al consumatore conviene acquistare in concorrenza perché si
compra una quantità maggiore ad un prezzo più basso (cfr. Ec ed Em nel grafico
precedente), non perché il prezzo sia dato. È dato per la singola impresa.
d) La prima parte dell’ affermazione è FALSA, la seconda è VERA. La produttività
marginale misura la pendenza della curva di produttività totale in ogni suo punto:
Pmg 
X
. La curva della produttività marginale incontra la curva di produttività
L
media (PM) proprio nel punto massimo di questa’ultima che equivale al punto di ottimo
utilizzo dell’impianto.
Pmg
PM
27
SVOLGIMENTO Test n. 45
1. La funzione di costo di un’ impresa è:
CT = 50 + 5 Q
a) Calcola il costo medio fisso, costo medio variabile, costo medio totale per un valore di Q=20
cmf  ?

cmv  ?
cmt  ?

Q  20
Svolgimento:
La funzione di costo totale è data dalla formula:
CT  CF  CV (Q)
CT  50  5Q
I costi medi fissi sono dati da:
cmf 
CF 50
  2,5
Q 20
I costi medi variabili sono dati da:
cmv 
CV 5Q 5  20


5
Q
Q
20
I costi medi totali sono dati da:
cmt 
CT 50  5(Q) 50  5(20) 150



 7,5
Q
Q
20
20
b) Il costo marginale è dato alla formula:
cmg 
c)
CT CV CF 50(20)



05
Q
Q
Q
20
Se Q diventa 40 di quanto aumenta il costo marginale?
cmg 
CT CV CF 5(40)



05
Q
Q
Q
40
CT
C
T
5
CV=5(q)
5
CF=50
Q
Se la quantità prodotta diventa 40 il costo marginale è costante essendo la funzione di costo totale una
retta la cui pendenza è sempre 5,cioè il costo marginare risulterà essere sempre 5.
2.
La curva di domanda è:
Q  100  2P
(3)
a)
5
Svolgimento a cura della studentessa Maria Cicala.
28
 P  25

Q  ?
Sostituendo il valore del prezzo nell’espressione della curva di domanda:
Q  100  2  25  100  50  50
Q  50
 P  25

b) Q  50
  ?


L’elasticità è definita come:
Q P

P Q
Q
è la pendenza della curva di domanda diretta, per cui, dalla (3):
P
b
Q
 2
P
Sostituendo nell’espressione dell’elasticità:

Q P
25
  2 
 1
P Q
50
  1
c) Il punto dato dall’ esercizio è proprio quello in cui l’ elasticità è uguale a 1 in valore assoluto;
dunque se l’impresa decide di incrementare la quantità prodotta, il ricavo marginale da nullo che era
in ε=-1, diventerà negativo, in quanto la variazione percentuale di prezzo diventerà maggiore della
variazione percentuale di quantità. Rappresentando graficamente:
P
50
|ε|>1
|ε|=1
Rmg
|ε|<1
\
100
Q
RT
Q
29
d) Un incremento della quantità, essendo l’elasticità uguale a 1 nel punto dato, provocherà una
riduzione del prezzo più che proporzionale all’incremento della quantità stessa, per cui il ricavo
totale si riduce; ciò si ricava anche dai risultati del punto c, notando che il ricavo marginale in
corrispondenza del punto considerato da nullo diventa negativo.
3. L’equazione del prezzo è:
P  d 1   
a)
d  10

  0.5
P  ?

Sostituendo i valori dati nell’equazione del prezzo:
P  d 1     10  1  O.5  15
P  15
b) Se il costo diretto aumenta del 50%, il prezzo aumenterà proprio del 50%.
d  15

  0.5
P  ?

P  d 1     15  1  0.5  22.5
c) Un aumento o una riduzione della domanda non causa alcuna variazione del prezzo, ma solo della
quantità.
d) Le differenze tra la teoria del costo pieno e quella di concorrenza perfetta sono:
 La teoria del costo pieno si applica alle forme di mercato non perfettamente concorrenziali,
dove le imprese dettano il prezzo.
 In concorrenza perfetta il costo marginale il ricavo marginale ed il prezzo sono uguali,nella
teoria del costo pieno il prezzo è maggiore del costo marginale e del ricavo marginale.
Dunque il prezzo è maggiore del costo diretto.
 Ogni variazione della domanda nella teoria di concorrenza perfetta fa cambiare sia il prezzo
che le quantità ,nella teoria del costo pieno varia solo la quantità,il prezzo cambia solo se
cambia il costo diretto .
30
P
D0
D2
P
D1
D2
S
P0
D0
D1
S
P1
P0
P2
Q2
Q0
Q1
Q
Q2 < Q0 < Q1
P2= P0 = P1
Q2 Q0
Q1
Q
q2 < q0 < q1
p2 < p 0 < p 1
Teoria del costo pieno
concorrenza perfetta
4. Risposta esatta (D). Il prezzo è sempre maggiore del Rmg in monopolio, a differenza della
concorrenza perfetta. Di conseguenza, la b) è sbagliata. Anche la a) e la c) sono sbagliate, poiché il
prezzo è maggiore del costo marginale in monopolio;
P*
Rmg
cmg
RM
5. Risposta esatta (C). Cfr. la risposta alla domanda 4 del Test 2, sia per una spiegazione che per
l’illustrazione grafica.
6. Risposta esatta ( C ). Ciò è evidente dalla seguente figura.
cmg
Rmg
31
7. Beni complementari (A) e (B)
Beni sostituti (C) e (D)
8. Risposta esatta (B). Una riduzione del prezzo da parte di un'impresa causa una proporzionale
riduzione del prezzo da parte delle altre imprese e non una concorrenza con le altre imprese che
tengono il prezzo stabile, perché questo si verifica in caso di aumento del prezzo da parte di
un’impresa.
9. Risposta esatta (C)
Curva Prezzo-Consumo
Y
R/Px1
10.
R/Px2
R/Px3
Risposta esatta (D)
Il modello di Baumol, elaborato nell’ambito della teoria manageriale dell’impresa, si propone di
analizzare i comportamenti di manager e azionisti nel caso di imprese caratterizzate da separazione
fra proprietà e gestione. I primi vorrebbero massimizzare i ricavi sotto un vincolo di profitto minimo,
cioè sufficiente ad assicurare finanziamenti adeguati per i programmi dell’impresa, per accrescere
l’azienda in termini di quote di mercato; i secondi vorrebbero massimizzare i profitti. Baumol ci
spiega quindi che la quantità prodotta dall’impresa sarà sempre minore o uguale a quella voluta dagli
azionisti; proprio perché il vincolo è imposto dall’ azionista che non conosce il profitto massimo,
avrà quindi un profitto compreso tra quello massimo e quello che corrisponde al massimo RT (voluto
dal manager).
32
11.
a) L’ affermazione è FALSA. La curva di offerta di breve periodo dell’impresa coincide con il
tratto crescente del costo marginale a partire dal punto di minimo del costo medio variabile.
cmg
cmv
fb
b) L’affermazione è FALSA. Un’innovazione tecnica che riduca i costi fissi iniziali può
causare una eliminazione delle forti barriere all’entrata che già sono presenti in un mercato
monopolistico in modo da dare la possibilità a più imprese di entrare nel mercato rendendolo
molto più simile ad un mercato di concorrenza perfetta.
c) L’affermazione è FALSA. Secondo la teoria del costo pieno, le imprese determinano il
prezzo individuando il costo diretto e aggiungendo ad esso una percentuale di costi diretti
per coprire i costi fissi e una percentuale aggiunta a titolo di profitto
P  d (1  m  m 2 )  d 1   
  md  m 2 d
md = percentuale costi diretti per coprire costi fissi
m2d = percentuale aggiunta a titolo di profitto.
d) L’affermazione è FALSA. Per il consumatore c’è differenza sostanziale tra concorrenza
perfetta e monopolio. Al consumatore converrà acquistare in concorrenza perfetta perché: a)
l’impresa non detta il prezzo, a differenza di quanto accade in monopolio; b) il prezzo sarà
più basso (è uguale al costo marginale, mentre in monopolio esso è superiore al costo
marginale), mentre la quantità prodotta sarà più alta; c) nel monopolio c’è uno spreco che si
evidenzia dal fatto che l’incontro fra Cmg e Rmg avviene al di sotto del CMT minimo,
mentre in concorrenza esso avviene al di sopra del CMT minimo. Il consumatore non potrà
astenersi dal consumo di quei beni di cui necessita per vivere indipendentemente dalla forma
di mercato.
Cmg
g Cmt
P
Cmv
EM
EC
Rmg
Q
33