il_messaggero_20-04-2015
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-MSGR - 20 CITTA - 13 - 20/04/15-N:R - CITTA’ 13 Primo Piano Lunedì 20 Aprile 2015 www.ilmessaggero.it La mossa di Letta: lascio questo Parlamento L’annuncio dell’ex premier a Che tempo che fa: «Non mi dimetto `Resterà nel Pd: «Con Renzi rapporti sereni, ma ne ho parlato dalla politica ma voglio vivere del mio lavoro di rettore a Parigi» solo con Mattarella. Scissioni a sinistra? Spero che non ce ne siano» ` IL PERSONAGGIO ROMA Un passo indietro. O un passo di lato. Comunque, un gesto molto dignitoso. Quello di Enrico Letta. Abbandona il Parlamento l’ex premier. Si dimette da deputato. E quando annuncia questa sua decisione a Che tempo che fa, sembra sereno (#enricostai sereno gli aveva twittato Renzi mentre lo defenestrava da Palazzo Chigi). E magari questa serenità deriva a Letta dal fatto che talvolta in politica si fa una rinuncia per poi tornare con maggiore forza sulla scena. Infatti subito, appena Letta ha dato l’annuncio («Non mi dimetto dalla politica e dal Pd, ma dal Parlamento e non prenderò nessuna pensione da onorevole») nel suo partito sono cominciate a circolare voci, speranze o timori del tipo: Enrico sta prendendo la rincorsa per fare l’Anti-Renzi nel congresso democrat del 2017. Chissà, ma non è certamente questo il tema adesso. Ora, c’è un gio- vane ma politicamente anziano protagonista della scena politica (Letta è parlamentare da tredici anni) che dimostra di non essere attaccato alle poltrone di Palazzo e che vuole fare altro, a dimostrazione che esistono anche politici che possono fare altri lavori. «Sarò per un po’ di tempo - dice l’ex premier a Fabio Fazio - rettore della scuola di affari internazionali dell’università di Parigi». ANFIBIO E del resto, il profilo politico di Letta è sempre stato quello - non a caso il suo maestro fu Beniamino Andreatta - di un anfibio, capace TRA LE DECISIONI ANCHE QUELLA DI RINUNCIARE ALLA PENSIONE MATURATA DA DEPUTATO Visco: accesso al credito per tutti, strategia contro la diseguaglianza `L’intervento alla Banca mondiale: Paesi poveri fuori dai canali finanziari LA DENUNCIA WASHINGTON Troppa povertà nel mondo, specialmente in Africa. E «questo è inaccettabile». Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nel suo intervento al Development Committee della Banca Mondiale, non ha nascosto la sua preoccupazione per la gravità di un fenomeno che è stato intaccato solo in parte dalla crescita economica e dalla globalizzazione. I numeri parlano da soli: «Considerevoli progressi ha affermato il numero uno di via Nazionale - sono stati sono stati fatti nel ridurre la povertà estrema e nell’aumentare la prosperità condivisa, ma tale processo è diseguale e troppi Paesi poveri sono rimasti indietro. Non possiamo adagiarci: oltre un miliardo di persone ancora vive in «UN MILIARDO DI PERSONE VIVE ANCORA IN MISERIA, E LA LIQUIDITÀ VA VERSO IL MONDO SVILUPPATO» Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco (foto ANSA) uno stato di estrema povertà. E troppi, specialmente in Africa ancora soffrono dalla mancanza di accesso a risorse come acqua, scuole, e servizi sanitari». Una situazione che porta Visco a concludere che «per questo formidabile scopo anche se raddoppiassimo la dimensione della Banca Mondiale questo non ci porterebbe vicino ai bisogni di finanziamento necessari». Ad aggravare il problema, secondo il banchiere centrale, c’è l’isolamento di molti Paesi poveri dai flussi della finanza privata: negli ultimi anni la dimensione e la pervasività della finanza nell’economia «sono aumentate notevolmente e tale processo ha rallentato solo lievemente nella crisi. Ma questa enorme liquidità è affluito solo in misura limitata verso i Paesi poveri. Ed è vero invece che i risparmi domestici sono stati convogliati dai paesi in via di sviluppo verso i mercati finanziari sviluppati». IL RUOLO DELL’ONU Le parole di Visco riecheggiano quelle pronunciate nelle stesse ore proprio dal presidente della Banca Mondiale Jim Yong Kim che sabato a Washington, insieme al direttore del Fmi Christine Lagarde, al segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon, e a molte migliaia di persone ha partecipato alla marcia e al grande concerto sul National Mall in occasione dello Earth Day, nel quale si sono esibite star come Usher, Mary J. Blige, Gwen Stefani, Common, Fall Out Boy e Train. «Un miliardo di persone - ha detto Kim - vogliono una vita migliore. E continueranno a insistere per avere pari opportunità per una vita migliore per loro stessi e per i loro figli». Più diretto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon che, rivolgendosi al pubblico dal palco e indossando una t-shirt nera con la scritta End Poverty, ha detto: «Ora vogliamo sentire voi. Alzerete la voce per la gente e per il nostro pianeta? Il 2015 è il momento dell’azione globale per far cessare la povertà nel pianeta. Non esiste nessun piano B perché non esiste nessun pianeta B. Avete il potere, la vostra generazione può farlo succedere». Luca Borsari © RIPRODUZIONE RISERVATA di far convivere l’impegno nei centri studi come quello dell’Arel, e nei pensatoi più sbarazzini come quello di Vedrò, con l’attività di partito e di governo. Quando dice «mi dimetto dal Parlamento. Da questo Parlamento» vuol dire che una volta tramontata, ma il tempo non si preannuncia breve, la stagione del super-potere del suo rivale Renzi egli tornerà a Montecitorio? Intanto, prevede che «questa legislatura durerà, fino al 2018». Aggiunge che non si augura una scissione nell’attuale Pd: «Sarebbe un errore da parte di tutti, anche da parte del segretario se favorisse la scissione». Letta assicura che i suoi rapporti con Renzi «sono sereni» (anche se ammette: «La fine del mio governo è stata per me una cosa molto inaspettata»). E dunque sarebbe finito quel gelo plateale che tutti hanno potuto osservare in varie occasioni. E ora, nel libro in uscita («Andare insieme, andare lontano»), le critiche al suo successore sono svariate e mai smaccate, una su tutte: la non condivisione nei confronti della figura dell’«uomo solo al comando». HOUSE OF CARDS E se «House of Cards» piace a Renzi, Enrico in tivvù ha detto invece: «Lo detesto». «In questa scuola spiega - insegnerò le politiche, perchè è importante concentrarsi sui temi». Per quanto riguarda il tema della legge elettorale, Letta chiede a Renzi di coinvolgere di più il Parlamento e «serve una maggioranza larga nel fare le riforme, sennò poi è un disastro per tutti». Nel Palazzo in cui si sta allegramente incollati alla poltrona, e ai benefit che le sono collegati, la scelta di Letta - dimissioni a settembre e Letta ha già informato il presidente Mattarella - è in palese controtendenza: «Voglio vivere del mio lavoro, come ho vissuto per un po’ di anni della politica». Parole così, finora inaudite. Mario Ajello Enrico Letta nella sede del Pd (foto ANSA) © RIPRODUZIONE RISERVATA