Verifica della stabilità dimensionale e trattamenti di - Blog

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OGGETTO: STABILITÀ DIMENSIONALE ALLO STIRO E TRATTAMENTI TERMICI PER
INFUSTAMENTO
Per stabilità dimensionale allo stiro a vapore s'intende la capacità di un tessuto di
conservare le proprie dimensioni sollecitato da variazioni termo-idrometriche.
Tale verifica risulta fondamentale, in quanto durante la confezione (stiratura dei capi),
avvengono frequentemente delle operazioni di pressatura a vapore con pressa chiusa o
accostata, che tendono a modificare le dimensioni dei singoli pezzi di tessuto assemblati
e quindi le taglie ad essi legate.
A seconda della tipologia e natura del tessuto, la verifica viene svolta utilizzando una
pressa Hoffman in cui sono previsti due cicli di stiro uno "completo" ed uno "parziale".
Entrambi prevedono una temperatura di circa 110 - 120°C. con una pressione del vapore
pari a 4,5 atm.
I cicli sono così suddivisi:
A) Ciclo completo (tessuti di lana cardata/pettinata, cotone, lino, canapa, serici “pesanti”
e per tutti quei tessuti che non sono danneggiabili da una stiratura prolungata).
•
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10" di vapore da ambo i piatti accostati
5" aspirazione piatti chiusi
10" di vapore da ambo i piatti accostati
5" aspirazione piatti chiusi
10" di vapore da ambo i piatti chiusi (sfumatura)
5" aspirazione piatti chiusi
10" di vapore dal piatto inferiore aperto
apertura del piatto, aspirazione finale (5" circa).
riposo del campione per ottenere il recupero d'umidità e rilassamento fisico,
misurazione con espressione del risultato in percentuale.
NB: nel caso di tessuti con filati particolarmente ondulati (maggior imborso) e/o
fortemente ritorti o nel caso di particolari procedure di confezione dei capi, la stabilità
dimensionale allo stiro é opportuno verificarla con un metodo alternativo mediante
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l'impiego del tavolo vaporizzatore (vaporetta), in cui il tessuto libero da qualsiasi vincolo,
é in grado di modificare o conservare le proprie dimensioni.
Il metodo prevede una temperatura del vapore di 110° C, con un ciclo così suddiviso:
• 30" di vapore libero
• 5" di pausa
• 30" d'aspirazione.
• riposo del campione per ottenere il recupero d'umidità e rilassamento fisico,
misurazione con espressione del risultato in percentuale
B) Ciclo parziale (tessuti serici “leggeri”, artificiali, sintetiche, elasticizzati, a maglia e per
tutti quei tessuti in genere, che sono danneggiabili da una stiratura prolungata).
• 15" di vapore da ambo i piatti accostati
• 5" aspirazione piatti accostati
• apertura del piatto, aspirazione finale (5" circa).
• riposo del campione per ottenere il recupero d'umidità e rilassamento fisico,
misurazione con espressione del risultato in percentuale.
Le tolleranze sono riassunte nella tabella seguente, dove si sono evidenziate le tipologie
di tessuto con i cali/allungamenti massimi mediamente accettati:
Tessuto
Lana cardata
Lana pettinata
Cotone
Lino/canapa e simili
Seta
Artificiali
Sintetiche
Tessuti a maglia
Elasticizzati <5% EA
Elasticizzati >5% EA
Restringimenti
O.%
T.%
1,8
1,2
1,5
1,2
1,5
1,2
1,5
1,2
2
1,5
2
1,5
2
1,5
2
2
4
4
6
6
Frequenza d'esecuzione
10% per ogni colore
5% per ogni colore
1 pezza per colore
1 pezza per colore
1 pezza per colore
1 pezza per colore
1 pezza per colore
10% per ogni colore
10% per ogni colore
10% per ogni colore
La frequenza d'esecuzione può ovviamente essere maggiorata a discrezione del
committente il servizio, oppure in caso di risultati scostanti a parità di tessuto e colore.
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In caso di superamento di tali soglie si può eventualmente ricorrere ad una stabilizzazione
ulteriore del tessuto, visto l'impossibilità di confezionamento.
Per completezza di informazione va detto che esistono diverse altre “correnti di pensiero”
sul come gestire eventuale anomalie relative alla stabilità dimensionale:
A) Non si effettuano trattamenti di stabilizzazione ma si gestiscono in produzione i cali
percentuali evidenziati da un numero maggiore di tests alla pressa Hoffmann
B) Non si effettuano trattamenti di stabilizzazione a proprio carico e se i rientri
percentuali sono maggiori di quelli evidenziati sulla scheda tecnica data dal
fornitore si procede al reso dei materiali al produttore o all’effettuazione dei
trattamenti di stabilizzazione con oneri a carico del fornitore.
C) In base ai dati evidenziati sulle pezze tipo si identificano a priori gli articoli che
dovranno essere trattati per renderli più stabili o con stabilità dimensionale
ragionevolmente più omogenea sulle pezze di uno stesso articolo.
Su alcune bozze di capitolato d’acquisto tessuti serici redatte dalle associazioni di
categoria dei fabbricanti tessili, in merito alla questione della stabilità dimensionale, si
evidenzia il fatto che la stessa non può essere standardizzata a causa della struttura, del
tipo di filato, del tipo di armatura e della categoria del prodotto e si rimanda alla scheda
anagrafica specifica di ciascun articolo.
Si legge altresì che il fornitore si impegna ad attenersi ai dati della scheda anagrafica: dati
di stabilità dimensionale che , se accettati dal cliente, dovranno essere omogenei nei loro
valori massimi su tutte le pezze ordinate.
In caso contrario il Cliente potrà prendere accordi con il fornitore per ricondurre la
stabilità dimensionale a valori accettabili.
Se al fornitore non risulta possibile raggiungere valori di accettabilità il confezionista, si
legge sempre su queste bozze di capitolato d’acquisto di parte , potrà rendere il tessuto
o concordare un bonifico appropriato.
Non spetta certamente allo scrivente esprimere opinioni su questi ultimi concetti…
Se da un lato, la verifica della stabilità dimensionale con pressa Hoffman risulta pilotabile
e modificabile (con una buon’approssimazione) dal tipo di ciclo impostato sulla macchina,
per la verifica al trattamento d’adesivazione, il discorso tende a complicarsi
notevolmente.
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La capacità di rientro del tessuto (sottoposto ricordiamolo, esclusivamente ad un
trattamento termico “secco”) è guidata sia dalla capacità dello stesso di cedere acqua (in
termini notevolmente semplicistici di “seccarsi”) sia dalle capacità termoplastiche della
fibra.
Analizzando entrambe le condizioni, appare evidente che la prima è fortemente
penalizzata dalle condizioni ambientali in cui operiamo la verifica, mentre la seconda,
segue maggiormente le sollecitazioni fisiche della prova (in presenza di diversi supporti
adesivi, diversi restringimenti misurati su tessuto - impostazione della tempistica della
macchina).
Infatti, alla presenza di giornate particolarmente secche, la quantità d’acqua estraibile da
un tessuto è minore (restringimento minore) rispetto ad una giornata diametralmente
opposta, in cui le percentuali di restringimento aumentano nel tentativo di mantenere
costante il grado d’adesivazione.
Infatti, un più alto contenuto d’acqua può generare un minor riscaldamento del
campione.
Su tessuti molto pesanti (alto peso al m²), in condizioni d’elevata umidità ambientale, ho
adesioni effettive inferiori.
Un altro problema insorge, nell’applicazione o meno del supporto adesivo.
La grammatura della resina, la natura del supporto stesso, la sua struttura tessile, sono
tutti fattori che vanno ad influire sul restringimento del campione analizzato.
Il rientro ottenuto con una grammatura leggera (in grado quindi, di “seguire” quelle che
sono le instabilità del tessuto), sarà penalizzante rispetto ad una verifica con grammatura
superiore, in cui sicuramente l’adesivo impedirà il rientro del tessuto.
Questo fenomeno andrà quindi ad influenzare il restringimento basato sul rientro plastico
della fibra (tipico dei tessuti artificiali o in mista artificiale), in cui la deformazione termica
resta legata al riassestamento cristallino della fibra.
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TRATTAMENTI DI STABILIZZAZIONE.
Nel caso in cui si riscontrasse una variazione dimensionale superiore allo standard
richiesto si può ricorrere ad un trattamento di stabilizzazione.
Con alcuni clienti invece, in base alle esigenze e/o precedenti esperienze, si stabiliscono
già ad inizio stagione quali tessuti sottoporre al trattamento a vapore.
Tale trattamento di vaporizzo e/o decatizzo, legato strettamente alla tipologia del
tessuto, deve garantire la stabilità finale allo stiro con un'alterazione nulla o minima della
mano e dell'aspetto del tessuto che a volte possono pregiudicare la commerciabilità del
prodotto.
A tal fine, la sezione trattamenti a vapore del nostro gruppo è dotata di molteplici e
modificati macchinari che usati con esperienza e professionalità ottimizzano le lavorazioni,
riducendo così al minimo i rientri allo stiro finale dei capi, senza danneggiare le
caratteristiche di mano e aspetto del materiale.
Schematicamente essi possono essere elencati come sotto descritti:
• n° 2 vaporizzi libero a 2 campi per tessuti drapperia e laneria normali.
• n° 1 decatizzo in continuo con raddrizza trame in ingresso, per tessuti lana,
drapperia colori medi e chiari, lini, misti, ecc.
• n° 1 decatizzo discontinuo "Finish" per tessuti lanerie femminili, colori scuri,
mano "gonfia" e/o aspetto in "rilievo", seta in tutte le armature e acetati.
Dopo gli eventuali trattamenti sarà fondamentale provvedere alla nuova verifica della
stabilità dimensionale allo stiro e all’omogeneità di dati nell’ambito delle pezze di un
unico articolo.
Quanto sopra è frutto di 44 anni di esperienza al servizio delle principali case di moda
italiane e straniere e confezioni di ogni tipo di prodotto.
Fonti utilizzate: “ Specifiche tecniche di controllo Codetex srl / Coteco Srl ”SMI-ATI “ Condizioni di vendita e regolamento qualitativo
per tessuti serici ortogonali per abbigliamento esterno femminile “
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