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DOMENICA 9 OTTOBRE 2011
Le contrade a est di Velo Veronese
Itinerario vario e panoramico tra caratteristiche contrade, un
tempo popolose, ricche di testimonianze e di religiosità
popolare. Difficoltà: E, percorso su antiche carrareccie Dislivello: m. 400 – Tempi di marcia: ore 4,30
Il percorso inizia da Velo Veronese m. 1087, dal
parcheggio scendiamo sulla strada asfaltata verso sud e
dopo poco, sulla destra imbocchiamo un tratto dell'antica
«Via Cara» (l'antica strada per la transumanza che partiva
da Vago di Lavagno raggiungendo gli alti pascoli dei
Lessini), saliamo brevemente, dopo aver oltrepassato una
stalla, scendiamo alla Bettola m. 1034, località posta a Sud
di Velo, all'incrocio tra le provinciali di Roverè, Velo e San
Mauro di Saline.
Bettola si tratta di un antico luogo di sosta con osteria sulla Via Cara, la tradizionale strada dell'alpeggio proveniente da Vago di
Lavagno. Qui, a parte alcuni edifici recenti, è ancora visibile la vecchia osteria (bassa ed allungata a schiera con tetto in pietra, camino
veneto e stalla) ed un capitello del 1525 con edicola pentagonale posto proprio sull'incrocio (sommerso e nascosto indecorosamente
da cartelli stradali), con all'interno una statuetta della Vergine.
Comtrada Viaverde.
Contrada Menotti e Carega.
Contrada Comerlati.
Prendiamo ora la strada per San Mauro di Saline e dopo alcune centinaia di metri, ammirando un bel panorama verso Velo, la Purga,
Azzarino ed il retrostante Carega, incontriamo sulla destra una stele in pietra con croce in rilievo, con la scritta: «QUESTA CROCE
INNALZATA 1913 NEL POSTO DELL'ANTICA 1655».
In breve giungiamo alla contrada Viaverde m. 1016, ore 0,30.
Viaverde con la chiesetta del 1857 conservante sulla facciata una lapide con i caduti della Grande Guerra. La chiesetta ha sull'altare
un quadro di Madonna con Bambino, mentre sulla destra vi è un quadro con la Crocefissione. Sullo stipite della porta vi è la scritta:
«VIAE VIRIDIS NICOLAE FECE-RE MDCCCLVII». Inoltre sulla facciata è scritto: «PASSEGIER FERMATI DEH SU VIA / RECITA
ALMEN UN'AVE MARIA». La contrada si presenta con tre schiere principali, parallele ed orientate in senso Est-Ovest. La schiera più
meridionale, (ora completamente restaurata e adibita ad agriturismo) la più interessante architettonicamente, si raggiunge passando di
lato al baito della contrada (conservante alcune attrezzature originali per la lavorazione del latte e la produzione di formaggio):
un'abitazione ristrutturata è affiancata da una stalla-tesa con in alto tre «bocaròi» rettangolari; seguono poi tre stupende abitazioni, le
prime due con bei portali (il primo con una croce in chiave), e scale esterne in pietra, la terza con finestre «antilupo». Da notare la
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meridiana sull'abitazione centrale: un disco giallo su sfondo celeste, incorniciato da un quadro rosso, presenta la raffigurazione di un
paese al posto del Nord geografico. Nella schiera (o meglio piccole schiere) centrale si evidenziano i resti di una meridiana e di un
affresco impietosamente tagliato, su di una abitazione, mentre tra due stalle al limite orientale vi è una lapide murata del 1630 con la
seguente iscrizione attestante un voto per lo scampato pericolo dalla peste: «IO BATISTA GUGULATO CON DOMINICO DE VEL(0)
ANNO 1630 HA FATO VOTO DE FAR FESTA SOLENE IL DI S. ROHC(0) EL MESE DE AGOSTO PER ME E SUO EREDI». La
schiera più settentrionale è quella che ha subito maggiori manomissioni con stonanti aggiunte ed integrazioni che hanno alterato
l'originaria architettura.
Scendiamo ancora fino al bivio per le contrade Vandei e Menotti, prendiamo la mulattiera che sale davanti a noi dove troviamo sulla
destra una stele in pietra, raggiungiamo la contrada Vandei m. 990, ore 0,20-0,50, troviamo subito il baito, mentre di fronte vi sono le
case (tre nuclei abitativi) ed alcune vecchie stalle.
Ritorniamo sulla mulattiera e continuiamo prima a sud e poi a est, a metà di questo sentiero sul lato sinistro c'è una stele di pietra con
incisa una croce ed una data: 1561; ci sono anche delle scritte ma indecifrabili. Il sentiero è molto panoramico e consente belle vedute.
Poco dopo raggiungiamo la contrada di Comerlati m. 996, ore 0,30-1,20.
Contrada Garzon di Sotto e colonnetta.
Contrada Fondi, San marco e San Vincenzo.
Comerlati si presenta con un arco che dà in una corte, recintata da un muretto a secco sulla quale si affacciano due grandi stalle con
«bocaròi». La contrada, molto grande è ancora abitata. Il nome, attestato ancora nel 1566, deriva dal cimbro «Kummerlaite» = «pendio
di detriti». Nei muri delle case si possono notare pietre nere di origine basaltica. Ancora in buono stato è il baito della contrada, mentre
un altro arco unisce due abitazioni. Sulla parete di una casa si può notare una nicchia con la Madonnina. Attraversando la contrada,
ricca di particolari, come abbiamo visto, si passa davanti ad una piccola scuola abbandonata, che denota la presenza in passato di un
discreto numero di abitanti, oggi trasferitisi od emigrati altrove.
Prendiamo la mulattiera che sale dietro la contrada, al culmine della salita notiamo sulla sinistra una grande croce in mezzo a un prato.
Scendiamo dal lato opposto , dopo poco deviamo a destra per traccia di sentiero fino a scendere in breve a Fondi m. 890.
Fondi, piccola schiera che presenta una stalla con un originale affresco rappresentante i Santi Vincenzo e Marco racchiusi in una
artistica bifora che fa da cornice (questo affresco avrebbe bisogno di protezione dalle intemperie mediante la posa di un cristallo).
Poche decine di metri sulla strada asfaltata in direzione Nord-Est ci separano dalla contrada Garzon di Sotto m. 889, ore 1,05-2,25.
Garzon di Sotto, il cui toponimo sembra derivare da «warda» = «guardare, fare la guardia». È una contrada di grosse dimensioni,
anche se oggi in gran parte disabitata e bisognevole di interventi di ristrutturazione. Notevoli sono alcune abitazioni con il tetto in lastre
e tegole e stalle-tese gotiche, alcune con resti di affreschi: da notare in particolare ciò che resta di una meridiana su di una abitazione,
con disegno e colori uguali a quella di Viaverde. Bella è inoltre la colonnetta in centro alla contrada, rappresentante San Rocco sulla
destra che indica una piaga, la Madonna con il Bambino benedicente e San Sebastiano orante. La stele sembra essere del 1579 ma
l'epigrafe è illeggibile. Ad Occidente della contrada si trova inoltre la chiesetta di San Rocco, del 1576, come attesta la data di una
lapide sulla parete laterale. Si tratta di un oratorio in stile neo-gotico, (come mostrano la porta d'ingresso e le due finestre ai lati) con
sulla facciata una statua settecentesca di San Rocco ed all'interno affreschi della fine dell'Ottocento (attribuiti al pittore degli occhi
chiusi) raffiguranti la Vergine con Bambino tra i Santi Sebastiano, Rocco, Antonio Abate e Giovanni Battista. Del 1774 è il tabernacolo
con sopra una artistica statua in legno dipinto di San Rocco. La chiesetta ebbe una importante funzione per la contrada ed infatti è
citata più volte in visite pastorali del XVII e XVIII sec. Conserva un piccolo campanile a vela.
Saliamo ora a Nord lungo la mulattiera che porta al Monte Gaule m. 972 dalla cui cima, affacciandoci sui ciglioni orientali, avremo una
suggestiva visione sull'alta Val d'Illasi e su Badia Calavena. Per prati, volgiamo ora ad Ovest, con un maestoso panorama sulla
Lessinia e sul Carega, fino a raggiungere la stradina che sale a Sud-Ovest fino alla contrada Crocelunga m. 995, ore 0,40-3,05.
Crocelunga si tratta di una schiera disposta in senso E-O con abitazioni ad Oriente (alcune felicemente restaurate) e stalla-tesa gotica
ad Occidente. All’uscita della contrada troviamo una pozza e una stele in pietra presentante una palla con 4 croci incise in bassorilievo
e sopra, infissa, una croce in ferro (da cui il nome della contrada).
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Contrada Garzon di Sotto.
Contrada Crocelunga.
Contrada Valle.
Dalla stele prendiamo la stradella a destra che scende nel bosco per uscirne poco prima di Tezze di Sotto m. 912, ore 0,25-3,30.
Tezze è un toponimo che deriva dal dialetto veneto «tesa» = «fienile rustico in muratura» che a sua volta si rifà all'antico gallico. Ed
infatti nella località sono presenti varie tese con tetto gotico (da notare sul lato posteriore di una di esse degli inusuali «bocaròi» a
semicerchio od ovoidali). La contrada presenta due fontane ed un'abitazione con i resti, ormai illeggibili, di un affresco. Curiose sono
delle emisfere in pietra (una è datata 1915) poste sui bordi di alcune abitazioni o stalle. Più in alto il baito isolato su di un dosso a
sinistra (costituito dai tradizionali due locali e con tetto in pietra).
Ora saliamo a Tezze di Sopra m. 950 passando davanti al baito isolato (costituito dai tradizionali due locali e con tetto in pietra).
Ora saliamo, prima su stradella e poi sentiero, segnavia 252, fino ad arrivare a Valle m. 1006, ore 0,30-4,00.
Valle è una grande contrada rivolta a Sud con abitazioni in pietra a più piani, in schiere parallele. Nella contrada si trova una cappellina
datata 1604 con scritte che non si riescono completamente a decifrare: «ADI 14 MA30 1604 M.BTOLA E F.F., 15 MAGIO AD 1744 - F.
RESTAURATA DA MICHELE BATISTA FRATELI E TOMASO NIPOTE BALTIERI DI VALLE PMD». All'interno presenta una statuetta
con la Madonna della Corona. Di fianco, a destra, è stata murata una tipica stele con edicola vuota. Al centro della contrada c’è una
fontana con vasche di pietra. Sono presenti numerose stalle-tese con tetto gotico, alcune sotto la copertura di lamiera presentano
ancora il tetto in canna palustre. Da notare la tipologia delle abitazioni e delle stalle che si rifanno completamente all'architettura
«cimbra».
È consigliabile fare una breve deviazione verso Nord-Est, passando così davanti al baito della contrada che conserva ancora
all'interno alcuni attrezzi tipici. Alla fine della strada, prima dell'incrocio con la strada provinciale per Velo, sulla sinistra c'è una stele di
pietra con scolpita una croce su tre lati. Attraversata la strada ci troviamo in contrada Recce (1038 m) (composta di poche case)
segnalata dal cartello stradale come RETZ.
Antico toponimo cimbro. Sono presenti alcune case diroccate ed altre di recente ristrutturazione. Si nota subito una piccola chiesa
(oratorio) dedicata a Sant'Antonio. L'oratorio di contrada Retz fu costruito intorno al 1670 dal reverendo Ferrari Retz e presenta un
campaniletto a vela.
Alla fine si ritorna a Valle. Prendiamo la stradina che sale dietro la contrada e poco oltre, sul lato sinistro della strada è da notare un
capitello del 1860 dedicato alla Madonna dei Sette Dolori.
La parte superiore reca la scritta «PENTIRSI O DANNARSI», sulla base invece c'è una serie di lettere puntate OPNVDVDEPC (forse
iniziali di committenti); il capitello presenta inoltre una scritta intorno alla cornice
«INDULGENZA DI 40 GIORNI A CHI RECITA 3 AVE MARIA CONCESSA L'ANNO 1862 - ANGELA BALTIERI E BORTOLI FONTANA
PER SUA DEVOZIONE 1860 - RINNOVATA CORRADI AMELIO 1964».
Saliamo ancor brevemente e arriviamo a Velo Veronese m. 1087, ore 0,30-4,30.
Velo. Posto ai piedi della Purga, il cui toponimo sembra derivare da «vellus» = «lana ovina» è un insediamento di probabile origino
romana con funzione di controllo sulla via dei Lessini (le fortificazioni del Monte Purga sembrano attestare questo ruolo). Con l'avvento
e la diffusione delle popolazioni bavarotirolesi, nei sec. XIII-XVII, assunse importanza sempre maggiore e venne conosciuto come
«Velje», divenendo capoluogo dei XIII Comuni cimbri. Da visitare è la bella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista del 1485,
eretta da Donato da Lugo su di una precedente cappella esistente nel 1435, e rifatta ed ingrandita più volte: del 1590 sono le navate
centrali, la crociera è del 1870. mentre il coro venne completato nel 1880. Nell'abside vi è un battistero ottogonale in rosso ammonitico
del 1533. All'esterno della chiesa, sul lato sinistro, sono murate alcune lapidi: due con grandi croci del 1501 e del 1524 e due che
ricordano un certo «R.S. SINO SALAORNUS» e il Donato da Lugo costruttore della chiesa («+ 1484 G.M° DO DE HOBON DA LUGO
A FATO QUESTA OP»). Altre due lapidi del 1801 fissano i prezzi del frumento, del sorgo turco, del riso e del vino, testimoniando un
mercato che si svolgeva nella località. Di fianco al campanile è da ammirare poi la cosiddetta «croce nera», un capitello quadrifronte
del 1631 eretto quale voto contro la peste e rappresentante San Carlo Borromeo e motivi della Passione. Un tempo di fronte a questo
capitello si dava l'ultima benedizione alle bare prima della sepoltura.
Attraversiamo il paese scendendo al parcheggio dove è iniziata la nostra escursione.
PARTENZA ALLE ORE 8,30 DALLA DEDE CON MEZZI PROPRI
INFORMAZIONI: GRAZIANO MAIMERI 333-56.12.182
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