Il Sud inaccessibile Il divario dei trasporti con il resto d`Europa

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Il Sud inaccessibile Il divario dei trasporti con il resto d`Europa
LUNEDÌ 24 MARZO 2014
CM
IN PRIMO PIANO
AZIENDE & PERSONE
AGRICOLTURA & PRODOTTI
Debiti della Pa,
Campania e Sicilia
ancora in ritardo
Pasta, così Gragnano
si è mangiata Salerno
con il marchio Amato
Anicav, con pomodori
e legumi in conserva
fatturato a 3 miliardi
BOJANO A PAGINA IX
IMPERIALI A PAGINA V
GRASSI A PAGINA XI
IL PUNTO
Il confronto Studio dell’Isfort sulla dotazione infrastrutturale
La ripresa non basta
E l’Ocse dà l’allarme
anche sull’economia
Il Sud inaccessibile
Il divario dei trasporti
con il resto d’Europa
DI GIUSEPPE GALASSO
L’
ultimo richiamo dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) al calo del reddito medio delle famiglie italiane — 2.400 euro in 5 anni! — ha attratto l’attenzione, almeno per un giorno, dei media del nostro paese. Né poteva essere diversamente, trattandosi di dati impressionanti.
Nella lettura e nella breve attenzione data a questo rapporto ci sembra, tuttavia, che vi sia qualche equivoco. Si è pensato, infatti, e messo in evidenza che il richiamo dell’OCSE fosse volto a mettere l’accento sulla necessità di altri ammortizzatori sociali. E, in effetti, questo c’è in esso, ma è
tutt’altro che il solo elemento di quel documento.
Il succo ne è, infatti, che la tanto auspicata e attesa ripresa economica (a parte che in Italia per ora
ancora non la si vede per davvero) non basta a
sanare la situazione sociale e che, perciò, occorrono per questo ancora altre misure. E come si potrebbe pensare diversamente se è vero — come
sostiene l’Osservatorio della Federconsumatori
— che la contrazione dei consumi è valutata per
il triennio 2012-2014 a 67,8 miliardi di euro.
Una cifra paurosa. E, tuttavia, nel rapporto dell’Ocse l’indicazione principale è più complessa. Vi
si afferma, infatti, che la ripresa economica non
basta non solo in relazione ai noti e gravissimi
problemi sociali, ma anche in relazione alla stessa ripresa economica.
In altri termini, se questa ripresa resta sempre indispensabile in ogni discorso sulla crisi che ancora ci affligge, essa non solo ha bisogno di una politica integrativa dei suoi effetti sul piano sociale,
ma ancor più ha bisogno di una politica economica integrativa che ne sviluppi e ne potenzi gli effetti in misura adeguata alle dimensioni del calo
produttivo, delle perdute capacità competitive,
delle necessità di aggiornamento tecnologico,
della perdurante scarsezza di capitali e difficoltà
del credito all’impresa e degli altri numerosi elementi che hanno messo la nostra economia più
in ginocchio di quelle di altri paesi.
Vedremo davvero materializzarsi in un quadro
concreto di criteri e di misure questa politica economica? Sembra che ora lo si possa sperare. Ma
non siamo ancora a quel quadro, e il tempo vola,
e non lavora per noi.
Poche autostrade e ferrovie all’avanguardia:
ecco perché soffrono le tante imprese logistiche
DI MICHELANGELO BORRILLO
A
utostrade e ferrovie moderne al di sotto della media italiana. E lontane dagli standard europei. È il
risultato del confronto fra le infrastrutture meridionali e quelle del resto d’Italia e dei principali Paesi
europei effettuato dall’Isfort (Istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti): relativamente alla rete
stradale, il Sud e l’Italia non sono così messi male, ma se
si analizza la sola rete autostradale — quindi quella di
più alta qualità — l’Italia si ferma alla metà dei chilometri della Francia e il Sud può contare su 1,7 chilometri
ogni 100 chilometri quadrati di superficie contro i 2,21
della media Italia. E se sul fronte stradale il ritardo del
Sud è qualitativo, su quello ferroviario è qualitativo e
quantitativo. Un dato su tutti: il binario doppio elettrificato nel Mezzogiorno è pari alla metà del dato Italia.
I casi
Porti, meno navi
dal Canale di Suez:
Mediterraneo in crisi
A PAGINA III
Autorità di settore,
ancora sconosciuta
la «regolazione»
A PAGINA II
ALLE PAGINE II E III
Il contratto Da aprile al posto della cig a zero ore
La storia Il patron delle bici è partito dalla Puglia
Pomigliano Apripista solidarietà La Bianchi «made in Taranto»
DI PAOLO PICONE
DI GINO MARTINA
I
dettagli e l’articolazione dell’accordo sul contratto di solidarietà alla Fiat di Pomigliano,
(che sarà operativo dal 1˚aprile) saranno definitivamente concordati soltanto venerdì prossimo.
Ma dalle anticipazioni emerge che i 1.950 dipendenti (sul totale di 4.500) che saranno interessati
dal contratto di solidarietà lavoreranno dagli 8 ai
12 giorni al mese e passeranno dai circa 800 euro
mensili con la cassa integrazione a 1.100 euro.
A PAGINA VII
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La vertenza
Esuberi
Micron,
la nuova fase
DI FABIO SCAVUZZO
D
a tempo lo storico marchio delle bici Bianchi non è più italiano, perché appartiene a
una holding svedese. Ma è come se lo fosse,
perché a capo di quella holding c’è Salvatore
Grimaldi, emigrato 60 anni fa da Taranto in
Svezia. Ecco la storia di un meridionale che si
è fatto valere nel mondo avendo ricevuto i più
alti riconoscimenti svedesi con un impero da
mezzo miliardo di euro di fatturato dà lavoro.
A PAGINA VII
A PAGINA VIII
La previsione Un italiano tornerebbe al vertice di Bruxelles dopo 35 anni: l’ultimo fu Colombo
Pittella for president La stampa estera lo incorona
Il politico lucano è in «pole position» per guidare il Parlamento europeo
DI ROSANNA LAMPUGNANI
S
e in molti Paesi sono
già pronte le liste per
le elezioni del 25 maggio e si discute degli equilibri che dovranno avere Parlamento, Commissione, gruppi politici, in Italia tutto è in
alto mare. Così è la stampa
britannica e belga a evidenziare che Gianni Pittella ha
chance per la guida del Parlamento, in quanto rappresentativo di tutta l’assemblea,
non solo dei Socialisti e democratici europei, di cui fa
parte il «suo» Pd. L’interessato si schermisce: «È prematuro parlarne», ma intanto si
lavora per i futuri assetti. Co-
Quanto è lontana Berlino
minciamo dai gruppi politici
(i principali sono S&D, Ppe)
perno del Parlamento, il cui
voto ormai conta quanto
quello del Consiglio europeo
(che raggruppa gli Stati) e
della Commissione, cioè l’esecutivo della Ue. È quindi
importante il ruolo di leader
di un gruppo: da lì si può
«saltare» alla presidenza del
Parlamento o aspirare alla
guida della Commissione, come sta facendo Martin
Schulz, prima capo del
Pse-S&D, presidente uscente
dell’assemblea e oggi candidato Commissario del suo
gruppo, mentre il Ppe punta
sul lussemburghese
Jean-Claude Juncker. La vit-
Giovanni Saverio
Furio detto Gianni
Pittella è nato
a Lauria (Potenza)
toria elettorale dell’uno o dell’altro non necessariamente
influisce sulla presidenza del
Parlamento, anche perché a
metà legislatura si cambia
sia il presidente che i vicepresidenti e Pittella, a riprova
della stima di cui gode, è stato vicepresidente per gli ultimi cinque anni. Ma c’è un altro dato che spinge per la
sua elezione: dal 1979, anno
della prima elezione diretta,
nessun italiano ha svolto
questo ruolo, onore toccato
in precedenza, dal 1977 al
1979, ad Emilio Colombo, lucano come Pittella. Aveva
sfiorato la presidenza 5 anni
fa il pugliese Mario Mauro,
all’epoca di Fi, ma lo scandalo di Berlusconi e delle
escort azzerarono la credibilità dell’Italia, perché i governi — oltre a indicare un
Commissario, cioè uno dei
«ministri», come l’uscente
Antonio Tajani — giocano
un ruolo determinante per
gli assetti istituzionali.
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Patron Salvatore Grimaldi