Mostra - Il Duomo, la città, la storia

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Mostra - Il Duomo, la città, la storia
IL DUOMO, LA CITTÀ,
LA STORIA
L’Archivio della Veneranda Fabbrica
svela il Diario di Milano (1387-2016)
30.05 - 24.06.2016
Piazza Duomo 20, Milano
ingresso libero
lun/ven 10.00 18.00
IL DUOMO, LA CITTÀ,
LA STORIA
In occasione del completamento
dei lavori di ristrutturazione e
rinnovamento dei locali del proprio
Archivio, la Veneranda Fabbrica
apre al pubblico le splendide sale
che affacciano sull’abside della
Cattedrale, mostrando alcuni tra i
moltissimi documenti che rivelano
l’intreccio della storia della
città con quella della Fabbrica
stessa. L’Archivio, infatti,
conserva la memoria ininterrotta
della costruzione e conservazione
della Cattedrale dalle sue origini
fino ad oggi: oltre sei secoli di
storia al centro della città.
Nella suggestiva ed emozionante
cornice della Sala dei Milanesi,
un video illustra gli importanti
interventi di consolidamento e
valorizzazione delle sale che da
lì conducono all’antica Biblioteca,
dove, circondato dalle secolari
ante in noce, il visitatore può
ammirare da un punto di vista
esclusivo la vetrata absidale del
Duomo, vivendo in prima persona
il rapporto tra il Monumento e
l’Archivio che raccoglie le tante
storie che, in mezzo millennio,
si sono incontrate per formare un
racconto unico.
Le teche collocate nelle sale
presentano alcuni documenti che
toccano temi diversi ma sempre vivi
nella lunga storia della Veneranda
Fabbrica: la partecipazione del
popolo milanese all’edificazione
della Cattedrale, il dialogo con
la città, i suoi cambiamenti e
avvenimenti e la Madonnina, segno
di protezione per tutti dal 1774.
La Veneranda Fabbrica, da sempre
custode attenta della propria
storia, a partire dal 1875 fino
al 1885 ha pubblicato gli Annali
della Veneranda Fabbrica, una
meticolosa raccolta di fatti,
decisioni, documenti e interventi,
che raccontano anno per anno,
mese per mese, la vita intorno
all’erigenda Cattedrale. I sei
volumi pubblicati, che ripercorrono
la storia dal 1387 al 1875, vengono
ora resi disponibili online (www.
archivio.duomomilano.it sezione
Annali), con i loro indici e
appendici, perché la città tutta
ed il mondo possano usufruire di
questo straordinario patrimonio di
informazioni.
Il settimo volume (1875-1947),
ancora inedito, sarà presto
anch’esso pubblicato online.
A
B
C
D
E
A VIDEO 1
IL PIÙ BEL QUADRO DELLA CITTÀ
VIDEO 2
L’ARCHIVIO RINATO(01.2013/30.05.2016)
B IL POPOLO COSTRUISCE LA CATTEDRALE
C IL DUOMO E LA CITTÀ
D GUERRA E ARTE
E LA MADONNINA
IL POPOLO COSTRUISCE
LA CATTEDRALE
Registro di offerte alla
Veneranda Fabbrica,1420
AVFDMi, Reg. 0141
La fitta calligrafia di un registro del Quattrocento racchiude,
meticolosamente annotate, le oblazioni alla Fabbrica, ovvero le donazioni
del popolo che fortemente volle una cattedrale degna di Milano,
città ancorata a radici millenarie e al contempo energica e ricca di
aspirazioni di modernità.
Accanto, un legato testamentario del Seicento reca il nome di Gian Pietro
Carcano, uno dei grandi donatori nella storia dell’edificazione della
chiesa metropolitana milanese, il cui lascito, per volontà dell’illustre
cittadino, fu destinato all’ultimazione della facciata del Tempio.
Sacrifici e speranze di uomini e donne di ogni estrazione sociale sono
raccontati in documenti che solcano i secoli, tramandando fino ad oggi
l’eco di un impegno ininterrotto e corale.
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[Gli Annali raccontano]
12 agosto 1624
Gian Pietro Carcano. Sua disposizione testamentaria a
favore della Fabbrica.
Riferitosi alle disposizioni testamentarie fatte a
favore della Veneranda Fabbrica dal defunto Gian
Pietro Carcano, delegarono i deputati Visconti,
Dugnano, Pirovano, Croce, Gallarate e conte Bolognino,
ad attendere a tutte le cose relative a detti legati,
ritenuto che soltanto nelle cose più importanti sarà
necessario l’intervento di tutti i sunnominati, e che
nelle altre debbano bastare soltanto due di essi (1).
Ordinazioni concernenti
l’interesse del legato
ordinato dal fu signor
Giovanni Pietro Carcano
a favore della Veneranda
Fabbrica dall’anno 1624 al
1643
AVFDMi, Archivio Storico,
cart. 66 fasc. 3 C
(Annali, vol. V, p. 131)
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A questo Gio. Pietro Carcano fu posta nel retrocoro la seguente epigrafe in marmo nero e lettere di bronzo
dorato, per ricordare lo splendido suo legato:
ERIGENDAE TEMPLI HVIVS FRONTI
ATQUE ORNANDAE
IO. PETRVS CARCANVS MEDIOLANENSIS
CCXXV AVREORVM MILLIA
LEGAVIT
FABRICAE CVRATORES
PIO ET MVNIFICO VIRO
EX TESTAMENTO P.P.
IL DUOMO E LA CITTÀ
L’Archivio raccoglie preziose testimonianze del legame tra Milano e la
sua Cattedrale fin dai primissimi anni della costruzione. Un dialogo
ininterrotto che tocca differenti aspetti della vita cittadina e che
spesso ha lasciato, nel tempo, tracce visibili sul territorio meneghino.
Una di queste è la targa posta al sommo della lapide sforzesca in via
Conca del Naviglio, che ancora oggi ricorda l’avvenuta donazione alla
Fabbrica della cosiddetta Conca di Viarenna da parte di Ludovico il
Moro, nel 1497. Un privilegio di fondamentale importanza che sancì il
perpetuo accesso delle imbarcazioni utilizzate per il trasporto del marmo
attraverso i navigli della città, confermando inoltre l’esenzione da
qualsiasi dazio.
Della pergamena originale attestante il provvedimento ducale è data
memoria nel catalogo relativo alle opere esposte nel padiglione della
Veneranda Fabbrica all’Esposizione Internazionale milanese del 1906,
colpito da un terribile incendio nella notte del 3 agosto di quell’anno.
L’iniziale sconforto per il tragico episodio non fermò lo spirito
d’iniziativa dei consiglieri della Fabbrica che, nel rinnovare “l’alto
sentimento d’affetto a Milano e all’Italia”, riallestirono un nuovo
spazio all’interno della manifestazione e trassero in salvo i frammenti
combusti, restaurati poi qualche anno dopo dall’allora prefetto della
Biblioteca Ambrosiana e futuro papa Pio XI, mons. Achille Ratti.
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Pratica relativa
all’incendio del padiglione
della Veneranda Fabbrica
del Duomo di Milano durante
l’Esposizione Internazionale
del 1906
AVFDMi, Archivio di
Deposito: Governo Fabbrica,
cart. 57 fasc. 11
[Gli Annali raccontano]
31 agosto 1497
Donazione della conca di Viarenna alla Fabbrica, fatta da Ludovico il
Moro.
Ludovicus Maria Sfortia Anglus dux Mediolani, etc., Papiae
Angleriaeque comes, ac Genuae et Cremonae dominus. […] Nos autem cum
propter singularem affectum et venerationem, qua beatissimam virginem
Mariam colimus, et quia hujus templi admirabilem structuram non
solum ad laudem et gloriam altissimi Dei, sed magno ornamento urbi
esse scimus, tum ut hac quoque re partim satisfaciamus obligationi,
quam habemus ad immortalem Deum, et pro animae nostrae salute et
redemptione, praedictam Viarenae concham ac ejus redditum et proventum
fabricae predictae ecclesiae majoris divae Mariae ex certa scientia et
de nostrae potestatis plenitudine, et aliis omnibus modo, via, jure,
causa et forma, quibus melius, validius et efficatius possumus, titulo
purae et irrevocabilis donationis inter vivos atque in perpetuum,
intuitu pietatis, damus, concedimus et elargimur, volentes ut ea frui
et gaudere et pro arbitrio suo tamquam de re propria, et aeque ut nos
ac camera nostra ante praedictam donationem potuissemus, disponere
valeat sine aliqua sine aliqua contradictione et impedimento […].
Datum Mediolani, die ultimo augusti 1497.
Sign. Ludovicus Maria subscripsit
B. Calchus.
(Annali, vol. III, p. 94)
Catalogo Il Duomo di Milano
all’Esposizione internazionale del 1906,
Milano 1906
AVFDMi, Archivio di Deposito: Governo
Fabbrica, cart. 57 fasc. 11
Trascrizione della donazione della conca
di Viarenna alla Veneranda Fabbrica del
Duomo di Milano da parte di Ludovico il
Moro, 31 agosto 1497
AVFDMi, Ordinazioni Capitolari 4 f. 188v
[Gli Annali raccontano]
4 agosto 1906
ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE 1906 - Incendio del padiglione del Duomo.
I consiglieri intervenuti esprimono l’amarezza e il dolore onde furono
percossi all’annuncio dell’incendio che ha distrutto la Mostra del
Duomo nel recinto dell’Esposizione la notte del 3 agosto corrente mese.
Si erano prese le cautele opportune per domare il fuoco preservando
dal pericolo la Mostra. La partecipazione all’Esposizione era stata
determinata da un alto sentimento d’affetto a Milano ed all’Italia nella
certezza di contribuire efficacemente alla migliore riuscita della
coraggiosa impresa. I Consiglieri traggono dall’immane disastro nuove
energie, e deliberano di ripristinare l’esposizione facendo rivivere,
di quanto si era collocato nel padiglione del Duomo, tutto quanto sia
possibile con fotografie e marmi.
(Annali, VII, p. 293)
GUERRA E ARTE
Alla vigilia dello scoppio della Grande Guerra, l’Architetto Adolfo Zacchi
stabilì alcuni provvedimenti necessari alla salvaguardia del Duomo e li
sottopose all’attenzione e all’approvazione del Consiglio.
Nel dettagliato elenco manoscritto, tra le numerose proposte, si annovera
la rimozione di tutte le vetrate istoriate, Il trasferimento degli antelli
nei locali sotterranei del palazzo dell’Amministrazione e la sostituzione
degli stessi con intelaiature provvisorie.
L’impresa, nata nel contesto difficile e doloroso dell’incalzante conflitto,
fu colta dalla Fabbrica quale importante occasione, non solo per il
restauro e la revisione dei vetri e delle intelaiature ferree originali, ma
anche per l’avvio di uno studio dedicato al complesso delle vetrate nella
sua interezza.
A seguito, quindi, di una sistematica campagna fotografica atta a
documentare i singoli antelli smontati, Ugo Monneret de Villard fu
ufficialmente incaricato di realizzare la raccolta che sarà pubblicata tra
il 1918 e il 1920 dall’editore Alfieri Lacroix e intitolata Le vetrate del
Duomo di Milano.
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5 novembre 1915
PUBBLICAZIONI - Studio sulle vetrate istoriate.
(Annali, vol. VII, p. 398)
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[Gli Annali raccontano]
Si delibera di procedere ad una pubblicazione
illustrativa delle vetriate del Duomo prendendo
occasione dalla rimozione delle stesse, che ne
agevola la riproduzione fotografica e con una spesa
non eccedente le lire 20.000 distribuita in quattro
anni. Il lavoro verrà affidato alla ditta Alfieri
e Lacroix e pel testo all’arch. Ugo Monneret de
Villard.
Schema manoscritto di Ugo
Monneret de Villard che individua
l’ordine in cui dovranno essere
fotografate le vetrate del Duomo
AVDMi, Archivio di Deposito:
Archivio, cart. 3 fasc. 15
Ugo Monneret de Villard,
Le vetrate del Duomo di
Milano, Alfieri e Lacroix
Editori, Milano 1920
[Gli Annali raccontano]
24 maggio 1915
Elenco di provvedimenti
per lo stato di guerra
proposti al Consiglio
della Veneranda Fabbrica
dall’arch. Adolfo Zacchi
AVFDMi, Archivio di
Deposito: Governo
Fabbrica, cart. 5 fasc. 1
STATO DI GUERRA - Provvedimenti di sicurezza e per gli eventuali richiami alle armi.
Nella seduta del Consiglio l’arch. Zacchi segnala i provvedimenti, richiesti, a suo
giudizio, dalla gravità del momento. Ha iniziato e continuerà la rimozione di tutte le
vetriate, provvedendo alla loro sicurezza in un locale sotterraneo, e sostituendo nel
vano opportuna intelaiatura.
Esaminerà il problema della copertura della Madonnina, ma data la mole del Duomo, non
crede che il provvedimento valga a garantire l’immunità: questo è anche il concetto
dell’autorità Militare. Quanto al Tesoro del Duomo e suoi oggetti d’arte, il Consiglio
è autorizzato alla consegna al Governo per il trasferimento ad altra più sicura
località; e ad ogni modo ne dà mandato di fiducia al Consigliere Pestagalli, a mons.
Confalonieri ed al sig. arch. Zacchi, colla facoltà a questi, se richiamato alle armi,
di farsi sostituire.
E prevedendo questa possibilità di richiamo, il Consiglio invita fin d’ora il sig. arch.
Paolo Cesa-Bianchi a procedere alle eventuali misure che ritenga necessarie, a seconda
degli avvenimenti. Il Consiglio unanime accoglie tutte e singole le proposte dell’arch.
Zacchi.
Il Consiglio delibera che agli impiegati della Fabbrica, i quali vengano chiamati sotto
le armi, si corrisponda integralmente il loro stipendio, mantenendoli nei rispettivi
uffici.
(Annali, vol. VII, p. 393)
LA MADONNINA
Un’ordinazione capitolare del 30 dicembre 1774 restituisce poche parole
che descrivono non solo un momento di suggello eterno nella storia
della Cattedrale, ma un’impressione o ancor di più, una vera e propria
emozione che a distanza di oltre tre secoli accomuna “l’universale
applauso” con cui i deputati della Fabbrica accolsero la statua della
Beata Vergine, con gli sguardi ricchi di meraviglia che ancora oggi
volgiamo alla Madonnina.
Sorretta dalla più grande delle guglie, s’innalza tra una folla di
statue candide l’Assunta, modellata dallo scultore Giuseppe Perego e
dorata a mordente dall’orafo Giuseppe Bini.
Per preservarne l’inconfondibile bagliore superficiale, più volte
intaccato dalle intemperie, il simulacro fu oggetto di diversi
interventi di ridoratura: il primo, risalente al 1830, è testimoniato
da un disegno acquerellato dai toni delicati, che racchiude in ogni
pennellata tutto l’incanto della restituzione.
Statua della Beata Vergine sulla gran Guglia del
Duomo ridorata in Luglio 1830, disegno su cartoncino
a china e matita, mezzatinta, acquerellato giallo oro
con lumeggiature a tempera
AVFDMi, Archivio dei Disegni Storici, segn. 0197
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Verbale di adunanza del
Capitolo della Veneranda
Fabbrica del Duomo di
Milano, 1774
AVFDMi, Ordinazioni
Capitolari 64 f. 138v
[Gli Annali raccontano]
30 dicembre 1774
Il rettore partecipa di aver fatto indorare e collocare in
cima alla gran guglia la statua della beata Vergine, e che
quest’opera ha meritato l’universale applauso.
(Annali, vol. VI, p. 195)
ARCHIVIO DELLA VENERANDA FABBRICA
DEL DUOMO DI MILANO
L’accesso all’Archivio è libero e gratuito
per studiosi, ricercatori e appassionati che
vogliano indagare la storia della Veneranda
Fabbrica del Duomo e quindi della città di
Milano.
Piazza Duomo 20, Milano
Orari di apertura per la consultazione:
Mart/Ven: 9.30 - 17.30
Tel. 0272022656 int. 117
[email protected]
www.duomomilano.it
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C
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B
OPERE PERMANENTI:
A Scultore Lombardo, Santo con libro,
Candoglia
XVI secolo, marmo di
B Maestranze delle Veneranda Fabbrica del Duomo, Vescovo
che legge, copia da statua del XVII secolo, marmo di
Candoglia
C Maestranze delle Veneranda Fabbrica del Duomo , Santi,
copie da statue del XV secolo, marmo di Candoglia
D Tarsia pavimentale della Cappella Jemale del Duomo, XVI
secolo, legno di ulivo, rovere, noce
E Anonimo, Progetto per il concorso di facciata, 1888,
matita e acquerello su carta
F Camillo Procaccini (?), Madonna fra i SS. Rocco e
Vittore, seconda metà del XVI secolo, olio su tela
G Madonnina, copia, 2015, resina e porporina
H Croce astile, XVI secolo, argento sbalzato e dorato
I Francesco Messina, il Discorso della Montagna, 1977,
bronzo dorato
F
G
H