Nominata la Responsabile del Coordinamento PO UILCA di Roma e

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Nominata la Responsabile del Coordinamento PO UILCA di Roma e
PARI OPPORTUNITA’
UILCA di ROMA e del LAZIO
Aprile 2015
Responsabile Coordinamento
P.O. Uilca Roma e Lazio
Luana BELLACOSA
Redazione
Caterina CONTRAFFATTO
Mirella GORI
Maria PASINI
Antonella ROSICARELLI
Stefania SALVI
Rete
Fulvia ALLEGRI
Sandra APUZZO
Paola BOTTA
Bianca CUCINIELLO
Laura FORIN
Raffaella INFELISI
Stefania LEONE
Daniela PETRI
Nadia PETRINI
Carla PROIETTI
Stefania SABA
Filomena TEDESCHI
Nominata la Responsabile del
Coordinamento P.O. UILCA
di Roma e del Lazio
Le componenti del Coordinamento P.O. UILCA di Roma e
del Lazio al fine di darsi un assetto organizzativo più
funzionale sulle tematiche legate alla diversità di genere
e più in generale rispetto ai cambiamenti legislativi che
stanno caratterizzando il nuovo mercato del lavoro,
hanno proposto al Segretario Responsabile P.O. UILCA di
Roma e del Lazio, Maurizio Angelone, di avere una
propria responsabile chiedendo di affidare tale incarico a
Luana Bellacosa.
In occasione dell’Attivo dei Quadri UILCA di Roma e del
Lazio tenutosi a Roma il 21 aprile 2015, il Segretario
Generale UILCA di Roma e del Lazio, Paolo Battisti, ha
comunicato l’avvenuta nomina di Luana Bellacosa quale
Responsabile del Coordinamento P.O. UILCA di Roma e
del Lazio e Referente del Coordinamento Donne UIL di
Roma e del Lazio.
A Luana tanti auguri di Buon Lavoro dalla redazione e
da tutta la rete
UILCA
Segreteria Regionale Roma e
Lazio
Via Collina n. 24
00187 Roma
Tel. 06 42012215
Fax 06 42012375
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della luna di miele e il vezzo di firmarsi
Normamario, come a essere una persona
sola con il padre di Alberto, il figlio lasciato
orfano a 6 mesi.
La storia di Norma
Parenti,
partigiana
in
pantaloni
che
combatté senz’armi
La storia di Norma non è una memoria
distante: è il nostro ricordo.
(Fonte “Il Corriere della Sera”)
Norma
indossava i
pantaloni.
Li cuciva da
sola, era una
sarta esperta
che non
disdegnava
nemmeno
l’eleganza di
gonna al
ginocchio e
tacchi alti
Aveva
una
passione per
la fotografia, abbastanza singolare per i
tempi. I suoi tempi, settant’anni fa, quando
il paese in cui viveva, Massa Marittima sulle
colline del Grossetano, divenne sede di un
distaccamento della Wehrmacht. C’è una
strada che oggi porta il suo nome, ed è la
stessa su cui si affacciava l’osteria dei
genitori: il suo quartier generale. Norma
Parenti vi nascondeva i disertori per poi
accompagnarli
alle
camicie
bianche,
trasmetteva informazioni, munizioni. Non
imbracciò mai un’arma ma è medaglia
d’oro al valor militare: esempio di coraggio
rimasto nella memoria di sopravvissuti e di
documenti poco consultati. Venne uccisa a
23 anni la notte 23 giugno 1944, a poche
ore dall’ingresso degli alleati.
Pregiudizio di genere
anche nella ricerca:
farmaci testati sempre
sugli uomini
Una sanità a misura di donna oggi non
esiste.
I
farmaci
sono
sperimentati
soprattutto sugli uomini e di conseguenza
non
sempre
hanno
la
stessa
efficacia
nel
genere
femminile, più
soggetto
a
sviluppare
reazioni
avverse: nella
fascia di età
35-44
anni
sono quasi il
doppio di quelle riscontrate nei coetanei
maschi. La prova è nel bugiardino: nella
maggior parte dei casi non si fa cenno alla
diversità biologica tra uomo e donna, si
distingue solo in dosi per adulti e per
bambini e al massimo si vieta l’assunzione
del farmaco durante la gravidanza.
Il suo funerale fu l’ultimo atto della guerra
e insieme il primo di una libertà per la
quale si era impegnata fin da prima dell’8
settembre: con l’assistenza ai detenuti, con
la militanza nell’Azione Cattolica, con la
scelta di indossare i pantaloni. Ne ha un
paio ampi in una delle foto, trovate per
caso, che hanno riportato alla luce i suoi
vent’anni.
La
questione
viene
ora
sollevata dall’Istituto
neurologico
Carlo
Besta di Milano, che insieme alla Regione
Lombardia ha dedicato un convegno alle
differenze di genere nella malattia di
Parkinson. “Nelle donne è tre volte più
frequente la comparsa di movimenti
involontari degli arti superiori e inferiori che
costituiscono gli effetti indesiderati della
levodopa, il farmaco usato per tenere sotto
controllo i tremori tipici della malattia –
«Mamma «Mamma, adesso ci permettete di
stare così vicini?», scrive sul retro di uno
degli scatti del viaggio di nozze, «ce lo
permettiamo noi!»; e ancora note sulla fine
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spiega Barbara Garavaglia, responsabile del
Comitato unico di garanzia per le pari
opportunità dell’ospedale – Nei casi più
gravi bisogna ridurre la dose e se possibile
si interviene chirurgicamente con l’utilizzo
di piccoli elettrodi per stimolare le cellule
del cervello a produrre più dopamina (il
neurotrasmettitore carente a causa del
morbo, ndr)”. Anche i sintomi sono diversi
ma spesso lo si ignora. “Nei maschi il
Parkinson
provoca
soprattutto
un
deterioramento delle capacità cognitive,
mentre
nelle
femmine
ansia
e
depressione”.
alla fine si fa una media dei dati
trascurando la differenza fisiologiche e
anatomiche tra l’organismo femminile e
quello maschile. Le donne però, avendo un
minore peso corporeo e una maggiore
massa grassa, rispondono in maniera
diversa al farmaco”.
La ragione per cui la ricerca scientifica si
basa sui modelli maschili è prima di tutto
economica. “Negli anni Sessanta e Ottanta
le donne erano completamente escluse dai
test
perché
non
erano
abbastanza
emancipate. Oggi invece sono poco
presenti
perché
costerebbero
troppo
all’azienda.
Significherebbe
infatti
aumentare di almeno 5/6 volte i gruppi
sperimentali: il sesso femminile deve
essere rappresentato nelle varie fasi della
sua vita riproduttiva, ciclo mestruale,
gravidanza, allattamento e menopausa, con
un inevitabile aumento delle spese e dei
tempi”. Non mancano i motivi sociali. “Sono
meno disponibili perché devono occuparsi
della famiglia e sono meno interessate a
questo tipo di esperienza”.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha
ufficializzato l’esistenza della differenza di
genere nel 1998. Dopo quattro anni ha
istituito il Dipartimento per il genere e la
salute della donna e da quel momento ha
iniziato a promuovere l’integrazione delle
considerazioni di genere nelle politiche
sanitarie. La rivoluzione auspicata in realtà
procede a passi molto lenti.
Anche nel nostro Paese. Nel 2014 il World
Economic Forum ha piazzato l’Italia al
68esimo posto nella classifica della
disuguaglianza nelle cure tra uomo e
donna. “È un paradosso – continua
Garavaglia – le donne vivono più a lungo
ma meno in salute. Per esempio, rispetto
agli uomini sono più colpite da osteoporosi
(+736%), malattie della tiroide (+500%),
depressione e ansia (+138%), cefalea ed
emicrania (+123%), cataratta (+80%) e
ipertensione arteriosa (+30%)”.
Il pregiudizio di genere, dicevamo, riguarda
anche i sintomi della malattia. Un altro
esempio è l’infarto al cuore. I segnali presi
come riferimento nei testi medici sono
quelli che si manifestano esclusivamente
nell’uomo: un dolore costrittivo al torace
che può estendersi al collo, alle braccia e al
dorso, e un senso di oppressione allo
stomaco. Nella donna invece si presenta
con una sensazione di malessere generale,
sudorazione, diarrea, nausea e vertigini.
Queste differenze però sono ancora poco
note e spesso trascurate. Lo stesso
fraintendimento vale per i farmaci. “Nelle
donne gli antiaritmici possono influenzare
più frequentemente il funzionamento della
tiroide – spiega Patrizia Presbitero, primario
di Cardiologia all’ospedale Humanitas di
Milano -. L’uso di anticoagulanti e
antiaggreganti invece le espone di più ai
sanguinamenti e alle emorragie cerebrali.
La medicina di genere (cioè quella che
studia e cura le malattie in base alle
differenze
anatomiche,
biologiche,
psicologiche e culturali dell’individuo) deve
fare i conti con un ostacolo non da poco: le
sperimentazioni cliniche sui farmaci che,
ricorda l’esperta, “normalmente vengono
effettuate su un campione costituito dal
70% di uomini e appena il 30% di donne. E
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distorsione legislativa secondo cui, in
funzione dell’interesse prioritario dei figli, in
caso di proprietà comune tocca al padre
lasciare la casa, mentre, se la madre non
vanta
alcun
titolo
di
proprietà
sull’immobile,
il
giudice
non
può
“espropriare” il bene per darlo all’altro
genitore. In altre parole la debolezza
economica non viene considerata ai fini
dell’assegnazione della casa coniugale.
Per questo
servono
dosaggi mirati.
All’università nessuno te le insegna queste
cose, si imparano sul campo, con
l’esperienza,
il
passaparola,
e
l’aggiornamento sulle ultime ricerche”.
(Fonte “Il Fatto Quotidiano”)
Padri
separati
povertà, lo Stato
complice
e
è
Alla madre vanno la casa coniugale
(quando c’è), i soldi per il mantenimento
dei figli e il 50% delle spese straordinarie
(mediche, scolastiche e sportive). E, come
se non bastasse, il padre deve farsi anche
carico della rata del mutuo (metà, se non
tutta) di una casa di cui non disporrà più
fino all’indipendenza economica dei figli e
dell’affitto per una nuova abitazione in cui
poter esercitare il proprio diritto di visita.
Così la povertà è sempre in agguato. È in
questi particolari casi che lo Stato giunge in
soccorso. In tutta Italia è un fiorire
continuo di strutture di accoglienza ad hoc:
Bolzano, Milano, Rimini, Roma, Savona,
Torino, Venezia. Tra le ultime, in ordine
cronologico, Prato. “Sei un padre separato?
Lo Stato ti aiuta”. Basta uno slogan da
cavalcare in campagna elettorale, il
“giusto” contributo di soldi pubblici e una
buona dose di demagogia. E giù consensi.
Tutti a dire “bella iniziativa”, “ci voleva”,
“era ora che qualcuno li togliesse dalla
strada”.
Dettagli giuridici, certo, ma ci sarà un
motivo se più di una volta la Corte Europea
ha condannato l’Italia per non aver
garantito i diritti dei padri separati. C’è un
limite alla propaganda politica oltre il quale
sarebbe bene non andare.
Uno Stato dovrebbe scoraggiare la povertà,
non favorirla. Trovare soluzioni, non
palliativi. Basterebbe ripensare a livello
legislativo, secondo una visione più
bilanciata
dei
diritti,
una
diversa
regolamentazione della casa coniugale.
Forse, però, lo Stato non ha nulla da
guadagnarci.
(Fonte “Il Fatto Quotidiano”)
Così le case per i padri separati prendono
piede. A quelle già esistenti se ne
aggiungono di nuove e chissà quante altre
ne seguiranno. Forse una in ogni capoluogo
di provincia. Insomma minimo sforzo,
massima resa: di soldi, di consensi, di voti.
Peccato che un tetto sopra alla testa
l’avrebbero bisogno in migliaia, non
qualche sparuta decina. Ma tant’è. In fin
dei conti basta un poco di zucchero… e la
pillola va giù? Non proprio. In un Paese
civile simili strutture non dovrebbero
neppure esistere. In Italia, invece, non solo
esistono, ma addirittura proliferano per una
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Siamo alle solite ….
Si parla tanto di parità di diritti, di quote
rosa ecc. ecc. ma alla fine il risultato è
sempre lo stesso, per quanto vogliono farti
sentire importante, l'ultima parola è
sempre dell'uomo.
Tu puoi ricoprire un ruolo strategico,
coordinare anche un milione di persone ma
alla fine devi chiedere sempre l'ok a colui
che sta sopra di te e guarda caso non è mai
una donna , è un caso?
Il 31 marzo 2015 è stata firmata l'ipotesi di
accordo per il rinnovo del Contratto
Nazionale del Credito.
La Uilca ha ringraziato tutte le lavoratrici e i
lavoratori per il sostegno che hanno dato al
sindacato in questa difficile trattativa e alla
determinazione e partecipazione dimostrata
nell'ambito dei processi di mobilitazione
indetti, dimostrando che i bancari sono una
categoria coesa, che merita di essere
riconosciuta come tale attraverso un
Contratto Nazionale di settore.
Lavoro in una struttura dove sembra poi
che l'UOMO, è il Patriarca e decide cosa
fare, dire disfare e non.
La realtà del mio ufficio è che le donne che
sono al ...."potere" hanno considerazione 0,
anzi le donne che nella mia banca fanno il
direttore, lentamente sono state tolte da
questa funzione e destinate ad altro
incarico..... probabilmente perche i signori
uomini avevano paura che le colleghe
riuscivano a raggiungere obiettivi per loro
impensabili, quindi giù con richieste
assurde del tipo in 3 mesi mi apri 1000 cc
perché non mi stai facendo fare il
budget,ecc..
Riportiamo la parte di accordo che riguarda
la conciliazione dei Tempi di Vita e Lavoro.
Su questo capitolo sono stati concordati i
seguenti passaggi:
- impegno aziendale a consentire la
fruizione a ore dei permessi per l’assistenza
ai
figli
affetti
da
patologie
legate
all’apprendimento (dislessia, discalculia,
ecc…), nel massimo di 5 giorni l’anno, con
un preavviso minimo di 10 giorni;
- raddoppio dei mesi di comporto (periodo
di conservazione del posto di lavoro e
l’intero trattamento economico), in caso di
malattie oncologiche, con un massimo di 36
mesi.
Queste due acquisizioni rispondono a
precise richieste sostenute dalla Uilca e
aumentano il valore sociale del rinnovo
contrattuale.
Ma 1000 cc non li apriamo neanche in un
anno in una filiale normale e poi non
dimentichiamo che siamo una piccola banca
non una ben radicata sul territorio !!
a cura di Daniela Petri
a cura di Maria Pasini
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CAF UILCA
*dal 1° giugno ci
trasferiremo in
Via Ferruccio 4/B
Sindacato Regionale di Roma e del Lazio - Via Collina, 24
00187 – ROMA
I BASE ALLA UOVA ORMATIVA DELL’AGEZIA DELL’ETRATE PUOI RICHIEDERE
AL OSTRO CAF LA GESTIOE DEL MODELLO 730, COMPILADO LA DELEGA E COPIA
DEL DOCUMETO D’IDETITA’.
Pensate solo al reddito
alle
dichiarazioni
pensiamo noi
La documentazione va consegnata entro 20 giugno 2015
Il Mod.730 va ritirato entro il 30 Giugno
La busta paga di Luglio/Agosto va controllata per verificare
che ci sia il conguaglio fiscale relativo al 730, in caso contrario va contattato il CAF UIL (Tel 06-42012215)
Entro il 30 giugno vanno comunicate eventuali variazioni di
sostituto di imposta (es da una azienda ad un’altra o da dipendente a pensionato) o solo di indirizzo
UICO 2015
Pronto CAF UILCA
06/42012215 – 06/42012567
ISCRITTO UILCA
O ISCRITTO
730 ed UICO
** Compilato dal CAF
€ 13,00
€ ( *)
730 Precompilato
€ 5,00
€ 10,00
** Compilato dal CAF al coniuge e ed al nucleo familiare di iscritti UILCA viene applicato lo stesso tariffario
agevolato.
*Tariffa: da un minimo di € 23,50 per i redditi fino a € 15.000,00 a un massimo di 74,00 per redditi superiori a
70.000 € ( Ai clienti degli anni precedenti verrà applicato uno sconto del 10%).
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