Nessuno fa un`impresa da solo

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Nessuno fa un`impresa da solo
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BC)C)ICACxI.a[ STUDENTI IXISS
Zuckerberg: il successo? Nessuno fa un'impresa da solo
di Luca De Biase
e decisioni di MarkZuckerberg, fondatore di Facebook, hanno conseguenze per
un miliardo e 700mila persone.
Running . Zuckerbergal Colosseo
Non è sproporzionato il commento della moglie Priscilla
Chan all'incontro col Papa:
«Abbiamo discusso della nostra comune missione di aiutare chi ha bisogno». Sfere di in-
fluenza, in effetti, ormai paragonabili. «Eppure è così umile», dice uno studente della
Luiss, dove Zucksi è offerto per
un'ora di domande e risposte.
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« Nessuno
fa un'impresa da solo»
Zucker erg: «Un iprenditore si giudica dal cambiamento che porta»
di Luca De Biase
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incontro all'università è stato il
momento più pubblico della
giornataromanadiZuckerberg.
Tema ricorrente, purtroppo, il
terremoto. «Ilmodoincuigli italiani hanno reagito al disastro è un'ispirazione in
tutto il mondo» ha detto Mark. «Ma bisognadire che ultimamente l'Italia si fa notare anche perché è diventata il Paese più
aperto d'Europaper l'innovazione».
Fedele alla sua etica del miglioramento
personale, il fondatore di Facebook Mark
Zuckerberg si era dato due obiettivi per il
2oi6: studiare l'intelligenza artificiale per
imparare a costruirsi da solo un sistema
per controllare la sua casae correreunmiglio al giorno, 365 migliainunanno (aveva
dimenticato il 29 febbraio). Sulla domotica intelligente sta ancora lavorando: «Risponde alla mia voce ma non riconosce
ancora quella di mia moglie». Quanto alla
corsa, haraggiunto l'obiettivo con cinque
mesi di anticipo. E si è divertito tanto che
nonlasmettepiù. Sicché, ierimattina, con
i suoi collaboratori itali ani e l'allenatore, è
passato a tutta velocità davanti al Colosseo, prima di cominciare la sua giornata
romana. Smessalatutasi è messo ingiacca
e cravatta per vedere, appunto, il papa e
perpoi incontrare, sempre conla moglie, il
premier Matteo Renzi che gli ha regalato,
spiritosamente, una copia del "De Amicitia" di Cicerone. Il che gli deve aver fatto
una buona impressione. «Amo Roma» ha
esordito Zuck, finalmente in maglietta,
davanti agli studenti della Luiss. «Ho studiato latino». Uno studente gli chiede p erché: «Beh, non sono bravo aparlare inuna
lingua straniera. Alla high school dovevo
sceglierne una.Illatino si studia manon si
parla ...».I ragazzi sorridono.
Gli fanno domande sull'imprenditoria,
sulla vita privata, sul futuro. Sull'Italia.
«L'imprenditoria, essenzialmente, è imparare ilpiù infrettapossibile, tutto ilpos-
sibile. Un imprenditore viene giudicato
per il cambiamento che riesce a portare
nella società. Sbagliare va bene se serve a
imparare. Civuolepersistenza. Ci vuole la
pazienza e l'ascolto per adattare le proprie
idee alla risposta degli utenti. E ci vuole
unagrande squadra: nessuno faun'impresa dasolo».Laconcentrazionedelpoteree
delcontrollononè compatibileconl'innovazione: «Se dovessi decidere tutto io, Facebook si svilupperebbe troppo lentamente.Inostri ingegneri hanno lapossibilità di realizzare le innovazioni che ritengono più opportune e di provarle con un
numerolimitato diutenti.Lesoluzioni che
la comunità gradisce di più vengono poi
implementate su tutta la piattaform a».
Zuckè convinto chel'Itahasiaun ottimo
posto per fare impresa. «In Italia c'è una
quantitàdinuoveiinpresee diimprenditoriimpressionante» .Manonsoloneisettori
tradizionali. «Oggi più che mai, le buone
ideevengonoesi sviluppanounpo'dovvunquenelmondo.InEuropaè nataSpotifjy.In
Italiac'èMusixMatch diMaxCiociola».In
effetti, Zucknonvede l'ora di incontrarela
comunità degli imprenditori innovativi
italiani. Dopo gli studenti - e dopo un in-
contro conlapresidentedellaLuiss,Emma
Marcegaglia - ne vede quattordici, in una
riunione che risultalapiù lunga dellagiornata. C'è anche Daniele Calabrese, di Streamago, la soluzione pionieristica per il video in diretta su Facebook. C'è Stefano
Portu, diDoveConviene. C'è GiovanniDaprà, di MoneyFarm. È con loro che Zuck si
sente davvero a suo agio. Alberto Dalmasso, di Satispay,ne esce conl'impressione di
avereveramente fatto unariunione operativa. Intervistati al termine della riunione,
gli imprenditori riportano che Zuck ha
chiesto suggerimenti per migliorare la
piattaforma al servizio dell'impresa che
cresce. E che si è messo a disposizione per
contribuire a migliorare le regole a favore
dell'innovazione: «La regolamentazione
in Europa è un problema. Ma l'Italia è diventata il Paese più aperto d'Europa». E le
opportunitànon mancano.
Anche perché l'assetto del mercato sta
comunque cambiando, grazie all'innovazione che non cessa di spiazzare i ruoli e le
posizioni acquisite. Specializzandosi su
tecnologie di punta i diversi Paesi possono
attrarre investimenti, come Parigi nell'intelligenza artificiale. Gli italiani ci sono riusciti con l e tecnologie per l'auto che si guida
da sola, a Parma, grazie al team di Alberto
Broggi, non a caso emerso in un distretto
dell'automobile straordinario. E le frontiere ulteriori nonmancano: «Larealtàvirtuale, per esempio, saràuna tecnologia profondamente sociale» prevede Zuck. «Quando
comunichiamo con il telefono ci immaginiamo di esserevicini al nostro interlocutore. Con larealtàvirtuale ci sembra di essere
proprio con lui». Suggerisce, Zuckerberg,
cheinquelsettorec'èmoltodafareec'è spazio per creare grandi successi. I ragazzi si
trovanobene conuno così. E sisentono incitati a perseguire le loro idee con passione e
ragionevolezza da una persona che non ha
poi così tanti anni più di loro. Per una volta
ascoltano qualcuno che pensache il loro futuro si possa costruire anche in Italia.
Q RIVRO DD 7 A NERISE RVATA