Procedura - Barbieri Sara [modalità compatibilità]
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Procedura - Barbieri Sara [modalità compatibilità]
PROCEDURA DI “PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLE LESIONI DA PRESSIONE” Sara Barbieri – Inf. Area chirurgica Argomenti trattati: PREVENZIONE REGOLE DA RISPETTARE VALUTAZIONE DEL RISCHIO INDICAZIONI GENERALI PREVENZIONE IN SALA OPERATORIA SUPERFICI ANTIDECUBITO CURA DELLA CUTE E NORME IGIENICHE MOVIMENTAZIONE E MOBILIZZAZIONE COME VALUTARE UNA LESIONE CUTANEA DETERSIONE PREVENZIONE Prevede: Una corretta valutazione e presa in carico multidisciplinare della persona Individuazione di patologie che possono favorire l'insorgenza di una lesione o rallentarne la guarigione Valutazione dell'apporto nutrizionale: deficit nutrizionali correlati ad ipoalbuminemia e ipoproteninemia – fattori causali – eventuale supporto alimentare (incremento dell'alimentazione ed ev. introduzione di NPT o NET) Valutazione psicosociale determinare la comprensione e l'adesione al trattamento (coinvolgimento dei caregiver e dove necessario, dell'aiuto di psicologi) VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il rischio di lesioni da pressione deve essere valutato: All'ingresso Tutte le volte che le condizioni della persona assistita si modificano Ogni 7 giorni Alla dimissione Per farlo si utilizza la SCALA DI BRADEN, che deve essere però integrata con l'esperienza ed il giudizio clinico dei professionisti PREVENZIONE IN SALA OPERATORIA FATTORI DI RISCHIO: Durata e tipologia di intervento Posizione del paziente e conseguenti frizione, taglio e attrito Dispositivi di posizionamento e riscaldamento Uso di farmaci per la sedazione e l'anestesia Ipotensione ed alterazione emodinamiche Fuoriuscita di liquidi corporei o di lavaggio che non possono essere prontamente rimossi NB!! TUTTI i soggetti sottoposti ad intervento chirurgico di durata superiore alle 4 ore, sono a rischio di lesione. E' necessario quindi prendere in considerazione l'uso di una superficie antidecubito intra-operatoria e in reparto al termine dell'intervento CURA DELLA CUTE E NORME IGIENICHE E' fondamentale: Ispezionare la cute ad intervalli regolari (soprattutto le prominenze ossee) e documentare il risultato. Assicurare l'igiene quotidiana (utilizzando acqua tiepida, evitando l'uso di prodotti agressivi, asciugando bene la cute tamponando e applicando creme emollienti) Gestire la continenza: ridurre l'esposizione della cute all'umidità utilizzando prodotti atti a ridurre l'incontinenza (condom) arrivando se necessario alla cateterizzazione. Importante effettuare un'igiene tempestiva dopo ogni evacuazione e se presente una lesione, proteggerla con medicazioni impermeabili DA EVITARE: - prodotti a base alcolica - massaggio delle prominenze ossee - massaggi profondi che possono causare lo scollamento dei tessuti - abuso di pannoloni, strisce assorbenti, tele cerate e materiali impermeabili, biancheria sintetica MOVIMENTAZIONE E MOBILIZZAZIONE Occorre strutturare un piano di mobilizzazione per tutte le persone a rischio, dove è necessario ridurre il TEMPO DI ESPOSIZIONE e la QUANTITA' DI PRESSIONE a cui l'individuo è sottoposto E' necessario prendere in considerazione: Le condizioni cliniche della persona Il livello di attività e mobilità Le superfici in uso REGOLE DA RISPETTARE Stilare un programma di mobilizzazione personalizzato Posizionare la persona al fine di garantire la distribuzione della pressione Ridurre le forze di frizione/taglio, sollevando e non trascinando la persona durante la mobilizzazione Alternare la posizione della persona evitando però posture che aumentano la pressione come quella laterale con inclinazione a 90° (mantenere i 30°) o quella semi-seduta Utilizzare dispositivi che diminuiscono la pressione sulle prominenze ossee (cuscini, materiali in gel o in schiuma, materassi antidecubito...) Utilizzare ausili per la mobilizzazione come sollevatori, trapezi, lenzuola/traverse Incentivare il recupero ed il mantenimento dell'autonomia Ricordarsi che la mobilizzazione aumenta il comfort, la dignità e la capacità funzionale della persona assistita SUPERFICI ANTIDECUBITO Permettono di alleviare la pressione nelle aree sottoposte a carico, favorendo un migliore afflusso ematico. Per la scelta della superficie, esistono dei criteri generali indicati dalle linee guida australiane: Durevolezza Comfort dell'assistito L'altezza complessiva deve adattarsi alle prominenze ossee senza opporre resistenza Permette l'immersione della persona senza che questa tocchi la base del letto Deve possedere un rivestimento impermeabile, antibatterico e che abbia proprietà che riducano frizione, taglio, umidità e temperatura TIPI DI SUPERFICI ANTIDECUBITO: - A PRESSIONE ALTERNATA: costituiti da diversi segmenti che gonfiano e si sgonfiano in alternanza, garantendo un cambio continuo delle zone in appoggio. INDICATI in pazienti ad alto rischio o con presenza di lesioni CONTROINDICATI in caso di fratture non stabilizzate, in presenza di trazione trans-scheletrica o cervicale VANTAGGI: i risultati ottenuti con questo supporto sono più incoraggianti rispetto a quelli dei supporti statici ed esiste una convenienza economica. Utilizzabili anche da persone con un alto peso corporeo. SVANTAGGI: i rivestimenti del materasso che aderiscono alla biancheria del letto, producono “l'effetto amaca” e possono creare una sensazione di discomfort. - A CESSIONE D'ARIA: composto da una serie di cuscini connessi gonfiati costantemente da una pompa. INDICATI in caso di drenaggi non contenuti o presenza di incontinenza urinaria non controllata, perché il tessuto poroso di questi dispositivi permette un continuo afflusso d'aria secca tra la superficie di appoggio ed il corpo del paziente, impedendo la formazione di umidità eccessiva CONTROINDICATI in caso di instabilità spinale o in presenza di trazioni cervicali VANTAGGI: disponibilità immediata, basso costo di manutenzione, lavabili e sterilizzabili, hanno un tessuto liscio che riduce l'attrito SVATAGGI: possono causare un aumento della temperatura ambientale, il sistema del motore può risultare rumoroso, non supportano persone con obesità di grado elevato, possono causare disidratazione cutanea, il paziente spesso tende a scivolare verso i piedi del letto COME VALUTARE UNA LESIONE CUTANEA CARATTERISTICHE QUALITATIVE: (es. essudato, fibrina, caratteristiche dei tessuti presenti...) CARATTERISTICHE QUANTITATIVE: (larghezza, profondità, lunghezza) I dati raccolti devono essere poi contestualizzati nel processo assistenziale della persona, e la valutazione permetterà quindi di: Stabilire le cause della lesione Identificare fattori intrinseci ed estrinseci che interferiscono od ostacolano il processo di guarigione Documentare la tipologia delle lesioni al momento dell'osservazione (localizzazione, descrizione, stadio, dimensione, ed ev. presenza di aree necrotiche, di granulazione ecc...) Monitorarne l'andamento Valutare l'efficacia del trattamento Una lesione dovrebbe essere valutata: - all'ingresso - almeno 1 volta a settimana - tutte le volte che le condizioni cliniche della persona si modificano Una lesione detersa dovrebbe mostrare segni di guarigione entro le prime 2 – 4 settimane di trattamento. Se non ci sono miglioramenti, occorre rivalutare il trattamento. IMPORTANTE valutare la cute PERILESIONALE (entro 4 cm dai margini della lesione): può dare informazioni utili su eziologia della lesione, eventuali complicazioni, effetti del trattamento locale. Esempi: Se intorno alla lesione compare eritema caldo e dolente → possibile infezione Eritema modesto → possibile reazione allergica Nella fase di trattamento la cute perilesionale dev'essere protetta con prodotti tipo vaselina bianca o ossido di zinco. IL LETTO DELLA LESIONE: si osserva il colore ed il tipo di tessuto presente. Il tessuto può essere vitale (colore rosso o rosa) o non vitale (colore giallo o nero) TESSUTO NON VITALE: NECROSI: è data dalla morte tissutale. La superficie si ricopre di uno strato di tessuto devitalizzato che tende a disperdere l'umidità. Man mano che la disidratazione aumenta il colore diventa più scuro e la cute si indurisce. Il tessuto necrotico ritarda il processo di guarigione e deve essere rimosso. SLOUGH: è un indicatore di infiammazione della lesione. Si presenta come una patina inspessita e compatta ma filamentosa o a stralci, di colore dal biancastro al giallo crema ESCARA: tessuto necrotico che indica la distruzione dei tessuti a tutto spessore. Si parla di escara stabile, quando si presenta di colore nero intenso o marrone e la cute perilesionale non risulta indurita o fluttuante (tipica di lesioni ischemiche di arti e tallone). L'escara instabile appare molliccia e spugnosa con perdite purulente. La cute perilesionale appare infiammata, edematosa e dolorante. TESSUTO VITALE: GRANULAZIONE: tessuto molto vascolarizzato di colore rosa scuro o rosso. Ha un aspetto tipicamente a bottoncini, al tocco è compatta, non dolorosa e poco sanguinante • L'ESSUDATO: è di varie tipologie: sieroso (trasparente e inodore), siero-ematico (rosato), sanguigno (rosso). L'essudato sieroso o siero-ematico appaiono nella fase proliferativa del processo di guarigione. Al contrario, un essudato denso e torbido è sintomo di un'infezione in atto. Il colore può indicare il patogeno responsabile (esempio: colore blu/verdastro → tipico dello Pseudomonas Aeruginosa, colore giallo ambra → tipico dello Stafilococco Aureus) • ODORE: una lesione sana non ha cattivi odori, quindi se presenti possono indicare un'infezione in atto. Va però ricordato che alcune medicazioni posso influire sull'odore (esempio: idrocolloidi o idrogel possono provocare odore acre e pungente). Per questo è importante valutare l'odore solo dopo la detersione. • DETERSIONE Per detersione si intende la pulizia del letto della lesione con l'utilizzo di liquidi non antisettici, allo scopo di facilitare la rimozione di essudato, residui e contaminati. L'obiettivo è quello di creare le condizioni ottimali per il processo di guarigione e diluire la carica batterica. NB!! La detersione non deve essere confusa con l'antisepsi: quest'ultima distrugge o inibisce la moltiplicazione dei microrganismi. Sono due operazioni distinte e una non sostituisce l'altra. Per un'adeguata detersione si raccomanda di: Detergere la lesione all'inizio del trattamento e ad ogni cambio medicazione Applicare un'adeguata forza idraulica durante la detersione utilizzando garze, panni o spugne, in modo da poter vincere le forze adesive che fanno aderire batteri al letto della ferita. Non utilizzare detergenti cutanei o antisettici Consigliato l'uso di fisiologica o ringer che risultano neutri a contatto con la lesione Appropriato il getto della doccia Se presente INFEZIONE, dopo la detersione, occorre prendere in considerazione l'antisepsi. Gli antisettici raccomandati sono: Clorexidina in soluzione acquosa alla concentrazione dello 0,05% Iodiopovidone su base acquosa Soluzione contentente Biguanidi L'antisettico deve essere lasciato asciugare dopo l'applicazione affinché possa espletare la sua azione. Al termine va rimosso con fisiologica prima della medicazione. Meglio non utilizzare soluzioni colorate. GRAZIE PER L'ATTENZIONE!