Seconda lezione - E
Transcript
Seconda lezione - E
Corso di Pedagogia e Didattica speciale Percorso Abilitante Speciale Lezione 2 sabato 26 aprile 2014 ore 14.30-17.00 Viviana Vinci Università degli Studi di Bari [email protected] • Antichità: domina il bisogno di sopravvivenza e il pregiudizio; i figli deformi vengono eliminati; il mostro è la prova della collera divina • Periodo umanitario (1600): domina la pietà cristiana; il disabile è tollerato ma ai margini; assistenzialismo filantropico e/o sanitario; ospizi e case di internamento; proposta rivoluzionaria di Comenio • Periodo scientifico (1800): nuova sensibilità per i disabili e attenzione all’infanzia; si affermano nuove discipline biomediche; iniziative caritatevoli. La nascita della PS sospesa tra educazione e cura medica • Periodo pedagogico (dal 1900 in poi): obbligo scolastico; scuole di formazione per insegnanti specializzati; integrazione nelle scuole comuni. Il quadro storico-culturale in cui nasce la Pedagogia Speciale • A cavallo tra Sette e Ottocento, emerge un nuovo paradigma della ‘curabilità’ nell’approccio alla follia e alle malattie mentali che supera la logica vigente dell’internamento e della segregazione • Orizzonte di una nuova uguaglianza => influenza dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese: apertura all’altro, alle differenze dell’altro, all’alterità, • Interesse quasi morboso di filosofi e medici nei confronti dei disabili sensoriali e dei “selvaggi” non privo di contraddizioni: per un verso, volontà di studiare e capire la diversità come tale, per altro verso un impegno ad annullare le diversità e a ricondurla in un ambito di accettata normalità • È in questo contesto che sorgono le Maison de traitement – una sorta di anticipazione dei futuri manicomi – il cui scopo fondamentale è appunto quello di curare le malattie mentali. Philippe Pinel (1745-1826) Psichiatra francese che ha riorganizzato le istituzioni psichiatriche in Francia. Caratteri della sua RIFORMA (con l’allievo J.E. Esquirol): - Osservazione come metodo per “entrare nella mente” del paziente - Nozione di follia come incidente e alterazione delle passioni - Passioni come fattore genetico e causa dell’alienazione mentale Merito: riducendo la follia ad un momento di diversa economia delle passioni, ne viene affermata la curabilità e guaribilità (a differenza dell’idiozia, ritenuta impossibile da curare). J.E. Esquirol Definisce l’IDIOZIA come stato in cui le facoltà non si sono sviluppate abbastanza, non si sono mai manifestate o hanno subito un vero e proprio arresto (impossibile da curare); => distinzione rispetto alla FOLLIA: distorsione anche nelle funzione affettive (dolore profondo, lutto, esperienza lacerante) Il celebre caso del «ragazzo selvaggio» dell’Aveyron e le intuizioni di Jean-Marc Gaspard Itard (1774-1838) Dopo essere stato catturato una prima volta, sul finire del secolo XVIII, nelle foreste del Tarn e sfuggito poco dopo alla segregazione, questo preadolescente inselvatichito, di circa dodici anni, al quale più tardi sarà dato il nome di Victor, fu nuovamente catturato, nel 1799, nelle foreste dell’Aveyron e condotto a Parigi. Il suo caso suscitò un’enorme curiosità nell’opinione pubblica e tra gli intellettuali. • Al momento della cattura Victor presentava tutte le caratteristiche di quello che il celebre naturalista Linneo aveva classificato come Homo ferus: facies scimmiesca, assenza di linguaggio articolato, deambulazione quadrupede. • Victor presentava cicatrici e ferite su tutto il corpo, dormiva per terra, si nutriva e agiva come un animale selvaggio, mostrava di preferire cibi crudi e leccava qualsiasi liquido gli si offrisse da bere. Le intemperie atmosferiche lo rendevano felice; rifiutava di indossare abiti e si mostrava refrattario ad ogni forma di comportamento civile. • Victor fu ricoverato all’Institut pour les sourds et muets di Parigi e affidato al medico e fondatore della moderna psichiatria Philippe Pinel. Dopo una fase di osservazione del ragazzo selvaggio, Pinel, nel suo Rapporto (29 dicembre 1800), aveva formulato una specifica diagnosi medica: Victor, a suo avviso, presentava forti disturbi psichici dovuti a lesioni cerebrali e un evidente deficit per quanto riguardava le funzioni sensoriali. Egli appariva di conseguenza incapace di formulare un’idea, di conferire significato alle cose, di stabilire connessioni anche elementari: si trattava di un idiota, impossibile da educare. Dal Rapporto di Pinel... «Incapace di attenzione, ad eccezione per gli oggetti dei suoi bisogni, e conseguentemente incapace di tutte quelle operazioni della mente che essa comporta – ... –, sprovvisto di memoria, di giudizio, di attitudine all’imitazione. Sprovvisto di qualsiasi mezzo di comunicazione. Insensibile a qualsiasi specie di sentimento morale […]. In una parola sola, una vita puramente animale […]. Tutto annuncia che questo ragazzo è assai poco suscettibile di affezionarsi anche alle persone che gli rendono dei buoni servigi. Noi abbiamo dunque i più alti gradi di probabilità per pensare che il ragazzo dell’Aveyron deve essere assimilato ai ragazzi o agli adulti ridotti a uno stato di demenza o di idiotismo». A detta di Pinel non la società, non l’ambiente avevano posto Victor nelle condizioni in cui si trovava, ma la natura stessa: un’insufficienza o un deficit organico erano all’origine del suo stato intellettivo e affettivo. Egli considerava impossibile migliorare le condizioni di Victor, il cui comportamento era ascrivibile tra quelli dei soggetti affetti da idiotismo Sul finire del 1800, ad occuparsi di Victor subentrerà un giovane medico J.-M. G. Itard, le cui ipotesi in ordine allo stato di salute e alle stesse possibilità di recupero del ragazzo selvaggio dell’Aveyron si discostano radicalmente da quelle di Pinel. Jean-Marc Gaspard Itard (1774-1838) • Itard è convinto che Victor non sia un malato mentale o un idiota, bensì un soggetto costituzionalmente sano, ma affetto da un grave ritardo sia sul piano cognitivo sia su quello affettivo, in virtù delle condizioni di isolamento e di abbandono nelle quali si è trovato a dover crescere. Attenzione: Itard non mette in discussione la tesi di Pinel, secondo cui un idiota non poteva essere educato. • Itard negava che Victor fosse affetto da idiotismo. A suo avviso, Victor «Non era tanto un adolescente colpito da imbecillità, quanto un bambino di dieci o dodici mesi», la cui particolare condizione dipendeva dall’avere «abitudini antisociali, una testarda disattenzione, organi poco sviluppati e una sensibilità accidentalmente ottusa», a causa delle particolari condizioni nelle quali si era trovato a vivere. I due Rapporti su Victor di Itard • 1801 - Sull’educazione di un uomo selvaggio, ovvero sui primi sviluppi fisici e morali del giovane ‘selvaggio’ dell’Aveyron. • 1807 - Rapporto fatto a Sua Eccellenza il Ministro degli Interni a proposito dei numerosi miglioramenti e dello stato attuale del ‘selvaggio’ dell’Aveyron. Metodo educativo di Itard descritto nel primo Mémoire • Assegnare il nome “Victor” come segno di riconoscimento e di inserimento nel mondo • Stimolare la sensibilità nervosa • Provocare nuovi bisogni come quelli relazionali • Promuovere l’uso della parola • Sviluppare qualche operazione intellettuale partendo dalla realtà concreta • Far evolvere una personalità la cui maturazione affettiva ed intellettuale è stata interrotta • Stimolare le competenze intellettive e le capacità personali (non solo ricondurre alla vita sociale) Il processo di socializzazione e la governante di Victor M.me Guérin descritti nel secondo Mémoire • M.me Guérin è la governante che accompagna Victor e vive con lui: è una figura materna che lo accudisce, lo cura, lo protegge, lo osserva, stabilisce con lui un profondo legame di affetto • Umanizza la relazione educativa e riesce dove Itard fallisce: i risultati conseguiti da Itard con Victor furono modesti sotto il profilo del linguaggio e il limitato successo delle poche parole che pronuncia è attribuibile a M.me Guerin • Successo dell’educazione emozionale ed affettiva, dei momenti quotidiani (non artificiosi o creati ad hoc) all’insegna della interazione e reciprocità: l’educazione supera la medicalizzazione perché, a partire dall’accettazione del deficit, mira intenzionalmente a produrre qualche cambiamento educativo E. Séguin (1812-1880) Discepolo di Itard, Séguin opererà prima a Parigi e poi negli Stati Uniti. Fu uno dei padri della pedagogia ortofrenica e promotore di istituzioni speciali per insufficienti mentali. Séguin definirà il suo intervento nei riguardi dei soggetti caratterizzati da insufficienza mentale educazione fisiologica: un’educazione, a base fisiologica e neuronale, che abbia il suo punto di partenza nella attivazione delle capacità sensoriali. Séguin distingue l’idiozia dalla follia. “L’idiozia non è una malattia; è uno stato nel quale le facoltà dell’intelletto non si sono mai manifestate o non si sono potute sviluppare sufficientemente”. L’idiozia è recuperabile attraverso l’educazione fisiologica => polemiche e contrasti con medici e psichiatri del suo tempo • 1839: fonda la prima scuola per l’educazione integrale dei ritardati per i quali progetta una strabiliante varietà di giochi educativi finalizzati a provocare un apprendimento fondato sulle sensazioni => Avvio di una forma, anche se limitata, di integrazione sociale degli insufficienti mentali e di primi materiali didattici speciali Chiamato nel biennio 1846-1847 ad operare presso L’Ospizio degli Incurabili di Parigi (fondato nel 1632 e destinato ad accogliere gli indigenti affetti da malattie incurabili, fra i quali idioti, insufficienti mentali lievi, ciechi, paralitici ecc.), Séguin introdusse una distinzione fra: • i ricoverati di cui non era dato supporre un possibile sviluppo intellettuale e che destinava ad un semplice percorso di addestramento al lavoro manuale • e i ricoverati – soprattutto i più giovani e con limitazioni meno gravi – per i quali era possibile introdurre un vero e proprio percorso di educazione intellettuale e di alfabetizzazione. • L’idiozia non è una malattia: è necessario ripristinare l’equilibrio delle risorse residue “regolarizzare l’uso dei sensi, moltiplicare le nozioni, sviluppare le idee, i desideri, le passioni di creature che, lasciate a se stesse, rimarrebbero senza legame, senza rapporto con il mondo esterno, resterebbero idioti: è una questione di dinamica vitale” Necessità di impegnare il soggetto nell’attività, nella relazione attiva che spinge all’uso della volontà. Attenzione per l’educazione globale e per il recupero totale: Séguin era stato a lungo educatore, prima di diventare un medico. Progetto educativo di Séguin Si fonda su 3 tempi o fasi: • Fissazione: attraverso una ripetizione variata, l’allievo assimila un nuovo elemento; importanza dell’allenamento sistematico attraverso manipolazione concreta della realtà e coordinazione di nozione e gesti • Riconoscimento: decodificazione di una risposta attraverso la sua individuazione tra le altre possibili; • Evocazione: evocare una parola anche in assenza dell’oggetto stesso e della persona che la propone (fase più difficile) Metodo che procede dal noto all’ignoto, dal semplice al complesso, dal concreto all’astratto. Sviluppo della intelligenza, della volontà e del sentimento attraverso la socievolezza e l’esercizio della dimensione ludica e sensoriale. • Attenzione al contesto e ai percorsi, educazione attraverso i sensi, educazione integrale e non settoriale, apprendimento attraverso il gruppo, nella collettività. • Consegna innovativa e attualissima fatta di genitori e agli educatori: tenere un journal, un diario con cui controllare l’evoluzione del processo educativo per poterlo analizzare e discutere • Illimitata fiducia nell’educabilità umana e nella dimensione educativa, più che in quella medica Maria Montessori (1870-1952): influenze di Itard e, in particolare, di Séguin Valorizza l’educazione sensoriale (forma, colori, suoni), attuata secondo una metodologia studiata accuratamente. Riprende la proposta di Séguin: il superamento (andare oltre) della diagnosi medica, senza eluderla, puntando sull’educazione come forma di recupero parziale o totale degli effetti e delle conseguenze dell’insufficienza mentale. Anche per la Montessori, come per Séguin, l’educazione dei sensi è legata alla produzione di idee, allarga il campo della percezione e fornisce una solida base allo sviluppo dell’intelligenza. • Prima donna medico laureata in Italia con massimo dei voti, lavora presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Roma; si laurea successivamente in Lettere e Filosofia e ottiene l’incarico di docenza per il corso di Antropologia pedagogica • Forte polemica nei confronti della pedagogia scientifica del tempo centrata sull’antropometria e sulla psicometria; valorizzazione dell’educazione sensoriale e modificatrice, della manualità, dell’apprendimento che viene dalla natura • 1907: apre la prima scuola sperimentale “Casa dei Bambini” nel quartiere San Lorenzo a Roma (la novità sta nel collocarla all’interno degli abitati dalle famiglie indigenti dei bimbi): interesse per le situazioni socialmente svantaggiate e/o legate ai minori anche privi di deficit sensoriali o intellettivi Metodo Montessori • Dimensione umanizzante, fondata sulla volontà (della persona con deficit) di ri-appropriarsi di se stesso, di divenire protagonista delle proprie azioni (anche solo rimanere in piedi, con grande fatica, anziché disteso): significato morale • Spinta alla autonomia e “fare invisibile” dell’insegnante (utilizzo di un ricchissimo materiale didattico). Avviene in 3 tempi: 1) Associazione percezione-nome: si presenta l’oggetto, lo si fa toccare, se ne pronuncia il nome con chiarezza e semplicità 2) Riconoscimento dell’oggetto associato al nome, senza aiuto da parte dell’insegnante 3) Ricordo del nome corrispondente all’oggetto (fase difficile) Applicazione del metodo anche ai bambini normali e creazione di materiali che stimolano l’apprendimento, poco elaborati Ricapitolando... Alcune tappe pedagogiche fondamentali • 1600-1700: segregazione, internamento • 1793:Ph. Pinel libera dalle catene i folli nell’internato di Bicetre. • 1799: viene trovato il “selvaggio” che Itard tenta di educare. • 1818: J.E. Esquirol conia il termine “idiozia” per indicare un target di soggetti con deficit irrecuperabile • 1846: E. Séguin pubblica il I trattato sui bisogni dei bambini disabili • 1907: Maria Montessori apre la prima scuola sperimentale “Casa dei Bambini” • 1912: Montessori pubblica il suo metodo. Per approfondire i cenni storici della pedagogia speciale R. Caldin Populin (2001). Introduzione alla pedagogia speciale. Padova: Cleup. Capitolo I La nascita della pedagogia speciale: brevi riferimenti storici (pp. 17-57) Grazie per l’attenzione!