scheda di sala - Teatro Comunale di Monfalcone

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scheda di sala - Teatro Comunale di Monfalcone
‘900&oltre
GIUSEPPE ANDALORO pianoforte
Girolamo Frescobaldi (1583-1643)
Partita sopra l’aria di Follia
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Ciaccona dalla II Partita in re minore BWV 1004
per violino solo
(trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni)
Olivier Messiaen (1902-1992)
da Otto Preludi
1. La colombe (La colomba)
6. Cloches d’angoisses et larmes d’adieu
(Campane d’angoscia e lacrime d’addio)
8. Un reflet dans le vent (Un riflesso nel vento)
*****
Igor Stravinskij (1882-1945)
Tango
Béla Bartók (1881-1945)
Suite op. 14
Allegretto – Scherzo – Allegro molto – Sostenuto
György Ligeti (1923-2006)
Capriccio n. 1
Allegretto capriccioso
Capriccio n. 2
Allegro robusto
Nikolai Kapustin (1937)
da Otto Studi da concerto op. 40
n. 1 in do maggiore “Prelude”
n. 2 in la bemolle maggiore “Reverie”
n. 3 in mi minore “Toccatina”
n. 8 in fa minore “Finale”
L’interprete
Giuseppe Andaloro (Palermo, classe 1982) - Premio Busoni
- è uno dei giovani interpreti più apprezzati dalla critica
internazionale. Si è formato al Conservatorio di Milano e
perfezionato al Mozarteum di Salisburgo.
Primo premio all’”Hong Kong International Piano
Competition 2011” (Vladimir Ashkenazy presidente della
giuria), al Concorso Internazionale “Ferruccio Busoni” di
Bolzano 2005, al “World London 2002” e precedentemente
al “Porto” (Portogallo), al “Sendai” (Giappone), al “Rabat”,
all’”Alfredo Casella” di Napoli, e al “Premio Venezia”.
Solista presso famose sale da concerto - Salzburg Großer
Saal, Parigi Salle Gaveau, Londra Royal Festival Hall, Tokyo
Sumida Symphony Hall, Singapore Esplanade Auditorium –
e presso rinomati festival – Ruhr Klavier, Salzburg FestSpiel,
Due Mondi di Spoleto, George Enescu di Bucarest, Morelia,
Brescia e Bergamo, Chopin Duszniki Zdrój in Polonia,
Andaloro ha suonato anche per emittenti radio specializzate
come NHK-BS Tokyo, BBC Radio3 Londra, Radio France
Musique, Radio Tre Rai, Amadeus di Buenos Aires, Classic
FM Radio Allegro Johannesburg, RTSI Radio Svizzera, Rai
Radio3 Italia, SWR2 Deutsche Radio.
Fra le altre, ha collaborato con orchestre come London
Philharmonic, NHK Symphony Tokyo, Singapore Symphony,
Philharmonische Camerata Berlin, London Mozart Players,
San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo; fra i direttori
Vladimir Ashkenazy, Gianandrea Noseda, Andrew Parrott,
Julian Kovatchev, Tomasz Bugaj; fra gli artisti Sarah Chang,
Giovanni Sollima, Sergej Krylov, John Malkovich, Tatsuo
Nishie (con il quale ha inciso numerosi Cd per l’etichetta
giapponese Fontec).
Molte le incisioni a suo credito, tra cui Mephisto Valzer e
altri brani di Liszt per Naxos e il recente Cd Cruel Beauty per
Sony International.
Tiene masterclasses nei conservatori italiani e presso le
migliori accademie di tutto il mondo ed è già membro di
giuria nei prestigiosi concorsi “Casagrande” di Terni, “Rabat
Grand Prix”, “Trieste Premio delle Arti”. Nel 2005 è stato
premiato per meriti artistici dal Ministero per i Beni e le
Attività Culturali; gli sono stati inoltre assegnati il premio
“Elio Vittorini” per la musica (2009) e il premio “Nino
Carloni” come giovane esecutore (2012).
Note al programma
La Folia era originariamente una vivace danza popolare in
tre tempi, di origine portoghese, di cui abbiamo numerose
testimonianze già a partire dalla fine del XV secolo nella
penisola iberica. Le prime strutture della Folia appaiono già
nel celebre Cancionero de Palacio d’inizio Cinquecento, e
il grande e ininterrotto successo di questa forma nei secoli
successivi è testimoniato dalle infinite variazioni: dopo
Frescobaldi anche Vivaldi, Scarlatti, C.P.E. Bach, fino a
Liszt a Rachmaninov; sono tantissimi gli autori che hanno
“giocato” sul tema portoghese. La Partita sopra l’aria
di Follia di Frescobaldi proviene da un caposaldo della
letteratura musicale per tastiera, il Primo libro di toccate
d’intavolatura di cimbalo. La prima edizione è datata
14 dicembre 1614 e ha visto cinque pubblicazioni, fino
all’ultima del 1637, che contiene la “summa” della letteratura
per tastiera dell’età barocca. Pochi anni prima di Frescobaldi
anche Ascanio Mayone e Giovanni Maria Trabaci, insieme
ad altri autori della Scuola Napoletana, avevano sfruttato il
tema popolare della “follia”, ma con Frescobaldi il livello
di elaborazione si fa supremo: la ricchezza dello studio
armonico, la brillantezza dei ritmi puntati di danza, la
cantabilità indimenticabile, la maestria nel risalto dei colori
dello strumento rendono le improvvisazioni del maestro
ferrarese un unicum del suo tempo.
Il viaggio nella storia della musica per tastiera prosegue
con un’altra pagina che della danza riprende la brillantezza
e il ritmo: la Ciaccona della Seconda Partita in re
minore per violino di Bach, qui trascritta per pianoforte
da Ferruccio Busoni. La Partita fa parte di una serie di
sei brani per violino solo (tre partite e tre sonate) cui si
è sempre riconosciuto un carattere rivoluzionario per la
novità della scrittura e per la ricchezza della polifonia che
viene esibita ad ogni battuta. In particolare la Ciaccona
(pagina trascritta per pianoforte già anche da Brahms, per
sola mano sinistra) è in assoluto la sezione più travolgente
e virtuosistica della Seconda Partita, un “monumento alla
variazione, nella quale il violino si lancia in continua sfida
con i propri limiti” e restituisce al basso ostinato creato
da Bach una potenza ancora inaudita per lo strumento. Da
qui l’interesse di Busoni di portare sulla tastiera le varietà
cromatiche e armoniche: l’intento (non scevro da influenza
lisztiana) è la valorizzazione “orizzontale” del testo
originario, l’esplicitazione enfatica della struttura polifonica
e armonica della partitura bachiana. Un’operazione nobile
quella di Busoni, coerente con l’originale e senza forzature,
che non manca però di sottolineare – con le vaste ampiezze
dello spettro sonoro e le variazioni portate al limite
dell’esasperazione – una solida impronta espressiva già
novecentesca.
Il giovane Olivier Messiaen compone nel 1929 gli Otto
preludi, non celando l’influenza debussyana tanto nella scelta
della forma quanto nelle indicazioni evocative prestate a
ciascuno dei titoli. E anche più profondamente l’influenza del
predecessore si fa concreta nell’ambiguità delle connotazioni
armoniche e nella timbrica pianistica. Eppure, nonostante la
giovane età, sono già molti gli spunti che da qui si faranno
concreti nella poetica matura dell’autore: il paesaggio
spirituale, che nel tardo Messiaen si fa vasto, abbacinante e
denso, dà già segno di sé in questa prima opera riconosciuta
“degna” dallo stesso autore: accenni al misticismo,
un’intimità toccante, la presenza di una costante luminosità
sonora fatta di scintillii, suoni dal colore lucido e mistico
sono già in nuce, proiettati verso il sofferto capolavoro di Vint
regards sul l’enfant Jesus, summa dell’autore e terminato
nell’anno della morte (1992).
NUOVI
STRUMENTI
I
DI VISIONE
PROGRAMMA
Mercoledì 4 dicembre 2013 ore 20.45
Tango è la prima pagina “americana” di Igor Stravinskij,
appena giunto a New York e portato alla composizione dalla
necessità economica: eppure non mancano lo spirito e la
ricerca d’originalità, che portano il Tango stravinskijano
del 1940 lontano dall’ideale sudamericano. Cambia la base
ritmica che sposta l’accento su un movimento diverso da
quello originale, rovesciando completamente l’atmosfera
originaria a favore di un fascino insolitamente esotico. Il
successo di questa pagina è confermato dalle numerose
riprese per diversi organici, in primis quella orchestrale (di
Felix Guenther) prestata alla bacchetta di Benny Goodman
nel 1941.
È una delle testimonianze più decisive della grandezza di
Bartók, la sua Suite op. 14, scritta nel 1916, pubblicata
due anni dopo da Universal ed eseguita per la prima volta
dallo stesso autore a Budapest nel 1919: qui il valore delle
ricerche etnomusicologiche e storiche sulle abitudini popolari
dell’Ungheria (e in genere di tutta l’Europa centrale) sono
trasposte in quel “folklore immaginario” tanto geniale
da divenire un linguaggio musicale del tutto nuovo, che
TEATRO
della sostanza e dello spirito popolare ha fatto proprie le
COMUNALE
espressioni più vere. Ambienti
modali e scale ancor più
DI
MONFALCONE
primitive, influenze arabe e orientali, ritmi asimmetrici
e dinamiche MUSICA
liquide o scazonti:
così Bartók rilegge e dà
2013-2014
nuovo fondamento alle melodie popolari, plasmandole in
Ligeti è allievo di Sándor Veress al Conservatorio di
Budapest quando compone i due Capricci (1947): pagine
brevi e nitide, lasciano trapelare le influenze bartokiane,
fatte proprie da uno stile già asciutto e moderno. Il primo
numero è costruito in modo analitico sull’elaborazione di una
serie di brevissimi temi; il secondo ha un vertiginoso ritmo
propulsivo che spinge in avanti gli accenti irregolari “in stile
bulgaro”.
L’ucraino Nikolai Kapustin negli anni Cinquanta e
Sessanta divenne un riferimento nell’ambiente jazz per il
suo pianismo virtuoso ed espressivo (suo assoluto mentore:
Oscar Peterson). Nei suoi Otto Studi da concerto Kapustin
guarda alla tradizione classica delle forme pianistiche con
esuberanza e grande energia propulsiva e l’improvvisazione
è la chiave di lettura del suo linguaggio. L’attitudine tutta
jazzistica di improvvisare (pur su delle regole ben precise)
si trasfigura nella penna di Kapustin in una rilettura
libera e circostanziata di ogni cellula musicale. Al centro
dell’attenzione dell’autore è sempre la ricerca del colore
espressivo, del particolare “mood” di un fraseggio o di un
periodo musicale.
Gli Studi sono otto piccole “fotografie d’autore” in miniatura,
dove a fronte di una solida coerenza interna e di una
consequenzialità delle sezioni, anche una lettura episodica
si rende funzionale alle più diverse interpretazioni. Dopo il
Prèlude iniziale, di tono abbandonato e struggente, Rêverie
ha un esordio riflessivo che culmina in una grande parabola
emozionale, mentre Toccatina ha uno spirito più energico,
che rievoca il virtuosismo della scrittura antica. Il Finale
ripercorre le sezioni precedenti con rutilante energia, per
terminare in un cappello scintillante ed energico.
Clara Giangaspero
GIUSEPPE
ANDALORO
Discografia
Partita sopra l’aria di follia (Frescobaldi)
- G. Andaloro (Sony)
NUOVI
STRUMENTI
I
DI VISIONE
Ciaccona (Bach/Busoni)
- T. Nikolayeva (Alto)
- H. Grimaud (Deutsche Grammophon)
- M. Pletnev (Onyx)
- A. Benedetti Michelangeli (Naxos)
- F. Busoni (Naxos)
Otto Preludi (Messiaen)
- P. L. Aimard (deutsche grammophon)
- A. Hewitt (Hyperion)
Tango (Stravinskij)
- S. Bollani (Decca)
- P. Hill (Naxos)
Suite op.14 (Bartók)
- P. Badura-Skoda (Genuin)
- Z. Kocsis (Hungaroton)
- G. Anda (Audite)
- D. Ciani (Dynamic)
Capriccio n. 1 e n. 2 (Ligeti)
- l. Chung (Dynamic)
- E. Haase (Col Legno)
Otto studi da concerto op. 40 (Kapustin)
- M.A. Hamelin (Hyperion)
- D. Baar (Preiser)
- C. Gordeladze (Naxos)
Discografia a cura di
Comune di Monfalcone
Servizio Attività Culturali – U. O. Attività Teatrali ed Espositive
con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale
per lo Spettacolo dal Vivo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
in collaborazione con
Fazioli Pianoforti
Direttore artistico stagione musicale
Filippo Juvarra
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Dirigente del Servizio
Giovanna D’Agostini
informazioni
[email protected]
www.facebook.com/teatromonfalcone
www.teatromonfalcone.it
TEATRO
COMUNALE
DI MONFALCONE
MUSICA 2013-2014
PROGRAMMA
rivoluzionari capolavori d’espressione. La Suite op. 14 in
particolare non ha un percorso dialettico, ma un andamento
in continuo crescendo, sistematizzato e misurato sin nei
minimi dettagli (le indicazioni in partitura sono scandite
con una precisione infinitesimale): la parte centrale della
Suite è un susseguirsi di episodi spigolosi “resi da esasperati
cromatismi” e scatti ritmici folgoranti, per culminare in
un parossistico Sostenuto, di stupefacente concentrazione
espressiva.