Qui U.C.A.L. - Gennaio 2013

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Qui U.C.A.L. - Gennaio 2013
IL SANTO DEL MESE
Bollettino formativo/informativo
del movimento degli
UNIVERSITARI CATTOLICI dell’ATENEO LUCANO
Anno 12° - N° 1 (111) Gennaio 2013
Poste italiane – Sped. in A. P. – art. 2 c. 20/c Legge 662/96 – PZ
Direttore responsabile: Gerardo Messina
Per questo mese scegliamo un missionario veramente speciale, il
Beato LUIGI VARIARA.
Nato a Viarigi (Asti) nel 1875, allievo dell'Oratorio di Don Bosco vivente ancora il grande santo, divenuto chierico salesiano, a 19 anni seguì
ad Agua de Dios, in Colombia, il confratello don Michele Unia, che vi aveva fondato un grande lebbrosario. Don Unia morì un anno dopo, quasi
improvvisamente, e don Variara ne raccolse l'eredità. Pensando al modello dell'Oratorio di Don Bosco, che l'aveva accolto fanciullo, trasformò quel
luogo di sofferenza in una piccola città della gioia, ricca di grande spiritualità. Avendo riscontrato in alcune giovani lebbrose la disposizione per la vita religiosa, e poiché nessuna Congregazione accettava una lebbrosa, o anche solo una figlia di lebbrosi, nacque in lui l'idea di
giovani consacrate, anche se lebbrose, dando così origine a un nuovo Istituto religioso, che volle
porre sotto la protezione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria. Istituto tuttora fiorente, dedito all'assistenza degli ammalati e dei minori più poveri e pericolanti. Ebbe grandi difficoltà, soffrì per molte
incomprensioni, calunnie, trasferimenti immotivati e la salute cagionevole, che lo portò alla tomba a
soli 48 anni di età. Giovanni Paolo II lo beatificò nel 2002. Memoria liturgica il 15 gennaio.
na. Il riso fa diminuire la pressione,
rilassa i muscoli, riduce lo stress"
Patch Adams (°1945)
Diventiamo più seri: impariamo a
ridere"
Giovannino Guareschi (1908 – 1968)
dal fatto
–in
Quando ci sono nuvole nel cielo,
ro- ha fatto irruzione
Trinità -Padre, Figlio e Spirito
Santo- equivale a credere in un
solo Dio che è Amore: -il Padre,
che nella pienezza del tempo ha
inviato suo Figlio per la nostra
salvezza; -Gesù Cristo, che nel
come quel tesoro nascosto nel
Se solo sorridi.
resto per averli.
La FEDE è una PORTA sempre aperta, che si deve varcare per entrare in
Stampa Style Copy- Piazza Don Bosco, 5- Potenza - tel. 0971.51788
Professare la fede nella
re e coltivare nel suo cuore;
cui vale la pena vendere con gioia tutto il
U.C.A.L. – UNIVERSITARI CATTOLICI dell’ATENEO LUCANO
Piazza Don Bosco 11 bis, 85100 Potenza
Tel. 0971 442709 - 0971 469064 - Cell. 347.8700228 - Fax 0971 445233
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quanti credono in Lui.
perché l’uomo la deve accoglie-
campo, come quella pietra preziosa, per
comunione con Dio.
Scrive il PAPA: La “PORTA DELLA
FEDE” che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella
nella
sua stessa gloria
La FEDE è RISPOSTA,
Scoprirai che vale ancora la pena di vivere
(Charlie Chaplin)
coinvolgere
La FEDE è GRAZIA, peramore gratuito per noi.
Sorridi, che senso ha piangere?
Santo, ha voluto
nostra vita.
Per te.
Questo è il tempo in cui devi continuare a tentare,
dono dello Spirito
nella
ché è il primo regalo del suo
potrebbe essere sempre così vicina
re Gesù che, con il
modo
vedrai il sole levarsi e splendere
Anche se una lacrima
rezione del Signo-
che
spettato e libe-
Nascondi ogni traccia di tristezza.
frutto della risur-
nasce da noi, ma
Sorridi, anche se si sta spezzando
Illumina il tuo volto con la gioia
gio attraverso la morte alla vita eterna,
La FEDE è DONO DI DIO; essa non
del tutto ina-
Sorridi e forse domani
lascia plasmare dalla grazia che trasforma.
B Attraversare quella porta comporta
E ricordiamoci che è “l’anno della
immettersi in un cammino che dura tutta
fede”. L’abbiamo voluto evidenziare qui, U
la vita. Esso inizia con il Battesimo, mestampandone il logo sotto la foto di alcuni O
diante il quale possiamo chiamare Dio con il
cantori: il coro UCAL è nato come atto di
N nome di Padre, e si conclude con il passagfede degli universitari...
Sorridi, anche se il tuo cuore soffre
Attraverso la tua paura ed il tuo dolore
Parola di Dio viene annunciata e il cuore si
Cari amici, BUON ANNO !
Dio
Se sorridi
bile oltrepassare quella soglia quando la
EDITORIALE
Sorridi
“Non ci penserai”
"Il buon umore è un'ottima medici-
Chiesa, è sempre aperta per noi. E' possi-
2
0
1
3
mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; -lo Spirito
Santo, che conduce la Chiesa attraverso i
secoli, nell'attesa del ritorno glorioso del
Signore,
Auguriamoci dunque
che il nostro
impegno spirituale in questo nuovo anno
renda sempre più forte la nostra fede!
Assunta e don Bruno
SCRIVO DA UNA CELLA SENZA FINESTRE
Se mi convertissi sarei libera - Preferisco morire cristiana
Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di
buona volontà dalla mia cella senza finestre, nel modulo di isolamento
della prigione di Sheikhupura, in Pakistan, e non so se leggerete mai
questa lettera. Sono rinchiusa qui dal giugno del 2009. Sono stata condannata a morte mediante impiccagione per blasfemia contro il
profeta Maometto. Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico delitto, in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica. Non so se queste parole usciranno da questa prigione. Se il Signore misericordioso vuole che ciò avvenga, chiedo agli spagnoli (il 15 dicembre, il marito di Asia ha ritirato a Madrid il premio dell’associazione
HazteOir, ndr ) di pregare per me e intercedere presso il presidente del mio bellissimo Paese affinché io possa recuperare la libertà e tornare dalla mia famiglia che mi manca tanto. Sono sposata
con un uomo buono che si chiama Ashiq Masih. Abbiamo cinque figli, benedizione del cielo: un
maschio e quattro ragazze. Voglio soltanto tornare da loro, vedere il loro sorriso e riportare la serenità. Stanno soffrendo a causa mia, perché sanno che sono in prigione senza giustizia. E temono
per la mia vita. Un giudice, l’on. Naveed Iqbal, un giorno è entrato nella mia cella e, dopo avermi
condannata a una morte orribile, mi ha offerto la revoca della sentenza se mi fossi convertita
all’islam. Io l’ho ringraziato di cuore per la sua proposta, ma gli ho risposto con tutta onestà che
preferisco morire da cristiana che uscire dal carcere da musulmana. «Sono stata condannata perché cristiana – gli ho detto –. Credo in Dio e nel suo grande amore. Se lei mi ha condannata a morte perché amo Dio, sarò orgogliosa di sacrificare la mia vita per Lui».
Due uomini giusti sono stati assassinati per aver chiesto per me giustizia e libertà. Il
loro destino mi tormenta il cuore. Salman Taseer, governatore della mia regione, il Punjab, venne
assassinato il 4 gennaio 2011 da un membro della sua scorta, semplicemente perché aveva chiesto al governo che fossi rilasciata e perché si era opposto alla legge sulla blasfemia in vigore in
Pakistan. Due mesi dopo un ministro del governo nazionale, Shahbaz Bhatti, cristiano come me,
fu ucciso per lo stesso motivo. Circondarono la sua auto e gli spararono con ferocia.
Mi chiedo quante altre persone debbano morire a causa della giustizia. Prego in ogni momento perché Dio misericordioso illumini il giudizio delle nostre autorità e le leggi ristabiliscano
l’antica armonia che ha sempre regnato fra persone di differenti religioni nel mio grande Paese.
Gesù, nostro Signore e Salvatore, ci ama come esseri liberi e credo che la libertà di coscienza sia uno dei tesori più preziosi che il nostro Creatore ci ha dato, un tesoro che dobbiamo proteggere. Ho provato una grande emozione quando ho saputo che il Santo Padre Benedetto XVI era intervenuto a mio favore. Dio mi permetta di vivere abbastanza per andare in pellegrinaggio fino a Roma e, se possibile, ringraziarlo personalmente.
Penso alla mia famiglia, in ogni momento. Vivo con il ricordo di mio marito e dei miei figli
e chiedo a Dio misericordioso che mi permetta di tornare da loro. Amico o amica a cui scrivo,
non so se questa lettera ti giungerà mai. Ma se accadrà, ricordati che ci sono persone nel mondo
che sono perseguitate a causa della loro fede e – se puoi – prega il Signore per noi e scrivi al presidente del Pakistan per chiedergli che mi faccia ritornare dai miei familiari. Se leggi questa lettera,
è perché Dio lo avrà reso possibile. Lui, che è buono e giusto, ti colmi con la sua Grazia.
Prigione di Sheikhupura, Pakistan
2
MUSICA E SATANISMO: una trappola da conoscere
Alcuni ragazzi si lasciano ingannare da mode pericolose che
conducono al nichilismo e alla violenza. Come aiutarli?
La musica è un grande
dono di Dio. È triste, però, vedere come, in certi casi, possa
essere strumentalizzata ed utilizzata per comunicare cattivi
messaggi.
messaggi sono in grado di influenzare le mode, i pensieri, i
comportamenti delle nuove generazioni.
Attraverso certe canzoni,
i ragazzi hanno la possibilità di
avvicinarsi ad argomenti nuovi.
Terribili fatti di cronaca
accaduti negli ultimi anni hanno Ed è proprio quello che sta accadendo, negli ultimi anni, con
richiamato l’attenzione su un
triste fenomeno: il satanismo il satanismo, che sembra essere
diventato un ottimo affare per il
giovanile. Agli inizi del terzo
mercato discografico.
millennio alcuni ragazzi si dichiarano affascinati dal culto
del diavolo ed arrivano al punto
di compiere tremendi atti di vio
lenza. Perché accade questo?
Certi episodi che hanno
riempito le pagine dei giornali
sono talmente inquietanti e
sanguinari da lasciare senza
parole. Sembra quasi impossibile riuscire a trovare una spiegazione logica di fronte a tanta
ferocia. Eppure, se ci pensiamo
bene, questa società dominata
da mezzi di comunicazione
spesso irresponsabili non fa altro che raccogliere ciò che ha
seminato.
possibile approfondire certi argomenti e conoscere più a fondo il tema del satanismo.
Alcuni anni fa, in California, tre ragazzi (di quindici, sedici e diciassette anni) hanno
violentato, torturato ed ucciso
una quindicenne in un bosco,
come sacrificio per il diavolo.
I tre giovani avevano formato
un complesso rock ed erano
convinti che questo rito sanguinario avrebbe migliorato le loro
capacità musicali. Purtroppo
non sono stati i soli a subire la
triste influenza del satanismo.
La lista degli episodi di violenza
giovanile, purtroppo, potrebbe
continuare a lungo.
Ma che cosa si può fare, concretamente, per combattere questo fenomeno? Prima di tutto, ci vorrebbe un
maggiore senso di responsabiliCon la complicità del disa- tà da parte dei cantanti. Con
gio giovanile, un certo tipo di
certi argomenti “a rischio”, comusica finisce per trasformarsi me il satanismo, sarebbe mein un efficacissimo “ponte” tra
glio imparare a non scherzare.
gli adolescenti e il culto del deInoltre è necessario abimonio. Pur di fare soldi, c’è chi
tuare
i giovani a sviluppare
Pensiamo a certe derive non esita a lanciare messaggi
maggiormente
il loro senso cridevastanti e diseducativi, che
presenti nel rock. Naturaltico
e
a
non
bere
passivamente
mente non tutta la musica rock trovano terreno fertile nella sotutti
i
messaggi
che
ricevono
litudine di ragazzi fragili, spesso
si può considerare diabolica.
dalle
star
del
rock.
Prima
di acalle prese con problemi di incoAffermare questo sarebbe una
quistare
un
compact
disc,
può
municabilità e situazioni famisuperficiale esagerazione. Ma
essere
utile
informarsi
sul
tipo
non si può negare che esistano liari difficili.
di
ideologia
che
c’è
dietro
ed
dischi satanici, caratterizzati da
Tutto comincia, in geiniziare a rifiutare chi invita asuoni oscuri e testi aggressivi.
nere,
con
l’acquisto
del
compertamente al satanismo e alla
Le copertine raffigurano, in gepact
disc
di
un
qualsiasi
violenza. In questo modo, sarà
nere, croci rovesciate o immagini blasfeme. I cantanti che cantante satanico. Il giovane, possibile “educare” e correggein un primo tempo, si limita ad re un mercato discografico inteappartengono a questo filone
ressato soltanto al dio denaro.
sono venerati come veri e pro- appassionarsi semplicemente
alla
sua
musica,
Ma
poi,
sente
il
Carlo Climati per Zenit
pri idoli. Tanti ragazzi sono solibisogno
di
saperne
di
più.
Il
seti scrivere sui propri diari i testi
delle loro canzoni, assimilando- condo passo è la conoscenza
dei testi delle canzoni e il
METTI IN AGENDA
ne i contenuti.
conseguente approccio con una
filosofia di vita nichilista, priva
Del resto, la musica si
Mercoledì 9 - Messa UCAL
può considerare un immen- di valori e regole morali.
Mercoledì 16 - Incontro di
so “spot pubblicitario”,
Cultura religiosa
Il
terzo
stadio
è
la
capace di raggiungere il cuore
Parrocchia Don Bosco - ore 20.00
ricerca
su
internet,
dove
è
di milioni di persone. I suoi
11
PREGHIERA DEL BUONUMORE
San Thomas More
Signore,
dammi una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo
col buonumore necessario a mantenerla.
E donami, Signore, un'anima santa
che faccia tesoro
di quello che è buono e puro,
affinchè non si spaventi
alla vista del male,
ma trovi, alla tua presenza,
la via per rimettere le cose a posto.
Donami un'anima che non conosca
la noia, i brontolii, i sospiri e i lamenti;
e non permettere che io mi affligga eccessivamente
per quella cosa troppo invadente
che si chiama "io".
Signore,
dammi il senso del ridicolo
e concedimi la grazia di comprendere gli scherzi,
affinchè conosca nella vita
un po' di gioia e possa farne partecipi anche gli altri.
Sir Thomas More (in italiano: Tommaso Moro (Londra, 1477.1535)
Uomo politico e umanistastudi giuridici e letterari a Oxfordmembro del ParlamentoCancelliere del Regno.
Quando Enrico VIII impose il giuramento dell’atto di successione, che
riconosceva il divorzio del re e il
successivo matrimonio con Anna
Bolena e proibiva di ubbidire al
Papa, rifiutò e venne condannato a
morte insieme con John Fisher. Proclamato Santo da Pio XI nel 1935,
Giovanni Paolo II lo elesse patrono
dei politici nel 2000.
LA CADUTA
Ho intitolato questo «Mattutino» con un termine che segna una famosa raccolta di racconti
dello scrittore francese Albert Camus: Chute, la «caduta» (1956). Il vocabolo, certo, rimanda anche
al capitombolo fisico, al ruzzolare stramazzando a terra, ma è stato elevato a simbolo morale di colpa, errore, peccato. È in questa accezione metaforica che ci fermiamo, sostenuti da due aforismi dalla genesi molto diversa ma dall’esito comune. La prima frase è del celebre sapiente cinese Confucio
e la seconda è dell’altrettanto celebre autore del Faust , Goethe. Entrambi, pur essendo distanti tra
loro secoli, s’incontrano su una comune convinzione: la caduta fa parte della debolezza della nostra
libertà, della fragilità della nostra volontà, della colpevolezza di fondo di tante nostre scelte.
C’è, però, una differenza. Alcuni cadono nel male e là si acquietano: è un atteggiamento di
capitolazione, oppure è una scelta di comodo. Si rimane e si sguazza nel fango, dimenticando il cielo
da cui si è precipitati. È, questo, il vizio, un «errare e non correggersi», per dirla con Confucio. Ci
sono, però, altri che sono piombati nel peccato, sono sprofondati nelle sabbie mobili dell’errore, ma
non si rassegnano e con mani sanguinanti s’aggrappano a una roccia per risalire faticosamente e
umilmente. E qui, per dirla con Goethe, si ha la vera nostra gloria che non è un’impossibile impeccabilità, bensì la coraggiosa volontà di «rialzarsi dopo ogni caduta». È il perdono di Cristo all’adultera:
«Io non ti condanno, ma va’ e d’ora in poi non peccare più» ( Giovanni 8,11 ).
Gianfranco Ravasi
10
FIDANZAMENTO E FEDELTA’ - IL TEMPO DELLO STUPORE
Occorre tempo, per raccontare una sto- proposta che prende le mosse da un’analisi oria d’amore. Un tempo lungo, come quello dei
biettiva del mondo com’è oggi. Non com’è divenromanzi di una volta. E un tempo intenso, più
tato, attenzione. Una prospettiva del genere porsimile a quello in cui viviamo oggi, così rapido e terebbe a vagheggiare un passato che, bello o
frammentato. O, meglio, che sarebbe frammen- brutto che sia, è comunque perduto per sempre.
tatissimo e rapidissimo, se il colpo d’occhio
L’amore no, l’amore guarda sempre al futuro.
dell’amore non ci aiutasse a riconoscere una tra- È una delle sue caratteristiche facilmente riconoma appassionante all’interno di quella che, altri- scibili, la più affascinante fra tutte le sue virtù.
menti, sarebbe solo trita quotidianità. Si può anRealismo, dunque. Gli Orientamenti non
cora fare tutto questo? Si può ancora assapo- nascondono il fenomeno – sempre più diffuso –
rare l’attesa nell’età dell’impazienza? E la ca- delle convivenze, non si sottraggono alla sfida
stità, il pudore: c’è ancora posto, oggi, per
costituita dalle unioni – anch’esse in rapida moltiparole tanto antiche?
plicazione – fra coniugi appartenenti a religioni
Forse non si può più, verrebbe
diverse. E anche in tema di sessualida rispondere, ma proprio per questo
tà prendono atto con franchezza di
si deve. L’amore coniugale è, tra
una situazione che rischia di rendere
l’altro, una magnifica scuola di realiinattuale la serietà della proposta
smo. Insegna a riconoscere le difficristiana. La quale, però, non smette
coltà e ad affrontarle, impone di non
per questo di essere meno seria, né
arrendersi neppure quando ci si tromeno urgente. Non è un caso che la
va davanti a un imprevisto all’appapubblicazione del documento avvenrenza impossibile da superare. Ci si
ga a pochi mesi di distanza dall’Incomporta così perché si sa che, altricontro internazionale delle famiglie,
menti, non sarebbe amore, ma qualnel corso del quale è stata ribadita la
cos’altro.Un’emozione magari rispetgeneratività tipica di ogni alleanza
tabile, per carità. Un’infatuazione,
amorosa, quel patto continuamente
un’avventura, una qualche forma di
rinnovato attraverso il quale la copcomplicità. Esperienze che si consumano in fret- pia si apre alla società e la costituisce.
ta, che non chiedono tempo e, più che altro, non
Gli Orientamenti si rivolgono a tutti, e ai
prevedono tempo. Qui e ora, finché dura. Poi si
giovani in particolare, ai ragazzi disorientati e
vedrà, si dice. Si cambia, pronti per un altro giro. frettolosi (ma non è un male di oggi, se già ManSenza rancore, mi raccomando. Senza prendersi zoni descriveva la «lieta furia» di Renzo innamo– di nuovo – il tempo della disillusione.
rato) ai quali suona ormai estraneo il concetto
Impresa grandiosa, l’amore. Impresa fati- stesso di fidanzamento. Espressione di straordicosa, tale da gettare nello sconforto più di
naria intensità, invece, nella quale si annida
un’anima eletta. Tanto vale iniziare subito a eser- l’idea di trasmettersi l’un l’altro una fiducia capacitarsi, dunque. Qui e ora, appunto, come sugge- ce di diventare fedeltà e di custodire quindi il teriscono i nuovi Orientasoro fragile dell’amore namenti pastorali sulla prescente. Il tempo lungo inizia
LAUREA
parazione al matrimonio e
da qui, nell’intensità di moCongratulazioni
menti che hanno lo splenalla famiglia, presentati
e auguri a
dore assoluto degli inizi.
dalla Commissione episcopale per la famiglia e la
Piaccia o non piaccia, non
NICOLA MARCO AURICCHIO
vita. Non una collezione di
esiste altro modo per racArcheologia e Studi classici
precetti astratti o di peticontare una storia d’amore.
(specialistica) 110 e lode
Alessandro Zaccuri, su Avvenire
zioni di principio, ma una
3
MEGLIO INNEGGIARE AL PRESERVATIVO
O EDUCARE AI VALORI DELL'AMORE?
Si chiama “Safe Book” ed è un progetto
sostenuto da Durex col patrocinio Anlaids Onlus, la maggiore associazione italiana contro la
diffusione dell’infezione da Hiv, che per il secondo anno consecutivo promuoverà la contraccezione nelle scuole per un totale di «7
mila istituti italiani: 4 mila scuole medie superiori e, per il primo anno, 3 mila scuole medie
inferiori (con la partecipazione degli studenti
del terzo anno)» per un totale di «600 mila i
ragazzi coinvolti». Era ora, penseranno in molti: finalmente tanti giovani potranno ricevere
un’educazione sessuale come si deve ed efficace. E ne seguiranno meno gravidanze indesiderate, meno malattie, più tranquillità. Benefici
per tutti, insomma.
Ecco, il punto è proprio questo: quella
della contraccezione e nello specifico del preservativo facile – sorvolando sulle implicazioni
morali – non è una politica convincente. E
spesso neppure efficace, se consideriamo alcune risultanze empiriche. Gli esempi, qui, sarebbero molti ma prendiamo il caso di San Francisco, dove i preservativi gratuiti sono offerti
nelle scuole dal 1997, ma i dati «sulle malattie
a trasmissione sessuale segnalati mostrano gli
aumenti per la clamidia, la gonorrea e la sifilide precoce». Una situazione, converrete, assai
preoccupante!
Come mai? Quale la causa di questo scenario? Per quale ragione la diffusione dei preservativi ha deluso, a San Francisco e non solo,
le aspettative per le quali è stata promossa? Le
spiegazioni sono molteplici, ma la principale
rimane una, e cioè la fallibilità del profilattico,
che non protegge sempre, anzi. Qualche esempio: la protezione tramite condom dall’infezione da herpes virus non supera il 30% e così
anche da quella da gonococco o da clamidia,
menre nei confronti dell’Hiv – come confermano alcuni studi – la protezione conferita è pari
all’80%, ma a condizioni particolari. E cioè a
patto che si consideri un perfetto utilizzo del
condom “ogni volta, cioè ad ogni rapporto ,
senza mai derogare”.
Conoscete molti in grado di utilizzare
perfettamente il profilattico «ogni volta, cioè
ad ogni rapporto sessuale, senza mai derogare», magari dopo il consumo di alcol o in preda
all’eccitazione? Non scherziamo. Anche su
questo versante non mancano dati. Che, a dire
il vero, sono impressionanti. Infatti ci si dimentica una cosa fondamentale: all’apo- logia
del preservativo spesso corrisponde, da parte
dei giovani, l’errata convinzione – simile a
quella che deriva dall’uso delle cinture di sicurezza – che col condom ogni rischio sia scongiurato e dunque ogni condotta lecita e priva di
conseguenze.
Di qui un dubbio: ha davvero senso investire sul “sesso sicuro”? Conviene veramente
che i nostri giovani sappiano tutto del condom, oppure è il caso d’insegnare loro altro?
Sono domande che vale la pena porsi. Anche
perché tessere l’elogio del condom di fatto significa inneggiare all’amore precario e quindi
alla paura. Alla paura di legarsi troppo ad una
persona, che è bene che rimanga solo partner
sessuale e non diventi mai marito o moglie e
men che meno padre o madre di tuo figlio; alla
paura di vivere un rapporto in vista del matrimonio, come se l’attesa – anziché aggiungere –
togliesse gusto alla vita. Paura insomma di dare davvero un significato, un volto all’amore,
vivendolo fino in fondo, a trecentosessanta
gradi, senza timori né compromessi al ribasso.
Parole sacrosante, ma la realtà – si obietterà – è che con la situazione educativa di oggi
il preservativo è già qualcosa. Sbagliato: la
realtà non si esaurisce in quella che abbiamo
sotto i nostri occhi. Esiste sempre cioè in ogni
momento la possibilità di impegnarsi per
incidere, per educare davvero, per ridare
spazio e centralità ai valori autentici. Per far
capire ai ragazzi che non debbono accontentarsi del “sesso sicuro” perché c’è concretamente la possibilità di vivere e condividere
la purezza.
Giuliano Guzzo, su “Tempi”
4
DA HARWARD AL PARADISO E RITORNO
Esperienza di "vita oltre la morte" di un neurochirurgo
Luigi Grassia - La Stampa (Tutto scienze)
Nel
primo libro di Paolo Villaggio, un
Fantozzi in vena di filosofare si domanda
«perché mai la Madonna, in passato, si sia limitata a comparire a pastorelli semianalfabeti»,
mentre lui, Fantozzi, per farsi convincere vorrebbe leggere sui giornali notizie cosi: «Ieri alle
16,30 la Santa Vergine è comparsa improvvisamente dietro la lavagna di un'aula gremita di
studenti della scuola di ingegneria di Pisa, durante la lezione di meccanica. I1 docente professor Mannaroni-Turri, noto ateo, è svenuto di
fronte a 200 studenti».
Rullino i tamburi:
può darsi che a un professore di Harvard sia successo
qualcosa di simile, non esattamente lo stesso ma forse un'esperienza che vi si
può accostare: cioè la comparsa del sovrannaturale in
condizioni di verificabilità
scientifica, o molto prossime. Il professore in questione, Eben Alexander, ci ha scritto sopra un libro
che si intitola «La prova del Paradiso», a cui ha
dato risonanza mondiale un ampio (e controverso) servizio della rivista «Newsweek» ripreso
(con cautela) da migliaia di media nel resto del
globo; ora è la volta de «La Stampa» (ma sempre
con cautela).
Qual è la prova del Paradiso trovata
da Alexander? Il professore è stato in coma per
sette giorni e in quel periodo ha sperimentato una
celestiale esperienza di quasi-morte, o di vita oltre la vita, provando pace, amore infinito ed euforia, a contatto con creature angeliche in un luo-
go sublime che sembrava proprio il Paradiso.
E fin qui niente di strano, perché le persone che vanno in coma, o subiscono arresti cardiaci, e poi tornano indietro dal confine estremo,
riferiscono spesso esperienze simili; ma quello
che rende speciale il caso di Eben Alexander è
che lui pratica e insegna la neurochirurgia a
Harvard, insomma è in una condizione simile a
quella del professore auspicato da Fantozzi
come testimone attendibile di fatti sovrannaturali. Anzi, Eben Alexander è persino meglio,
perché da esperto di neurologia ha la specifica
competenza professionale per
distinguere il grano dal loglio,
discernere la verità e le apparenze nei fatti della mente umana. I1 neurochirurgo per
una settimana ha subito continue Tac cerebrali e i suoi colleghi professori hanno certificato una totale inattività della
neocorteccia (la parte pensante del cervello). Eppure la sua
mente lavorava e come questo sia stato possibile
è già un mistero di per sé, anche a voler credere
che il viaggio in Paradiso sia avvenuto solo nella
testa di Alexander e non fuori.
Adesso il neurochirurgo di Harvard dice
e scrive: «Mi rendo conto di quanto il mio racconto suoni straordinario, e francamente incredibile. Se qualcuno, anche un medico, avesse
raccontato questa storia a1 vecchio me stesso,
sarei stato sicuro che fosse preda di illusioni. Ma
quanto mi è capitato è reale».
La parola definitiva non è stata detta, ma
il caso merita di essere approfondito.
"L'esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l'uomo
quando esclude Dio dall'orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e
come non è facile costruire una società ispirata ai valori del bene, della
giustizia e della fraternità, perché l'essere umano è libero e la sua libertà
permane fragile.” Per questo, bisogna mettersi in ascolto "di una parola
che ci indichi la strada che conduce alla speranza", anzi, "della Parola
che sola può darci speranza solida, perché è Parola di Dio".
Benedetto XVI
9
porta la pace. Le armi uccidono quattro volte.
La prima perché sottraggono risorse
all’istruzione, alla sanità, allo sviluppo. La seconda perché distolgono saperi e intelligenze
che potrebbero essere impiegate a servizio
della vita. La terza perché vengono usate per
distruggere e uccidere. Da ultimo, perché
preparano la vendetta. Credo invece nella
forza dell’incontro.
Per favorire il dialogo non bastano convegni nei quali ognuno espone (e spesso
mantiene) il proprio punto di vista. Dobbiamo
sedere attorno a un tavolo disposti a cambiare qualcuna delle nostre idee. La chiave per il
dialogo è una condivisione di vita che promuove il rispetto dell’altro come persona. Dal
2003 questa scommessa per noi ha preso
vita a Madaba in Giordania, dove siamo presenti con l’Arsenale dell’Incontro in un ambiente a maggioranza islamica che accoglie
bambini diversamente abili e racchiude la
profezia di un giorno normale in cui musulmani e cristiani, nel rispetto delle reciproche identità, lavorano insieme per il bene dei loro
figli. Altra chiave per la pace sono i sogni dei
giovani. Qualche tempo fa a Torino abbiamo
ospitato un gruppo di ragazzi israeliani e palestinesi. Pensavano di venire a difendere le
proprie posizioni, invece si sono trovati a lavorare gomito a gomito per aiutare popolazioni colpite da calamità naturali. Chinandosi
insieme su chi è in difficoltà, hanno dimenticato di essere nemici e si sono ritrovati con
gli stessi sogni.
Paolo Lambruschi - Avvenire del 3 novembre
UNIVERSITA’ VERSO CRISI IRREVERSIBILE
L’allarme dei Rettori: servono subito 550 milioni e il 40% di turn over dei docenti
Intanto, le rette aumentano del 7 %
Le università ricevono di meno, gli studenti pagano di
più. Due constatazioni che restituiscono la fotografia di un settore che vive una situazione di forte disagio. I rettori hanno lanciato
l’ennesimo allarme. Servono almeno - hanno detto - 550 milioni
di euro e il ripristino della quota del 40% per quanto riguarda il
turn over perché il sistema universitario italiano «sta ormai precipitando in una crisi irreversibile tale da minare l’immagine internazionale del Paese e le sue prospettive di sviluppo».
Una denuncia grave sostenuta da alcune considerazioni: il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) non riesce a coprire neppure la somma delle spese fisse delle
Università; il numero di docenti e di ricercatori si è ridotto negli ultimi quattro anni di
oltre il 10%; il permanere del blocco del turn-over, fissato al 20% dalla legge di spending review, oltre a ridurre ulteriormente e in misura «intollerabile» il ricambio degli organici dei docenti (le università si troveranno prive di docenti di prima fascia che, negli
ultimi 4 anni, si sono ridotti di oltre il 20%) è in stridente contrasto - sostengono i rettori
- sia con l’avvio dei percorsi abilitativi ex lege 240/2010, sia con la procedura di accreditamento dei corsi di studio da parte dell’Anvur, l’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca.
A fronte di questa situazione si registra un aumento delle tasse universitarie, mediamente del 7% rispetto al 2011 pari a un aggravio di 70,68 euro. A registrare il fenomeno è una ricerca della Federconsumatori secondo cui, paradossalmente, a risultare
più penalizzati sono gli studenti che rientrano nelle fasce di reddito più basse…
da Avvenire - 27 ottobre (ma l’argomento risulta sempre attuale …)
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IL FONDATORE DEL SERMIG:
“INVESTIRE SULLE NUOVE GENERAZIONISERVE FIDUCIA.
LA POLITICA? RISCOPRA SOBRIETA’ E BENE COMUNE”
Il Papa ha aperto l’anno della Fede
in occasione del 50° del Concilio Vaticano II. Ernesto Olivero, lei è stato il
fondatore del Servizio Missionario Giovani, il Sermig, realtà che si spende per
diffondere la giustizia e promuovere la
pace tra i popoli, come ha influito il
Concilio sulle sue scelte?
A me come a tutti, il
Concilio ha offerto la possibilità di accostarsi alla
sacra Scrittura. E le mie
scelte sono segnate, da
sempre, dall’esperienza di
entrare nel Vangelo, camminare in ogni sua pagina
e ritrovarvi la bellezza della normalità. Ho incominciato ad amare
Gesù per la sua logica. Lui dice: amate i
nemici. Sembra un paradosso, ma se fossi
io il nemico vorrei essere tagliato fuori senza pietà o vorrei che mi si desse una possibilità? Gesù dice di perdonare settanta volte sette, cioè sempre. Le poche volte che
uno perdona, come si sente dopo: bene o
male? Il Vangelo è stato il mio Concilio, è il
mio rinnovamento quotidiano. La Chiesa
non è una struttura che deve aggiornarsi,
ma una Presenza cui convertirsi, quella di
Dio che ha il volto di Gesù.
fondamentale di cui purtroppo non si parla
mai – dice negli Atti: «Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio
che mi fu affidato dal Signore Gesù… Non
ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno
provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho
mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando
così, ricordando le parole
del Signore Gesù, che disse 'Si è più beati nel dare
che nel ricevere' ».
L’evangelizzazione parte
sempre dalla testimonianza. Si è spenta la luce, tornare ad essere
cristiani 24 ore su 24 sarà la migliore evangelizzazione.
Lei è stato eletto cittadino
dell’anno dall’Unione europea, che ha
appena vinto il Nobel per la pace. È
d’accordo con questo premio?
È stato un gesto positivo, ora occorre
meritarselo con un salto di qualità decisionale condiviso e solidale. Mi piacerebbe
che diventasse un’unione di popoli legati
non solo da interessi economici, ma
Come accoglie l’invito di Benedetto dall’interesse per la promozione di pace e
XVI a diventare 'pellegrini del deserto'
sviluppo. Da un lato l’Europa deve far sì
per tornare a evangelizzare?
che nei suoi Paesi i diritti umani siano rispettati da tutti, anche dai nuovi ospiti;
Non pensiamo di 'andare a evangeliz- dall’altro deve contribuire a promuoverli nei
zare' con dei discorsi. Dei primi cristiani la Paesi nei quali non sono ancora riconogente diceva: guardate come si vogliono
sciuti. I Paesi dell’Ue negli ultimi anni hanbene, come testimoniano il loro amore per no usato più volte le armi. Invece questo
Dio, come condividono i loro beni... E Pao- Nobel deve farci diventare cittadini del
lo nel suo 'testamento pastorale' – testo
mondo, che significa sentire come proprie
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fatiche, sofferenze e speranze degli altri
popoli e agire di conseguenza. Dovremmo
ad esempio sentirci padri e madri, fratelli e
sorelle di Malala, la ragazza pakistana di
14 anni massacrata dai talebani per il suo
impegno a favore dell’educazione femminile.
In Italia le inchieste giudiziarie
mettono in luce una diffusa corruzione,
scandali, abusi e sprechi di denaro
pubblico. Dov’è la radice di questa crisi
della politica?
Nell’avidità che ci ha fatto diventare
miopi e ci ha fatto perdere di vista il bene
comune. Siamo il Paese di Francesco, Michelangelo e Giotto, Verdi, Marconi e Fermi, Ambrosoli, Falcone e Borsellino, Alex
Zanardi. L’Italia detiene il 40% del patrimonio artistico mondiale e il maggior numero
di siti inclusi nella lista
del patrimonio mondiale
dell’umanità. Dobbiamo
diventare degni di queste eccellenze. Mi fa
soffrire l’idea che il mio
Paese sia uno dei più
corrotti al mondo.
Quando parlo di politica
mi rattrista poter fare riferimento solo a
Zaccagnini, La Pira, De Gasperi e pochi
altri. Mi piacerebbe citare nomi di politici
italiani contemporanei senza temere brutte
sorprese. La politica deve tornare trasparente, rimettersi a servizio del bene comune. Non sono le tasse a risolvere la crisi,
ma una nuova coscienza educata alla sobrietà e all’etica.
Il Sermig è nato per abbattere la fame
nel mondo, è partito con il poco che sapeva fare, semplicemente mettendosi in
gioco. A distanza di 48 anni sono 2.971 i
progetti e gli interventi di sviluppo: milioni di persone hanno aiutato e sono state
aiutate da milioni di persone. Abbiamo
sperimentato che la sproporzione è il
terreno della Provvidenza. Ognuno di
noi è chiamato a metterci sempre tutto il
suo pezzo ed è allora che Dio scatena la
sua Provvidenza. Non sprecare una
d’azienda e le sostanziose pensioni di alcune categorie percepite dopo pochi anni
di attività. Chi viene eletto a un incarico
istituzionale dovrebbe continuare a percepire lo stipendio di prima dall’azienda per
cui lavorava (come i sindacalisti) e chi ha
un’attività di tipo imprenditoriale potrebbe
autofinanziare il proprio impegno. Ricoprire un incarico istituzionale è un onore, non
solo un onere, un servizio e non un privilegio. Bisognerebbe anche rendere esecutiva ed efficace una 'legge della restituzione' che preveda la riparazione integrale
dei danni provocati alla collettività. Mi è
molto caro a questo proposito l’esempio
biblico di Samuele che, al momento di cedere la guida del popolo d’Israele a Saul,
dice: «A chi ho portato via il bue? A chi ho
portato via l’asino? Chi ho trattato con prepotenza? A chi ho fatto offesa? Da chi ho
accettato un regalo per
chiudere gli occhi a suo
riguardo? Sono qui a
restituire!». La politica
deve arrivare a una coscienza talmente limpida da poter guardare i
giovani negli occhi senza vergogna.
metterli al centro. Perciò dico loro: facciamo del nostro meglio perché possano
crescere di nuovo in mezzo a noi un
Francesco, un Leonardo. Grandi cuori e
grandi cervelli, se le comunità cristiane
mettessero, nel formare i giovani e nel
formarsi, lo stesso impegno che mette
un centro sportivo nel preparare i propri
atleti per le Olimpiadi, nuovi Zaccagnini,
La Pira, De Gasperi non sarebbero
un’eccezione.
E se lei fosse giovane, avrebbe ancora voglia di rimanere in questo Paese?
goccia d’acqua né un pezzo di pane, è
L’ultimo rapporto della Fao indi- la prima attenzione che chiediamo a tutti
ca che un essere umano su otto muo- i giovani che passano negli Arsenali. È
re di fame. Allo stesso tempo, un ter- un cambiamento di mentalità che porta a
zo del cibo viene sprecato ogni anno. un diverso stile di vita.
È una delle battaglie che lei e il Sermig affrontate da mezzo secolo. RieLa guerra in Siria continua e misce a cogliere segni di speranza?
naccia di estendersi. La presenza del
Sermig in Giordania vi ha consentito
di conoscerle da vicino. Si può ancoCome si fa ad accettare che ogni
ra parlare di pace?
giorno muoiano 100mila persone di fame? La vera causa non è la mancanza
Pace e dialogo hanno ancora tropdi risorse, ma la cattiva distribuzione.
po poco peso nella mente e nelle scelte
Su questo tema stiamo lavorando a un
dei governanti, non solo in Medio Oriengrande sforzo tra produttori e consumate. La guerra ha eserciti pronti a combattori di prodotti agricoli. Fa la differenza
tere 24 ore su 24, ha uomini, arsenali,
non chi si ferma al ‘non è giusto’, ma chi
investimenti, tecnologie, materiali e non
‘si investe’ su quel ‘non è giusto’.
Quando ero giovane, il vescovo della
mia città, il Cardinale Michele Pellegrino,
mi ha dato fiducia, ci ha riconosciuti come
gruppo quando noi stessi non sapevamo
ancora bene chi eravamo. Così è nato il
Sermig. Oggi i giovani si sentono persi e
cercano un futuro altrove perché in Italia
Ha proposte concrete da avanzare? nessuno più investe su di loro. Piangersi
addosso non serve, né rifugiarsi nello
Iniziamo a tagliare la metà dei consi- sballo o chiudersi in casa. Le cose in Italia
possono cambiare con i giovani, non senglieri comunali, provinciali, regionali, dei
deputati e dei senatori. Eliminiamo alla ra- za di loro. Con ragazzi che si fanno promotori del cambiamento mettendosi in
dice i privilegi, cominciando dai rimborsi
spropositati dei politici per proseguire con gioco nella politica, nell’economia, nella
cultura, nell’informazione, nelle tecnologie
le liquidazioni faraoniche dei manager
e scienze. Il Sermig si è impegnato a
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IL SERMIG - SERVIZIO MISSIONARIO GIOVANI
E’ nato nel 1964 da un’intuizione di ERNESTO OLIVERO e da
un sogno condiviso con molti: sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo, vivere la solidarietà verso i più poveri e dare una
speciale attenzione ai giovani, cercando insieme a loro le vie della
pace …
Dai “sì” di giovani, coppie di sposi e famiglie, monaci e monache, è nata la Fraternità della Speranza, per essere vicini all’uomo
del nostro tempo e aiutarlo a incontrare Dio.
Un’avventura nasce perché pensata dal Signore, cresce perché
aiutata, stimolata, ostacolata, amata, pregata …
Il Sermig appartiene al Signore e a tutti quelli che l’hanno condotto sulla strada che Lui aveva tracciato.
www.sermig.org/
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