le stagioni cantate in valfurva
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le stagioni cantate in valfurva
“LE STAGIONI CANTATE IN VALFURVA” in un’intensa ricerca di Elio Bertolina Di Ermanno Sagliani Una paziente e acuta indagine sul canto popolare in Valfurva è edita nel volume di Elio Bertolina “Le stagioni cantate in Valfurva”, impaginazione e grafica di Emilio Longa, stampa SO.LA.RE.S, Bormio, 7-2013. Le trascrizioni musicali dei canti popolari sono di Matteo Bertolina, collaborazione di Maria Pia e Roberto Bertolina. Lo spiccato senso di appartenenza alla Valle e al mondo alpino di Elio Bertolina, lo ha spinto con passione ad affrontare con impegno attivo questo approfondito studio, fino ad ora del tutto inedito in modo così completo. L’autore, noto e affermato operatore di turismo culturale a Milano, già nel 2004 è stato fondatore e animatore del restauro della Chiesa della SS. Trinità di Teregua in Valfurva, realizzato e inaugurato nell’agosto 2009. Ricerca biografica, interviste, contatti personali con i valligiani e ripetute verifiche sono alla base di questa complessa e impegnativa ricerca dei testi canori, della musicalità, con le note di commento esplicativo. Il titolo “le stagioni cantate” evidenzia che il canto avveniva durante tutto l’anno, non solo all’osteria, nelle feste, nella stalla, ma accompagnava anche il lavoro manuale, momenti lieti o malinconici della giornata, delle stagioni. L’autore smentisce che la fatica e la vita problematica di montagna fosse motivo per i valligiani di essere poco inclini al canto. Il patrimonio canoro è ampio e lo dimostra il repertorio di ben 90 canzoni raccolte da Bertolina. In realtà in Valtellina è stata carente la ricerca etnomusicale. Il canto collettivo è sempre stato di grande aiuto per affrontare e sdrammatizzare prove impegnative. Cantare insieme potenzia il proprio senso si identità, di appartenenza alla comunità valligiana. Questa ricerca canora torna a far rivivere un patrimonio immateriale vocale, quasi dimenticato, a rischio di scomparsa. La ricerca dell’autore è stata meticolosa nella bibliografia e si è protratta nel tempo. Le note raccolgono un’infinità di altre notizie, dettagli, confronti, analogie con altri canti, adattamenti alla propria identità di valle. I testi canori spesso venivano importati da militari, lavoratori, dai “ciobar” o calzolai migranti. Ogni canto ha una propria precisa origine. Molto significativa è la “Ballata del Conte” diffusa in tutto il Nord Italia, conosciuta anche in Europa fino ai paesi scandinavi. Cantata solo nelle frazioni di Teregua in Valfurva è stata nota fino agli anni ’50 come “Quela del conte”. Elio Bertolina la ricorda a memoria fin da quando era bambino. Ogni canzone popolare mostra uno sforzo di originalità propria anche se altre rifriggono sempre gli stessi concetti. Sono quasi poesie che riflettono stati d’animo popolari. Merito dell’autore che ne ha ricostruito la vicenda umana e canora lasciando a testimonianza questa intensa ricerca scritta, utile a rendere consapevoli i lettori quanto un patrimonio di cultura canora ambientale rappresenti un bene per la comunità e per noi stessi.