ECG prova a portare nel futuro la logistica dell`automotive

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ECG prova a portare nel futuro la logistica dell`automotive
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AUTOMOTIVE
ECG prova a portare nel futuro la logistica dell’automotive
Il presidente uscente Baldissara suona l’ultima sveglia: “Senza investimenti in equipment
e facilities, saremo alla mercé degli OEMs, che a loro volta devono fare una selezione più
accurata nella scelta del fornitore di servizi per non incorrere in affidamenti incauti”
Costantino Baldissara
Dal nostro inviato
Vienna – È un ‘canto del cigno’ molto
accorato, e per nulla melodrammatico,
quello di Costantino Baldissara dal palco
del Marriott Hotel di Vienna.
Dopo tre mandati biennali consecutivi
alla presidenza di ECG, il top manager
del Gruppo Grimaldi di Napoli lascia
il vertice dell’associazione europea dei
fornitori di servizi logistici al settore
automotive senza alcun rimpianto ma
anzi avendo raccolto grandi soddisfazioni
e con analogo entusiasmo a quello che
aveva al momento dell’investitura nel
2009.
L’addio nella città ‘imperiale’ e il
passaggio virtuale di testimone al futuro
presidente avvengono in quella stessa
capitale austriaca che era stata teatro di una
riunione di ECG già nel 2006, quando la
lobby si apprestava a festeggiare il primo
decennio di attività (è stata costituita
nel 1997) e suo ‘araldo’ mediatico era il
povero Giovanni Paci, prematuramente
scomparso pochi anni dopo.
Oggi Baldissara lascia al suo successore
– sul cui nome ancora si deve pronunciare
il Board di ECG; attualmente in pole
position sono lo storico vicepresidente,
il tedesco Wolfgang Gobel, e il nome
nuovo, lo svedese Mats Eriksson –
un’associazione maggiorenne ma con
problemi non diversi da quelli che si
possono riscontrare scorrendo le cronache
di 9 anni fa.
Lunedì 19 Ottobre 2015
Non a caso il tema della conferenza
viennese, che come sempre ha ospitato
alcuni ‘bei nomi’ della parte manifatturiera
del settore, è quello tracciato da un film
serial di grande successo che proprio
questa settimana festeggia i 30 anni
dall’episodio numero uno: ‘Ritorno al
futuro’.
Molto apprezzata nella circostanza la
breve ma inattesa performance di Mike
Sturgeon, il brillante direttore esecutivo
di ECG che ha indossato gli abiti e
la parrucca del famoso Doc Emmet
Brown, lo scienziato pazzoide compagno
di avventure, nella fortunata serie
cinematografica, dell’attore Michael Fox.
E il sottotitolo messo da ECG all’originale
‘Back to the future’ del regista Robert
Zemeckis era, un po’ provocatoriamente:
‘Are you ready for the journey ahead?’
La risposta pare subito negativa, a sentire
la relazione del presidente di ECG.
Ma riavvolgendo un momento il nastro
della storia non di 30 anni, come accadeva
nel film americano, ma di una decina,
appunto all’evento viennese del 2006,
si possono cogliere elementi di piena
attualità.
L’allora presidente Kay Ewaldsen
annotava una carenza generale di bisarche
e di treni dedicati, gap che mettevano a
repentagli il lead time. “Gli operatori non
investono a sufficienza nel rinnovo della
flotta” ricordava il presidente di ECG,
che alla conferenza viennese del 2006
aveva lanciato 10 punti come piattaforma
comune di discussione coi produttori di
auto.
Saltando ai giorni nostri, i 230
partecipanti dell’evento austriaco (anche
per l’organizzazione di Ultima Media,
che non ha trovato accordi di rinnovo
con ECG, è stata l’ultima volta) hanno
ascoltato da Baldissara una nota di
pessimismo che traspare malgrado una
situazione di mercato felice come mai da
quando era scoppiata la crisi.
Le vendite di auto nel 2014 sono state
12,6 milioni, il picco dal 2007; e il primo
semestre 2015 sembra allineato su questo
trend, tutti i paesi stanno dando risultati
soddisfacenti.
“Si deve ancora considerare l’Europa la
fabbrica automobilistica del futuro, e se
andrà in porto a breve, come previsto, il
nuovo accordo di libero scambio TTPI
fra USA e UE, si innescherà un flusso
di 700.000 vetture da muovere tra i due
blocchi, con circa 600.000 di queste
prodotte nel Vecchio Continente. Il
mondo ha fame di nuove auto, e siccome
le fabbriche americane sono sature,
piuttosto si andrà a costruirle in India o
Mike Sturgeon impersona il Doc
di ‘Ritorno al futuro’
Cina”.
Eppure ancora qualcosa non quadra nello
scacchiere di Baldissara.
“Ci sono parecchie sfide da vincere e alle
quali sento la nostra categoria non essere
del tutto preparata” rileva il presidente
di ECG. “Dobbiamo trovare le risorse
per investire di più, in ogni modalità; ma
specie il settore stradale sta soffrendo
più degli altri. Occorrono 2 miliardi e
mezzo da investire in mezzi stradali,
navi e depositi. Purtroppo non si trovano
le finanze necessarie, ma se non saremo
capaci noi a prendere queste iniziative
espansive, la soluzione verrà dall’esterno,
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col rischio concreto di essere prevaricati
da speculatori e anche dai clienti, che
provvederanno in proprio a comprarsi le
bisarche, la cui flotta complessiva (circa
20.000 mezzi tra tutti i membri di ECG)
deve essere rinnovata ogni 5 anni”.
Baldissara peraltro sa trarre anche alcuni
auspici positivi. “Ieri la riunione coi
rappresentanti dell’industria è stata molto
positiva. Accantonata l’esperienza passata
ACEA, che non è andata in porto anche
se era brillante, possiamo riprendere il
dialogo da zero, con l’intesa di vederci
almeno 2-3 volte all’anno. Ma occorre
anche da parte loro una
forma di collaborazione:
i car makers devono stare
attenti a non cadere dai
tranelli tesi da fornitori
di servizi logistici senza
scrupoli
che
offrono
condizioni in dumping,
quotando sotto mercato,
senza neppure avere i
mezzi per farlo.
Mi sembra incredibile
che gruppi strutturati
come il nostro si debbano
confrontare con aziende
‘fumose’. Invece c’è chi si
fida di questi avventurieri
del settore e ci mette in
difficoltà.
Ma come ci si può fidare di
società totalmente prive di
assets?
I clienti devono essere
in grado di selezionare
il mercato, di sospettare
quando ricevono proposte
al ribasso eccessivo, e
devono anche chiedersi se
tali fornitori saranno mai
in grado di onorare quelle
condizioni di prezzo non
solo all’inizio ma pure
negli anni a venire”.
Ad evitare queste beffe,
che vanno a detrimento
di tutti, è necessario
intensificare il dialogo tra fornitori e
client. “E noi stessi dobbiamo essere
maggiormente coinvolti nei processi
decisionali dei produttori grazie ad un
maggior scambio di informazioni. Questo
è un momento particolare, che richiede
di avere maggiore stabilità a beneficio di
tutti gli attori. La crisi non è solo fuori, è
anche dentro noi stessi”.
Tra gli ospiti graditi di ECG c’è anche FCA
Fiat Chrysler Automobiles, rappresentata
da Peter Weiss, Vice Presidente Supply
Chain in Europa.
Il settimo maggiore produttore di auto al
Peter Weiss (FCA Fiat Chrysler Automobiles)
mondo (che schiera 16 brand fra cui Fiat,
Ferrari, Maserati, Lancia, Alfa Romeo,
Jeep, Dodge) dopo avere completato la
fusione tra la casa automobilistica di
Torino e quella di Detroit, si prepara a
nuove espansioni.
“Anche noi rileviamo come ci siano
pochi autisti e poche bisarche. Possiamo
ridurre le miglia a vuoto e migliorare il
fattore di carico, possiamo condividere
informazioni con altri OEMs e usare
gli stessi autotrasportatori allo scopo di
ridurre gli sprechi, possiamo utilizzare
maggiormente il trasporto intermodale,
ma ciò può non bastare:
occorre anche definire
comuni standard qualitativi
fra noi produttori e coi
fornitori di servizi, e poi
bisogna fare lobby col
governo per incrementare
l’infastrutturazione
nei
singoli paesi” ha concluso
nel
suo
apprezzato
intervento il manager
tedesco, che rientrava
in Europa dopo un
decennio americano. “A
livello tecnologico, sta
crescendo l’uso di camion
spinti d LNG ma non
dimentichiamo anche CNG
e LPG come propulsori
di bisarche; l’importante
è che ci siano abbastanza
stazioni di rifornimento”
ha puntualizzato ancora
Weiss, prima di delineare
anche lui – ricordando in
qualche maniera quanto
tracciato da Ewaldsen 9
anni prima - una Call to
Action con 9 suggerimenti
puntuali. “Se riuscirete
a fare tutto questo – ha
detto
rivolgendosi
ai
fornitori – ci sarà una
maggiore possibilità di
meglio gestire e distribuire
l’attuale
capacità di
Il presidente (uscente) di ECG si accommiata
trasporto”.
Un dato che potrebbe interessare il
presidente uscente di ECG, e su cui forse
Baldissara potrà lavorare in una nuova
eventuale (il suggerimento è nostro)
funzione di marketing associativo, ora
che è meno impegnato in prima persona
al vertice, è la progressiva disaffezione
degli italiani da questa lobby, se è vero
che a Vienna, nella quindicina di delegati
tricolori presenti, al netto dei 6 che fanno
parte direttamente o indirettamente
della galassia Grimaldi (come Automar,
l’operatore logistico di Salerno) o sono
suoi clienti (come i tre top manager di
FCA e quello della sua società operativa
di trasporto I-Fast), restavano davvero
‘4 gatti’ in numero: dai rispettivi leader
di Bertani ed Eliambrosetti, che ora sono
diventati una sola cosa (malgrado lo
stretto riserbo che continuano a mantenere
intorno ad un’acquisizione già registrata
alla Camera di Commercio), ad Autotrade
Logistics di Livorno e infine al consueto
sponsor della conferenza Rolfo (mentre
la bandierina della stampa specializzata
era issata, come da tradizione, dalla sola
Ship2Shore).
Davvero poca roba, specie rispetto
anche al passato recente, che ha visto
partecipazioni tricolori più nutrite, se si
osserva come l’Italia si debba considerare
a ragione una delle patrie mondiali
dei motori da sempre, e dunque anche
l’indotto dei servizi logistici dovrebbe
essere più florido ma pure altrettanto
presente e partecipe ai momenti di lobby
come questo.
L’appuntamento – e qui davvero i ‘nostri’
non avranno scuse per loro eventuali
assenza – con ECG è in occasione
della prossima assemblea generale,
che si terrà in primavera sul Lago
Maggiore, nell’amena località di Baveno;
mentre la futura conferenza è già stata
calendarizzata per il 20-21 ottobre 2016
ad Amburgo, presso il famoso Atlantic
Kampinsky Hotel teatro di un episodio
cinematografico della infinita saga
dell’Agente 007, dal titolo anche qui
emblematico: “Domani non muore mai!”.
Angelo Scorza
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