“Ardigò” di Monza: Mister Driver e le tre prove
Transcript
“Ardigò” di Monza: Mister Driver e le tre prove
MISTER DIVER E LE TRE PROVE C’era una volta una galassia molto lontana chiamata Sportassia: era formata da tante lune, che giravano intorno a un pianeta strano, perché era piatto e lungo, di colore bianco e nero. Questo pianeta si chiamava Divertandia. In realtà i suoi abitanti erano tristi e non potevano divertirsi; erano grigi per la noia, avevano vestiti e capelli grigi. Insomma erano tutti grigi. L’unico abitante che non era di quel colore era la signorina Tutto Mio. Lei aveva la pelle viola e vestiva con gonne strette e camicie attillate. Era molto bassa e magrissima, tanto che si vedevano le ossa. Era molto prepotente, infatti aveva l’obbiettivo di conquistare più pianeti possibili e rendere gli abitanti molto noiosi. Tutto questo riusciva a farlo grazie a uno dei suoi tre occhi, coperto dalla frangia, che utilizzava per ipnotizzare la gente. Inoltre aveva proibito ai suoi abitanti di fare sport, perché era una fonte di divertimento e lei lo odiava. Intanto nella via Lattea, precisamente sulla Terra, un signore, che lavorava in ufficio, rispose a una telefonata, che proveniva dal pianeta Divertandia. Lui era un super eroe, il grande Mister Diver. Dall’altro capo del telefono parlava Abry un piccolo alieno: “Aiuto, c’è un grande problema la super cattiva Tutto Mio ci costringe ad annoiarci.” “Vi aiuterò io, fra poco sarò da voi” rispose Mister Diver; riflettendo ad alta voce, aggiunse: “E’ il momento di entrare in azione. Vediamo, dove ho messo l’abbigliamento speciale? Ah eccolo qua!” Indossava dei pantaloni corti verdi da vero sportivo, una camicia hawaiana, scarpe nuovissime della Nike e un piercing all’orecchio verde e bianco con la D, che stava per divertimento. Aveva proprio un bell’aspetto: capelli biondi e occhi azzurri. Col suo jet privato andò verso il castello. Un suo collega Mister Amico gli aveva indicato il luogo esatto. Appena arrivato, entrò nella stanza della super cattiva Tutto Mio e le disse: “ Ciao! Ci rincontriamo finalmente!”. Lei rispose: “Ciao Mister Diver è passato molto tempo! Scommetto che sei venuto qui per sconfiggermi, ma tutti quelli che ci hanno provato sono finiti in pasto ai miei piranha. Non riuscirai a passarla liscia Mister Diver. Cominciamo: ci sono tre prove; prima devi riuscire a fare canestro nel mio campo stregato, dove ci sono tartarughe violente, che ti sfileranno la palla, e gusci rossi, che ti faranno inciampare e ti impediranno di vincere. Hai tre possibilità, dopodichè i piranha ti aspettano! Muahahahaha! Buona fortuna Mister Diver!” Diver arrivò nel campo, ma non temeva niente, perché con il suo bastone arcobaleno fulminò tutti gli animali e i gusci. “Oh bene, sei riuscito a superare la prova! Ma adesso vieni con me. Non riuscirai a superare la seconda prova!” disse Tutto Mio. Diver rispose: “Non ho paura di te e dei tuoi giochetti”. Superarono una sala addobbata con mega poster della super cattiva e arrivarono in una palestra enorme con al centro una piscina profonda almeno dieci metri. “La prova è questa: devi riuscire a prendere quel pallone e fare goal in quella rete. Ma dovrai stare attento ai piranha, che se prenderanno prima loro la palla, tu verrai risucchiato da un vortice e morirai per sempre” disse Tutto Mio. Il super eroe accettò, si mise il suo costume e disse: “Sono pronto”. ”Via!” disse la super cattiva. Mister Diver cominciò a nuotare nelle acque gelide. Il fondo di quella piscina era fatto di tanti cocci di vetro appuntiti che, se sfiorati, fulminavano all’istante. Mister Diver, dopo un po’ che nuotava, vide una cosa sferica; era proprio la palla! L’aveva quasi presa, quando dietro di lui spuntarono dieci piranha affamati. Il super eroe prese la palla e cominciò a nuotare a più non posso inseguito dai famelici pesci. Sembrava che non ci fosse più niente da fare, infatti era con le spalle al muro e circondato dai piranha. “Anch’io ho il mio asso nella manica!” pensò. Così accese le super pinne e… via! Su sempre più in alto fino a che si ritrovò sopra la piscina. Visualizzata la porta, che si trovava dall’altro lato della piscina, tirò un lancio fortissimo, centrandola in pieno! Era salvo, ma mancava l’ultima e pericolosissima prova. Dovevano sfidarsi ad una partita di “cabavolo” (calcio, basket e pallavolo). Dopo numerose battute, calci e palleggi, Tutto Mio si accorse che mancava solo un punto, perché vincesse Diver, perciò appena lui stava per saltare e per fare canestro, lei gli fece lo sgambetto, prese il pallone e segnò. Così Mister Diver e Tutto Mio erano in parità; solo il destino avrebbe deciso chi far vincere e chi far scomparire per sempre. Tutto Mio tirò il primo calcio convinta che il supermicrochip impiantato nello stivale le avrebbe fatto far goal in un batter d’occhio, ma Diver prontamente afferrò la palla al volo e, con il suo potere del fischietto, diede più potenza alla battuta. Tutto Mio la parò a malapena e, appena ne ebbe la possibilità, col suo occhio magico ipnotizzò la palla e le ordinò di fare subito canestro. Diver cercò in ogni modo di impedire alla palla di raggiungere l’obbiettivo, ma non ci riuscì; così con l’inganno cercò un modo per distrarre l’occhio dalla palla. Le disse: ”Senti Tutto Mio, ti interesserà sapere che proprio di fianco a te c’è un tizio con una scatola, riportante uno scritto “arma letale per togliere il divertimento”. Così lei, appena sentì quelle parole, girò il suo occhio magico verso la sua porta, Diver ebbe così l’opportunità di far canestro. Quando Tutto Mio si accorse dell’inganno, era infuriatissima, perciò utilizzò il suo braccio bionico allungabile, per evitare che la palla facesse centro. Ma il colpo indirizzò la palla verso i suoi capelli, che erano così alti e pieni di lacca da renderli elastici; ci rimbalzò sopra, facendo, finalmente, canestro. Tutto Mio perse e sparì per sempre. Tutti gli abitanti festeggiarono, giocando ed organizzando attività sportive in armonia. Claudia Barzaghi, Sarah Bonfiglio, Chiara D’Eliseo, Francesca Segalini (1^ H - Ardigò)