ottobre - dicembre - Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela

Transcript

ottobre - dicembre - Arcidiocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela
Coordinatore curatore
Mons. GIACINTO TAVILLA
In copertina: Duomo di Messina, Cristo Pantocratore
BO LL E TTIN O
E CC L E S I A S T I C O
M E S S I NE S E
ANNO XCVIII - N. 4 - OTTOBRE - DICEMBRE 2009
Sommario
SANTA SEDE
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI PER LA GIORNATA MISSIONARIA
MONDIALE 2009
del Sommo Pontefice Benedetto XVI
“Le nazioni cammineranno alla sua luce” . . . . . .
p. 661
COSTITUZIONE APOSTOLICA
ANGLICANORUM COETIBUS
del Sommo Pontefice Benedetto XVI
Circa l’istituzione di ordinariati personali per anglicani
che entrano nella piena comunione con la chiesa cattolica. .
SEGRETERIA DI STATO
Dichiarazione per la tutela della figura del Papa .
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CEI
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
(08/10/2009 - Nubifragio di Messina)
La Presidenza della CEI stanzia un milione di euro. . . .
Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale
Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento
della Religione Cattolica nell’anno 2010-2011. . . . .
60A Assemblea Generale (Assisi, 9-12 novembre 2009)
Comunicato Finale . . .
ATTI ARCIVESCOVILI
LETTERA PASTORALE
“Vedendolo... gli disse... alzati” .
Presentazione lettera
Anno Pastorale 2009-2010 . .
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ANNO NOVANTOTTESIMO
SOMMARIO
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Messaggio dell’Arcivescovo ai Parroci e ai Fedeli
delle zone colpite dal tragico nubrifagio. . . . . .
» 747
FUNERALI SOLENNI PER LE VITTIME DELL’ALLUVIONE (10 OTTOBRE 2009)
Omelia dell’Arcivescovo S. E. Mons. Calogero La Piana
» 749
LE ESEGUIE DEI FRATELLINI FRANCESCO E LORENZO LONIA (16 OTTOBRE 2009)
Omelia dell’Arcivescovo S. E. Mons. Calogero La Piana
» 755
MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO ALLA COMUNITÀ ECCLESIALE E CIVILE
Natale 2009
» 759
Messaggio Arcivescovo
“Se guardo il cielo, la luna e le stelle” . . . . . . . .
» 762
ATTI DELLA CURIA
NOMINE
- Canonico. . . . . .
- Canonico Onorario. . .
- Parroci. . . . . . .
- Amministratore Parrocchiale
- Rettore . . . . . .
- Vicario Parrocchiale . .
- Aiuto Pastorale . . . .
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COMUNICATO STAMPA
L’Arcivescovo visita le comunità colpite. . . .
Apertura dell’Anno Sacerdotale nell’Arcidiocesi. .
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SACRE ORDINAZIONI
- Presbiterato .
- Diaconato .
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PRESBITERIO
SUSSIDIO PER I RITIRI SPIRITUALI DEL CLERO
Prefazione dell’Arcivescovo . . . .
Presentazione Commissione. . . . .
CONVOCAZIONE DEL COLLEGIO DEI CONSULTORI
Presentazione Commissione. . . . .
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VITA DIOCESANA
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
La Solidarietà dell’Arcivescovo e della Chiesa Diocesana
alle famiglie vittime del nubifragio . . . . . . . . . . » 787
L’Arcivescovo presenta la nuova lettera pastorale
sulla centralità dell’uomo . . . . . . . . . . . . » 788
L’Arcivescovo presiederà i solenni funerali in Cattedrale. . . . » 789
All’attenzione dei signori giornalisti e operatori televisivi
messaggio di Natale dell’Arcivescovo . . . . . . . . . » 791
Chiusura centenario del terremoto del 1908
visita dell’Em.Mo Card. Angelo Bagnasco. . . . . . . . » 792
MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI JANNE JUGAN
25 Ottobre 2009 nel Duomo di Messina . . . . . . . . . » 793
PEREGRINATIO DELLA MADONNA DELLA LETTERA
della Vallata di Camaro . . . . . . . . . . . . . » 795
UFFICIO DIOCESANO PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
Ai membri della commissione ai responsabili dei gruppi
e dei movimenti ecclesiastici. . . . . . . . . . . . » 797
COMUNICATO STAMPA UFFICIO DIOCESANO PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
Sui tragici eventi del nubifragio nel messinese. . . . . . . » 799
Ai membri della commissione ai Responsabili dei Gruppi
e dei Movimenti ecclesiali. . . . . . . . . . . . . » 800
Nota dell’ufficio un mese dopo l’alluvione
a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. . . . . . . . » 801
UFFICIO DIOCESANO MIGRANTES
Mons. La Piana incontra la comunità Filippina “S. Lorenzo Ruiz”. . » 803
FEDE ARTE MUSICA NATALE 2009
Natale 2009 ed altri eventi . . . . . . . . . . . . » 805
Eventi culturali “Natale 2009” . . . . . . . . . . . » 807
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
APERTURA DELL’ANNO ASSOCIATIVO . . . . . . . . . . . » 810
Mese di Ottobre . .
Mese di Novembre .
Mese di Dicembre .
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RASSEGNA STAMPA .
DIARIO PASTORALE
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SOMMARIO
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SANTA
SE D E
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2009
“Le nazioni cammineranno alla sua luce” (Ap 21, 24)
In questa domenica, dedicata alle missioni, mi rivolgo innanzitutto a
voi, Fratelli nel ministero episcopale e sacerdotale, e poi anche a voi, fratelli e sorelle dell’intero Popolo di Dio, per esortare ciascuno a ravvivare
in sé la consapevolezza del mandato missionario di Cristo di fare “discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19), sulle orme di san Paolo, l’Apostolo delle
Genti.
“Le nazioni cammineranno alla sua luce” (Ap 21,24). Scopo della missione della Chiesa infatti è di illuminare con la luce del Vangelo tutti i popoli nel loro cammino storico verso Dio, perché in Lui abbiano la loro
piena realizzazione ed il loro compimento. Dobbiamo sentire 1’ansia e la
passione di illuminare tutti i popoli, con la luce di Cristo, che risplende sul
volto della Chiesa, perché tutti si raccolgano nell’unica famiglia umana,
sotto la paternità amorevole di Dio.
È in questa prospettiva che i discepoli di Cristo sparsi in tutto il mondo
operano, si affaticano, gemono sotto il peso delle sofferenze e donano la
vita. Riaffermo con forza quanto più volte è stato detto dai miei venerati
Predecessori: la Chiesa non agisce per estendere il suo potere o affermare
il suo dominio, ma per portare a tutti Cristo, salvezza del mondo. Noi non
chiediamo altro che di metterci al servizio dell’umanità, specialmente di
quella più sofferente ed emarginata, perché crediamo che “l’impegno di
annunziare il Vangelo agli uomini del nostro tempo... è senza alcun dubbio
un servizio reso non solo alla comunità cristiana, ma anche a tutta l’umanità” (Evangelii nuntiandi, 1), che “conosce stupende conquiste, ma sembra avere smarrito il senso delle realtà ultime e della stessa esistenza”
(Redemptoris missio, 2).
1. Tutti i Popoli chiamati alla salvezza
L’umanità intera, in verità, ha la vocazione radicale di ritornare
alla sua sorgente, che è Dio, nel Quale solo troverà il suo compimento finale mediante la restaurazione di tutte le cose in Cristo. La
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dispersione, la molteplicità, il conflitto, l’inimicizia saranno rappacificate e riconciliate mediante il sangue della Croce, e ricondotte
all’unità.
L’inizio nuovo è già cominciato con la risurrezione e l’esaltazione di Cristo, che attrae tutte le cose a sé, le rinnova, le rende partecipi dell’eterna gioia di Dio. Il futuro della nuova creazione brilla
già nel nostro mondo ed accende, anche se tra contraddizioni e sofferenze, la speranza di vita nuova. La missione della Chiesa è quella
di “contagiare” di speranza tutti i popoli. Per questo Cristo chiama,
giustifica, santifica e invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno di
Dio, perché tutte le nazioni diventino Popolo di Dio. È solo in tale
missione che si comprende ed autentica il vero cammino storico dell’umanità. La missione universale deve divenire una costante fondamentale della vita della Chiesa. Annunciare il Vangelo deve essere
per noi, come già per l’apostolo Paolo, impegno impreteribile e primario.
2. Chiesa pellegrina
La Chiesa universale, senza confini e senza frontiere, si sente responsabile dell’annuncio del Vangelo di fronte a popoli interi (cfr
Evangelii nuntiandi, 53). Essa, germe di speranza per vocazione,
deve continuare il servizio di Cristo al mondo. La sua missione e il
suo servizio non sono a misura dei bisogni materiali o anche spirituali che si esauriscono nel quadro dell’esistenza temporale, ma di
una salvezza trascendente, che si attua nel Regno di Dio (cfr Evangelii nuntiandi, 27). Questo Regno, pur essendo nella sua completezza escatologico e non di questo mondo (cfr Gv 18,36), è anche in
questo mondo e nella sua storia forza di giustizia, di pace, di vera libertà e di rispetto della dignità di ogni uomo. La Chiesa mira a trasformare il mondo con la proclamazione del Vangelo dell’amore,
“che rischiara sempre di nuovo un mondo buio e ci dà il coraggio di
vivere e di agire e... in questo modo di far entrare la luce di Dio nel
mondo” (Deus caritas est, 39). È a questa missione e servizio che,
anche con questo Messaggio, chiamo a partecipare tutti i membri e
le istituzioni della Chiesa.
3. Missio ad gentes
La missione della Chiesa, perciò, è quella di chiamare tutti i popoli alla salvezza operata da Dio tramite il Figlio suo incarnato. È necessario pertanto rinnovare l’impegno di annunciare il Vangelo, che
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è fermento di libertà e di progresso, di fraternità, di unità e di pace
(cfr Ad gentes, 8). Voglio “nuovamente confermare che il mandato
d’evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale
della Chiesa” (Evangelii nuntiandi, 14), compito e missione che i
vasti e profondi mutamenti della società attuale rendono ancor più
urgenti. È in questione la salvezza eterna delle persone, il fine e compimento stesso della storia umana e dell’universo. Animati e ispirati
dall’Apostolo delle genti, dobbiamo essere coscienti che Dio ha un
popolo numeroso in tutte le città percorse anche dagli apostoli di
oggi (cfr At 18,10). Infatti “la promessa è per tutti quelli che sono
lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro” (At 2,39).
La Chiesa intera deve impegnarsi nella missio ad gentes, fino a
che la sovranità salvifica di Cristo non sia pienamente realizzata:
“Al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a Lui sottomessa” (Eb 2,8).
4. Chiamati ad evangelizzare anche mediante il martirio
In questa Giornata dedicata alle missioni, ricordo nella preghiera
coloro che della loro vita hanno fatto un’esclusiva consacrazione al
lavoro di evangelizzazione. Una menzione particolare è per quelle
Chiese locali, e per quei missionari e missionarie che si trovano a testimoniare e diffondere il Regno di Dio in situazioni di persecuzione,
con forme di oppressione che vanno dalla discriminazione sociale
fino al carcere, alla tortura e alla morte. Non sono pochi quelli che
attualmente sono messi a morte a causa del suo “Nome”. È ancora
di tremenda attualità quanto scriveva il mio venerato Predecessore,
Papa Giovanni Paolo II: “La memoria giubilare ci ha aperto uno scenario sorprendente, mostrandoci il nostro tempo particolarmente
ricco di testimoni che, in un modo o nell’altro, hanno saputo vivere
il Vangelo in situazioni di ostilità e persecuzione, spesso fino a dare
la prova suprema del sangue” (Novo millennio ineunte, 41).
La partecipazione alla missione di Cristo, infatti, contrassegna
anche il vivere degli annunciatori del Vangelo, cui è riservato lo
stesso destino del loro Maestro. “Ricordatevi della parola che vi ho
detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv 15,20). La Chiesa si
pone sulla stessa via e subisce la stessa sorte di Cristo, perché non
agisce in base ad una logica umana o contando sulle ragioni della
forza, ma seguendo la via della Croce e facendosi, in obbedienza filiale al Padre, testimone e compagna di viaggio di questa umanità.
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Alle Chiese antiche come a quelle di recente fondazione ricordo
che sono poste dal Signore come sale della terra e luce del mondo,
chiamate a diffondere Cristo, Luce delle genti, fino agli estremi confini della terra. La missio ad gentes deve costituire la priorità dei
loro piani pastorali.
Alle Pontificie Opere Missionarie va il mio ringraziamento e incoraggiamento per l’indispensabile lavoro che assicurano di animazione, formazione missionaria e aiuto economico alle giovani
Chiese. Attraverso queste Istituzioni pontificie si realizza in maniera
mirabile la comunione tra le Chiese, con lo scambio di doni, nella
sollecitudine vicendevole e nella comune progettualità missionaria.
5. Conclusione
La spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità delle nostre Chiese (cfr Redemptoris missio, 2). È necessario, tuttavia, riaffermare che l’evangelizzazione è opera dello Spirito e che prima
ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di
Cristo (cfr Redemptoris missio, 26) da parte della Chiesa locale, la
quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue
frontiere. Chiedo perciò a tutti i cattolici di pregare lo Spirito Santo
perché accresca nella Chiesa la passione per la missione di diffondere il Regno di Dio e di sostenere i missionari, le missionarie e le
comunità cristiane impegnate in prima linea in questa missione, talvolta in ambienti ostili di persecuzione.
Invito, allo stesso tempo, tutti a dare un segno credibile di comunione tra le Chiese, con un aiuto economico, specialmente nella
fase di crisi che sta attraversando l’umanità, per mettere le giovani
Chiese locali in condizione di illuminare le genti con il Vangelo della
carità.
Ci guidi nella nostra azione missionaria la Vergine Maria, stella
della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto
come luce delle genti, perché porti la salvezza “sino all’estremità
della terra” (At 13,47).
A tutti la mia Benedizione.
Dal Vaticano, 29 giugno 2009
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BENEDICTUS PP. XVI
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
COSTITUZIOE APOSTOLICA
AGLICAORUM COETIBUS
CIRCA L’ISTITUZIONE DI ORDINARIATI
PERSONALI PER ANGLICANI
CHE ENTRANO NELLA PIENA COMUNIONE
CON LA CHIESA CATTOLICA
In questi ultimi tempi lo Spirito Santo ha spinto gruppi anglicani a chiedere più volte e insistentemente di essere ricevuti, anche corporativamente,
nella piena comunione cattolica e questa Sede Apostolica ha benevolmente
accolto la loro richiesta. Il Successore di Pietro infatti, che dal Signore
Gesù ha il mandato di garantire l’unità dell’episcopato e di presiedere e tutelare la comunione universale di tutte le Chiese [1], non può non predisporre i mezzi perché tale santo desiderio possa essere realizzato.
La Chiesa, popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo [2], è stata infatti istituita da Nostro Signore Gesù Cristo come
“il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e
dell’unità di tutto il genere umano ”[3]. Ogni divisione fra i battezzati in
Gesù Cristo è una ferita a ciò che la Chiesa è e a ciò per cui la Chiesa esiste; infatti “non solo si oppone apertamente alla volontà di Cristo, ma è
anche di scandalo al mondo e danneggia la più santa delle cause: la predicazione del Vangelo ad ogni creatura” [4]. Proprio per questo, prima di
spargere il suo sangue per la salvezza del mondo, il Signore Gesù ha pregato il Padre per l’unità dei suoi discepoli [5].
È lo Spirito Santo, principio di unità, che costituisce la Chiesa come
comunione [6]. Egli è il principio dell’unità dei fedeli nell’insegnamento
[1] Cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 23; Congregazione per la
Dottrina della Fede, Lett. Communionis notio, 12; 13.
[2] Cf. Cost. dogm. Lumen gentium, 4; Decr. Unitatis redintegratio, 2.
[3] Cost. dogm. Lumen gentium 1.
[4] Decr. Unitatis redintegratio, 1.
[5] Cf. Gv 17,20-21; Decr. Unitatis redintegratio, 2.
[6] Cf. Cost. dogm. Lumen gentium, 13.
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degli Apostoli, nella frazione del pane e nella preghiera [7]. Tuttavia la
Chiesa, per analogia al mistero del Verbo incarnato, non è solo una comunione invisibile, spirituale, ma anche visibile [8]; infatti, “la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo, l’assemblea visibile
e la comunità spirituale, la Chiesa terrestre e la Chiesa arricchita di beni celesti, non si devono considerare come due cose diverse; esse formano piuttosto una sola complessa realtà risultante di un duplice elemento, umano e
divino ”[9]. La comunione dei battezzati nell’insegnamento degli Apostoli
e nella frazione del pane eucaristico si manifesta visibilmente nei vincoli
della professione dell’integrità della fede, della celebrazione di tutti i sacramenti istituiti da Cristo e del governo del Collegio dei Vescovi uniti con
il proprio capo, il Romano Pontefice [10].
L’unica Chiesa di Cristo infatti, che nel Simbolo professiamo una, santa,
cattolica e apostolica, “sussiste nella Chiesa Cattolica governata dal successore di Pietro, e dai Vescovi in comunione con lui, ancorché al di fuori
del suo organismo si trovino parecchi elementi di santificazione e di verità,
che, quali doni propri della Chiesa di Cristo, spingono verso l’unità cattolica” [11].
Alla luce di tali principi ecclesiologici, con questa Costituzione
Apostolica si provvede ad una normativa generale che regoli l’istituzione
e la vita di Ordinariati Personali per quei fedeli anglicani che desiderano
entrare corporativamente in piena comunione con la Chiesa Cattolica. Tale
normativa è integrata da Norme Complementari emanate dalla Sede
Apostolica.
I. § 1. Gli Ordinariati Personali per Anglicani che entrano nella piena comunione con la Chiesa Cattolica vengono eretti dalla Congregazione
per la Dottrina della Fede all’interno dei confini territoriali di una determinata Conferenza Episcopale, dopo aver consultato la Conferenza stessa.
[7] Cf. Ibidem; At 2,42.
[8] Cf. Cost. dogm. Lumen gentium, 8; Lett. Communionis notio, 4.
[9] Cost. dogm. Lumen gentium, 8.
[10] Cf. CIC, can. 205; Cost. dogm. Lumen gentium, 13; 14; 21; 22; Decr. Unitatis redintegratio, 2;
3; 4; 15; 20; Decr. Christus Dominus, 4; Decr. Ad gentes, 22.
[11] Cost. dogm. Lumen gentium, 8; Decr. Unitatis redintegratio, 1; 3; 4; Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Dominus Iesus, 16.
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§ 2. Nel territorio di una Conferenza dei Vescovi, uno o più Ordinariati
possono essere eretti, a seconda delle necessità.
§ 3. Ciascun Ordinariato ipso iure gode di personalità giuridica pubblica; è giuridicamente assimilato ad una diocesi [12].
§ 4. L’Ordinariato è formato da fedeli laici, chierici e membri d’Istituti
di Vita Consacrata o di Società di Vita Apostolica, originariamente
appartenenti alla Comunione Anglicana e ora in piena comunione
con la Chiesa Cattolica, oppure che ricevono i Sacramenti dell’Iniziazione nella giurisdizione dell’Ordinariato stesso.
II.
III.
IV.
V.
§ 5. Il Catechismo della Chiesa Cattolica è l’espressione autentica della
fede cattolica professata dai membri dell’Ordinariato.
L’Ordinariato Personale è retto dalle norme del diritto universale e
dalla presente Costituzione Apostolica ed è soggetto alla Congregazione per la Dottrina della Fede e agli altri Dicasteri della Curia Romana secondo le loro competenze. Per esso valgono anche le
suddette Norme Complementari ed altre eventuali Norme specifiche date per ciascun Ordinariato.
Senza escludere le celebrazioni liturgiche secondo il Rito Romano,
l’Ordinariato ha la facoltà di celebrare l’Eucaristia e gli altri Sacramenti, la Liturgia delle Ore e le altre azioni liturgiche secondo i libri
liturgici propri della tradizione anglicana approvati dalla Santa Sede,
in modo da mantenere vive all’interno della Chiesa Cattolica le tradizioni spirituali, liturgiche e pastorali della Comunione Anglicana,
quale dono prezioso per alimentare la fede dei suoi membri e ricchezza da condividere.
Un Ordinariato Personale è affidato alla cura pastorale di un Ordinario nominato dal Romano Pontefice.
La potestà (potestas) dell’Ordinario è:
a. ordinaria: annessa per il diritto stesso all’ufficio conferitogli dal
Romano Pontefice, per il foro interno e per il foro esterno;
b. vicaria: esercitata in nome del Romano Pontefice;
c. personale: esercitata su tutti coloro che appartengono all’Ordinariato.
[12] Cf. Giovanni Paulo II, Cost. Ap. Spirituali militum curae, 21 aprile 1986, I § 1.
ANNO NOVANTOTTESIMO
SANTA SEDE
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VI.
Essa è esercitata in modo congiunto con quella del Vescovo
diocesano locale nei casi previsti dalle Norme Complementari.
§ 1. Coloro che hanno esercitato il ministero di diaconi, presbiteri o
vescovi anglicani, che rispondono ai requisiti stabiliti dal diritto canonico[13] e non sono impediti da irregolarità o altri impedimenti
[14], possono essere accettati dall’Ordinario come candidati ai Sacri
Ordini nella Chiesa Cattolica. Per i ministri coniugati devono essere
osservate le norme dell’Enciclica di Paolo VI Sacerdotalis coelibatus, n. 42 [15] e della Dichiarazione In June [16]. I ministri non coniugati debbono sottostare alla norma del celibato clericale secondo
il can. 277, §1.
§ 2. L’Ordinario, in piena osservanza della disciplina sul celibato
clericale nella Chiesa Latina, pro regula ammetterà all’ordine del
presbiterato solo uomini celibi. Potrà rivolgere petizione al Romano
Pontefice, in deroga al can. 277, § 1, di ammettere caso per caso all’Ordine Sacro del presbiterato anche uomini coniugati, secondo i
criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede.
§ 3. L’incardinazione dei chierici sarà regolata secondo le norme del
diritto canonico.
§ 4. I presbiteri incardinati in un Ordinariato, che costituiscono il
suo presbiterio, debbono anche coltivare un vincolo di unità con il
presbiterio della Diocesi nel cui territorio svolgono il loro ministero;
essi dovranno favorire iniziative e attività pastorali e caritative congiunte, che potranno essere oggetto di convenzioni stipulate tra l’Ordinario e il Vescovo diocesano locale.
§ 5. I candidati agli Ordini Sacri in un Ordinariato saranno formati
insieme agli altri seminaristi, specialmente negli ambiti dottrinale e
pastorale. Per tener conto delle particolari necessità dei seminaristi
dell’Ordinariato e della loro formazione nel patrimonio anglicano,
l’Ordinario può stabilire programmi da svolgere nel seminario o
anche erigere case di formazione, connesse con già esistenti facoltà
di teologia cattoliche.
[13] Cf. CIC, cann. 1026-1032.
[14] Cf. CIC, cann. 1040-1049.
[15] Cf. AAS 59 (1967) 674.
[16] Cf. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione del 1° aprile 1981, in Enchiridion
Vaticanum 7, 1213.
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VII. L’Ordinario, con l’approvazione della Santa Sede, può erigere nuovi
Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica e promuoverne i membri agli Ordini Sacri, secondo le norme del diritto canonico. Istituti di Vita Consacrata provenienti dall’Anglicanesimo e
ora in piena comunione con la Chiesa Cattolica per mutuo consenso
possono essere sottoposti alla giurisdizione dell’Ordinario.
VIII. § 1. L’Ordinario, a norma del diritto, dopo aver sentito il parere del
Vescovo diocesano del luogo, può, con il consenso della Santa Sede,
erigere parrocchie personali, per la cura pastorale dei fedeli appartenenti all’Ordinariato.
IX.
X.
§ 2. I parroci dell’Ordinariato godono di tutti i diritti e sono tenuti a
tutti gli obblighi previsti nel Codice di Diritto Canonico, che, nei
casi stabiliti nelle Norme Complementari, sono esercitati in mutuo
aiuto pastorale con i parroci della Diocesi nel cui territorio si trova
la parrocchia personale dell’Ordinariato.
Sia i fedeli laici che gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica, che provengono dall’Anglicanesimo e desiderano far
parte dell’Ordinariato Personale, devono manifestare questa volontà
per iscritto.
§ 1. L’Ordinario nel suo governo è assistito da un Consiglio di governo regolato da Statuti approvati dall’Ordinario e confermati dalla
Santa Sede [17].
§ 2. Il Consiglio di governo, presieduto dall’Ordinario, è composto
di almeno sei sacerdoti ed esercita le funzioni stabilite nel Codice di
Diritto Canonico per il Consiglio Presbiterale e il Collegio dei Consultori e quelle specificate nelle Norme Complementari.
§ 3. L’Ordinario deve costituire un Consiglio per gli affari economici
a norma del Codice di Diritto Canonico e con i compiti da questo stabiliti [18].
§ 4. Per favorire la consultazione dei fedeli nell’Ordinariato deve
essere costituito un Consiglio Pastorale [19].
[17] Cf. CIC, cann. 495-502.
[18] Cf. CIC, cann. 492-494.
[19] Cf. CIC, can. 511.
ANNO NOVANTOTTESIMO
SANTA SEDE
669
XI.
L’Ordinario ogni cinque anni si deve recare a Roma per la visita ad
limina Apostolorum e tramite la Congregazione per la Dottrina della
Fede, in rapporto anche con la Congregazione per i Vescovi e la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, deve presentare al
Romano Pontefice una relazione sullo stato dell’Ordinariato.
XII. Per le cause giudiziali il tribunale competente è quello della Diocesi
in cui una delle parti ha il domicilio, a meno che l’Ordinariato non
abbia costituito un suo tribunale, nel qual caso il tribunale d’appello
sarà quello designato dall’Ordinariato e approvato dalla Santa Sede.
XIII. Il Decreto che erigerà un Ordinariato determinerà il luogo della sede
dell’Ordinariato stesso e, se lo si ritiene opportuno, anche quale sarà
la sua chiesa principale.
Vogliamo che queste nostre disposizioni e norme siano valide ed efficaci ora e in futuro, nonostante, se fosse necessario, le Costituzioni
e le Ordinanze apostoliche emanate dai nostri predecessori, e ogni
altra prescrizione anche degna di particolare menzione o deroga.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 4 novembre 2009, Memoria di
San Carlo Borromeo.
BENEDICTUS PP. XVI
670
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
SEGRETERIA DI STATO
DICHIARAZIONE PER LA TUTELA
DELLA FIGURA DEL PAPA
Nel corso soprattutto di questi ultimi anni, si è potuto rilevare il crescente affetto e la cordiale stima di molti verso i Sommi Pontefici, ai
quali alcuni desiderano intitolare istituzioni universitarie, scolastiche o
culturali, come pure associazioni, fondazioni o altri enti.
Prendendo atto di ciò, si dichiara che spetta esclusivamente alla Santa
Sede la legittimazione a tutelare in ogni modo il rispetto dovuto ai Successori di Pietro e, quindi, a salvaguardarne la figura e l’identità personale da iniziative che, prive di autorizzazione, adottano il nome e/o lo
stemma dei Papi per scopi ed attività che nulla o ben poco hanno a che
vedere con la Chiesa Cattolica. Talora, di fatto, mediante l’uso di simboli
nonché di loghi ecclesiali o pontifici si cerca di attribuire credibilità e autorevolezza a quanto viene promosso o organizzato.
Pertanto, l’impiego sia di tutto ciò che si riferisce direttamente alla
persona e all’ufficio del Sommo Pontefice (nome, immagine e stemma),
sia della denominazione “Pontificio/a” deve essere espressamente e preventivamente autorizzato dalla Santa Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
SANTA SEDE
671
C EI
C O N FE R E N Z A E P I S C O P A L E I T A L I A N A
LA PRESIDENZA DELLA CEI STANZIA
UN MILIONE DI EURO
08/10/2009 - Nubifragio di Messina
La Chiesa italiana esprime la propria vicinanza alla comunità messinese, in particolare alle popolazioni di Scaletta Zanclea, Giampilieri Marina, Giampilieri Superiore, Molino, Altolia, Briga Marina Superiore del
Comune di Messina, dell’Arcidiocesi di Messina - Lipari - S. Lucia del
Mela, rimaste vittime del nubifragio del 1° ottobre 2009.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana invita le comunità
ecclesiali a pregare per le vittime e le persone colpite da questo drammatico evento. In particolare si unisce alla preghiera di suffragio per le vittime della tragica alluvione le cui esequie saranno celebrate
dall’Arcivescovo di Messina il prossimo sabato in Cattedrale.
La Presidenza della CEI, per far fronte all’emergenza e ai bisogni essenziali delle persone colpite da questo immane disastro, ha stanziato un
milione di euro dai fondi derivanti dall'otto per mille, e invita, inoltre, a sostenere le iniziative di solidarietà promosse dalla Caritas Italiana per alleviare le sofferenze di quelle popolazioni.
ANNO NOVANTOTTESIMO
CEI
675
MESSAGGIO DELLA PRESIDEZA
DELLA COFEREZA EPISCOPALE ITALIAA
I VISTA DELLA SCELTA DI AVVALERSI
DELL’ISEGAMETO DELLA RELIGIOE
CATTOLICA ELL’AO 2010-2011
L’anno scolastico ha preso avvio da qualche settimana, segnato da cambiamenti e innovazioni finalizzati a tenere il passo con le trasformazioni
della società nell’orizzonte europeo e globale.
La Chiesa che è in Italia, consapevole che la scuola è luogo imprescindibile di formazione della persona nella dimensione individuale e sociale,
ne segue con attenzione e partecipazione gli sforzi, condividendo le ansie
di quanti si adoperano attivamente nel compito educativo. Essa si fa “compagna di viaggio”, dei genitori, dei docenti e degli studenti, cooperando –
nelle modalità che le sono proprie – all’educazione integrale delle giovani
generazioni.
In particolare, con l’insegnamento della religione cattolica, propone all’interno dell’offerta formativa l’orizzonte di valori provenienti dal ricco
patrimonio del cristianesimo, che segna profondamente la cultura occidentale, declinandosi in Italia soprattutto nella forma cattolica. I grandi valori universali della dignità della persona, della pace e della giustizia, le
molteplici espressioni dell’arte, della musica e della letteratura, delle feste,
degli usi e costumi costituiscono la trama organica della nostra civiltà e resterebbero incomprensibili, se disancorati dalla radice cristiana che li ha generati e dalla figura e dall’opera di Gesù Cristo, che ne è il fondamento. Il
Santo Padre Benedetto XVI ci ha ricordato che “grazie all’insegnamento
della religione cattolica, la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere
nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico,
ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro” (Discorso ai partecipanti all’incontro degli insegnanti di religione cattolica, Roma, 25 aprile 2009).
Sono queste le ragioni che ci inducono a invitare genitori e studenti a
scegliere l’insegnamento della religione cattolica, preziosa opportunità culturale che consente anche di confrontarsi con maggiore consapevolezza
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
con altre realtà culturali e religiose presenti oggi nelle nostre città. Esso
contribuisce a caratterizzare la scuola come occasione di formazione umana
e civile, intessuta nelle dimensioni dello spirito e dell’esperienza religiosa.
L’insegnamento della religione cattolica, come disciplina scolastica specifica, muovendo dai grandi interrogativi esistenziali e dal patrimonio storico
della cultura italiana, promuove infatti la riflessione sul senso ultimo della
vita e apre al confronto con le altre istanze religiose, facendo conoscere
l’originalità della risposta religiosa cristiana, senza precludersi al confronto
con altri sistemi di significato.
L’esperienza di tanti insegnanti di religione, ai quali va la nostra sincera riconoscenza, testimonia che questo obiettivo è perseguibile. Di ciò è
prova anche l’alto livello di adesione da parte di famiglie e studenti provenienti da altri paesi e culture: il dialogo e l’amicizia nata sui banchi di
scuola fanno ben sperare quanto al superamento di pregiudizi e incomprensioni che minerebbero le basi della convivenza sociale.
Nel 2009 l’insegnamento della religione cattolica è stato scelto dal 91%
delle famiglie e degli alunni della scuola pubblica. Il dato sale al 91,7 %,
se si tiene conto anche di quanti frequentano scuole di ispirazione cattolica.
Si tratta di un risultato lusinghiero, che attesta la validità della proposta,
confermando nel loro proposito quanti hanno deciso di avvalersi di tale insegnamento e provocando positivamente coloro che sono chiamati a sceglierlo per il prossimo anno scolastico.
Roma, 13 novembre 2009
PRESIDENZA DELLA CEI
ANNO NOVANTOTTESIMO
CEI
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Conferenza Episcopale Italiana
60A ASSEMBLEA GEERALE
Assisi, 9-12 novembre 2009
COMUICATO FIALE
La 60a Assemblea Generale dei Vescovi italiani si è svolta ad Assisi –
Santa Maria degli Angeli dal 9 al 12 novembre 2009, con la partecipazione di duecentodue membri e otto Vescovi emeriti. Tra gli invitati, docenti
ed esperti in ragione dei diversi punti all’ordine del giorno. È stato molto
apprezzato il clima di condivisione, favorito dal carattere residenziale dell’incontro, che si è manifestato – oltre che nei lavori e nei momenti conviviali – nella preghiera liturgica. Particolarmente toccante è stata la
Celebrazione eucaristica, presieduta dal Cardinale Presidente, nel cinquantesimo anniversario della consacrazione dell’Italia al Cuore Immacolato di Maria.
I Vescovi hanno approvato la nuova edizione del Rito delle Esequie,
libro che sarà pubblicato una volta ottenuta la prescritta autorizzazione
(recognitio) della Sede Apostolica. È stata pure approvata la bozza della
nota su Chiesa e Mezzogiorno, stabilendo che il documento sarà reso pubblico dopo l’ultima lettura rimessa al Consiglio Episcopale Permanente,
che si riunirà nel mese di gennaio.
Durante i lavori si è proceduto all’elezione di un Vice Presidente della
CEI per l’area centro, nella persona di S.E. Mons. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia – Città della Pieve.
Sono state presentate le iniziative indette a livello nazionale e diocesano in occasione dell’Anno Sacerdotale ed è stato illustrata l’indagine
per la rilevazione delle opere sanitarie e sociali di ispirazione ecclesiale
in Italia. Sono state fornite informazioni puntuali in merito a due eventi di
rilevante importanza previsti nei prossimi mesi, cioè l’Ostensione della
Sindone (Torino, 10 aprile – 23 maggio 2010) e il convegno Testimoni digitali (Roma, 22 – 24 aprile 2010).
Unanime apprezzamento è stato espresso per gli spunti di approfondimento e di riflessione contenuti nelle due relazioni accademiche concer-
678
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
nenti la questione antropologica, alla luce del nesso fra etica della vita ed
etica sociale, e l’immagine della Chiesa in rapporto alla comunicazione
mediatica.
L’Africa, come ermeneutica della missione
“L’Africa rappresenta un ‘polmone spirituale’ per un’umanità in crisi di
fede e di speranza. La forza straordinaria della mentalità africana è di essere, con la sua prorompente spiritualità popolare, la sua istintiva fede nel
Dio creatore, la sua sbalorditiva attitudine religiosa, una costante provocazione per tutti i sazi e i distratti del mondo cosiddetto sviluppato” (Prolusione, n. 2). È a partire da questa convinzione – emersa nitidamente nel
corso della Seconda Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, conclusasi il 25 ottobre scorso – che i Vescovi italiani hanno individuato nell’apertura al mondo e nella dinamica missionaria la cifra
dell’attuale stagione ecclesiale. La stessa ermeneutica della missione caratterizza l’identità del sacerdote che, oggi come ieri, è chiamato ad “abitare attivamente tutto il territorio della sua parrocchia” (BENEDETTO XVI,
Lettera di indizione dell’Anno Sacerdotale, 16 giugno 2009), facendo
emergere il suo profilo di “uomo dello spirito”, il cui compito è quello di
“portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente” (BENEDETTO XVI, Messaggio all’Assemblea). Del prete è stata richiamata pure un’altra qualità: quella della misericordia, di cui,
paradossalmente, proprio la cultura trasgressiva e intollerante oggi così
diffusa sente drammaticamente nostalgia, nella consapevolezza che, percorrendo tale strada, sarà possibile manifestare amore a quanti non credono. Solo la misericordia, infatti, rende credibile e accettabile la verità. Più
voci hanno sottolineato come, nonostante circoscritti casi di controtestimonianza, la presenza del sacerdote sia oggi richiesta con speciale attenzione, spesso anche dai cosiddetti lontani. I Vescovi hanno perciò ribadito
gratitudine ammirata per il servizio discreto e nascosto di tanti preti nelle
parrocchie e nei diversi ambiti pastorali, strada sicura per assicurare la prossimità della Chiesa in ogni realtà. Si è pure auspicato che all’interno delle
diocesi prosegua l’impegno per accrescere il senso dell’appartenenza dei
sacerdoti a un unico presbiterio, superando un approccio individualistico al
ministero. L’Anno Sacerdotale in corso, evento che registra nel nostro
Paese “non poche iniziative soprattutto di carattere spirituale e vocazio-
ANNO NOVANTOTTESIMO
CEI
679
nale”, come ricorda il Santo Padre nel suo Messaggio, rappresenta una formidabile occasione e una preziosa risorsa. Esso, infatti, aiuta i sacerdoti
stessi e le comunità ecclesiali a comprendere il senso della vocazione sacerdotale e il dono che ogni prete è per la gente e per il mondo.
La nuova edizione del Rito delle Esequie e il senso della morte e
della vita
I Vescovi italiani hanno approvato il nuovo Rito delle Esequie. Si tratta
della versione italiana del libro liturgico ufficiale, utilizzato nelle veglie di
preghiera e nei funerali. Il testo, che sarà pubblicato dopo la prescritta approvazione (recognitio) della Santa Sede, aggiorna l’edizione del 1974 tenendo conto di alcuni adattamenti suggeriti da trentacinque anni di uso,
“facendo tesoro dell’esperienza maturata dopo il Concilio Vaticano II, con
uno sguardo attento al mutato contesto socio-culturale e alle esigenze della
nuova evangelizzazione” (BENEDETTO XVI, Messaggio all’Assemblea). È
noto che la sensibilità culturale prevalente tende oggi a censurare la morte.
Il vivace dibattito assembleare, invece, ha ribadito l’esigenza di annunciare
la “buona notizia” della morte e risurrezione di Gesù Cristo, come primo
servizio da rendere a una sensibilità assopita e dissimulatrice, che coinvolge in particolare le giovani generazioni in un processo di rimozione collettiva. D’altra parte, è stato notato che “nascondere la morte e dimenticare
l’anima non rende più allegra la vita, in genere la rende solo più superficiale. Contribuire, per parte nostra, a mimetizzare la morte, affinché il suo
pensiero non turbi, significa favorire anche pastoralmente un approccio
scandito per lo più dalla fretta e dal formalismo” (Prolusione, n. 5). Per
questo occorre aiutare le persone a guardare in modo meno evasivo alla
prospettiva della fine, considerandola parte integrante dell’esistenza, con
l’intento di sollevare lo sguardo a quanto la speranza cristiana confida al
cuore umano. La celebrazione delle esequie, momento largamente partecipato anche da chi non crede o non frequenta abitualmente la chiesa, rappresenta senza dubbio un’occasione privilegiata per questo annuncio di
speranza. Di qui la cura che si richiede perché tale momento costituisca
una proposta pastorale significativa e coinvolgente, che attesti la vicinanza
affettiva della comunità cristiana e insieme l’annuncio di “una vita che va
oltre la morte e sfocia nella vita eterna” (Prolusione, n. 5).
Nella nuova edizione del Rito delle Esequie sarà previsto un formulario
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
specifico per quanti scelgono la cremazione. Come è noto, la Chiesa, pur
preferendo la sepoltura tradizionale, non riprova tale pratica, se non quando
è voluta in disprezzo della fede, cioè quando si intende con questo gesto postulare il nulla a cui verrebbe ricondotto l’essere umano. La memoria dei defunti attraverso la preghiera liturgica e personale e la familiarità con il
camposanto costituiranno la strada per contrastare, con un’appropriata catechesi, la prassi di disperdere le ceneri o di conservarle al di fuori del cimitero o di un luogo sacro. Ciò che sta a cuore ai Vescovi è che non si
attenui nei fedeli l’attesa della risurrezione dei corpi, temendo invece che
la dispersione delle ceneri affievolisca la memoria dei defunti, a cui siamo
indelebilmente legati nella partecipazione al destino comune dell’umanità.
La nota su “Chiesa e Mezzogiorno”
È stata approvata a larghissima maggioranza la nota su “Chiesa e Mezzogiorno”, preparata a vent’anni dal documento Sviluppo nella solidarietà.
Chiesa italiana e Mezzogiorno, alla luce degli esiti del convegno Chiesa
nel Sud, Chiese del Sud, svoltosi a Napoli nel febbraio scorso. Per recepire
le osservazioni emerse durante il dibattito, si è stabilito che il testo definitivo sia licenziato dal Consiglio Episcopale Permanente nella prossima sessione di gennaio 2010. L’intento è quello di pubblicare un documento che
sia espressione dell’intero Episcopato, così da ribadire la nota della reciprocità, per cui solo insieme si affrontano i problemi e le sfide del Paese.
È noto che i tratti caratteristici del Sud, come la religiosità popolare, la vivacità educativa e la persistenza della tradizione associativa, sono beni a disposizione di tutti, a cui guardare con rinnovata fiducia. Non vanno
sottovaluti peraltro i segnali di un degrado che non è solo sociale e economico. Da ciò nasce la necessità di un forte appello alla conversione, a cui
si lega l’indicazione di preparare con attenzione la ricezione pastorale della
nota, perché essa non resti un intervento isolato, ma si inserisca a pieno titolo nel percorso evangelizzante della Chiesa italiana e si faccia interprete
della sfida educativa che la caratterizzerà nel prossimo decennio.
La questione antropologica e la comunicazione mediatica
Sono stati particolarmente apprezzati e largamente partecipati i due momenti di studio che hanno visto due laici in veste di relatori: il prof. Adriano
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CEI
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Fabris e la prof.ssa Chiara Giaccardi.
Il primo, prendendo spunto dall’Enciclica di Benedetto XVI Caritas in
veritate, ha mostrato l’esigenza di un’antropologia unitaria che non separi
artificialmente l’etica individuale dall’etica sociale. Il recente documento
pontificio aiuta, in effetti, a ritrovare l’integralità di una proposta antropologica, che non separa ma coordina le due facce della cosiddetta questione
antropologica. Nei loro interventi, i Vescovi hanno sottolineato che la relazionalità costituisce una dimensione carente nella cultura odierna, che si
trova così amputata di una componente essenziale e rischia di perseguire
la ricerca dei diritti senza preoccuparsi dei doveri correlati e di idolatrare
una libertà che, priva della verità sull’uomo, si ritorce fatalmente contro la
società nel suo insieme.
La prof.ssa Giaccardi ha illustrato l’attuale contesto mediatico, segnato
dai caratteri del linguaggio digitale che ormai permeano la cultura in ogni
sua espressione. Questo inedito contesto rappresenta una sfida e un’opportunità per l’annuncio cristiano: una sfida, perché la cultura dominante
promuove forme di nichilismo pratico, in cui i media non sono canali neutri, ma contribuiscono a creare consenso nei confronti di una mentalità basata sull’intensità e sul pathos più che sull’adesione al bene comune e al
logos. Questa però è, allo stesso tempo, pure un’opportunità, potendo la
Chiesa far ricorso alla ricchezza del suo linguaggio, che è simbolico e paradossale. Ricorrendo al simbolo, essa riesce a uscire dalla gabbia dell’immanenza, che alla fine è asfissiante e ripetitiva; usando il paradosso,
non separa parola e vita e da questa intrinseca unità trae la propria legittimità e autorevolezza.
Iniziative per i prossimi mesi
Durante i lavori dell’Assemblea, è stata presentato il piano di rilevazione delle opere sanitarie e sociali di ispirazione ecclesiale presenti in Italia. Tale indagine è volta non solo a conoscere il numero delle strutture e a
quantificare lo speciale contributo che anche in questi delicati settori la
Chiesa cattolica offre al Paese, ma anche a tenere desta l’attenzione delle
comunità ecclesiali, perché continuino a interrogarsi sulla loro capacità di
realizzare in modo convincente “una prassi di vita caratterizzata dall’amore
reciproco e dall’attenzione premurosa ai poveri” (BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona, 19 ottobre 2006).
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
Dando conto nel dettaglio delle numerose iniziative indette a livello
diocesano e nazionale in occasione dell’Anno Sacerdotale, è stato ribadito
l’impegno comune a convergere a Roma l’11 giugno prossimo, per l’incontro conclusivo con il Santo Padre.
È stato presentato il programma dell’Ostensione della Sindone, che si
terrà a Torino dal 10 aprile al 23 maggio 2010, nella convinzione che questa “immagine unica” costituisca uno straordinario strumento di evangelizzazione, capace di parlare con efficacia agli uomini e alle donne del
nostro tempo.
È stato infine illustrato il programma del convegno Testimoni digitali:
volti e linguaggi nell’era ipermediale, previsto a Roma dal 22 al 24 aprile
2010, in continuità ideale con l’analogo evento del 2002. A otto anni di distanza e sulla soglia del decennio dedicato alla tematica educativa, si avverte infatti l’esigenza di aggiornare la lettura del fenomeno comunicativo,
che nel frattempo si è evoluto e, grazie a internet, ha subito un’accelerazione, innovando profondamente anche i vecchi media, quali il cinema, la
radio e la televisione.
Nomine
Seguono le nomine.
Roma, 17 novembre 2009
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CEI
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ATTI
A R C I V E SC O V I LI
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Arcidiocesi di
MESSINA - LIPARI - SANTA LUCIA DEL MELA
“Vedendolo… gli disse… alzati”.
Sulle strade dell’uomo
Lettera dell’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana
per l’Anno Pastorale 2009-2010
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Tutte le vie della Chiesa conducono all’uomo
«Ogni uomo, in tutta la sua irripetibile realtà dell’essere e dell’agire, dell’intelletto e della volontà, della coscienza e del cuore. L’uomo, nella sua singolare realtà
(perché è “persona”)... nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere
comunitario e sociale... quest’uomo è la prima strada che
la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa,
via traccita da Cristo stesso, via che immutabilmente
passa attraverso il mistero dell’Incarnazione e della Redenzione... quest’uomo è la via della Chiesa, via che corre,
in un certo modo, alla base di tutte quelle vie, per le quali
deve camminare la Chiesa, perché l’uomo - ogni uomo
senza eccezione alcuna - è stato redento da Cristo, perché
con l’uomo - ciascun uomo senza eccezione alcuna - Cristo è in qualche modo unito... Essendo quindi quest’uomo
la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita ed esperienza, della sua missione e fatica, la Chiesa del nostro
tempo deve essere, in modo sempre nuovo, consapevole
della di lui “situazione”».
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris hominis, 14)
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ANNO NOVANTOTTESIMO
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INTRODUZIONE
“Vicini all’uomo di oggi”
“Avendo avuto notizia…
dell’amore che avete verso tutti…
non cesso di rendere grazie per voi,
ricordandovi nelle mie preghiere (Ef 1,15-16).
1. Procedere con cuore grato
Carissimi fratelli,
grati al Signore per l’esperienza di grazia e di servizio, maturata alla
luce delle precedenti lettere pastorali1, desideriamo procedere nell’impegno proposto dalla Nota pastorale dell’Episcopato italiano dopo il
Convegno ecclesiale nazionale (Verona 16-20 Ottobre 2006)2, la
quale insieme alla santità (primato di Dio nella vita e nella pastorale
della Chiesa) e alla “testimonianza, personale e comunitaria, come
forma dell’esistenza cristiana capace di far adeguatamente risaltare il
grande ‘sì’ di Dio all’uomo”, ha indicato alle Chiese d’Italia come terza
scelta di fondo una pastorale attenta e vicina alla vita delle persone,
“una pastorale che converge sulla unità della persona” 3.
Rendere visibile il grande ‘sì’ della fede, attraverso una vita trasparente e luminosa, è il contributo dei credenti, sul piano etico e spirituale, culturale, economico e politico per promuovere ed orientare
il cammino dell’umanità. La testimonianza di fede traduce dunque “il
grande senso di responsabilità e la volontà di operare per lo sviluppo
di tutti gli uomini e di tutto l’uomo” che deve caratterizzare l’azione
pastorale della Chiesa. Lasciandoci plasmare dalla Pasqua di Gesù,
notano i vescovi, “il nostro unico interesse è metterci a servizio
1
“Ad immagine del Santo diventate santi anche voi” (1Pt 1,1-15) - anno pastorale
2007-2008; “Risplenda la vostra luce”. Essere trasparenza luminosa di Cristo - anno pastorale 2008-2009.
2
CEI, “Rigenerati per una speranza viva” - 1Pt 1,3: testimoni del grande ‘sì’ di Dio all’uomo. Nota pastorale dell’episcopato italiano dopo il 4° Convegno ecclesiale nazionale, Roma 2007 (In seguito CEI,Nota).
3
CEI, Nota, 4.
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ATTI ARCIVESCOVILI
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dell’uomo perché l’amore di Dio possa manifestarsi in tutto il suo
splendore”4.
2. Dalla “testimonianza” alla “attenzione” e alla “prossimità”
Evidente la continuità, spirituale e pastorale, del nostro procedere.
La testimonianza cristiana, capace di “dire” il grande ‘sì’ della fede (il
grande ‘sì’ di Dio all’uomo), si concretizza, quasi naturalmente, in
“attenzione”, “vicinanza”, “prossimità” all’uomo. La testimonianza,
cioè, si esprime nell’ambiente vitale degli uomini, si traduce nel servizio dell’uomo e nei diversi ambiti della sua esistenza.
3. “Rimetterci per strada”
Il cammino di questi anni (sulla santità e sulla testimonianza) ci ha
portati a ritrovare l’essenziale della nostra vita nel cuore della fede,
dove c’è il primato di Dio e del suo amore da portare ai fratelli. Il
dono della vita divina che è in noi per l’Eucaristia, i Sacramenti e la
Parola di Dio ci costituisce nella pienezza di umanità (uomini nuovi)
da vivere sull’esempio e nell’imitazione di Cristo Gesù: amare, pensare, operare, pregare, valutare e scegliere come Lui.
Il servizio dell’uomo diventa così il segno dell’autenticità del nostro conformarci a Cristo e del nostro impegno pastorale. “Avvertiamo
l’esigenza e il desiderio di ‘rimetterci per strada’ e portare l’annuncio
di Gesù Risorto alla gente che vive accanto a noi, camminando con
loro, cogliendone le istanze più profonde e le domande sul senso
della vita e della morte, sul bene e sul male, sulla salvezza e sulla rovina eterna. Insieme, pastori e laici, siamo chiamati ad essere vicini
all’uomo di oggi”5.
Il servizio dell’uomo, fatto di attenzione, vicinanza, prossimità, accoglienza, ecc., rappresenta la nota dominante (il tema) e lo specifico cammino della Chiesa di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela
per l’anno di grazia 2009-2010.
4
CEI, Nota, 19.
5
COMMISSIONE EPISCOPALE della CEI PER IL LAICATO, “Fare di Cristo il cuore del
mondo”. Lettera ai laici, Roma 2005, 1.
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CAPITOLO PRIMO
Illuminati e guidati dalla Parola di Dio
“Lampada per i miei passi è la tua parola,
luce sul mio cammino” (Sl 118,105).
Nel dirigere i nostri passi “sulle strade dell’uomo” desideriamo lasciarci guidare dalla pagina biblica (icona) della guarigione del paralitico, operata da Gesù a Gerusalemme sotto i portici della piscina di
Betzaetà, presso la “porta delle pecore”. Consapevoli di potere attingere dalla luce della parola di Dio la maturazione di convinzioni e di
motivazioni, insieme a preziose indicazioni per le scelte pastorali necessarie e urgenti.
4. “Vedendolo … gli disse … alzati”
“Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. C’è a
Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in
ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran
numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi
momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse
affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù
vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli
disse:
«Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno
che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto
per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati,
prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull’istante quell’uomo guarì e,
preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo
guarito: «È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio». Ma egli
rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina». Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il
tuo lettuccio e cammina?». Ma colui che era stato guarito non sapeva
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chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito;
non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a
guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio
opera sempre e anch’io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma
chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” 6
5. Il linguaggio dei “segni”
Siamo al cap. V del Vangelo di Giovanni, il “libro dei segni”: Gesù
guarisce, esorcizza, tuttavia, la sua missione non si esaurisce nel sanare i malati o liberare gli uomini dalla possessione del maligno. Egli
è venuto per annunziare e manifestare la misericordia e l’amore di
Dio, per realizzare la “signoria di Dio” sull’uomo e sul mondo intero.
La sua missione mira a liberare definitivamente l’uomo da ogni forma
di schiavitù e promuoverlo nella integrità della sua persona.
Nella lettura del brano evangelico mi limito a fare delle semplici
sottolineature allo scopo di evidenziare attenzioni ed atteggiamenti
che caratterizzano la missione e l’impegno della Chiesa verso l’uomo
e che scaturiscono dalla contemplazione dello stile e dell’agire del
Signore Nostro Gesù Cristo7.
6
Gv 5,1-18.
7
Il significato teologico del brano. Salito a Gerusalemme, Gesù si reca in un luogo di
sofferenza e di speranza, presso la piscina di Betzaetà. Secondo la Legge, nel brano probabilmente simbolizzata dai 5 portici (i 5 libri della Legge), i ciechi, gli storpi, i rattrappiti,
ecc., rientravano nella sfera della impurità cultuale, persone a cui non era permesso avvicinarsi a Dio (cfr Lv 21,16-24). “Vedendo” un uomo, infermo, solo e bisognoso, Gesù
lo guarisce con una semplice parola, ponendo così “un segno” di quella liberazione che
viene dal Padre nel giorno in cui si fa memoria della sua liberazione, il sabato (cfr Dt 5,1215). La violazione della Legge in giorno di sabato (cfr Es 20,10; Dt 5,14) e la pretesa di operare per imitare il Padre suscitano l’indignazione e l’odio dei giudei che lo tacciano di
peccatore e bestemmiatore e decidono di ucciderlo (v.18). In questo modo, l’evangelista
dà voce alla tradizione che riconosce in questi due capi di accusa i motivi della condanna
a morte di Gesù.
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
6. “Gesù salì a Gerusalemme”
In questa semplice indicazione è racchiusa l’intenzione profonda
del brano evangelico. Gesù sale a Gerusalemme, si mette cioè in
cammino lungo la strada che lo conduce verso il compimento della
volontà del Padre: il mistero della Pasqua, mistero di morte, risurrezione, dono dello Spirito. A Gerusalemme Gesù si mostra vivo, dopo
la morte di croce, apparendo per quaranta giorni. A Gerusalemme,
per gli Apostoli, si compie l’adempimento della promessa del Padre:
“sarete battezzati in Spirito Santo”. Qui, ancora, la primitiva comunità
dei discepoli, resa forte (“avrete forza”) dal dono dello Spirito, riceve
la missione di testimoniare il Signore Risorto “a Gerusalemme, in tutta
la Giudea e Samaria e fino agli estremi confini della terra”8.
A Gerusalemme, cioè, la Chiesa, mandata da Cristo, riceve il compito verso il Vangelo e verso l’umanità. Attraverso la predicazione
della Buona Novella, l’amministrazione della grazia sacramentale,
l’opera della carità, l’azione di promozione umana e la testimonianza
del Risorto, la Chiesa assume la gravosa responsabilità di essere trasparenza luminosa di Cristo e suo sacramento, “segno e strumento
dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” 9.
7. “Una piscina … un gran numero di infermi”
Presso “la porta delle pecore”, da dove cioè venivano fatti entrare
gli animali per il sacrificio del tempio, c’era “una piscina” 10 alle cui
acque la religiosità popolare attribuiva proprietà miracolose per la
presenza di potenze soprannaturali che vi intervenivano11.
Sotto i portici della piscina “giaceva una moltitudine di infermi,
ciechi, zoppi, e paralitici”. Una folla di sofferenti ed infelici che vive
8
At 1,8.
9
LG,1.
10
La piscina è chiamata Bethzathà, Bethesdà, ecc. La seconda parte del nome varia
nei codici. Il suo significato, incerto, può essere: casa “delle due fonti” o “degli olivi”,
“delle pecore” o “della misericordia”, “del fosso” o “nuova”, secondo la lezione che si
sceglie e come si interpreta la seconda parte del nome.
11
A questa credenza popolare fa riferimento il v. 4: “Un angelo in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto”.
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ATTI ARCIVESCOVILI
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in una condizione di abbandono, di attesa e di speranza. Si tratta di
quella parte dell’umanità che “giace”, è “in-ferma”. La lettura spirituale del brano vede nei ciechi e zoppi gli uomini che non camminano secondo la Legge, per i quali la Parola non è lampada ai loro
passi e luce al loro cammino; nei paralitici, cioè disseccati, quanti
non godono della linfa vitale che viene dal “vedere” e “camminare”
alla luce della parola di vita eterna.
8. L’acqua che “disseta”, purifica e guarisce
Giovanni ripropone il tema dell’acqua, per la quale ogni cosa vive
e si rinnova. Passando per la Samaria, per recarsi a Gerusalemme,
Gesù ha incontrato al pozzo di Giacobbe la donna samaritana: si
tratta dell’”acqua viva”. Ancora prima l’evangelista aveva descritto il
miracolo delle nozze di Cana, dove Gesù aveva cambiato l’acqua in
vino, si tratta dell’”acqua del rito”, l’”acqua della purificazione”. Qui
si tratta dell’acqua di una piscina alla quale si attribuivano poteri magici12. L’insegnamento è chiaro: la purificazione e la guarigione dell’uomo non vengono dall’acqua “turbata” o dall’acqua del pozzo, ma
solo da Gesù le cui parole “sono spirito e vita” 13. Né l’acqua della piscina né quella del pozzo, ma solo l’”acqua viva”, il dono del suo
Spirito, sazia la sete dell’uomo e lo guarisce dall’infermità. La Chiesa
si ritrova nell’uomo che giace presso la piscina, riconosce cioè che la
sua salvezza viene dal Figlio di Dio che dà la vita a coloro che ascoltano la sua parola.
Leggendo la pagina evangelica viene spontaneo chiedersi: quante
sono le false “piscine” che intrappolano i “poveri” (“ciechi”, “zoppi”,
12
Secondo alcuni studiosi l’intenzione dell’evangelista è quella di polemizzare con
l’influsso diffuso di riti ellenistici sulla stessa fede ebrea, contaminata da credenze magiche. La descrizione degli infermi che si ritrovano sotto i portici della piscina tratteggia
un’abitudine diffusa nell’antichità. Secondo l’usanza greca i luoghi di cura erano tutti dei
santuari e non c’era un confine così netto tra scienza e magia. Non stupisce che, anche
in Gerusalemme, seppure vicino al tempio del Dio unico, ci fosse un luogo legato ad una
piscina, che riportava a culti precedenti, ad abitudini antiche, un po’ secolarizzato. Negli
scavi di questa piscina sono stati trovati degli ex voto. Essa era diventata un luogo di culto
pagano, dedicato a divinità curatrici. Testimonianza della perenne invocazione e ricerca
della salvezza in un essere superiore (Dio).
13
Gv 6, 63; cfr Dt 30, 20.
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BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
“paralitici”, ecc.) della nostra società? A quali false promesse si
aggrappa l’uomo (che “giace”- che è “in-fermo”) di oggi? Quante credenze vuote illudono la moltitudine di “infermi” che affolla e popola
“le piscine miracolose”, spesso appositamente costruite per “sanare”,
ma che in realtà incatenano e schiavizzano tanti fratelli e sorelle, specialmente ragazzi, giovani, indigenti?
9. “Vedendolo disteso”
L’evangelista si concentra su “un uomo”. È senza nome, uno tra
tanti. Un mezzo letterario, dunque, per offrire un messaggio di salvezza valido per tutti: quest’uomo rappresenta l’intera umanità. È
l’uomo che langue in mezzo a una moltitudine di suoi simili, vittima
di una impotenza e di un isolamento umanamente insuperabili.
Quest’uomo è “disteso” sul lettuccio. La sua posizione rimanda al
sonno, ma anche alla malattia, al peccato e alla stessa morte14. Quest’uomo, l’uomo, è “legato” dal suo male ed è allo stesso tempo legato
ad esso. Gesù parla di “peccato”, non del peccato personale, ma di
una “situazione di peccato” in cui si colloca l’esistenza dell’uomo.
Dopo la guarigione ingiunge alla persona guarita: “va e non peccare
più”. Dio guarda all’uomo nell’integrità del suo essere, corpo e spirito.
L’uomo, infermo da 38 anni, con perseveranza “frequentava” la
piscina. Cosa lo spingeva? La forza della disperazione di chi non sa
rassegnarsi? Abitudine, ostinazione, semplice stupidità?
Quest’uomo è solo con il suo male (...“non ho nessuno, non ho
un uomo che”), nessuno che possa aiutarlo ad entrare nell’acqua della
piscina. Si tratta dell’isolamento e dello stato di abbandono in cui
versa tanta parte dell’umanità, rinchiusa nelle proprie infermità, privata della pur minima considerazione e della solidarietà degli altri, a
volte chiusa in stessa, “isolata” nei propri problemi e nelle proprie difficoltà.
La “guarigione” tanto desiderata, spesso, a causa dell’umana debolezza, dell’indifferenza o della “distrazione” di chi “passa accanto”,
rimane al di là delle possibilità e della stessa volontà dell’uomo.
14
L’uomo biblico ravvisava un rapporto stretto tra malattia e peccato. La vicenda di
Giobbe n’è l’esempio classico.
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Gesù sceglie di “andare” alla piscina, il luogo della sofferenza e del
dolore, il luogo degli infermi e degli esclusi. “Vede” l’uomo disteso sul
lettuccio, presta attenzione alla sua situazione, conosce il suo stato di
bisogno, si interessa, si avvicina, lo interroga, gli offre il suo aiuto, lo
sana e lo guarisce, lo restituisce alla “libertà”.
Gesù ha “occhi per vedere”, è attento ai bisogni dell’uomo. “Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi
in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi:
fa’ che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti”, così la Preghiera Eucaristica V c.
Gesù è il “Buon Samaritano” della parabola che davanti all’uomo
incappato “nei briganti” non si sposta dall’altra parte della strada, ma
“passandogli accanto lo vide… gli si fece vicino” e, mosso da compassione, si prende cura di lui15.
Gesù è il Servo di Dio, “venuto nel mondo non per essere servito,
ma per servire e dare la vita la propria vita in riscatto per molti” 16.
10. “Vuoi guarire?”
La richiesta di guarigione rivolta ad una persona inferma appare
quasi retorica, apparentemente stupida. La risposta del paralitico:
“non ho nessuno (un uomo) che mi immerga nella piscina” registra la
validità della domanda ed evidenzia, allo stesso tempo, la sua solitudine. Si tratta di un uomo privo di ogni riferimento al di fuori della credenza nelle acque miracolose dalle quali sperare la guarigione.
Un uomo “prigioniero” posto dinanzi ad una domanda per nulla
superflua. Nell’animo della Samaritana Gesù risveglia il desiderio
dell’”acqua viva”, in quest’uomo quello di una vita “sana” e “libera”.
Domanda ovvia, certo, ma che richiede ed esige una risposta personale, che interpella la dignità dell’uomo nella sua libertà e responsabilità.
“Vuoi guarire?”. Domanda fondamentale che, in ultima analisi, rimanda al tema del “nascere di nuovo”, il “segno” per eccellenza proposto fin dal prologo del Vangelo di Giovanni: “A quanti però l’hanno
15
Cfr. Lc 10,25-37.
16
Mc 10, 45. Lo stile del servizio proposto da Gesù agli Apostoli in Gv 13, 1-20.
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accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono
nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”17.
Gesù non è semplicemente il guaritore, ma Colui che rimette i peccati e offre l’opportunità di una “nuova vita”. A differenza di tanti altri
infermi di cui narrano le pagine evangeliche, quest’uomo non chiede
nulla. Gesù stesso, raccogliendo il suo desiderio di guarigione, prende
l’iniziativa e tuttavia si appella alla sua personale e libera scelta.
Tutte le volte che Gesù incontra qualcuno pone delle domande.
Nicodemo, Samaritana, ecc. Sollecita a verificare la verità del suo desiderio, della sua ostinazione. La grandezza di quest’uomo, come di
tutti coloro che incontrano Gesù nel Vangelo, risiede nel non sottrarsi
alla domanda e non nella “verità” (vedi il giovane ricco) del contenuto
della risposta. Ognuno risponde a partire dalla propria esperienza. La
risposta del paralitico è sincera: “Signore, io non ho nessuno che mi
immerga nella piscina quando l’acqua si agita”.
L’annuncio del Vangelo della comunità cristiana e di ogni discepolo del Signore, come la domanda posta da Gesù al paralitico, deve
mirare a ridestare la volontà dell’uomo e rinvigorirne la forza perché
diventi capace di caricarsi del lettuccio e camminare in novità di vita.
Ridestare il desiderio di una vita sana e felice nell’uomo di oggi diventa prioritario per la nostra testimonianza evangelica.
Numerosi gli spunti di riflessione e di verifica (tanto per la nostra
vita personale ed ecclesiale quanto per il nostro servizio pastorale),
suggeriti dalla pagina evangelica: il bisogno di salvezza dell’uomo; il
suo desiderio e la sua ricerca di felicità e di libertà; le proposte e le offerte di salvezza che riceve; i luoghi, le persone, le realtà, le credenze
in cui ripone la speranza di guarigione.
Quale il messaggio di salvezza e come lo propone oggi la nostra
comunità cristiana?18.
17
Gv 1,12-13.
18
Molto interessante e da valorizzare il sussidio di recente pubblicazione offerto dalla
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA. COMMISSIONE ESPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI, Lettera ai cercatori di Dio, Roma,
12 aprile 2009.
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11. “Alzati… cammina”
“Gesù gli disse”, cioè opera e guarisce con la sua parola. È Lui la
Parola (il Verbo) creatrice dell’origine: Dio disse: “Sia la luce! E la
luce fu… Sia il firmamento …e così avvenne…” 19. “In principio era
il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…il mondo è
stato fatto per mezzo di lui” 20.
“Alzati prendi il tuo lettuccio e cammina”. Cinque sono i portici
della piscina, cinque i libri della Legge, cinque volte torna questa parola di Gesù. Il lettuccio, dove giace l’infermo, è dunque simbolo della
Legge, che tiene prigionieri gli infermi perché trasgressori, che li
spinge alla piscina presso la porta delle pecore, che non consente loro
(anzi li esclude) l’ingresso nel tempio e non li ammette al culto.
La guarigione dell’uomo passa dal “prendere” il suo lettuccio e
camminare. È sanato, “risorto” (“alzati”-“risorgi”) perché “cammina”,
vive cioè per e secondo la parola di Gesù. Precedentemente “paralizzato”, ora è capace di “portare” liberamente ciò che prima lo teneva prigioniero. La Legge divina, infatti, come porta alla vita chi la
custodisce, così “paralizza” chi la trasgredisce. Il “destarsi”, il “rialzarsi”, il “risorgere” a vita nuova sono legati all’osservanza della Parola di Dio, al camminare secondo lo Spirito, al fare la volontà di Dio:
“Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la vivono ogni giorno”.
“Era sabato quel giorno”. La guarigione del paralitico avviene di
“sabato”, compimento della creazione, segno della pienezza e della
perfezione. Gesù, Signore del sabato, è venuto a portare all’uomo il
sabato di Dio, la pienezza della vita divina. “E diceva loro: il sabato
è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato!” 21.
“Non ti è lecito”. I Giudei, piuttosto che gioire per l’avvenuta
guarigione, restano colpiti dal lettuccio portato sotto il braccio dal paralitico guarito “in giorno di sabato”, cosa ritenuta illecita, peccaminosa.
Fa molto pensare l’accanimento verso “il povero”, il “paralitico” di
sempre, da parte di chi presume la santità della vita (osservanza, correttezza, giustizia, ecc.) sempre e solo dagli altri, di quei “farisei” definiti
19
Gen 1,1-31.
20
Gv 1,1-3.
21
Mc 2,27.
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dallo stesso Gesù “sepolcri imbiancati”. È quanto mai riprovevole “il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto” 22.
Di quale ipocrisia deve liberarsi la nostra vita personale e quella
della nostra comunità ecclesiale?
12. Vite “paralizzate”
Sotto i portici delle “piscine” delle nostre città, “incapaci” o “impediti” a immergersi nelle acque salutari di una vita umanamente riuscita e realizzata, seduti ai bordi della speranza, giacciono tanti nostri
fratelli, uomini e donne, che Cristo Gesù, il Signore, desidera incontrare e guarire.
La vita di una moltitudine di persone continua ad essere “paralizzata” dalla sofferenza e dalla cecità; rattrappita da false credenze ed
attese vane, da illusioni e desideri impossibili, da mode o propagande
allettanti, da pregiudizi e presunzioni, dal peccato personale, molto
spesso dalla cattiveria altrui: oppressione, angherie, molestie, vessazioni, imposizioni, violenze, indifferenza, odio, rifiuto, ecc.
Vite “paralizzate” dentro le quali arde il desiderio di guarigione e
di felicità, di verità e di libertà. Quando sembra davvero non dovere
e potere succedere niente, i lunghi 38 anni del paralitico di cui parla
il Vangelo, qualcosa avviene. L’incontro con qualcuno può essere determinante, l’incontro con Cristo, sempre guarisce e salva. L’annuncio
della nostra fede e la testimonianza della nostra carità “dice la speranza” che qualcosa di bello e di nuovo può avvenire in tante vite
paralizzate, nelle modalità e nei tempi che solo Dio conosce.
Operiamo sempre motivati da questa profonda convinzione?
Ma non vogliamo portare lo sguardo solo sugli altri, su coloro che
ci sono dinanzi e riconosciamo essere bisognosi, indigenti, rattrappiti,
ciechi, storpi, ecc., perché tutti siamo “paralizzati” in qualche area
della nostra vita. Occorre avere il coraggio di riconoscerlo e confessarlo. Occorre avere il desiderio e la volontà di lasciarsi incontrare e di
accogliere il dono della guarigione e della salvezza che viene da Dio.
Ne siamo consapevoli?
22
GUCCINI Francesco, nella canzone “Dio è morto”.
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13. Sull’esempio e sullo stile di Gesù
Nel suo peregrinare verso la Gerusalemme celeste, la Chiesa, ogni
discepolo del Signore Gesù, sperimentata la gioia dell’incontro e la
dolcezza del Suo amore, “cerca”, “visita”, “incontra l’infermità e i bisogni dell’umanità”. Sull’esempio e sullo stile del Maestro “vede”,
“conosce”, “si avvicina”, “si fa prossimo”, “suscita il desiderio della
guarigione, della verità e della libertà”, “dice la parola che libera e
salva”, “aiuta e sostiene gli infermi che incontra lungo le strade della
vita”, “li spinge e li incoraggia” a camminare in una vita rinnovata
dall’amore e dalla grazia di Dio.
È quanto desideriamo vivere e sperimentare in questo anno di grazia.
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CAPITOLO SECONDO
Solidali con il genere umano
“Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro,
amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode,
tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8).
Nella Costituzione Pastorale del Concilio Vaticano II, “Gaudium et
Spes”, la Chiesa ha dichiarato la sua intima unione con l’intera famiglia umana: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli
uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono,
sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco
nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta di uomini i quali,
riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro
pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani
si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con
la sua storia” 23.
14. Natura missionaria della Chiesa
La Chiesa è per sua natura missionaria24, non è autoreferenziale.
Convocata e nutrita dalla Parola di Dio esiste per evangelizzare: “per
portare la buona novella in tutti gli strati dell’umanità e con il suo influsso trasformarla dal di dentro, rendere nuova l’umanità stessa” 25.
Leggiamo negli Orientamenti dell’episcopato italiano: “Comunicare il Vangelo è il compito fondamentale della Chiesa... Il Vangelo
è il più grande dono di cui dispongano i cristiani. Perciò essi devono
condividerlo con tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca di
23
Gaudium et Spes, 1.
24
CONCILIO VATICANO II, Ad Gentes. Decreto sull’attività missionaria della Chiesa,
Roma 7 dicembre 1965, 1.
25
PAOLO VI, Evangelii Nuntiandi, Roma 8 dicembre 1975, 18.
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ragioni per vivere, di una pienezza di vita”26. L’impegno di sempre di
rendere discepoli tutti i popoli assume nuove connotazioni in
un’epoca di cambiamento come la nostra.
15. Pastorale missionaria
In una società indifferente e spesso ostile ai valori religiosi, la tentazione dei cristiani è quella di chiudersi in se stessi e all’interno della
propria comunità di fede, correndo il rischio di rassegnarsi ad una
“pastorale di conservazione” o “di contenimento”, limitare cioè
l’azione pastorale ai cosiddetti “vicini” da curare e custodire con la
proposta di un cammino già “collaudato”. Fermo restando l’impegno
di servire e sostenere la fede di coloro che partecipano alla vita parrocchiale, occorre maturare una rinnovata attenzione e la costante
preoccupazione di raggiungere tutti i battezzati27. “Una pastorale tesa
unicamente alla conservazione della fede e alla cura della comunità
cristiana non basta più. È necessaria una pastorale missionaria, che
annunci nuovamente il Vangelo, ne sostenga la trasmissione di generazione in generazione, vada incontro agli uomini e alle donne del
nostro tempo testimoniando che anche oggi è possibile, bello, buono
e giusto vivere l’esistenza umana conformemente al Vangelo e, nel
nome del Vangelo, contribuire a rendere nuova l’intera società… C’è
bisogno di una vera e propria ‘conversione’, che riguarda l’insieme
della pastorale” 28.
Le scelte, “decisioni di fondo”, dell’episcopato italiano di questi
ultimi decenni, sono state pensate per qualificare il cammino pastorale e “dare alla vita quotidiana della Chiesa una chiara connotazione missionaria” 29. L’assunzione della comune responsabilità delle
26
CEI, Orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 32.
“L’appello all’evangelizzazione ci tocca da vicino. Comunicare il Vangelo in un mondo
che cambia è, infatti, la questione cruciale della Chiesa in Italia oggi” (CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Nota pastorale, Roma 30 maggio
2004, 1).
27
Cfr CEI, CVMC, 56.
28
CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Nota pastorale,
Roma 30 maggio 2004, 1.
29
CEI, Orientamenti pastorali Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 29
giugno 2001, 44. Scelte sviluppate successivamente lungo il decennio attraverso specifici
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Chiese d’Italia “si coniuga con la gioia di appartenere alla Chiesa del
Signore e di sentirsi inviati da lui a testimoniare il suo amore per
ogni uomo. E ciò che deve vederci tutti all’opera negli spazi della nostra azione quotidiana”30.
16. Parrocchia missionaria
Descrivendo il “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo
che cambia” la nota dei vescovi ne indica alcuni tratti essenziali: “radicata in un luogo” per intercettare i nuovi “luoghi” dell’esperienza
umana; “vicina alla vita della gente” da accogliere ed accompagnare
tessendo trame di solidarietà; “semplice e umile”, “popolare”, vero
avamposto proteso verso il bene comune ed ogni situazione umana31.
Abbiamo bisogno, dunque, di comunità cristiane capaci di individuare le opportunità e i problemi posti alla missione della Chiesa dal
tempo in cui viviamo e dai mutamenti che lo caratterizzano, capaci
di ascolto attento e critico della cultura imperante, capaci di cogliere
le attese e i desideri più intimi dei nostri contemporanei, ma senza rinunciare alla differenza cristiana e alla trascendenza del Vangelo. Abbiamo bisogno di presenze ecclesiali significative negli ambienti di
vita: il mondo dei giovani, del lavoro, della scuola e dell’università, della
salute; l’ambito del tempo libero della stessa attività propriamente politica; ecc.
17. Rilanciare la pastorale d’ambiente
I vari ambiti della società sono attraversati da un processo di cambiamenti accelerati e profondi che richiede grande attenzione e discernimento da parte della comunità cristiana al fine di “rilanciare
una pastorale d’ambiente indispensabile per compaginare la comunità battesimale, per raggiungere quanti sono in attesa dell’annuncio
cristiano, per dare efficacia al contributo dei cattolici alla vita della
documenti. Hanno riguardato: la testimonianza al Vangelo della carità, le nuove prospettive missionarie della parrocchia, l’urgenza del primo annuncio, il rinnovamento dell’iniziazione cristiana, l’attenzione alla famiglia, l’accompagnamento e la proposta di senso
alle nuove generazioni, il ruolo strategico della cultura e della comunicazione.
30
Nota, 3.
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società” 32. Un tale impegno verso l’ambiente richiede alle parrocchie
di ripensare la loro presenza e la loro missione in rapporto alle trasformazioni del territorio in cui operano; la stretta collaborazione con
le parrocchie confinanti; la comunione e l’intesa pastorale con le associazioni, i movimenti e gruppi che soprattutto negli ambienti di vita
esprimono il loro specifico carisma educativo.
Le parrocchie, inoltre, devono interagire (dialogo, collaborazione
costruttiva) con le diverse “agenzie” o soggetti sociali presenti sul territorio: comune, enti pubblici, associazioni: culturali, sportive, ricreative, di volontariato, ecc. Desiderose di offrire il proprio
contributo per la costruzione della comunità civile, si devono impegnare a percorrere strade praticabili per umanizzare gli spazi della
convivenza civile33.
18. “Vivendo nella compagnia degli uomini”
Abbiamo bisogno di crescere nella consapevolezza circa l’urgenza
e la necessità di permeare la cultura dell’ambiente con l’annuncio
del Vangelo, per rinnovare stili di vita, criteri di giudizio, modelli di
comportamento e ridare fondamento cristiano ai valori su cui si fonda
l’umana convivenza. È nostro specifico compito di cristiani “testimoniare la gioia e la speranza originate dalla fede nel Signore Gesù Cristo, vivendo nella compagnia degli uomini, in piena solidarietà con
loro, soprattutto con i più deboli” 34. Uniti a Cristo in forza del battesimo, tutti dobbiamo sentirci chiamati a farci “prossimi agli uomini e
alle donne che vivono situazioni di frontiera: i malati e i sofferenti, i
poveri, gli immigrati, le tante persone che faticano a trovare ragioni
per vivere e sono sull’orlo della disperazione, le famiglie in crisi e in
difficoltà materiale e spirituale” 35.
31
Cfr CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Nota pastorale, Roma 30 maggio 2004, 4.
32
CEI, CVMC, 61.
33
Cfr CEI, Nota, 18.
34
CEI, CVMC, 1.
35
CEI, CVMC, 62.
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CAPITOLO TERZO
L’attenzione della mente e del cuore
“Gli Egiziani fecero lavorare i figli d’Israele trattandoli duramente. Resero
loro amara la vita costringendoli… li obbligarono con durezza.
Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto
e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti
le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo” (Es 1, 13-14; 3, 7-8).
19. “Ho osservato… ho udito… sono sceso”
Il libro dell’Esodo, riferendo della schiavitù egiziana, racconta i trattamenti insopportabili, le penose costrizioni e le pesanti obbligazioni
subite dagli Israeliti. Narra anche del cuore di Dio e del suo orecchio
attento al grido di dolore del suo popolo gravato dal peso dell’oppressione egiziana; riferisce della sua decisione di intervenire per liberarlo.
Miei cari fratelli, c’è una realtà complessa fatta di situazioni
e di persone che chiede di essere “osservata”, “ascoltata”, “conosciuta” e che sollecita la solidarietà e il nostro aiuto.
Molti dei mali che toccano gli uomini di oggi sono di natura sociale, morale, spirituale, oltre che materiale.
Si tratta di persone sole, non amate, non accolte, non protette, uomini e donne esclusi o privati di diritti fondamentali, oppressi dal peso
dello sfruttamento, dell’odio razziale, dell’egoismo, della prepotenza
mafiosa o di gruppi di potere, dell’ipocrisia e della falsità, dell’ingiustizia e di molteplici espressioni di violenza.
Si tratta anche, e in maniera consistente, di nuove forme di oppressione e di schiavitù generate da un clima culturale (edonismo, consumismo, individualismo, relativismo, laicismo, secolarismo) che
tende a banalizzare la vita dell’uomo e a cosificare la stessa persona
umana, che porta verso una “radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero
e di per sé suscettibile di essere trattato come ogni altro animale” 36.
36
BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona (19 ottobre 2006); cfr
CEI, Nota, 15.
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ATTI ARCIVESCOVILI
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20. Radicale trasformazione sociale, culturale, religiosa
Viviamo in una società attraversata da una profonda trasformazione culturale che intacca quei fondamentali valori umani e religiosi
sui quali, per lungo tempo e dappertutto, si è basata e fondata la pacifica convivenza delle persone.
Un po’ ovunque si registrano numerosi elementi di novità insiti nei
mutati rapporti politici e sociali, nella globalizzazione che investe,
insieme all’economia, quasi tutte le espressioni del vissuto sociale,
nella galoppante accelerazione delle biotecnologie, nella rete pervasiva e nello strapotere dei nuovi mezzi della comunicazione, nello
stesso sentire comune intorno alle domande sulla persona, sulla famiglia e sulla stessa vita umana. Diversi i fattori responsabili di una
così dilagante trasformazione sociale, culturale e religiosa:
• L’imperversare di un materialismo pratico, incentrato sul possesso
e sull’avere: spinta verso la ricerca, a volte spasmodica e sfrenata,
dei soli beni materiali a scapito dei valori umani e spirituali; corsa
verso l’appagamento del “tutto e subito”; logica del tornaconto
personale, dell’interesse privato, dell’illegalità e dell’ingiustizia.
• Il radicarsi di forme di soggettivismo ed individualismo; di atteggiamenti di autonomia motivati da una non corretta comprensione
della libertà umana. Sul piano della prassi, la libertà individuale
viene eretta a valore fondamentale a cui tutti gli altri valori devono
sottostare. Nella medesima linea, l’etica viene ricondotta entro i
confini del relativismo e dell’utilitarismo, con l’esclusione di ogni
principio morale valido e vincolante per se stesso. Constatiamo lo
smarrimento di un sistema condiviso di valori e di punti di riferimento stabili ed oggettivi. Anche all’interno della vita religiosa si registra la tendenza a selezionare arbitrariamente, da parte di molti
fedeli, i contenuti della fede e della stessa morale cristiana; l’affievolirsi del senso di appartenenza alla comunità cristiana, l’inclinazione a vivere soggettivamente e in forma privatistica la propria vita
di fede.
• Il graduale sorgere di una società multi-etnica, multi-culturale,
multi-religiosa che sollecita un forte impegno di integrazione e,
allo stesso tempo, costringe i cristiani a un confronto aperto per non
cadere nell’indifferenza o in un inaccettabile sincretismo religioso.
708
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
• Il costante processo di secolarizzazione. “L’impostazione del
mondo e dell’umanità senza riferimento alla Trascendenza, invade
ogni aspetto della vita quotidiana e sviluppa una mentalità in cui
Dio è di fatto assente dall’esistenza e dalla coscienza umana…
non è soltanto una minaccia esterna per i credenti, ma si manifesta già da tempo in seno alla Chiesa stessa” 37. La cultura secolarizzata, infatti, fa sentire la sua influenza in modo particolare sulla
vita di fede, sulla pratica religiosa e sulla stessa sensibilità morale
dei fedeli.
• Una nuova ondata di illuminismo e di laicismo, per la quale sarebbe razionalmente valido soltanto ciò che è sperimentabile e
calcolabile. Un laicismo che mira ad eliminare la religione dalla
vita dell’uomo, ritenendola come sinonimo di infantilismo e di
ignoranza. Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica38.
“L’uomo contemporaneo ha spesso l’impressione di non aver più
bisogno di nessuno per comprendere, spiegare e dominare l’universo; si sente il centro di tutto, la misura di tutto… Sempre più
la formula ‘Etsi Deus non daretur’ diventa un modo di vivere che
trae origine da una specie di ‘superbia’ della ragione – realtà pur
creata e amata da Dio – la quale si ritiene sufficiente a se stessa e
si chiude alla contemplazione e alla ricerca di una Verità che la supera” 39.“La luce della ragione, esaltata, ma in realtà impoverita,
dall’Illuminismo, si sostituisce radicalmente alla luce della fede,
alla luce di Dio”40.
37
BENEDETTO XVI, Discorso ai Membri del PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA CULTURA, La secolarizzazione nella Chiesa snatura la fede cristiana e lo stile di vita dei credenti, 8 marzo 2008.
38
BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno ecclesiale di Verona.
39
BENEDETTO XVI, La secolarizzazione nella Chiesa.
40
BENEDETTO XVI, Allocuzione per l’incontro con l’Università di Roma “La Sapienza”, 17 gennaio 2008.
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21. Incontrare l’uomo sul terreno della cultura
Giovanni Paolo II, consapevole delle grandi ed impegnative sfide
poste alla missione della Chiesa dai radicali e rapidi cambiamenti
delle società, con insistenza ha sollecitato l’impegno dei cristiani di
incontrare l’uomo sul terreno della cultura per trasmettergli il Messaggio evangelico.
A Verona, Benedetto XVI ha chiesto ai cristiani di “allargare gli
spazi della nostra razionalità”, riaprirla alle grandi questioni del vero
e del bene, di coniugare tra loro la teologia, la filosofia e le scienze,
nel pieno rispetto dei loro metodi propri e della loro reciproca autonomia secondo l’insegnamento conciliare41. Il Papa ha chiesto, cioè,
di dare nuovo slancio alla cultura del nostro tempo per restituire in
essa alla fede cristiana piena cittadinanza. Lo stesso Benedetto XVI,
con frequenza spinge la comunità dei credenti verso “una missione
instancabile e generosa per affrontare, sul terreno del dialogo e dell’incontro con le culture, dell’annuncio del Vangelo e della testimonianza, il preoccupante fenomeno della secolarizzazione, che
indebolisce la persona e la ostacola nel suo innato anelito verso la
Verità tutta intera”42.
Anche l’episcopato italiano sollecita le comunità ecclesiali verso
un forte impulso alla elaborazione culturale43.
22. Diaconia delle coscienze
Un tale specifico compito “culturale” rientra nel “grande sì” che in
Gesù Cristo Dio ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore, alla libertà e all’intelligenza umana e rappresenta il grande obiettivo della
testimonianza e della missione cristiana proposto alla Chiesa di oggi
da Papa Benedetto XVI. Si tratta di un apostolato o diaconia delle coscienze, esercitati esplicitando le ragioni della fede e traducendo in
comportamenti la coscienza cristianamente formata. Annunciare Cristo nel cuore delle culture, perché Egli è la luce che illumina la ragione, l’uomo e il mondo.
41
Cfr GS, 36.
42
BENEDETTO XVI, La secolarizzazione nella Chiesa.
43
CEI, Nota, 13.
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BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
Nel contesto culturale in cui viviamo, il cristiano corre “il rischio
di cadere in una atrofia spirituale e in un vuoto del cuore, caratterizzate talvolta da forme surrogate di appartenenza religiosa e di vago
spiritualismo. Si rivela quanto mai urgente reagire a simile deriva mediante il richiamo dei valori alti dell’esistenza, che danno senso alla
vita e possono appagare l’inquietudine del cuore umano alla ricerca
della felicità: la dignità della persona umana e la sua libertà, l’uguaglianza tra tutti gli uomini, il senso della vita e della morte e di ciò che
ci attende dopo la conclusione dell’esistenza terrena” 44.
23. Approccio pastorale alla “questione antropologica”
Il Convegno di Verona, tanto nella preparazione quanto nello svolgimento dei lavori, ha proposto la novità di articolare l’esercizio della
testimonianza cristiana negli ambiti che hanno grande rilevanza per
l’esistenza umana e che confluiscono nell’unità della persona e della
sua coscienza: la vita affettiva e la famiglia, il lavoro e la festa, l’educazione e la trasmissione della cultura, la povertà e la malattia, i doveri e le responsabilità della cittadinanza. “Questa novità non solo
“adatta” la pastorale all’attuale contesto socio-culturale, ma corrisponde all’indole profonda dell’esperienza cristiana, caratterizzata
da un’attenzione primaria alla persona e alla sua concreta situazione
di vita, con i rapporti, gli affetti, gli interessi, i problemi, le attese che
la configurano. Si tratta di un approccio pastorale e capillare alla
questione antropologica, considerata sul versante delle prassi di vita
oggi diffuse” 45.
44
RUINI Camillo, La ragione, le scienze e il futuro dell’uomo. Prolusione all’VIII
Forum del progetto culturale, Roma, 2 marzo 2007.
45
IBIDEM.
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CAPITOLO QUARTO
Ripercorrere la via dell’annuncio sull’uomo
“Ma che cos’è l’uomo?
Molte opinioni egli ha espresso sul suo conto,
opinioni varie ed anche contrarie” (GS 12)
24. La “nuova” domanda sull’uomo
Negli ultimi decenni è molto cresciuto l’interesse per la “questione
antropologica” 46. “Chi è l’uomo?”. Non si tratta di pura speculazione
intellettuale, ma della domanda di senso, radicale e totale.
La domanda in sé non inedita47, tuttavia, nel nostro tempo, ha assunto uno spessore nuovo per l’ampiezza, la globalità, il suo carattere sociale, la sua ineludibilità48. Domanda posta alla pubblica
attenzione con frequenza dai mass media, dalle trasformazioni sociali
in atto e dall’avvento sempre più penetrante di nuove tecnologie nell’ambito della vita umana49.
La “nuova” questione antropologica rappresenta uno dei fattori che
stanno modificando il quadro dei rapporti tra fede e cultura, in tutto
l’Occidente; oltre a costituire un ostacolo a tale rapporto, spesso la
questione è organizzata come vera spinta per eliminare la fede dalla
vita sociale. Si sviluppa su due grandi versanti, tra loro intimamente
connessi.
46
L’idea di “questione” evoca problematiche epocali, veri snodi cruciali: “questione
sociale”, “questione morale”, “questione meridionale”. Si tratta di fatti sociali e culturali
che destano preoccupazione. Per la questione antropologica spiccano le vicende legate
alle frontiere della vita umana.
47
Eloquenti in merito le affermazioni di Heidegger: “Nessuna epoca ha saputo conquistare tante e così svariate conoscenze sull’uomo come la nostra... Eppure... in nessuna
epoca l’uomo è divenuto così problematico come nella nostra”.
48
L’interesse per l’uomo tocca oggi la sua identità e la sua natura; i suoi rapporti con
l’ambiente e con la scienza; tocca il livello personale, familiare, cultuale e morale, quello
della ricerca scientifica, il piano psicologico, quello economico, sanitario, giuridico, amministrativo, giudiziario; tocca, anche, la stessa azione civile e investe la dimensione
pubblica, in particolare la funzione politica e legislativa.
49
Le affermazioni di Giovanni Paolo II nella Esortazione post-sinodale “Christifideles
laici”al n. 5: “La persona umana: dignità calpestata ed esaltata”.
712
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Il primo è costituito dalla trasformazione e ridefinizione dei modelli di vita, dei comportamenti diffusi e dei valori di riferimento.
“Ciò avviene con particolare evidenza negli ambiti del riconoscimento della sacralità della vita umana, della famiglia, della procreazione e di tutto il complesso dei rapporti affettivi, che rappresentano,
insieme al lavoro, al guadagno e al sostentamento, e naturalmente
alla sicurezza del vivere, gli interessi fondamentali e le preoccupazioni quotidiane della gente”50.
Il secondo versante “riguarda lo sviluppo delle scienze e delle tecnologie che riguardano il soggetto umano, in particolare il funzionamento del cervello e i processi della generazione”. L’uomo è messo
radicalmente in questione, nella sua consistenza biologica come nella
coscienza che ha di se stesso. “A differenza da un passato anche non
lontano, la domanda sull’uomo tende non soltanto a interpretare
l’uomo, ma soprattutto a trasformarlo: e questo non limitatamente ai
rapporti economici e sociali - come avveniva nella prospettiva del
marxismo -, ma assai più direttamente, e radicalmente, nella nostra
stessa realtà biologica e psichica” 51.
25. Sfondo naturalista e materialista
Non va dimenticato, inoltre, l’orientamento prevalentemente individualistico, immanentistico e materialista dentro cui si leggono
oggi i problemi della persona e si intende avvalersi delle nuove tecnologie. Un forte orientamento tende a ricondurre l’intelligenza e la
libertà dell’uomo al funzionamento dell’organo cerebrale.
Si fa strada così una concezione puramente naturalistica o materialistica dell’essere umano, che sopprime ogni vera differenza qualitativa tra l’uomo e il resto della natura. Essa è intimamente collegata
e sotto vari aspetti interdipendente con tutta una gamma di scelte etiche, di comportamenti e stili di vita, e anche di concezioni e indirizzi
sociali, economici e politici, giuridici e legislativi, sempre più diffusi
nel mondo contemporaneo, che a loro volta tendono a restringere,
spesso in maniera radicale, la dimensione razionale, libera e respon50
RUINI Camillo, Il Vangelo nella nostra storia. Chiesa in stato di missione. Intervento a Reggio Emilia, 23 novembre 2004.
51
IBIDEM.
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sabile della nostra vita, per privilegiare in via quasi esclusiva la sfera
dei sentimenti immediati, degli interessi individuali e di una libertà
sganciata dalla responsabilità.
26. Inevitabili conseguenze pratiche
Non è pensabile oggi sottovalutare la “questione antropologica”
per le sue notevoli conseguenze sul piano pratico.
Sempre più forti sono, infatti, le pressioni, soprattutto sul piano culturale, sociale, politico, legislativo, per rinchiudere l’uomo nell’orizzonte ristretto della sua fisicità e misurarne la “dignità” sulla base di
criteri ispirati all’apparire, al fare, all’avere e al produrre o su quella
dell’autosufficienza, della capacità di comunicazione, della consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Gli stessi diritti umani
non sono più originati dal riconoscimento della uguale dignità inerente ad ogni essere appartenente alla famiglia umana, ma finiscono
per diventare strumenti per legittimare, in nome di una concezione
della libertà del tutto individualistica, la sistematica eliminazione di
esseri umani strutturalmente deboli come il concepito, il gravemente
disabile, il malato inguaribile, il morente.
27. “Luogo” della testimonianza cristiana
Relativamente alla “visione dell’uomo”, come credenti non solo
non possiamo tirarci indietro, ma abbiamo anche il dovere di offrire
il nostro specifico apporto che ci viene dalla rivelazione divina. Assolutamente necessario oggi considerare la domanda del senso e le
questioni dell’uomo come luogo privilegiato della nostra cristiana
testimonianza. Cristo è venuto, infatti, per illuminare e umanizzare la
vita dell’uomo. Egli stesso si è incarnato per salvare l’uomo, tutto
l’uomo: “Per noi uomini e per la nostra salvezza”. Occorre riproporre
con convinzione la “centralità della persona umana” che non significa, in nessun modo, marginalizzazione di Dio.
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28. Parlare di Dio attraverso la persona concreta
Il discorso del Convegno di Verona nella sua globalità (impostazione, metodo, orientamenti), riproposto nella Nota pastorale, è
quello di “ripercorrere la via di un annuncio sull’uomo che al contempo si riveli un annuncio di Dio”. La riflessione sull’uomo, infatti,
è sempre una teologia, un aprirsi alla comprensione del progetto di
Dio sull’uomo, che si realizza compiutamente in Cristo Gesù52. Si
tratta, cioè, di parlare di Dio attraverso la persona concreta. La questione antropologica diventa un punto di accesso a quella cristologica, ma anche teologica, ed ecclesiologica. Cristo, infatti, è la piena
realizzazione dell’uomo, la Chiesa è il luogo dove ciò si realizza.
29. Parlare all’uomo, parlare umanamente
Non è solo questione di contenuti antropologici. Occorre anche
imparare a praticare gli stessi linguaggi umani. Ciò richiede di incontrare le persone là dove vivono, farsi loro prossimo, conoscerne le attese e le esigenze, i problemi e il loro ambiente culturale. Gesù usa il
linguaggio degli uomini, i suoi incontri sono con persone reali, raggiunte nella loro concreta situazione e a partire dalla quale sono condotte alla salvezza. Alla peccatrice, a Zaccheo, alla Samaritana, ecc.,
egli offre l’annuncio della salvezza a partire dalla loro storia. Lo stile
immediato e concreto di Gesù deve valere anche noi oggi. Riuscire a
dire la verità di Dio sull’uomo attraverso le parole e i segni che ci vengono forniti dagli ambiti vitali (approccio esistenziale), entrare nelle
esperienze concrete della persona per accompagnarle con la testimonianza del Vangelo. A Verona sono stati gli ambiti del lavoro, della
festa, della cittadinanza, della fragilità, della tradizione, ma si potrebbero aggiungere altre situazioni cruciali del vissuto umano: la ricerca scientifica, l’informazione, la cultura, l’arte, la politica, il
mercato, i temi etici, ecc.
52
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, La persona immagine di Dio,
“Il Regno”, 1/05, 11-12.
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30. Il principio generatore: la contemplazione del volto di Cristo
Dinanzi ai “tentativi volti a ridurre l’uomo a semplice prodotto
della natura”, notano i vescovi italiani: “Siamo provocati a recuperare
e riproporre l’autentica unicità e grandezza della persona umana…
L’impegno profuso in questa direzione deve continuare, per contrastare con efficacia le molteplici applicazioni di tale riduzionismo nel
campo della cultura, delle scienze e della tecnologia, dell’etica e del
diritto” 53.
Un punto rimane fermo, vero e decisivo principio generatore dell’attività evangelizzatrice della Chiesa e della stessa efficacia storica
del cristianesimo: la contemplazione del volto di Cristo. “E non è
forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca
della storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni
del nuovo millennio? La nostra testimonianza sarebbe insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del volto
di Cristo”54.
31. Una identità da innestare nella storia
Si impone la necessità di riorganizzare l’azione della Chiesa. Essa
non dovrà consistere solo in attività pratiche da svolgere, ma riguarderà anche la riflessione e la formazione della comunità cristiana attorno alle nuove problematiche sull’uomo, sul senso del suo esistere,
del suo vivere e del suo morire.
Si impone la necessità di approfondire l’antropologia biblica. Una
adeguata risposta alle domande esistenziali viene solo dalla Rivelazione: è il grande messaggio dell’uomo “imago Dei” del libro della
Genesi e che nella persona del Verbo fatto uomo svela l’uomo a se
stesso.
Come credenti abbiamo una identità da innestare nella storia e
che ci è specifica, unica. Essa riposa sul fatto di essere uomini e donne
la cui coscienza è illuminata dalla relazione con Dio. Un Dio conosciuto in Cristo e celebrato nella Chiesa.
53
Nota, 15.
54
GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Novo millennio ineunte all’episcopato, al
clero e ai fedeli al termine del grande giubileo dell’anno duemila, Roma 2001, 16.
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Riflettere e proporre da cristiani la questione antropologica significa suscitare nelle persone le domande profonde ed offrire loro, con
la parola e la testimonianza della vita, Cristo Gesù il solo che può
soddisfare le intime aspirazioni dell’uomo e che sostiene, con il dono
del suo Spirito, l’impegno generoso di tanti uomini e donne nel prendersi cura dei più deboli e nel lottare contro le ingiustizie55. Significa
sensibilizzare l’uomo di oggi sulla specificità del suo essere e ciò che
lo rende diverso da ogni altra creatura: “creato ad immagine e somiglianza di Dio”. Solo l’annuncio evangelico riscatta dalla precarietà
e promuove tutto ciò che afferma la dignità della persona umana.
55
Si può valorizzare il testo della CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA. COMMISSIONE ESPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI,
Lettera ai cercatori di Dio, Roma, 12 aprile 2009.
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CAPITOLO QUINTO
L’uomo alla luce della Rivelazione
E Dio disse:
“Facciamo l’uomo a nostra immagine,
a nostra somiglianza” (Gen 1,26).
32. Visione integrale dell’uomo
Nel contesto socio-culturale in cui la dignità della persona viene,
sempre più frequentemente, asservita alle esigenze del mercato e dei
media, risulta quanto mai attuale ed urgente la proposta di una visione
cristiana dell’uomo. Soprattutto la cultura occidentale ha un estremo
bisogno di recuperare il senso, anzi il mistero della vita umana e della
persona. Uno dei servizi più essenziali della Chiesa, maestra ed esperta
in umanità56, rimane quello di offrire agli uomini e alle donne la parola
del Vangelo, fermamente convinta che solo nel volto del Verbo incarnato si può rintracciare la bellezza del volto dell’uomo, di ogni uomo
e tutto l’uomo. Si tratta di riproporre all’uomo di oggi la visione integrale dell’uomo, del mondo e della storia umana, che promana
dalla luce della rivelazione divina.
33. “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?”
“Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu
hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, e il figlio dell’uomo perché te ne curi?” 57 Così si interroga il Saggio di Israele, riconoscendo la differenza ontologica tra l’uomo e il resto del creato.
Alla stessa domanda rispondono i testi sulla creazione del libro
della Genesi assegnando all’essere umano una dignità ed un ruolo assolutamente unici in tutta la creazione. “Dio disse: Facciamo l’uomo
a nostra immagine, a nostra somiglianza… Dio creò l’uomo a sua
56
Cfr PAOLO VI, Discorso del Santo Padre alle Nazioni Unite, 4 ottobre 1965, 1.
57 Salmo
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8
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immagine, a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò” 58.
La verità da ritrovare nell’espressione “a immagine e somiglianza di
Dio” risiede nella volontà divina di creare l’uomo come “capax Dei,
capax amoris” capacità di accogliere e relazionarsi con Dio.
Gen 2,4-24 è l’altra pagina biblica che ha ispirato lungo i secoli la
riflessione cristiana sull’uomo. Da essa emergono tre convinzioni fondamentali:
• l’uomo è posto in un rapporto dialogico con Dio. Rapporto istituito da un atto sovrano da parte di Dio stesso, ma che richiede all’uomo una risposta libera. Ciò connota la dimensione religiosa
della persona umana come originaria e costitutiva.
• L’uomo è diverso dagli animali, non è pienamente riducibile alla
natura medesima. La persona umana, nell’universo della natura
creata, appare in una solitudine originaria, dovuta al fatto di non
trovare nulla di simile a lui. L’uomo è qualcosa di unico!
• L’uomo è costitutivamente sociale. La condizione di originaria solitudine non è una condizione buona, ma si risolve originariamente
nell’incontro con l’altro.
L’uomo, “immagine e somiglianza divina”, creato come relazionalità aperta alla doppia dimensione del trascendente e dell’immanente, è davvero il cuore della visione veterotestamentaria. Tuttavia,
è il Mistero dell’Incarnazione che dice la parola più piena e definitiva
sull’identità e sul valore dell’essere umano: “Il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi” 59. Con l’Incarnazione il Figlio di
Dio assume pienamente la natura umana: “In tutto simile a noi eccetto che nel peccato”. La tradizione cristiana ha voluto anche precisare la motivazione profonda del farsi uomo del Figlio di Dio: “Deus
factus est homo ut homo fieret deus – Dio s’è fatto uomo perché
l’uomo diventi dio” (Sant’Atanasio). “Dio si è fatto come noi per farci
come lui”.
58
Gen 1, 26-27.
59
Gv 1,14.
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34. “L’avete fatto a me!”
La pagina del Vangelo di Matteo è la vera Magna Charta della persona umana, della sua identità, della sua più autentica grandezza:
“Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei
fratelli più piccoli l’avete fatto a me!” 60. Anche il più piccolo e povero tra gli uomini, l’affamato, l’assetato, l’ammalato, il carcerato,
ecc., conserva sempre la sua grandezza, la sua dignità, perché Cristo, immagine e splendore del Padre, si è fatto come lui, è morto e risorto per lui, si è messo al suo posto, gli riconosce una dignità che non
viene mai meno.
Le parole di Cristo, i suoi gesti di compassione, di misericordia, di
amore per ogni uomo, e soprattutto per coloro che erano considerati
ultimi nella società del suo tempo, ci rivelano che davanti a Dio tutti
gli uomini sono veramente uguali perché ugualmente amati, capaci di
corrispondere pienamente al suo progetto di amore e di comunione.
Cristo rivela, inoltre, che non siamo semplicemente uguali, ma
anche fratelli, giacché abbiamo in Dio, ricco di misericordia, la fonte
eterna della vita, che ci chiama a vivere pienamente la figliolanza divina nella fraternità e nell’amicizia con tutti gli altri uomini. San Paolo
comprenderà la straordinaria novità di questo annuncio, la sua carica
rivoluzionaria rispetto alla cultura e alle usanze del tempo, e con coraggio proclamerà l’uguaglianza in Cristo di tutto il genere umano:
“Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù… Non c’è più
giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né
donna, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” 61.
35. “Nel Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”
Nella Gaudium et Spes, il Vaticano II ha voluto autorevolmente
proporre la sua visione dell’uomo: “Tutto quanto esiste sulla terra
deve essere riferito all’uomo, come a suo centro e a suo vertice. Ma
che cos’è l’Uomo? Molte opinioni egli ha espresso ed esprime sul
suo conto, opinioni varie ed anche contrarie” 62. La Chiesa ha scelto
60
Mt 25,40.
61
Gal 3,26-28.
62
GS, 12.
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di mettersi al fianco dell’uomo contemporaneo per offrirgli il suo messaggio di salvezza, perché “sa perfettamente che il suo messaggio è
in armonia con le aspirazioni più segrete del cuore umano” e che
“solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero
dell’uomo” 63.
Il mistero di Dio ed il mistero dell’uomo sono profondamente
congiunti, e comprensibili pienamente solo in tale mutuo rapporto.
L’uomo contemporaneo è costantemente sottoposto alla tentazione
del rifiuto di Dio in nome della propria umanità, ma l’estromissione
di Dio dall’orizzonte umano si ripercuote inesorabilmente nella progressiva chiusura di questo stesso orizzonte, che si rimpicciolisce fino
a coincidere con lo sguardo miope del narcisista sequestrato in se
stesso. Afferma il grande teologo H. De Lubac: “È possibile costruire
un mondo senza Dio che però è inevitabilmente destinato all’autodistruzione dell’umanesimo”64. In maniera drammatica, lungo la storia dell’umanità, abbiamo sperimentato diverse volte che dove non
c’è Dio, non c’è neppure uomo.
63
GS, 21-22. PAOLO VI, nell’omelia di chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II,
ha mirabilmente e con profondità enunciato il nesso profondo che lega il discorso su Dio,
rivelatosi pienamente in Cristo, al discorso sull’uomo e sul senso profondo della sua esistenza: “La religione cattolica e la vita umana riaffermano così la loro alleanza, la loro
convergenza in una sola umana realtà: la religione cattolica è per l’umanità; in un certo
senso, essa è la vita dell’umanità: È la vita, per l’interpretazione, finalmente esatta e sublime, che la nostra religione dà all’uomo (non è l’uomo, da solo, mistero a se stesso?); e
la dà precisamente in virtù della sua scienza di Dio: per conoscere l’uomo, l’uomo vero,
l’uomo integrale, bisogna conoscere Dio... Il nostro umanesimo si fa cristianesimo, ed il
nostro cristianesimo si fa teocentrico; tanto che possiamo altresì enunciare: per conoscere Dio bisogna conoscere l’uomo” (Omelia del 7 dicembre 1965).
64
KASPER Walter, riassume così la questione: “Con il mistero di Dio scompare il mistero dell’uomo. Quando non esiste più ciò che è più grande dell’uomo e del suo mondo,
si afferma l’ideologia dell’adattamento totale al mondo dei bisogni e dei rapporti sociali,
ma allora muore anche la libertà, l’uomo si sviluppa all’indietro, ritornando allo stadio primitivo di animale ingegnoso e spegnendo in se stesso ogni fame e sete di giustizia assoluta. La morte di Dio porta alla morte dell’uomo. Assistiamo così al vuoto terribile, alla
mancanza di senso, alla perdita di prospettiva, in definitiva alla vera ragione dell’angoscia esistenziale che tanti individui conoscono. Più ancora dell’ateismo, ciò che propriamente caratterizza la nostra epoca è il nichilismo che da esso deriva” (Riportato da
POUPARD Card. Paul, La cultura cristiana della persona alle radici dell’umanesimo del
terzo millennio. Relazione tenuta al Congresso Tomista Internazionale, Roma, 21-25 settembre 2005).
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Con la sua visione integrale dell’uomo, il cristianesimo fonda una
“cultura della persona”, fondata su quattro elementi costitutivi: la
consapevolezza di sé o autocoscienza, l’autonomia del suo essere o
libertà, l’apertura verso gli altri o comunicazione, la tensione verso
Dio o autotrascendenza65.
65
Si rilegga l’Enciclica di GIOVANNI PAOLO II, Redemptor hominis, Roma, 3 aprile
1979.
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CAPITOLO SESTO
L’uomo, “via tracciata da Cristo”
“L’uomo... è la prima strada
che la Chiesa deve percorre nel compimento
della sua missione” (Giovanni Paolo II, RH, 14).
36. L’uomo, “prima e fondamentale via della Chiesa”
Strada indicata con forza da Giovanni Paolo II fin dall’inizio del
suo pontificato: “Ogni uomo, in tutta la sua irripetibile realtà dell’essere e dell’agire, dell’intelletto e della volontà, della coscienza e del
cuore… L’uomo, nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere comunitario e sociale - nell’ambito della propria famiglia, nell’ambito di società e di contesti
tanto diversi, nell’ambito della propria nazione, o popolo, nell’ambito
di tutta l’umanità - quest’uomo è la prima strada che la Chiesa deve
percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso, via che
immutabilmente passa attraverso il mistero dell’Incarnazione e della
Redenzione”
La scelta di “percorrere la via dell’uomo” scaturisce dal mistero di
Cristo, fatto uomo, morto e risorto “perché - gli uomini - abbiano
vita e l’abbiano vita in abbondanza”66. “Quest’uomo è la via della
Chiesa… perché l’uomo - ogni uomo senza eccezione alcuna - è
stato redento da Cristo, perché con l’uomo - ciascun uomo senza
eccezione alcuna - Cristo è in qualche modo unito anche quando
quell’uomo non è di ciò consapevole… Essendo quindi quest’uomo
la via della Chiesa, via della quotidiana sua vita ed esperienza, della
sua missione e fatica, la Chiesa del nostro tempo deve essere, in
modo sempre nuovo, consapevole della di lui ‘situazione’”67.
Attraverso l’attenzione, la vicinanza, la prossimità e il servizio dell’uomo la Chiesa di Cristo testimonia, rende trasparente l’amore di
66
Gv 10,10.
67
GIOVANNI PAOLO II, Redemptor hominis, 14.
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723
Dio per l’umanità. Leggiamo nella Nota dei vescovi italiani: “il nostro
unico interesse è metterci a servizio dell’uomo, perché l’amore di
Dio possa manifestarsi in tutto il suo splendore”68.
37. Servire l’uomo, centro della pastorale
“Mettere la persona al centro costituisce il criterio fondamentale
per ricondurre a unità l’azione ecclesiale, ma è anche una chiave
preziosa per rinnovare in senso missionario la pastorale e superare i
rischi del ripiegamento su di sé, che può colpire le nostre comunità.
A partire da queste attenzioni, le singole Chiese particolari sono chiamate a ripensare il proprio agire con uno sguardo unitario”69.
La nostra comunità diocesana, accogliendo l’invito dei vescovi,
sceglie di ricentrare l’azione pastorale attorno all’uomo. Significa
portare l’attenzione dei presbiteri e degli operatori pastorali, di ogni
ordine e grado, non tanto sulle cose da fare, ma sulla comunità ecclesiale da edificare: fratelli e sorelle da aiutare nella loro vita di fede,
speranza e carità, ragazzi da guidare nel loro cammino di crescita
umana e cristiana, giovani da accompagnare, famiglie da sostenere, poveri (i senza lavoro e senza tetto, gli anziani, gli ammalati, i disabili, i carcerati, gli immigrati, ecc.) da difendere. “La Chiesa per riguardo a Cristo
non può rimanere insensibile a tutto ciò che serve al vero bene dell’uomo, così come non può rimanere indifferente a ciò che lo minaccia”70.
Il servizio dell’uomo, che vogliamo mettere al centro dei programmi e dei progetti pastorali delle nostre comunità ecclesiali, deve,
in ogni caso, esprimere la “carità pastorale” della Chiesa, “sacramento
di salvezza”, segno visibile ed efficace dell’amore di Dio per l’uomo,
per ogni uomo, per tutto l’uomo.
68
CEI, Nota, 19.
69
CEI, Nota, 22.
70
RH 13.
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38. Servire lo sviluppo integrale della persona
L’impegno per la promozione della persona umana dovrà riguardare l’insieme dei suoi aspetti costitutivi: fisico, affettivo, sociale, culturale, materiale, spirituale. Bisognerà impegnarsi, pertanto, per la
qualità della vita e degli ambienti umani; la garanzia dei diritti fondamentali, casa, lavoro, istruzione, salute, ecc.; l’assistenza attraverso
adeguati e specifici servizi (disabilità, solitudine, ecc.); l’accoglienza
e il rispetto di ogni forma di diversità (etnia, cultura, religione, ecc.).
L’impegno riguarderà, in modo particolare, la tutela della vita dal concepimento al suo termine naturale, ovunque questa sia minacciata,
offesa o calpestata71, dalla guerra all’eutanasia, dalle biotecnologie
alla colonizzazione dell’immaginario con la realtà virtuale. Riguarderà, altresì, l’affermazione del primato dell’essere dell’uomo sull’avere, la lotta contro tutto ciò che tende a strumentalizzarlo o usarlo.
Viviamo, infatti, in una società protesa verso il possesso e il tornaconto personale. Predomina una cultura che fonda la felicità e la sicurezza sul denaro e sull’avere. Evidente la perdita o lo smarrimento
dei valori della gratuità e del dono di sé con le conseguenze registrate
un po’ ovunque: solitudine e indifferenza, incapacità di dialogo, carenza di relazioni, estraneità, ricerca di evasioni attraverso il sesso, la
droga, la devianza e varie forme di violenza.
È parimenti necessario richiamare la centralità della persona nelle
scelte economiche, nell’organizzazione del lavoro, nella valorizzazione del tempo libero.
39. “Dalla parte degli ultimi”
Tutti siamo “uno in Cristo”72, “battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo”73, figli dello stesso Padre, “concittadini dei santi
71
Interessante rivedere il testo della CfL di GP II, al n. 3. In questi ultimi anni abbiamo
assistito alla nascita della biopolitica che tende a formulare giudizi di valore sulla persona, ad entrare cioè nella definizione della vita e della morte, ad operare delle scelte sull’uomo in quanto essere vivente, sulla sua vita biologica (nascita, riproduzione, malattia,
trapianti, morte).
72
Gal 3,28.
73
1Cor 12,13.
ANNO NOVANTOTTESIMO
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e familiari di Dio”74. Su ogni uomo deve dunque portarsi l’attenzione
del cristiano. Tuttavia, “i cristiani sanno che il Vangelo chiede di mettersi dalla parte degli ultimi, senza i quali non potrà realizzarsi una
società più giusta e fraterna”75.
La priorità è dunque per le persone più deboli e indifese: poveri,
ammalati, disabili, bambini, giovani, donne sole, famiglie “frantumate”, anziani abbandonati, disoccupati, senza casa, immigrati, carcerati, ecc., quelli che san Paolo chiama le parti più deboli del corpo
ecclesiale76. L’impegno per la legalità e la giustizia, l’attenzione premurosa, la capacità di “vedere” e di “ascoltare”, la disponibilità ad accogliere e servire dovrà esprimersi soprattutto lì dove incombe
l’indifferenza e l’esclusione.
40. La scelta della famiglia e dei giovani
Continueremo a riservare particolare attenzione alla famiglia,
luogo primario di umanizzazione e di socializzazione delle persone,
luogo privilegiato dell’esperienza umana e cristiana, culla dell’amore
e della vita, cellula fondamentale della società e della comunità ecclesiale. Proseguiremo l’impegno di aiutare e sostenere la famiglia a
formarsi, a svolgere il suo fondamentale ruolo educativo e sociale, la
sua ministerialità al servizio della vita, della relazione autentica e dell’evangelizzazione.
Insieme alla famiglia, riaffermiamo la scelta di “stare accanto” ai
giovani, molti dei quali si trovano in condizioni di disagio, insicurezza e fragilità, spesso “sbandati” e in balia di esperienze di “morte”,
intrappolati nel presente e senza prospettive per il futuro, privi di sogni
e di ideali. I giovani hanno bisogno di essere aiutati a maturare la fiducia in se stessi, a riscoprire gli ideali in cui credere, i valori per cui
vivere, i progetti da realizzare, le responsabilità da assumere.
74
Ef 2,19.
75
CEI, Nota, 18.
76
Cfr. 1 Cor 12,15-27.
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41. “Luoghi umani” prioritari
Tra i “luoghi umani” sui quali la nostra Chiesa di Messina-LipariSanta Lucia del Mela desidera porre una particolare attenzione, senza
trascurare alcuna situazione di indigenza e di povertà, scegliamo: la
cittadinanza, l’immigrazione, la solitudine.
I. “ABITARE” DA CRISTIANI LA CITTÀ DEGLI UOMINI
La cittadinanza esprime l’appartenenza e il radicamento civile e
sociale degli uomini. La comunità cristiana, ben radicata nel territorio, si impegna a dare un volto di giustizia e di pace alla città e a contribuire alla sua crescita attraverso la promozione della dignità di ogni
cittadino.
È la fede che motiva e regge l’impegno di solidarietà e di responsabilità del cristiano. Fede nella creazione: Dio crea un mondo per
l’uomo e alle sue mani operose affida l’universo. Fede nell’Incarnazione: in Cristo Gesù Dio assume il volto dell’uomo e, identificandosi con i più piccoli e deboli, afferma e difende la dignità di ogni
uomo: “l’avete fatto a me” 77. Fede nella redenzione: la morte di croce
è la suprema cattedra della rivelazione dell’amore di Dio per l’uomo
e la pienezza di condivisione dell’umana esperienza78.
San Paolo esorta i discepoli del Signore a ripercorrere la via tracciata da Cristo: “abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”
allo scopo di svelare la prossimità di Dio ad ogni uomo, in ogni tempo
e in tutte le latitudini.
42. La Dottrina sociale della Chiesa
Vivere la cittadinanza da cristiani richiede il costante discernimento sugli eventi e sulle situazioni in cui il Vangelo va incarnato.
Insieme alla luce radiosa che emana dalla Parola di Dio, possediamo
il valido aiuto della Dottrina sociale della Chiesa 79. Essa raccoglie lo
77
Mt 25,40.
78
Cfr Fil 2,5-8.
79
PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, 2004.
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sforzo compiuto dal Magistero per leggere la realtà sociale alla luce del
Vangelo ed offrire il proprio specifico contributo alla soluzione dei tanti
problemi che toccano la vita dell’uomo. Il messaggio cristiano, infatti,
non distoglie gli uomini dal compito di edificare il mondo, li impegna
piuttosto con un obbligo ancora più stringente. Una spiritualità intimistica e individualistica non si sposa con le reali e concrete esigenze
della carità. “La fede: se non ha le opere, è morta in se stessa” 80.
L’articolato e abbondante insegnamento del Magistero, in particolare sullo sviluppo umano integrale, è stato riassunto e “aggiornato”
dalla ricca riflessione offertaci da Benedetto XVI nella sua ultima Enciclica, Caritas in Veritate, che fin dall’introduzione chiarisce la convinzione che anima l’intera trattazione: “La carità nella verità, di cui
Gesù Cristo s’è fatto testimone con la sua vita terrena e, soprattutto,
con la sua morte e risurrezione, è la principale forza propulsiva per
il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera”81. Nell’Enciclica, il Papa, riprendendo l’insegnamento del Concilio Vaticano II e
dei suoi predecessori, precisa: “La Chiesa non ha soluzioni tecniche
da offrire e non pretende ‘minimamente d’intromettersi nella politica
degli Stati’. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni
tempo ed evenienza, per una società a misura dell’uomo, della sua
dignità, della sua vocazione”82.
Il tema della cittadinanza non è qualcosa che possa semplicemente
“sfiorare” la comunità ecclesiale. Essa è luogo che qualifica la stessa
vita cristiana. Cittadini attivi, dunque, ma in modo propositivo e critico e protesi alla realizzazione del bene comune. Grave responsabilità verso la quale tutti dobbiamo sentirci coinvolti: famiglia, scuola,
associazioni, gruppi, movimenti, comunità ecclesiali.
80
Gc 2,17.
81
BENEDETTO XVI, Caritas in veritate, Roma 29 giugno 2009, 1.
82
Idem, 9. Intervenendo sul rapporto tra Chiesa e politica, il Pontefice, in più circostanze, ha ribadito che “la Chiesa, mentre non è e non intende essere un agente politico”,
“nello stesso tempo ha un interesse profondo per il bene della comunità politica, la cui
anima è la giustizia, e le offre a un duplice livello il suo contributo specifico”: formazione
della coscienza e purificazione della ragione” (Discorso a Verona, Chiesa e secolarizzazione). “Si succedono le stagioni della storia, cambiano i contesti sociali, ma non muta e
non passa di moda la vocazione dei cristiani a vivere il Vangelo in solidarietà con la famiglia umana, al passo con i tempi. Ecco l’impegno sociale, ecco il servizio proprio dell’azione politica, ecco lo sviluppo umano integrale” (Omelia a Viterbo).
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43. Scelte pastorali
a. Le comunità riflettano su come tradurre l’indole missionaria della
Chiesa nel servizio pastorale che offrono al territorio per non correre il rischio, tutt’altro che teorico, di un ripiegamento in se stesse.
b. Si organizzino, nelle comunità, momenti di riflessione e di confronto per discernere la volontà di Dio nell’ambiente in cui si opera
perché l’azione pastorale possa rispondere alle attese, alle domande e ai bisogni delle persone. La parrocchia, in particolare,
nella sua specifica vocazione di “Chiesa che vive tra le case della
gente” non può disattendere un tale delicato e impegnativo compito.
c. Si creino “luoghi” e tempi di studio in cui proporre l’insegnamento
della Dottrina sociale della Chiesa, leggere ed approfondire insieme l’Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”.
d. Nei luoghi e nei tempi formativi, nello stesso servizio della catechesi e nelle diverse attività di animazione dei ragazzi e dei giovani, non deve mancare l’educazione alla giustizia e alla legalità,
alla mondialità, all’accoglienza e alla pace.
II. IL FENOMENO MIGRATORIO, “SEGNO DEI TEMPI”
Il “fenomeno” migratorio, vero “segno dei tempi”83, interpella ed
interessa anche la Chiesa, in tutte le sue espressioni. Entra, infatti,
nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità cristiane, parrocchiali,
ecclesiali e richiede, insieme ad essere conosciuto, il nostro impegno
di discernimento, di educazione e di accoglienza: “Nella Chiesa nessuno è straniero e la Chiesa non è straniera a nessun uomo e in nessun luogo” 84.
L’ospitalità dello straniero, ci ha ricordato Giovanni Paolo II,
identifica il cristiano e caratterizza una Chiesa fedele al Vangelo85.
83
interessa circa 200 milioni di persone che si muovono, alla ricerca di sicurezza o
di un benessere per sé e per la propria famiglia, perché perseguitate o affamate o sfruttate.
Un incontro di popoli che genera confronto, scambio, dialogo culturale e religioso e non
solo teorici, ma concreti, costruiti su nuove relazioni e prassi.
84
GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la Giornata Mondiale delle Migrazioni,
1996).
85
Messaggio per la GMM, 2002.
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Accoglienza e ospitalità, sono, infatti, forme essenziali e imprescindibili di evangelizzazione e di testimonianza cristiana. A fronte di una
cultura che tende a separare e a respingere, l’impegno dei cristiani, sul
piano socio-politico, deve tendere a coniugare il fenomeno migratorio, nella legalità e nella giustizia, con percorsi di ascolto e d’incontro, di tutela e d’integrazione. Sul piano culturale deve favorire una
corretta conoscenza delle persone immigrate e delle loro culture, interessando le Scuole, gli Oratori, ecc., per facilitare l’accesso al sapere
e favorire l’incontro tra i popoli. Sul piano religioso deve perseguire
e promuovere il dialogo: “La Chiesa deve venire a dialogo con il
mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa
messaggio; la Chiesa si fa colloquio” 86. Dialogo ecumenico con i fratelli cristiani immigrati, dialogo interreligioso con gli altri. Entrambi
“vie della missione evangelizzatrice della Chiesa” 87. Dialogo non
come “tattica”, ma segno ed espressione di rispetto e di accoglienza
di tutto ciò che è segno di verità.
44. La presenza immigrata nella nostra Chiesa
All’inizio del 2008, secondo i dati pubblicati dall’ISTAT, gli immigrati regolarmente residenti nella nostra Arcidiocesi erano 13.879
con una incidenza del 2,8% rispetto al totale della popolazione residente (502.806). A partire dal 2001 (8140 immigrati) al 2008 (13.879), la
loro presenza è cresciuta di 5.739 unità, pari ad un incremento del
70,5%.
Dati relativi alla provenienza, religione, modalità di vita e di integrazione (casa, scuola, lavoro, salute, ecc.) si possono richiedere al Centro diocesano Servizi per i Migranti, servizio promosso e sostenuto dalla
Caritas e dall’Ufficio Migrantes. Tali dati vengono elaborati dai volontari
del Centro che dispongono di grande competenza riconosciuta dalle
Istituzioni coinvolte nel fenomeno e nelle dinamiche della mobilità
umana. Da diversi anni, infatti, nella nostra Arcidiocesi è attivo l’Ufficio
Migrantes che opera con grande impegno e generosità a favore e a
sostegno delle persone immigrate per favorire il loro inserimento nella
86
PAOLO VI, Ecclesiam suam, 38.
87
GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris missio, 50.55.
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comunità civile ed ecclesiale. Sollecito le comunità locali a valorizzare
detto Ufficio, per approcciarsi in modo corretto al fenomeno e per essere aiutati a realizzare seri percorsi di integrazione.
45. La nostra azione a servizio degli immigrati
Sotto l’aspetto pastorale, propongo dei possibili percorsi per aiutare
la comunità cristiana all’accoglienza degli immigrati:
a. Educazione all’incontro (con persone e famiglie immigrate) al fine
di sfatare pregiudizi e luoghi comuni, valorizzando il servizio dei
centri di ascolto parrocchiali, gli oratori, i luoghi e le attività dei
gruppi, le associazioni e i movimenti.
b. Educazione all’identità cristiana. Una debole identità cristiana non
aiuta lo straniero, ma aggrava la sua stessa situazione. L’educazione
all’identità cristiana richiede una formazione permanente negli
adulti cristiani, che li renda capaci di dire la propria fede e di testimoniarla.
c. Gesti e momenti di integrazione. Porre in atto gesti ed attività che
contribuiscano a costruire concrete e corrette relazioni tra le persone della comunità cristiana e gli immigrati. Insieme al servizio
della mediazione, all’interno delle comunità occorrono momenti
di scambi, la partecipazione degli immigrati ai luoghi di vita sociale ed ecclesiale.
d. Conoscenza delle culture. Elemento necessario e fondamentale.
Particolare attenzione meritano le cause che generano i fenomeni
migratori. Specifici problemi, legati alla mancanza di conoscenza,
nascono soprattutto nel modo di percepire la presenza dei Rom e
Sinti. Nella nostra Città è presente un campo nomadi, luogo in cui
vive da tanti anni molta gente, ma da parte di molti di noi considerata sempre estranea e pericolosa. Sono uomini e donne che
continuano a vivere relegati ai margini della Città e della nostra
società. Occorre prenderne coscienza ed attivarsi per favorire e
sostenere la loro integrazione sociale.
e. La scelta ecumenica e il dialogo interreligioso. La conoscenza delle
religioni degli immigrati, insieme al rispetto, deve aiutare il dialogo
ecumenico con le sorelle e i fratelli separati delle Chiese Ortodosse
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provenienti dai Paesi dell’Est. Valorizzare a tale proposito la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. La conoscenza e il dialogo con quanti professano altre religioni (islamici, induisti, buddisti,
ecc.) deve mirare al confronto e all’approfondimento della propria
fede.
f. L’inserimento degli immigrati nell’azione pastorale. Processo non
facile, ma indispensabile. La presenza di immigrati cattolici nei nostri consigli pastorali, nelle associazioni, gruppi e movimenti, nella
Caritas parrocchiale, tra gli educatori, arricchisce il volto “cattolico” della nostra Chiesa. Un ruolo importante può ricoprire la presenza delle persone immigrate nei percorsi di “catecumenato”.
g. L’attenzione privilegiata per la donna immigrata. Essa più degli
altri avverte e sperimenta il disagio dell’inserimento, a motivo della
dipendenza sociale e familiare a cui è soggetta. Occorre sostenerne
la promozione, tutelarne la dignità, aiutarla nel processo d’inserimento sociale, culturale e religioso. La valorizzare della donna immigrata è di grande importanza per il ruolo di mediazione che essa
gioca tra la cultura d’origine e la società di accoglienza, e ciò a
motivo della sua presenza nel lavoro e in famiglia, nei contatti con
la scuola e con numerosi enti della società.
h. La pastorale d’ambiente. Ordinariamente incontriamo le persone
immigrate, prima che in parrocchia, nelle famiglie o nei giardini
(badanti); nelle aziende e negli ambienti di lavoro; per le strade o
nelle scuole; nei centri di ascolto parrocchiali e nei vari centri che
offrono loro particolari e specifici servizi. Tutti questi ambienti diventino veri luoghi di “missione” e di testimonianza.
i. L’educazione alla mondialità e alla cooperazione internazionale.
Occorre, anche, proporsi gesti e stili di vita che rafforzino, sul
piano politico-sociale, il valore della cooperazione internazionale
come strumento per promuovere lo sviluppo dei popoli: bilanci di
giustizia, commercio equo e solidale, microrealizzazioni ed ogni
altro gesto che aiuti a favorire la crescita della giustizia e della solidarietà all’interno delle nostre comunità e del territorio in cui operano.
j. Attenzione e “prossimità ai poveri tra i più poveri”. Tra gli immigrati si registra la presenza di persone povere per le quali occorre
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fare una scelta preferenziale: coloro che sono “più soli” perché
privi di ogni forma di tutela, fuggiti da Paesi in guerra, sfuggiti alla
persecuzione; quanti sono senza famiglia, senza casa, sfruttati, malati, ecc.
46. “Passandogli accanto… gli si fece vicino”
Sull’esempio di Gesù “Buon Samaritano”, il cristiano si fa “attento”
e “vicino” agli immigrati, alle vittime del traffico di vite umane, a
quanti sono coinvolti nel fenomeno della mobilità umana. Si prende
cura di coloro che incontra lungo il suo cammino e che versano nel
bisogno e nell’indigenza; li accoglie favorendone il cammino di crescita e di promozione; si impegna a capirne i problemi e sostenerne
le giuste cause; si attiva per migliorarne la qualità della vita e l’integrazione sociale e religiosa.
L’impegno pastorale verso gli immigrati, mentre allarga le frontiere
del cuore e della mente, demolisce i pregiudizi, favorisce l’incontro
e le relazioni fraterne, contribuendo grandemente alla nascita della
“civiltà dell’amore”.
III. PRESTARE ASCOLTO ALLA “DOMANDA DI COMPAGNIA”
Altro compito impegnativo e imprescindibile. I rapporti tra le persone vengono messi a dura prova da una società individualistica.
Nella cultura dominante si tende ad assolutizzare i diritti individuali
fino a mortificare, a volte a distruggere, quelli comunitari: famiglia, associazioni, comunità in genere. I tradizionali legami subiscono mutazioni profonde, sono in crisi i luoghi di incontro nei quali
ordinariamente si sviluppava la relazionalità e la socializzazione e
che costituivano una solida base della partecipazione.
La “solitudine”, drammatica e prima “fragilità” dell’esistenza, diventa sempre più una piaga sociale, ma anche ecclesiale. Tutto ciò fa
emergere con forza una domanda di “compagnia”, un bisogno avvertito in particolar modo da chi percepisce se stesso come condannato alla solitudine.
Dire persona è dire relazione, comunione. Si tratta di un bisogno
primario dell’uomo: creato per la comunione con Dio, con se stesso,
con gli altri e perfino con il creato. Tutta la sacra Scrittura è la storia di
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un Dio personale, che è relazione in se stesso, esiste e vive come Trinità, che ha creato l’uomo “a sua immagine e somiglianza” per entrare in relazione con lui, che “nel suo immenso amore parla agli
uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé”88.
49. Scelte pastorali
a. Pastorale della relazione
Nella vita della comunità ecclesiale e parrocchiale questo si traduce nell’impegno per la comunione, la corresponsabilità e la collaborazione. “Esse delineano il volto di comunità cristiane che
procedono insieme, con uno stile che valorizza ogni risorsa e ogni
sensibilità, in un clima di fraternità e di dialogo, di franchezza
nello scambio e di mitezza nella ricerca di ciò che corrisponde al
bene della comunità intera. In un contesto sociale frammentato e
disperso, la comunità cristiana avverte come proprio compito
anche quello di contribuire a generare stili di incontro e di comunicazione. Lo fa anzitutto al proprio interno, attraverso relazioni
interpersonali attente a ogni persona. Impegnata a non sacrificare
la qualità del rapporto personale all’efficienza dei programmi, la
comunità ecclesiale considera una testimonianza all’amore di Dio
il promuovere relazioni mature, capaci di ascolto e di reciprocità”89.
Questo significa spostare l’attenzione dalle cose da fare alle relazioni da vivere, dalla preoccupazione per lo svolgimento delle
varie iniziative pastorali all’attenzione prioritaria rivolta alle persone. Significa proseguire nell’impegno di ravvivare (o costituire)
gli organismi di partecipazione (consigli ed uffici), promuovere il
rapporto tra le parrocchie, vivere la condivisione nella Forania e il
legame con la vita diocesana, valorizzare e coinvolgere la presenza delle associazioni, dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali. Le relazioni tra le diverse vocazioni e i carismi presenti
88
Dei Verbum. Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Parola di Dio, 2.
89
CEI, Nota, 23.
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nella comunità e nel territorio devono portare alla stima, all’ascolto
e al rispetto vicendevoli. Significa, ancora, che la comunità parrocchiale deve saper interagire con le varie “agenzie” o i soggetti
sociali presenti sul territorio: comune, enti pubblici, associazioni
culturali, sportive, ricreative, di volontariato, ecc. Deve stabilire
con loro un rapporto non di contrapposizione, ma di dialogo e di
collaborazione costruttiva a beneficio delle persone che vivono lo
stesso territorio.
b. Pastorale “attenta” e “vicina” alla “solitudine”
Essere capaci di relazioni umane e mature significa andare incontro a quella domanda di compagnia che viene fortemente percepita
oggi. È l’appello che ci giunge dai frequenti e spesso drammatici
eventi che si verificano un po’ ovunque e che anche nella nostra
Città abbiamo tristemente conosciuto: persone morte sulla panchina di un parco o di una piazza, trovate a casa dopo diversi
giorni con i corpi in avanzato stato di decomposizione; anziani
che non escano di casa per paura, abbandonati a se stessi o in
qualche “casa di cura”; bambini, ragazzi e giovani “trascurati” che
subiscono indifferenza e violenza, che patiscono umiliazioni e derisioni perché diversi o per lo meno non uguali; uomini e donne
soli a motivo della loro condizione sociale, dello stato di disaggio
e di privazioni in cui versano o perché diversamente abili. La lista
potrebbe continuare.
Non dovrà, tuttavia, continuare a sussistere la distrazione, l’indifferenza, il disinteresse della comunità cristiana per tutti coloro che hanno fame e sete di “compagnia”, di “vicinanza” e di
“fraternità”.
Chiedo alle comunità cristiane, religiose, parrocchiali ed ecclesiali, ai gruppi, ai movimenti, alle associazioni, alle famiglie di “essere attenti” alle diverse forme di “solitudine” che sono presenti
non solo nel territorio in cui si opera, ma anche e prima di tutto al
loro stesso interno. Essere “vicini” “stare accanto” e non solo materialmente, ma con il cuore.
Chiedo, cioè, di accogliere non solo nella mente, ma nel cuore i
fratelli e le sorelle con cui condividiamo vita di famiglia o di
gruppo, esperienza di fede e impegni di lavoro, praticando il
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comandamento nuovo di Gesù: “amatevi gli uni gli altri, come io
ho amato voi” 90.
c. La visita alle famiglie e agli ammalati
La visita, sistematica e costante, alle famiglie e agli ammalati deve
rappresentare l’impegno prioritario delle nostre comunità. Ciò
consentirà di avere chiara cognizione e aggiornata conoscenza
della situazione di quanti “appartengono” alla comunità e delle loro
condizioni di vita. Consentirà di intessere quelle relazioni di amicizia e di vicinanza che qualificano umanamente e cristianamente
la vita dei cristiani. La visita, inoltre, sull’esempio della Beata Vergine Maria, solleciterà l’impegno della comunità cristiana per i bisogni e le necessità dei fratelli e delle sorelle.
d. Disponibili all’ascolto
Un impegno di grande importanza per vivere la relazione e sostenere la solitudine dei fratelli è quello della disponibilità ad ascoltarli. Ai membri delle famiglie e delle comunità ecclesiali e
parrocchiali, ai sacerdoti in modo del tutto particolare chiedo la disopnibilità all’ascolto attento e rispettoso dell’altro, dei suoi problemi e delle sue difficoltà, dei suoi bisogni e delle sue esigenze,
del mistero che si racchiude nella sua persona.
50. Anno sacerdotale
Anno di grazia per i sacerdoti e per l’intera comunità ecclesiale, da
valorizzare nella riflessione e nella preghiera.
Rivolgendomi ai presbiteri, riporto l’augurio rivolto a un folto
gruppo di Ordinandi dall’allora Arcivescovo di Milano, il Card. Montini. Dopo avere ricordato loro che attraverso l’azione del sacerdote
la Chiesa ambisce ritessere il dialogo con il mondo, con l’uomo di
oggi che il presbitero deve cercare leggendo i bisogni del mondo e
guardando alle carenze, alle necessità, alle piaghe, alle sofferenze e
alle speranze che sono nel cuore dell’umanità, formula il seguente
augurio: “Io vi auguro, carissimi figlioli, che voi abbiate questa
90
Gv 13,34.
736
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
intelligenza delle necessità del mondo, che abbiate sempre gli occhi
vigilanti, per cercare d’intorno a voi. Dove c’è uno che piange, dove
c’è uno che prega, dove c’è uno che aspetta, uno che sbaglia, uno che
cammina, uno che cerca, a lui dovete dire: ‘Sono io il tuo pastore. Sono
io la tua guida. Sono stato mandato a te per consolarti, per guidarti,
per benedirti, per incoraggiarti, per tracciarti il cammino, per dare a te
stesso coscienza di quello che sei, di quello che cerchi’” 91.
51. Concludendo
Miei cari fratelli, l’anno pastorale che iniziamo e che ci vede impegnati nel desiderio e nella volontà di collocarci “sulle strade dell’uomo”, ci chiede grande capacità di attenzione, di vicinanza e di
prossimità verso tutto ciò che aiuta, sostiene e promuove la persona
umana. Dietro i bisogni e le necessità, dietro tutto ciò che sfigura il
volto e la dignità di tanti uomini e donne verso cui si sentiamo sospinti dalla carità di Cristo, ci sono dei fratelli da accogliere e da
amare, c’è lo stesso Gesù che chiede di essere sfamato, dissetato, vestito, visitato, accolto ed ospitato: “l’avete fatto a me”. Maria Santissima, la Vergine della Visitazione, la veloce ascoltatrice e soccorritrice
ci aiuti a vivere con gioia e generosità quello che il Signore dice e
chiede alla nostra Chiesa di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela.
91
Omelia per l’ordinazione dei presbiteri nel Duomo di Milano, il 9 marzo 1963, in
Ettore MALNATI, Il nostro sacerdozio. Il presbitero nel magistero dell’Arcivescovo Montini, Ed. Rogate, Roma 2009, 156.
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ATTI ARCIVESCOVILI
737
PRESENTAZIONE LETTERA
ANNO PASTORALE 2009-2010
Un fraterno saluto
Riprendiamo il cammino: “Rimetterci per strada”, non vuol dire mettere da parte, dimenticare, escludere… ma proseguire il cammino percorso in questi anni. Cammino di conformazione a Cristo accogliendo
l’invito dell’Apostolo: “Ad immagine del Santo, diventate santi anche
voi” (Santità: anno 2007-2008). Cammino di testimonianza radiosa e
gioiosa del Risorto: “Risplenda la vostra luce”. Essere trasparenza luminosa di Cristo (Testimonianza: anno 2008-2009). Proseguire il cammino, dunque, specificando ulteriormente il nostro impegno a servizio
dell’uomo sullo stile di Cristo: “Vedendolo… gli disse… alzati”. Sulle
strade dell’uomo (Pastorale vicina alla vita delle persone: anno 20092010).
In continuità: La testimonianza di fede traduce “il grande senso di responsabilità e la volontà di operare per lo sviluppo di tutti gli uomini e
di tutto l’uomo” che deve caratterizzare l’azione pastorale della Chiesa.
La testimonianza si esprime nell’ambiente vitale degli uomini, si traduce nel servizio dell’uomo e nei diversi ambiti della sua esistenza.
Finalità del cammino spirituale e pastorale: Educarci ed educare alla
“attenzione”, alla “vicinanza”, alla “prossimità”, al “servizio” dell’uomo. Promuovere la cultura evangelica del rispetto e dell’accoglienza: visione cristiana dell’uomo, rispetto della vita, qualità della
relazione, difesa dei diritti e della dignità della persona, solidarietà, promozione sociale, attenzione alle nuove povertà, impegno per l’integrazione, ecc.
Il tema e la proposta della Lettera: “Vedendolo… gli disse… alzati”.
Sulle strade dell’uomo.
“L’uomo è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione… via tracciata da Cristo stesso” (Giovanni
Paolo II, RH, 14).
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
Sull’esempio e sullo stile di Gesù. Illuminati e guidati dalla luce della Parola di Dio. Gv 5,1-18: guarigione del paralitico: copertina.
La struttura della Lettera: Introduzione - sei capitoli.
L’Introduzione: quanto finora detto (nn. 1-3).
La pagina evangelica (primo capitolo): semplici sottolineature per evidenziare attenzioni ed atteggiamenti che caratterizzano la missione e
l’impegno della Chiesa verso l’uomo e che scaturiscono dalla contemplazione dello stile e dell’agire di Gesù Cristo (cap. 2, nn. 4-13).
Elementi qualificanti e caratterizzati il cammino spirituale e pastorale
per l’anno 2009-2010:
Solidarietà con il genere umano e impegno missionario (cap. 2).
GS 1: la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia (n. 14)
Essa esiste per evangelizzare: portare la buona novella in tutti gli strati
dell’umanità - EN, 18 (n. 15)
Necessaria una pastorale missionaria (n. 16)
Parrocchie missionarie
Pastorale d’ambiente: “vivendo nella compagnia degli uomini” (nn. 1718).
“Ho osservato… ho udito… sono sceso” (cap. 3):
c’è una realtà complessa fatta di situazioni e di persone che va “osservata”, “ascoltata”, “conosciuta” e che sollecita la solidarietà e il nostro
aiuto. Coscienza della radicale trasformazione culturale, sociale, religiosa): materialismo pratico; soggettivismo ed individualismo; relativismo e dell’utilitarismo; società multi-etnica, multi-culturale,
multi-religiosa; processo di secolarizzazione; nuova ondata di illuminismo e di laicismo (n. 20).
Incontrare l’uomo sul terreno della cultura (n. 21).
Diaconia delle coscienze (n. 22).
L’nteresse per la “questione antropologica” e i suoi due versanti (cap. 4).
“A differenza da un passato anche non lontano, la domanda sull’uomo
tende non soltanto a interpretare l’uomo, ma soprattutto a trasformarlo:
e questo non limitatamente ai rapporti economici e sociali - come avveniva nella prospettiva del marxismo -, ma assai più direttamente, e ra-
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ATTI ARCIVESCOVILI
739
dicalmente, nella nostra stessa realtà biologica e psichica” (n. 24).
Considerare la domanda del senso e le questioni dell’uomo come luogo
privilegiato della nostra testimonianza cristiana (n. 27).
Parlare all’uomo e parlare umanamente (n. 28).
Impegno per riproporre la visione cristiana dell’uomo (cap. 5).
Dinanzi ai “tentativi volti a ridurre l’uomo a semplice prodotto della natura siamo provocati a recuperare e riproporre l’autentica unicità e
grandezza della persona umana”. Come credenti abbiamo un’identità
da innestare nella storia e che ci è specifica, unica. Essa riposa sul fatto
di essere uomini e donne la cui coscienza è illuminata dalla relazione
con Dio. Un Dio conosciuto in Cristo e celebrato nella Chiesa.
“Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?” (n. 33).
Il mistero dell’Incarnazione. “L’avete fatto a me!” (n. 34).
“Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”.
Scelta di servire l’uomo (“prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso”) e predilezione di tre “luoghi umani” (cap. 6):
I. La cittadinanza: impegno per promuovere la dignità di ogni cittadino;
impegno motivato dalla fede nella Creazione, nell’Incarnazione e nella
Redenzione; impegno per discernere le situazioni e gli eventi in cui il
Vangelo va incarnato. La cittadinanza è il luogo che qualifica la vita
cristiana. Cittadini attivi, ma in modo propositivo e critico, protesi alla
realizzazione del bene comune. Responsabilità che coinvolge tutti: famiglia, scuola, associazioni, gruppi, movimenti, comunità ecclesiali.
Scelte pastorali (n. 43).
Le comunità riflettano su come tradurre l’indole missionaria della
Chiesa nel servizio pastorale che offrono al territorio per non correre
il rischio, tutt’altro che teorico, di un ripiegamento in se stesse.
Si organizzino, nelle comunità, momenti di riflessione e di confronto
per discernere la volontà di Dio nell’ambiente in cui si opera perché
l’azione pastorale possa rispondere alle attese, alle domande e ai bisogni delle persone. La parrocchia, in particolare, nella sua specifica vocazione di “Chiesa che vive tra le case della gente” non può
disattendere un tale delicato e impegnativo compito.
Si creino “luoghi” e tempi di studio in cui proporre l’insegnamento
740
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della Dottrina sociale della Chiesa, leggere ed approfondire insieme
l’Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”.
Nei luoghi e nei tempi formativi, nello stesso servizio della catechesi
e nelle diverse attività di animazione dei ragazzi e dei giovani, non
deve mancare l’educazione alla giustizia e alla legalità, alla mondialità,
all’accoglienza e alla pace.
II. L’immigrazione: Il “fenomeno” migratorio, vero “segno dei tempi”,
interpella ed interessa anche la Chiesa, in tutte le sue espressioni. Entra,
infatti, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità cristiane, parrocchiali, ecclesiali, e richiede, insieme ad essere conosciuto, il nostro impegno di discernimento, di educazione e di accoglienza. “Nella Chiesa
nessuno è straniero e la Chiesa non è straniera a nessun uomo e in nessun luogo”. L’ospitalità dello straniero, ci ha ricordato Giovanni Paolo
II, identifica il cristiano e caratterizza una Chiesa fedele al Vangelo. La
nostra azione a servizio degli immigrati: n 45.
La nostra azione a servizio degli immigrati
Sotto l’aspetto pastorale, propongo dei possibili percorsi per aiutare la
comunità cristiana all’accoglienza degli immigrati:
Educazione all’incontro (con persone e famiglie immigrate) al fine di
sfatare pregiudizi e luoghi comuni, valorizzando il servizio dei centri
di ascolto parrocchiali, gli oratori, i luoghi e le attività dei gruppi, le associazioni e i movimenti.
Educazione all’identità cristiana. Una debole identità cristiana non
aiuta lo straniero, ma aggrava la sua stessa situazione. L’educazione
all’identità cristiana richiede una formazione permanente negli adulti
cristiani, che li renda capaci di dire la propria fede e di testimoniarla.
Gesti e momenti di integrazione. Porre in atto gesti ed attività che contribuiscano a costruire concrete e corrette relazioni tra le persone della
comunità cristiana e gli immigrati. Insieme al servizio della mediazione, all’interno delle comunità occorrono momenti di scambi, la partecipazione degli immigrati ai luoghi di vita sociale ed ecclesiale.
d. Conoscenza delle culture. Elemento necessario e fondamentale. Particolare attenzione meritano le cause che generano i fenomeni migra-
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tori. Specifici problemi, legati alla mancanza di conoscenza, nascono
soprattutto nel modo di percepire la presenza dei Rom e Sinti. Nella
nostra Città è presente un campo nomadi, luogo in cui vive da tanti
anni molta gente, ma da parte di molti di noi considerata sempre estranea e pericolosa. Sono uomini e donne che continuano a vivere relegati
ai margini della Città e della nostra società. Occorre prenderne coscienza ed attivarsi per favorire e sostenere la loro integrazione sociale.
e. La scelta ecumenica e il dialogo interreligioso. La conoscenza delle
religioni degli immigrati, insieme al rispetto, deve aiutare il dialogo
ecumenico con le sorelle e i fratelli separati delle Chiese Ortodosse
provenienti dai Paesi dell’Est. Valorizzare a tale proposito la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”. La conoscenza e il dialogo
con quanti professano altre religioni (islamici, induisti, buddisti, ecc.)
deve mirare al confronto e all’approfondimento della propria fede.
f. L’inserimento degli immigrati nell’azione pastorale. Processo non facile, ma indispensabile. La presenza di immigrati cattolici nei nostri
consigli pastorali, nelle associazioni, gruppi e movimenti, nella Caritas parrocchiale, tra gli educatori, arricchisce il volto “cattolico” della
nostra Chiesa. Un ruolo importante può ricoprire la presenza delle persone immigrate nei percorsi di “catecumenato”.
g. L’attenzione privilegiata per la donna immigrata. Essa più degli altri
avverte e sperimenta il disagio dell’inserimento, a motivo della dipendenza sociale e familiare a cui è soggetta. Occorre sostenerne la promozione, tutelarne la dignità, aiutarla nel processo d’inserimento
sociale, culturale e religioso. La valorizzare della donna immigrata è
di grande importanza per il ruolo di mediazione che essa gioca tra la
cultura d’origine e la società di accoglienza, e ciò a motivo della sua
presenza nel lavoro e in famiglia, nei contatti con la scuola e con numerosi enti della società.
h. La pastorale d’ambiente. Ordinariamente incontriamo le persone immigrate, prima che in parrocchia, nelle famiglie o nei giardini (badanti); nelle aziende e negli ambienti di lavoro; per le strade o nelle
scuole; nei centri di ascolto parrocchiali e nei vari centri che offrono
loro particolari e specifici servizi. Tutti questi ambienti diventino veri
luoghi di “missione” e di testimonianza.
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i. L’educazione alla mondialità e alla cooperazione internazionale.
Occorre, anche, proporsi gesti e stili di vita che rafforzino, sul piano
politico-sociale, il valore della cooperazione internazionale come strumento per promuovere lo sviluppo dei popoli: bilanci di giustizia, commercio equo e solidale, microrealizzazioni ed ogni altro gesto che aiuti
a favorire la crescita della giustizia e della solidarietà all’interno delle
nostre comunità e del territorio in cui operano.
j. Attenzione e “prossimità ai poveri tra i più poveri”. Tra gli immigrati si registra la presenza di persone povere per le quali occorre fare
una scelta preferenziale: coloro che sono “più soli” perché privi di ogni
forma di tutela, fuggiti da Paesi in guerra, sfuggiti alla persecuzione;
quanti sono senza famiglia, senza casa, sfruttati, malati, ecc.
“Passandogli accanto… gli si fece vicino”
Sull’esempio di Gesù “Buon Samaritano”, il cristiano si fa “attento” e
“vicino” agli immigrati, alle vittime del traffico di vite umane, a quanti
sono coinvolti nel fenomeno della mobilità umana. Si prende cura di
coloro che incontra lungo il suo cammino e che versano nel bisogno e
nell’indigenza; li accoglie favorendone il cammino di crescita e di promozione; si impegna a capirne i problemi e sostenerne le giuste cause;
si attiva per migliorarne la qualità della vita e l’integrazione sociale e
religiosa.
L’impegno pastorale verso gli immigrati, mentre allarga le frontiere del
cuore e della mente, demolisce i pregiudizi, favorisce l’incontro e le relazioni fraterne, contribuendo grandemente alla nascita della “civiltà
dell’amore”.
II. La solitudine: I rapporti tra le persone vengono messi a dura prova da
una società individualistica. La “solitudine”, drammatica e prima “fragilità” dell’esistenza, diventa sempre più una piaga sociale, ma anche ecclesiale. Tutto ciò fa emergere con forza una domanda di “compagnia”.
Scelte pastorali (n. 49).
a. Pastorale della relazione
Nella vita della comunità ecclesiale e parrocchiale questo si traduce nell’impegno per la comunione, la corresponsabilità e la collaborazione.
“Esse delineano il volto di comunità cristiane che procedono insieme,
con uno stile che valorizza ogni risorsa e ogni sensibilità, in un clima
di fraternità e di dialogo, di franchezza nello scambio e di mitezza nella
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ricerca di ciò che corrisponde al bene della comunità intera. In un contesto sociale frammentato e disperso, la comunità cristiana avverte
come proprio compito anche quello di contribuire a generare stili di
incontro e di comunicazione. Lo fa anzitutto al proprio interno, attraverso relazioni interpersonali attente a ogni persona. Impegnata a non
sacrificare la qualità del rapporto personale all’efficienza dei programmi, la comunità ecclesiale considera una testimonianza all’amore
di Dio il promuovere relazioni mature, capaci di ascolto e di reciprocità”89.
Questo significa spostare l’attenzione dalle cose da fare alle relazioni da
vivere, dalla preoccupazione per lo svolgimento delle varie iniziative
pastorali all’attenzione prioritaria rivolta alle persone. Significa proseguire nell’impegno di ravvivare (o costituire) gli organismi di partecipazione (consigli ed uffici), promuovere il rapporto tra le parrocchie,
vivere la condivisione nella Forania e il legame con la vita diocesana,valorizzare e coinvolgere la presenza delle associazioni, dei movimenti e delle nuove realtà ecclesiali. Le relazioni tra le diverse
vocazioni e i carismi presenti nella comunità e nel territorio devono
portare alla stima, all’ascolto e al rispetto vicendevoli. Significa, ancora, che la comunità parrocchiale deve saper interagire con le varie
“agenzie” o i soggetti sociali presenti sul territorio: comune, enti pubblici, associazioni culturali, sportive, ricreative, di volontariato, ecc.
Deve stabilire con loro un rapporto non di contrapposizione, ma di dialogo e di collaborazione costruttiva a beneficio delle persone che vivono lo stesso territorio.
Pastorale “attenta” e “vicina” alla “solitudine”
Essere capaci di relazioni umane e mature significa andare incontro a
quella domanda di compagnia che viene fortemente percepita oggi. È
l’appello che ci giunge dai frequenti e spesso drammatici eventi che si
verificano un po’ ovunque e che anche nella nostra Città abbiamo tristemente conosciuto: persone morte sulla panchina di un parco o di una
piazza, trovate a casa dopo diversi giorni con i corpi in avanzato stato
di decomposizione; anziani che non escano di casa per paura, abbandonati a se stessi o in qualche “casa di cura”; bambini, ragazzi e giovani
“trascurati” che subiscono indifferenza e violenza, che patiscono umiliazioni e derisioni perché diversi o per lo meno non uguali; uomini e
donne soli a motivo della loro condizione sociale, dello stato di disaggio e di privazioni in cui versano o perché diversamente abili. La lista
potrebbe continuare.
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Non dovrà, tuttavia, continuare a sussistere la distrazione, l’indifferenza, il disinteresse della comunità cristiana per tutti coloro che
hanno fame e sete di “compagnia”, di “vicinanza” e di “fraternità”.
Chiedo alle comunità cristiane, religiose, parrocchiali ed ecclesiali, ai
gruppi, ai movimenti, alle associazioni, alle famiglie di “essere attenti”
alle diverse forme di “solitudine” che sono presenti non solo nel territorio in cui si opera, ma anche e prima di tutto al loro stesso interno. Essere “vicini” “stare accanto” e non solo materialmente, ma con il cuore.
Chiedo, cioè, di accogliere non solo nella mente, ma nel cuore i fratelli e le sorelle con cui condividiamo vita di famiglia o di gruppo, esperienza di fede e impegni di lavoro, praticando il comandamento nuovo
di Gesù: “amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”90.
c. La visita alle famiglie e agli ammalati
La visita, sistematica e costante, alle famiglie e agli ammalati deve
rappresentare l’impegno prioritario delle nostre comunità. Ciò consentirà di avere chiara cognizione e aggiornata conoscenza della situazione di quanti “appartengono” alla comunità e delle loro condizioni di
vita. Consentirà di intessere quelle relazioni di amicizia e di vicinanza
che qualificano umanamente e cristianamente la vita dei cristiani. La
visita, inoltre, sull’esempio della Beata Vergine Maria, solleciterà l’impegno della comunità cristiana per i bisogni e le necessità dei fratelli e
delle sorelle.
d. Disponibili all’ascolto
Un impegno di grande importanza per vivere la relazione e sostenere la
solitudine dei fratelli è quello della disponibilità ad ascoltarli. Ai membri delle famiglie e delle comunità ecclesiali e parrocchiali, ai sacerdoti
in modo del tutto particolare chiedo la disponibilità all’ascolto attento
e rispettoso dell’altro, dei suoi problemi e delle sue difficoltà, dei suoi
bisogni e delle sue esigenze, del mistero che si racchiude nella sua persona (Questo in particolare attraverso il scaramento della riconciliazione e la direzione spirituale).
In sintesi
Annunciare oggi la parola di Dio sul valore e la dignità della persona
umana, testimoniare con le opere il “grande si” che in Gesù Cristo Dio
ha detto all’uomo e alla sua vita, all’amore e alla intelligenza umana, è
la “via” che la Chiesa di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela intende
percorrere in questo anno pastorale quale ulteriore specificazione del
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suo impegno di conformazione a Cristo per essere nel mondo trasparenza luminosa di Lui. Ad imitazione e sullo stile del Buon Samaritano,
si impegna, cioè, ad essere “attenta”, ad rendersi “vicina”, a farsi “prossimo” dell’uomo, specialmente povero, solo, bisognoso di accoglienza
e di amore.
Servire lo sviluppo integrale della persona (n. 38).
Preghiamo con Madre Teresa di Calcutta: pag. 44.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
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M ES S A G G I O
A I P A RR O C I
D E L L’ A R C I V E S C O V O
E AI
FE D E L I
D E L L E ZO N E C O L P I T E
D A L T RA G I C O N U B I F RA G I O
Fratelli e sorelle,
in questo giorno del Signore, mentre siete insieme ai vostri parroci per celebrare l’Eucaristia, rivolgo a tutti il mio pensiero. Desidero ardentemente che sappiate che vi seguo costantemente e con il mio cuore e
la preghiera sono accanto a ciascuno di voi.
La consapevolezza di non rallentare le delicate operazioni di soccorso
non mi consente di poter venire in questo momento, ma – in attesa di stare
con voi per ascoltarvi e portarvi la speranza di Cristo – vi chiedo di sentirmi
presente, mentre – attraverso il ministero sacerdotale del vostro parroco –
presentate al Signore la gratitudine per la sua misericordia, la sofferenza per
quanto avete perduto, il dolore per chi non è più tra noi.
Il tragico nubifragio ha scosso ciascuno di noi; facendoci sentire fragili, ci ha ricordato quanto siamo piccole creature! Questa catastrofe naturale ha spazzato via le nostre case, ha sottratto ai nostri cuori tanti affetti,
ha forse vanificato il sacrificio di tanti anni di lavoro ed impegno… ci ha
fatto comprendere che la vita va radicata in Dio e costruita sulla salda roccia del suo amore e non su ciò che passa, su ciò che si sgretola! E tutto nel
rispetto della natura, grande dono da custodire e salvaguardare, perché
creata per l’uomo.
Ora è la fiducia in Dio che deve abitare nei vostri cuori. Come l’antifona
d’ingresso della Messa ci dice, noi ci rivolgiamo a Colui che “ha fatto tutte
le cose, il cielo e la terra, tutte le meraviglie che vi sono racchiuse”, perché Lui è il “Signore di tutto l’universo”.
Questo drammatico evento ancora una volta ha mosso la grande macchina della carità con le Forze dell’ordine, la Protezione Civile, i volontari
e voi tutti che vi siete adoperati per soccorrere, incoraggiare, mettere anche
a repentaglio la vostra vita.
Con l’Apostolo Paolo, vorrei ripetere a tutti voi: “siamo tribolati, ma
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ATTI ARCIVESCOVILI
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non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non
abbandonati; colpiti, ma non uccisi” (2Cor 4,8-9).
Una parola sento di rivolgere ai miei sacerdoti, i vostri parroci. Non sapevamo e non sapevate che l’inizio di quest’Anno Sacerdotale vi avrebbe
richiesto un ulteriore espressione d’amore per il popolo a voi affidato. È un
“sì” che si rinnova ogni giorno nella donazione di sé. Grazie per la vostra
testimonianza e per il vostro cuore sacerdotale.
Cari fratelli e figli, unitamente ai sentimenti del mio affetto, vi giunga
di cuore la mia benedizione.
Messina, 4 Ottobre 2009
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
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BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
F U N E R A L I S O LE N N I P E R
1 0 OT TO BR E 2 0 0 9
LE V I T T I M E D E L L’ A L L U V I O N E
OMELIA DELL’ARCIVESCOVO
S. E. MONS. CALOGEO LA PIANA
Messina, Basilica Cattedrale Protometropolitana, 10 ottobre 2009
“ Beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,45)
Saluto fraternamente le gentili autorità religiose, civili
e militari, e tutti voi carissimi ed amati fratelli.
Esprimo la gratitudine della Città e della Chiesa di Messina al Sig. Presidente del Senato, On. Renato Schifani, al
Sig. Presidente del Consiglio, On. Silvio Berlusconi, ai
Membri tutti del governo Nazionale, Regionale (nella persona del Governatore, On. Raffaele Lombardo), provinciale
e locale.
La stessa gratitudine esprimo per S. E. Mons. Paolo
Romeo, Arcivescovo di PA e Presidente della Conferenza
Episcopale Sicula, la cui presenza sta a significare l’affetto
e la solidarietà dei confratelli vescovi della Sicilia. Saluto
e ringrazio gli Eccellentissimi Arcivescovi emeriti, miei
predecessori, Mons. Ignazio Cannavò e Mons. Giovanni
Marra. Ringrazio altresì S. E. Mons. Franco Montenegro,
Arcivescovo di Agrigento e nostro concittadino, S. E.
Mons. Ignazio Zambito, Vescovo di Patti, e con lui i numerosi confratelli vescovi e tutti coloro, sacerdoti e laici,
che si sono resi vicini e partecipi con modalità diverse.
Carissimi, la pagina evangelica ascoltata offre alla nostra
meditazione il mistero di Gesù morente sulla croce. Nella
preghiera desideriamo chiedere a Dio Padre di aprire il
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nostro cuore e la nostra mente per riconoscere nella passione del suo Figlio quella di tutti i fratelli sofferenti e per
rafforzare nella sua morte e risurrezione la speranza, nostra
e di tutta l’umanità, nella pienezza di vita insieme con Lui.
Sulla bocca del Crocifisso un grido: “Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?”. Non grido di disperazione,
miei cari fratelli, ma accorata preghiera che colpisce per la
sua paradossale formulazione. Da una parte, l’invocazione
“Dio mio” che esprime l’intimo e personale rapporto con
Dio. Un grido, dunque, non rivolto al vuoto e al nulla, ma
al Padre, buono e misericordioso. D’altra parte il forte lamento che scaturisce dall’amara esperienza della sua lontananza, meglio ancora, della sua non avvertita presenza.
Quel terribile “perché” ritorna spontaneo sulla bocca dei
tanti crocifissi della storia per esprimere la desolazione che
si avverte quando la morte, antitesi del Dio vivente, non
permette di sentirne viva la presenza.
“Dio mio, perchè mi hai abbandonato?”. Il grido di
Gesù è il grido dell’umanità sofferente, è il grido di questa
comunità profondamente scossa dal tragico evento dell’alluvione, è il grido della popolazione dell’Abruzzo colpita
dal terremoto, è il grido degli uomini provati in ogni angolo della terra da devastanti inondazioni o calamità naturali. È grido che scaturisce dal dolore, spesso dalla rabbia
e dalla disperazione. Dinanzi a tanta sofferenza, tuttavia,
è confortante, miei cari fratelli, sentire che anche il Figlio
di Dio, nel momento più tragico della sua esistenza terrena, inchiodato sul legno della croce, ha chiesto al Padre
il “perché” di tanto dolore, di tanto abbandono e di così
grande ingiustizia che si abbatteva su di lui.
“Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”.
Grido intenso di dolore ed atto di abbandono fiducioso al
Padre. Sulla croce, mentre avverte vicina la morte, un secondo grido risuona, ancora più forte e più intenso del
primo, sulla bocca di Gesù: “Nelle tue mani, o Padre, consegno il mio spirito”. È il grido della speranza, della sua
ferma fiducia nel riconoscersi Figlio prediletto dal Padre,
da Lui amato ed accolto.
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Chiedo al Signore Dio, che anche questo grido di fiduciosa speranza divenga il grido di coloro che nel dolore e
nella prova, pur avvertendo la sensazione del fallimento e
dell’abbandono a motivo della debolezza e della fragilità
della carne, trovino la forza e il coraggio di abbandonarsi
nelle mani di Dio, che nel suo Figlio si è fatto in tutto simile a noi e “proprio per essere stato messo alla prova ed
avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto
a quelli che subiscono la prova” (Eb 2,18).
Il Figlio di Dio “stese le braccia sulla croce, morendo
distrusse la morte e proclamò la risurrezione” (Preg. Euc. 2).
Nella sua crocifissione e morte, segno di debolezza e d’impotenza agli occhi degli uomini, si rivela la sapienza e la
potenza di Dio, il trionfo della vita sulla morte, dell’amore
sull’odio, della misericordia di Dio sul peccato dell’uomo.
È la fede del centurione romano ad attestarlo: “veramente
quest’uomo era Figlio di Dio”. È la nostra fede: la nostra
sofferenza è stata assunta dal Figlio di Dio, la sua risurrezione sarà assunta da noi: “Siamo convinti, ci ha ricordato
l’apostolo Paolo, che Colui che ha risuscitato il Signore
Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a
lui”.
Carissimi fratelli, questa nostra preghiera, impreziosita
dall’offerta a Dio della sofferenza che la connota, è attestazione della speranza che sostiene la nostra vita di fede
fondata sulla parola di Gesù: “Io sono la risurrezione e la
vita, chi crede in me non morirà in eterno”.
In questo momento di tristezza e di lutto per l’intera comunità, messinese e nazionale, ci sentiamo profondamente
ed intimamente uniti con quanti sono stati direttamente
coinvolti nella tragedia di questi giorni, solidali con le
loro sofferenze e le loro ansie, ma anche con le loro speranze e la loro volontà di ricominciare. Uniamo la nostra
voce alla loro per invocare aiuto, sostegno e vicinanza
dalle Istituzioni e chiediamo a Dio, ricco di grazia e di miserericordia, la beata eternità per i fratelli defunti.
Tante parole sono state dette in questi lunghi e interminabili giorni. Alcune per documentare l’accaduto: la
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violenza del nubifragio; le esondazioni e gli smottamenti,
le frane e la collina che viene giù, le case sommerse dalla
valanga di fango; la dolorosa realtà di tante vite umane
spezzate, l’incerteza del loro numero, il mancato ritrovamneto di alcuni corpi…
Tante altre parole abbiamo ascoltato sull’instabilità
idrogeologica del territorio, la presenza di numerosi torrenti, la mancata opera di prevenzione, l’assenza di una manutenzione ordinaria, l’abusivismo edilizio, la mancanza
cronica di fondi. Di certo soffriamo, e non poco, per la carente gestione di un patrimonio unico e prezioso, questo
nostro territorio, paesagisticamente bello ed affascinante,
ricco di colori e di vegetazione, di arte e di beni di ogni genere, caratterizzato da un clima gradevole e amabile; un
patrimonio, il nostro territorio, troppo spesso però sfregiato e deturpato, incredibilmente ed insopportabilmente
violentato dal peccato dell’uomo: negligenza e noncuranza, interessi privati ed egoistici, logiche perverse e speculazioni di ogni ordine e grado.
Si è anche parlato di tragedia annunziata, di stato di calamità, di strade sbriciolate ed impraticabili, di centri evacuati e di intere famiglie sfollate, di numerosi feriti, di
danni economici ingenti e di fondi stanziati, di cordoglio
nazionale, di funerali solenni o di Stato. Si è voluto anche,
come avviene sovente in circostaze simili, polemizzare,
giudicare e condannare con sufficienza e presunzione.
Ciò che, tuttavia, non riusciamo a tollerare è il reiterato tentativo di strumentalizzare, per l’ennesima volta, il dramma
di questa nostra terra e di questa nostra amata gente.
Troppe parole sono state dette. La parola più bella che
abbiamo ascoltato è quella pronunciata attraverso gesti
concreti ed eroici, parola gridata silenziosamente da numerose forze umane, dal loro faticoso e massacrante lavoro, dalla loro grande generosità e dal loro coraggioso e
ammirevole impegno. Parola vera e sincera, autentico urlo
di un esercito di fratelli e di sorelle che ringrazio di vero
cuore a nome mio personale e di tutta la popolazione,
l’esercito della solidarietà che ha coinvolto e spinto, come
già altre volte sperimentato, uomini e donne di buona vo-
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
lontà, di ogni ceto sociale e di ogni età, a portare soccorso
e dare aiuto, e mostrare il volto bello dell’uomo e della
sua incommensurabile dignità e nobiltà.
In questi giorni, sono stati ricordati, da piu parti e in
diverse circostanze, i ripetuti appelli caduti nel vuoto; si è
alzato con forza l’allarme di tanta gente; è risuonato vigoroso il grido di dolore di intere famiglie e comunità. Ma
a parlare, oggi, è soprattutto il silenzio di questi troppi nostri fratelli e sorelle che hanno perso la vita nel tragico
nubifragio. Basterà tutto questo? Cos’altro dobbiamo
“sentire” ancora? Cos’altro dobbiamo ancora aspettarci
perché “avvenga” una conversione, un cambiamento di
rotta?
Maria Santissima, la Mamma celeste, la veloce ascoltatrice, raccolga il grido di dolore e di speranza di tutti noi
e porti pace e consolazione nei cuori dei familiari ed amici
di quanti hanno perso la vita.
Il vostro silenzio, miei cari fratelli defunti, è il grido
più eloquente di ciò che tutti noi oggi osiamo sperare,
chiedere e gridare ai responsabili della cosa pubblica: restituiteci la serenità, dateci la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole
vuote e di circostanza, perché simili tragedie non abbiano
più ad accadere.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
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L E E S EQ U I E D E I F R A T E L L I N I
F R A N C E S C O E LOR E N ZO LO N I A
1 6 OT TO BR E 2 0 0 9
OMELIA DELL’ARCIVESCOVO
MONS. CALOGERO LA PIANA
Messina - Basilica Cattedrale, 16 ottobre 2009
Parola di Dio: Rm 6, 3-4.8-9; Mc 10, 13-16.
Carissimi fratelli e sorelle,
la celebrazione delle esequie di quest’oggi ci pone dinanzi al mistero della morte di due innocenti, avvenuta
nella forma tragica che conosciamo. La morte, sempre, ma
ancora più quando colpisce in tenera età – come è avvenuto per Francesco e Lorenzo – rimane misteriosa alla nostra umana comprensione.
Come credenti desideriamo lasciarci illuminare dalla
luce che ci viene dalla parola del Signore ed aggrapparci
alla consolazione e al conforto che ci giungono dalla liturgia cristiana in cui celebriamo il mistero della Pasqua di
Gesù. In questa santa Messa, infatti, noi preghiamo perché Francesco e Lorenzo, consacrati dallo Spirito Santo
e incorporati per il Battesimo a Cristo morto e risorto,
passino con lui dalla morte alla vita e vengano accolti con
i santi e gli eletti nel cielo. La nostra preghiera e il nostro
suffragio sono per invocare da Dio Padre l’aiuto spirituale
per loro, la consolazione e la speranza per quanti, unitamente a papà Antonio, ne piangono la scomparsa.
Il vostro pianto e il vostro dolore, carissimi papà Antonio e familiari, parenti e amici, è anche il pianto e il dolore
ANNO NOVANTOTTESIMO
ATTI ARCIVESCOVILI
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di tutta la nostra popolazione che si stringe intorno a voi
in un abbraccio di solidarietà e di affettuosa vicinanza.
La sofferenza sperimentata a motivo della luttuosa alluvione dei giorni scorsi fa tornare alla mente il grido di Gesù
sulla croce, come ho ricordato nell’omelia di sabato scorso,
ma richiama anche il pianto e il lamento inconsolabile di
Rachele di cui parla la sacra Scrittura, il pianto e il dolore
per quella “strage di innocenti” avvenuta in Betlemme, voluta dal re Erode. Misterioso evento che ha coinvolto numerosissimi incolpevoli ed innocenti bambini.
Abbiamo pocanzi rivolto al Signore questa preghiera:
“O Dio, che nel misterioso disegno della tua sapienza, hai
disposto che i piccoli Francesco e Lorenzo sfiorassero appena questo mondo, e dopo averli rigenerati nel Battesimo
li hai chiamati con te in paradiso, aiutaci sempre nel cammino della vita con la speranza di ritrovarci un giorno
nella tua casa”. Così dicendo, miei cari fratelli, insieme al
grido di dolore abbiamo voluto fare risuonare il grido della
preghiera per invocare l’aiuto divino, riaffermare la nostra
fede nella beata eternità e la certezza di riabbracciare i nostri cari defunti in Paradiso. Preghiera che nasce dalla fede
e nutre la speranza che l’apostolo Paolo ci ha ricordato
nella lettura biblica: “fratelli, non sapete che quanti siamo
stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella
sua morte? Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così
anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Ma se
siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con
lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore
più; la morte non ha più potere su di lui”.
Carissimi fratelli, ulteriore motivo di consolazione ci
giunge dalla parola di Gesù di questa liturgia. Siamo dinanzi ad una delle scene più belle del Vangelo: vengono
presentati a Gesù dei bambini perché li “accarezzi”; mentre i suoi discepoli li “sgridano”, egli li abbraccia e li benedice. La benevolenza mostrata da Gesù verso i bambini
contrasta l’orientamento comune del tempo. Pur apprez-
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
zando, infatti, i bambini la società ebraica li teneva in disparte e non li prendeva in considerazione, come dimostra
il comportamento degli Apostoli, i quali pensavavano di tutelare la dignità del loro Maestro sgridandoli ed allontanandoli da lui.
Il comportamento accogliente di Gesù verso i bambini
è anzitutto un gesto di amore e di grande tenerezza verso
di loro. Contiene altresì un ulteriore e profondo significato: benedicendoli Gesù dimostra la predilezione di Dio
per i piccoli, i poveri e gli esclusi della società. Accogliendo i bambini e promettendo loro la felicità eterna,
Gesù dice al mondo che la giustizia di Dio è diversa dalla
giustizia umana. È libera, ricca di comprensione e di misericordia, accogliente e gratuita. Dalla giustizia divina,
infatti, anche il grido di chi è senza voce viene ascoltato.
Ancora una volta l’insegnamento e l’agire di Gesù disturba
le nostre meschine abitudini sociali e culturali, getta luce
sull’ingiustizia umana e mira a rialzare e promuovere i più
deboli.
“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di
Dio”. Gesù invita tutti noi, carissimi, a “farci bambini” per
accogliere il regno di Dio. I bambini sono la misura del
regno dei cieli e rappresentano il modello del vero credente. Essi sono l’immagine della “piccolezza evangelica”
che consiste nell’atto fiducioso di abbandonarsi senza riserve a Dio e alla sua volontà. Per l’innocenza e l’autenticità, l’assenza di pretese e la capacità di affidarsi con
semplicità, i bambini vengono addidati da Gesù come simbolo di chiunque cerchi il regno di Dio, cioè la pienezza
della felicità. Piccoli di fatto, ma capaci di autentica grandezza, capaci di porsi le grandi domande e i grandi “perché”, di andare all’essenziale delle cose e della realtà,
spogli e liberi da condizionamenti e soprattutto da ipocrisie e falsità.
Carissimi papà Antonio, familiari, parenti ed amici vi
siano di conforto le parole della fede, l’affetto e la predilezione di Gesù per Francesco e Lorenzo, la solidarietà di
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ATTI ARCIVESCOVILI
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così numerosi fratelli, la preghiera della nostra Chiesa, il
sostegno delle Istituzioni.
Da questa celebrazione, dalle parole e dall’esempio di
Gesù giunge a noi tutti adulti un forte invito a riscoprire il
mondo dei bambini per imparare da loro a guardare la
realtà con occhi limpidi e cuore buono, imitarne la purezza e la genuinità delle intenzioni.
Anche per questo il sacrificio della vostra tenera vita,
carissimi ed amati fratellini Francesco e Lorenzo, non
sarà vano. E mentre vi affidiamo, insieme alla mamma
Maria Letizia, alle braccia amorose di Dio Padre e di Maria
Santissima, Madre amabile, Consolatrice degli afflitti e
Aiuto dei cristiani, vi chiediamo di assistere e soccorrere
i vostri familiari e parenti, la Città e il territorio di Messina, la nostra comunità ecclesiale quali “nostri novelli
angeli custodi”.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
M ES S A G G I O
D E L L’ A R C I V E S C OV O
A L L A C O M U N I T À EC C L E S I A L E E C I V I L E
NATALE 2009
Carissimi, a tutti, fedeli e cittadini, il mio cordiale e fraterno saluto, insieme a fervidi e sinceri auguri per un vero e santo Natale. In questi giorni
natalizi ci è dato di posare lo sguardo su uno dei presepi preparati nelle
varie mostre o semplicemente allestiti in casa, nelle vetrine dei negozi o in
un angolo della chiesa.
“Troverete un bambino avvolto in fasce, che
giace in una mangiatoia”.
Con queste parole gli angeli annunciano ai pastori la nascita di
Gesù. Non avendo trovato, infatti, altra dimora, il Figlio di Dio ha accettato anche di nascere in una stalla. La parola eterna dell’amore di Dio per
gli uomini, il Verbo di Dio si fa uomo e nasce fragile bambino in una grotta:
è questo il mistero del Natale che, da cristiani, attendiamo e celebriamo
con viva fede e rinnovata speranza, chiedendo nella preghiera che la sua nascita ricolmi il nostro cuore di serenità e ci spinga ad operare per la giustizia, la pace e la fraternità tra gli uomini.
Miei cari fratelli e amici, vincendo le tante distrazioni dei lustrini
e delle decorazioni delle vetrine e delle vie cittadine, vi invito concentrare
l’attenzione della mente e del cuore sul divino bambino ed ascoltare, attraverso la sua fragilità, il grido dell’umanità che, da ogni parte della
terra, si alza per invocare aiuto e protezione:
è il grido di milioni di bambini, consumati dalla fame e dalla sofferenza, mortificati nella loro dignità dallo sfruttamento e dalla violenza, da
quella insaziabile sete di potere e di piacere di gente scellerata e spudorata;
è il silente grido delle numerose persone che vivono nella solitudine
per proprie o indotte paure, più spesso per l’altrui egoismo; degli ammalati
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ATTI ARCIVESCOVILI
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trascurati; degli anziani abbandonati; dei giovani sfruttati dalle tendenze
e dalle mode, spenti e senza futuro; dei carcerati umiliati nella loro dignità
di uomini e donne; è il grido silenzioso dello stato di abbandono in cui versano tanti fratelli giacenti sulle panchine, negli angoli tetri e umidi della
stazione, ai bordi delle strade, la cui presenza è rivelata ed annunciata
spesso solo dal cattivo odore che li precede e li accompagna per l’assoluta
mancanza di igiene e di pulizia;
è il grido accorato di solidarietà e di accoglienza che ci giunge dagli
immigrati, accettati per lo più a motivo del loro necessario ed indispensabile servizio e meno perché persone umane e, come tali, degne di attenzione, soggetti di doveri ma, anche, di diritti, bisognosi, come tutti, di beni
materiali ma, soprattutto, di calore umano e di amicizia, uomini e donne
da riconoscere nella loro dignità di persone, da aiutare nel loro inserimento
tra noi e nell’integrazione per la scelta, non sempre libera e spontanea, di
vivere e condividere il nostro stesso territorio;
è il grido di tutti quei cittadini pesantemente provati dall’indigenza e
dalle privazioni (casa, lavoro, strade, mezzi di trasporto, luoghi puliti di ritrovo e di distensione, ecc.); cittadini delusi dalle mancate risposte alle loro
domande di sicurezza, di doveroso contributo e sostegno per i danni subiti
dal terremoto o dall’alluvione (sono i cittadini dei nostri villaggi e dei nostri comuni); cittadini fiaccati soprattutto dal disinteresse e dal disimpegno da parte di quanti, deputati a servire il bene comune, concentrano il
loro impegno quasi esclusivamente su interessi personali o di parte;
è il grido dell’esercito dei derelitti e dei disprezzati di ogni età, situazione o condizione di vita.
Miei cari, il bambino deposto nella mangiatoia è la parola-risposta di
Dio al dramma e al grido dell’umanità povera e rifiutata, esposta alla disperazione ed all’angoscia. Risposta concreta ed originale, quella divina:
Dio si fa uomo per gli uomini, si cala nella loro storia e nella loro vita, assume la loro condizione umana per promuoverla e redimerla. Dio si fa vicino all’uomo, si fa prossimo all’uomo, ad ogni uomo.
Dio ha scelto di percorrere le vie dell’uomo. Dio ha scelto
la via della solidarietà e della condivisione. Dio sceglie di
percorrere anche oggi le stesse vie attraverso le nostre scelte
e le nostre azioni.
Miei cari fratelli e amici tutti, in questo Natale, senza rinunciare alla
serenità ed al calore degli affetti familiari, visitiamo “Gesù” che giace
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
nelle “mangiatoie” e nelle “grotte” della nostra città, fermiamoci ad
ascoltare il suo grido di dolore e di aiuto, tendiamogli la mano per porgergli un dono, apriamogli il cuore per accoglierlo nella nostra vita, offriamogli un sorriso e diamogli un po’ di amore. Sentiremo, allora, la sua
voce limpida e forte ricordarci: “Ogni volta che avete fatto queste cose ad
uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Questo è il vero Natale. Questo è il buon Natale che auguro a tutti.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
ANNO NOVANTOTTESIMO
ATTI ARCIVESCOVILI
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MESSAGGIO ARCIVESCOVO
“SE GUARDO IL CIELO, LA LUNA E LE STELLE”
la rassegna Fede Arte Musica 2009
Con animo colmo di gratitudine e di fiducia presento questo itinerario
per il Natale 2009 a Messina, frutto della generosa collaborazione tra alcune importanti istituzioni e realtà culturali. La proposta di un programma
unitario è un bel segno per la nostra Città ancora una volta tragicamente
provata e urgentemente sollecitata a raccogliere tutte le forze per costruirsi
il futuro con le proprie mani, fuggendo vittimismo e deresponsabilizzazione, faziosità e strumentalizzazioni.
Messina è visibilmente triste. Oggi, più di ieri, ha bisogno di trovare la
Speranza che supera umane parole. Deve sapere e poter fare vero Natale:
esaltazione della dignità di ogni donna e di ogni uomo perché Dio si fece
come noi.
Con questi intendimento è stato scelto per la sesta edizione di Fede Arte
Musica Natale 2009 il titolo “Se guardo il cielo, la luna e le stelle”, tratto
dal Salmo 8 che unifica i vari momenti e li arricchisce di ulteriori significati.
“Se guardo il cielo” esprime il desiderio e la gioia di scoprire quella
Stella che traccia il cammino alla ricerca di quel Bimbo, Figlio donato rivestito di nudità per “coronare di gloria e di onore” i poveri della terra.
“Se guardo la Luna” ricorda il salmo 8 che Paolo VI nel 1969 affidava
agli Astronauti affinché lo consegnassero alla Luna nel primo allunaggio.
Richiama alla memoria Galileo nel quarto centenario dalle sue prime osservazioni stellari e quest’Anno Internazionale dell’Astronomia.
“Se guardo la Luna e le stelle” evidenzia la necessità che Fede, Arte e
Scienza si ritrovino insieme per scoprire il “Cielo”, per capire l’Uomo, per
costruire ben-essere “sulle strade dell’uomo”.
Mentre mi faccio interprete dei sentimenti di profonda gratitudine nei
confronti di quanti, Istituzioni e singoli, si sono impegnati a collaborare
per la realizzazioni delle varie iniziative, invito ciascuno a partecipare ai
tanti appuntamenti e rivolgo di cuore a tutti gli auguri per il santo Natale e
per il nuovo anno.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo Metropolita
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
DE LL A
ATTI
C UR I A
N OMINE
S. E. l’Arcivescovo ha proceduto alle seguenti nomine:
Canonico
1 ottobre 2009
- Canonico del Capitolo della Concattedrale dell’Archimandritato
del SS. Salvatore in Messina Don Vincenzo SCHILIRÒ S.D.B.
Canonico Onorario
24 dicembre 2009
- Canonico Onorario del Capitolo della Concattedrale dell’Archimandritato del SS. Salvatore in Messina Don Giuseppe MILICI
Parroci
1 ottobre 2009
- Parroco di S. Giuliano in Messina
Fr. Salvatore LO CURCIO O.F.M. Conv.
- Parroco di S. Antonio Abate in Gesso – Messina
Don Franco ARRIGO
- Parroco di S. Gregorio Magno in Divieto di Villafranca T.
Don Franco ARRIGO
- Parroco di S. Maria Annunziata e S. Giuseppe in Bisconte-Catarratti Messina
Can. Francesco DE DOMENICO
- Parroco di S. Vincenzo Martire e S. Maria del Rosario in Tripi
Don Francesco ARENA
- Parroco di S. Gaetano in Campogrande di Tripi
Don Francesco ARENA
ANNO NOVANTOTTESIMO
ATTI DELLA CURIA
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4 ottobre 2009
- Parroco dei SS. Biagio e Saba in Piano Torre-S. Saba - Messina
Don Carlo OLIVIERI
30 ottobre 2009
- Parroco di S. Domenico in Saponara Marittima
Don Antonino CAVALLARO
- Parroco di S. Venera in Barcellona P. G.
Don Cosimo GENOVESE
- Parroco dei SS. Paolo Apostolo e Giobbe in Cannistrà-S. Paolo di
Barcellona P. G.
Don Cosimo GENOVESE
1 novembre 2009
- Parroco del SS. Crocifisso in Milazzo
Fr. Antonino BONO O.F.M.
- Parroco di S. Domenica in Mandanici
Don Domenico MANULI
- Parroco di S. Maria del Rosario in Allume di Roccalumera
Don Salvatore ORLANDO
15 novembre 2009
- Parroco di S. Francesco di Paola in Rocchenere di Pagliara
Don Domenico MANULI
29 novembre 2009
- Parroco di S. Mauro in Giampilieri Marina - Messina
Don Cesare D’ANGIÒ CAFEO
- Parroco di S. Nicolò di Bari in Taormina
Don Salvatore SINITÒ
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
Amministratore Parrocchiale
1 ottobre 2009
- Amministratore Parrocchiale dei SS. Giorgio e Nicola in Massa S.
Giorgio e Massa S. Nicola - Messina Don Giuseppe BELLAVIA
- Amministratore Parrocchiale di S. Maria Addolorata in Tono - Messina
Don Antonello ANGEMI
18 ottobre 2009
- Amministratore Parrocchiale di S. Nicolò di Bari in Castelmola
Don Antonino TRICOMI
1 novembre 2009
- Amministratore Parrocchiale dei SS. Andrea e Domenico in Rapano S.
Andrea (Rometta) Don Antonino CAVALLARO
1 dicembre 2009
- Amministratore Parrocchiale di S. Pietro Apostolo in Mili S. Pietro Messina Don Maurizio COLBACCHINI
- Amministratore Parrocchiale di S. Maria Annunziata e S. Marina in
Cumia - Messina Mons. Salvatore TRIFIRÒ
- Amministratore Parrocchiale di S. Maria del Tindari in Condrò
Don Gianfranco CENTORRINO
Rettore
1 ottobre 2009
- Rettore della Chiesa Concattedrale dell’Archimandritato del SS. Salvatore in Messina Don Vincenzo SCHILIRÒ S.D.B.
- Rettore della Chiesa di S. Francesco d’Assisi all’Immacolata in Messina
Fr. Pasquale LIMA O.F.M. Conv.
- Rettore della Chiesa di S. Chiara in Messina
Don Salvatore BARBETTA S.D.B.
ANNO NOVANTOTTESIMO
ATTI DELLA CURIA
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23 ottobre 2009
- Rettore della Chiesa ex Conventuale di S. Francesco di Paola in Gesso
- Messina Don Franco ARRIGO
1 novembre 2009
- Rettore del Santuario della Madonna di Lourdes in Messina
Fr. Graziano Giuseppe BRUNO O.F.M.
Assistente Ecclesiastico
1 dicembre 2009
- Assistente Ecclesiastico dell’U.N.I.T.A.L.S.I. Sottosezione di Messina
Don Giovanni PELLERITI
- Assistente Ecclesiastico del Movimento Apostolico Ciechi di Messina
Don Felice BRUNO F.D.P.
Vicario Parrocchiale
1 ottobre 2009
- Vicario Parrocchiale di S. Giuliano in Messina
Fr. Alfio SPOTO O.F.M. Conv.
- Vicario Parrocchiale di S. Nicolò di Bari in Ganzirri - Messina
Don Giuseppe MORABITO
- Vicario Parrocchiale di S. Antonio Abate in Gesso - Messina
Don Danilo AMATO
- Vicario Parrocchiale di S. Gregorio Magno in Divieto di Villafranca T.
Don Danilo AMATO
- Vicario Parrocchiale di S. Antonio Abate in Barcellona P. G.
Don Agostino GIACALONE
- Vicario Parrocchiale di S. Maria della Visitazione in Centineo di Barcellona P. G. Don Agostino GIACALONE
- Vicario Parrocchiale del S. Cuore di Gesù in Trappitello di Taormina
Don Francesco CUCINOTTA
- Vicario Parrocchiale di S. Nicolò all’Arcivescovado in Messina
Don Francesco LA CAMERA
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
18 ottobre 2009
- Vicario Parrocchiale di S. Nicolò di Bari in Castelmola
Don Francesco CUCINOTTA
1 novembre 2009
- Vicario Parrocchiale dei SS. Pietro, Paolo e Giacomo in Itala
Don Adrian BOBORUTA
- Vicario Parrocchiale di S. Pancrazio Vescovo in Giardini Naxos
Don Juvence ROJAONARIVO
- Vicario Parrocchiale di S. Maria Annunziata e S. Giuseppe in BisconteCatarratti - Messina Don Antonino ROMANO S.D.B.
- Vicario Parrocchiale di S. Maria della Candelora in Serro di Villafranca
T. P. Giuseppe GULLÌ T.O.R.
- Vicario Parrocchiale di S. Maria di Gesù in Provinciale - Messina
Don Devadass Peter Pradeep C.P.P.S.
1 dicembre 2009
- Vicario Parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo e Giovanni Battista in Pagliara Don Domenico MANULI
- Vicario Parrocchiale di S. Maria Consolata in Messina
Don Vincenzo BICO F.D.P.
- Vicario Parrocchiale di S. Giuseppe in Tipoldo nella Parrocchia di S.
Giovanni Battista e S. Giuseppe in Larderia-Tipoldo - Messina
Don Maurizio COLBACCHINI
- Vicario Parrocchiale di S. Lucia V. e M. in S. Lucia sopra Contesse Messina Don Roberto CURRÒ
- Vicario Parrocchiale di S. Maria Annunziata e S. Marina in Cumia Messina Don Francesco LA CAMERA
- Vicario Parrocchiale di S. Pietro Apostolo e S. Maria del Rosario in S.
Pier Niceto Don Severin VONINDRAZANA SORATRA
- Vicario Parrocchiale di S. Maria del Tindari in Condrò
Don Severin VONINDRAZANA SORATRA
ANNO NOVANTOTTESIMO
ATTI DELLA CURIA
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Aiuto Pastorale
1 ottobre 2009
- Aiuto Pastorale nel Vicariato Urbano di Messina Sud
P. Francesco VOLPINTESTA O.M.I.
SACRE ORDINAZIONI
Presbiterato
31 ottobre 2009
S. E. l’Arcivescovo ha conferito l’Ordine Sacro del Presbiterato nella Concattedrale dell’Archimandritato del SS. Salvatore a:
- Don Salvo RENNA S.D.B.
Diaconato
19 dicembre 2009
S. E. l’Arcivescovo ha conferito l’Ordine Sacro del Diaconato nella Basilica Cattedrale Protometropolitana a:
- Fr. Rosario GIARDINA O.F.M.
- Fr. Giuseppe DI MICELI O.F.M.
- Fr. Daniele CUGNATA O.F.M.
- Fr. Giuseppe BURRASCANO O.F.M.
- Fr. Tindaro FARANDA O.F.M.
27 dicembre 2009
S. E. l’Arcivescovo ha conferito l’Ordine Sacro del Diaconato nella Parrocchia di S. Maria Assunta in Barcellona P. G. al seminarista:
- Domenico MIRABILE
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ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
P R E SB I T E R I O
SUSS IDIO
PER I
R I T IRI SP IRI TU ALI
DEL
C LE R O
PREFAZIONE DELL’ARCIVESCOVO
Presbiteri e Diaconi carissimi,
desidero anzitutto rivolgermi a voi con cuore riconoscente per la generosa e preziosa collaborazione che date al mio ministero episcopale nella
Chiesa di Messina Lipari S. Lucia del Mela.
Ammirazione e gioia mi procurano il vostro zelo e l’abnegazione pastorale, nonostante gli impegni per voi si facciano sempre più gravosi.
E mentre innalzo il mio inno di ringraziamento al Padre, con trepidazione, chiedo che non ci venga a mancare la fiducia, il coraggio, l’umiltà,
l’entusiasmo nel nostro ministero, perché possiamo servire il Signore e la
Chiesa in mezzo agli uomini, nostri fratelli.
In quest’Anno sacerdotale, Vescovi, Presbiteri e Diaconi siamo chiamati a dare nuovo splendore alla nostra donazione a Dio. È necessario, perciò, come ci esorta il S. Padre Benedetto XVI, “apprezzare sempre più,
pregare e riflettere sul ministero presbiterale, dono di Dio alla Chiesa e al
mondo”. Guardiamo al S. Curato d’Ars ed imitiamone lo zelo pastorale, la
cui fonte erano la preghiera contemplativa, la celebrazione eucaristica e la
liturgia delle ore.
Il “Sussidio per i Ritiri del Clero”, preparato con generoso impegno
dalla “Commissione per la Formazione permanente del Clero”, alla quale
desidero manifestare la mia stima e porgere – anche a nome vostro – sentiti ringraziamenti, vuole essere un aiuto offerto ai ministri ordinati e alle
comunità ecclesiale perché, guidati e illuminati dalla parola di Dio, possiamo dirigerci sulle strade dell’uomo e, come Gesù alla piscina di Betzaetà, possiamo avere, sguardo misericordioso, parole e gesti di salvezza
per ogni uomo e aprire il suo animo alla speranza.
Lo Spirito Santo renda sempre più disponibile il nostro cuore perché,
come la Vergine Maria – la veloce ascoltatrice - sappiamo accogliere la
Parola e testimoniarla coerentemente agli uomini del nostro tempo.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo MetropolitaArcivescovo
ANNO NOVANTOTTESIMO
PRESBITERIO
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S US SID IO R I TI RI SP IRIT U ALI
D EL
C LE R O
PRESENTAZIONE COMMISSIONE
Caro confratello
il presente sussidio raccoglie varie riflessioni sull’Icona biblica del paralitico di Betzaetà (Gv 5,1-9), scelta dal nostro Arcivescovo come leitmotiv della prassi pastorale di quest’anno.
Le quattro piste di analisi ed interpretazione (biblico-spirituale, antropologica, patristica e pratico-poietica) coronate dal momento di preghiera,
si intrecciano tra di loro sullo sfondo integratore della Lettera agli Ebrei e
dell’Anno liturgico.
Sono dei semplici spunti per facilitare il dialogo intrapersonale, orientato al dialogo interpersonale, tra confratelli e tra ogni sacerdote e la sua comunità.
Ogni incontro spirituale, da Novembre a Maggio, si sofferma su una
tessera del mosaico dell’Icona per contemplarla o, come in una scena al
rallenty, ne analizza le dinamiche relazionali che coinvolgono anche noi,
che stiamo leggendo adesso, da soli o/e insieme.
Il linguaggio, spesso evocativo, si muove su registri diversi: ora ha
come soggetto ogni cristiano, chiamato al discepolato, ora il presbitero,
chiamato ad agire in persona Christi, ora la comunità nel suo insieme, ora
l’uomo bisognoso di salvezza e il cui grido muto di dolore diventa invocazione.
Il metodo è quello ormai classico di “vedere-giudicare-agire”, la cui sequenza, però non si attua in maniera lineare, ma a spirale e ricorsiva, non
assertiva ma dialogica per cogliere in maniera più ampia possibile la problematicità e complessità della nostra vita, che è certamente amata da Dio,
ma salvata nella speranza.
Sperando di farti cosa gradita, accetta questo piccolo dono, fatto con
affetto.
La “Commissione per la Formazione Permanente del Clero”
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CO N VO CA Z I O N E
D E L C O L L EG I O D E I C O N S U LTO R I
PRESENTAZIONE COMMISSIONE
Carissimi
Desidero informarVi che il prossimo 6 novembre è convocata la
riunione del Colleggio dei Consultori, che avrà luogo in Arcivescovado
alle ore 10.00.
Rifletteremo sul seguente Ordine del Giono:
1. approvazione ed assegnazione delle somme dell’8‰ concesse
all’Arcidiocesi per l’anno 2009;
2. situazione relativa agli immobili dell’Arcidiocesi;
3. varie ed eventuali.
Nel ringraziarVi per collaborazione, Vi saluto con ogni benedizione.
† CALOGERO LA PIANA
Arcivescovo MetropolitaArcivescovo
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PRESBITERIO
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VITA
D I OC E S A NA
C O M U N I C A TO
S TA M P A
L’ARCIVESCOVO VISITA LE COMUNITÀ COLPITE
Oggi pomeriggio, alle ore 15.00 l’Arcivescovo Mons. Calogero La
Piana si recherà alla Sede della Protezione Civile di Messina, dove, accompagnato dal suo Segretario e dell’On. Fortunato Romano, Assessore
del Comune di Messina con delega per la Protezione Civile, incontrerà i volontari che operano nel centro.
Quindi, dopo una breve visita al centro di raccolta di Mili, l’Arcivescovo si recherà nei centri non ancora visitati di Giampilieri Superiore,
Molino ed Altolia, per stare con la gente ed esprimere vicinanza, carità e
portare una parola di conforto e speranza.
Limitatamente alle condizioni di viabilità, l’Arcivescovo custodisce il
cuore il desiderio di poter raggiungere la comunità di Scaletta.
Messina, 5 Ottobre 2009
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APERTURA DELL’ANNO SACERDOTALE
NELL’ARCIDIOCESI
L’ARCIVESCOVO ORDINA QUATTRO SACERDOTI
DOMANI, Giovedì 24 Settembre alle 18,30 nella Basilica Cattedrale, con una concelebrazione a cui prenderà parte tutto il Clero, l’Arcivescovo Mons. Calogero LA PIANA, aprirà l’Anno Sacerdotale
nell’Arcidiocesi, indetto da Papa Benedetto XVI per tutta la Chiesa universale lo scorso 19 giugno.
In questa occasione ordinerà quattro sacerdoti del Seminario Arcivescovile:
Don Danilo AMATO,
Don Francesco CUCINOTTA,
Don Agostino GIACALONE,
Don Francesco LA CAMERA.
A questo importante momento dell’Arcidiocesi, saranno presenti, in
particolare, la Comunità del Seminario Arcivescovile, le parrocchie di origine degli ordinandi e quelle nelle quali hanno fatto già le prime esperienze di vita pastorale, unitamente a rappresentanze delle istituzioni che
hanno curato la loro formazione.
La partecipazione a questo evento offra a tutto il popolo di Dio l’occasione per rendere grazie del dono del ministero sacerdotale ed invocare dal
Signore numerosi e santi sacerdoti alla Chiesa.
Messina, 23 Settembre 2009
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C O M U N I C A TO
S TA M P A
LA SOLIDARIETÀ DELL’ARCIVESCOVO
E DELLA CHIESA DIOCESANA
alle famiglie vittime del nubifragio
«Dinanzi al dolore e alla sofferenza di tanti nostri fratelli colpiti dal
tragico nubifragio, l’intera Chiesa diocesana si china sulle loro sofferenze
e si pone accanto a ciascuno di essi». Con queste parole l’Arcivescovo
Mons. Calogero La Piana esorta tutte le comunità ecclesiali a stringersi
attorno a quanti sono nella prova e nella sofferenza nelle zone di Giampilieri Marina e Superiore, Molino, Altolia, Briga Marina e Superiore e Scaletta Zanclea.
Di fronte ad una catastrofe che tocca il cuore di ciascun ed ha stravolto
la vita di tanti, fino a perdere gli affetti più cari, l’Arcivescovo chiede di
offrire innanzitutto la propria preghiera, invitando i sacerdoti a celebrare
una Messa in suffragio delle vittime.
Inoltre, indica a tutte le parrocchie e ai fedeli laici DOMENICA 11
come giornata per realizzare una raccolta straordinaria a favore delle
famiglie colpite, da far pervenire alla Caritas Diocesana o in Arcivescovado.
Infine, fa appello alla generosità dei giovani delle aggregazioni diocesane, affinché nei prossimi giorni – superati gli attuali delicati interventi curati dal personale esperto – possano offrire il loro servizio, mettendosi a
disposizione della Protezione Civile locale.
Ulteriori informazioni in merito alla raccolta straordinaria saranno diffuse dalla Caritas Diocesana.
Messina, 3 Ottobre 2009
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S TA M P A
L’ARCIVESCOVO PRESENTA
LA NUOVA LETTERA PASTORALE
sulla centralità dell’uomo
L’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana consegna all’Arcidiocesi la
sua nuova Lettera Pastorale, la terza del suo Magistero a Messina, dal titolo: “Vedendolo …gli disse …alzati”. Sulle strade dell’uomo.
In continuità con il cammino avviato nel 2007 – centrato sul vivere la santità ad immagine di Cristo, come misura alta della vita
cristiana – continuato nel 2008 – sulla via della testimonianza radiosa del Risorto – oggi l’intera Chiesa Diocesana è invitata a riflettere sull’impegno a servizio dell’uomo, sullo stile di Cristo che
ha compassione delle persone, soprattutto deboli e povere.
DOMANI MARTEDÌ 6 OTTOBRE, nella Basilica Cattedrale dalle
ore 18.00 alle ore 20.00, l’Arcivescovo incontrerà i sacerdoti, i diaconi, le
famiglie religiose, gli operatori pastorali, i gruppi e movimenti ecclesiali e
i fedeli laici che operano nel territorio cittadino per presentare e consegnare la Lettera Pastorale ed indicare le priorità pastorali che orienteranno
il cammino diocesano.
Dopo Messina, l’Arcivescovo presenterà la Lettera nelle altre tre zone
pastorali: giovedì 8 OTTOBRE A BARCELLONA per le comunità della
zona Tirrenica nella Basilica di S. Sebastiano alle ore 17.00; mercoledì 14
A LIPARI per le comunità delle Isole Eolie nella Chiesa di S. Antonio alle
ore 16.00; venerdì 16 A S. TERESA DI RIVA per le comunità della zona
Jonica nella Parrocchia della Sacra Famiglia alle ore 17.00.
Messina, 5 Ottobre 2009
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S EG R E T E R I A D E L L’ A R C I V E S C OVO
M E T R O P O L I TA
L’ARCIVESCOVO PRESIEDERÀ
I SOLENNI FUNERALI
IN CATTEDRALE
Come già annunciato, sabato 10 ottobre alle ore 10.30 saranno celebrati
i solenni funerali delle vittime del tragico nubifragio che ha colpito Giampilieri, Briga, Molino, Altolia e Scaletta Zanclea.
Il solenne rito sarà presieduto dall’Arcivescovo Mons. Calogero la
Piana. Con lui concelebreranno l’Arcivescovo emerito Mons. Giovanni
Marra – profondamente legato a questa Chiesa che ha servito per un decennio – e l’Arcivescovo di Palermo Mons. Paolo Romeo, a significare
l’affetto e la solidarietà dell’Episcopato siculo. Quindi il Vicario generale,
i Parroci delle comunità dei luoghi colpiti, i Vicari Foranei della città e gli
altri confratelli sacerdoti.
L’Arcivescovo, inoltre, ha tempestivamente informato il Santo
Padre – attraverso il Card. Segretario di Stato – esprimendo la gratitudine
per le parole pronunziate all’Angelus di domenica scorsa e, nel contempo,
chiedendo il conforto della Sua preghiera e la benedizione.
Ulteriori notizie saranno diffuse.
***
Accreditamento per la Stampa
Si informano i signori giornalisti e operatori della comunicazione che
l’ingresso nella Basilica Cattedrale sarà disciplinato con la procedura di
accreditamento, al fine di garantire il rispetto della celebrazione liturgica e del servizio d’informazione che la stampa offre.
Pertanto, si invitano le Redazioni interessate a prendere parte
alla celebrazione di inviare, avvalendosi dell’apposita scheda
allegata, i nominativi dei giornalisti, degli operatori televisivi e
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
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dei fotografi che saranno presenti, ai quali il giorno prima (venerdì 9) sarà rilasciato un apposito pass presso la Segreteria dell’Arcivescovo.
Sabato, muniti di pass, accederanno in Cattedrale dalla
Piazza Immacolata di Marmo (lato sacrestia) e saranno indirizzati nella zona riservata alla stampa.
Le richieste di accredito possono essere inoltrate via mail all’indirizzo arcivescovo.messinatin.it o tramite Fax al numero
090.6684302.
Messina, 7 ottobre 2009
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ALL’ATTENZIONE DEI
SIGNORI GIORNALISTI E OPERATORI TELEVISIVI
MESSAGGIO DI NATALE DELL’ARCIVESCOVO
Mi pregio informare che l’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana
incontrerà i Signori Giornalisti e Operatori Televisivi che lo desiderano
DOMANI MARTEDÌ 22 DICEMBRE,
alle ore 10.30 presso il Palazzo Arcivescovile
per il messaggio augurale alla Città in occasione del Natale del Signore.
L’Arcivescovo, accogliendo le esigenze manifestate dai giornalisti, ha
ritenuto di anticipare il giorno dell’annunzio del messaggio di auguri, al
fine di favorire un lavoro più sereno e fruttuoso.
L’occasione mi è gradita per esprimere gratitudine per l’apprezzata
costante attenzione e porgere cordiali auguri.
Messina, 21 Dicembre 2009
Mons. Giacinto Tavilla
Segretario
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CHIUSURA CENTENARIO
DEL TERREMOTO DEL 1908
VISITA DELL’EM.MO CARD. ANGELO BAGNASCO
DOMANI LUNEDÌ 28 DICEMBRE, la Chiesa che è in Messina
Lipari S. Lucia del Mela celebrerà con viva memoria e commozione la
chiusura dell’Anno centenario del Terremoto del 1908 e ricorderà con particolare affetto le vittime della recente alluvione dello scorso ottobre.
Per tale significativo evento giungerà a Messina Sua Eminenza il Sig.
Cardinale Angelo BAGNASCO, Arcivescovo Metropolita di Genova e
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Accolto dall’Arcivescovo Mons. Calogero La Piana, in mattinata il
Card. Bagnasco visiterà i luoghi colpiti dall’alluvione e, insieme, con l’Arcivescovo saluterà le popolazioni, particolarmente di Scaletta e a Giampilieri.
Alle ore 17.30 – con la partecipazione delle Autorità cittadine – Sua
Eminenza il Card. Bagnasco presiederà la S. Messa Pontificale nella Basilica Cattedrale chiudendo, così, ufficialmente l’Anno Centenario nel ricordo del Terremoto del 1908.
Concelebreranno l’Arcivescovo Mons. La Piana, gli Arcivescovi Emeriti, Vescovi dell’episcopato siciliano, Parroci della Città, rappresentanze
del Clero dell’Arcidiocesi, il Capitolo Protometropolitano della Cattedrale
e gli altri Capitoli Concattedrali. Curerà il servizio liturgico il Seminario
Arcivescovile.
Prima di impartire la benedizione, si terrà uno specifico ricordo del
Terremoto, offrendo la preghiera per le vittime di allora e per quelle dell’alluvione. Quindi, il Card. Angelo Bagnasco affiderà la Chiesa Diocesana e la Città alla Vergine Maria, Madonna della Lettera, “nostra perpetua
protettrice”.
Cureranno l’animazione liturgica del canto centinaia di cantori dei cori
parrocchiali dell’Ardiciocesi.
Messina, 27 Dicembre 2009
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M ES S A
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P E R LA
C A N O N I Z ZA Z I O N E
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J EA NN E J U G A N
25 OTTOBRE 2009 NEL DUOMO DI MESSINA
RINGRAZIAMENTO ALLA FINE DELLA MESSA
Unita a tutte le Piccole Sorelle della comunità di Messina, desidero ringraziare Sua Eccellenza Monsignor Calogero La Piana, i Sacerdoti, i Diaconi, le diverse Confraternite e tutti voi: religiosi e
religiose, volontari, benefattori, amici e quanti seguono con interesse
e amore la nostra missione di accoglienza delle Persone Anziane, di
essere intervenuti per partecipare a questa Eucarestia di ringraziamento per il dono della nostra Santa Madre Fondatrice, Jeanne
Jugan.
Ringrazio di cuore!
Quando la nostra Santa Madre, nel lontano 1839, piena di compassione accolse nella sua casa e diede il suo letto alla prima anziana,
cieca e paralizzata, ed alla quale seguirono tante altre, ella confidava
esclusivamente sull’aiuto di cuori generosi. Molte persone dicevano:
“Questo è impossibile, è una follia”; fiduciosa ella rispondeva: “Se
Dio è con noi, ciò si farà!”.
Ancora oggi viviamo il carisma di Jeanne Jugan continuando a
non accettare redditi fissi e sovvenzioni. La Provvidenza di Dio si
manifesta attraverso tutti voi, cari Amici, che in diversi modi non ci
avete mai abbandonato. “Senza i nostri benefattori, cosa potremmo
fare?” soleva dire Santa Jeanne Jugan. Unite agli anziani, seguiamo
la sua raccomandazione pregando molto per i nostri benefattori.
Dio suscita nella Chiesa, per l’edificazione di tutti, uomini e
donne che attraverso l’irradiazione della loro vita e del loro carisma,
parlino alla società del loro tempo ed alle generazioni che seguono.
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VITA DIOCESANA
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Oggi il carisma della nostra Santa è tanto attuale come quando ebbe
inizio. Nelle nostre Case, vivendo lo spirito di famiglia di Santa Jeanne Jugan, vogliamo dare agli anziani l’amore, l’attenzione e l’aiuto
che essi attendono.
Vi rinnovo ancora la mia sincera gratitudine per l’aiuto che quotidianamente riceviamo da tutti voi. Insieme continueremo il servizio agli anziani che dal 1882, noi Piccole Sorelle, stiamo vivendo in
questa Città di Messina. Grazie di cuore!
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D E L LA
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M AD O N N A
D E L LA
LE T TE R A
C A M AR O
Con gioia, noi parroci della Vallata di Camaro, abbiamo accolto l’invito
rivoltoci da P. Fortunato Malaspina a nome di Mons. Arcivescovo, di accogliere la visita dell’Immagine di S. Maria della Lettera, nostra protettrice e con impegno d’amore abbiamo predisposto calendario e programmi.
La visita della Madre mette in fermento i figli e così, fin dal primo annunzio di essa, in ogni comunità, sono cominciati preparativi e attese.
Nel segno evangelico della Visita di Maria ad Elisabetta, la Peregrinatio è iniziata a Bisconte, lunedì 18 maggio. Accoglienza, processione, preghiera, canti. L’Annunzio: “A che debbo che la Madre del mio Signore
venga a me?”. Da Bisconte a Cataratti – due comunità di un’unica parrocchia - e da qui a Camaro Superiore, fino all’Ascensione. Poi a S. Paolo e a
S. Luigi, per concludere a S. Marta – nel segno di Maria al Cenacolo – per
la Pentecoste.
Ogni comunità della Vallata ha accolto e “visitato” Maria, dando spazio a tutti per ascoltarla ed implorarla. Sono stati privilegiati i piccoli e i
malati; ma nessuno è stato dimenticato.
A Bisconte i preti; a Camaro Superiore le confraternite; a S. Paolo i giovani e gli studenti della Scuola Media “Giorgio la Pira”; a S. Luigi le famiglie e i fidanzati – animati da p. Nino Fazio e p. Nino Cento – e i ragazzi
della Scuola Elementare “Domenico Gentiluomo”; a S. Marta le Caritas e
le religiose, guidati da Mons. Eugenio Foti.
Per ognuno Maria ha avuto un sorriso e una parola materna. A tutti:
«Fate quello che Gesù vi dirà».
Il 2 Giugno sera – sotto un improvviso e violento scroscio d’acqua –
l’Immagine di Maria è tornata in Cattedrale, accolta dall’Arcivescovo che
ha presieduto la Celebrazione Eucaristica d’inizio della Solennità della Madonna della Lettera.
Cosa resta di questa visita tanto gradita?
Certamente il sorriso della Madre nel cuore di ogni figlio e figlia; la
preghiera rivolta a Lei per la nostra Chiesa Messinese e le nostre Comunità
e ancora la gioia degli incontri comunitari, di gruppi e personali con Lei,
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guida del cammino a Cristo per tutti e per ciascuno. Quella mano destra che
indica Gesù e invita ad andare a Lui, fonte dello Spirito, ha fatto riflettere
e desiderare, e ci impegna ad amare.
Inoltre una ritrovata fraternità e collaborazione tra noi parroci; la nascita di un Centro di Ascolto interparrocchiale delle povertà nelle famiglie
e la realizzazione di un cammino interparrocchiale per la preparazione alla
celebrazione del sacramento della Confermazione.
Non ultimo, resta – e speriamo che fruttifichi in autentica esperienza
cristiana – un rinnovato slancio d’amore verso S. Maria della Lettera, nostra Madre e Regina.
I Parroci della Vallata
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AI MEMBRI DELLA COMMISSIONE
AI RESPONSABILI DEI GRUPPI
E DEI MOVIMENTI ECCLESIALI
Carissimi,
il prossimo 1 ottobre l’Arcivescovo, nel corso dell’Assemblea del Clero,
presenterà ai sacerdoti la Lettera Pastorale dal titolo: “Vedendolo… gli
disse… alzati”. Sulle strade dell’uomo, che verte sull’attenzione alla persona, sulla centralità della persona, su some camminare sulle strade dell’uomo abitando da cristiani la città degli uomini.
Nei giorni successivi incontrerà gli operatori pastorali, le comunità parrocchiali, i gruppi, movimenti ed associazioni ecclesiali nelle quattro zone
pastorali e presenterà loro i contenuti del piano pastorale, secondo il seguente calendario:
martedì 6 ottobre nella Basilica Cattedrale di Messina,
dalle 18 alle 20;
giovedì 8 ottobre nella Basilica S. Sebastiano in Barcellona
P.G., dalle 17 alle 19;
giovedì 15 ottobre nella Parrocchia Sacra Famiglia in S.
Teresa Riva, dalle 17 alle 19;
In attesa di vederci dopo la presentazione per avviare la nostra programmazione, desidero ricordare, oltre ai già avviati Progetto Policoro e
Progetto per il Microcredito, i due percorsi che abbiamo già focalizzato
negli incontri precedenti:
quello sulla cittadinanza, guardando alla centralità della persona ed
evidenziando la figura del Servo di Dio, don Luigi Sturzo nel 50° della sua
morte (sacerdote da conoscere meglio in questo Anno Sacerdotale); e con
la preparazione alla 46a SETTIMANA SOCIALE (Reggio Calabria - 14/17
Ottobre 2010) dal tema: “Cattolici nell’Italia di oggi”.
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
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quello sull’etica del lavoro, partendo dalla conoscenza e dall’approfondimento dell’Enciclica “Caritas in veritate” (nelle varie zone pastorali
per gli operatori pastorali; per il mondo universitario; per i vari soggetti al
centro dell’enciclica: lavoratori, imprenditori, operai, economisti, politici,
ecc.).
Infine, mentre come ben sapete ci attende l’elaborazione dei progetti
relativi al Corso in Dottrina Sociale della Chiesa (da avviare nel prossimo
anno pastorale per il notevole impegno organizzativo che prevede), e al
coordinamento delle giornate che la Chiesa celebra a livello nazionale, relativamente a “Giustizia e Pace - Custodia del Creato”, vi rinnovo la
stima e l’invito alla collaborazione per servire bene la nostra Chiesa.
Auguro a tutti un buon inizio di Anno Pastorale.
Messina, 25 settembre 2009
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Don Sergio Siracusano
Direttore
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S O C I A L I E I L L A VOR O
SUI TRAGICI EVENTI DEL NUBIFRAGIO
NEL MESSINESE
Il tragico nubifragio che si è abbattuto su Messina sollecita la nostra riflessione.
L’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, che tra le sue attenzioni ha anche la “custodia del creato” è vicino anzitutto al dolore delle
famiglie colpite da questo evento devastante, ed invoca il rispetto del
Creato da parte dell’uomo, al quale è stato affidato perché lo custodisca. Infatti, ci ricorda il Papa nella recente Enciclica “Caritas in veritate” che “la
natura è espressione di un disegno di amore e di verità. Essa ci precede e
ci è donata da Dio come ambiente di vita. Ci parla del Creatore e del suo
amore per l’umanità”.
Inoltre, il nostro costante pensiero e la preghiera va a coloro che hanno
perso tutto, anche il lavoro, unico sostentamento per sé e per la propria famiglia. Chiediamo alle Istituzioni statali competenti un sostegno concreto
a quanti, insieme al lavoro, hanno perso il sacrificio di una vita, ciò che
avevano costruito. Per questo, aderiamo alle lecite richieste delle associazioni impegnate nel mondo del lavoro e, in particolare, a quella espressa dal
Presidente Provinciale della CNA (Confederazione Nazionale Artigiani)
Costantino Di Nicolò, di sospendere tutte le tasse per le imprese della zona
e favorire così la loro ripresa.
Messina, 3 Ottobre 2009
Don Sergio Siracusano
Direttore
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Ai membri della Commissione
Ai Responsabili dei Gruppi
e dei Movimenti ecclesiali
Carissimi,
all’inizio di questo nuovo Anno Pastorale guidati dalla Lettera Pastorale del nostro Arcivescovo dal titolo: “Vedendolo… gli disse… alzati”.
Sulle strade dell’uomo, e sollecitati dalla tragica alluvione che ha colpito
la nostra Arcidiocesi vogliamo riavviare il cammino della Commissione
Diocesana per i Problemi Sociali e il Lavoro, per definire il calendario
degli impegni per questo anno e per riflettere sui recenti avvenimenti.
Cercheremo di avviare i percorsi già tracciati nella mia ultima lettera del
25 settembre, nella quale vi chiedevo un vostro contributo per la riflessione comune al fine di servire bene la nostra Chiesa.
Per questo Vi invito a partecipare all’incontro giovedì 29 ottobre alle
ore 19,00 nei locali della Pastorale Giovanile all’interno del Palazzo Arcivescovile in via I Settembre.
Restando in attesa di un cortese riscontro, augurandovi un buon inizio
di Anno Pastorale porgo cordiali saluti.
Messina, 18 ottobre 2009
Don Sergio Siracusano
Direttore
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NOTA DELL’UFFICIO
UN MESE DOPO L’ALLUVIONE
A fianco dei lavoratori e delle loro famiglie
La specifica attenzione pastorale che la Chiesa, attraverso l’Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro, ha espresso ai lavoratori delle
zone colpite dall’alluvione lo scorso 1° ottobre, sollecita oggi, a distanza
di un mese, un ulteriore intervento tangibile a sostegno dei commercianti
ed artigiani che hanno perso il lavoro, a causa del nubifragio.
La tragica alluvione che ha distrutto case, botteghe artigianali, imprese,
oltre che tanti affetti più cari, chiede che non siano dimenticate le famiglie
e i lavoratori e reclama l’impegno nazionale e segni concreti da parte delle
competenti autorità.
In questo anno pastorale in cui la Chiesa diocesana ha scelto come priorità pastorale la “prossimità” all’uomo – specie nella sua situazione di fragilità e sofferenza – questo Ufficio Diocesano intende mettersi accanto a
coloro i quali intendono riavviare la propria attività lavorativa, sostenendoli e supportando le loro richieste. In particolare, attraverso l’apposita
scheda di rilevazione realizzata, sta monitorando la situazione attuale al
fine di conoscere le necessità di chi ha perso il lavoro e attivarsi presso gli
organi competenti.
Garantire il lavoro e porre in essere le condizioni perché riprenda è
segno di solidarietà all’uomo, il quale attraverso il lavoro realizza se stesso,
partecipa all’attività creatrice di Dio, produce crescita e benessere per la società.
Come Ufficio crediamo che un concreto aiuto può provenire dal fondo
di Microcredito che la Chiesa locale vuole realizzare. Inoltre, nell’immediato, proponiamo:
- di applicare ai lavoratori delle zone colpite dal nubifragio, provvedimenti che incentivino la loro ricollocazione in azienda, prevedendo
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che la parte contributiva e gli oneri sociali a carico dei lavoratori e
delle imprese, venga erogata direttamente dallo Stato (sul modello
delle aree franche urbane);
- l’attribuzione della contribuzione per gli artigiani e commercianti
per un periodo variabile, l’annullamento delle imposte e tasse fino
alla normale ripresa dell’attività, forme di incentivazione per la ripresa della stessa;
- la non applicabilità degli studi di settore per i prossimi anni;
- di agevolare tutte le forme previste dalle politiche passive del lavoro (sospensione, ammortizzatori sociali) con il ricorso ad integrazione dello stipendio da parte degli enti bilaterali.
Al fianco di chi soffre e spera nel domani più sicuro e sereno, questo
Ufficio fa appello agli organi di stampa nazionali perché tengano viva l’attenzione, e - tramite i nostri parlamentari - al Governo Regionale e Nazionale, affinché si concretizzino gli adeguati sostegni economici e gli
interventi promessi, e si garantisca una legislazione mirata che assicuri
reali condizioni per la ripresa delle attività.
Don Sergio Siracusano
Direttore
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MONS. LA PIANA INCONTRA LA COMUNITÀ
FILIPPINA “S. LORENZO RUIZ”
La presenza dei cittadini filippini nella nostra città è ormai trentennale
e segnata da storie di pacifica convivenza e da stima reciproca. L’inserimento nel mercato del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona ha
esaltato le loro doti umane e professionali; spesso si sente dire che il loro
attaccamento alle persone anziane è motivo di tranquillità e fiducia per tutti
coloro che affidano le cure dei loro cari. Una presenza che nel tempo è divenuta sempre più visibile a motivo di un inserimento stabile dettato dai ricongiungimenti familiari e dalla presenza dei minori, che in numero sempre
più consistente sono i compagni di classe dei nostri figli.
Anche la nostra Chiesa locale ha sperimentato in più occasioni la ricchezza di questa presenza, che letta in chiave cristiana significa segno e
dono di Dio che ci interpella sul versante di una cattolicità che è fatta di incontro e fraterna convivialità delle differenze. E l’incontro di domenica 27
settembre 2009 tra l’Arcivescovo e la comunità cattolica filippina “S. Lorenzo Ruiz” è stato il segno visibile di chi ricerca l’altro per dimostrargli
affetto, rispetto e condivisone. L’occasione è nata dalla celebrazione della
memoria liturgica del primo santo e martire filippino a cui la comunità è intitolata, un momento di festa preparato presso l’Istituto “Cristo Re” dei
Padri rogazionisti.
L’Arcivescovo, accompagnato dal diacono Santino Tornesi, direttore
dell’Ufficio diocesano Migrantes, al suo arrivo è stato accolto dal direttore
dell’Istituto, p. Orazio Anastasi e da fr. Antonino Drago, che hanno approfittato della circostanza per mostrare i nuovi locali della mensa e della casa
di accoglienza. Mons. La Piana si è complimentato per la cura dei particolari e la funzionalità delle “opere segno”, attenzioni che esprimono la
sensibilità di chi vive ogni giorno la prossimità con gli ultimi.
Ritornati in Istituto, prima di entrare nel teatro addobbato a festa, l’Arcivescovo è stato accolto da p. Antonio Paciello, da lui nominato cappel-
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lano della comunità, e dai bambini che gli hanno consegnato una collana
di fiori. E’ esplosa la festa e sul palco i giovani hanno intonato un canto che
ha coinvolto tutti a gridare che “il Signore è la nostra vita”; Mons. La Piana,
come sempre visibilmente partecipe e attivamente coinvolto dal clima di
festa, ha espresso il suo entusiasmo e il suo apprezzamento.
Subito dopo, p. Antonio Paciello a nome della Comunità ha dato il benvenuto all’Arcivescovo e lo ha ringraziato per aver accettato l’invito, facendo così un grande dono alla comunità; inoltre, lo ha ringraziato per
l’incarico di cappellano che gli ha affidato, permettendogli di crescere e di
sperimentare la bellezza dell’incontro con un popolo dalla fede semplice,
ma nello stesso tempo, matura e incarnata nella vita.
Tutto questo si è reso visibile nel momento organizzato dai catechisti
della comunità: ognuno ha raccontato la propria esperienza e ha presentato il proprio gruppo di ragazzi che ha realizzato delle danze in colorati
abiti filippini, esprimendo l’importanza di conservare e vivere le proprie
tradizioni.
Quindi, Mons. La Piana ha sottolineato di dover essere lui a ringraziare,
innanzitutto p. Antonio Paciello per l’amorevole servizio alla Comunità
Filippina e quest’ultima per la grande testimonianza di fede e di vita che
offre all’intera Chiesa diocesana.
Infine, ha esortato tutti i filippini presenti a guardare a San Lorenzo
Ruiz come esempio nel sostenere e rafforzare la loro consacrazione battesimale. “Il suo esempio – ha concluso - vi sollecita a incontrare la fede del
presente con la stessa forza di carattere e fede in Dio con le quali egli affrontò la suprema prova d’amore. In modo speciale san Lorenzo Ruiz
chiama le vostre famiglie a crescere in dignità, armonia e responsabilità
come “Chiesa domestica”, dove ognuno impara ad essere al servizio di
tutti, testimoniando la sacralità della vita umana ad ogni livello e in ogni
condizione”.
804
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
F E D E A RT E M U S I C A
N A TA LE 2 0 0 9
NATALE 2009 ED ALTRI EVENTI
MARTEDÌ 8 DICEMBRE ore 18.30 in Cattedrale
Coro “Ouverture”; direttore Giovanni MIRABILE
VENERDÌ 11 ore 18.30 Chiostri all’Arcivescovado
Inaugurazione mostra dei Presepi e Opere del Museo (fino al 10 gennaio)
DOMENICA 13 ore 18.30 in Cattedrale
Concerto d’organo: Giancarlo PARODI
SABATO 19
ore 18.30 Teatro Vittorio Emanuele
Inaugurazione mostra a cura di “Kiklos” (fino al 10 gennaio)
ore 20.30 S. Maria all’Arcivescovado
Presentazione della “Natività” di Filippo Tancredi
Direttore del Museo Regionale: Gioacchino BARBERA
ore 21 Conferenza-concerto
Organista: Giampaolo DI ROSA
Relatore: Mons. Letterio GULLETTA
DOMENICA 20 ore 18.30 in Cattedrale
Concerto d’organo: Giampaolo DI ROSA
LUNEDÌ 21 ore 18.30 Teatro Vittorio Emanuele
Inaugurazione mostra a cura della Biblioteca Regionale
(fino al 25 gennaio)
MARTEDÌ 22 ore 21 S. Maria all’Arcivescovado
Conferenza-concerto
Pianista: Giampaolo DI ROSA
Relatore: Mons. Letterio GULLETTA
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
805
SABATO 26
ore 18 Chiesa Spirito Santo: “Notti Disiata” a cura di “Kiklos”
ore 18.30 in Cattedrale
Concerto d’organo: Giovanni LOMBARDO
DOMENICA 27 ore 18.30 S. Maria all’Arcivescovado
Conferenza-concerto
Organista: Kristian SCHNEIDER
Relatore: Mons. Letterio GULLETTA
LUNEDÌ 28 ore 18.30 in Cattedrale (anniversario del terremoto)
Concerto d’organo: Kristian SCHNEIDER
MERCOLEDÌ 30 ore 17.30 Teatro Vittorio Emanuele
Presentazione mostra a cura di “Intervolumina” (fino al 17 gennaio)
DOMENICA 3 GENNAIO ore 18.30 in Cattedrale
Concerto d’organo: Emanuele VIANELLI
MERCOLEDÌ 6 ore 18.30 in Cattedrale
Concerto per orchestra e la partecipazione
del tenore Claudio DI SEGNI
806
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
EVENTI CULTURALI “NATALE 2009”
Stamane alle ore 10.30, nella Cappella S. Maria all’Arcivescovado,
l’Arcivescovo di Messina Mons. CALOGERO LA PIANA e il Sindaco
di Messina, DOTT. GIUSEPPE BUZZANCA, alla presenza dei rappresentanti di altre prestiogiose istituzioni cittadine coinvolte nella programmazione, hanno presentato il cartellone unitario “Natale 2009. Messina
ricostruisce il suo futuro”.
La sesta edizione invernale di “Fede Arte Musica” si inserisce nel ricco
cartellone “Natale 2009. Messina ricostruisce il suo futuro”, frutto della
collaborazione tra l’Arcidiocesi peloritana, il Comune di Messina, il Teatro Vittorio Emanuele, il Museo Regionale, la Biblioteca Regionale, l’Associazione “Amici del Presepio”, e altre prestigiose associazioni messinesi.
Come dice il nostro Arcivescovo nel suo messaggio:
“La proposta di un programma unitario è un
bel segno per Messina, ancora una volta tragicamente provata e sollecitata a raccogliere le
forze per costruirsi il futuro con le proprie
mani”.
Dall’8 dicembre al 10 gennaio 2010, sono in programma numerosi
eventi culturali con ingresso libero: Concerti, Mostre, Visite guidate, conferenze-concerto.
Il titolo della sesta edizione di Fede Arte Musica Natale 2009 è “Se
guardo il Cielo, la Luna e le stelle”. Tutti gli eventi infatti sviluppano il
Salmo 8 dal quale lo slogan è tratto. “Se guardo il cielo - spiega l’Arcivescovo - esprime il desiderio di scoprire quella Stella che traccia il cammino
alla ricerca del Bimbo nato per noi” Ricorda il salmo 8 che Paolo VI affidò ai primi Astronauti quarant’anni fa. Richiama alla memoria Galileo,
nel quarto centenario dalle sue prime osservazioni, e il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia.
La sede più significativa è la Basilica Cattedrale. In essa è custodito il
Grande Organo Tamburini, prestigioso strumento fra i maggiori d’Europa.
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
807
La Cattedrale, l’8 dicembre, ospita l’appuntamento inaugurale con la
partecipazione del coro polifonico “Ouverture”, accompagnato all’organo
da Giovanni Lombardo e diretti da Giovani Mirabile.
L’attuale edizione di Fede Arte Musica prevede ben cinque concerti al
Grande Organo Tamburini. Alla prestigiosa consolle sono attesi valenti artisti: Giancarlo Parodi il 13 dicembre; Giampaolo Di Rosa il 20; Giovanni
Lombardo il 26; Kristian Schneider il 28; Emanuele Vianelli il 3 gennaio.
La Cattedrale, il 6 gennaio, ospita anche l’evento conclusivo promosso
in collaborazione con il Teatro Vittorio Emanuele. È attesa inoltre la partecipazione straordinaria del tenore Claudio Di Segni.
Altra sede di importanti eventi culturali è collocata nei Chiostri all’Arcivescovado, ai quali si accede da via I settembre 117. Il complesso accoglie due mostre e tre concerti.
Nei Chiostri è allestita la mostra “Il presepe tra arte e tradizione”. Mentre nella Cappella S. Maria sono esposte tre opere del XVIII prestate dal
Museo Regionale di Messina: due presepi e la Natività di Filippo Tancredi.
Le visite sono possibili fino al 10 gennaio.
Nella cappella S. Maria all’Arcivescovado sono previsti tre conferenzeconcerto durante i quali Mons. Letterio Gulletta illustra aspetti particolari
del dipinto del Tancredi esposto in sala. I concertisti sono: Giampaolo Di
Rosa, il 19 dicembre alle ore 21 al nuovo Organo meccanico OSL. Il programma musicale è centrato su brani di autori spagnoli e Portoghesi dal
XVI al XVIII secolo. Lo stesso maestro Di rosa, il 22 dicembre alle ore 21,
esegue al pianoforte un concerto in omaggio a Johan Sebastian Bach, durante il quale esegue tutte le variazioni Goldberg. Il 27 dicembre alle ore
18.30, il maestro austriaco Kristian Schneider esegue un repertorio del barocco tedesco all’Organo O S L.
Oltre agli eventi inclusi in Fede Arte Musica, il Cartellone unitario prevede anche delle Mostre allestite nel complesso del Teatro Vittorio Emanuele.
Dal 19 dicembre fino al 10 gennaio è visitabile la Mostra “Scene del Natale da pitture su vetro siciliane” a cura dell’associazione “Kiklos”. Dal 21
dicembre al 25 gennaio la Biblioteca Regionale propone due mostre: la
prima dal titolo “E uscimmo a riveder le stelle” sull’Anno internazionale
dell’Astronomia; la seconda sul Natale. Dal 30 dicembre al 17 gennaio
808
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
l’associazione “Intervolumina” propone la mostra “Messina che risorge. Il
Villaggio Svizzero”.
Altre informazioni sono disponibili su:
http://www.organoduomomessina.it/Rassegne/Natale%202009/Presentazione_Natale2009.html
Note a cura di Letterio Gulletta
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
809
A Z I O N E C A T TO L I C A I TA L I A N A
A P E R T U R A D E L L’ A N N O A S S O C I A T I VO 2 0 0 9 - 2 0 1 0
Domenica 27 settembre 2009, presso l’Istituto Ignatianum di Messina,
l’Azione Cattolica diocesana ha celebrato l’apertura del nuovo Anno Associativo. Ai rappresentati delle Associazioni parrocchiali, provenienti dall’intero territorio diocesano, sono stati presentati il tema che orienta il
cammino formativo annuale, e le iniziative che verranno realizzate: la
scuola associativa del Settore Adulti e la nascita dell’“Area Famiglia e
Vita”; le feste-incontro del Settore Giovani e dell’ACR e la Settimana diocesana della pace; la Settimana Sociale (che quest’anno celebrerà la sua
quinta edizione) e la Settimana della Comunità; la XVIII edizione dell’incontro “Ricordare Capaci” e la IV edizione dell’incontro “Con cuore e
mani di donna”; gli esercizi spirituali ed, infine, i campi-scuola estivi rivolti alle famiglie, agli adulti, ai giovani e ai ragazzi.
Dopo la preghiera di inizio, guidata da Mons. Tindaro Cocivera, Assistente diocesano unitario, il Presidente diocesano, avv. Alessandra Currò,
ha offerto una riflessione sul tema dell’Anno: “Lo accolse con gioia”,
espressione sintetica della icona evangelica lucana dell’incontro tra Gesù
e Zaccheo. Espressione che, in forma di slogan, si propone di porre al centro della riflessione associativa il valore delle relazioni, soprattutto di quelle
che si esplicitano e manifestano all’interno della casa. Casa intesa come
focolare domestico, come comunità sia ecclesiale che civile, come esperienza intensa di ricerca e di incontro con Dio.
Proprio l’icona evangelica di Zaccheo, proprio questo racconto di conversione, di relazione cercata e donata, ha evidenziato il Presidente diocesano, è il punto di partenza dal quale l’Azione Cattolica - dunque anche la
nostra Associazione diocesana – proverà a mettere in primo piano i temi
dell’accoglienza, intesa come accoglienza del Signore Gesù e apertura all’altro, alla comunità e ai poveri in particolare; del bene comune, inteso
come impegno per la promozione di una rete di relazioni autentiche, nutrite
dal dialogo e dilatate dalla tensione alla giustizia, e che nei luoghi della
vita comune, negli spazi della reciproca accoglienza, trova il suo ambito di
fondamentale realizzazione.
Dopo l’intervento del Presidente, i Vice Presidenti dei Settori Adulti e
Giovani, ed i Responsabili dell’ACR hanno presentato il cammino che
verrà svolto durante l’Anno associativo 2009-2010. In particolare, l’atten-
810
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
zione rivolta ai Giovanissimi (14 – 18 anni), caratterizzata dallo slogan
“Ingresso libero”, prediligerà e favorirà l’incontro con Gesù secondo il racconto di Luca, e culminerà con la consegna degli “Appunti per una regola
di vita spirituale”, strumento semplice, ma utile, per chi vuole prendere sul
serio la proposta di una vita secondo lo Spirito. Non si tratta in realtà di regole già pronte, ma solo di appunti, di suggerimenti, consigli…Pregare,
condividere, testimoniare: sono le tre parole attorno alle quali si desidera
aiutare i giovanissimi a formulare la propria regola spirituale. I Giovani
(19 – 25 anni) orienteranno il loro cammino sulla scota dello slogan “In
Con Tra”: tre paroline che servono a mettere insieme altre parole, che servono a dare senso alle altre parole; tre parole che, messe insieme restituiscono il senso pieno della relazione. I Ragazzi dell’AC continueranno il
cammino formativo prestando cura particolare alle diverse fasce di età: ai
più piccoli sarà offerto un percorso formativo che sarà, così come riconosciuto dalla Conferenza Episcopale Italiana, mediazione efficace al cammino di Iniziazione Cristiana; ai preadolescenti verrà proposto un cammino
di preparazione all’ingresso nel mondo dei giovani. Il Settore Adulti prevede, quale momento qualificante della proposta annuale, la realizzazione
di una “scuola associativa” rivolta a tutti i responsabili parrocchiali perché
più qualificato possa essere il servizio formativo nei gruppi adulti. “Compagni di viaggio”, il tema di fondo di questo percorso, che si articolerà in
tre sessioni, che si terranno nel corso dell’intero Anno associativo: 1) Competenti: il servizio della responsabilità e della formazione in AC; 2) Responsabili: la capacità di compiere scelte: partecipazione e
corresponsabilità nella società civile e nella Chiesa; 3) Profetici: il sogno
del Concilio Vaticano II per una laicità adulta.
La presenza di S. E. Mons. Calogero La Piana ha arricchito di senso ulteriore i lavori assembleari che si sono conclusi con la celebrazione della
S. Messa. Prima della Celebrazione Eucaristica il Presidente diocesano ha
rivolto un pensiero ed un saluto a S. E. l’Arcivescovo. In particolare l’avv.
Currò ha detto: “Il cammino formativo che l’Azione Cattolica propone
credo permetta a ciascuno di noi e all’intera associazione di accogliere e declinare in maniera originale quanto Lei, Eccellenza, donerà alla Chiesa locale di Messina Lipari S. Lucia del Mela già tra qualche giorno con la sua
nuova lettera pastorale.
La persona è il cuore ogni azione pastorale, è destinataria di ogni parola
di annuncio di salvezza, è il cuore di ogni azione di formazione, è il centro di ogni progetto di promozione e di giustizia. Persona umana, vale a
dire “trasparenza luminosa di Dio”. Vuol dire che ogni qual volta questa luminosità viene offuscata dal velo del peccato è urgente, è necessario creare
ANNO NOVANTOTTESIMO
VITA DIOCESANA
811
relazioni che creino le condizioni perché quella luce torni a brillare. Questo, Eccellenza, è l’impegno che l’Azione Cattolica di questa Chiesa locale assume, questo è il servizio che l’azione Cattolica dell’Arcidiocesi di
Messina Lipari S. Lucia del Mela assume perché la Parola di Dio sia annunciata in ogni ambiente; perché, in questo tempo di smarrimento culturale e valoriale, la Carità sia testimoniata nella Verità e l’orizzonte
dell’impegno sociale e politico sia segnato dalla ricerca del bene comune,
di quel bene che ricerca il bene di tutti senza trascurare di mettere al centro la persona umana.
A lei, Eccellenza, il mio personale grazie, ma anche quello dell’intera
associazione per la sua preziosa presenza tra noi. Eccellenza, l’Azione Cattolica da lei attende sempre parole e gesti di sostegno, accompagnamento
e incoraggiamento. Eccellenza, l’Azione Cattolica le vuol bene”.
La cordialità e l’affetto “naturali”, spontanei che S. E. Mons. La
Piana ha testimoniato e donato ai presenti hanno detto in maniera esplicita
della attenzione con la quale il Vescovo, il Pastore segue la vita dell’Azione
Cattolica. A questa ha chiesto con forza di essere strumento e veicolo di diffusione dei contenuti della Lettera pastorale perché l’intero territorio diocesano possa sentire con un sol cuore e con una sola anima. L’Azione
Cattolica diocesana ha risposto con slancio a questa “chiamata” e, a conclusione della S. Messa, ha donato a Mons. La Piana un orologio che sul
quadrante riporta il logo dell’Azione Cattolica. Il senso intimo di questo
dono risiede nel fatto che, così come è emerso dal Convegno Ecclesiale di
Verona, autentica stella polare del pensiero di Mons. La Piana nelle sue
Lettere Pastorali, “questa è l’ora dei laici”.
Sergio Visconti
812
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
DIARIO PASTORALE
D E L L ’ A R C IV E S C O V O
OTTOBRE 2009
1 OTT 2009
2 OTT 2009
3 OTT 2009
4 OTT 2009
5 OTT 2009
6 OTT 2009
7 OTT 2009
Mattino: In Seminario: Assemblea Diocesana del Clero
per la presentazione della Lettera Pastorale dell’Arcivescovo 2009-2010 dal tema: “Vedendolo… gli disse… alzati” Sulle strade dell’uomo.
Pomeriggio: In sede.
Mattino: Udienze.
A Messina: visita alle zone colpite dal nubifragio.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio:
Mattino: A Messina: S. Messa nella Parrocchia – Santuario “S. Maria del Carmine” e Ingresso del nuovo Parroco, P. Andrea Buccheri O. Carm.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Parrocchia “S.
Antonio Abate” in Gesso e Ingresso del nuovo Parroco,
Don Franco Arrigo.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Messina: Visita alle zone colpite dal nubifragio: saluto ai volontari del C. O. C.; saluto ai volontari che operano a Mili (centro di raccolta); visita a
Giampilieri Superiore, Molino, Altolia e Ponte Schiavo.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Cattedrale: Presentazione della Lettera
Pastorale dell’Arcivescovo per la Città ed i Villaggi.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
815
8 OTT 2009
9 OTT 2009
10 OTT 2009
11 OTT 2009
12 OTT 2009
Mattino: A Messina: S. Messa nella Chiesa “Maria SS.
dei Catalani” in occasione del raduno nazionale dei
Presidenti di “NOI Associazione”.
Pomeriggio: A Barcellona P. G.: Presentazione della
Lettera Pastorale dell’Arcivescovo per la Zona Tirrenica
nella Parrocchia – Basilica “S. Sebastiano”.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Messina: Prolusione per l’inizio
dell’Anno Accademico dell’Istituto Teologico “S. Tommaso”.
Mattino: In Cattedrale: Funerali di Stato delle vittime
del nubifragio.
Pomeriggio: A Riesi: S. Messa nella Basilica – Santuario “Maria SS. della Catena” e Ordinazione Presbiterale
di Don Vincenzo Sciacchitano SDB.
Mattino: A Messina: S. Messa nella Parrocchia “S.
Maria Annunziata e S. Giuseppe” in Bisconte - Catarratti e Ingresso del nuovo Parroco, Can. Francesco De
Domenico.
Pomeriggio: A Divieto (Villafranca Tirrena): S. Messa
nella Parrocchia “S. Gregorio Magno” e Ingresso del
nuovo Parroco, Don Franco Arrigo.
Mattino: A Castelmola: Esequie di Don Eugenio Zoi,
Parroco di “S. Nicolò di Bari”.
Pomeriggio: A Palermo: Conferenza Episcopale
Siciliana.
13-14 OTT 2009 A Palermo: Conferenza Episcopale Siciliana.
15 OTT 2009
816
Mattino: Rientro in Sede.
Pomeriggio: In Arcivescovado: Riunione con i sacerdoti delle zone colpite dal nubifragio.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
16 OTT 2009
17 OTT 2009
18 OTT 2009
19 OTT 2009
20 OTT 2009
21 OTT 2009
22 OTT 2009
23 OTT 2009
Mattino: In Cattedrale: Esequie dei fratellini Lorenzo e
Francesco Lonia, vittime del nubifragio.
Pomeriggio: Udienze.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: Ad Allume (Roccalumera): S. Messa nella
Parrocchia “S. Maria del Rosario” con Rito di Dedicazione della Chiesa e dell’Altare.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: A Forza d’Agrò: S. Messa nella Parrocchia
“S. Maria Annunziata e Assunta” per il XII Cammino di
Fraternità delle Confraternite e delle Pie Associazioni.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Seminario: Incontro con i seminaristi.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Seminario: Partecipazione al 1° Convegno Diocesano Sovvenire dal tema: “Comunione Corresponsabilità Partecipazione”.
Mattino: In Seminario: Partecipazione al 1° Convegno
Diocesano Sovvenire: “Comunione Corresponsabilità
Partecipazione”.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Parrocchia “S.
Maria Immacolata” in Contesse per l’apertura della catechesi del Movimento Apostolico.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Messina: Saluto all’incontro dei Medici
Cattolici presso la loro sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
817
24 OTT 2009
25 OTT 2009
26 OTT 2009
27 OTT 2009
28 OTT 2009
29 OTT 2009
30 OTT 2009
818
Mattino: In Arcivescovado: Riunione con il Direttivo
del Consiglio Presbiterale.
Pomeriggio: A S. Pier Niceto: S. Messa nel centenario
di fondazione della Casa delle Suore Figlie del Divino
Zelo nella Chiesa del loro Istituto.
Mattino: A Messina: S. Messa nella Parrocchia “SS.
Paolo Apostolo e Nicolò di Bari” in Briga Superiore e
incontro con la comunità recentemente colpita dal nubifragio.
Pomeriggio: In Cattedrale: S. Messa di Ringraziamento
per la Canonizzazione di Sr. Jeanne Jugan, Fondatrice
delle Piccole Sorelle dei Poveri.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: Fuori Sede.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Messina: Incontro con i Religiosi e le
Religiose presso l’Istituto “Cristo Re” dei Padri Rogazionisti.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: A S. Teresa Riva: Presentazione della Lettera Pastorale dell’Arcivescovo per la Zona Jonica,
presso la Parrocchia “Sacra Famiglia”.
Mattino: A Trappitello: Incontro con i Sacerdoti dei Vicariati di Taormina e di Val d’Alcantara presso la Parrocchia “Sacro Cuore di Gesù”.
Pomeriggio: Udienza.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Barcellona P. G.: S. Messa nella Parrocchia “S. Venera” e Immissione in Possesso del nuovo
Parroco, Don Cosimo Genovese.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
31 OTT 2009
Mattino: A Spadafora: Incontro con i sacerdoti del
Vicariato di Spadafora, presso la Parrocchia “SS. Giuseppe e Martino”.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Concattedrale
“SS. Salvatore” e Ordinazione Presbiterale del Diacono
Salvo Renna SDB.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
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NOVEMBRE 2009
1 NOV 2009
2 NOV 2009
3 NOV 2009
4 NOV 2009
5 NOV 2009
6 NOV 2009
820
Mattino: A Saponara Marittima: S. Messa nella Parrocchia “S. Domenico” e Immissione in Possesso del nuovo
Parroco, Don Antonino Cavallaro.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: A Messina: S. Messa commemorativa per i
caduti in guerra, presso il Sacrario di Cristo Re.
A Messina: S. Messa al Gran Camposanto in commemorazione dei fedeli defunti.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Arcivescovado: Riunione con la Commissione per i Ministeri.
Mattino: A Messina: Cerimonia Militare in Piazza
Unione Europea per la Festa dell’Unità Nazionale.
In Arcivescovado: Udienze.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: In Arcivescovado: Riunione con il Consiglio
Diocesano per gli Affari Economici.
Pomeriggio: A Milazzo: Incontro con i sacerdoti del Vicariato di Milazzo, presso la Parrocchia “S. Marina”.
Mattino: Udienze.
In Arcivescovado: Riunione con il Collegio dei
Consultori.
Pomeriggio: Udienza.
A Messina: Incontro con i sacerdoti del Vicariato di Messina Nord presso la Parrocchia “S. Maria di Gesù Superiore” in Scala Ritiro.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
7 NOV 2009
8 NOV 2009
Mattino: A Montalbano Elicona: Riunione coi sacerdoti
dei Vicariati di Montalbano Elicona e di Novara di Sicilia, presso la Parrocchia – Basilica “Maria SS. Assunta”
Pomeriggio: A Rometta Superiore: S. Messa nella
Parrocchia “S. Maria Assunta e SS. Rocco e Gaetano”
con Rito di Dedicazione della Chiesa e dell’Altare.
Mattino: A Messina: XXVI Convegno Diocesano dei
Catechisti presso la Fiera Campionaria.
Pomeriggio: A Messina: Incontro con l’Abbadessa delle
Suore Clarisse presso il Monastero di Montevergine.
9-13 NOV 2009 Ad Assisi: Conferenza Episcopale Italiana.
14 NOV 2009
15 NOV 2009
16 NOV 2009
17 NOV 2009
Mattino: Udienze.
In Arcivescovado: Consiglio Affari Economici dell’ISSR.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: A Mandanici: S. Messa nella Parrocchia “S.
Domenica V. e M.” e Immissione in Possesso del nuovo
Parroco, Don Domenico Manuli.
Pomeriggio: Ad Alì Terme: S. Messa nella Chiesa dell’Istituto delle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A S. Lucia del Mela: Incontro con i sacerdoti del Vicariato di S. Lucia del Mela.
Mattino: Udienze.
A Taormina: S. Messa nella Parrocchia “S. Nicolò di
Bari” nel 50° anniversario di fondazione della Scuola
Cattolica curata dai Fratelli Maristi e iniziata con le
Suore Francescane Missionarie di Maria.
Pomeriggio: In Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
821
18 NOV 2009
A Roma: Commissione Episcopale Migrantes.
20 NOV 2009
Mattino: A Lipari: Ritiro Spirituale con il clero delle
Isole Eolie.
Pomeriggio: A S. Teresa di Riva: Incontro con i sacerdoti del Vicariato di S. Teresa di Riva.
Mattino: Udienza.
In Cattedrale: S. Messa con l’Arma dei Carabinieri in
onore della Virgo Fidelis.
Pomeriggio: Fuori Sede.
19 NOV 2009
21 NOV 2009
22 NOV 2009
23 NOV 2009
24 NOV 2009
25 NOV 2009
26 NOV 2009
822
Mattino: In Seminario: Consiglio Presbiterale Diocesano.
Pomeriggio: A Roccalumera: Incontro con i sacerdoti
del Vicariato di Roccalumera.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: A Condrò: S. Messa nella Parrocchia “S.
Maria del Tindari” con Rito di Dedicazione della Chiesa
e dell’Altare.
Mattino: Udienze.
In Arcivescovado: Riunione con la Commissione
dell’ 8‰.
Pomeriggio: Udienza.
A Messina: Incontro con i sacerdoti del Vicariato di
Galati.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: In Arcivescovado: Incontro con i responsabili delle Aggregazioni Laicali.
Fuori Sede.
Fuori Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
27 NOV 2009
Fuori Sede.
29 NOV 2009
Fuori Sede.
28 NOV 2009
30 NOV 2009
A Riesi: Celebrazione delle esequie della mamma
dell’Arcivescovo, Sig.ra Giuseppina De Bilio vedova
La Piana.
Mattino: Udienza.
Pomeriggio: A Messina: Solenne Prolusione per l’inizio
del nuovo anno accademico dell’ISSUR e dell’ISSR,
all’’Istituto Ignatianum.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
823
DICEMBRE 2009
1 DIC 2009
2 DIC 2009
3 DIC 2009
4 DIC 2009
5 DIC 2009
6 DIC 2009
824
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Seminario: Incontro con i seminaristi,
S. Messa e cena.
Mattino: A Messina: S. Messa commemorativa per i
caduti in guerra, presso il Sacrario di Cristo Re.
A Messina: S. Messa al Gran Camposanto in commemorazione dei fedeli defunti. In Arcivescovado: Udienze.
Pomeriggio: Udienza.
A Barcellona P. G.: S. Messa nella Parrocchia “SS. Andrea e Vito” e benedizione nuova statua di S. Vito.
Mattino: A Taormina: Ritiro Spirituale col Clero della
Zona Jonica.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Chiesa del
Ringo, in occasione della riapertura dopo i lavori di
restauro.
Mattino: In Cattedrale: S. Messa con la Marina Militare
ed i Vigili del Fuoco in onore della Patrona, S. Barbara.
Pomeriggio: In Seminario: S. Messa nella Cappella
Maggiore e Ammissione tra i candidati all’Ordine Sacro
di alcuni seminaristi.
Mattino: A Messina: Conferenza Stampa di presentazione della manifestazione “Fede Arte e Musica – Natale
2009” presso la Cappella di S. Maria all’Arcivescovado.
Pomeriggio: In Seminario: Saluto all’incontro promosso
dall’Ufficio Diocesano della Pastorale della Famiglia,
dal tema: “La Famiglia sulle strade dell’uomo”.
Mattino:
Pomeriggio:
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
7 DIC 2009
8 DIC 2009
9 DIC 2009
10 DIC 2009
11 DIC 2009
12 DIC 2009
13 DIC 2009
Mattino:
Pomeriggio:
Mattino: A Messina: S. Messa nella Chiesa di S. Francesco all’Immacolata in onore della Patrona.
A Messina: Omaggio Floreale alla Statua dell’Immacolata, in Piazza Immacolata di Marmo.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Chiesa
dell’Istituto “Don Bosco” delle Suore Figlie di Maria
Ausiliatrice.
Mattino: A Lipari: Ritiro Spirituale col Clero delle Isole
Eolie.
Pomeriggio: Rientro in Sede.
Mattino: In Seminario: Ritiro Spirituale col Clero della
Città e dei Villaggi.
Pomeriggio: A Messina: Inaugurazione della Libreria
delle Suore Paoline nella rinnovata Sede di Via Garibaldi.
Mattino: Udienze.
A Messina: Presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2009, curato dall’Ufficio Diocesano Migrantes, presso l’Auditorium Mons. Fasola.
Pomeriggio: A Messina: Incontro coi Sacerdoti del Vicariato di Faro, presso la Parrocchia “S. Maria dei Bianchi” in Curcuraci.
Mattino: A S. Lucia del Mela: S. Messa nella Parrocchia – Concattedrale “S. Maria Assunta” per la festa di
S. Lucia.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: A S. Salvatore (Roccavaldina): S. Messa nella
Parrocchia “S. Maria di Loreto e S. Giuseppe” e incontro con la Comunità.
Pomeriggio: In Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
825
14 DIC 2009
15 DIC 2009
16 DIC 2009
17 DIC 2009
18 DIC 2009
19 DIC 2009
826
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: In Seminario: Consiglio Pastorale Diocesano.
Mattino: Udienza.
A Messina: Incontro coi sacerdoti del Vicariato di Messina Centro nella Basilica di S. Antonio da Padova.
Pomeriggio: In Cattedrale: S. Messa in suffragio della
Sig.ra Giuseppina De Bilio, mamma dell’Arcivescovo.
Mattino: A Messina: S. Messa di Natale con la Guardia
di Finanza nella Parrocchia “S. Caterina V. e M.” e, a seguire, scambio di auguri nella sede del Comando Provinciale della Guardia di Finanza. In Arcivescovado:
Udienze.
Pomeriggio: A Messina: Natale Universitario organizzato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Universitaria,
nell’atrio della Stazione Ferroviaria.
Mattino: A Barcellona P. G.: Ritiro Spirituale col Clero
della Zona Tirrenica.
Pomeriggio: A Messina: Visita ai detenuti della Casa
Circondariale di Gazzi, in prossimità del S. Natale.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa nella Concattedrale
del SS. Salvatore per il 150° anniversario di fondazione
della Congregazione Salesiana.
In Serata: Intervento alla trasmissione “Liberi e Forti”
dell’Emittente TCF, con la presenza dei Parroci delle
zone alluvionate.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: In Cattedrale : S. Messa e Ordinazione
Diaconale di: frà Rosario Giardina OFM, frà Giuseppe
Di Miceli OFM, frà Daniele Cugnata OFM, frà Giuseppe
Burrascano OFM e frà Tindaro Faranda OFM.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
20 DIC 2009
21 DIC 2009
22 DIC 2009
23 DIC 2009
24 DIC 2009
25 DIC 2009
26 DIC 2009
Mattino: In Seminario: Festa delle Famiglie.
Pomeriggio: Incontro con la Comunità Cingalese in occasione della festa della comunità di fine anno.
Mattino: In Sede.
Pomeriggio: A Messina: S. Messa di Natale con i
Cavalieri e le Dame dell’Ordine Equestre S. Sepolcro di
Gerusalemme, nella Parrocchia – Santuario “S. Maria
del Carmine”.
Mattino: In Arcivescovado: Incontro con i giornalisti
per il Messaggio di Natale alla Città. Scambio degli auguri natalizi con il Personale della Curia Arcivescovile
presso la Cappella di S. Maria all’Arcivescovado.
Pomeriggio: A Messina: Incontro dell’Arcivescovo con
i pubblici amministratori e le forze sociali – Riflessione
in preparazione al S. Natale, promosso dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro presso l’Auditorium Mons. Francesco Fasola.
Mattino: A Milazzo: S. Messa di Natale all’Ospedale
Generale “Giuseppe Fogliani” e visita ad alcuni Reparti.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: In Arcivescovado: Tradizionali Auguri di
Natale all’Arcivescovo dalle Associazioni laicali e dai
fedeli.
In Serata: A Messina: S. Messa nella Notte di Natale
nella Parrocchia “S. Nicolò di Bari” in Giampilieri Sup.
Mattino: In Cattedrale: Solenne Pontificale nel Giorno
di Natale.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: A Serro (Villafranca Tirrena): Esequie di Don
Antonino Bicchieri nella Parrocchia “S. Maria della
Candelora”.
ANNO NOVANTOTTESIMO
DIARIO PASTORALE DELL’ARCIVESCOVO
827
27 DIC 2009
28 DIC 2009
29 DIC 2009
30 DIC 2009
31 DIC 2009
828
Pomeriggio: In Seminario: S. Messa in occasione dell’annuale incontro dei Diaconi Permanenti.
Mattino: A Barcellona P. G.: S. Messa nella Parrocchia”S. Maria Assunta” e Ordinazione Diaconale di Domenico Mirabile.
Pomeriggio: In Sede.
Mattino: A Catania: Arrivo all’aeroporto Fontanarossa
di Sua Eminenza Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo
di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. A seguire: Visita con Sua Eminenza Card. Angelo
Bagnasco ai luoghi e alle comunità colpite dal nubifragio dello scorso mese di ottobre (Scaletta Zanclea e
Giampilieri Superiore).
Pomeriggio: In Cattedrale: S. Messa Pontificale a conclusione dell’Anno Centenario del Terremoto del 1908.
A seguire, partecipazione alla prima parte del Concerto
commemorativo. Partenza di Sua Eminenza, Card. Angelo Bagnasco dall’aeroporto Fontanarossa di Catania
per Genova.
Mattino: A Messina: Convegno Diocesano della Caritas
dal tema: “ Ero carcerato e siete venuti a trovarmi”
presso l’Auditorium Mons. Francesco Fasola.
Pomeriggio: Udienza.
Mattino: Udienze.
Pomeriggio: Fuori Sede.
Fuori Sede.
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
R A S SE G NA
STAMPA
«Gazzetta del Sud»
Sabato 3 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
831
«Gazzetta del Sud»
Sabato 3 ottobre 2009
«La Stampa»
Sabato 3 ottobre 2009
832
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Domenica 4 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
833
«Gazzetta del Sud»
Lunedi 5 ottobre 2009
834
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Lunedi 5 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
835
«Avvenire»
Martedi 6 ottobre 2009
836
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«La Gazzetta del Sud»
Venerdi 9 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
837
«La Gazzetta del Sud»
Venerdi 9 ottobre 2009
838
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
839
«La Sicilia»
Domenica 11 ottobre 2009
840
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Giornale di Sicilia»
Domenica 11 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
841
«La Repubblica»
Domenica 11 ottobre 2009
842
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Il Messagero»
Domenica 11 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
843
«Avvenire»
Domenica 11 ottobre 2009
844
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Giornale di Sicilia»
Sabato 11 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
845
846
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
847
«Gazzetta del Sud»
Martedi 13 ottobre 2009
«Gazzetta del Sud»
Mercoledi 14 ottobre 2009
848
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Giovedi 22 ottobre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
849
«Gazzetta del Sud»
Domenica 1 novembre 2009
850
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Martedi 3 novembre 2009
«Gazzetta del Sud»
Lunedi 7 dicembre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
851
«Gazzetta del Sud»
Sabato 12 dicembre 2009
852
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Mercoledi 23 dicembre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
853
«Gazzetta del Sud»
Lunedi 28 dicembre 2009
«Gazzetta del Sud»
Lunedi 28 dicembre 2009
854
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«Gazzetta del Sud»
Martedi 29 dicembre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
855
«Gazzetta del Sud»
Martedi 29 dicembre 2009
856
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«La Sicilia»
Martedi 29 dicembre 2009
«La Repubblica»
Martedi 29 dicembre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
857
«La Gazzetta del Sud»
Mercoledi 30 dicembre 2009
«La Gazzetta del Sud»
Giovedi 31 dicembre 2009
858
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
«La Gazzetta del Sud»
Giovedi 31 dicembre 2009
ANNO NOVANTOTTESIMO
RASSEGNA STAMPA
859
«La Gazzetta del Sud»
860
ANNO NOVANTOTTESIMO
BOLLETTINO ECCLESIASTICO MESSINESE
INDICE GENERALE
ANNO 2009
ANNO XCVIII - GENNAIO - DICEMBRE 2009
SANTA SEDE
Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la celebrazione
della Giornata Mondiale della Pace . . . . . . . . . . . . p.
Messaggio di Sua Santità Benedetto XVI per la Giornata Mondiale
del migrante e del rifugiato.. . . . . . . . . . . . . .
»
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 43a Giornata Mondiale
delle Comunicazioni Sociali. . . . . . . . . . . . . . . »
Omelia del Santo Padre Benedetto XVI per la Festa della Presentazione
al Tempio del Signore - XIII Giornata della Vita Consacrata. . . . »
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Giornata Mondiale
del malato. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la Quaresima . . . . »
Lettera di Sua Santità Benedetto XVI ai Vescovi della Chiesa Cattolica
riguardo alla remissione della scomunica dei quattro Vescovi consacrati
dall’Arcivescovo Lefebvre . . . . . . . . . . . . . . . »
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI
per la XXIV Giornata Mondiale della Gioventù . . . . . . p.
11
20
24
28
31
34
38
247
Omelia del Santo Padre Benedetto XVI nella Santa Messa Crismale.
. »
per la XLVI Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni . .
PELLEGRINAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA
»
263
. »
267
Omelia del Santo Padre Benedetto XVI nella celebrazione dei Vespri
nella Basilica superiore dell’Annunciazione a Nazareth .. . .
. »
271
Lettera del Santo Padre Benedetto XVI
per l’indizione dell’Anno Sacerdotale .
. »
Messaggio Urbi et Orbi del Santo Padre Benedetto XVI per la Pasqua . »
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI
in occasione della visita al Mausoleo di Yad Vashem .
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI
in occasione della visita di cortesia al Gran Mufti .
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI
in occasione della visita al Santo Sepolcro
ANNO SACERDOTALE
PENITENZIERIA APOSTOLICA
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Decreto per accogliere le indulgenze durante l’Anno Sacerdotale.
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
.
. »
»
. »
253
260
269
273
277
288
80 3
Lettera Apostolica “Motu Proprio” Ecclesiæ unitatem
del Sommo Pontefice Benedetto XVI
a proposito della Commissione Ecclesia Dei . .
.
.
.
.
p.
517
VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI NELLA REPUBBICA CECA
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI nella Celebrazione
dei Vespri con sacerdoti, religiosi, religiose,
seminaristi e movimenti laicali . . . . . . . . . .
» 520
Discorso del Santo Padre Benedetto XVI
in occasione dell’incontro con il mondo accademico . . . .
» 523
Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI ai giovani. . . . .
» 527
ANNO SACERDOTALE
Videomessaggio del Santo Padre Benedetto XVI ai partecipanti
al ritiro sacerdotale internazionale ad Ars . .
. . . .
» 529
MESSAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI PER LA GIORNATA MISSIONARIA
MONDIALE 2009
del Sommo Pontefice Benedetto XVI
“Le nazioni cammineranno alla sua luce” . . . . . .
p. 661
COSTITUZIONE APOSTOLICA
ANGLICANORUM COETIBUS del Sommo Pontefice Benedetto XVI
Circa l’istituzione di ordinariati personali per anglicani
che entrano nella piena comunione con la chiesa cattolica. . .
SEGRETERIA DI STATO
Dichiarazione per la tutela della figura del Papa . . . .
CEI
COMMISSIONE EPISCOPALE PER IL CLERO E LA VITA CONSACRATA
Messaggio per la XIII Giornata Nazionale della vita consacrata
CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
Messaggio per la XXXI Giornata Nazionale per la Vita. . . .
CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE (assemblea 26-28 gennaio)
Comunicato Finale. . . . . . . . . . . . . . . .
CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE (assemblea 23-26 marzo)
Comunicato Finale. . . . . . . . . . . . . . . .
59A ASSEMBLEA GENERALE (Roma, 25-29 Maggio)
Comunicato Finale . . . . . . . . . . . .
COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE,
L’ANNUNCIO E LA CATECHESI
Nota sulla “Lettera ai cercatori di Dio” . . . . . . .
80 4
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
»
»
. . »
. .
. .
.
.
665
. .
»
»
. p.
.
671
»
47
50
52
57
293
» 301
CONSIGLIO PERMANENTE (Roma, 21-24 settembre 2009)
Comunicato Finale . . . . . . . . . . . .
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
(08/10/2009 - Nubifragio di Messina)
La Presidenza della CEI stanzia un milione di euro. . .
Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale
Italiana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento
della Religione Cattolica nell’anno 2010-2011. . . .
60A Assemblea Generale (Assisi, 9-12 novembre 2009)
Comunicato Finale . . .
.
.
»
535
.
.
»
675
.
.
»
676
»
678
CESi
SESSIONE AUTUNNALE
Comunicato Finale (Palermo, 16-18 febbraio) . . . . . . . . . » 65
SESSIONE PRIMAVERILE
Comunicato Finale (Palermo, 21-22 aprile) . . . . . . . . »
305
ATTI ARCIVESCOVILI
Telegramma di augurio dell’Arcivescovo per il XXV di Episcopato
di S. E. Mons. Paolo Romeo, Arcivescovo Metropolita di Palermo
e Presidente della CESi . . . . . . . . . . . . . . . . »
Omelia dell’Arcivescovo per l’Ordinazione Diaconale dei Seminaristi
Danilo Amato, Agostino Giacalone e Francesco La Camera. . . . »
Lettera di gratitudine dell’Arcivescovo al Santo Padre
Benedetto XVI per le parole rivolte ai Messinesi
nell’anniversario del terremoto del 1908. . . . . . . . . . . »
Telegramma di augurio dell’Arcivescovo per l’elezione
di S. E. Mons. Antonio Staglianò a Vescovo di Noto . . . . . . »
Telegramma di augurio dell’Arcivescovo per l’elezione
di S. E. Mons. Salvatore Muratore a Vescovo di Nicosia
. . . . »
Intervento dell’Arcivescovo al XV Premio Internazionale Bonino-Pulejo »
Messaggio dell’Arcivescovo per la XIII Giornata Mondiale
della Vita Consacrata . . . . . . . . . . . . . . . . . »
Omelia dell’Arcivescovo per la festa della Presentazione di Gesù al Tempio
- XIII Giornata della vita consacrata. . . . . . . . . . . . »
Omelia dell’Arcivescovo per il Mercoledì delle Ceneri. . . . . . . »
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
71
72
76
77
78
79
82
86
90
80 5
Lettera invito dell’Arcivescovo alle Autorità Civili e Militari alla Celebrazione
Eucaristica delle Interforze in preparazione alla Pasqua . . . . . »
93
Delega dell’Arcivescovo dei Rappresentanti per il FEC. . . . . . . » 94
Decreto dell’Arcivescovo per la chiusura dell’Inchiesta Diocesana
sulla vita, sulle virtù eroiche, sulla fama di santità e di segni
della Serva di Dio Sr. Maria Alfonsa di Gesù Bambino . . . . . » 95
Intervento dell’Arcivescovo nella sessione di chiusura
dell’Inchiesta Diocesana sulla SdD Sr Maria Alfonsa di Gesù Bambino.
» 96
Decreto di nomina del Portitore . . . . . . . . . . . . . . » 99
Verbale di Dedicazione della Chiesa e dell’Altare di S. M.
delle Grazie in Terme Vigliatore. . . . . . . . . . . . . . » 100
Decreto di Incardinazione nell’Arcidiocesi di Don Roberto Currò . .
» 101
Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana per XLVI Giornata
di preghiera per le Vocazioni . . . . . . . . . . . . . . » 102
Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana
per la Giornata del Seminario . . . . . . . . . . . . . . » 104
Lettera dell’Arcivescovo alla Comunità Diocesana
per il Convegno Diocesano dei Ministranti . . . . . . . . . » 105
Lettera dell’Arcivescovo alla Superiora Generale dell’Istituto
delle Suore del Bell’Amore con cui si autorizza l’erezione
della Comunità Religiosa nell’Arcidiocesi. . . . . . . . . . » 106
Messaggio dell’Arcivescovo al Comandante della Polizia Municipale
nella ricorrenza del 161° anniversario di fondazione del Corpo. .
» 107
Messaggio dell’Arcivescovo alla Chiesa e alla Città per la Pasqua . . »
309
Telegramma di solidarietà all’Arcivescovo de L’Aquila per il terremoto .»
Lettera dell’Arcivescovo ai sacerdoti
per richiamare alcuni appuntamenti diocesani. .
.
.
Omelia dell’Arcivescovo nella Santa Messa del Crisma. .
Lettera dell’Arcivescovo alla’Arcidiocesi per comunicare
le celebrazioni di chiusura dell’Anno Paolino. . . .
.
.
.
.
.
.
.
.
.
»
312
. »
320
. »
Verbale di Dedicazione della Chiesa dei “Santi Apostoli Pietro e Paolo”
nella Parrocchia dei “Santi Nicola e Pietro Apostolo” in Saponara. . »
Lettera dell’Arcivescovo ai Parroci in merito
alla pubblicazione della favola sulla Manta d’oro
della Madonna della Lettera . . . . . . .
.
.
Lettera dell’Arcivescovo ai Parroci e alla Comunità Religiosa
delle Suore Cappuccine di Roccalumera in merito
alla processione di S. Antonio di Padova . . . . .
Lettera all’Arcivescovo all’Arcidiocesi per comunicare
le principali celebrazioni in giugno . . . . . .
80 6
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
.
311
315
322
.
.
. »
323
.
.
. »
324
.
.
. »
326
Omelia dell’Arcivescovo nella Basilica Cattedrale ai Primi Vespri
della Solennità della Madonna della Lettera . . . . . .
. p.
Omelia dell’Arcivescovo per la Peregrinatio
della Madonna della Lettera nella Comunità della Vallata di Camaro »
328
331
Omelia dell’Arcivescovo per la Solennità della Madonna della Lettera. .»
Verbale di Dedicazione della Chiesa Parrocchiale
di “San Nicolò all’Arcivescovado” in Messina. . . . . . . .»
333
Omelia dell’Arcivescovo per la Solennità del Corpo e Sangue di Cristo. »
340
Decreto Arcivescovile di seperazione delle Parrocchie di Archi
ed Olivarella in S. Filippo del Mela . . . . . . . .
Omelia dell’Arcivescovo per la Messa di Ordinazione
dell’Accolito Giuseppe Di Stefano . . . . .
.
.
.
.
»
.
. »
Omelia dell’Arcivescovo per la Chiusura dell’Anno Paolino . . .
Decreto di Incardinazione del Sac. Vincenzo Otera . . . . .
Verbale di Dedicazione della Chiesa “S. Maria Maggiore”
in Gala di Barcellona Pozzo di Gotto . . . . . . . .
Decreto dell’Arcivescovo di accoglienza nell’Arcidiocesi
dell’Associazione “I Ricostruttori nella preghiera”
e autorizzazione ad erigere la comunità religiosa. . . . . .
Verbale di Dedicazione dell’Altare di “S. Lorenzo” in Malfa - Salina
Messaggio dell’Arcivescovo sul significato religioso della Vara . .
Omelia dell’Arcivescovo nella Solennità dell’Assunzione
della Beata Vergine Maria in Cielo.
. . . . . . . .
Discorso pronunciato dall’Arcivescovo al termine
della Processione cittadina della Vara. . . . . . . . . .
Telegramma di augurio dell’Arcivescovo per l’elezione
di S. E. Mons. Vincenzo Manzella a Vescovo di Cefalù . . .
Lettera dell’Arcivescovo all’Em.mo Cardinale Penitenziere Maggiore
di richiesta dell’Indulgenza per l’Anno Vincenziano. . . . .
Verbale di Dedicazione della Chiesa e dell’Altare
della Chiesa di “S. Giuseppe” nella parrocchia
di “S. Maria Assunta e S. Giuseppe” in Nizza di Sicilia . . . .
Lettera dell’Arcivescovo all’Em.mo Cardinale Penitenziere Maggiore
di richiesta per il rinnovo della concessione
dell’Indulgenza al Santuario Parrocchia S. Maria Consolata
(Don Orione) in Messina . . . . . . . . . . . .
LETTERA PASTORALE
“Vedendolo... gli disse... alzati” . . . . .
Presentazione lettera
Anno Pastorale 2009-2010 . . . . . . . .
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
. »
»
»
»
»
»
.
»
337
338
344
347
543
544
545
546
547
548
» 552
.
» 554
.
» 556
.
» 557
.
» 555
»
»
687
738
80 7
Messaggio dell’Arcivescovo ai Parroci e ai Fedeli
delle zone colpite dal tragico nubrifagio. . . . . .
»
FUNERALI SOLENNI PER LE VITTIME DELL’ALLUVIONE (10 OTTOBRE 2009)
Omelia dell’Arcivescovo S. E. Mons. Calogero La Piana
»
LE ESEGUIE DEI FRATELLINI FRANCESCO E LORENZO LONIA (16 OTTOBRE 2009)
Omelia dell’Arcivescovo S. E. Mons. Calogero La Piana
»
MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO ALLA COMUNITÀ ECCLESIALE E CIVILE
Natale 2009
»
Messaggio Arcivescovo
“Se guardo il cielo, la luna e le stelle” . . . . . . . .
»
ATTI DELLA CURIA
NOMINE
Commissione Diocesana per la Formazione permanente del Clero.
- Parroco . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
- Amministratore Parrocchiale . . . . . . . . . . .
- Consulente Spirituale dell’OARI . . . . . . . . . .
- Vicario Parrocchiale . . . . . . . . . . . . . . .
Sacre Ordinazioni
- Diaconato . . .
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NOMINE
- Parroco .
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- Amministratore Parrocchiale .
- Vicario Parrocchiale.
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- Gruppo di lavoro per gli interventi della Casa “S. Maria del Riposo”
in Barcellona. .
. . . . . . . . . . . . . »
- Designazione membro del Consiglio di Amministrazione I.P.A.B.
Opera Pia “Casa Pia” di Messina.
. . . . . . .
Sacre Ordinazioni
- Diaconato . . . . . . . . . . . . . . .
Ministeri Istituiti
- Lettorato
- Accolitato. . . . . . . . . . . . . . . .
Ammissione tra i candidati all’Ordine Sacro . . . . . . .
NOMINE
- Vicari Foranei. .
80 8
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BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
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747
749
755
759
762
111
111
112
113
113
114
353
353
353
353
. »
354
. »
. »
355
355
. »
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354
» 561
- Parroci . . . . . . . . . . . .
- Vice Rettore del Seminario Arcivescovile. . .
- Direttore Spirituale del Seminario Arcivescovile.
- Vicari Parrocchiali. . . . . . . . . .
- Cappellani Ospedale . . . . . . . .
NOMINE
- Canonico. . . . . .
- Canonico Onorario.. . .
- Parroci. . . . . . .
- Amministratore Parrocchiale
- Rettore . . . . . .
- Vicario Parrocchiale . .
- Aiuto Pastorale . . . .
SACRE ORDINAZIONI
- Presbiterato .
- Diaconato .
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» 770
» 770
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PRESBITERIO
561
563
563
563
563
» 765
765
» 765
» 767
» 767
» 768
» 770
Lettera dell’Arcivescovo di convocazione
ai Membri del Consiglio Presbiterale . . . . . . . . . . . »
Decreto per il rinnovo del Consiglio Presbiterale
ed elenco dei nuovi membri
. . . . . . . . . . . P
359
Lettera dell’Arcivescovo di convocazione
ai Membri del Consiglio Presbiterale .
362
Membri del Consiglio Presbiterale:
modifiche secondo l’art. 7 del Regolamento
.
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Giornata di Santificazione Sacerdotale.
Intervento si S. E. Mons. Giuseppe Costanzo . . .
Lettera dell’Arcivescovo di convocazione
ai Membri del Consiglio Presbiterale . . . . .
Lettera dell’Arcivescovo ai Sacerdoti e ai Diaconi
per l’apertura dell’Anno Sacerdotale nell’Arcidiocesi
e per l’Assemblea del Clero . . . . . . . .
SUSSIDIO PER I RITIRI SPIRITUALI DEL CLERO
Prefazione dell’Arcivescovo . . . . . . .
Presentazione Commissione. . . . . . . .
CONVOCAZIONE DEL COLLEGIO DEI CONSULTORI
Presentazione Commissione. . . . . . . .
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117
361
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» 567
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» 568
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BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
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363
» 773
» 774
» 775
80 9
VITA DIOCESANA
Comunicato stampa per la Giornata Mondiale delle Migrazioni. . . »
CARITAS DIOCESANA
Quaresima di Carità 2009 . . . . . . . . . . . . . . . »
UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE FAMILIARE
La Famiglia soggetto di pastorale e le comunità familiari
di evangelizzazione. . . . . . . . . . . . . . . . . »
Festa di S. Francesco di Sales Patrono dei Giornalisti . . . . . . . »
ANNO PAOLINO
Catechesi bibliche durante la Quaresima in Cattedrale. . . . . . »
AZIONE CATTOLICA
140 anni e non li dimostra . . . . . . . . . . . . . . . »
Incontro Diocesano dei Gruppi di Preghiera di P. Pio . . . . . . . »
Presentazione del Volume sulla Basilica Cattedrale di F. Malaspina . . »
Comunicato stampa per l’inizio della Settimana Santa.
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Comunicato invito ai giornalisti e operatori televisivi
per il Messaggio di Pasqua dell’Arcivescovo . .
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Comunicato stampa per la testimonianza dell’attrice Claudia Koll. .
Comunicato stampa con le celebrazioni della Settimana Santa. .
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. »
Comunicato stampa per la celebrazione della S. Messa del Crisma .
. »
Comunicato stampa per la Solennità della Madonna della Lettera
. »
Comunicato stampa per la visita dell’immagine della Madonna della Lettera
alle parrocchie della Vallata di Camaro . . . . . . . . . »
Comunicato stampa per la Solennità del Corpus Domini .
.
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UFFICIO LITURGICO DIOCESANO
Convegno diocesano dei Ministri straordinari della Comunione .
UFFICIO AMMINISTRATIVO DIOCESANO
Circolare esplicativa per la richiesta ed assegnazione dell’8‰
UFFICIO DIOCESANO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
Lettera per la Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali
UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA
Seminario di formazione per le famiglie . . . . .
UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DEI GIOVANI
.
Via Lucis con i giovani delle comunità della Zona Ionica .
Comunicato stampa per la Veglia di Pentecoste . . .
81 0
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
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12
123
125
128
135
137
139
373
374
375
379
380
381
382
383
384
385
387
390
392
394
Celebrazione della Pentecoste e chiusura dell’Agorà dei Giovani
. »
395
Convegno nazionale dell’Apostolato del Mare (Genova, 1-4 aprile)
Testimoni della fede nel mondo marittimo . . . . . . . . »
Intervento di Mons. Calogero La Piana, Vescovo incaricato . . . »
397
399
SEMINARIO ARCIVESCOVILE
Convegno diocesano dei Ministranti
UFFICIO DIOCESANO MIGRANTES
.
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. »
UFFICIO DIOCESANO MIGRANTES E CARITAS DIOCESANA
396
Comunicato stampa: Zingari e Città. Diritti, solidarietà, accoglienza .»
Tre incontri di studio . . . . . . . . . . . . . . »
Le date degli incontri di formazione . . . . . . . . . »
ANNO EUSTOCHIANO
Conclusione dell’Anno Eustochiano . . .
Comunicato Stampa per le celebrazioni in onore
della Beata Vergine Maria Assunta in cielo. .
Offerta del cero votivo a S. Eustochia (da “La Scintilla”)
Pellegrinaggio Diocesano in Turchia (da “La Scintilla”).
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CARITAS DIOCESANA
Attività e iniziative pastorali.
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UFFICIO DIOCESANO MIGRANTES
L’Arcivescovo incontra la Comunità Filippina “S. Lorenzo Ruiz”
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UFFICIO DIOCESANO BENI CULTURALI ECCLESIALISTICI
E ARCHIVIO STORICO DIOCESANO
Attività svolte da luglio a settembre. . . . .
Orari di apertura dell’Ufficio Diocesano . . .
COMMISSIONE PER L’ESAME, LA VALUTAZIONE E L’APPROVAZIONE
.
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SERVIZIO PROMOZIONE SOSTEGNO ECONOMICO ALLA CHIESA
Lettera dell’incaricato diocesano
per organizzare la rete diocesana per il Sovvenire . . .
Lettera di sollecito. . . . . . . . . . . .
Invito al 1° Convegno Diocesano Sovvenire . . . .
AZIONE CATTOLICA DIOCESANA
Apertura dell’anno associativo 2009-2010 .
COMUNICATO STAMPA
L’Arcivescovo visita le comunità colpite. .
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407
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» 595
» 596
» 598
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603
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604
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» 608
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» 615
» 617
» 618
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» 779
DI PROGETTI IN MATERIA DI LITURGIA, ARTE SACRA E BENI CULTURALI
Verbale della riunione del 20 luglio .
.
402
404
406
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BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
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» 601
» 620
81 1
Apertura dell’Anno Sacerdotale nell’Arcidiocesi. . . . . . . »
La Solidarietà dell’Arcivescovo e della Chiesa Diocesana
alle famiglie vittime del nubifragio . . . . . . . . . . »
L’Arcivescovo presenta la nuova lettera pastorale
sulla centralità dell’uomo . . . . . . . . . . . . »
L’Arcivescovo presiederà i solenni funerali in Cattedrale . . . . »
All’attenzione dei signori giornalisti e operatori televisivi
messaggio di Natale dell’Arcivescovo . . . . . . . . . »
Chiusura centenario del terremoto del 1908
visita dell’Em.Mo Card. Angelo Bagnasco. . . . . . . . »
MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER LA CANONIZZAZIONE DI JANNE JUGAN
25 Ottobre 2009 nel Duomo di Messina . . . . . . . . . »
PEREGRINATIO DELLA MADONNA DELLA LETTERA
della Vallata di Camaro . . . . . . . . . . . . . »
UFFICIO DIOCESANO PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
Ai membri della commissione ai responsabili dei gruppi
e dei movimenti ecclesiastici. . . . . . . . . . . . »
COMUNICATO STAMPA UFFICIO DIOCESANO PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO
Sui tragici eventi del nubifragio nel messinese. . . . . . . »
Ai membri della commissione ai Responsabili dei Gruppi
e dei Movimenti ecclesiali. . . . . . . . . . . . . »
Nota dell’ufficio un mese dopo l’alluvione
a fianco dei lavoratori e delle loro famiglie. . . . . . . . »
UFFICIO DIOCESANO MIGRANTES
Mons. La Piana incontra la comunità Filippina “S. Lorenzo Ruiz”. . »
FEDE ARTE MUSICA NATALE 2009
Natale 2009 ed altri eventi . . . . . . . . . . . . »
Eventi culturali “Natale 2009” . . . . . . . . . . . »
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
APERTURA DELL’ANNO ASSOCIATIVO . . . . . . . . . . . »
810
ANNO CENTENARIO DEL TERREMOTO DEL 1908
Riflessione sul 28 dicembre dall’omaggio di pietà alla memoria
delle vittime, la speranza per il domani . . . . . . . . . . . »
Nel grato ricordo di P. Annibale Maria e Don Orione . . . . . . »
145
413
81 2
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
786
787
788
789
791
792
793
795
797
799
800
801
803
805
807
MESSINA PER MARIA
Il restauro della Manta d’oro della Madonna della Lettera
L’anima del progetto di restauro . . . . . . . . . . . .
Notizie storico-artistiche della Manta. . . . . . . . . . .
Comunicato Stampa: apertura del cantiere di restauro . . . . .
Comunicato Stampa: tre giorni di esposizione della Manta
nel Museo del Duomo . . . . . . . . . . . . . . . .
Comunicato Stampa: “La miracolosa storia della Manta”.
La favola sulla Manta
. . . . . . . . . . . . . . .
Comunicato Stampa: esposizione della lamina in rame della Manta
Dal 18 febbraio al 3 giugno Uniti per Maria . . . . . .
Note del restauratore. .
. . . . . . . . . .
Comunicato stampa sull’esposizione di documenti inediti
sulle fasi di esecuzione del lavoro della manta . . . . .
Comunicazione alle scuole cattoliche dell’iniziativa della favola
“La miracolosa storia della manta” . . . . . . . .
I membri della Commissione di lavoro
. . . . . . .
Comunicato-Invio ai giornalisti per la conferenza di stampa
di conclusione lavori
. . . . . . . . . . .
ANNO PAOLINO
Incontri di formazione paolina in maggio . . . . . .
Incontro dei giovani preti. Come San Paolo cantori della Carità
Pellegrinaggi zonali di ringraziamento. . . . . . . .
Convegno Paolino. Il passaggio biblico di Paolo a Messina
Celebrazione a Briga Marina nell’antica chiesa di San Paolo .
Celebrazione della chiusura diocesana nella Basilica Cattedrale
Ricordo del cammino dell’Anno Paolino nell’Arcidiocesi .
.
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424
428
429
431
433
ANNO SACERDOTALE
Messaggio dell’Arcivescovo
per l’Apertura dell’Anno Sacerdotale nell’Arcidiocesi . . . . » 573
Apertura dell’Anno Sacerdotale nella Diocesi . . . . . . . . » 576
Comunitato Stampa per l’Apertura dell’anno Sacerdotale e Ordinazione
Presbiterale di quattro diaconi del Seminario Arcivescovile. . . . . » 578
Omelia dell’Arcivescovo per l’ordinazione Presbiterale
dei Diaconi Danilo Amato, Francesco Cucinotta,
Agostino Giacalone e Francesco La Camera . . . . . . . » 579
BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
81 3
Preghiera per l’Anno Sacerdotale. .
Galleria Fotografica . . . . .
Mese di Gennaio.
Mese di Febbraio
Mese di Marzo .
Mese di Aprile .
Mese di Maggio .
Mese di Giugno .
Mese di Luglio .
Mese di Agosto .
Mese di Settembre
Mese di Ottobre .
Mese di Novembre
Mese di Dicembre
.
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DIARIO PASTORALE
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NELLA PACE DEL SIGNORE
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» 165
. » 168
. » 171
. »
459
. »
462
. »
465
. » 625
. » 627
. » 630
. » 815
. » 820
. » 824
Don Giuseppe Ponzio . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Don Giuseppe Zanghì . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Don Leonardo Mazzullo . . . . . . . . . . . . . . . . .
RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
RASSEGNA STAMPA
81 4
.
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BOLLETTINO
ECCLESIASTICO
MESSINESE
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. . . .
» 584
» 585
» 177
» 178
» 179
. » 183
. »
469
. » 635
. » 829