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LA VIA FRANCIGENA DEL PIEMONTE
650
KM DI PERCORSO TRA ATTRATTIVE STORICHE, CULTURALI E SAPORI DI UN TEMPO,
ATTRAVERSANO IL PIEMONTE A DISPOSIZIONE DI TURISTI, PELLEGRINI E TREKKER. ON
LINE IL SITO DEDICATO WWW.TURISMOTORINO.ORG/VIAFRANCIGENA TRADOTTO IN PIÙ
LINGUE
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Milano, 16 aprile 2014
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Dichiarato nel 2004 dal Consiglio d’Europa “Grande Itinerario Culturale Europeo” al pari
del cammino di Compostela, la Via Francigena del Piemonte è un percorso di ben 650
km, 107 comuni coinvolti, 5 province toccate (Torino, Vercelli, Biella, Asti e
Alessandria) 4 parchi naturali interessati, 368 operatori aderenti. Questi sono i numeri
che testimoniano l’importanza della regione nei secoli quale terra di passaggio dalle
Alpi verso la Pianura Padana, con un ruolo di cerniera tra la Via Francigena che da
Canterbury portava a Roma attraverso il Colle del Gran San Bernardo in Valle d’Aosta e
il percorso che collegava Santiago di Compostela con la Francia e l’Italia attraverso i
Colli del Monginevro e del Moncenisio nella Valle di Susa; uno dei percorsi utilizzati dai
pellegrini era la Via Fulvia, antica via consolare romana, che da Torino portava verso il
mare, percorrendo le colline del Monferrato e attraversando la Provincia di Asti e i
borghi dell’Alessandrino.
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Il progetto di valorizzazione e promozione di questo inestimabile patrimonio storico e
culturale è stato affidato dalla Regione Piemonte all’ATL Turismo Torino e Provincia
nell’ambito del Progetto Interregionale sulla Via Francigena; iniziato nel 2010 con il
tratto della Via Francigena di Sigerico (attraverso il territorio Morenico-Canavesano,
tratto che entra in Piemonte dalla Valle d’Aosta), seguito dal tratto della Via Francigena
della Valle di Susa (che, con il tratto Monginevro/Arles, si collega con il cammino di
Santiago di Compostela) e del tratto Torino-Vercelli, si completa con il 4 tratto del
percorso da Torino alla Liguria, attraverso i territori di Asti e Alessandria.
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Lungo il percorso della Via Francigena i pellegrini di oggi e gli escursionisti ma anche i
semplici curiosi, possono intraprendere, passo dopo passo, un vero e proprio viaggio alla
scoperta dei sapori del territorio le ricette di un’antica cucina sapientemente
selezionate dai ricettari medioevali attraverso il Menu del Pellegrino; una vera e
propria avventura dell’anima e della tavola, dove cultura e acquolina vanno a braccetto
da assaporare nei 23 ristoranti aderenti al progetto.
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La riscoperta delle ricette che compongono il menu e la formazione dei locali che
devono garantire l’atmosfera evocando lo spirito del pellegrinaggio mediante dettagli
studiati ad hoc, sia all’esterno del locale sia internamente, oltre che attraverso
l’apparecchiatura della tavola, ha avuto la preziosa collaborazione e consulenza di
Barbara Ronchi della Rocca, giornalista ed esperta delle tradizioni enogastronomiche.
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Ed infine, ma non per importanza, per un’adeguata ed esaustiva comunicazione della Via
Francigena del Piemonte, Turismo Torino e Provincia ha creato un sito dedicato
WWW.TURISMOTORINO.ORG/VIAFRANCIGENA (tradotto in inglese, francese, spagnolo e tedesco)
nel quale sono stati inseriti i 4 itinerari e tutte le descrizioni, le tracce gps e gli indirizzi
utili. Ma non solo. E’ stato realizzato un TRAILER di pochi secondi e un VIDEO PROMOZIONALE
che presenta i vari tratti della Via Francigena, dalle colline dell’Anfiteatro Morenico del
Canavese alla Valle di Susa, passando per Torino e Vercelli sino al Monferrato, con le
rispettive caratteristiche ed eccellenze storiche, culturali ed enogastronomiche. Il video
è visibile sul sito www.turismotorino.org/viafrancigena e utilizzato durante le fiere ed
eventi promozionali.
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Turismo Torino e Provincia
Ufficio Stampa Silvia lanza - 349.8504589 - [email protected] - @silvia_lanza
Elena Bruson – Sviluppo Territoriale e Relazioni Esterne - 335.7426247 –
[email protected]
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MENU DEL PELLEGRINO
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Nel medioevo chi si metteva in viaggio per un lungo periodo, sia per penitenza e
salvezza spirituale, sia per diletto e a fini mercantili, si imbatteva in ospizi o luoghi
di sosta capaci di offrire ristoro come hostarie e conventi; luoghi che servivano da
assistenza ai pellegrini e ai viandanti anche dal punto di vista gastronomico offrendo
pietanze che hanno caratterizzato la cucina nel periodo medioevale. Un elemento
importante che impreziosisce il già inestimabile patrimonio storico, artistico e
culturale che caratterizza i quattro tratti della Via Francigena in Piemonte
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Il menu si compone di un “piatto del pellegrino” composto da due antipasti ed un
assaggio di primo, pane “della penitenza” e acqua con prezzi a partire da 10€.
Qualche esempio? “Bignette” verdi, frittatine di cipolle e risotto del Viandante
oppure tagliere di salumi, tomini freschi con miele e noci e zuppa "d'amon" con fave
o castagne da alternare alla zuppa "l'adrej" di cereali ed erbette di stagione o a
quella "mitunà" con brodo, pane duro e toma.
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“La cucina del Medio Evo – sottolinea Barbara Ronchi della Rocca – si rivela
sorprendentemente moderna e attuale, perché fondata su cardini che potrebbero
essere dettati dai nostri medici nutrizionisti: è legata alla stagionalità e al
territorio, rifiuta salse e grassi pesanti e, anche se non può contare sugli apporti
della flora e della fauna del Nuovo Mondo, vanta un patrimonio ricchissimo di
ricette “povere” che la rendono molto varia e gradevole. Infatti, i cuochi di allora
ben conoscevano, e sapevano sfruttare al meglio, i prodotti locali e stagionali: il
risultato erano piatti vari e saporiti, parsimoniosi ma non dimessi, in cui i sapori
antichi di erbe selvatiche e frutti spontanei - dai luvertin all’ortica, dalle spugnole
alle more, dalla rosa canina alla viola, preziosi in tempi di carestia e di malora – si
sposavano a quelli delle verdure dell’orto e delle carni della fattoria. Così, chi
percorre la via Francigena ad ogni tratto di strada, ad ogni curva, vede cambiare il
paesaggio, e ogni paese che incontra gli rivela delle sue peculiarità di dialetto, di
cucina, di arte, di modi di vivere. L’esperienza gastronomica è anche un tuffo nella
storia locale, perché tramite i piaceri del palato permette di comprendere il luogo,
la gente, la tradizione”.