POSTAZIONE 5: LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA Scheda

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POSTAZIONE 5: LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA Scheda
POSTAZIONE 5: LA PILA, ENERGIA ELETTRICA IN TASCA
Scheda
Esperimenti
ENERGY STICK, UN GIROTONDO...ELETTRICO!
COSA FARE
Due o più allievi (anche tutta la classe) si tengono per mano.
All’interno del cerchio si inserisce l’Energy stick (bisogna toccare
contemporaneamente le due strisce di metallo). Quando il cerchio
è chiuso l’Energy Stick si accende, mentre quando in un punto
due bambini si staccano il gioco non funziona più. Questo succede
anche quando si prova a toccare la testa o i vestiti del vicino. In
questi casi infatti la corrente non passa perché i capelli e i vestiti
non sono buoni conduttori.
COME FUNZIONA
L’Energy Stick è un simpatico gioco che ci permette di
sperimentare i circuiti elettrici. Al suo interno si trovano delle pile
e un circuito elettronico che sente quando i due anelli di metallo
sono a contatto entrambi con un conduttore elettrico. Quando si
chiude il circuito la corrente può passare e le lucine si accendono (è
come se accendiamo un interruttore!), quando invece il circuito è
aperto la corrente non può circolare e il gioco è spento. Da notare
che stiamo parlando di minime quantità di corrente, non c’è alcun
pericolo!
LA BICI, SIAMO NOI A PRODURRE CORRENTE!
COSA FARE
Salire in sella con un po’ di cautela e iniziare a pedalare. Lo
spinotto davanti a voi serve per scegliere quale lampadina si vuole
accendere. Lo scopo è quello di accendere la lampadina pedalando
e cercando di sentire la differenza di forza che ci vuole per
accendere l’una o l’altra lampadina. Una delle cinque lampadine è
un po’ speciale. Provate a scoprire qual è e cosa succede!
COME FUNZIONA
In questo caso produciamo noi stessi energia elettrica pedalando. Il
generatore che si trova dietro la bici è un dispositivo che produce
energia elettrica a partire dall’energia meccanica del nostro
movimento.
© CERDD, 2015
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Nella storia troviamo
Nel 1791 Luigi Galvani (1737 – 1798), fisico e anatomista italiano,
scoprì l’elettricità nei nervi delle rane che dissezionava. Pensava però
che l’elettricità si potesse trovare solo nei tessuti viventi e che fosse
di origine animale.
Tra il 1799 e il 1800 Alessandro Volta, scienziato italiano nato a Como
nel 1745, realizzò e perfezionò l’invenzione su cui stava lavorando da
tempo: la pila, un dispositivo che genera una corrente elettrica
costante. Questa invenzione geniale lo rese famoso in tutto il
mondo e aprì le porte allo studio della corrente elettrica. La pila di
Volta, antenata delle nostre attuali batterie, era costituita da una
colonna di dischi di zinco alternati a dischi di rame e degli strati
intermedi di cartone imbevuti di acqua salata. Collegando i due poli con
un conduttore elettrico si poteva realizzare un circuito in cui passava
corrente per tanto tempo.
Il nome di Alessandro Volta è legato per sempre a quello
dell’elettricità: il “volt” (V), l’unità di misura della tensione elettrica,
infatti si chiama così proprio in suo onore.
Il chimico e fisico inglese Michael Faraday nacque nel 1791. I suoi
genitori erano di umili origini e a stimolare la sua passione per la
scienza è stata soprattutto la lettura di libri. Iniziò la sua incredibile
carriera di scienziato come assistente di Humphry Davy un famoso
scienziato dell’epoca, .
Nel 1831, Michael Faraday e Joseph Henry notarono che un
conduttore, spostandosi all’interno di un campo magnetico, produceva
corrente elettrica, scoprendo perciò quella che viene chiamata
l’induzione elettromagnetica.
La prima dinamo basata sui principi di Faraday fu costruita nel 1860 in
Italia da Antonio Pacinotti.
In onore di Faraday, l’unità di misura della capacità elettrica prende il
nome di farad.
http://www.treccani.it/enciclopedia/michael-faraday_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/
Sulla linea del tempo
1799 Volta inventa la pila
1831 Faraday scopre l’induzione elettromagnetica
1860 Pacinotti costruisce la prima dinamo
© CERDD, 2015
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