La taglia anti-evasori

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La taglia anti-evasori
2 novembre 2012
LA REPUBBLICA
La taglia anti-evasori
di Alessandro De Nicola
Clint Eastwood, Harrison Ford, Steve McQueen, Robert Vaughne Robert De Niro: grandi attori che
hanno in comune un ruolo, quello del cacciatore di taglie. Emitico è soprattutto Clint in Per un
pugno di dollari. La professione, se così si può chiamare, fa parte della cultura americana che,
come è d' uopo, l' ha celebrata grazie ad Hollywood. E la nobile arte sembra dare così buoni
risultati che il Congresso Usa ha deciso di replicarne gli aspetti più rilevanti nella lotta all' evasione
fiscale. Il Tax Relief and Health Care Act del 2006, infatti, ha istituito un programma, chiamato
Whistleblower (che letteralmente significa "fischiettatore"), per premiare quanti, grazie alle loro
soffiate, consentono all' Internal Revenue Service, la temuta agenzia delle entrate di Oltreoceano,
di recuperare somme evase.
E il premio è niente male. Quando l' informatore contribuisce in modo sostanziale a recuperare
denaro,è premiato con un minimo del 15% del valore acquisito in via definitiva dal fisco,
comprensivo di interessie sanzioni. Il premio, sebbene non ci sia formalmente un tetto, può
arrivare fino al 30% della somma e le recenti cronache ci fanno capire come gli incentivi ad
informare il fisco siano veramente notevoli. Qualche giorno fa, difatti, l' Irs ha concesso a un
anonimo "fischiettatore" la bella somma di 38 milioni di dollari per aver aiutato gli ispettori
tributari a smascherare un complesso schema societario per evadere le tasse. L' annuncio è stato
dato dall' avvocato del collaboratore di giustizia il cui nome è rimasto anonimo. Anzi, non ci fosse
stata la dichiarazione dell' avvocato, la società, una grande corporation tra le prime 250 degli Usa,
non avrebbe nemmeno saputo dell' esistenza della talpa! Peraltro, il professionista appartiene ad
uno studio (Ferraro Law Firm) specializzato nel tax-whistleblowing, nel fare in modo cioè che al
confidente venga riconosciuto il premio dall' Irs: anche i togati dimostrano vero spirito
imprenditoriale in America!
Ancor più clamoroso l' episodio di inizio settembre, che ha coinvolto Bradley Birkenfield, ex
banchiere di Ubs, il quale, avendo scoperchiato una serie di pratiche irregolari della sua banca
(conti offshore segreti aperti da contribuenti americani e persino traffico di diamanti in tubetti di
dentifricio), si era beccato nel 2008 una condanna a 40 mesi di prigione. Ma, si potrebbe dire, ne è
valsa la pena, poiché il fisco statunitense gli ha riconosciuto la bella sommetta di 104 milioni di
dollari come riconoscimento dei servigi resi, un record.
Viriamo sulla nostra sponda dell' oceano Atlantico. Il Parlamento italiano ha appena approvato,
dopo mesi di battaglie, la legge anti-corruzione in un clima esasperato per i continui scandali
politici e finanziari e per la persistente frustrazione dovuta ad un' evasione fiscale che l' Agenzia
delle Entrate, nonostante metodi francamente vessatori, stenta non dico a debellare ma
nemmeno a contenere a livelli accettabili.
Diventa sensato chiedersi, perciò, se non valga la pena adottare il sistema americano che, d'
altronde, il nostro ordinamento ha già sperimentato con un certo successo con i pentiti di mafia e
di terrorismo.
Il ragionamento è semplice: quando si verifica un atto corruttivo, il primo dei due che denuncia l'
altro non solo ottiene una considerevole riduzione della sanzione penale ma anche una parte della
mazzetta. Ripugnante? Forse, ma certamente meno disgustoso del vedere efferati assassini in giro
dopo qualche anno grazie agli enormi sconti di pena ottenuti. Inoltre, in questo caso ci sarebbero
almeno tre vantaggi molto concreti. Il primo è che sarebbe molto più facile provare la colpa dei
delinquenti, con enorme risparmio di risorse del sistema giudiziario già sovraccarico fino al
collasso. Il secondo è che si recupererebbero soldi, si smaschererebbero reati che magari vanno
avanti da tempo e si metterebbero in galera dei corrotti (attivi o passivi). Tutte belle cose che non
accadrebbero senza la soffiata. Il terzo sarebbe l' effetto dissuasivo. Corrotto e corruttore non
hanno una grande stima l' uno dell' altro, sanno di essere entrambi dei poco di buono che però
sono legati da quello che i giuristi chiamano pactum sceleris, l' accordo malavitoso che li impegna
entrambi al silenzio. Sapendo che uno dei partecipanti può invece cantare, farla praticamente
franca e guadagnarci pure dei soldi, ci sarebbe un grande freno a corrompere: ricordiamoci che la
stima tra scellerati è bassa e nessuno vuole rischiare di andare in penitenziario per la spiata altrui.
L' incentivo funzionerebbe ancor meglio per l' evasione fiscale. Spesso, soprattutto per le grandi
evasioni societarie, molte persone sanno o sospettano qualcosa senza essere coinvolte nel disegno
criminoso. Lì l' incentivo sarebbe ancora più forte: si incasserebbe la taglia senza alcun rischio
penale. E la deterrenza portentosa: l' evasore non potrebbe più fidarsi di nessuno.
Naturalmente bisognerebbe predisporre degli accorgimenti: chi ottiene sconti di pena e poi
delinque di nuovo dovrebbe vedere annullati tutti i benefici precedenti ed essere trattato da
recidivo. Chi è ingiustamente accusato con dolo o colpa grave, avrebbe diritto a rompere il velo di
anonimato che altrimenti proteggerebbe il confidente e chiedere il risarcimento del danno.
In cambio di questo strumento potentissimo, il governo dovrebbe rivedere la normativa fiscale in
vigore e renderla sempre coerente con lo Statuto del Contribuente, per evitare, ad esempio, le
deplorevoli retroattività della Legge di stabilità o il solve et repete applicato dall' Agenzia delle
Entrate. I soldi recuperati dovrebbero immediatamente essere restituiti ai cittadini sotto forma di
abbassamento del carico fiscale, evitando i patetici balletti che si son visti finora.
Le tasse non diventerebbero bellissime sol per questo, ma si introdurrebbe un arma formidabile
contro corruttori ed evasori, facendo leva sulla loro naturale sfiducia verso i loro consimili e
punendo severamente coloro i quali si son fidati lo stesso.