IPERTENSIONE E DISLIPIDEMIA: LINEE

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IPERTENSIONE E DISLIPIDEMIA: LINEE
IPERTENSIONE E DISLIPIDEMIA:
LINEE-GUIDA E OBIETTIVI
TERAPEUTICI
Linee-guida ipertensione:
The Seventh Report of the Joint National
Committee on Prevention, Detection,
Evaluation and Treatment of High Blood
Pressure: JNC 7 (JAMA; 2003; 289, 25602572)
2003 ESH-ESC Guidelines for the
Management of Arterial Hypertension
(Journal of Hypertension; 2003; 21,
1011-1053)
Linee-guida ipertensione:
2003 World Health Organisation (WHO) /
International Society of Hypertension (ISH)
Statement on Management of Hypertension
(Journal of Hypertension; 2003; 21, 19831992)
Guidelines for Management of
Hypertension: report of the fourth Working
Party of the British Hypertension Society
2004 - BHS IV (Journal of Human
Hypertension; 2004; 18, 139-185)
Definizioni e classificazioni
dei livelli di pressione arteriosa (mmHg)
Categoria
Sistolica
Diastolica
Ottimale
<120
Normale
120-129
80-84
Normale alta
130-139
85-89
Ipertensione di Grado 1 (lieve)
140-159
90-99
Ipertensione di Grado 2 (moderata)
160-179
100-109
Ipertensione di Grado 3 (severa)
Ipertensione sistolica isolata
<80
> 180
> 140
> 110
< 90
ESH/ESC 2003
Indagini di laboratorio nel paziente iperteso
Test routinari
Glicemia
Colesterolemia totale e HDL; Trigliceridemia
Creatininemia; Potassiemia; Uricemia
Ematocrito ed Emoglobina
Esame delle urine
Elettrocardiogramma
ESH/ESC 2003
Indagini di laboratorio nel paziente iperteso
Test raccomandati
Ecocardiogramma
Valutazione ultrasonografica di arterie carotidi e
femorali
Proteina C reattiva
Microalbuminuria (test essenziale nella popolazione
diabetica)
Proteinuria quantitativa (nel caso in cui lo stick sia
positivo)
Esame fundus oculi (nell’ipertensione severa)
ESH/ESC 2003
Fattori che influenzano la prognosi del
paziente iperteso
Fattori di rischio per malattia CV
Diabete mellito
Danno d’organo bersaglio (TOD)
Condizioni cliniche associate (ACC)
Fattori che influenzano la prognosi
Fattori di rischio per malattia CV usati nella stratificazione
Livelli di PA sistolica e diastolica
Uomini >55 anni di età; Donne >65 anni di età
Fumo di sigaretta
Dislipidemia:
TC: >6,5mmol/L o >250mg/dL oppure
C-LDL: >4mmol/L o >155mg/dL oppure
C-HDL: <1mmol/L o <40mg/dL (uomini); <1,2 mmol/L o <48mg/dL
(donne)
Storia familiare di malattia CV precoce (<55 anni di età negli
uomini; <65 anni di età nelle donne)
Obesità (circonferenza addominale: >102 cm (uomini); >88 cm
(donne)
Proteina C reattiva > 1
ESH/ESC 2003
Fattori che influenzano la prognosi del
paziente iperteso
Fattori di rischio per malattia CV
Diabete mellito
Danno d’organo bersaglio (TOD)
Condizioni cliniche associate (ACC)
Fattori che influenzano la prognosi
Diabete mellito
Glicemia a digiuno > 7,0 mmol/L (126 mg/dl)
Glicemia postprandiale > 11,0 mmol/L (198
mg/dl)
Fattori che influenzano la prognosi del
paziente iperteso
Fattori di rischio per malattia CV
Diabete mellito
Danno d’organo bersaglio (TOD)
Condizioni cliniche associate (ACC)
Fattori che influenzano la prognosi
Danno d’organo bersaglio (TOD)
Ipertrofia ventricolare Sx (ECG: Sokolow-Lyons >38mm;
Ecocardiogramma: LVMI (M≥ 125, F ≥ 110 g/m2)
Prove ecografiche di ispessimento della parete arteriosa
carotidea (IMT ≥ 0.9 mm o placca aterosclerotica)
Lieve aumento della creatinina sierica (M 1.3-1.5, F 1.2-1.4 mg/dl)
Microalbuminuria (30-300 mg/24h; rapporto albumina-creatinina
M ≥ 22, F ≥ 31 mg/g)
ESH/ESC 2003
Fattori che influenzano la prognosi del
paziente iperteso
Fattori di rischio per malattia CV
Diabete mellito
Danno d’organo bersaglio (TOD)
Condizioni cliniche associate (ACC)
Fattori che influenzano la prognosi
Condizioni cliniche associate (ACC)
Malattia cerebrovascolare: ictus ischemico, emorragia
cerebrale, attacco ischemico transitorio
Cardiopatia: infarto miocardico, angina,
rivascolarizzazione coronarica, scompenso cardiaco
Malattia renale: nefropatia diabetica, alterazione della
funzionalità renale (creatinina plasmatica M>133, W > 124
µmol/L; M > 1,5 W> 1,4 mg/dl); proteinuria (>300 mg/24h)
Vasculopatia periferica
Retinopatia avanzata: emorragie o essudati, papilledema
ESH/ESC 2003
Stratificazione del rischio per quantificare la prognosi
Pressione arteriosa (mmHg)
Grado 3
Grado 2
Grado 1
Normale alta
Normale
Altri fattori di rischio PAS 120-129 o PAS 130-139 o PAS 140-159 o PAS 160-179 o PAS >180 o
o anamnesi
PAD 90-99 PAD 100-109 PAD >110
PAD 85-89
PAD 80-84
nessun altro fattore
di rischio
1-2 fattori di rischio
3 o più fattori di
rischio o TOD o
diabete
CCA
Rischio
nella
media
Rischio
aggiuntivo
basso
Rischio
aggiuntivo
moderato
Rischio
aggiuntivo
elevato
Rischio
Rischio
Rischio
nella
aggiuntivo
aggiuntivo
media
basso
moderato
Rischio
Rischio
Rischio
aggiuntivo
aggiuntivo
aggiuntivo
basso
moderato
moderato
Rischio
Rischio
Rischio
aggiuntivo
aggiuntivo
aggiuntivo
elevato
elevato
elevato
Rischio
Rischio
Rischio
aggiuntivo
aggiuntivo
aggiuntivo
molto elevato molto elevato molto elevato
CCA= condizioni cliniche associate; PAD=pressione arteriosa diastolica;
PAS=pressione arteriosa sistolica; TOD= danno d’organo bersaglio
Rischio
aggiuntivo
elevato
Rischio
aggiuntivo
molto elevato
Rischio
aggiuntivo
molto elevato
Rischio
aggiuntivo
molto elevato
PAS 140-179 o PAD 90-109 mmHg
in ripetute occasioni
(Ipertensione di grado 1 e 2)
Valutare la presenza di altri fattori di rischio,
TOD, diabete, CCA
Iniziare con modificazioni dello stile di vita e
la correzione di altri fattori di rischio o malattie
Stratificare il rischio assoluto
Molto elevato
Iniziare subito
la terapia
farmacologica
Elevato
Iniziare subito
la terapia
farmacologica
Moderato
Controllare
la PA e gli altri
fattori di rischio
per almeno 3 mesi
PAS > 140
o PAD > 90
mmHg
PAS < 140
e PAD < 90
mmHg
Iniziare
la terapia
farmacologica
Continuare
l’osservazione
Basso
Controllare
la PA e gli altri
fattori di rischio
per 3-12 mesi
PAS > 140-159
PAS < 140
o PAD > 90-99
e PAD < 90
mmHg
mmHg
Considerare la terapia
farmacologica e accertarsi Continuare
delle
l’osservazione
preferenze del paziente
Terapia antipertensiva: quando trattare. Decisione basata sui livelli pressori iniziali (A,B,C) e sul livello di rischio globale.
CCA=condizioni cliniche associate; PA= pressione arteriosa; PAD= pressione arteriosa sistolica; TOD= danno d’organo bersaglio.
PAS >_ 180 o PAD >_ 110 mmHg
in ripetute occasioni nell’arco di pochi giorni
(Ipertensione di grado 3)
Incominciare la terapia farmacologica immediatamente
Valutare la presenza di altri fattori di
rischio, TOD, diabete, CCA
Associare al trattamento
modificazioni dello stile di vita e
correzione
di altri fattori di rischio o malattie
CCA=condizioni cliniche associate; PA= pressione arteriosa; PAD= pressione arteriosa sistolica; TOD= danno
d’organo bersaglio.
PAS 130-139 o PAD 85-89 mmHg
in ripetute occasioni (PA normale alta)
Valutare la presenza di altri fattori di rischio,TOD (in particolare
renale), diabete CCA
Iniziare con modificazioni dello stile di vita e la
correzione di altri fattori di rischio o malattie
Stratificare il rischio assoluto
Molto elevato
Elevato
Iniziare
Iniziare
la terapia
la terapia
farmacologica farmacologica
Moderato
Basso
Controllare
Nessun
la PA
intervento
antipertensivo
spesso
Terapia antipertensiva: quando trattare. Decisione basata sui livelli pressori iniziali (A,B,C) e sul livello di rischio
globale. CCA=condizioni cliniche associate; PA= pressione arteriosa; PAD= pressione arteriosa sistolica; TOD=
danno d’organo bersaglio.
Obiettivi terapeutici nel paziente iperteso:
Generalità dei pazienti ipertesi: PA < 140/90
Pazienti diabetici:
PA < 130/80
Pazienti nefropatici:
PA < 130/80
Pazienti nefropatici con
proteinuria > 1g/die
PA < 125/75
Approccio Terapeutico (I)
Obiettivi del trattamento:
L’obiettivo primario è quello di ottenere la massima
riduzione del rischio cardiovascolare globale a
lungo termine. E’ perciò richiesto il trattamento di
tutti i fattori di rischio reversibili identificati, oltre al
trattamento dell’ipertensione arteriosa stessa.
I principali benefici della terapia antipertensiva
dipendono dalla riduzione della pressione
arteriosa “per se”
ESH/ESC 2003
Risposta al trattamento anti-ipertensivo:
Mancia G.; Am. J. of Hypertension; 2006; 19; 1; 1-7
Approccio Terapeutico (II)
Modificazioni dello stile di vita:
Le modificazioni dello stile di vita che si sono
dimostrate in grado di ridurre la pressione
arteriosa o il rischio cardiovascolare sono:
- l’abolizione del fumo;
- il calo ponderale;
- la riduzione dell’eccessivo consumo di bevande
alcooliche;
- l’esercizio fisico;
- una dieta iposodica;
- l’incremento dell’apporto alimentare di frutta e
verdura e la riduzione dell’assunzione di grassi
ESH/ESC 2003
totali e saturi.
Approccio Terapeutico (III)
Per raggiungere il target pressorio è probabile che,
in una vasta proporzione di pazienti, sia necessario
l’impiego di una terapia di combinazione tra due o
più farmaci
A seconda dei valori pressori di base e della
presenza o assenza di complicanze, è ragionevole
iniziare il trattamento farmacologico con un solo
farmaco a basso dosaggio o con una terapia di
combinazione tra due farmaci a basso dosaggio
ESH/ESC 2003
Approccio Terapeutico (IV)
La scelta dei farmaci da utilizzare è influenzata da
numerosi fattori, tra cui:
- i farmaci antipertensivi impiegati in passato;
- il costo dei farmaci;
- il profilo di rischio del paziente, la presenza o
meno di danno d’organo e di patologie
cardiovascolari, renali o di diabete clinicamente
manifesti;
- la preferenza terapeutica eventualmente espressa
dal paziente.
ESH/ESC 2003
Indicazioni elettive delle principali classi di
farmaci antiipertensivi
• Diuretici: Scompenso, Ipertensione sistolica
isolata, Ipertensione nell’anziano
• Beta-bloccanti: Angina, Post-IMA,
Scompenso, Tachiaritmie
• Calcio-antagonisti: Ipertensione sistolica
isolata, Ipertensione nell’anziano, Angina,
Vasculopatia periferica.
Indicazioni elettive delle principali classi di
farmaci antiipertensivi
• ACE-inibitori: Scompenso, Disfunzione VS,
Post-IMA, Nefropatia non diabetica, Diabete
tipo 1 con nefropatia
• ATII antagonisti: Diabete tipo 2 con nefropatia,
Microalbuminuria diabetica, Tosse da ACE-I
• Alfa-bloccanti: Ipertrofia prostatica benigna,
Iperlipidemia.
Diuretici
β-Bloccanti
Bloccanti dei
recettori AT1
α- Bloccanti
Calcio
antagonisti
ACE- inibitori
Le combinazioni più razionali sono rappresentate come linee continue. I
riquadri segnalano le classi di farmaci antipertensivi i cui benefici sono
stati dimostrati da trial clinici di intervento terapeutico.
Diuretici
β-Bloccanti
Bloccanti dei
recettori AT1
α- Bloccanti
Calcio
antagonisti
ACE- inibitori
Le combinazioni più razionali sono rappresentate come linee continue. I
riquadri segnalano le classi di farmaci antipertensivi i cui benefici sono
stati dimostrati da trial clinici di intervento terapeutico.
Diuretici
β-Bloccanti
Bloccanti dei
recettori AT1
α- Bloccanti
Calcio
antagonisti
ACE- inibitori
Le combinazioni più razionali sono rappresentate come linee continue. I
riquadri segnalano le classi di farmaci antipertensivi i cui benefici sono
stati dimostrati da trial clinici di intervento terapeutico.
Associazioni di farmaci antiipertensivi efficaci
e ben tollerate
• Diuretico e Beta-bloccante
• Diuretico e ACE-inibitore o AT II Antagonista
• Calcioantagonista (diidropiridinico) e Beta-bloccante
• Calcioantagonista e ACE-inibitore o AT II Antagonista
• Calcioantagonista e Diuretico
• Alfa-bloccante e Beta-bloccante
Linee-guida dislipidemie:
Expert Panel on Detection, Evaluation and
Treatment of High Blood Cholesterol in
Adults (NCEP-ATP III) (JAMA; 2001; 285;
2486-2497)
European Guidelines on Cardiovascular
Disease Prevention in clinical Practice
(European Heart Journal; 2003; 24, 1601)
Implications of Recent Clinical Trials for the
National Cholesterol Education Program
ATP III Guidelines (Journal of American
College of Cardiology; 2004; Vol. 44; N. 3;
720-732)
Novità introdotte dall’NCEP-ATP III:
Equiparazione del rischio CV del paziente
diabetico con quello del paziente con
patologie cardiovascolari già presenti
Utilizzo della carta del rischio CV per valutare i
pazienti con multipli fattori di rischio.
Identificazione dei pazienti con sindrome
metabolica come candidati a modifiche
intensive dello stile di vita
Novità introdotte dall’NCEP-ATP III:
Identificazione del livello di colesterolemia
LDL < 100 mg/dl come livello ottimale
Raccomandazione di una analisi completa
delle lipoproteine (Colesterolemia totale, HDL,
LDL e Trigliceridemia) in luogo di uno
screening basato solamente su
Colesterolemia totale e HDL
Obiettivi terapeutici dell’NCEP-ATP III
• Colesterolemia LDL come obiettivo primario della
terapia ipolipemizzante.
• Livelli consigliati nelle diverse situazioni cliniche:
• Pazienti ad alto rischio (Pazienti con cardiopatia
ischemica, altre patologie aterosclerotiche, diabete,
multipli fattori di rischio e rischio a 10 anni > 20%):
LDL-C < 100 mg/dl.
• Pazienti a rischio moderatamente elevato (Pazienti
con 2 o più fattori di rischio e rischio a 10 anni
compreso fra 10 e 20%): LDL-C < 130 mg/dl
• Pazienti a rischio basso: LDL-C < 160 mg/dl.
Obiettivi terapeutici delle ESC guidelines on
CV disease prevention
• Livelli consigliati nella popolazione generale:
- Colesterolemia totale < 190 mg/dl
- Colesterolemia LDL < 115 mg/dl
• Livelli consigliati nei pazienti affetti da cardiopatia
ischemica, nei diabetici e nei pazienti con elevato
rischio cardiovascolare:
- Colesterolemia totale < 175 mg/dl
- Colesterolemia LDL < 100 mg/dl
• Colesterolemia HDL < 40 mg/dl nell’uomo o < 46
mg/dl nella donna e Trigliceridemia > 150 mg/dl
indicano un aumento del rischio cardiovascolare.
Gestione delle dislipidemie nei pazienti
asintomatici
• Pazienti con Colesterolamia totale > 190 mg/dl:
Valutare il rischio cardiovascolare totale
• Se il paziente è a basso rischio: Modifiche dello
stile di vita e controllo almeno ogni 5 anni
• Se il paziente è ad alto rischio: Modifiche dello
stile di vita, valutazione di colesterolemia HDL,
LDL e trigliceridemia; controllo dopo 3 mesi
ESC 2003
Gestione delle dislipidemie nei pazienti
asintomatici
Se dopo 3 mesi colesterolemia totale > 190
mg/dl e LDL > 115 mg/dl :
Modifiche dello stile di vita e terapia medica
Se dopo 3 mesi colesterolemia totale < 190
mg/dl e LDL < 115 mg/dl:
Proseguire le modifiche dello stile di vita con
follow-up annuale.
Se il rischio cardiovascolare rimane alto
considerare terapia medica
ESC 2003
Implications of Recent Clinical
Trials for the National Cholesterol
Education Program
Adult Treatment Panel III
Guidelines
Scott M. Grundy; James I. Cleeman; C. Noel Bairey Merz;
H. Bryan Brewer Jr.; Luther T. Clark; Donald B.
Hunningake; Richard C. Pasternak; Sidney C. Smith Jr.;
Neil J. Stone; for the Coordinating Committee of the
National Cholesterol Education Program
(Journal of the American College of Cardiology, 2004;
Vol. 44: N. 3: 720-732)
ALLHAT-LLT (Antihypertensive and LipidLowering Treatment to Prevent Heart Attacck
Trial-Lipid Lowering Trial):
Prevenzione primaria.
Pazienti ipertesi, moderatamente ipercolesterolemici con
almeno un altro fattore di rischio.
Pravastatina 40 mg. vs. Terapia usuale
ASCOT-LLA (Anglo-Scandinavian Cardiac
Outcomes Trial-Lipid Lowering Arm):
Prevenzione primaria
Pazienti ipertesi con almeno altri 3 fattori di rischio.
Atorvastatina 10 mg. vs.Placebo. Interrotto precocemente
per netto beneficio nel gruppo trattato con Atorvastatina
HPS (Heart Protection Study):
Prevenzione secondaria:
Pazienti con coronaropatia, altre arteriopatie o diabete;
Simvastatina 40 mg. vs. Placebo
PROSPER (Prospective Study of
Pravastatin in the Elderly at Risk):
Prevenzione primaria e secondaria:
Pazienti di età compresa fra 70 e 82 anni con storia di
malattie cardiovascolari o fattori di rischio;
Pravastatina 40 mg. vs.Placebo
PROVE IT-TIMI 22 (Pravastatin or
Atorvastatin Evaluation and InfectionThrombolysis in Myocardial Infarction 22):
Prevenzione secondaria.
Pazienti con sindrome coronarica acuta nei 10 giorni
precedenti l’arruolamento.
Atorvastatina 80 mg. Vs. Pravastatina 40 mg.
Secondo il Coordinating Committee del
NCEP, i risultati di questi Trials hanno
portato le seguenti implicazioni:
Hanno confermato l’inclusione dei pazienti
diabetici nella categoria dei pazienti ad alto
rischio ed hanno confermato i benefici della
terapia ipocolesterolemizzante in questi pazienti.
Hanno confermato che anche gli anziani
traggono beneficio da una riduzione della
colesterolemia LDL.
Nei pazienti ad alto rischio, il livello di colesterolemia
LDL raccomandato è < 100 mg/dl, ma quando il
rischio è molto alto, il livello di 70 mg/dl può
rappresentare un’opzione terapeutica
(HPS; PROVE-IT)
Questa opzione terapeutica si estende anche ai
pazienti con LDL-C basale < 100 mg/dl.
Pazienti a rischio molto elevato= Tutti i pazienti
ricoverati per Sindrome Coronarica Acuta e i pazienti
con Malattia CV nota + multipli fattori di rischio
(soprattutto diabete) o fattori di rischio severi e mal
controllati o sindrome metabolica.
Nei pazienti con rischio moderatamente elevato, il
livello di colesterolemia LDL raccomandato è < 130
mg/dl, ma un livello < 100 mg/dl può essere
un’opzione terapeutica sulla base dei più recenti
trials
(ASCOT-LLA; ALLHAT-LLT)
Questa opzione terapeutica si estende anche ai
pazienti a rischio moderatamante elevato con LDL-C
basale fra 100 e 129 mg/dl.
Pazienti a rischio moderatamente elevato=
Pazienti con 2 o più fattori di rischio e rischio a 10
anni compreso fra 10 e 20%.
Quando la terapia ipolipemizzante è utilizzata in
pazienti con rischio elevato o moderatamente
elevato, l’intensità della terapia deve essere
sufficiente ad ottenere una riduzione del LDL-C
almeno del 30-40%.
Per i pazienti con rischio più basso, i recenti trial
clinici non modificano gli obiettivi della terapia.
TNT (Treating to New Targets)
Scopo: Valutare l’efficacia e la sicurezza di un
trattamento volto a ridurre la LDL-C < 100 mg/dl
in pazienti con cardiopatia ischemica stabile
Pazienti: 10001 pz. con cardiopatia ischemica e
LDL-C < 130 mg/dl
Trattamento: Atorvastatina 10 mg/die vs.
Atorvastatina 80 mg/die
Follow-up: medio 4,9 anni
End point primario: Morte da coronaropatia, IMA
non fatale, arresto cardiaco rianimato, ictus fatale e
non fatale.
Risultati: Riduzione dell’end point primario del
22% con 80 mg vs. 10 mg. (p < 0,001)
Riduzione di IMA non fatale del 22% (p= 0,004)
Riduzione di ictus del 25% (p= 0,02)
Nessuna riduzione della mortalità totale.
LDL-C media 77 mg/dl con 80 mg vs. 101 mg/dl
con 10 mg.
Effetti collaterali: Persistente incremento delle
transaminasi nell’1,2% con 80 mg vs.0,2% con 10
mg (p < 0,001)
Riferimento bibliografico:
La Rosa J. C., Grundy S. M., Waters D. D. e Coll.:
Intensive lipid lowering with atorvastatin in patients
with stable coronary disease.
NEJM; 2005; 352 (14); 1425-1435.
IDEAL (Incremental Decrease in Endpoints
through Aggressive Lipid lowering)
Scopo: Valutare se possano essere ottenuti ulteriori
benefici da una energica riduzione di valori di
colesterolemia LDL in pazienti coronaropatici
Pazienti: 8888 pz. con pregresso infarto miocardico
Trattamento: Atorvastatina 80 mg/die vs.
Simvastatina 20 mg/die
Follow-up: medio 4,8 anni
End point primario: End point composito (Morte da
coronaropatia, IMA non fatale, arresto cardiaco
rianimato).
End point secondari: Eventi cardiovascolari
maggiori (eventi che costituivano l’end point
primario più ictus); Ogni evento cardiovascolare
(maggiori eventi cardiovascolari più ricovero
ospedaliero per insufficienza cardiaca e
arteriopatia periferica).
IDEAL Trial: Endpoint primario
End point composito primario* (%)
p = 0.07
12
12
10,4
10,4
9,3
9,3
• L’end point
composito primario
si è verificato nel
9,3% del gruppo
atorvastatina e nal
10,4% del gruppo
simvastatina.
%
99
66
33
* Morte da coronaropatia, IMA non
fatale, arresto cardiaco rianimato
00
Atorvastatina
Atorvastatina
Simvastatina
Simvastatina
IDEAL Trial: Componenti
dell’Endpoint composito primario
• Fra le componenti dell’endpoint primario, non vi era differenza
nella morte da coronaropatia o nell’arresto cardiaco rianimato,
mentre l’IMA non fatale si verificava meno frequentemente nel
gruppo atorvastatina.
p=0.02
88
7,2
7,2
%
66
44
6,0
6,0
p=0.90
3,9
3,9
4,0
4,0
p=NS
22
0,2
0,2
0,2
0,2
00
Morte
Morte da
da coronaropatia
coronaropatia
Arresto
Arresto cardiaco
cardiaco rianimato
rianimato
Atorvastatina
Atorvastatina
Simvastatina
Simvastatina
IMA
IMA non
non fatale
fatale
IDEAL Trial: Endpoint secondari
Eventi cardiovascolari maggiori e
Ogni evento cardiovascolare (%)
p<0.001
32
32
30,8
30,8
26,5
26,5
24
24
%
p=0.02
16
16
12,0
12,0
13,7
13,7
88
00
Eventi
Eventi CV
CV maggiori
maggiori
Atorvastatina
Atorvastatina
Ogni
Ogni evento
evento CV
CV
Simvastatina
Simvastatina
• Gli eventi CV
maggiori, definiti come
gli eventi componenti
l’endpoint primario più
l’ictus, si sono verificati
meno frequentemente
nel gruppo
atorvastatina.
•Anche ogni evento CV,
definito come gli eventi
CV maggiori più
ricovero per
insufficienza cardiaca e
arteriopatia periferica,
si è verificato meno
frequentemente nel
gruppo atorvastatina.
Effetti collaterali: Aumento delle transaminasi nello
0,97% con atorvastatina 80 vs. 0,11% con
simvastatina 20. Presenza di mialgia nel 2,2% con
atorvastatina 80 vs. 1,1% con simvastatina 20.
Riferimento bibliografico:
Pedersen T. R., Faergeman O., Kastelein J.J., e
Coll.: High-dose atorvastatin vs usual-dose
simvastatin for secondary prevention after
myocardial infarction: the IDEAL study: a
randomized controlled trial.
JAMA; 2005; 294 (19); 2437-2445.
LOWER IS BETTER !