campania - xv - Corriere del Mezzogiorno
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M E ZZOG IORNO EC ON OMIA LUNEDÌ 10 MARZO 2008 XV Facciamo salotto LA NOVITA’ di Monica Scozzafava Sedie «da grandi» diventano poltrone per i più piccoli Fabio Cannavaro è stato testimonial di H&B e protagonista di una campagna pubblicitaria; anche Fiorello è stato volto della maison Molto colore, grande ricerca nei tessuti, innovazione. per il prossimo inverno Harmont&Blaine affila le armi e propone una collezione raffinatissima E’ il rosso il tema del prossimo inverno I Giò Di Tonno al Festival di Sanremo, (che ha poi vinto), ha indossato abiti Harmont & Blaine strada intrapresa». D&B è la banca dati business più grande del mondo: contiene informazioni commerciali e di affidabilità su oltre 75 milioni di aziende in più di 200 Paesi. Contiene informazioni commerciali su aziende a livello nazionale ed internazionale, permette di conoscere l’affidabilità economico-finanziaria delle imprese e ridurre i rischi commerciali. [email protected] l prossimo inverno Harmont & Blaine sarà nei negozi con una linea di camicie in puro cachemire. La ricerca dei tessuti dell’azienda è molto attenta e sempre mirata alla definizione di materie e filati di pregio e la linea di camicie realizzata con filati di cachemire e bottoni di madreperla è la principale novità che H&B ha portato a Firenze al Pitti Uomo. Per la prossima stagione invernale il marchio del bassotto, punterà su dettagli e degli accessori: e allora bottoni di madreperla sulle camicie, cuciture a contrasto sui pantaloni e la scelta degli abbinamenti di colori. E il rosso, dal mattone al ciliegia, nella prossima stagione fredda sarà predominante. Torneranno inoltre i quadri, con un accenno nella collezione delle camicie, con la ripresa di riferimenti ai tradizionali tartan con colori estremamente country, come marrone, blu, verde e rosso. Ad accompagnare le novità di prodotto, che si declineranno anche nella piccola pelletteria nelle due varianti tecnico-sportiva ed elegante-pelle, sarà un significativo piano di nuove aperture previste per il 2008 a partire dal Medio Oriente — Qatar, Il Cairo e Dubai — fino al rafforzamento negli Usa, dove la società è già presente con uno store a Miami. Continua così il processo di crescita della società con un fatturato 2007 pari a 34,5 milioni (+30%) e un piano di nuove aperture nel 2008. Harmont & Blaine prevede di raggiungere nel 2008 un fatturato vicino ai 44 milioni di Euro seguendo così per l’ottavo anno consecutivo, una crescita di circa il 30 per cento. E’ A. P. M. L’hobby Mangoni: «Ho ripreso a suonare la chitarra» Scelto per voi irresistibile. E piacerà alle signore giovani e a quelle meno giovani. E’ firmata Salvatore Ferragamo la pochette in raso di seta che fa già capolino in alcune delle vetrine della maison. La borsina, che fa parte della collezione primavera - estate, è in metallo dorato con un fiocco Oggi la rete commerciale di Harmont & Blaine conta 27 (20 diretti e 7 in franchising) boutique monomarca in Italia e 23 nel mondo e presenze significative in oltre 600 negozi di abbigliamento in tutto il mondo. Intanto sono state concesse due licenze per la produzione e distribuzione di una nuova linea di pelletteria e valigeria e di una nuova linea di calzature. A produrre e distribuire la nuova linea di pelletteria e valigeria per il prossimo triennio sarà la società Rossi Srl di Bodio Lomnago, in provincia di Varese. La famiglia Rossi, cui fa capo la Rossi srl, è attiva nel settore della pelletteria dal 1922, anno in cui intraprese una collaborazione, proseguita sino al 1997, con Fendi. Successivamente, la società varesina ha contribuito al successo della collezione 1˚ Classe di Alviero Martini con una collaborazione durata dal 1990 al 2000, conseguendo un fatturato di oltre 100miliardi di lire. Fra le partnership anche quelle con Bruno Magli, Escada, Jean Paul Gaultier, Borsalino e Roberta da Camerino. Per la nuova linea di calzature, il Gruppo napoletano guidato da Domenico Menniti, si è invece rivolto all’azienda marchigiana Giano Srl, forte di una tradizione artigianale comprovata nel settore e già titolare della licenza «La Martina» per la produzione di scarpe. La licenza, della durata di cinque anni più altri cinque rinnovabili, consentirà ad Harmont & Blaine di raggiungere l’obiettivo di 60mila paia di calzature a stagione, per un giro d’affari che, a termine del triennio di riferimento, dovrebbe toccare i 12 milioni di euro. Morbide e colorate Le Panton chair disegnate per i piccoli Mode e tendenze Una borsa con fiocco per le sere d’estate I gigante in satin. Il color glicine è uno dei must della prossima stagione e l’accessorio si candida a diventare un pezzo forte delle serate estive. Perfetta con un abito da cocktail, è strepitosa anche con i jeans. La vera sfida è comunque saperla portare adeguatamente, altrimenti rischia di diventare un pezzo da vecchia zia. Occhio anche agli abbinamenti con le scarpe — perfette ballerine basiche — e le cinture. Il massimo? Pantaloni alla pescatora che sfiorano la caviglia (meglio se sottile), scarpine rasoterra, t-shirt essenziale: tutto nero con cintura in tinta. Ovviamente se si sceglie qualche gioiello occorre non eccedere e optare rigorosamente per montature in oro giallo. Un libro, un caso l design approda nel mondo dei bambini e popola le stanze dei più piccoli con oggetti e arredi in versione baby. Identici a quelli di mamma e papà. Così sulla scia dei più importanti stilisti che da tempo firmano collezioni per un pubblico compreso tra zero e dodici anni, anche i designer puntano al piccolo, editando una serie di prodotti storici in versione baby. Vestiti come i grandi, i bimbi del terzo millennio si muoveranno a loro agio tra pezzi di culto riadattati. La parola d’ordine è mini: sedie d’autore in formato toy per le stanze dei design-addicted del futuro. Perché questi nuovi prodotti di design, curati nei minimi dettagli, tutto sono fuorché giochi. In realtà il fenomeno non è nuovo: già nell’800 la storica azienda austriaca Thonet proponeva sedute per bambini in legno curvato della stessa foggia di quelle per adulti. Mentre è del 1964 il progetto di Marco Zanuso e Richard Sapper della seggiolina per piccini 4999 realizzata da Kartell per asili e scuole elementari. Oggi la tendenza è in aumento e sempre di più sono le aziende che guardano con interesse al mondo dei piccoli. Proponendo mini arredi che altro non sono che riduzioni di pezzi di design intramontabili. Ecco alcuni nomi, tutti famosi: la Barcelona Children’s di Mies van der Rohe prodotta da Knoll International, la N65 children's chair di Alvaar Aalto di Artek , la Verner Panton Junior Chair realizzata da Vitra. Poi c’è l’ultima nata: la Baby Vanity Fair, icona e status symbol di Poltrona Frau dedicata ai futuri uomini di successo che ancora non hanno raggiunto il metro di altezza. Panton Chair è sempre stata una sedia che piace ai bambini L’eleganza in fondo è una alchimia inspiegabile che solo in apparenza passa inosservata. Pro: Chic e divertente Contro: Difficile da portare Anna Paola Merone Marca: Salvatore Ferragamo Prezzo: 850 euro C’è una novità in questo scorcio di 2008 nella vita dell’urbanista napoletano Fabrizio Mangoni, noto per le passioni enogastronomiche. «Alcuni amici mi hanno regalato una chitarra - annuncia - ed io ho ricominciato a suonarla, come da ragazzo». Cresce dunque l’attesa per l’esibizione di Mangoni chitarrista. Sarà accolto dagli stessi applausi che caratterizzano le sue performance in cucina? «Tutto è cominciato - racconta l’architetto che presto tornerà a raccontare il cibo sul canale satellitare Alice - quando il mio amico chef Salvatore Di Meo mi regalò mezzo salmone e io per cucinarlo andai a consultare un testo di cucina russa. Ebbene, la preparazione fu difficilissima, cominciai a mezzogiorno e il piatto fu pronto solo alle cinque del pomeriggio». Da allora Mangoni alterna alla teoria (ha una ricchissima biblioteca di testi di cucina storica, da copie anastatiche di libri medievali a trattati ottocenteschi) il gusto per la pratica. «Il piatto che mi riesce meglio? Il turbante di sogliola su mousse di astice su un tappeto di patate croccanti. È a forma di babà, complicato da cucinare, ma riscuote sempre grande successo». G. B. L’urbanista Fabrizio Mangoni è stato inventore della fisiognomica dolciaria. Ama teoria e pratica della cucina per i suoi colori decisi e allegri, per le sue forme dolci e tondeggianti, perché ci si può fare acrobazie e costruire divertenti nascondigli. Verner Panton era affascinato dal fatto che i bambini riuscissero a vedere la sua Panton Chair non soltanto come seduta, ma anche come oggetto per giocare. Subito dopo l’avviamento della produzione in serie, Verner Panton iniziò a cullare l’idea di sviluppare insieme a Vitra la versione per bambini. Nonostante Panton avesse fino ad allora perseguito con perseveranza questo obiettivo, il progetto era fallito per l’elevato costo degli stampi e dato che il mercato del mobile per bambini non era ancora sufficientemente sviluppato vi era una certa ritrosia ad effettuare investimenti di una certa entità. L’insufficiente domanda spiega anche il motivo per cui nell’officina di Verner Panton ci fossero relativamente pochi progetti esplicitamente dedicati ai bambini, nonostante questa tematica rivestisse per lui grande interesse. Molte delle creazioni sue erano particolarmente amate dai bambini proprio per la gradevolezza delle forme arrotondate e naturali, per i colori brillanti e per il look giocoso. Basti pensare a Living Tower o all’enorme scultura che un tempo campeggiava nella zona giorno della sua casa di Basilea. Questi mobili-gioco, quasi «pareti da scalare», hanno fatto divertire tanti bambini di tutte le età. Partendo dai progetti originari di Panton e in accordo con Marianne Panton, Vitra ha ora realizzato una versione della sedia dedicata ai più piccini, che fa parte della Home Collection. Materiali e proporzioni sono invariati, mentre le dimensioni di Panton Chair Junior sono ridotte di circa un quarto rispetto al modello standard. La versione Junior è adatta per bambini in età prescolare e scolare. . Quella nella foto è l’ultima versione della Panton Chair pensata da Vitra: l’assenza di spigoli, la leggerezza, la varietà di colori e la plastica lavabile la rendono perfetta (anche) per i bambini. Articolo: Panton chair Prezzo: 128 euro A cura di Monica Mattioli Flessibilità fa rima con precarietà. Per legge Gallino mette il dito nella piaga: sono circa 8 milioni gli italiani che hanno un lavoro instabile U na barca, nel bel mezzo dell’oceano, ha un equipaggio che, invece di predisporre le misure per far fronte alla tempesta che si annuncia, «discute animatamente delle modifiche da apportare al logo sulle vele». Ecco come Luciano Gallino, cantore della precarietà, vede la discussione in corso sulla flessibilità del lavoro. Nell’«oceano del lavoro» la tempesta nasce quando si mettono in competizione, «deliberatamente, il mezzo miliardo di lavoratori del mondo che hanno goduto per alcuni decenni di buoni salari e condizioni di lavoro, con un miliardo e mezzo di nuovi salariati che lavora- La scheda Luciano Gallino, «IL LAVORO NON È UNA MERCE» CONTRO LA FLESSIBILITÀ" Laterza, 172 pagine no in condizioni orrende con salari miserandi». Più che accrescere i lavori flessibili, la politica dovrebbe far tendere «verso l’alto della scala dei diritti dei salari e non verso il basso»: insomma, non dovrebbe occuparsi del logo sulle vele. Il lavoro non è una merce non è il remake del saggio del 2001 «Il costo umano della flessibilità», ma il sequel. Nel giro di pochi anni molte cose sono cambiate: «la direttiva della Commissione europea sul lavoro a termine, la legge 30 del 2003 di riforma del mercato del lavoro con il successivo decreto attuativo, il dibattito economico e politico che ne è seguito; e, nel contempo, l’incremento e la differenziazione dell’occupazione flessibile». Nel frattempo l’autore si è anche convinto dell’impossibilità di rendere la flessibilità sostenibile senza intervenire sulle cause. Il suo j’accuse è pesante: «dire che la politica dell’ultimo decennio ha drammaticamente sottovalutato la condizione del lavoro flessibile significa tenersi molto al di sotto delle righe». C’è più d’una flessibilità: la flessibilità dell’occupazione, per esempio, e quella della prestazione. È coloratissima, poi, la gamma dei contratti atipici partoriti dalla fantasia del legislatore. Schematizzando, su 8 milioni di italiani precari, 5 o 6 milioni sono precari «per legge» e gli altri sono lavoratori del sommerso. Gallino va alla radice della richiesta di lavoro flessibile da parte delle imprese, indaga i dubbi rapporti tra flessibilità e occupazione, chiarisce il ruolo della legislazione sul lavoro, racconta il passaggio «dalla flessibilità del lavoro alla precarietà della vita», stima i «costi umani della flessibilità», analizza l’economia globale, mette in rapporto «società flessibile e integrazione sociale», smaschera la «flessicurezza». E, contro la cura degli effetti che ignora le cause, auspica una politica del lavoro globale. [email protected] Anno III - N. 9 e 0,31 (non vendibile separatamente dal Corriere della Sera) Direttore responsabile: MARCO DEMARCO Vicedirettore: MADDALENA TULANTI Redattore capo: FRANCESCO DURANTE a cura di PAOLO GRASSI Editoriale del Mezzogiorno srl Vicepresidente: NICOLA PUTIGNANO Amministratore delegato: GIORGIO FIORE Sede legale: Vico II S. 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