un`idea, prima di tutto

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un`idea, prima di tutto
UN’IDEA, PRIMA DI TUTTO
Per quello che mi ricordo, Flos è sempre esistita. O almeno esiste da quando ho iniziato a capire la differenza tra un’invenzione e quello che nasce invece dalla ripetizione di
qualcosa che è già visto, certo, riconosciuto (come lo stile Luigi XV o Chippendale). Imparando poi a leggere su certi vecchi fumetti disneyani, avrò forse incontrato una lampadina: un sogno di Archimede Pitagorico o una metafora dell’idea che è all’origine,
appunto, di ogni opera dell’ingegno. Così all’origine di Flos c’è prima di tutto un’idea
luminosa, il pensiero che da una lampadina – o meglio da una nuova idea di come
disegnare la luce artificiale – potessero nascere degli oggetti adatti a cambiare un po’
il modo di vita degli italiani: popolazione – come si sa – molto viziata dall’essere nata,
cresciuta e vissuta in un territorio dove a ogni passo s’inciampa in qualcosa che ha a
che fare con l’arte.
In questo territorio di invenzioni idealmente infinito, ma ancora piuttosto disastrato
dalla guerra, un bel giorno alla fine degli anni 50 un signore chiamato Dino Gavina –
un signore molto individualista e quasi invasato dall’idea che l’Italia dovesse essere la
nuova patria di una nuova cultura dell’arredamento – dopo aver incontrato l’inventore
e piccolo produttore di Merano Arturo Eisenkeil, si è messo in testa che dopo aver
creato molti nuovi mobili (con Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Ignazio Gardella,
Carlo e Tobia Scarpa e altri geni dell’architettura italiana), fosse arrivato anche il momento di creare nuove lampade. La tecnica del cocoon usata da Eisenkeil, una resina
spruzzata su un telaio metallico, sembrava perfetta per cominciare: non si trattava di
decorare una lampadina, ma di dare magia alla luce che da essa proveniva filtrando
attraverso un materiale nebuloso ma per questo affascinante, come sono le nuvole.
Così i fratelli Castiglioni (che già da tempo avevano iniziato a realizzarsi da soli dei
prototipi di fantastiche idee luminose, come quella che poi sarebbe diventata la leggendaria Arco) e Tobia Scarpa, stimolati da Gavina che aveva trascinato Eisenkeil e
Sergio Biliotti sulla strada affascinante e pericolosa della sperimentazione, hanno
iniziato a lavorare proprio con quella tecnica, in quella che si potrebbe chiamare la
preistoria di Flos. Rapidamente alla tecnica del cocoon ne sono seguite molte altre,
bellissime e ancora molto sorprendenti per quel paese ancora così legato a vecchie
idee dell’arredamento: così che, volente o nolente, già dalla sua preistoria Flos (cioè
l’azienda con il nome inventato da Pier Giacomo Castiglioni succeduta alla Eisenkeil) si
è trovata in quella interessante, a volte scomoda posizione di chi è obbligato a produrre continuamente oggetti d’invenzione.
Uso la parola oggetto, perché è una cosa molto diversa dal semplice prodotto che,
bene o male, quasi tutti sono in grado di realizzare e magari anche vendere. Saper
inventare un oggetto, e ancora di più una nuova lampada è invece una capacità molto
più rara, che hanno avuto però quelle persone – con facce magre, spesso sorridenti, a
volte un po’ stupite e non troppo sicure sul da farsi – che si ritrovano tra le moltissime,
quasi infinite immagini e reperti che Piera Gandini ha raccolto in tanti anni e che stanno ora alla base di qualsiasi indagine, ricerca o progetto che riguarda la storia di Flos.
Quelle facce di italiani non sono altro che l’espressione di un’epoca e di un’esistenza
fatta allora di molte difficoltà, che proprio però attraverso l’amore per l’invenzione
di cose nuove e dotate di una loro particolare bellezza, è riuscita a mettere le basi di
quella identità del design che molti pensano ormai di conoscere, anche troppo bene:
ma che senza quegli italiani, le loro speranze, aspirazioni e qualche illusione, oggi non
esisterebbe. Stefano Casciani
Achille e Pier Giacomo Castiglioni con Marcel Breuer e la
lampada Taraxacum al negozio
di Gavina a Milano, 1962
Gianfranco Frattini con Dino
Gavina, 1962
Logo della ditta Arthur Eisenkeil di Merano, 1961
Pieghevole per le lampade in
cocoon di Achille e Pier Giacomo Castiglioni prodotte dalla
Cocoon International di Arthur
Eisenkeil, 1961