Scala, tre anni per trasformarsi In palcoscenico la grande rivoluzione
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Scala, tre anni per trasformarsi In palcoscenico la grande rivoluzione
CORRIERE EVENTI SCALA 2001-2002 32 Le tappe 1776 Nasce la Scala del Piermarini Il Teatro Regio Ducale viene raso al suolo dopo un pauroso incendio. I novanta palchettisti, già proprietari del vecchio teatro, decidono di costruirne uno nuovo. Viene scelta l’area: è quella della Chiesa di Santa Maria della Scala fondata nel 1381. Il 15 luglio Maria Teresa approva il disegno dell’architetto Giuseppe Piermarini. 1796 Le prime modifiche Il 28 maggio del 1778 viene effettuata una prova d’acustica con voci e orchestra. Il 3 agosto viene inaugurato il Teatro alla Scala con «L’Europa riconosciuta» di Antonio Salieri. Nel 1796 Napoleone fa abolire il palco reale e al suo posto fa realizzare cinque palchi: tale modifica venne annullata nel 1799 con il ripristino del palco arciducale. 1807 Decorazioni e rinnovi La Scala viene rinnovata: nuove decorazioni per la volta e per i palchi, ampliato il palcoscenico con l’occupazione di un’area attigua. Nel 1813 viene ingrandito il palcoscenico e demoliti alcuni edifici annessi al teatro lungo l’attuale via Verdi. 1830 Nuove aggiunte all’edificio Aggiunti, sul prospetto, i due corpi laterali coronati da terrazzini e le fasce tra i palchi vengono decorate con rilievi dorati. L’anno successivo viene riformato anche l’edificio a sud-est del teatro: l’architetto Tazzini progetta la facciata con avanzamento del fronte rispetto allo stato precedente. 1860 Luce a gas ed elettrica Arriva l’illuminazione a gas. Nel 1883 il lampadario ad Argand (a olio) viene sostituito dall’elettricità con un impianto collegato alla stazione centrale di Santa Redegonda: è il primo al mondo in un teatro. 1920 Ammodernamento del palcoscenico Arretramento della ribalta e ammodernamento del palcoscenico e dei servizi tecnici: demolizione di tre pilastri piermariniani. Dieci anni dopo comincia il restauro della Scala. Nel 1935 viene ristrutturato il ridotto dei palchi. Nel 1937 viene realizzato il palcoscenico a ponti e pannelli mobili. 1955 Inaugurata la piccola Scala Il 29 dicembre apre la Piccola Scala con 600 posti circa. Nel 1977 nasce la biglietteria in zona interrata in piazza della Scala. IL RESTAURO 18 l’altezza della nuova Torre scenica che verrà realizzata dopo la ristrutturazione del palcoscenico. Servirà a trasportare le enormi impalcature utilizzate per le opere 75 miliardi è il costo che il comune di Milano dovrà pagare all’azienda appaltatrice dei lavori la Ccc (Consorzio cooperative costruzioni) con sede a Bologna 3 gli anni di chiusura della Scala per i lavori di restauro e ristrutturazione. Nel 2004 il teatro del Piermarini sarà riaperto in quanto è presumibile che i tempi tecnici verranno rispettati 100 sono gli operai che quotidianamente lavoreranno nel cantiere della Scala. Tre le fasi principali: demolizione, costruzione e finiture LA SFIDA I LAVORI AL VIA IN FEBBRAIO, COSTERANNO 75 MILIARDI. RIAPERTURA NELL’AUTUNNO 2004 Scala, tre anni per trasformarsi In palcoscenico la grande rivoluzione Maurizio Di Gregorio n un video che l’ingegnere Franco Malgrande, uno dei coordinatori alla progettazione del teatro alla Scala, definisce «copia di lavoro» si vede, grazie a una elaborazione elettronica, il teatro milanese «spogliato», uno strato dopo l’altro, fino alle fondamenta per capire che cosa avverrà dopo la ristrutturazione. Il momento della svolta è arrivato. La Scala chiude per tre anni. I lavori cominceranno in febbraio. Il teatro che Milano avrà nell’autunno del 2004 sarà, pur mantenendo il suo storico e glorioso «involucro», un edificio più sicuro per i lavoratori e tecnologicamente avanzato. La grande rivoluzione avverrà dietro il sipario, sul palcoscenico dove l’esperienza professionale delle maestranze scaligere conviverà con i nuovi macchinari. Uomo e computer, in una simbiosi, così almeno si spera, che rispetti allo stesso tempo tradizione e futuro. «Il progetto — spiega l’ingegner Malgrande — ha due aspetti. Da una parte il restauro conservativo di tutta la zona monumentale: la sala, i servizi per il pubblico, il bar, i foyer. Dall’altra la ristrutturazione del palcoscenico, della torre scenica e della sale prove, camerini, uffici e servizi. Verranno abbattuti con una demolizione "controllata" alcuni pilastri per permettere a orchestra, corpo di ballo e coro di avere spazi soddisfacenti. Servono almeno 20 metri per 15. Ovviamente in alcune aree in cui si parla di restauro saranno effettuate anche piccole I ristrutturazioni, consolidamenti su alcuni solai e altre piccole operazioni di pulizia». Il progetto esecutivo sta per essere approvato. Vincitrice dell’appalto è la Ccc (Consorzio cooperative costruzioni) di Bologna che fa parte della Lega delle cooperative. E’ riuscita a spuntarla sulle altre 15 imprese che hanno partecipato alla gara. Il Comune di Milano, in quanto proprietario dell’immobile, ha poi effettuato una ulteriore selezione da cui sono venute fuori cinque ditte. L’ammontare complessivo dei lavori era stimato in 98 miliardi. «Noi — spiega Malgrande — avevamo dato un tetto massimo e la ditta, dopo aver analizzato e valutato tutti gli elementi e i documenti, ha comunicato l’offerta migliore, che è stata di circa 75 miliardi». Ma quali saranno le reali modifiche apportate alla Scala? «La sala — chiarisce Malgrande — rimane così com’è: con i colori, gli arredi, i decori, le forme che siamo stati abituati a vedere. Le dorature verranno ripulite, scompariranno i segni sulle tavole di parapetti e riverniciate le porte dei palchi. Tutto rimarrà immutato anche perché c’è il vincolo della soprintendenza. Il numero e la disposizione dei posti in platea sarà lo stesso. Ci sarà un piccolo aumento dei posti in galleria grazie a una migliore distribuzione. I posti in piedi sono stati eliminati. Quindi verrà ricavata qualche decina di altri posti a sedere». Sono questi cambiamenti ad aver suscitato i malumori dei loggionisti, che non vogliono perdere la possibilità di acquistare gli ingressi in piedi dell’ultimo minuto. «Gli infissi — continua Malgrande — non saranno toccati, solo restaurati. La moquette verrà sostituita con un parquet di legno e le poltrone avranno lo schienale esterno e alcune parti in legno per evitare la presenza di tutta quella stoffa che assorbe il suono». I radicali cambiamenti sono nell’area tecnica del teatro. «Il palcoscenico — aggiunge — sarà ingrandito con una forma a «elle» nell’area di servizio dove una volta c’era la Piccola Scala. I camerini verranno ridistribuiti non più nella parte posteriore, ma in quella laterale, sempre vicino al palcoscenico per un fatto di comodità. La torre scenica era stata concepita per scenografie dipinte che venivano piegate e portate via, oggi con allestimenti costruiti è faticosissimo lavorare così e dunque la struttura dev’essere alzata. L’altezza minima, viste le dimensioni della sala e del boccascena, è di almeno trenta metri. Quella attuale è di 27, ma vogliamo che i nostri tecnici lavorino con la massima tranquillità senza problemi. Così dobbiamo alzare ancora di almeno altri due metri. La misura della torre scenica non è ancora definitiva ma sarà intorno ai 32 metri». La ristrutturazione del palcoscenico ha provocato molte reazioni. Si è persino formato un comitato guidato da Luisa Secchi Tarugi, Una demolizione «controllata» per allargare l’area degli allestimenti: con una forma a «L» sarà occupata anche la superficie che un tempo ospitava la Piccola Scala. Sala e foyer saranno soltanto ripuliti. Meno moquette e più legno per migliorare l’acustica. Aboliti i posti in piedi. Trasloca il museo figlia dell'ingegnere artefice del palcoscenico scaligero del dopoguerra, per difendere un'area del teatro da considerare storica. Il sottosegretario alla Cultura Sgarbi, anche in seguito alle preoccupazioni di alcuni architetti e scenografi oltre che di Carla Fracci sui restauri e l'acustica, ha chiesto una perizia all'architetto Pier Luigi Cervellati. Risultato: nessun cambiamento nel programma dei lavori, ma i materiali scenotecnici del palcoscenico e alcuni elementi architettonici della Piccola Scala saranno conservati in un piccolo museo apposito all'Ansaldo. Nei quattro anni di chiusura del teatro ci saranno attività che verranno spostate fuori e poi torneranno in sede. Il museo verrà trasferito a Palazzo Busca, di proprietà arcivescovile, in corso Magenta. L’area in cui è stato ospitato finora il Biffi Scala verrà ristrutturata lasciando uno spazio attrezzato per la ristorazione. Il ristorante non è di proprietà della Scala, ma del Toulà: non sappiamo se tornerà come Biffi Scala o ci sarà un’altra caffetteria». Nel cantiere lavoreranno circa cento persone al giorno, i lavori avranno tre fasi. La prima, di demolizione, sarà più frenetica; poi una seconda, di costruzione; infine una terza, dedicata alle finiture, avrà bisogno di molta mano d’opera. Gran parte delle operazioni si svolgeranno fuori dal teatro: presso aziende, fornitori o altri cantieri. Poi i prodotti realizzati verranno trasportati alla Scala.