le idee delle donne

Transcript

le idee delle donne
LE IDEE DELLE DONNE
PER IL CONGRESSO SPI-CGIL EMILIA ROMAGNA
Questo nostro Congresso è un'occasione particolarmente utile per proporre alla
discussione della nostra categoria regionale, le idee e le considerazioni scaturite in questi
anni di lavoro e riflessione del Coordinamento Donne Spi dell'Emilia Romagna.
Il lavoro dei Coordinamenti Donne Spi si è caratterizzato e fatto apprezzare per la grande
ricchezza e libertà di idee e di iniziative; ha mostrato la spiccata capacità di raccontarsi
delle donne, di stare insieme, di cogliere i problemi e di fare proposte per risolverli. E'
dunque un patrimonio da sostenere e valorizzare, una ricchezza di tutto lo Spi nel suo
insieme.
Le difficoltà che viviamo sul piano economico, sociale ed etico e la crisi del ruolo di
rappresentanza del sindacato richiedono alla nostra organizzazione un vero e proprio salto
di qualità nella relazione con gli iscritti: è necessario mettere al centro la partecipazione
democratica e l'ascolto di coloro che rappresentiamo.
Su medesime basi di ascolto e coinvolgimento pensiamo si debbano tessere i fili del
confronto delle donne pensionate sia dentro l'organizzazione che nel territorio, per andare
oltre l'oscura complessità dell'oggi.
Il ruolo dei Coordinamenti Donne Spi
Possiamo affermare con soddisfazione che lo Statuto dello Spi-Cgil assegna un importante
ruolo ai Coordinamenti Donne e questo è certamente il frutto di una battaglia politica e
della volontà delle donne pensionate.
I Coordinamenti Donne sono attivi in tutte le province dell'Emilia Romagna e in molte
Leghe Spi. Ovunque hanno lavorato molto e hanno saputo esprimere proposte, originalità
nelle iniziative, capacità politica, soprattutto sui temi di interesse delle donne pensionate e
non.
Sulla violenza contro le donne, in ogni territorio i Coordinamenti Donne Spi hanno svolto un
vasto numero di iniziative; sulla medicina di genere e sul rilancio dei consultori familiari si
sono concretizzate, in alcune realtà della regione, nuove risposte per le donne oltre i 65
anni; sulla memoria, attraverso i percorsi autobiografici delle donne, si è ricostruita una
parte di storia del territorio e del suo tessuto produttivo. Vogliamo ricordare che sono state
soprattutto le compagne dei Coordinamenti che hanno partecipato, con generosità ed
entusiasmo, al lavoro dei campi della legalità, svolgendo un ruolo importantissimo nel
dialogo intergenerazionale.
Le donne dunque hanno saputo dialogare, proporre e negoziare, quando necessario, con
le Istituzioni e le Associazioni del territorio con autonomia ed autorevolezza, valore
qualificante di tutta la Cgil.
I Coordinamenti Donne Spi, attraverso la loro attività hanno in parte risposto ad un tema
generale della categoria, cioè quello della partecipazione, del coinvolgimento di una vasta
platea di donne e uomini pensionati, che possono dare il proprio contributo con le proprie
competenze, capacità, aspirazioni.
A fronte di tutti questi elementi positivi ce n'è uno decisamente negativo. C'è la percezione
che i Coordinamenti Donne hanno di essere marginali all'interno dello Spi. E' come se ci
fossero due velocità all'interno della categoria stessa, due luoghi differenziati; uno formale
e uno informale. Ci sono compagne, anche molto attive nei Coordinamenti che sono
riluttanti o disinteressate ad intervenire, a partecipare alla discussione più complessiva
all'interno dei Comitati Direttivi Spi o comunque nelle sedi proprie e decisionali. Il motivo è
quello che molte compagne sottolineano: nei direttivi si parla poco dei problemi concreti del
territorio e troppo di politica nazionale, e questo aumenta le distanze. Manca la
concretezza, manca la verifica che le decisioni assunte si concretizzino davvero.
Questa sorta di “autoesclusione” dalle scelte e dalla discussione dell'organizzazione
pensiamo sia un segnale che parla non solo a noi donne dello Spi, ma a tutta la categoria.
L'investimento in percorsi formativi, un po' su tutti i temi e nello specifico su autobiografia e
memoria svolti negli anni dallo Spi, l'inserimento di compagne con esperienze di lavoro
qualificate e buona scolarizzazione, oltre che la preziosa esperienza sindacale hanno
determinato una maggiore consapevolezza di sè nelle donne dei coordinamenti.
Per questo la difficoltà a partecipare a momenti decisionali e formali della categoria, non
sono riconducibili, nella maggior parte dei casi, al sentimento di inadeguatezza, ma
piuttosto alla necessità di fare sindacato in modo innovativo e adeguato ai tempi, di
assumere decisioni legate alla realtà.
Le modalità partecipative che abbiamo sperimentato come i gruppi di lavoro, il
coinvolgimento di compagne sulla base di progetti a termine, ritualità meno ripetitive, il
dialogo con associazioni e “mondi esterni” a noi, con la scuola, con le ragazze ed i ragazzi,
potrebbero rivelarsi più efficaci non solo per il coinvolgimento delle compagne, ma
pensiamo anche dei compagni.
Per le donne dello Spi è importante dare corpo e anima ai Coordinamenti, partendo dai
bisogni, dalle aspirazioni delle persone coinvolte e riscontriamo progressivamente che
questo è vero anche per i compagni.
La contrattazione sociale territoriale e le donne
La consapevolezza del nostro ruolo sindacale, che ha alla base obiettivi di giustizia sociale,
di affermazione dei diritti e di miglioramento delle condizioni delle persone mette al centro
della nostra attività la contrattazione.
Lo Spi pone da anni al centro della propria azione sindacale la contrattazione territoriale
sociale con le Istituzioni del territorio, in sinergia con la Confederazione, per migliorare la
qualità, la quantità, l'appropriatezza dei servizi. Riteniamo che le donne possano svolgere
un ruolo importante in quest'ambito strategico della categoria, anche in virtù della presenza
delle responsabili dei Coordinamenti all'interno dei Dipartimenti Contrattazione Spi.
Spesso le compagne del sindacato pensionati hanno privilegiato le attività nell'ambito dei
servizi di tutela (in questi anni una vera propria emergenza).
Dare una risposta immediata alle persone che vengono nella Lega ed esprimono un
bisogno, restituisce senso e utilità alla propria azione. Non avviene la stessa cosa nel
confronto con le Istituzioni, non sempre produttivo. La tutela dei diritti è infatti una
questione centrale, non esclusiva per la categoria, che va strettamente connessa alla
contrattazione territoriale.
La cultura della Contrattazione sociale, sta maturando anche all'interno dei Coordinamenti
Donne Spi, in particolare in questi ultimi anni, sia a seguito di queste positive esperienze
(es. servizi nei consultori per donne over 65, prima inesistenti), ma anche grazie alla
formazione svolta dalla categoria.
C'è la percezione che alcuni risultati concreti si possano ottenere, anche in una fase di
crisi, non è solo una questione economica, ma di scelte. Inoltre il significativo lavoro di
proposta delle donne scaturito dai gruppi di lavoro nazionali su: “lavoro di cura e
caregiver”; “consultori e medicina di genere”; “violenza sulle donne” ha fatto sì che si
sviluppasse, anche nel territorio, non solo nei gruppi nazionali, un'approfondita discussione
di merito. Nella nostra regione, ad esempio, in quasi ogni territorio si sono discussi,
approfonditi e arricchiti i documenti nel loro percorso di costruzione.
La proposta sul “lavoro di cura e caregiver” è stata assunta dalla Segreteria Spi dell'Emilia
Romagna, un risultato del Coordinamento Donne positivo, frutto di un lavoro comune.
Sulle azioni da mettere in campo sulla Contrattazione, non intendiamo aggiungere più di
quanto affermato nei nostri documenti congressuali, sentiamo però l'esigenza forte di
aprire un confronto con le giovani compagne delle categorie. Parlare di Consultori e Case
della Salute, di violenza sulle donne e medicina di genere, non può prescindere da questo
rapporto con le delegate. Questa relazione che definiamo “necessaria” deve essere il
perno di quella continuità di militanza che tanto auspichiamo, anche sul versante del
tesseramento, oltre che della partecipazione alla vita del sindacato dei nuovi pensionati. E'
un tema che poniamo anche alle nostre compagne della Confederazione, per avviare
insieme a loro una riflessione sulle possibili modalità per realizzare tale sinergia.
Dobbiamo ripensare a strumenti inediti di rappresentanza delle donne, sia all'interno delle
categorie che della confederazione.
Le nostre proposte di lavoro
Le priorità del lavoro dei Coordinamenti Donne Spi dei prossimi mesi saranno certamente
in continuità con il lavoro elaborato dai gruppi nazionali sopracitati:
 Vogliamo realizzare quanto previsto nella piattaforma per il contrasto e la
prevenzione della violenza sulle donne, anche le donne anziane, fenomeno poco
conosciuto e sondato. Intendiamo interloquire con la Cgil e le categorie, in primo
luogo e poi con le Istituzioni e le Associazioni del territorio, per porre mano alla
carenza di risorse che penalizza i centri antiviolenza e le case rifugio. Vanno istituiti
tavoli inter istituzionali, che vedano le Forze dell'ordine, le Istituzioni Scolastiche, le
Autonomie Locali, le Aziende Sanitarie, ecc. lavorare insieme per definire protocolli
e linee guida, che prevedano un'adeguata formazione per tutti gli operatori, pubblici
e privati (anche utilizzando i Fondi Europei) e la presa in carico delle donne vittime
di violenza.
 Vogliamo sia riconosciuto e sostenuto il caregiver, quasi sempre donna, che si
prende cura del familiare non autosufficiente. Tale sostegno si realizza attraverso
una solida rete di servizi nel territorio, opportunamente finanziati, evitando di
lasciare peso e responsabilità solo alle famiglie.
 Rivendichiamo il rilancio e la qualificazione dei Consultori familiari da restituire alla
laicità della loro funzione. Pensiamo debbano rispondere ai bisogni delle donne di
tutte le età e chiediamo che ritornino ad essere centri per la salute delle donne, per
la prevenzione e l'educazione alla salute, con un approccio multidisciplinare
integrato degli operatori. Chiediamo inoltre un maggiore sostegno e diffusione della
medicina di genere, recente disciplina scientifica che ha l'obiettivo di assicurare
appropriatezza nelle diagnosi e nelle terapie. Il coordinamento donne Spi E-R
Ritiene che tale approccio innovativo debba essere assunto nel Piano Sociale e
Sanitario Regionale ed essere oggetto di formazione per i professionisti.
 Intendiamo proseguire il nostro importante lavoro sulla memoria delle donne, per
ricordare a noi e alle giovani generazioni il ruolo che le donne hanno svolto nella
storia del nostro Paese, nella micro storia del loro territorio, nel suo tessuto
produttivo e sociale.
 Vogliamo rilanciare la riflessione e costruire proposte concrete sul tema delle
politiche abitative alternative, per dare risposte alle tante donne sole, spesso con
pensioni bassissime, che hanno il diritto di vivere la loro vecchiaia con dignità e
benessere.
 Infine vogliamo promuovere la formazione permanente, la cultura per tutte le età e
l'alfabetizzazione di chi vive e lavora nel nostro paese e non ne conosce ancora la
lingua, perché pensiamo che senza cultura un paese non può garantire un futuro ai
propri giovani.
Bologna, Marzo 2014