ARTE DEL RINASCIMENTO

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ARTE DEL RINASCIMENTO
ARTE DEL RINASCIMENTO
LA PITTURA ITALIANA DEL XVI SECOLO
in
DODICI INCONTRI
per conoscere i principali pittori italiani attraverso le opere e le notizie storicobiografiche giunte fino a noi.
La seguente scansione degli artisti è indicativa della successione con cui saranno
presentati, ma non vincolante in quanto potrà succedere che un argomento richieda
più della lezione di un’ora per essere completato, ed un altro, viceversa, si completi
in meno di un incontro.
1) Leonardo da Vinci e i pittori leonardeschi
2) Raffaello
3) Michelangelo
4) Giulio Romano, Pontormo, Rosso, Andrea del sarto, Sebastiano del
piombo.
5) Giorgione
6) Tiziano
7) Tiziano, Pordenone, Romanino
8) Lotto
9) Correggio
10) Parmigianino, Bronzino, Giorgio Vasari, Cambiaso, Bassano
11) Tintoretto
12) Tintoretto, Paolo Veronese, Moroni, Arcimboldi.
QUALI
NOVITA’ CARATTERIZZANO
PITTURA DEL ‘500
LA
La
prima
metà
del
‘500
è
un
momento
di
straordinario sviluppo delle arti, ed è denominato
Rinascimento maturo, in quanto si realizzano le
premesse poste dall’Umanesimo.
Gli artisti, che spesso sono pittori e scultori
contemporaneamente, a volte anche architetti ed
urbanisti, hanno un ruolo che acquista un sempre
maggiore peso nella vita cittadina.
La prima metà del secolo rappresenta per la
penisola italiana un periodo difficile, terra di
conquista per francesi e spagnoli.
All’instabilità politica si sommano epidemie di
peste, crisi economica dovuta alla scoperta
dell’America che fa diminuire i commerci del
Mediterraneo, la crisi religiosa che divide
l’Europa in due parti (al nord i protestanti, al
sud
i
cattolici),
la
crisi
scientifica
e
filosofica (teoria Copernicana in contrasto con le
teorie umanistiche che vedevano l’uomo al centro
del mondo).
La diffusione delle scoperte scientifiche e delle
rappresentazioni
artistiche
è
dovuta
all’uso
sempre maggiore della stampa.
Le
illustrazioni
sono
ottenute
attraverso
l’incisione
di
una
matrice
(xilografie
e
calcografie) o attraverso incisione indiretta per
mezzo
di
acidi
corrosivi
(acquaforte
e
acquatinta).
(Albrecht
Dùrer,
1471-1528,
che
viaggiò molto in Italia, grande incisore tedesco,
divulgò il linguaggio rinascimentale con le sue
incisioni a soggetto religioso).
Mentre nel ‘400 i centri dell’arte italiana sono
le piccole corti umanistiche (Firenze, Milano,
Mantova, Urbino, Padova, Ferrara per citarne
alcune), nel ‘500 l’arte si sviluppa nelle grandi
città: Roma, soprattutto, e poi Firenze e Venezia.
Sul finire del secolo si verifica l’affermarsi del
Manierismo.
Il Manierismo, considerato per molto tempo un modo
di fare pittura alla “maniera” dei grandi Maestri
rinascimentali,
Leonardo,
Raffaello
e
Michelangelo, in realtà è
oggi rivalutato per
aver portato alle estreme conseguenze la crisi
spirituale del
mondo cinquecentesco (crisi già
avvertita da Raffello e Michelangelo).
Il Manierismo esprime le paure e le ansie
dell’uomo. All’ottimismo del Rinascimento subentra
l’inquietudine dell’esistenza e la consapevolezza
dei limiti dell’essere umano.
Dall’Italia il Manierismo si diffonde in tutta
Europa propagandato da quegli artisti stranieri
che vengono a conoscere l’ Italia
o
per i
frequenti soggiorni nelle corti europee di Artisti
italiani
come
Arcimboldi.
Rosso
Fiorentino
e
Giuseppe