GUIDA - La sicurezza nei laboratori chimici

Transcript

GUIDA - La sicurezza nei laboratori chimici
ISTITUTO CENTRALE PER IL RESTAURO
Laboratorio di Chimica
Laboratori scientifici: strumenti di prevenzione e
controllo
Giuseppe Guida
*
La sicurezza nei Laboratori Chimici - Corso di Laurea in Chimica,
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali - Prof. Sandro Torroni
La sicurezza nei laboratori chimici
CLASSIFICAZONE DEI RISCHI NEI LABORATORI CHIMICI
Le attività operative svolte nei laboratori chimici comportano non solo la manipolazione di
sostanze chimiche (reagenti, prodotti e sostanze), ma anche l'uso di utensili, apparecchiature per lo
svolgimento delle varie operazioni e strumentazione scientifica. Questa ultima comprende tutta una
serie di strumenti che risultano ormai indispensabili in un laboratorio per l'esecuzione delle attuali
tecniche analitiche e/o per la caratterizzazione delle varie sostanze.
Tale attività comporta naturalmente una serie di rischi connessi con le varie operazioni da
eseguire, rischi che possono essere sia di tipo infortunistico, legati per lo più ai rischi di lesioni
traumatiche di natura fisica, sia di tipo igienico-ambientale, legati invece all'esposizione ad agenti e/o
fattori nocivi presenti nell'ambiente di lavoro dei laboratori, tali da compromettere la salute degli
operatori.
Tra i rischi di tipo infortunistico si possono annoverare:
• rischi
• rischi
• rischi
di lesioni per ferite da taglio;
di lesioni da ustioni termiche;
di lesioni connesse all'impiego di apparecchiature operanti sotto pressione o vuoto;
• rischi di lesioni dovute a manipolazione di sostanze chimiche;
Questi ultimi possono essere classificati a seconda delle caratteristiche delle sostanze impiegate, in
rischi da:
• incendio ed esplosione;
• contatto, ingestione e inalazione accidentale di sostanze tossiche o aggressive (irritanti e/o
corrosive).
Tra i rischi di tipo igienico-ambientale sono compresi quelli relativi alla esposizione a sostaze
presenti nell'ambiente dei laboratori in concentrazioni tali da alterare i normali parametri igienicoambientali del luogo di lavoro e da comportare di conseguenza la potenziale compromissione
dell’equilibrio biologico degli operatori esposti. Questi fattori di rischio possono essere ricondotti a:
•
agenti di tipo chimico: esposizione per inalazione, contatto ed, indirettamente, ingestione di sostanze
inquinanti presenti nell'ambiente sotto forma di gas, vapori, fumi, nebbie e polveri;
•
agenti di tipo fisico: esposizione a rumore, vibrazioni, ultrasuoni, parametri microclimatici alterati,
nonché radiazioni ionizzanti e non ionizzanti (ottiche, radiofrequenze, microonde, etc.).
In questo settore non basta imparare a lavorare, ma è necessario
imparare a lavorare bene ed in sicurezza.
2
Di seguito vengono riportate le cause, le misure di sicurezza e gli interventi tecnici di
prevenzione relativi ai vari tipi di rischio infortunistico più frequentemente rinvenibili nell'ambito delle
attività dei laboratori chimici.
1.1 Rischi di lesioni per ferite da taglio
Sono fra gli infortuni più frequenti che avvengono nei laboratori. Sono per lo più connessi con
tagli causati da contatto con i bordi taglienti di frammenti di vetro provenienti da rottura di attrezzature
e/o apparecchiature.
La frequenza di tali incidenti è facilmente correlabile con la grande diffusione e l'enorme uso che
si fa in laboratorio di apparecchiatura in vetro (vetreria di laboratorio) e, d'altra parte, con la facilita che
queste hanno di rompersi per caduta o sollecitazione meccanica e/o termica.
Le caratteristiche di inerzia chimica e di resistenza al calore, fanno, infatti, del vetro il materiale
più indicato per la realizzazione di contenitori e di recipienti da usare nelle procedure operative di
laboratorio. La sua fragilità lo rende tuttavia particolarmente delicato e, quindi, fonte di rischio per
l'operatore in relazione alla possibilità di tagli per contatto con i frammenti e impatto con schegge,
specie durante la lavorazione del vetro o l'assemblaggio di apparecchiature con componenti in vetro.
Lavorazione del vetro ed uso della vetreria
Un'operazione che rappresenta un notevole rischio di infortuni da taglio è la lavorazione del
vetro. Il taglio delle bacchette o delle canne di vetro, per intaccatura e rottura, la preparazione di
tubicini, pipette e capillari, nonché in particolare l'introduzione delle bacchette e dei tubicini nei tappi
di gomma forati sono tutte operazioni che vanno eseguite proteggendo le mani con guanti leggeri di
cuoio od almeno con stracci o pezze di tessuto. Tale protezione acquista particolare rilievo nel
trattamento manuale della vetreria di laboratorio, specie quando queste operazioni comportano una
tensione del vetro. Esempi in tal senso sono dati dalle operazioni di asportazione di rubinetti e/o tappi
smeriglio bloccati nel collo degli imbuti separatori, dei palloni tarati o di altri recipienti; l'estrazione dei
termometri e/o dei raccordi inseriti nei tappi di gomma, specie se si opera senza uso di idonei
lubrificanti (glicerina, grasso siliconico, etc.).
Tutte queste operazioni comportano il rischio di improvvisa rottura della vetreria con
conseguente ferimento delle mani per contatto con gli spezzoni a bordi taglienti.
3
1.2 Rischi di lesioni da ustioni termiche
Si tratta di infortuni comuni nei laboratori. Nella maggior parte dei casi essi sono collegati alla
lavorazione del vetro e al contatto con superfici calde di apparecchiature (piatti riscaldanti,
termomantelli, etc.) o con vetreria calda. La probabilità di venire a contatto con superfici calde e con
fiamme e abbastanza frequente nell'attività di laboratorio, in quanto buona parte delle operazioni
chimiche è favorita dalla temperatura.
La fiamma del bunsen raggiunge temperature elevate (1400 °C) ed è quindi vantaggiosa in quanto
permette di portare rapidamente recipienti e materiali fino a temperatura di 700-800 °C. La fiamma del
bunsen presenta tuttavia lo svantaggio, comune a tutte le fiamme libere, di poter essere causa di
«innesco», ovvero di poter provocare incendi e/o esplosioni nel caso di lavorazioni con sostanze
infiammabili e/o esplosive.
Per quel che riguarda i rischi di contatti diretti con le fonti di calore, le fiamme libere, purché visibili,
costituiscono un rischio minore rispetto alle piastre riscaldanti. Queste ultime infatti dovrebbero avere
una spia che indichi non solo la fase di riscaldamento, ma l’avvertimento di “piastra calda” o della
temperatura della piastra. In genere, quando l'apparecchiatura raggiunge la temperatura di esercizio o
viene spenta, si spegne anche la spia luminosa e quindi nulla avvisa che l'apparecchiatura e ancora
calda. In mancanza di spia avvisatrice, sarebbe buona norma, mettere un cartello per avvertire che
l'apparecchiatura è, o potrebbe essere, calda e pertanto, la piastra non va toccata.
Particolari rischi di ustioni, oltreché di congelamento degli arti, possono derivare dagli esperimenti
condotti a bassa temperatura. Ghiaccio secco (anidride carbonica solida) e azoto liquido sono i mezzi
refrigeranti più comuni. Dovrebbe essere evitato l'uso di aria liquida specialmente se questa può venire
in contatto con sostanze organiche (rischio di combinazioni esplosive). Poichè alle condizioni normali
di pressione, la temperatura del ghiaccio secco e dell'azoto liquido sono rispettivamente di -78 °C e 196 °C, un eventuale contatto potrebbe comportare rischio di ustione da freddo e/o congelamento. Il
ghiaccio secco, pertanto, deve essere maneggiato con guanti di pelle o stracci. Si deve altresì fare
attenzione a non immergere mai le dita in un gas liquefatto. E consigliabile eseguire il travaso di azoto
liquido nei vasi di Dewar con cautela, a piccole porzioni, e indossando occhiali di protezione o visiera.
Primo intervento sugli infortunati
Le ustioni sono lesioni del tessuto cutaneo prodotte da calore elevato o da freddo intenso. Esse possono
essere classificate, a seconda della gravita, in:
• ustioni di 1° grado: lesioni con eritema superficiale e modico edema;
• ustioni di 2° grado: lesioni con ulcerazioni, edema con interessamento del tessuto sotto- cutaneo;
• ustioni di 3°grado: lesioni profonde con necrosi del tessuto e, nei casi più gravi, necrosi ossea.
La gravità delle ustioni dipende comunque oltre che dal grado anche dalla estensione e dalla
localizzazione. Nel caso di ustioni termiche leggere, si deve anzitutto lavare la parte interessata con
acqua fredda per rimuovere ogni traccia di sporcizia. Successivamente si applicano sostanze con effetto
anestetico e curativo quali: soluzione di acido picrico, vasellina, pomate specifiche, etc. Nei casi più
gravi è necessario il trasporto al pronto soccorso proteggendo la parte ustionata con garza sterile.
4
1.3 Rischi di lesioni connessi con l'uso di apparecchiature operanti
sotto vuoto
Le operazioni condotte sotto vuoto comportano sempre un rischio di “implosione”; il rischio è
sempre presente anche quando si operi con le pressioni residue ottenibili normalmente con una pompa
ad acqua (circa 15 mm Hg). Ovviamente esso e più alto se si adoperano pompe meccaniche con
pressione residua di circa 5 x l0-2 mm Hg. L'implosione comporta sempre la formazione di schegge di
vetro e la dispersione delle sostanze presenti nell’apparecchiatura. Ne deriva che per evitare le
conseguenze di un eventuale implosione, ogni apparecchio sotto vuoto dovrà essere protetto.
Essiccazioni sotto vuoto
Gli essiccatori sotto vuoto devono avere le seguenti caratteristiche:
• essere protetti da contenitori metallici o da una gabbia di rete metallica o anche da nastro adesivo
(trasparente);
• essere lubrificati con grassi opportuni “da vuoto” per assicurare la tenuta del coperchio (sono
consigliabili i grassi al silicone) e per evitare difficoltà nell’operazione di apertura.
1.4 Rischi di lesioni connessi con l’uso di apparecchiature operanti
sotto pressione
Alcune reazioni chimiche richiedono di operare sotto pressione di gas. In tali casi le reazioni
sono condotte in appositi recipienti realizzati in modo da sopportare le pressioni richieste e resistere al
contatto con i reagenti chimici nelle condizioni di pressione e temperatura previste. L'uso di contenitori
in vetro è in genere da evitare per ovvi motivi di sicurezza nei confronti di possibili esplosioni. In casi
eccezionali in cui si debbano utilizzare contenitori in vetro, si deve far uso di vetreria speciale, costruita
ad hoc (pareti di largo spessore, fondo tondo, etc.) ed opportunamente protetta da adeguati contenitori
metallici o rivestita da guaine in reti metalliche e posta al riparo di schermi protettivi.
Durante lo svolgimento delle varie operazioni, gli operatori devono sempre indossare occhiali di
sicurezza o schermi facciali.
5
1.5 Rischi connessi con la manipolazione di sostanze chimiche
La maggior parte delle sostanze chimiche comunemente utilizzate nei laboratori presentano un
grado più o meno elevato di pericolosità che dipende dalle loro proprietà chimiche, chimico-fisiche e
tossicologiche.
Una classificazione delle sostanze chimiche in funzione della loro pericolosità è stata predisposta da
una apposita Commissione della CEE. Essa prevede la suddivisione delle sostanze nelle seguenti classi
o categorie di rischio:
1. sostanze esplosive;
2. sostanze comburenti;
3. sostanze nocive;
4. sostanze tossiche;
5. sostanze infiammabili;
6. sostanze corrosive;
7. sostanze irritanti;
8. sostanze radioattive.
Ciascuna classe è contraddistinta da una lettera e da un simbolo internazionale che devono essere
riportati sulle etichette delle confezioni commerciali e su cartelli esposti nei luoghi di lavoro.
L'etichettatura delle confezioni di sostanze e/o preparati rappresenta un aspetto di fondamentale
importanza in termini di prevenzione nei confronti dei rischi connessi con la loro manipolazione. Ciò a
ragione del crescente numero di sostanze che si rivelano dannose per la salute. Si pensa che su 70 000
sostanze chimiche commercializzate almeno 20 000 presentino caratteristiche di pericolosità. Di grande
importanza risulta altresì la necessità di operare a livello internazionale al fine di proporre interventi
cautelativi omogenei in tutti i paesi. A tale riguardo la CEE ha predisposto una serie di direttive che
contemplano un comune modo di identificare i prodotti chimici nei paesi membri. La direttiva base fu
emessa nel 1967 (Direttiva CEE n.67/548 del 27/6/1967), che l’Italia ha recepito con la legge n.256 del
29/5/1974. In questa direttiva furono uniformate la classificazione e le etichettature delle sostanze
potenzialmente pericolose e fu riportata una prima lista in cui le sostanze pericolose sono state
suddivise in:
6
Esplosivi (E)
• sostanze o preparati che possono esplodere
per riscaldamento o a contatto di una fiamma
per attriti o urti (sostanze sensibili più del dinitrobenzene)
per mescolamento con combustibili
Infiammabili
(F)
• sostanze o preparati il cui punto di infiammabilita (flash point) è
inferiore ai 21 °C
• sostanze che, a temperatura e pressione ambiente, si infiammano
all'aria senza apporto di energia
• solidi che per vicinanza ad una sorgente di accensione si infiammano
facilmente, mantenendo la fiamma anche dopo allontanamento della sorgente
Comburenti
(O)
Tossici
(T)
Nocivi
(Xn)
Irritanti
(Xi)
• sostanze e preparati che a contatto con altre sostanze, soprattutto se
infiammabili, provocano reazioni fortemente esotermiche
• prodotti che per ingestione, inalazione o penetrazione cutanea possono
comportare gravi rischi per la salute sotto forma di intossicazione acuta o cronica e, in
casi estremi la morte
• sostanze o preparati che per ingestione, inalazione o penetrazione
cutaneapossono comportare rischi e pericoli
• sostanze non corrosive che per contatto immediato o prolungato provocano
infiammazioni o irritazioni della pelle o delle mucose
Corrosivi
(C)
• prodotti che a contatto con i tessuti vivi o con le attrezzature di
laboratorio li distruggono
Radioattivi (R)
• sostanze capaci di emettere radiazioni ionizzanti
7
In questa classificazione non sono previste quelle sostanze per le quali esistono normative specifiche:,
medicinali, gas compressi, munizioni, alimentari, etc. Anche per le sostanze radioattive sono previste
normative specifiche. Nella direttiva base è stata infine compilata una lista di 938 sostanze per le quali
sono state assegnate le specifiche frasi di rischio, contraddistinte con le sigle Rl, R2 ..Rn ed i rispettivi
consigli di prudenza, contrassegnati con le sigle Sl, S2 ..Sn.
Un sostanziale progresso della normativa sulla etichettatura delle sostanze pericolose è stato fatto con
la direttiva CEE 79/831 del 18/9/1979, cui l’Italia si e adeguata con il DPR 927 del 24/11/81, nota
come 6° modifica. Secondo questa direttiva infatti chiunque intenda immettere sul mercato una
sostanza, deve previamente acquisire tutti i dati possibili sulla nocività e pericolosità del prodotto,
riportando in modo chiaro sulla etichetta della confezione:
• il nome e l'indirizzo del fabbricante, del distributore e dell'importatore;
• il nome della sostanza;
• i simboli e le indicazioni di pericolo;
• le frasi di rischio specifiche per quella sostanza (frasi R);
• i consigli di prudenza (frasi S).
La sesta modifica ha altresì migliorata la classificazione delle sostanze pericolose aumentando le
categorie di rischio.
Estremamente
infiammabili (F+)
• prodotti o preparati liquidi il cui punto d'infiammabilità è
inferiore a O °C ed il cui punto di ebollizione è minore o uguale a 35
°C
Molto tossiche (T+)
• sostanze che per inalazione, ingestione o penetrazione
cutanea possono provocare lesioni o rischi estremamente gravi,
compresa la morte.
Pericolose per
l'ambiente (N)
• sostanze il cui utilizzo può provocare rischi a breve o lungo
termine per l'ambiente
8
Frasi di rischio
R 50 Altamente tossico per gli organismi acquatici.
R 51 Tossico per gli organismi acquatici.
R 52 Nocivo per gli organismi acquatici.
R 53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.
R 54 Tossico per la flora.
R 55 Tossico per la fauna.
R 56 Tossico per gli organismi del terreno.
R 57 Tossico per le api.
R 58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
R 59 Pericoloso per lo strato di ozono.
Cancerogene
• sostanze che per ingestione, inalazione o penetrazione cutanea possono
produrre il cancro o aumentarne la frequenza
Frasi di rischio
R 45 Può provocare il cancro.
R 49 Può provocare il cancro per inalazione.
Teratogene
• sostanze che possono risultare dannose per lo sviluppo normale del feto
Frase di rischio
R 47 Può provocare malformazioni congenite.
Mutagene
• sostanze che possono risultare dannose per lo sviluppo normale delle
cellule.
Frase di rischio
R 46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie.
Ne deriva che sarebbe estremamente importante, ai fini della sicurezza nella manipolazione delle
sostanze chimiche, imparare subito a leggere e capire il significato delle etichette poste sulle confezioni
dei reagenti e/o dei preparati che entrano in laboratorio ed associare ad essi immediati criteri di
sicurezza o meglio ricavandoli sulla base dei rischi segnalati (frasi R; tabelle I e II) e dei consigli di
prudenza (frasi S; tabelle III e IV).
In conclusione, la manipolazione delle sostanze chimiche nei laboratori rappresenta una potenziale
fonte di rischi che, dal punto di vista infortunistico, possono suddividersi in:
• rischi di esplosione ed incendio;
• rischi di contatto accidentale con sostanze corrosive e/o irritanti e/o tossiche.
9
1.6 Rischi di incendio ed esplosione
La combustione di una sostanza è una reazione chimica di ossidazione che si verifica soltanto quando
sono contemporaneamente presenti:
• il combustibile (sostanza ossidabile);
• il comburente (sostanza ossidante, generalmente l'ossigeno dell'aria);
• la sorgente di accensione, avente una temperatura sufficiente ad innescare la reazione.
La reazione di combustione si mantiene solo se il rapporto fra le quantità di comburente e di
combustibile è compreso entro certi limiti e se la temperatura della miscela rimane ad un livello
opportuno; tali valori limite variano da sostanza a sostanza.
Si può dire che, praticamente, tutte le sostanze organiche (tranne poche eccezioni) sono combustibili,
ma solo una parte di esse presenta caratteristiche tali da dover essere classificate come sostanze
infiammabili e quindi pericolose. Le caratteristiche di infiammabilità di una sostanza chimica si
esprimono mediante tre dati sperimentali:
Punto di infiammabilità (flash point): è la temperatura minima (alla pressione di 1 atm) alla quale
una sostanza produce vapori in quantità sufficiente a formare con l'aria una miscela infiammabile.
Tale dato consente di stabilire se una sostanza, alla temperatura a cui viene conservata e manipolata,
può dar luogo ad incendi oppure no. Sostanze aventi un punto di infiammabilità molto al di sotto
della temperatura ambiente non devono essere lasciate allo scoperto, se non sotto adeguata
ventilazione.
• Temperatura di autoaccensione o di ignizione (ignition temperature): è la temperatura minima
alla quale i vapori di una sostanza, in miscela con l'aria nel rapporto corrispondente alla massima
infiammabilità, si accendono spontaneamente e mantengono la combustione senza bisogno di
ulteriore apporto di calore.
• Campo di infiammabilità o di esplosività: è l'intervallo di composizione della miscela combustibilearia entro il quale la miscela stessa è infiammabile o esplosiva. Al di fuori di questo intervallo la
combustione, anche se innescata, non si può propagare.
•
Le sostanze infiammabili vanno conservate e maneggiate in modo che non si verifichino mai
contemporaneamente tutte le condizioni che possono dare origine alla combustione. Tali sostanze si
conservano in recipienti ben chiusi, riempiti per non più di 3/4 (per compensare le dilatazioni
termiche), ed immagazzinati in luoghi ben ventilati e possibilmente isolati dal laboratorio. In
laboratorio, la soluzione ideale e rappresentata dall'uso di armadi antincendio, perfettamente isolati
dall'esterno, antifiamma e dotati di chiusure automatiche in corrispondenza di un innalzamento delle
temperature dell'ambiente: ciò evita il rischio che incendi prodottisi per altre ragioni trovino facile
alimentazione in solventi e prodotti infiammabili. La quantità di solventi o sostanze infiammabili
presenti in laboratorio deve essere sempre la minima indispensabile.
Le bottiglie di vetro vanno trasportate in cassette con il fondo chiuso in modo da contenere eventuali
travasi di liquido. Damigiane e fusti metallici devono essere spostati solo usando gli appositi carrelli; il
travaso di liquidi infiammabili in recipienti più piccoli va effettuato per mezzo di sifoni, in ambienti
isolati e lontani da sorgenti di calore. I fusti metallici vanno collegati elettricamente a terra durante
l'apertura ed il travaso, per evitare le scariche elettrostatiche.
Le sostanze infiammabili devono essere scaldate o evaporate sempre sotto cappa e lontano da fiamme,
resistenze elettriche scoperte, motori elettrici in funzione e superfici molto calde.
10
Solventi altamente infiammabili (etere, solfuro di carbonio, etc.) non vanno evaporati in recipienti
aperti, ma preferibilmente distillati.
Alcune sostanze chimiche particolarmente reattive si ossidano spontaneamente a contatto dell'aria fino
a raggiungere la temperatura di ignizione. Esempi comuni sono: fosforo bianco, alcuni composti
metallorganici (metallo-alchili), metalli finemente suddivisi (piroforici) quali: magnesio, alluminio,
etc. Queste vanno sempre maneggiate in atmosfera di azoto o altro gas inerte, oppure protette dal
contatto dell'aria con uno strato di liquido (ad esempio, il fosforo bianco si conserva sotto acqua). Altre,
come i metalli alcalini e molti idruri metallici, reagiscono con l'acqua formando idrogeno che può
incendiarsi per il calore di reazione. È necessario quindi evitarne assolutamente il contatto con l'acqua e
l'esposizione prolungata all'aria e conservarli sotto petrolio in recipienti chiusi.
Per le sostanze esplosive e comburenti valgono le stesse norme di sicurezza esposte per le sostanze
infiammabili. Devono essere conservate in locali esterni resistenti all'esplosione, e separati da quelli in
cui sono conservate le sostanze infiammabili. Le sostanze esplosive vanno sempre maneggiate sotto
cappa, con la massima attenzione e nella minima quantità possibile, usando adeguati mezzi di
protezione (occhiali, guanti, schermi di sicurezza, etc.). Si ricordi che molte di queste sostanze sono
assai sensibili ad urti, sfregamenti e surriscaldamenti, specialmente quando sono allo stato secco.
Particolarmente insidiosi sono i perossidi e gli idroperossidi organici che si formano in certi solventi
(eteri alifatici, diossano, tetraidrofurano, etc.) per prolungata esposizione all'aria e alla luce. Quando
questi solventi si distillano o si fanno evaporare, il perossido, eventualmente presente, si accumula in
fondo al recipiente e può dar luogo ad una violenta esplosione se l'evaporazione è prolungata fin quasi
a secchezza. Questi solventi vanno quindi conservati in bottiglie scure ben chiuse possibilmente in
presenza di inibitori di ossidazione (difenilammina, naftoli, idrochinone, rame metallico, Ce(OH) , etc.)
3
Molte sostanze di per se stabili possono dare origine a reazioni violente o a prodotti di reazione
esplosivi o tossici quando vengono a contatto con altre sostanze «incompatibili». Di tali incompatibilità
si deve sempre tenere conto quando si gettano via residui di sostanze diverse in un contenitore comune,
nonché quando si deve stabilire la disposizione delle varie sostanze nei depositi o nei reagentari.
11
1.7 Rischi da Contatto, Ingestione, Inalazione
In questo capitolo si vogliono evidenziare i rischi connessi con esposizioni accidentali a sostanze
chimiche capaci di arrecare danno alla integrità fisica e/o alla salute dell'uomo.
È noto che tutte le sostanze chimiche presentano, a seconda della loro natura, una serie di potenziali
effetti dannosi nei confronti dell'organismo umano, effetti che hanno portato ad una loro suddivisione
in: corrosive, irritanti, tossiche e nocive.
Sostanze Corrosive (C)
Le sostanze corrosive sono quelle che esercitano a contatto della pelle e/o delle mucose una vera e
propria distruzione dei tessuti (ustioni chimiche); mentre le sostanze irritanti (classe Xi; simbolo: croce
di S. Andrea) esercitano, nelle stesse condizioni, un azione infiammatoria
Esempi di sostanze corrosive sono gli acidi forti e loro precursori quali: cloro, bromo, fluoro,
dimetilsolfato, fosgene, cloruro di tionile, cloruri di acidi organici, ossidi di azoto, etc. e le basi forti o
loro precursori quali metalli alcalini, etc.
Sostanze Irritanti (Xi)
Esempi di sostanze irritanti sono invece: la formaldeide, il diossido di zolfo, i delipidizzanti
(idrocarburi alifatici ed aromatici, oli minerali, solventi in genere), i lacrimogeni, etc.
Sostanze Tossiche (T)
Per sostanze tossiche si vogliono invece intendere tutte quelle sostanze che una volta introdotte
nell'organismo vanno in circolo sanguigno (assorbimento) e, veicolate dal sangue, provocano effetti
dannosi su particolari organi e/o apparati, detti organi e/o apparati bersaglio. In tal modo tali sostanze
presentano un vero e proprio specifico meccanismo di azione con effetti che possono essere acuti o
cronici a seconda della dose assorbita e delle modalità di esposizione.
Esempi di sostanze tossiche sono i composti dei metalli pesanti Pb, Hg, Cd, Se, Cr, etc.) alcuni solventi
organici (solventi clorurati) gli antiparassitari, etc.
Sostanze Nocive (Xn)
Le sostanze nocive sono sostanze che provocano effetti dannosi sulla salute, effetti che tuttavia, a parità
di condizioni, risultano decisamente più modesti rispetto a quelli prodotti dalle sostanze tossiche. Ciò
anche in relazione al fatto che spesso i loro meccanismi d'azione sono diversi da quelli visti per le
sostanze tossiche. Esempi di sostanze nocive sono le polveri pneumoconiotiche, con particolare
riferimento alle polveri silicotigene e asbestogene, gli ossidi insolubili, i gas asfissianti, etc.
In genere può succedere che una sostanza presenti più di un effetto, ovvero possa essere tossica ed
irritante, tossica e corrosiva. etc.
12
1.8.1 Contatto
Per quando riguarda il contatto accidentale con sostanze chimiche, questo può essere causato da rottura
di contenitori con versamento sulla cute delle mani o sulle altre parti del corpo non protette da vestiario
ed in particolare sul viso e sugli occhi.
Operazioni di travaso e/o di prelievo da reagentario dovranno pertanto essere eseguite con molta
cautela ed attenzione, specialmente nel caso di operazioni di decantazione in soluzioni calde. In
particolare, si dovrà fare molta attenzione durante l'esecuzione di saggi in provette con riscaldamento
sulla fiamma in modo da evitare schizzi che possono colpire la cute o, peggio, le mucose oculari.
In genere si deve assolutamente evitare di eseguire in laboratorio operazioni di travaso di reagenti dai
recipienti di stoccaggio alle bottiglie del reagentario. Ciò al fine di evitare incidenti con massicce
fuoruscite di liquidi aggressivi o tossici che possono investire gli operatori od esporli a rischio di
inalazione. Va precisato che nel caso di contatto accidentale il pericolo maggiore è rappresentato dai
liquidi corrosivi. Non va tuttavia dimenticato che anche le sostanze tossiche possono penetrare
nell'organismo attraverso la via transcutanea, di conseguenza si dovrà fare attenzione a che esse non
vengano a contatto con la pelle.
E buona norma che nei contenitori del reagentario siano conservate le quantità strettamente necessarie
allo svolgimento delle attività giornaliere di laboratorio. Ciò in particolare per quel che riguarda gli
acidi e le basi concentrate.
Per questi, se possibile, sarebbe infatti consigliabile mettere a disposizione solo soluzioni già diluite
alla concentrazione necessaria per l'esecuzione delle prove.
Nel caso che sul banco di lavoro si versino sostanze corrosive e/o irritanti si dovrà provvedere ad un
immediato lavaggio del piano del banco con acqua.
Se le esercitazioni e le operazioni da eseguire prevedono l'uso prolungato di sostanze corrosive e/o
irritanti sarebbe opportuno fare uso dei guanti di gomma e proteggersi gli occhi con occhiali di
materiale plastico.
Nel caso, peraltro piuttosto frequente, che schizzi o getti di sostanze corrosive e/o irritanti vadano a
colpire gli occhi dell'operatore, con possibile rischio di ustioni per la mucosa oculare (ustioni chimiche
agli occhi), si deve intervenire immediatamente.
Le ustioni agli occhi si possono suddividere in ustioni da acidi, da basi, da sostanze organiche. Quelle
da basi (soda) sono di gran lunga più pericolose. Mentre infatti gli acidi non penetrano profondamente
nel tessuto, per la formazione di una barriera proteica insolubile, gli alcali continuano a penetrare in
profondità e richiedono quindi un lavaggio più prolungato.
In caso di intervento sugli occhi di un infortunato, i soccorritori devono provvedere a:
• irrigare subito, delicatamente, con grandi quantità di acqua corrente per almeno 15' o più se il
dolore è molto forte o persistente, avendo cura di tenere le palpebre dello infortunato ben aperte e
facendogli muovere gli occhi. Infatti una conseguenza del contatto con un irritante è un forte spasmo
che fa tenere le ciglia serrate. Il getto dell'acqua di lavaggio non deve essere troppo forte per non
aggiungere ulteriori danni all'occhio leso;
• non applicare mai unguenti senza il consiglio del medico;
• in generale, comunque, si deve portare l'infortunato in una clinica oculistica, anche se l'ustione è di
lieve entità, per eventuali controlli.
13
Le ustioni cutanee dovute a contatto di sostanze corrosive e/o irritanti, con la cute delle mani o di
altri parti del corpo, richiedono che il soccorritore debba provvedere a:
• identificare, se possibile, la sostanza contaminante;
• evitare di contaminare se stesso indossando guanti ed occhiali a tenuta;
• lavare abbondantemente con acqua corrente la parte contaminata per almeno 15';
• togliere tutti gli indumenti contaminati inclusi scarpe, orologio, anelli, etc.;
• lavare con acqua o acqua e sapone nel caso che la sostanza sia insolubile in acqua;
• non usare unguenti o creme senza il consiglio del medico;
• è comunque sempre consigliabile l'immediato ricovero in ospedale.
Se nel contatto è stato interessato anche il vestiario, si dovrà procedere dopo l'allontanamento,
al suo completo e profondo lavaggio con acqua e detersivo prima di poterlo di nuovo indossare.
Sono noti casi di intossicazione per uso prolungato di vestiti esposti a gas e vapori aggressivi
(irritanti o corrosivi).
1.8.2 Inalazione
L'inalazione casuale di sostanze nocive può avvenire in seguito ad un incidente capace di provocare
una notevole concentrazione ambientale di gas e/o vapori nell'immediata vicinanza del posto di lavoro.
Ciò potrà succedere nel caso di mancato funzionamento della cappa di aspirazione, di una erronea
operazione che mette a contatto sostanze incompatibili tra loro o, infine, per spillaggio o rottura di
recipienti contenenti materiali volatili (solventi) o che reagiscono con l'umidità dell'aria dando luogo a
prodotti volatili nocivi (cloruro di tionile che sviluppa HCl e SO ).
2
Nel caso di inalazione di gas o vapori nocivi con particolare riferimento a sostanze tossiche, gli
interventi di primo soccorso devono essere mirati e variano a seconda della sostanza che è stata inalata.
In attesa del medico i soccorritori devono tuttavia provvedere alle seguenti operazioni:
• trasportare immediatamente l'infortunato all'aria aperta, avendo cura, in caso di intervento in
luoghi inquinati da gas altamente tossici (Cloro, H S, HCN, etc), di indossare un'idonea maschera
2
antigas;
• fare sdraiare l'infortunato con le gambe sollevate, allentargli colletto e cintura e coprirlo con una
coperta;
• In caso di difficoltà respiratorie somministrare all'infortunato ossigeno a bassa pressione e
chiamare immediatamente il medico;
• nel caso di perdita di sensi, sdraiare l'infortunato sul dorso con la testa girata su un lato e
somministrargli ossigeno a bassa pressione;
• Se l'infortunato non respira più, praticare la respirazione artificiale bocca a bocca o, nel caso di
esposizione ad HCN, respirazione artificiale meccanica, mai bocca a bocca). Alla ripresa della
respirazione, somministrare ossigeno a bassa pressione fino all'arrivo del medico.
La maggior parte delle sostanze irritanti possono provocare un edema polmonare anche dopo un
periodo di latenza di diverse ore. Occorre quindi tenere il paziente sotto osservazione continua per
alcuni giorni.
È assolutamente vietato entrare in luoghi confinati (piccoli locali, scantinati, etc.), dove si è verificata
una emissione di gas o vapori tossici o nocivi, senza indossare gli idonei mezzi di protezione.
14
1.8.3 Ingestione
L'ingestione accidentale di sostanze nocive per la salute, siano esse sostanze aggressive
(corrosive e/o irritanti) che tossiche, può considerarsi, in genere, un caso assolutamente fortuito, ma
presenta una frequenza che si rileva quasi sempre più alta del prevedibile. Nella maggioranza dei casi
l’ingestione di sostanze aggressive o tossiche, di norma liquide, è provocata dall'uso del prelievo di
reagenti con le pipette tarate o graduate. Ciò può succedere quando non c'è sufficiente liquido nelle
bottiglie di prelievo, o la punta della pipetta non pesca sufficientemente o, infine, nel caso di
formazione di bolle d'aria lungo il cilindro della pipetta. Questo dimostra che l'operazione di prelievo di
liquidi nocivi con la pipetta ad aspirazione deve essere fatta con molta cautela e con molta attenzione:
sarebbe buona norma utilizzare le propipette che garantiscono la sicurezza dell'operazione.
Altro aspetto di particolare importanza nella prevenzione del rischio da ingestione di sostanze
nocive e quello di non utilizzare mai i contenitori di bevande e/o alimenti quali recipienti per reagenti o
materiali di laboratorio, in particolare per sostanze pericolose. Se l'infortunato ha ingerito una sostanza
tossica, ma non ha perso i sensi e non ha convulsioni, dolori forti e sensazione di bruciore nelle prime
vie respiratorie, occorre fargli bere molta acqua o latte e poi provocare il vomito. Soltanto in caso di
ingestione di acidi forti, sostanze caustiche, solventi volatili e assolutamente sconsigliabile far vomitare
l'infortunato per evitare altri danni all'esofago ed alla laringe, per ulteriore contatto con le sostanze
corrosive o complicazioni polmonari in caso di solventi volatili.
Per quanto detto ogni laboratorio dovrebbe essere fornito di una idonea cassetta di pronto soccorso e
degli idonei mezzi personali di protezione: guanti, maschere, occhiali, grembiuli, etc.
L'attività di laboratorio espone non solo ad incidenti fortuiti che, come abbiamo visto, possono
ricondursi nel quadro dei rischi infortunistici, ma anche ad una serie di rischi connessi con l'esposizione
prolungata a sostanze chimiche e/o ad agenti fisici eventualmente presenti nell'ambiente di lavoro, in
conseguenza dello svolgimento delle diverse operazioni eseguite.
Tali esposizioni potranno essere di entità variabile, ovvero più o meno elevate, a seconda delle
modalità operative adottate, e dalla idoneità delle strutture, della efficienza degli impianti di sevizio
(aeratori, cappe di aspirazione, etc.) della loro manutenzione e pulizia ivi compresa quella delle
apparecchiature e della strumentazione scientifica di laboratorio, nonché, infine, dell'attenzione che si
deve saper prestare a queste problematiche da parte degli utilizzatori. Tale esposizione non deriva
pertanto da cause accidentali, ma dalle prevedibili emissioni inquinanti che provengono dai normali
procedimenti operativi svolti.
Si tratta quindi di un fenomeno prolungato nel tempo che deve essere controllato al fine di contenerlo
entro limiti tali da non comportare danni per la salute dell'operatore esposto.
2.1 Esposizione ad agenti chimici
Durante lo svolgimento delle operazioni di laboratorio si ha inevitabilmente la creazione di una
serie di fonti di emissione verso l'ambiente di sostanze rinvenibili sotto forma di gas e/o vapori
(trattamento di sostanze volatili), di fumi e/o nebbie (agitazioni meccaniche, evaporazioni, calcinazioni,
reazioni tra sostanze incompatibili) e di polveri (macinazione dei campioni).
Tutto ciò comporta un certo inquinamento dell'aria dell’ambiente di lavoro (laboratorio) e, di
conseguenza, un'alterazione della normale composizione chimica dell'aria. Tale alterazione dipende dal
15
valore della sua concentrazione e del tempo di durata dell'esposizione, può comportare una potenziale
compromissione dell'equilibrio biologico del personale esposto (intossicazione cronica e malattie
professionali).
L'introduzione nell'organismo degli inquinanti avviene in questo caso essenzialmente per via inalatoria,
ma è facilmente intuibile che contribuiscono in misura più o meno elevata anche la transcutanea
(assorbimento cutaneo) e, in qualche caso quella gastrica (mancato rispetto delle norme igieniche:
mangiare e/o fumare con le mani sporche, etc.).
Il fatto che la via inalatoria rappresenti la via principale di introduzione degli inquinanti nell'organismo
risulta di fondamentale importanza nelle problematiche igienico-ambientali.
Ciò non solo per il fatto che gli inquinanti sono aerodispersi ma, in particolare, per la constatazione che
l'assorbimento da parte dell'organismo di una sostanza introdotta per via inalatoria risulta di gran lunga
superiore a quello che si avrebbe nel caso di assorbimento gastrico o transcutaneo.
Una oculata opera di prevenzione dovrà pertanto articolarsi attraverso una serie di interventi che
permettano, una volta individuata la possibile fonte di rischio, di controllarne le potenziali emissioni
inquinanti, al fine di eliminarle alla sorgente o quanto meno ridurle in modo da non consentire il
raggiungimento di concentrazioni ambientali troppo elevate. Ciò significa che le operazioni che
comportano lo sviluppo di sostanze volatili dovranno essere condotte sotto cappe aspiranti. Queste
dovranno avere un dimensionamento ed una efficienza di aspirazione proporzionali alla esigenza di
eliminare dall'ambiente tutti gli inquinanti emessi dalle operazioni eseguite.
La compromissione della cute delle mani deve essere prevenuta attraverso un oculato uso dei mezzi di
protezione ed una accurata igiene personale (uso di guanti, camici, lavaggio delle mani e delle unghie,
etc.), nonché attraverso un razionale svolgimento del lavoro.
Non si dovrà fumare ne mangiare in laboratorio al fine di evitare possibili introduzioni di sostanze
tossiche o nocive per via gastrica, a seguito del contatto delle labbra con le mani sporche. Si deve
inoltre considerare che molte sostanze inquinanti quando arrivano a contatto della brace della sigaretta,
a causa della elevata temperatura, si trasformano dando luogo a prodotti secondari spesso più tossici o
comunque più dannosi per la salute.
Per ciò che riguarda l'inquinamento ambientale, un aspetto di particolare importanza e dato anche dal
contributo che ad esso può venire non solo dalle normali operazioni di laboratorio, ma anche dal
funzionamento di alcuni strumenti scientifici.
La prevenzione nei confronti dell'esposizione del personale ad agenti inquinanti dispersi nell'atmosfera
dell'ambiente di lavoro, nel caso che questo sia rappresentato dai laboratori chimici, si ottiene pertanto
realizzando e mettendo in atto tutte quelle misure tecniche atte a:
• evitare tutte quelle operazioni che possono comportare l'emissione nell'ambiente di sostanze
inquinanti;
• controllare periodicamente le condizioni ambientali al fine di verificare che i livelli di
inquinamento non raggiungano valori di concentrazioni ambientali maggiori di quelli
corrispondenti agli indici di riferimento igienico-ambientali (valori limite di esposizione).
16
Valori limite di esposizione
Tali valori limite rappresentano le concentrazioni ambientali degli inquinanti alle quali si
presume, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, che un soggetto sano possa trovarsi esposto
senza risentire effetti genericamente dannosi per la sua salute nell'arco della sua vita lavorativa. Per tali
valori non esistono, al momento, in Italia dei disposti di legge; tuttavia essi vengono presi come indici
di riferimento nella valutazione delle condizioni igienico-ambientali, attraverso un confronto
«ragionato» con le concentrazioni ambientali riscontrate. Come indici di riferimento vengono presi i
TLV (Threshold limit values) proposti annualmente dall'American Conference of Governmental
Industrial Hygienists (ACGIH) e inseriti nella maggior parte dei contratti nazionali di lavoro.
I TLV si dividono in:
TLV-TWA
• rappresentano le concentrazioni medie nell'arco delle otto ore lavorative, alle quali un lavoratore
può trovarsi giornalmente esposto senza risentire effetti dannosi. Tali valori medi possono subire
temporanee escursioni al di sopra degli stessi purché compensante da equivalenti escursioni al di
sotto in modo da mantenere il rispetto della media giornaliera (T.W.A. = Time Weighted Average).
TLV-STEL
• rappresentano invece le concentrazioni massime che possono essere raggiunte dagli inquinanti per
periodi di breve esposizione (15 minuti) e comunque per non più di 4 volte al giorno ed intervallati
per periodi di almeno un'ora tra l'una e l'altra punta di concentrazione (S.T.E.L = Short Term
Exposure Limit).
TLV-C
• per sostanze che provocano effetti biologici di tipo acuto le concentrazioni ambientali non devono
mai superare il relativo TLV-TWA. In tal caso il TLV-TWA coincide con il TLV-STEL e viene
contrassegnato con la lettera C (ceiling).
In caso di contemporanea presenza nell'atmosfera di più sostanze inquinanti è necessario considerare il
loro effetto cumulativo e sinergico. Per sostanze che si assorbono anche attraverso la via cutanea,
queste vengono contrassegnate con la dicitura (Assorbimento Cutaneo). I valori limite di inquinanti
3
aerodispersi sono espressi in milligrammi per metro cubo (mg/m ) o, nel caso delle sostanze aeriformi,
anche in parti di sostanza per un milione di parti in volume di aria (ppm).
17
2.2 Esposizione ad agenti fisici
Gli agenti fisici che possono influire direttamente o indirettamente sulle condizioni igienico-ambientali
dei laboratori sono: i fattori microclimatici (temperatura, umidità relativa, velocità dell'aria), il rumore,
l'illuminazione, gli ultrasuoni.
L'attività lavorativa in un laboratorio didattico, ed in particolare in un laboratorio chimico, presenta,
tuttavia, delle caratteristiche peculiari:
• le operazioni non sono ripetitive ma diversificate;
• la variazione di un parametro ambientale può comportare una conseguente variazione di altri;
• i parametri ambientali devono essere inferiori ai valori limite consentiti nei normali ambienti di
lavoro, onde non interferire con la capacità di apprendimento e di concentrazione degli operatori.
Ne consegue che la progettazione di un laboratorio o gli interventi di bonifica devono tenere conto
dell'insieme dei parametri in modo da raggiungere una situazione complessiva accettabile.
Sulla base di quanto detto, si possono definire i campi di variabilità dei parametri ambientali
normalmente accettabili per i laboratori.
3.1 Attività di Laboratorio
Di seguito vengono riportate una serie di consigli utili per chi lavora in un laboratorio chimico:
1. Non lavorare mai da soli in laboratorio. Gli incidenti accadono sempre senza preavviso, e possono
risultare fatali in mancanza di un soccorso immediato.
2. Non usare i recipienti del laboratorio per bevande o alimenti.
3. Non fumare in laboratorio. Tale abitudine, oltre ad aumentare i rischi di incendio, può essere
dannosa per l'organismo; si ricordi infatti che certe sostanze innocue in condizioni normali, possono
formare composti nocivi per passaggio attraverso la brace incandescente.
4. Imparate bene tutte le norme di pronto soccorso. In casi di emergenza, anche un minuto può avere
gravi conseguenze.
5. Portare sempre un paio di occhiali, anche di vetro semplice. Non usare lenti a contatto in
laboratorio: queste non offrono alcuna protezione dagli urti, e possono aggravare le conseguenze di
schizzi di sostanze corrosive impedendone il lavaggio. Se non si può fare a meno di tale tipo di lenti,
è indispensabile portare sempre anche gli occhiali di sicurezza.
6. Prima di eseguire operazioni pericolose, avvertire chi lavora vicino affinché prenda le necessarie
precauzioni.
7. Non lasciare mai senza controllo reazioni in corso o apparecchi in funzione. Se una reazione deve
proseguire durante la notte, il controllo può essere affidato ad appositi dispositivi di sicurezza
reperibili in commercio che staccano la corrente in seguito a variazioni di temperatura, di flusso o di
livello oltre certi limiti; oppure le esperienze notturne devono essere condotte in appositi laboratori
notturni sicuri ed isolati dal resto dell'edificio.
8. Non lavorare su grandi quantità di sostanze.
9. Non appoggiare mai recipienti, bottiglie o apparecchi vicino al bordo del banco di lavoro.
10.Non portare in tasca forbici, tubi di vetro o altri oggetti taglienti o appuntiti.
11.Nel corso di esperimenti con sostanze o tecniche nuove, queste vanno considerate potenzialmente
pericolose finche non si sia acquisita la certezza del contrario. È necessario, in tali casi abbondare
nelle misure precauzionali ed eseguire saggi preliminari su piccole quantità di sostanza.
18
3.2 Eliminazione di rifiuti e residui di sostanze chimiche
• Scarti e rifiuti del laboratorio (carta da filtro, cotone, stracci. etc.) vanno gettati in appositi secchi
metallici di dimensioni non troppo grandi per evitare un pericoloso accumulo di sostanze
combustibili.
• Un cesto a parte deve essere riservato alla vetreria rotta e spezzoni di vetro.
• Residui di prodotti chimici non vanno gettati insieme agli altri rifiuti se non dopo essersi accertati
che non possano dar luogo a reazioni esotermiche o producenti vapori nocivi. L'eliminazione dei
residui di sostanze chimiche pericolose, presenta particolari problemi (non ultimo, quello
dell'inquinamento ambientale).
• Le sostanze infiammabili non vanno di regola gettate negli scarichi, ma raccolte in recipienti
metallici per essere in seguito recuperate oppure bruciate all'aria aperta o in appositi inceneritori.
Ciò vale specialmente per le sostanze immiscibili con acqua, che non si diluiscono negli scarichi, ma
si accumulano nei giunti o nei raccordi a gomito.
• Solventi altobollenti e poco infiammabili possono essere evaporati lasciandoli all'aperto in
recipienti larghi. Acidi e basi possono essere gettati negli scarichi ma solo in piccole porzioni, e
facendo poi scorrere l'acqua a lungo per evitare reazioni esotermiche.
• Sostanze tossiche o nocive e le sostanze organiche in genere devono essere neutralizzate, se
possibile, e quindi raccolte in appositi contenitori, che dovranno essere prelevati, e smaltite con
specifici criteri secondo quanto previsto dalle vigenti normative sui rifiuti - DPR n.915/82, e
successive delibere del Comitato Interministeriale inerenti le norme tecniche per la sua applicazione.
• Lo stoccaggio, I'impiego e lo smaltimento di sostanze radioattive sono invece regolati da apposita
legislazione, DPR n. 185/64, affinché non derivi pericolo o danno, diretto o indiretto, ai singoli
individui ed alla popolazione.
*
La sicurezza nei Laboratori Chimici - Corso di Laurea in Chimica,
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali - Prof. Sandro Torroni
4.1 Mezzi personali di protezione degli occhi e del viso
Per mezzi personali di protezione si vogliono intendere l'insieme di quei dispositivi e/o
apparecchiature in grado di proteggere il corpo umano da lesioni conseguenti ad impatto traumatico
con agenti meccanici (schegge, corpi taglienti) fisici (calore, corrente elettrica, radiazioni ottiche, U.V.)
o chimici (sostanze corrosive, irritanti, tossiche, etc.) e di salvaguardare la salute dagli effetti dannosi
conseguenti ad esposizioni più o meno prolungate ad inquinanti ambientali di natura chimica (gas,
vapori, fumi, nebbie, polveri), fisica (rumore), biologica (batteri, spore, microrganismi patogeni, etc).
Nel primo caso avremo pertanto mezzi di protezione che ricadono nel settore antinfortunistico, mentre,
nel secondo caso, si tratta di mezzi di protezione di tipo igienistico.
Su tali basi, anche i mezzi personali di protezione che interessano i laboratori chimici possono
suddividersi in:
Antinfortunistici
1. Mezzi di protezione degli occhi e del viso: occhiali antischegge, antispruzzo, facciali, etc.
2. Mezzi di protezione delle mani: guanti di gomma, cuoio, plastica.
3. Altri mezzi di protezione: grembiuli di cuoio, tute antiacido, etc.
Igienistici
1. Mezzi di protezione delle vie respiratorie: maschere, boccagli, autorespiratori.
2. Mezzi di protezione dell'udito: cuffie, tappi auricolari, etc.
Per una protezione maggiore ed estesa anche al viso si usano gli schermi facciali o visiere, di plastica
trasparente, particolarmente indicati per le distillazioni sotto vuoto ed altre operazioni che comportino
rischi di esplosione.
20
4.2 Mezzi personali di protezione delle mani
Le mani devono essere sempre protette quando si compiono operazioni che comportano rischi di tagli,
abrasioni, ustioni, nonché contatto con sostanze corrosive, irritanti o tossiche.
Nel caso di una protezione meccanica sono consigliabili i guanti di cuoio, mentre per la protezione da
ustioni è necessario tenere a disposizione in laboratorio guanti di fibra, indispensabili per maneggiare
oggetti molto caldi (bagni di sabbia, crogioli, tubi di reazione ad alta temperatura, apertura e
posizionamento dei crogioli o capsule in stufa o muffola, etc.).
Per la protezione dalle sostanze chimiche vanno invece impiegati i guanti di gomma o di plastica. I
comuni guanti di gomma per uso domestico offrono in genere una protezione sufficiente dall'azione
della maggior parte dei solventi e degli agenti chimici, purché il contatto non sia troppo prolungato.
Essi, comunque, devono essere sostituiti spesso anche se non presentano lacerazioni apparenti. Si
trovano in commercio guanti di materiale particolarmente resistenti, da usare per lavori prolungati con
solventi o sostanze fortemente corrosive (acido solforico, acido nitrico, alcali, etc.). Il loro impiego in
laboratorio è limitato in quanto, essendo piuttosto rigidi, non sono adatti per maneggiare piccoli
recipienti od apparecchi delicati.
4.3 Altri mezzi personali di protezione
Altri mezzi personali di protezione, che sarebbe opportuno disporre nei laboratori chimici, sono gli
indumenti protettivi, di diversa fattura e di diverso materiale, il cui impiego diviene consigliabile
allorché si eseguono operazioni di travaso e/o di caricamento di liquidi corrosivi.
I più diffusi sono i grembiuli e/o le tute confezionati con materiali sintetici aventi caratteristiche di
leggerezza, ed in particolare di resistenza agli acidi ed alle basi.
21
Di seguito vengono riportate le frasi di rischio e la loro cobinazione.
TABELLA I FRASI Dl RISCHIO
R1
R2
Esplosivo allo stato secco.
Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R3
Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti d'ignizione.
R4
R5
R6
R7
R8
R9
R 10
R 11
R 12
R 13
R 14
R 15
R 16
R 17
R 18
R 19
R 20
R 21
R 22
R 23
R 24
R 25
R 26
R 27
R28
R 29
R 30
R 31
R 32
R 33
R 34
R 35
Forma composti metallici esplosivi molto sensibili.
Pericolo d'esplosione per riscaldamento.
Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria.
Può provocare un incendio.
Può provocare l'accensione di materie combustibili.
Esplosivo in miscela con materie combustibili.
Infiammabile.
Facilmente infiammabile.
Altamente infiammabile.
Gas liquefatto altamente infiammabile.
Reagisce violentemente con l'acqua.
A contatto con l'acqua libera gas facilmente infiammabili.
Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti.
Spontaneamente infiammabile all'aria.
Durante l'uso può formare con l'aria miscele esplosive/infiammabili.
Può formare perossidi esplosivi .
Nocivo per inalazione.
Nocivo a contatto con la pelle.
Nocivo per ingestione.
Tossico per inalazione.
Tossico a contatto con la pelle.
Tossico per ingestione.
Altamente tossico per inalazione.
Altamente tossico a contatto con la pelle.
Altamente tossico per ingestione.
A contatto con l'acqua libera gas tossici.
Può divenire facilmente infiammabile durante l'uso.
A contatto con acidi libera gas tossico
A contatto con acidi libera gas altamente tossico.
Pericolo di effetti cumulativi
Provoca ustioni.
Provoca gravi ustioni.
22
R 36
R 37
R 38
R 39
R 40
R 41
R 42
R 43
R 44
R 45
R 46
Irritante per gli occhi.
Irritante per le vie respiratorie.
Irritante per la pelle.
Pericolo di effetti irreversibili molto gravi.
Possibilità di effetti irreversibili.
Rischio di gravi lesioni oculari.
Può provocare sensibilizzazione per inalazione.
Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle.
Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato.
Può provocare il cancro.
Può provocare alterazioni genetiche ereditarie
23
R 47
R 48
R 49
R 50
R 51
R 52
R 53
R 54
R 55
R 56
R 57
R 58
R 59
R 60
R 61
R 62
R 63
R 64
Può provocare malformazioni congenite
Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata.
Può provocare il cancro per inalazione.
Altamente tossico per gli organismi acquatici.
Tossico per gli organismi acquatici.
Nocivo per gli organismi acquatici.
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico.
Tossico per la flora.
Tossico per la fauna.
Tossico per gli organismi del terreno.
Tossico per le api.
Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
Pericoloso per lo strato di ozono.
Può ridurre la fertilità
Può danneggiare i bambini non ancora nati
Possibile rischio di ridotta fertilità
Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati
Possibile rischio per i bambini allattati al seno
24
TABELLA II COMBINAZIONI DELLE FRASI Dl RISCHIO
R 14/15
R 15/29
R 20/21
R 21/22
R 20/22
R 20/21/22
R 23/24
R 24/25
R 23/25
R 23/24/25
R 26/27
R 27/28
R 26/28
R 26/27/28
R 36/37
R 37/38
R 36/38
R 36/37/38
R 39/23
R 39/24
R 39/25
R 39/23/24
R 39/23/25
Reagisce violentemente con l'acqua liberando gas facilmente infiammabili
A contatto con acqua libera gas tossici e facilmente infiammabili
Nocivo per inalazione e contatto con la pelle
Nocivo a contatto con la pelle e per ingestione
Nocivo per inalazione e ingestione
Nocivo per inalazione, ingestione e contatto con la pelle
Tossico per inalazione e contatto con la pelle
Tossico a contatto con la pelle e per ingestione
Tossico per inalazione e ingestione
Tossico per inalazione, ingestione e contatto con la pelle
Altamente tossico per inalazione e contatto con la pelle
Altamente tossico a contatto con la pelle e per ingestione
Altamente tossico per inalazione e per ingestione
Altamente tossico per inalazione, ingestione e contatto con la pelle
Irritante per gli occhi e le vie respiratorie
Irritante per le vie respiratorie e la pelle
Irritante per gli occhi e la pelle
Irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a contatto
con la pelle
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed ingestione
R 39/24/25
Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e per
ingestione
R39/23/24/25 Tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a contatto con
la pelle e per ingestione
R 39/26
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione
R 39/27
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle
R 39/28
R 39/26/27
R 39/26/28
R 39/27/28
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per ingestione
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione e a
contatto con la pelle
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione ed
ingestione
Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi a contatto con la pelle e
per ingestione
25
R39/26/27/28 Molto tossico: pericolo di effetti irreversibili molto gravi per inalazione, a
contatto con la pelle e per ingestione
R 40/20
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione
R 40/21
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle
R 40/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per ingestione
R 40/20/21
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione e a contatto con la pelle
R 40/20/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione ed ingestione
26
R 40/21/22
Nocivo: possibilità di effetti irreversibili a contatto con la pelle e per ingestione
R40/20/21/22 Nocivo: possibilità di effetti irreversibili per inalazione, a contatto con la pelle e
per ingestione
R 42/43
Può provocare sensibilizzazione per inalazione e contatto con la pelle
R 48/20
Nocivo: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata per
inalazion
R 48/21
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle
R 48/22
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
ingestione
R 48/20/21
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e a contatto con la pelle
R 48/20/22
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e ingestione
R 48/21/22
Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione
R48/20/21/22 Nocivo: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione
R 48/23
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione
R 48/24
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle
R 48/25
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
ingestione
R 48/23/24
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione e a contatto con la pelle
R 48/23/25
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione ed ingestione
R 48/24/25
Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata a
contatto con la pelle e per ingestione.
R48/23/24/25 Tossico: pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per
inalazione, a contatto con la pelle e per ingestione
R 50/53
Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine
effetti negativi per l'ambiente acquatico
R 51/53
Tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti
negativi per l'ambiente acquatico
R 52/53
Nocivo per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi
per l'ambiente acquatico
27
TABELLA III CONSIGLI Dl PRUDENZA
S1
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
S9
S12
S13
S14
Conservare sotto chiave.
Conservare fuori della portata dei bambini.
Conservare in luogo fresco.
Conservare lontano da locali di abitazione.
Conservare sotto...(liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante).
Conservare sotto... (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante).
Conservare il recipiente ben chiuso.
Conservare al riparo dall'umidità.
Conservare il recipiente in luogo ben ventilato.
Non chiudere ermeticamente il recipiente.
Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande.
Conservare lontano da.. (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore)
S15
S16
S17
S18
S20
S21
S22
S23
Conservare lontano dal calore.
Conservare lontano da fiamme e scintille — Non fumare.
Tenere lontano da sostanze combustibili.
Manipolare ed aprire il recipiente con cautela.
Non mangiare né bere durante l'impiego.
Non fumare durante l'impiego.
Non respirare le polveri.
Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosoli [termine appropriato da precisare da parte del
produttore].
Evitare il contatto con la pelle.
Evitare il contatto con gli occhi.
In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e
consultare il medico.
Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati.
In caso di contano con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con.....
(prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante).
Non gettare i residui nelle fognature.
Non versare acqua sul prodotto.
Evitare l'accumulo di cariche elettrostatiche.
Evitare l'urto e lo sfregamento.
Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni.
Usare indumenti protettivi adatti.
Usare guanti adatti.
In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto.
S24
S25
S26
S27
S28
S29
S30
S33
S34
S35
S36
S37
S38
S39 Proteggersi gli occhi/la faccia.
28
S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto, usare... (da precisare
da parte del produttore).
S41 In caso d'incendio e/o esplosione non respirare i fumi.
S42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine
appropriato da precisare da pane del produttore).
S43 In caso di incendio usare...(mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante.
Se l'acqua aumenta il rischio precisare "Non usare acqua").
S44 In caso di malessere consultare il Medico (se possibile, mostrargli l'etichetta)
29
S45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il Medico (se possibile,
mostrargli l'etichetta).
S46 In caso d'ingestione consultare immediatamente il Medico e mostrargli il contenitore o
l'etichetta.
S47 Conservare a temperatura non superiore a.....°C (da precisare da parte del fabbricante).
S48 Mantenere umido con......(mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante).
S49
S50
S51
S52
S53
S56
Conservare soltanto nel recipiente originale.
Non mescolare con......(da specificare da parte del fabbricante).
Usare soltanto in luogo ben ventilato.
Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati.
Evitare l'esposizione — procurarsi speciali istruzioni prima dell'uso.
Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o
speciali autorizzati.
S57 Usare contenitori adeguati per evitare l'inquinamento ambientale.
S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio.
S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi .
S61 Non disperdere nell'ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in
materia di sicurezza.
S62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e
mostrargli il contenitore o l’etichetta.
30
TABELLA VI COMBINAZIONI DEI CONSIGLI Dl PRUDENZA
S 1/2
S 3/7/9
S 3/9
S 3/9/14
Conservare sotto chiave e fuori della portata dei bambini
Tenere il recipiente ben chiuso in luogo fresco ben ventilato
Tenere il recipiente in luogo fresco e ben ventilato
Conservare in luogo fresco e ben ventilato lontano da ... (materiali incompatibili da
precisare da parte del fabbricante)
S3/9/14/49 Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato lontano
da ... (materiali incompatibili da precisare da parte del fabbricante)
S 3/9/49
Conservare soltanto nel contenitore originale in luogo fresco e ben ventilato
S 3/14
Conservare in luogo fresco lontano da .... (materiali incompatibili da precisare da
parte del fabbricante)
S 7/8
Conservare il recipiente ben chiuso ed al riparo dall'umidità
S 7/9
Tenere il recipiente ben chiuso e in luogo ben ventilato
S 7/47
Tenere il recipiente ben chiuso a temperatura non superiore a ...°C (da precisare da
parte del fabbricante)
S 20/21
Non mangiare, né bere, né fumare durante l’impiego.
S 24/25
Evitare il contatto con gli occhi e con la pelle
S 29/56
Non gettare i residui nelle fognature.
S 36/37
Usare indumenti protettivi e guanti adatti
S 36/37/39 Usare indumenti protettivi e guanti adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 36/39
Usare indumenti protettivi adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 37/39
Usare guanti adatti e proteggersi gli occhi / la faccia
S 47/49
Conservare soltanto nel contenitore originale a temperatura non superiore a ...°C (da
precisare da parte del fabbricante)
31
32