ANNO A - SCHEDA 3
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ANNO A - SCHEDA 3
LABORATORI DELLA FEDE Giovani in cammino verso Cristo Diocesi di Forlì-Bertinoro Centro di Pastorale Giovanile ANNO A scheda 3 - 12/15 anni CHIAMATI Alla chiesa “Voi siete corpo di Cristo e sue membra” ASCOLTA LA PAROLA DI DIO Dalla prima lettera di san paolo apostolo ai Corinzi ( 12, 12-26) Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: “Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: “Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo”, non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. INTERROGATI... Che cos’è per te la Chiesa? Ti senti parte della Chiesa? Perchè? Che cosa hai ricevuto dalla Chiesa? Che cosa hai donato alla Chiesa? Che cosa rimproveri alla Chiesa? Che cosa apprezzi della Chiesa? Che legame c’è per te fra Cristo e la Chiesa? ... E LA RIFLESSIONE DELLA CHIESA Una terra, una lingua, una storia caratterizzano la vita di ogni popolo. La gente di una nazione si sente solidale e condivide tradizioni, feste, usi e costumi. I cristiani non sono un popolo con una terra propria e propri confini. Eppure li lega una lunga tradizione di fede, di preghiera, di gesti d’amore. La loro storia è cominciata circa venti secoli fa e durerà sino alla fine del mondo. Sono un popolo, il popolo della nuova ed eterna alleanza, nato dalla morte e risurrezione di Gesù. A Gerusalemme inizia la corsa del Vangelo verso il mondo. I fatti della Pentecoste rivelano che la Chiesa fin dalle sue origini non nasce da un progetto umano. La Chiesa è opera di Dio, nasce per sua iniziativa: sua è la chiamata, suo è il dono dello Spirito. I membri della Chiesa svolgono in essa funzioni diverse, secondo i doni dati a ciascuno dallo Spirito: ogni fedele è in essa come una pietra preziosa e insostituibile. Ma non basta stare insieme perchè vi sia la Chiesa, non sono sufficienti la conoscenza reciproca e la buona volontà dei cristiani, il loro spirito d’iniziativa e l’impegno generoso. Non sono solo le strutture organizzative che rivelano la realtà viva della Chiesa. E’ lo Spirito Santo l’energia nascosta che fa dei cristiani una grande casa di pietre vive, una famiglia, un popolo solo. Dio solo è colui che edifica la sua casa che è la Chiesa. (dal catechismo CEI per ragazzi: “Vi ho chiamato amici”, pp. 175.177.181) TESTIMONI DELLA CHIESA Conosci tutti i gruppi e i carismi presenti nella tua parrocchia e nel tuo vicariato? Prova a conoscerli incontrandoli... Conosci la Chiesa della tua diocesi? Chiedi al tuo parroco... Incontra il tuo vicario foraneo... PENSIERI E PAROLE di Don Milani “Non mi ribellerò mai alla Chiesa, perché ho bisogno più volte alla settimana del perdono dei miei peccati e non saprei da chi altri andare a cercarlo quando avessi lasciato la Chiesa” “Io non lascio la Chiesa a nessun prezzo al mondo perché mi ricordo cos’era vivere al di fuori di essa”. UNO CHE HA “FATTO CHIESA” NELLA DIFFICOLTA’ : ORESTE CASAGLIA Oreste Casaglia, avvocato forlivese, padre di famiglia, ha vissuto la persecuzione nazifascista e la prigionia. Proprio in questo terribile momento della sua vita, Casaglia riscopre una profonda religiosità, accogliente e compassionevole, che ritorna alla luce dalla fanciullezza: “Le preghiere imparate dalla voce materna, da bimbo, e quasi dimenticate, che tornavano portando sollievo e consolazione... La rassegnazione, grazia suprema di Dio, placava ogni pena. Meditai lungamente nella notte, rievocai tutta la mia esistenza, feci uno scrupoloso esame di coscienza rivolgendo a Dio il mio pensiero, invocando il suo perdono.” La fede lo porta a superare le divisioni e a vivere la prova nella fraternità: “Dimentichiamo le opinioni politiche e ognuno di noi faccia quello che può per confortare gli altri...”; una fraternità che si esprimeva soprattutto nella preghiera reciproca. La passione di Cristo era il suo riferimento: “Il martirio di Cristo era nei nostri spiriti e sui nostri corpi di poveri uomini torturati. La flagellazione dei reprobi aveva solcato ancora il dorso ed il volto dei giusti; il dolore di tanti uomini avrebbe finalmente donato al mondo l’amore e la pace per cui Cristo morì ”. Fugura di grande umanità e di superiorità morale, Casaglia ha vissuto “un’altra Resistenza”, guardando con fiducia a Dio e iniziando a ricostruire l’umanità dalla sua stessa cella. Per approfondire: ORESTE CASAGLIA, Diario della detenzione presso il carcere politico della SS tedesca, Forlì, Ed. La Greca, 2005 iMMAGINI E MUSICA “RATATOUILLE” “PENELOPE” di Jovanotti SUL SITO www.pigifo.it nella NUOVA sezione LABORATORI DELLA FEDE trovi questa scheda (ANNO A- SCHEDA 312/15) più gli approfondimenti relativi (commento al film, altre domande per le attività, testi delle canzoni, ecc.) nella scheda ANNO A- SCHEDA 3- 12/15 -APPROFONDIMENTI, anch’essa scaricabile! METTITI IN GIOCO! appartenere: VOCE DEL VERBO… Distribuire a tutti i componenti del gruppo un foglietto sul quale dovranno rispondere alla domanda: “A CHI APPARTIENI? A CHI SENTI DI APPARTENERE?” L’ educatore raccoglie i foglietti anonimi e sintetizza, in un cartellone, le risposte suddividendole per “categoria”. Segue il confronto e la condivisione sui dati (ad esempio cercare di capire perché un tipo di risposta è o non è più ricorrente di un altro, ecc…), da cui emergeranno varie idee di appartenenza. Distribuire un secondo foglietto per rispondere alla domanda: “CHE COSA SIGNIFICA APPARTENERE A QUALCUNO O A QUALCOSA?”. L’ educatore raccoglie i foglietti anonimi e sintetizza le risposte in un cartellone. Si giunge quindi ad una lettura finale delle risposte date, nella quale si introduce il discorso “Appartenenza alla Chiesa”. Se l’appartenenza alla Chiesa non è mai emersa o se è emersa poco dalle risposte dei ragazzi, l’educatore rifletterà assieme a loro sui motivi di questa assenza facendosi aiutare anche dalle domande proposte dalla scheda nella sezione “Interrogati”. don lorenzo milani: A “SCUOLA DI APPARTENENZA” Preparate un cartellone da far trovare ai ragazzi, con la frase di don Milani: “Errori nella Chiesa ce ne sono. Ma la Chiesa è madre. Se uno ha la madre brutta, chi se ne frega”. Dopo aver raccolto le reazioni a questa frase e dopo aver delineato la figura di Don Milani, i ragazzi si dividono in gruppi per confrontarsi e riassumere in un proprio slogan l’ idea di Chiesa emersa dal confronto. Ciascun gruppo scriverà poi la propria frase su uno striscione comune (predisporre un lenzuolo bianco, colori a tempera, pennelli). A questo punto, partendo dalle idee dei ragazzi, aiutati dalla parola di Dio, dalle domande (vedi sezione “Interrogati”) e dal Catechismo CEI, conducete i ragazzi alla comprensione profonda del significato e della bellezza dell’appartenenza alla Chiesa. Sarebbe interessante mostrare anche alla parrocchia l’elaborato dei giovani (ad esempio attaccando lo striscione in un luogo visibile da tutti, soprattutto durante le Messe domenicali o appuntamenti comunitari). Sulla scheda APPROFONDIMENTI potete trovare altre frasi e una biografia di Don Milani. la chiesa come corpo: TUTTI PER UNO ... OGNUNO PER TUTTI! Partiamo da una riflessione sul “compito” affidato a ciascuno di noi all’ interno della nostra comunità (esperienze concrete quali la vita di parrocchia, associativa, ecc), per capire che ciascuno occupa un posto del tutto speciale all’ interno della comunità cristiana, cioé della Chiesa. Proprio come il nostro corpo umano non riuscirebbe a funzionare bene anche solo se mancasse una piccola parte di esso, lo stesso accade per la comunità ecclesiale. Pensiamo alla nostra comunità parrocchiale e proviamo a paragonarla al corpo umano aiutati dallo schema che trovate nella scheda APPROFONDIMENTI la debolezza...: “QUELLE MEMBRA DEL CORPO CHE SEMBRANO PIU DEBOLI SONO PIU NECESSARIE” (1 COR 12, 22) A partire da queste parole di San Paolo, invitiamo i ragazzi a pensare ai “deboli” che esistono nei loro contesti quotidiani (scuola, amici...). Con alcune domande (vedi APPROF.) provate a riflettere insieme sul significato di debolezza. Ora cerchiamo di “mettere in scena” quello che è il nostro atteggiamento di fronte al tema della DEBOLEZZA, seguendo le indicazioni dell’educatore che chiederà ai ragazzi di assumere con il proprio corpo una posizione che mostri l’atteggiamento di fronte a 1) le proprie debolezze; 2) le debolezze di chi ci sta accanto; 3) i deboli della nostra società. Segue la condivisione su come ci si è sentiti e si chiede ad ogni ragazzo di esprimere, con una sola parola, quello che hanno provato mentre svolgevano l’esercizio. Si raccolgono tutte le parole scritte su dei foglietti colorati che verranno poi usati durante la preghiera al termine dell’ incontro.