Cavallo e handicap
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Cavallo e handicap
Augusto nell’antica Roma aveva istituito il servizio postale a cavallo, effettuato successivamente con l’ausilio di carri trainati da una coppia di equidi. Così il cavallo fu fedele compagno dell’uomo nel suo percorso evolutivo. I boaters, enormi cavalli capaci di trainare enormi pesi, permisero di sfruttare il sistema dei canali navigabili in Inghilterra, mentre i pony trovavano impiego nelle miniere, come alla fine del settecento, la forza e l’agilità equina furono di grande aiuto per l’intero ciclo produttivo agricolo, dalla semina al raccolto. Il cavallo fu anche occasione di ritrovo e di svago come per le corse dei cavalli che sin dall’epoca etrusca appassionarono i Romani. In età Imperiale, infatti, Roma annoverava ben cinque ippodromi, il più grande dei quali era il Circo Massimo. Nelle corse con i cavalli, per le quali è prediletta la razza purosangue inglese, furono aggiunte presto le carrozze, antica tradizione che oggi è ripresa dalle gare di attacchi, con cavalli eleganti e agili. Nel tempo si diffuse anche la passione per gli spettacoli equestri in piazza: vere e proprie battaglie con numerosi feriti e tanti morti. Con la diffusione dei poemi cavallereschi, si svilupparono le giostre in cui i cavalieri, con pesantissime corazze, montavano cavalli possenti e di grande mole. Qualche anno dopo nacquero i caroselli che vedevano il cavaliere senza armature protagonista di un Horse-riding is the only sport in which man actively interacts with another living being, an animal that is able to transmit its feelings and emotions and to capture signals from man in a mutual relationship of personal education and fulfilment. The horse, with its docile yet powerful ways, allows itself to be touched and tamed, seeking mutual respect. 14 spaziosport ballo equestre o del tiro al bersaglio. Oggi il rapporto fra uomo e cavallo è cambiato, soprattutto nei Paesi più sviluppati. Dopo la scoperta del motore a scoppio e delle successive innovazioni meccaniche, il ruolo del cavallo in campo produttivo è stato sempre più ridotto, acquisendo maggiore importanza nello sport, nel tempo libero e nella riabilitazione. L’equitazione è l’unico sport in cui l’uomo interagisce in modo attivo con un altro essere vivente, capace di trasmettere le sue sensazioni e le sue emozioni e di captare i segnali dell’uomo in un rapporto biunivoco di formazione e di appagamento personale. Il cavallo, con i suoi modi docili, ma possenti, si lascia accarezzare e domare, chiedendo reciproco rispetto. Il rapporto con il cavallo appare ricco di valenze affettive e il contatto con la natura risulta essere occasione di un migliore accrescimento delle capacità relazionali dei giovani e degli adulti e delle loro prestazioni fisiche. Sul piano motorio l’attività a cavallo consente di sviluppare coordinazione, ritmo, equilibrio, armonia, destrezza, mentre sul piano emotivo il cavallo consente una migliore conoscenza di se stessi, di prendersi cura di altri, di sviluppare il senso di responsabilità, il rispetto delle regole, l’autostima, l’autocontrollo, la fiducia. Gestire il cavallo, oltre a montarlo per un allenamento o una gara, consente The relationship with the horse is one abundant in affection, and contact with nature is an opportunity to further the relational capacities of youngsters and adults and their physical capabilities. In terms of motor skills, activity performed on horseback develops coordination, rhythm, balance, harmony, dexterity, di migliorare il rapporto con l’animale interagendo con lo stesso fino a instaurare un vero e proprio rapporto di amicizia basata su una profonda intesa ed equilibrata amicizia. Gestire un animale, inoltre, affina l’autonomia del soggetto e le capacità di affrontare i problemi. Il cavallo, animale straordinariamente sensibile, intelligente e di facile adattamento è da sempre ritenuto un buon mezzo per combattere ansia, insicurezza e problemi psico - motori. Proprio sul consolidamento del rapporto uomo - cavallo si basa l’ippoterapia, complesso di tecniche rieducative attraverso cui superare danni sensoriali, cognitivi e comportamentali per mezzo di attività ludico-sportive a cavallo. Con l’ippoterapia il disabile, riconosce se stesso come individuo, affina capacità relazionali e consente una migliore percezione del proprio corpo. Con la sua andatura ritmica e modulabile, il cavallo, dal carattere docile ma mai passivo, si presenta come terapista a quattro zampe, rompendo schemi di rigidità posturale, movimenti stereotipati, isolamento e aggressività. Il rapporto uomo - cavallo è un lungo sodalizio attraverso la storia, narrato in molteplici occasioni come più completa espressione della fiducia e dell’affetto tra un uomo e un animale. Chi non ricorda il commovente dialogo tra la madre di Giovanni Pascoli e “la cavallina storna” che aveva riportato a casa il defunto padrone. Tra gli esempi più recenti, da citare, il libro di Nicholas Evans: “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, da cui è stato tratto il celebre film con Robert Redford, espressione del forte legame empatico tra l’uomo e l’animale. Cavallo e handicap while emotionally the horse allows us to gain a greater understanding of ourselves, take care of others, develop a sense of responsibility, respect for rules, self-esteem, self-control, confidence. Handling the horse, in addition to climbing up on and riding it in training or a competition, helps to improve the relationship with the animal, interacting and forging close ties, based on a deep understanding and balanced friendship. Handling an animal also enhances a person’s independence and ability to deal with problems. The horse, an extraordinarily sensitive, smart and adaptable animal, has always been viewed as a good way of combating anxiety, insecurity and psycho-motor difficulties. Horse therapy is based on the consolidation of the man-horse relationship: a set of educational techniques to overcome sensorial, cognitive and behavioural damage through playful-sporting activities on horseback. Through horse therapy the disabled person recognises himself or herself as an individual, fine-tuning relational capabilities and allowing a better perception of his or her body. With its rhythmic and modulated gait, the horse, docile but never passive, is a four-legged therapist, breaking postural rigidity patterns, stereotyped movements, isolation and aggressiveness. The man-horse relationship is a long partnership through history, narrated on many occasions as the most complete expression of confidence and affection between a man and an animal. Who does not remember the moving dialogue between the mother of Giovanni Pascoli and the “grey mare” who had carried home the deceased master/father. One of the most recent examples is Nicholas Evans’ book “The horse whisperer”, on which Robert Redford’s famous film is based, an expression of the close ties and of the empathy between man and animal. Horses and disability Negli ultimi anni l’impegno della Federazione Italiana Sport Equestri nel campo degli interventi riabilitativi attraverso la relazione tra uomo e cavallo, si è notevolmente ampliato, portando alla strutturazione di nuovi modelli di lavoro in campo e di percorsi formativi, collaborazioni con altri Enti, progetti di ricerca e, non ultimo, un manuale di riferimento, che ne hanno fatto una delle istituzioni di maggior rilievo a livello internazionale nel settore. Il Dipartimento Riabilitazione Equestre della FISE ha infatti, per statuto, non solo un compito generico di tipo organizzativo delle attività di RE, ma funzioni articolate, inerenti la individuazione e definizione di normative atte a disciplinare la pratica della RE nei Centri FISE, la strutturazione dei percorsi formativi dei specifici quadri tecnici, la costituzione di interventi sinergici con il Dipartimento Paralimpico e con Istituzioni Universitarie ed altri Enti (Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Comuni, Regioni, ecc.). Questo insieme di aree di intervento non ha solo una funzione formale, teorica, ma soprattutto lo scopo di articolare in maniera sempre più scientificamente valida la relazione che si stabilisce tra il cavallo ed il paziente, per ottenerne un beneficio in senso terapeutico e riabilitativo. In recent years, the commitment by the Italian Federation for Equestrian Sport (FISE) in the field of rehabilitation through the interaction between man and horse has considerably expanded, leading to the setting up of new models for field work and training paths, collaboration with other bodies, research projects and, last but not least, the production of a reference manual, making it one of the most important institutions in this sector on the international level. Under the Statute, the FISE Equestrian Rehabilitation Department not only has the general task of organising Equine Therapy activities, but a variety of functions regarding the identification and definition of legislation governing the practice of Equine Therapy in FISE Centres, the structuring of the training courses for specific technical figures, the setting up of joint measures with the Paralympic Department, University institutions and other bodies (National Health Institute, Ministry of Health, Municipalities, Regions etc.). Taken together, these areas of activity do not just have a formal, theoretical function, but above all the purpose of establishing a horse-patient relationship that is increasingly valid from the scientific point of view in order to obtain the therapeutic and rehabilitation point of view. The evolution of the concept of handicap and disability in the medical world over the past decade has also required a commitment by the FISE Equestrian Rehabilitation Department both on the conceptual and the practical, L’evoluzione del concetto di handicap e di disabilità che ha coinvolto il mondo medico nell’ultimo decennio, ha imposto anche al Dipartimento di Riabilitazione Equestre della FISE uno sforzo ed un impegno, sia di tipo concettuale, che pratico operativo: il paradigma moderno che vede per l’OMS la disabilità come il risultato della interazione tra le varie capacità funzionali dello specifico individuo con l’ambiente di appartenenza, sposta l’attenzione ed il fulcro della valutazione dalle disfunzionalità alle capacità residue ed alla presenza di facilitatori ambientali. In questo senso, le attività riabilitative attraverso il cavallo hanno, da sempre, giovato di un assetto strutturalmente omogeneo a questa prospettiva, dato che “l’andare a cavallo” per sua natura implica una ricerca ed una valorizzazione delle specifiche capacità individuali. Ma perché questo non resti un elemento aspecifico, generale, ma si organizzi in prassi omogenee ed effettivamente orientate in senso terapeutico-riabilitativo, si ha la necessità che le attività di RE si strutturino in modelli di intervento formalmente specifici, correlati anche a prassi di tipo valutativo, sia nel senso dell’esito, che dei processi, atti a verificare, confermare, modificare, adattare ed ottimizzare i percorsi stessi. L’adozione della cultura della misura e della valutazione, è quindi stato in questi ultimi anni uno dei perni centrali sui quali il Dipartimento di RE di Stefano Seripa Commissione Riabilitazione Equestre FISE Commissione Riabilitazione equestre FISE Volteggio operational level. This means complying with the modern WHO paradigm by which disability is the result of the interaction between the various functional capacities of the specific individual with the surrounding environment, shifting the focus of the assessment from the dysfunctions to the remaining capacities, and to the role of environmental facilitators. In this respect, rehabilitation activities using horses have always benefitted from a structurally homogeneous basis, since by its very nature “riding” implies the search for and highlighting of specific individual capacities. To ensure that this does not just remain a non-specific, generic factor, but becomes organised in homogeneous practices with a real treatment and rehabilitation purpose, Equine Therapy activities must be structured in specific intervention models also according to the type of assessment required, both regarding the outcome and the processes, to verify, confirm, modify, adapt and improve the actual pathways. In recent years, the use of the measurement and assessment approach has this been one of the key policies applied by the Department of Equine Therapy. Moreover, the multi-faceted nature of the man-horse relationship has led to the use of equestrian activities in a variety of situations, from the specifically health and rehabilitation sector to the socio-educational area, and in areas such as neurology, orthopaedics, abuse pathologies and mental health in minors and adults. While for some decades, in strictly neuromotor disabilities, we can count on a body of formally structured knowledge and on a broad theoretical basis recognised internationally, there is much less scientific documentation in the field of mental health. Nevertheless, in Italy and in Europe, this sector is now one of the most important areas of activities for Equine Therapy. How can we explain this contrast between concrete activities and research data? This largely involves the fact that while in Equine Therapy activities for neuromotor disabilities (while spaziosport 15 si è concentrato. Inoltre, la natura multiforme della relazione uomo-cavallo, ha portato alla utilizzazione delle attività equestri in una moltitudine di contesti, sia di tipo propriamente sanitarioriabilitativo che socio-educativo, in ambiti quali la neurologia, l’ortopedia, le patologie da abuso e la salute mentale del minore e dell’adulto. Se per le disabilità strettamente neuromotorie in linea di massima da diversi confirming the importance and the general significance of the relationship with the horse) the animal as a means and as a “pacing stimulator” and movement system that defines the instrumental nature for therapy and rehabilitation, in the case of psychiatric pathologies the relationship with the horse is the basis of the treatment path. Therefore, while in neuromotor situations the practice is operational, concrete, and easy to describe in terms of gait, stepping frequency, the specific roles of harnesses etc. (thus also making it relatively easy to structure and define the working and research models), in psychiatric pathologies more specifically healthrelated psychological and relational skills are required, thus involving greater organizational problems and structural complexity. We thus go from a relationship in which the horse provides support to a specific dysfunction (or provides a stimulus for the total or partial recovery of the function) to a relationship in which the meaning and processes are complex and in the mental and neurofunctional sphere, able to modify the relationship of the subject with the external world. In treating a psychiatric disorder, Equine Therapy practices must necessarily involve team work and integration not just limited to the stages of planning, assessment and periodical supervision, but actually requires the simultaneous presence of professionals with different training and skills, given the complexity of the relationship involving the patient, the professional and the horse instrumental in the rehabilitation (and therapeutic) activity. This makes it especially hard to formalise a working practice in such a way as to make it suited to scientifically valid evaluation studies. On the other hand, given its nature and specific features, Equine Therapy in psychiatry represents not only a specific technical means for intervention, but above all as a “privileged operational 16 spaziosport decenni possiamo contare su conoscenze formali strutturate e su di un corpus dottrinale ampio e riconosciuto a livello internazionale, nel campo della salute mentale assai minore è la documentazione scientifica. E tuttavia, questo settore sia in Italia che a livello europeo, rappresenta oggi uno dei maggiori ambiti di attività della RE. E allora come si spiega questa discrasia, tra attività concrete e dati di ricerca? In buona parte questo è relativo al fatto che mentre nelle attività di RE in ambito neuromotorio (ferma restando l’importanza e la significatività generale della relazione con il cavallo) è proprio l’animale come mezzo, il suo configurarsi come “simulatore di passo” e sistema di movimento, che definisce la sua natura strumentale terapeutico-riabilitativa, nel caso delle patologie psichiatriche è la relazione con esso alla base del percorso terapeutico. Quindi, mentre negli interventi neuromotori la prassi è operativa, concreta, facilmente descrivibile in termini di andature, frequenza di passo, ausili specifici di bardature, etc. (e quindi anche relativamente facile strutturare e definire dei modelli di lavoro e di ricerca), nelle patologie psichiatriche non si può prescindere da una competenza di tipo psicologico-relazionale, più squisitamente sanitaria, con quindi un livello di problematicità organizzativa e di complessità strutturale di rango superiore. Si passa quindi da una rapporto nel quale il cavallo si trova a vicariare una disfunzionalità specifica (o che stimola sul medesimo piano formale il recupero totale o parziale della funzione) ad una relazione che si significa e si articola in processi complessi, di tipo mentale e neurofunzionale, atti a modificare la relazione del soggetto con il mondo esterno. Nel trattare una patologia psichiatrica, le pratiche di RE devono necessariamente strutturarsi in un lavoro di equipe e di integrazione che non può limitarsi alla fase progettuale e di valutazione, supervisione periodica, ma necessita invece di una presenza contemporanea di figure con formazione e competenze diverse, essendo la relazione stessa (complessa, articolata) paziente-operatore-cavallo strumento di intervento riabilitativo (e terapeutico). Questo rende particolarmente difficile il compito di formalizzare una prassi di lavoro in modo da renderla idonea a studi di valutazione scientificamente validi. D’altro canto, per sua natura e per sue caratteristiche di contesto, la RE in ambito psichiatrico si configura non solo come specifico strumento tecnico di intervento, quanto soprattutto come “ambiente operativo privilegiato”, idoneo alla introduzione di prassi tecniche specifiche proprie di altri ambiti della riabilitazione. Prendiamo ad esempio una delle caratteristiche sintomatiche di base della patologie psicotiche, soprattutto nei primi di anni di malattia, prima che la cronicità inquini il quadro clinico e renda gli interventi meno produttivi: il deficit attentivo e la limitata capacità della memoria di lavoro. Ebbene, su questi aspetti di disfunzionalità cognitiva esistono prassi riabilitative strutturate specifiche, organizzate anche attraverso programmi al PC, software operativi o moduli cartacei, che hanno dimostrato di possedere efficacia clinica rilevante. Questi moduli di attività possono essere inseriti nelle attività di RE (ad esempio nelle fasi di grooming e di gestione a terra del cavallo) con un impegno progettuale non particolarmente gravoso (se fatto in collaborazione/integrazione tra figure tecniche della RE ed operatori sanitari specificatamente competenti) e con il risultato di riuscire a garantire prassi riconosciute e certe in termini di efficacia clinica ma svolte in contesti ad alta ambient”, suited to the inclusion of specific technical practices from other areas of rehabilitation. For example, we can take one of the basic symptoms of psychosis pathologies, above all in the first years of illness, before the chronic nature obscures the clinical situation and makes intervention less productive: attention deficit and the limited capacity of the working memory. With regard to these aspects of cognitive dysfunction, there are specific structured rehabilitation practices, also organised with computer programmes, operating software or paper forms, which have been shown to have major clinical efficacy. These activity modules can be inserted in Equine Therapy activities (for example in grooming and the handling of the horse on the ground) with a planning effort that is not especially demanding (if conducted with collaboration/integration between Equine Therapy professionals and health care professional with specific qualification) with the result of ensuring practices that are recognised and defined in terms of clinical efficacy, while conducted in contexts with considerable emotional participation, demedicalised and non-stigmatised. This obviously involves a greater conceptual and organisational commitment compared to measures in the motor area (above all during the planning and structuring phase of the working team) with a greater need, compared to other areas, for close collaboration between the health care organisations sending the patients and the Equine Therapy Centres. However, if we take into account that according to WHO estimates for 2020 psychiatric pathologies will be the eighth largest cause of disability and health care costs on the world level (with mood pathologies actually reaching second place), it is easy to understand how important this sector is. It is thus essential to have scientific validation Momenti dell’Evento “Sconfinatamente” - Giugno 2012 Incontro tra tutti i Centri di RE che hanno partecipato al Progetto Pindaro-FISE (RE nella Schizofrenia) - Centro Sant.Elia di Capranica (VT) Moments of the event “Sconfinatamente” - June 2012 Meeting between all the Equine Therapy Centres that have participated in the Pindaro-FISE Project (Equine Therapy in Schizophrenia) - Sant’Elia Centre in Capranica (VT) methods for the operational practices in the Equine Therapy sector, which today are all too often left to improvisation, too general and non-specific. In this respect, the FISE has sponsored, supported and promoted a number of studies, research activities and events (the Pindaro-FISE, Ippogrifo and Fierobecco Projects, as well as seminars, conferences, updates etc.) in collaboration with the National Health Institute, the National Reference Centre for Pet-Therapies and other institutional bodies such as the local health authorities and the universities. Some of these activities are still under way, and others have had their results published in significant international reviews, thus becoming international reference points in the specific sector. Despite all this work and interest, our country does not yet have a specific frame work law in the Equine Therapy sector. This means that institutions with a consolidated organisational, training and scientific standards coexist with other less qualified bodies, often lacking any health care training, technical equestrian qualifications and insurance coverage. Also in this sector, the FISE has provided collaboration, participating in meetings of experts on the regional level (e.g. in the Lazio Region), and on the national level (with the Ministry of Health, National Health Institute, the National Reference Centre for Pet-Therapies and associations operating in the Equine Therapy sector) for drawing up guidelines which in the near future should become part of a framework law regarding Animal-Assisted Treatment. In this article we cannot examine all the areas of the FISE interest and activities in Equine Therapy, but we should recall at least three other sectors of strategic relevance: the identification, characterisation, training and use of the horse in Equine Therapy; further research on the environmental and architectural features of the FISE Centres involved in Equine Therapy activities; the development of new contexts and operational procedures for the specifically rehabilitation phases and for the pre-competition phases (carriage driving in Equine Therapy, para-endurance etc). spaziosport 17 Paziente del Centro di RE “Natura e Cavallo” di Tolfa Patient at the Equine Therapy Centre “Natura e Cavallo” in Tolfa partecipazione emotiva, demedicalizzati e non stigmatizzanti. Certamente questo comporta un impegno concettuale ed organizzativo maggiore rispetto ad interventi in area motoria (soprattutto in fase di progettazione e di strutturazione della equipe di lavoro) con maggiore necessità, rispetto ad altri ambiti, di una collaborazione stretta tra soggetti sanitari invianti e Centri di RE. Se tuttavia teniamo conto del fatto che secondo le proiezioni dell’OMS le patologie psichiatriche costituiranno entro il 2020 l’ottava causa di disabilità e costo sanitario a livello mondiale (con le patologie dello spettro dell’umore addirittura al secondo posto), ben si comprende quanto possa essere importante questo settore di intervento. La possibilità di definire attraverso percorsi di validazione scientifica prassi operative nel settore della RE, oggi ancora troppo largamente lasciate alla improvvisazione, generalità e non specificità diventa così un imperativo assoluto. In questo ambito la FISE ha patrocinato, supportato e promosso una serie di studi, ricerche ed eventi (Progetti Pindaro-FISE, Ippogrifo, Fierobecco, incontri, convegni, aggiornamenti, ecc) in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro di Referenza Nazionale per le Pet-Therapy ed altri soggetti istituzionali quali ASL ed Università, alcuni ancora in corso d’opera ed altri che hanno visto pubblicare i risultati su riviste internazionali ad alto impatto, ponendosi quindi come riferimento internazionale nello specifico settore. Nonostante tutto questo impegno e questo interesse, allo stato attuale il nostro Paese non ha ancora un riferimento normativo specifico nel settore della RE, con il risultato di permettere implicitamente la coesistenza di Istituzioni con consolidata strutturazione organizzativa, qualità formativa e scientifica accanto ad altri soggetti, assai meno qualificati, spesso privi di qualsivoglia formazione sanitaria, competenza tecnicaequestre e tutela assicurativa. Anche in questo settore la FISE ha inteso fornire collaborazione, partecipando a tavoli tecnici, sia a livello Regionale (es. nella Regione Lazio), che a quello nazionale (con Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Centro di Referenza Nazionale per le Pet-Therapy, altre associazioni operanti nel settore della RE) per la stesura di linee guida che dovrebbero nel prossimo futuro confluire in una legge quadro sul tema degli Interventi Assistiti da Animali. Non possiamo in questa sede esaurire tutti gli ambiti di interesse e di impegno della FISE rispetto alla RE, ma nello stesso tempo è doveroso ricordare almeno altri tre settori di rilevanza strategica: la individuazione, caratterizzazione, addestramento ed utilizzo del cavallo da RE; l’approfondimento delle caratteristiche ambientali, architettoniche dei Centri FISE impegnati nelle attività di RE; lo sviluppo di nuovi contesti e modalità operative, sia per le fasi strettamente riabilitative, che per quelle di natura preagonistica (attacchi in RE, para-endurance, etc). Nel primo caso si tratta di definire delle procedure di selezione ed individuazione degli animali che a prescindere dalla razza di appartenenza, per caratteristiche morfofunzionali e caratteriali, a seguito anche di addestramento specifico e specifiche modalità di valutazione e controllo nel tempo, in maniera differenziata ed articolata siano utilizzabili per le varie attività di RE. Lavoro complesso questo, che necessita della co-presenza e collaborazione tra personale Tecnico FISE e Veterinari, soprattutto se con specifica tutte le patologie di interesse psichiatrico dell’adulto), la definizione di particolari attività, ad esempio da inserire nel “circuito preparatorio di base”, potrebbero configurare ambiti sportivi utilissimi ad una finalizzazione dei percorsi di RE come avviene con le patologie motorie e sensoriali (FISE) e quelle relazioni e di livello intellettivo (FISDIR). In conclusione, il settore della RE per la FISE, anche se apparentemente secondario in termini di bacino di utenza rispetto ad altri settori, rappresenta oggi un modello d’avanguardia in termini di ricerca, innovazione, collaborazioni e sinergie, con una molteplicità di campi di interesse e di studio e prospettive di sviluppo ancora in parte da valorizzare ed esplorare. Un ambito nel quale il cavallo si ritrova a svolgere un ruolo di assoluto protagonista, come coterapeuta e promotore di cambiamento ed evoluzione, in una relazione con l’uomo scandita dalla necessità del rispetto e della conoscenza e scoperta reciproci. research specifically aimed at the optimisation of spaces for their sharing by “normal” and other people, the choice of materials, pathways, views, environmental impact etc., as well as the search for new types of stabling and treatment of animals. As for the aspects regarding technical criteria of design, construction and management of facilities see the specific contributions by the architect F. Gallo, in which the criteria of accessibility for everyone are an integral part. Finally, considering that for some types of pathology treated in Equine Therapy there is no specific cannot for transit to categories of Paralympic activities (see, for example, all the pathologies involving adult psychiatric aspect), the definition of particular activities, for example to be included in the “basic preparatory process”, could include sports sectors that could involve pathways of Equine Therapy as in the case of motor and sensorial pathologies (FISE) and involving relationships and intellectual development (FISDIR). To conclude, for the FISE, the Equine Therapy sector, though apparently secondary in terms of users with respect to other sector, currently represents an advanced model in terms of research, innovation, collaboration and synergy, with numerous fields of interest and study, and development prospect still partly to be highlighted and explored. This is an area where the horse plays an absolutely key role as a co-therapist and promoter of change and evolution, in a relationship with man marked by the need of the respect, knowledge and reciprocal discovery. Paraendurance In the former case we have to define procedures for the selection and identification of the animals, which whatever their breed, have suitable morphological, functional and character features, also following specific training and specific procedures for assessment and checking over time; these characteristics, on a differentiated and organised basis, must be suitable for the various Equine Therapy activities. This is a complex task requiring the simultaneous presence and collaboration of FISE technical personnel and veterinarian, above all if they have specific ethological training. With regard to the architectural aspects, we should stress that apart from the building permits and authorisations connected with the safety and elimination of architectural barriers, there is now a sector of study and 18 spaziosport formazione etologica. Relativamente agli aspetti architettonici, bisogna sottolineare il fatto che, a prescindere dagli obblighi autorizzativi ed urbanistici connessi ad aspetti di sicurezza ed eliminazione delle barriere architettoniche, esiste oggi un settore di studio e di ricerca specificatamente volto alla ottimizzazione degli spazi per la fruizione condivisa degli stessi da parte di normodotati e non, scelta di materiali, percorsi, scorci, impatto ambientale, etc., come anche relativamente alla ricerca di nuove modalità di stabulazione e trattamento degli animali. Per gli aspetti relativi ai criteri tecnici di progettazione, costruzione e gestione degli impianti si rinvia ai contributi specifici a cura dell’arch. F. Gallo, in cui i criteri di accessibilità per tutti sono parte integrante. Infine, considerando che per alcuni ambiti della patologia trattata in RE allo stato attuale non esiste di fatto la possibilità di uno specifico passaggio a categorie di attività paralimpica (vedi ad esempio spaziosport 19