Mons. Bregantini: educare è tirar fuori dal sogno il segno ed essere
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Mons. Bregantini: educare è tirar fuori dal sogno il segno ed essere
Mons. Bregantini: educare è tirar fuori dal sogno il segno ed essere profumo di Cristo. Dalla liturgia alla vita. Con fare da mistagogo, ha preso tutti per mano e ci ha condotti in una esperienza di lettura originale di un segno liturgico: il crisma. Olio unito a balsamo, è il buon profumo di Cristo che una comunità con fatica e zelo deve saper diffondere nel territorio. Tanto più la comunità è unita, tanto più è efficace la sua missione educativa. La prospettiva mistagogica della pastorale educa l' unità ed aiuta, ciascun membro della comunità, ad annunciare, celebrare e vivere le immagini bibliche presentate dalla Lumen Gentium che descrivono il cammino della Chiesa di ogni tempo: un cammino che s' intreccia con il territorio che Dio affida a ciascuna chiesa locale. Mons. Giancarlo Maria Bregantini, oggi Arcivescovo di Campobasso Boiano, incoraggia la strada in salita: "seppur faticosa, è accompagnata dall'aiuto di Dio". Fatica e zelo, quindi, per essere Chiesa locale in missione educativa nel territorio. La costituzione pastorale conciliare Gaudium et Spes, sulla missione della chiesa nel mondo contemporaneo, nei numeri 41, 42, 43, 44, esprime la dialettica chiesa mondo: la chiesa offre ed al contempo intende ricevere: ci si educa insieme. Vale l'espressione di Michelangelo: "la statua è già dentro il blocco di marmo". Si tratta di tirar fuori la forma, intrecciando fede e vita, cielo e terra, chiesa e territorio, sogno e segno. Ne è esempio mirabile Gesù di Nazaret, artigiano, che ha saputo unificare gli sforzi umani, domestici, professionali, scientifici e tecnici in una sola grande sintesi vitale, insieme con i beni religiosi, sotto la cui altissima direzione tutto viene coordinato a gloria di Dio. Educare è l'arte d'intrecciare due libertà: la mia e la tua, dell'uomo e di Dio. In che modo la Chiesa esprime questa dinamica educativa di fronte ad un mondo che cambia rapidamente? La costituzione dogmatica Lumen Gentium, nei numeri 6, 7, 8, riporta immagini bibliche che richiamano istanze e gesti di educazione. Ovile e gregge sotto la guida del buon pastore. L'attività educativa verso il territorio in cui siamo immersi è caratterizzata dai verbi del buon pastore: conoscere e chiamare per nome, precedere, condurre ai pascoli della vita, difendere dal lupo dando la vita per il gregge. Nel tessere relazioni e nell'azione il tono di voce è importante ed è espressione di quanto il nostro spirito sia in comunione con Dio ed aperto al bene dell'altro. Così, come nell'espressione di Giovanni XXIII la Chiesa è Madre e Maestra. Mai imporre la verità, ma proporre la verità. Mai vincere, ma sempre convincere. Non giudicare, ma analizzare. E' auspicabile che ciascuno incarni il pastore. La sentinella. L'educatore ha un triplice impegno: vigilare, scuotere, scrutare. Vigilare con occhio attento e pronto, allenato e purificato da una vita coerente con il Vangelo. Scuotere con voce forte e profetica. Scrutare, per aiutare ad "andare oltre" senza scoraggiamento. Non si è sentinella per se stessi, ma per il territorio: occorre far propria la storia dell'altro. L'olivo. Quando non produce viene potato e reinnestato. La potatura è nella logica di Dio per l'educazione dell'uomo: in essa c'è il mistero pasquale, è per la fioritura e va accompagnata dal sorriso. Lo stile educativo di Dio, quindi, è liberante e fiducioso. Impariamo ad educare oltre le apparenze, ad educare oltre le sconfitte, non lasciandoci mai vincere dal male, ma vincendo con il bene il male. Circa il reinnesto: Dio sa utilizzare tutto. La vigna. La Chiesa è stata piantata da Cristo, celeste agricoltore, come vigna scelta. Diviene bella e dalla terra prorompe come forza vitale se sa rimanere in Cristo e da Lui si lascia potare. Ed è potatura soprattutto il mistero dell'obbedienza, cioè di un Dio che chiede sempre di più, che toglie per ridonare, che richiama alla fedeltà. Qui, l'azione educatrice di Dio spesso confligge con le risposte dell'uomo, carenti ed ingrate. " Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande" . La celebre frase del Manzoni può illuminare il mistero del dolore e le mille domande sull'assurdo della vita, ma occorre che la comunità cristiana, per prima, faccia esperienza di questa verità. La casa, l'edificio. Più spesso, la Chiesa è detta edificio di Dio. Qui, il principio educativo è la valorizzazione di tutte le pietre. Come nella costruzione di in un muro a secco, dove anche la pietra più informe trova la giusta collocazione e dà armonia al tutto. La sposa. La Chiesa viene pure descritta come la sposa che Cristo ha amato dando se stesso per renderla santa, che nutre e di cui si prende cura. In quest'immagine c'è tutta la forza pregnante del dialogo d'amore con Dio e tra di noi. Egli ci educa ad amare la nostra terra come una sposa, non come un'amante: solo se c'è atteggiamento sponsale la terra diviene giardino ordinato, profumato. Qui sta tutto il rapporto tra noi ed il territorio; qui sta il principio educativo al bene del territorio, nelle sue varie declinazioni. Il corpo. Quello che ha vissuto il Cristo, come Capo, lo deve vivere anche il suo Corpo, che è la Chiesa. Come Cristo ha compiuto la redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni, così pure la Chiesa è chiamata a prendere la stessa via, per comunicare agli uomini i frutti della salvezza, diffondendo con il suo esempio umiltà ed abnegazione, bisogno di purificazione e di rinnovamento, profumo di santità. Il Corpo "cala" il Vangelo dentro la storia. Annunciato e celebrato, il Vangelo va poi vissuto nel fango della nostra terra, dentro le fatiche della gente, perché orienti i passi di ciascuno. Tutte queste immagini trovano sintesi nel profumo del Crisma, che va diffuso gratuitamente da una comunità unita ed aperta al territorio. Nel profumo ritroviamo la dolcezza e bellezza del bel pastore, il cuore vigile della sentinella, la fragranza dell'ulivo, la dolcezza della vigna, la preziosità della casa costruita con tutte le pietre, l'amore e la bellezza della Sposa e la forza del Corpo di Cristo, che segue con fedeltà il suo Sposo, il Cristo.