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Pantelleria Internet - Anno XV
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lunedì 7 luglio 2014
Il nuovo libro di Antonio Valenza
IL CASO SOMARIA
News 13895, Pantelleria 14/06/2014
"Il Caso Somaria" questo è il titolo del nuovo libro di Antonio Valenza edito
da Schena. Si trova presso www.schenaeditore.it anche in formato e-book o
nelle librerie. Antonio Valenza è nato a Pantelleria nel 1944, dal 1962 al 2010
ha insegnato Materie Letterarie e Scienze umane. E' autore di interventi
giornalistici - letterari diversi, nonché di pubblicazioni didascaliche collegate
alla docenza esercitata. E' anche autore di canzoni (vedi Youtube Stella
d'Africa). Ha pubblicato: La fame mia la tua vittoria, Napoli 1977; Pantelleria
perché..., Roma 1979; A conti fatti, Brescia 1985; Isola insieme, Brescia
1985; Sarà il deserto a vincere? (silloge antologica), Brescia 1987; Isola
insieme 2, Brescia 1982; Tibi quod potui, Terzi editore, Roma, Aprile 2014.
La dedica: ...a mio padre, Poeta... a mia madre Musicista.
Prefazione
Da che mondo è mondo l’asino personifica l’ignoranza e l’ostinazione. Esso occupa il
primo posto fra gli animali della creazione nell’Antico Testamento ed è costantemente
presente nei dipinti che decorano chiese e cattedrali romaniche, al fianco dei
personaggi sacri.
Nei Bestiari medievali è sottolineata l’ottusità e la docilità dell’asino, da sempre legato
all’uomo a causa della sua versatilità che si esprime nella capacità di faticare tanto
senza accusare la fatica o, quanto meno, senza ribellarsi.
In questo romanzo l’autore sceglie l’Asino come protagonista della sua storia e ci
ripropone l’episodio della Bibbia, noto a tutti, della fuga in Egitto della Sacra Famiglia,
per salvare il Bambino dalla furia di Erode che genererà la strage degli innocenti.
L’Asino della Mangiatoia diviene complice della fuga, non sottraendosi, come fanno gli
animali di altre razze, alla richiesta di trasportare in Egitto il Bambin Gesù con i suoi
genitori e suscitando l’ira vendicativa di Erode.
Partendo da questo episodio, si sviluppa la storia de Il caso Somaria che propone le
vicende non solo dei Somari, ma anche dei Cammelli, dei Dromedari e dei Cavalli, che
ci appaiono umanizzati nei loro comportamenti: presentano vizi e virtù simili a quelli
degli uomini e si rendono protagonisti di meschinità, soprusi e pregiudizi che
subiscono – è il caso di dire – sulla propria pelle.
Biancoscudo, così chiamato a causa del tatuaggio della miniatura della Vergine col
Bambino al seno che ha impresso sul muso, si troverà con i suoi simili ad affrontare
avventure irreali, trasformati in Delfisomari, creature fantastiche che negli abissi si
troveranno a dover raggiungere la Fortezza del Palazzo Tritonio…
Il racconto, in massima parte ambientato sull’isola immaginaria di Somaria, emersa
dal profondo Mediterraneo, offre spunti di riflessione e presenta colpi di scena che
finiranno con l’affascinare il lettore, a tal punto da catturarne l’attenzione fino
all’ultimo rigo.
Sarà difficile, dopo questa lettura, non rivolgere uno sguardo diverso agli asini e non
provare per loro un moto di simpatia nel cercare nei loro occhi languidi il bagliore
dell’intelligenza, spesso negata dal pregiudizio.
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lunedì 7 luglio 2014
''Il caso Somaria'': una nota
dell'autore
LETTERA PER GLI
''SCANDALISTI, UMANI
MAI NATI''
(Antonio Valenza)
News 13896, Pantelleria 14/06/2014
“La strage degli innocenti” inizia con Caino ma non finisce con Erode. Oggi, nell’ombra
delle Reti Virtuali, Solipsisti per scelta e Cortigiani per opportunismo, gli Erodiani
Anonimi, Calunniatori starnazzanti contro il Cielo, minuto per minuto, vivono in
agguato un odio inspiegabile tanto contro la Bontà di Abele quanto contro la Maestà
del Gesù.
Malvagi e Stragisti, rancorosi ben oltre Caino, vigliacchi al di sopra d’Erode, invece di
affrontare la Paura dei propri Limiti e, da Adulti, consapevolmente maturarsi in Uomini
e Donne, persistono, acquattati nell’anonimato dei Media, cecchini pronti a diffamare
Tutto e Tutti, con l’Invidia Scandalistica di lividi Ectoplasmi Anaffettivi, in sembianza
d’Umani, mai nati all’Amore. «... T’ho visto: eri tu, – “Uomo del mio Tempo”, denuncia
Salvatore Quasimodo, – con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza
amore, senza Cristo...».
Con la fionda o con internet, perennemente in odio contro l’Altro, fors’anche come
contro se stessi, gli Erodiani Anonimi, interiormente divorati da frustrati rancori,
imbellemente si corrodono bestemmiando ogni Bene della Vita in cui vivono.
Maestri Alienati in cerca d’Allievi, bardati di propagandistico fanatismo ortodosso,
armati d’idiota terribilità, rimestano disprezzi e invettive sugli Altri che li adombrano.
Perciò tramutano Blog e Post, in sterili insulti da grafomani mediatici, per averne
scalpi dimostrativi di una propria Maestosità possibile, come per Erode, soltanto
eliminando la “Concorrenza”.
“Cortigiani, vil razza dannata” a proseguire nella Strage degli Innocenti, gli Erodiani
Anonimi, oggi nascosti nel pretesto ipertribunalizio d’una mefitica attribuzione di
malefatte a terzi, continuano a calunniare la generosa Vitalità degli Asini, laboriosi
portatori di Some, contraltare silenzioso alla loro Accidiosa Perfidia.
Non c’è Somaro, per quanto incolpevole, che sfugga al giudizio d’una presunta “Lesa
Maestà” dello Scandalista di turno psicoticamente convinto d’una propria “Sovrana
Eccellenza”.
Caini ed Erodiani, Splendori di Storica Malignità, mai potrebbero consentire un “Piano
Nobile” alla modestissima Bontà d’un Asino della Mangiatoia.
Italo Svevo, ne “La coscienza di Zeno”, ricorda: «...È un modo comodo di vivere
quello di credersi Grande d’una Grandezza latente...» e gli Erodiani, Anonimi
Ectoplasmi d’un mondo Virtuale, di certo non sapranno rinunciarvi mai dacché godono
della Vita soltanto Sottotraccia di Reti e, visto che prediligono spesso scandagliare gli
scandali, ancor meglio nel Fango.
Antonio Valenza
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lunedì 7 luglio 2014
CULTURA - Recenzione del libro ''Il
caso Somaria' di Antonio Valenza
SOMARIA: L’ISOLA DEL
BENE E DEL MALE
News 14036, Pantelleria 02/07/2014
“Il caso Somaria” di Antonio Valenza – Schena Editore, si offre alla lettura di un
pubblico dotato di acuto intelletto tale da individuare il simbolo, dandogli la sua
identità.
Due mondi si stagliano sin dall’inizio del lavoro, due mondi diametralmente opposti: il
Male nella persona di Erode, con un folto numero di proseliti; il Bene nelle vesti
dell’Asino della Mangiatoia, Biancoscudo. Quale animale avrebbe potuto scegliere
meglio dell’Asino, che risponde ai requisiti dell’uomo buono per pazienza, operosità,
mitezza e disponibilità?
L’uomo buono sempre disponibile a tendere la mano a chi, oppresso dal Male, è
sull’orlo del baratro. Eppure è tacciato di “colpa”: la sua disponibilità che implica
altruismo, che mira al buon fine è ingiustamente giudicata dagli operatori del Male.
Illusione da parte di Biancoscudo il voler vivere in operosa pace in terra solitaria
assieme ai pochi buoni.
Nell’Isola prospera, attirati da interessi economici, giungono altri quadrupedi, assetati
di Potere. È l’inizio della fine per i buoni. Il Male dilaga…ne consegue la
defezione…viene meno la fratellanza degli asini…la delusione spinge Biancoscudo alla
solitudine: non si può vivere in una comunità dove regnano soprusi, ingiustizie sociali,
infondate accuse, corsa al potere, mancanza di sensibilità di umanità.
È chiaro l’intento dell’Autore di denunciare le malefatte del Potere non solo economico
e le precarie condizioni sociali che spesso portano al gesto estremo. Ma di fronte ad
una così triste realtà di corruzione, di interesse privato il Bene non può rimanere
inattivo: purtroppo il suo intervento, fatto di parole suadenti in favore degli oppressi,
gli procura l’esilio, l’isolamento e non solo ma anche il marchio di “responsabilità” da
parte dei suoi simili. Alle parole di difesa, “l’Asino” preferisce il silenzio. Il Male
continua a trionfare e il dolore degli oppressi, dei perseguitati si concretizza di giorno
in giorno. Nell’assenza di ogni principio di etica, non una parola per Biancoscudo: il
Bene non è oggetto di rimpianto, di nostalgia in una società dove “legge unica” è il
“particulare” dove chi ha nelle mani i Poteri non ha pietà per coloro che definisce
“massa”.
È una eclatante denuncia della disuguaglianza sociale, del disatteso insegnamento
cristiano che fa appello all’umanità, alla carità, all’Amore. Il Bene, però, non può
essere debellato dal Male: è legge di vita. Nulla si sa di Biancoscudo…è
scomparso…non morto…e sulla scena del mondo al suo posto una coppia di coniugi,
oggi mendicanti, ieri proprietari; oggi ridotti alla Miseria dalla Malvagità, ma
interiormente ricchi perché detentori di Amore e di Carità. Sentimento che li spinge a
lasciare il pane sul bordo della fontana per un forestiero naufrago, perché in lui
vedono “il fratello” da accogliere nel loro nido e da offrigli una calda minestra. Di
contro il Male trama a danno altrui per ingordigia di Potere.
Talvolta accade che l’uomo, quasi per miracolo, senta il bisogno di mutare il suo
“modus vivendi”, di apprendere in che modo e con quale mezzo possa <<vivere in
pace con sé e con gli altri>>. Ma per realizzare questo suo <<Desiderio>> ha bisogno
di rimuovere “il sasso” che gli impedisce di vedere al di là. Ha bisogno dell’aiuto di chi
sa cosa è Amore e Carità per rimuovere da sé ambizione, egoismo, cupidigia di beni e
di potere. Rimosso questo <<sasso>> e percorso “il corridoio” del buio, guidato da
una <<luce>> avvertirà una metamorfosi, si sentirà “bolla luminosa” assieme ad altre
che <<suscitano emozione di pace e generosità e tutte formanti un unico Sole>>.
Sole di Amore, di generosità, di pace, essenza di vita. Chi “vedrà il Sole” ha una
missione: attuare la pacifica convivenza sotto l’insegna evangelica “Amatevi gli uni
con gli altri come Io ho amato voi”.
A lettura ultimata, una ridda di pensieri, frutto di accurata riflessione ed un’acquisita
dovizia interiore che induce a sentirsi uno con il Tutto.
Angelina Rodo