Il nuovo numero di Punto e Virgola, giornale FISAC dell`Area

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Il nuovo numero di Punto e Virgola, giornale FISAC dell`Area
Notiziario interno del Coordinamento Nazionale FISAC-CGIL SanpaoloIMI
Supplemento Area Lazio-Sardegna
Punto
;
& Virgola
Anno 18 – Novembre 2004
Rinnovo del contratto: le ragioni dell’inerzia
Da dove vengono le chiusure dell’ABI? Basta dare uno sguardo al suo Rapporto sul Lavoro 2003
L
a trattativa sul rinnovo del
Contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro è in fase di stallo; la
posta in gioco è, solo
apparentemente, la definizione degli
ambiti normativi in cui il lavoro del
bancario verrà circoscritto
(intendendo, tra tali ambiti, anche
quello retributivo). In realtà il
confronto è tra due visioni opposte
della realtà lavorativa degli istituti
bancari: quella che definiremo per
semplicità (e per rispetto nei confronti
della storia…) “padronale”, e quella
dei lavoratori. La prima è incentrata
sul R.O.E., “Return On Equity”, il
rapporto tra utile e patrimonio che
valuta la capacità di un’azienda (non
solo bancaria) di generare
“utili” (leggasi: profitti) e misura,
quindi, la sua produttività; la seconda
è incentrata invece sul ruolo che,
nelle aziende bancarie, rivestono
coloro che tali profitti generano,
giorno per giorno: su quella parte del
capitale aziendale – il capitale umano
– che non è rappre sentabi l e
simbolicamente con un numero
indice,
ma
che
investe
quotidianamente il proprio essere (il
proprio “essere un umano”) a 360
gradi, con desideri, aspettative,
necessità.
Fin qui niente di speciale: il solito
conflitto tra capitale e lavoro. Se non
che, nel momento storico attuale,
questo rinnovo del CCNL risulta essere investito di un significato particolare, se si pensa alla crisi dei mercati
finanziari internazionali (instabili quelli azionari, scarsamente redditizi quelli
obbligazionari), alla perdita di credibilità delle istituzioni bancarie connessa
ai recenti coinvolgimenti delle stesse
in crac finanziari e scandali di
“malabanca”, al “vento freddo” in
tema di rinnovi contrattuali proveniente dalla destra di governo. Non
bisogna essere, pertanto, sorpresi,
dell’atteggiamento dei banchieri
quando si siedono al tavolo delle trattative. Il Rapporto ABI sul mercato
del lavoro nell’industria finanziaria –
una sorta di “punto della situazione”
annuale, redatto dall’Associazione
delle Banche – del 2003, del resto,
All’interno:
era abbastanza chiaro: “Il mercato
italiano”, recita, “dopo anni di posizionamento ai margini, si è progressivamente allineato ai valori medi europei, in termini di redditività complessiva del sistema, pur scontando ancora evidenti svantaggi competitivi nei
confronti degli altri grandi mercati
bancari europei. L’analisi comparata
tra mercati bancari europei evidenzia,
infatti, il permanere di un rilevante
svantaggio competitivo delle banche
italiane. Questo sembra trovare la sua
origine non solo nell’operatività bancaria ma anche, e forse soprattutto,
nella variabile paese che risulta
all’origine di fattori strutturali fortemente distorsivi della concorrenza, in
un contesto regolamentare, quale
quello dell’Unione Europea, che, al
contrario, dovrebbe favorire
l’armonizzazione delle condizioni competitive tra i vari attori del mercato.”
Ma di cosa stanno parlando? Indovinate un po’…
Per capire meglio basta proseguire
(Continua a pagina 2)
Furbetti e fessacchiotti: storia di un bancario
(…come tanti?), di M. Alimonti (pag. 5)
ATTUALITA’ - L'inflazione percepita, ovvero... la
matematica è un'opinione!, di M. Alimonti (pag. 5)
LIBRI - “Le neve se ne frega”,
il primo romanzo di Luciano Ligabue (pag. 4)
CINEMA - “The Corporation”, di U. Martino (pag. 3)
Modena: Festival della Filosofia, di A. Grazia (pag. 3)
Il crepuscolo della ragione, di M. Alimonti (pag. 7)
SOLIDARIETA’ - Balliamo col MAIS (pag. 8)
SCADENZE - Arriva la fine dell’anno (pag. 8)
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
pag. 1
Rinnovo del contratto: le ragioni dell’inerzia
(Continua da pagina 1)
nella lettura: “Lo svantaggio degli istituti italiani riguarda
certamente la possibilità di gestire in modo efficace il
fattore lavoro, elemento, questo, che incide sia sulla produttività sia sull’efficienza aziendale. In dettaglio, sulla
base dei dati EBR [n.d.r.: un gruppo di ricerca costituito
da
ABI
e
l’agenzia di ratings Fitch], emerge
che le
banche commerciali europee di
dimensione paragonabile
alle
nostre hanno un
costo del lavoro
pro-capite annuo
di circa € 50.000
mentre
quelle
italiane si attestano sui € 60.000”… Ecco “il
problema”:
i
lavoratori costano troppo. I numeri riportati nel
Rapporto
ABI,
continuando
a
leggere, evidenzi ano
megli o
q u e s t o
“problema”: “in
termini di cost/
income ratio [n.d.r.: cost/income ratio è, semplificando,
il rapporto tra costi e profitti] i gruppi bancari italiani si
posizionano intorno al 60%, contro una media europea
del 56% e un valore pari al 47% per i gruppi bancari
della Gran Bretagna; in confronto ai competitors europei,
i gruppi bancari italiani risultano caratterizzati da un livello di produttività, espressa dal rapporto tra costo del
personale e margine di intermediazione, particolarmente
basso, ovvero da una ridotta capacità di generare ricavi
per unità di costo del personale; il valore di questo indice
per gli istituti italiani risulta, infatti, pari a circa il 37%
contro un valore medio europeo pari al 30% e al 22%
della Gran Bretagna; il peso del costo del personale sul
totale dei costi operativi delle banche italiane risulta,
invece, particolarmente elevato e pari a circa il 62% a
fronte di valori prossimi al 56% per le concorrenti europee e al 50% per le banche della Gran Bretagna”.
E’ “evidente”, quindi, che il peso dei costi del personale
sia superiore alla media europea (lasciamo perdere
l’ovvia annotazione polemica che scaturisce dalla sottolineatura costante dei “numeri” della Gran Bretagna): ma
qualcuno, in ABI, vuole azzardare anche qualche approfondimento delle differenze che corrono tra “essere un
bancario” in Germania ed “essere un bancario” in Portogallo o in Irlanda o in Italia? Ma no, basta fare qualche
media di indici…
Comunque, la chiave di volta della costruzione logica che
conduce l’ABI al suo atteggiamento rigido si trova al termine del paragrafo del Rapporto ABI 2003 intitolato
“Considerazioni conclusive”, dal quale abbiamo tratto
tutti i brani riportati: “In estrema sintesi, le differenze
sembrano essere spiegate più dalla variabile Paese che
dall’operatività bancaria, e dunque sono da ricercare non
solo in fattori aziendali ma soprattutto in fattori strutturali di mercato. L’analisi così condotta evidenzia, dunque,
che la variabile Paese continua a giocare un ruolo rilevante in relazione al mercato del personale in Europa e
delinea forti rischi di perdita di competitività proprio per il
mercato italiano, che sconta una legislazione sul lavoro
meno flessibile rispetto ad altri Paesi, da cui deriva una
situazione di vischiosità nella gestione dei costi operativi
che ne condiziona l’efficienza [corsivo nostro, n.d.r.]. Se
sono senz’altro da valutare positivamente le innovazioni
intervenute in campo normativo, i margini di flessibilità
concordati dalle Parti nell’ultimo CCNL, e l’attuazione che
di esso è stata data a livello aziendale, la distanza che
ancora ci separa dagli altri Paesi, ed i rapidi sviluppi che
in essi sono in corso, devono spingerci a riflettere se
l’attuale quadro regolamentare sia sufficiente e se sia
adeguato il passo con cui – nel settore bancario italiano –
si evolve la gestione del lavoro. Si tratta di aspetti oggettivamente non eludibili, rispetto ai quali occorrerà utilizzare opportunamente il tavolo che si aprirà per il rinnovo
dei CCNL, quale sede per un confronto approfondito fra le
parti” [corsivo nostro, n.d.r.]”.
Appunto: l’ABI cerca di utilizzare opportunamente il tavolo di trattativa che, oggi, grazie alla serietà dei lavoratori
e dei loro rappresentanti, è aperto. Forse, però, le opportunità dell’ABI e quelle dei lavoratori non coincidono.
(Umberto Martino)
Un estratto del Rapporto ABI è consultabile su Internet; l’indirizzo
completo è:
http://www.abi.it /jhtml/home/prodottiServizi/
bancaLavoro/statisticheLavoro/costoLavoroRetribuzioni/
costoLavoroRetribuzioni.jhtml,
altrimenti navigate in www.abi.it passando per Prodotti e servizi
– Lavoro – Rapporti e statistiche.
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
pag. 2
CINEMA - “The Corporation”,
di Mark Achbar e Jennifer Abbott
Due ore e venticinque minuti per scuotere gli spettatori
dall’intorpidimento. Troppi? Ma nel documentario, gli intervistati
sono d’accordo: qualcosa, nel sistema delle corporation, non funziona. E Michael Moore ci mette il (suo) carico.
(da www.sentieriselvaggi.it)
I
parlare troppo o – a seconda dei casi – troppo poco; spioni industriali, scienziati con un occhio chiuso (quello che
guarda dentro al microscopio) e scienziati con gli occhi
spalancati ed inorriditi; un premio Nobel per l’economia
apostolo delle dottrine monetariste – quelle per cui la
diminuzione dei tassi d’interesse risolve qualsiasi crisi
economica: basta “lasciar fare” il libero mercato… – che si
permette ancora di sorridere ironicamente, nonostante sia
sotto gli occhi di tutti il fallimento delle proprie teorie;
una esperta di marketing per l’infanzia col volto della
strega di Biancaneve (la quale, almeno, non chiedeva
clemenza nascondendosi dietro l’alibi del “in fin dei conti
è il mio lavoro”); tutti lì, a testimoniare i misfatti delle
corporation, delle industrie dei
logo, tutti d’accordo nel sostenere
che sì, in effetti qualche problema
le multinazionali ce lo devono
avere: i colpevolisti, documentando la volontà delittuosa delle azioni delle industrie; gli innocentisti,
sostenendo che gli effetti collaterali dell’operato delle corporation
– sfruttamento di intere popolazioni, degrado dell’ambiente, inquinamento, degenerazione dello
stato di salute delle persone –
siano il rovescio della medaglia
del vivere moderno occidentale.
l faccione paffuto e rubicondo di Michael Moore occupa un terzo della larghezza dello schermo. La sua
entrata in campo tra i testimoni delle nefandezze
delle compagnie multinazionali non dovrebbe stupire un pubblico italiano che ha imparato a
conoscerlo almeno da Bowling a
Columbine. L’onnipresente berrettino da baseball posato sul testone testimonia la volontà di dichiarare la propria appartenenza ad
un sistema; un sistema sociale
complesso, come quello statunitense, che prima ancora di essere
sociale è un sistema produttivo.
Un sistema che il suo lavoro documentaristico più o meno fazioso
(più o meno dichiaratamente fazioso), ha posto e pone costantemente in contraddizione
con sé stesso. Quel berrettino significa: “Sono americano, Nessuna ironia, nessuna sottigliezza, nessuna speranza di
e non voglio vergognarmi di esserlo”.
svago:
centoquarantacinque
minuti
di
spinte
Ecco il senso della testimonianza di Moore resa in questo all’autocoscienza dello spettatore, al termine dei quali ci si
lungo – troppo lungo? – lavoro di ricerca, per parole ed promette di non bere mai più un goccio di Fanta (chi aimmagini, sulla genesi e l’evoluzione dell’apparato delle vrebbe mai pensato a collegare questo marchio così rassimultinazionali che si chiama The Corporation. Due ore e curante a qualcosa di più antipodale dei crimini nazisti) o
venticinque minuti nel corso dei quali gli artifici retorici dai quali si esce intravedendo ombre oscure tra le righe
del videolinguaggio vengono utilizzati allo scopo di scuo- bianche ed azzurre del logo Ibm… La chiusura è delegata
tere dall’intorpidimento lo spettatore che non si fosse ancora a Michael Moore, che conduce una beffarda osserancora reso conto della spirale concentrica, del gorgo vazione sul senso dei suoi film – sul senso di questo film
rappresentato da un’organizzazione della produzione ba- – invocando dentro di sé gli dei della ragione e del coragsata sulla genesi di bisogni non primari, sulla ripetizione gio, affinchè almeno una piccola percentuale degli spettacoattiva di abitudini di consumo, sullo sfruttamento inten- tori esca dal cinema con più consapevolezza, più spirito
sivo dei fattori della produzione (manodopera in primis), combattivo, più fiducia nella potenza della fionda di Davisull’aumento indefinito del margine di profitto, sulla pro- de.
duzione ingannevole di ambigui messaggi di appartenenza ad un clan più o meno numeroso di persone che condividono uno stile di vita: strategie elaborate a tavolino da
poche decine di grandi
C’è speranza
società, che condiziose
questo
accade a Modena
nano col loro operato i
destini di singoli indivial 17 al 19 settembre, a Modena, Carpi e
Sassuolo, si è svolta la quarta edizione del
dui come di moltitudini
Festival della Filosofia; tema, quest’anno, “il
di persone; società
che, per un curioso mondo”.
“E chi se ne f…., sai che p.…!”. E invece no! Per chi
scherzo della giuri- ha partecipato, è stata per la quarta volta
sprudenza, si videro un’esperienza bellissima. Non solo per la qualità
riconoscere centocin- degli intervenuti: V. Andreoli, E. Bencivenga, R.
quant’anni
fa
negli Bodei, M. Cacciari, D. del Giudice, J. Friedman, U.
Stati Uniti molti dei Galimberti, A. Gargani, J.L. Marion, G. Marramao, E.
diritti delle persone Severino, A. Varzi, G. Vattimo, solo per citarne
fisiche, non condivi- alcuni, chiedendo, ovviamente, scusa a tutti gli altri.
Non solo per i “non filosofi” che come, nelle altre
dendone però gli stessi edizioni, hanno portato il loro punto di vista sul
doveri.
tema: scienziati come P. de Bernardis, F. Farinelli,
Amministratori delega- R. Ruffini, uomini di spettacolo come P. Greenaway
ti pentiti, amministra- o L. de Crescenzo, urbanisti come S. Boeri.
tori delegati autoassol- Non solo per le iniziative collaterali (ma che sono
venti ed innocentisti, comunque parte integrante del programma) come
giornalisti colpevoli di mostre, concerti e filmati, bancarelle di libri e altro,
D
(Umberto Martino)
iniziative per i più piccoli, spettacoli teatrali
(bravissima Lucia Poli), per non scordare le “cene
filosofiche” curate da Tullio Gregory, con piatti tipici
della Regione “dove trionfano, con i sensi, la ragione e la storia”.
Meraviglioso è il fatto che iniziative di questo genere
riescano a coinvolgere circa 80.000 persone - moltissimi giovani, ma non solo -, gente che per essere
a Modena, Carpi o Sassuolo il venerdì mattina, magari ha rinunciato a vedere “Il Grande Fratello”, o
per ascoltare Vattimo si è perso una puntata di
“Domenica in”.
Segno che esiste un bisogno di confrontarsi e di
approfondire; che non siamo, tutti, ancora completamente ubriacati dalla televisione, lo dimostra
anche il successo analogo di iniziative simili come il
Festival della letteratura a Mantova.
Personalmente (ho assistito a tutte le edizioni),
questa iniziativa della Fondazione S.Carlo di Modena, mi ha dato molto; sicuramente, appunto, la
speranza.
E l’anno prossimo si replica.
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
pag. 3
fanno quello che vogliono, sono in forma fisica perfetta, il
sistema riesce persino a mettere insieme le persone in
il primo romanzo di Luciano Ligabue
maniera perfetta, i due protagonisti sono innamorati per
tutta la vita. Ma c´è una conclusione importante: anche il
Intervista di Ernesto Assante
migliore dei modelli ha il difetto di essere un modello e da
(“la Repubblica”, 30/4/04 )
quando esiste l´uomo non c´è un modello che possa far
contenti tutti, quindi è fallibile. Perché ognuno di noi rii intitola “La neve se ne frega” ed è il primo ro- cerca la felicità a modo suo…
manzo di Luciano Ligabue. Non il primo libro,
perché la raccolta di racconti Fuori e dentro il Perché?
borgo aveva già laureato il rocker di Correggio Perché sono uscito da una gabbia. Io mi sono sempre
come scrittore spingendolo, poi, a trasformarsi addirittura detto che per essere davvero onesto in quel che facevo
in regista con Radiofreccia. La neve se ne frega è un ro- dovevo raccontare sempre quello che avevo visto o vissumanzo, un lungo racconto attorno alla vita e all´amore e to. Ed è stato un atteggiamento che ho sempre tenuto a
soprattutto attorno al sogno di una procreazione che, nel rispettare. Questa è la prima deroga, piuttosto forte visto
mondo immaginato da Ligabue, non è consentita.
che ho ambientato la storia nel 2179. Ma mi fa piacere,
LIBRI - “Le neve se ne frega”,
S
Ma allora come si nasce?
Si nasce al contrario, secondo i dettami del "Piano Vidor"
che governa il mondo, si nasce a novant´anni, o a settantanove, come accade al protagonista del romanzo, e si
ringiovanisce pian piano, fino alla fine della propria vita,
quando si arriva ad essere piccoli e incoscienti.
La vicenda dei protagonisti e l´ambientazione nel 2179
portano
il
lettore
in
un
ambito
naturalmente
fantascientifico.
L´intenzione era quella di raccontare una storia che si
svolgesse in un mondo in cui le condizioni di vita fossero
le migliori possibili. E per poter immaginare il migliore dei
mondi possibili ho dovuto pensarlo nel futuro.
mi sento bene, non credo di avere rinnegato niente di me
stesso. Anzi, spero che questa sia una possibilità che avrò
anche per il futuro.
La musica entra anche in La neve se ne frega...
Sì, anche se ci sono, curiosamente, più riferimenti alla
musica classica che al rock. Diciamo che la musica entra
dove il racconto lo richiede, è usata come elemento narrativo e basta. Della musica di oggi c´è il soul, che credo
andrà bene anche nel futuro, perché fa star bene la gente. Però mi sono divertito a inventare un genere futuribile, il "fibrac", che non ho idea di come suoni…
Che mondo ha immaginato?
Sempre che quello che ho immaginato sia un mondo buono, l´idea è che la gente viva al rovescio, che abbia quindi una vita in crescendo, che giorno per giorno è sempre
meglio. Una vita in cui non c´è bisogno di preoccuparsi
del futuro perché sai com´è, nella quale hai il tuo mestiere, hai un numero di adultèri programmati, non c´è malattia o incidente che ti possano togliere di mezzo prima
della tua morte prevista. Ho pensato che il futuro al suo
meglio fosse semplicemente il meglio del passato. Non ci
sono gli elementi classici della fantascienza, la tecnologia
non è ingombrante, pochi elementi ma tutti bellissimi,
come la possibilità fisica di spostarsi in terra e in volo, di
avere a disposizione in casa tutte le opere d´arte o film o
l´intrattenimento. E allo stesso tempo è un mondo che ha
attenzione per la natura.
Viene in mente un romanzo come Fahrenheit 451 di
Bradbury.
Si, anche 1984 di Orwell, perché dipingo una società dove
il controllo sociale è fortissimo. Nel mio romanzo i motivi
di ribellione sono però diversi, sono più basilari, legati
all´amore, ad un concetto di procreazione che i protagonisti non sanno che esiste. E c´è di più: i due personaggi
principali non sanno cosa sia la nostalgia. Se si vive al
rovescio non c´è il concetto di passato e non riesci a maturare il concetto di nostalgia, perché il passato non è mai
il meglio della tua vita. Quello che spezza l´equilibrio, che
crea una anomalia è una sorta di nostalgia "biologica",
sentono un richiamo fortissimo verso la possibilità di procreare e dare continuità a se stessi attraverso un figlio.
Nel libro si parla molto di felicità...
I due protagonisti prima di provare questa "nostalgia"
sono in realtà felici. Comunque il modello di società in cui
vivono li controlla, chiede un pegno, ma funziona. Loro
impiegano il tempo libero con soddisfazione, hanno amici,
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
pag. 4
ATTUALITA’
L'inflazione percepita,
ovvero... la matematica è un'opinione!
-
E
ra gennaio, nel 2002, e dal panettiere un kg. di pane, tipo
"Genzano", costava 3.500 lire (oggi da P.A.M. costa 3,00
euro). Nello stesso mese usciva il n° 495 di Tex (lo
compro da 40 anni) col doppio prezzo in lire ed euro: sulla
copertina c'era scritto 2,07 euro (4.000 lire), ora è in edicola il n°
528, in vendita ad euro 2,40.
Capitoli di spesa
A Lido dei Pini, stabilimento
balneare
"Mocambo",
ad
Alimentari e bevande non alcoliche
agosto scorso per sdraio ed
ombrellone chiedevano 14,00 Bevande alcoliche e tabacchi
euro; quando c'era ancora la
lira ne bastavano 16.000. E la Abbigliamento e calzature
Mia nonna diceva sempre: “Le bugie hanno le gambe corte”…
Presidente Berlusconi, mi consenta: lei quant'è alto?
Sono oltre cento le voci inserite nel paniere Istat, poi raggruppate
in 12 capitoli di spesa. Riportiamo il dettaglio di ogni capitolo ed il
prodotto di "maggior peso" all'interno di ogni voce. Sono dati
disponibili sul sito www.istat.it. Come facciano i mobili a pesare
più degli affitti, onestamente non riesco a capirlo; come sia
Peso %
Prodotto più rappresentativo
16,09 Carni bovine fresche
2,76
Sigarette estere
10,40 Abiti confezionati da donna
Peso %
1,73
1,52
1,87
benzina?! Ragazzi, un litro di Abitazione (acqua/elettricità/combustibile)
8,93 Affitti
3,09
super alla pompa costa 1,20
euro (2,323), però due anni fà Mobili, arredamenti e servizi per la casa
9,91 Mobili e articoli di arredamento
3,66
il rapporto euro/dollaro era
Servizi
sanitari
e
spese
per
la
salute
7,63
Medicinali
2,93
0,82 non 1,23 come oggi
(rivalutazione del 50%). I Trasporti
13,01 Riparazione mezzi di trasporto
3,39
petrolieri, i cambi, in che
3,08 Servizi di telefonia
2,15
valuta li fanno? Comperavo un Comunicazioni
pacco di pasta Barilla (scusate,
Ricreazione spettacolo e cultura
8,07 Concorsi pronostici
0,92
ma era lo sponsor della Magica
Roma) a 650 lire, ora i Istruzione
1,02 Formazione professionale
0,70
supermercati Elite (quelli che
10,96 Ristoranti e pizzerie
4,91
prendono i tickets di noi poveri Alberghi e pubblici esercizi
bancari) la vendono a 0,56
Beni e servizi vari
8,14 Servizi per l'igiene personale
1,37
euro. E vi ricordate, a fine
2001, i bar che offrivano la
possibile che la riparazione dell'autovettura incida più dell'acquisto
tazzina di caffè a 1.000 lire? Vi sfido a trovare su Roma qualche
della stessa, lascia alquanto perplessi; come si possa calcolare
esercente che lo fa meno di 0,65. E la frutta? Chi di voi coraggiosi
l'andamento dell'inflazione prescindendo dal prezzo della benzina
ha comperato ad aprile le ciliege a 11,00 euro al kg? Beh, per
è un dilemma paragonabile al terzo mistero di Fatima; ma la cosa
fortuna ci sono anche le buone notizie: grazie ad un accordo con
che realmente mi sconvolge è sapere che in questo paese la spesa
la grande distribuzione, il governo ha assicurato che fino a natale i
per il gioco del lotto vale quanto il capitolo dell'istruzione!
prezzi non aumenteranno più (sic!) E a settembre, l'inflazione
reale (non quella percepita) si è incrementata solo del 2,1% - Meditate, gente, meditate…
meno male!
(Maurizio Alimonti)
“FURBETTI E FESSACCHIOTTI”
solidarietà, invece mi sono preso pure uno shampoo per non avere
prontamente occultato i soldi lasciati dalla scorta...
S
Sono un bancario sfigato... A cinquanta metri dall'agenzia, ha
aperto una piccola banca molto aggressiva, che applica condizioni
impossibili e ci porta via i più grossi clienti. Dall'Area ricevo telefonate pesanti: i numeri diminuiscono e, se continua così, non raggiungeremo il budget. I clienti sono inferociti: tra i prodotti, sottoscritti negli ultimi due anni, non ce n'è uno in attivo. Siamo sotto
organico: i colleghi sono stanchi e stressati, e ce l'hanno con me.
ovvero “Storia di un bancario” (…come tanti?)
ono proprio un bancario furbetto! Mi faccio in quattro per
l'Istituto: resto in agenzia durante le assemblee sindacali,
vado a colazione col direttore, non partecipo mai agli
scioperi (al contrario di quei fessacchiotti dei miei colleghi) e poi, la sera, mi trattengo col Capo e mi vanto con lui delle
brillanti operazioni concluse nella giornata, e gli racconto quello
che gli altri impiegati dicono alle sue spalle... E si! Io ci tengo alla
carriera, e l'azienda sa che può contare su di me.
Sono un bancario furbastro! Sono diventato gestore: ho tutta una
clientela selezionata, che ho scelto personalmente, facendomi
assegnare dal direttore i codici fiscali "giusti", ovvero i clienti più
malleabili, a cui vendere polizze, fip, gestioni, fondi e quant'altro.
E si, io ci tengo al mio budget (ed al premio corrispondente) e
l'Azienda sa che può contare su di me!
Sono un bancario furbello! Sono diventato direttore. Certo siamo
solo in cinque e c'è molto da fare; io però sono partito col piede
giusto: mi porto dietro parecchi clienti dalla vecchia agenzia. Negli
ultimi mesi ho spostato su liquidità buona parte dei portafogli, poi,
al momento opportuno, ho venduto tutto ed ho trasferito i contanti
sulla nuova filiale. Io ci tengo a portare l'agenzia in utile e ad intascare il mio premio. In Area, poi, ho coltivato le amicizie giuste, e
se chiedo qualche deroga su tassi e condizioni, me la concedono
senza problemi. E si! Con me l'azienda ha puntato sulla persona
giusta.
Sono un bancario iellato... Un gruppo di filiali, tra cui la mia, sono
state cedute in blocco ad un'altra banca, con tutto il personale. Nel
giro di poche ore il mio mondo lavorativo è stato stravolto: ho
cambiato procedure, referenti, prodotti. Mi sento profondamente
deluso: sono stato usato e poi buttato via! Forse ho sbagliato
tutto... Forse, tentando di distinguermi dagli altri, di emergere, ho
trascurato altri valori come la solidarietà ed il rispetto per i colleghi. Forse ho dimenticato che i miglioramenti salariali, i percorsi
professionali, gli inquadramenti non sono regali delle aziende, ma
sudate conquiste dei lavoratori. Forse, nel mio piccolo, avrei dovuto fare di più, nelle assemblee, nelle azioni di lotta, insieme agli
altri... Forse bisognava partecipare... Forse il fessacchiotto sono
io... ma forse posso ancora cambiare... Forse...
L'abitudine quotidiana alla libertà di parola, di pensiero, di
associazione, ci porta a dimenticare i sacrifici e le sofferenze che generazioni di lavoratori, per ottenere quei diritti,
hanno affrontato e sopportato. In una società dove si parla
molto senza dire nulla, dove il pensiero è assediato dal
bombardamento mediatico delle televisioni, una delle ultiSono un bancario sfortunato.... Nella mia agenzia hanno montato i
me difese è rappresentata dal confronto tra i lavoratori:
cash in/cash out e tolto il servizio di vigilanza: neanche una settil'assemblea è un grande momento di democrazia e di libermana e abbiamo subìto la prima rapina. Due balordi, con siringa e
tà. Difendiamo la nostra libertà! Partecipiamo alle assemtaglierina, sono entrati in filiale, hanno arraffato il rifornimento
contanti del bancomat, facendoci sdraiare tutti pancia a terra (il blee sindacali!
vestito nuovo si è pure strappato...) Dall'Area mi aspettavo più
(Maurizio Alimonti)
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
pag. 5
GUERRA - Il crepuscolo della ragione
E’ possibile esportare la democrazia con le bombe?
I
l vaso di Pandora è stato scoperchiato! In Iraq come in Palestina, in Israele come in Cecenia o in Afghanistan... si muore! Si
muore sotto le bombe americane, come sotto le cannonate russe; colpiti da pallottole israeliane o dilianati dalle autobomba di
Al Qaeda. Si muore falciati dai soldati della "Coalizione dei Volenterosi" o decapitati da terroristi islamici. Si muore in Ossezia, si muore a
Sadr City, si muore a Taba. Si muore nelle proprie case, nelle scuole,
negli alberghi, nei metrò.... Si muore in carceri speciali, sottoposti a
vergognose torture; si muore nelle piazze, nelle strade e sui ponti del
fiume Tigri. Si muore per le ferite che vanno in cancrena, per l'acqua
che non è più potabile, per la mancanza di sangue e medicinali. Si
muore dentro di noi, a Baghdad come a Roma, sopraffatti da un'angoscia che non concede tregua e non dà speranza, una tortura disumana e senza fine. Eppure quelle città da fiaba, coi loro nomi mitici e
melodiosi, erano le perle della Mesopotamia. Uscivano dalle pagine de
"Le mille e una notte", avvolte dal mistero, sotto forma di danzatrici
arabe, di veli trasparenti e coloratissimi, di sceicchi e moschee, di
dune e cammellieri. Nei nostri sogni di bambini, abbandonati tra le
braccia di Morfeo, sussurravamo, storpiandoli: Baghdad, Falluja, Kerbala, e poi ancora Baquba, Kirkuk, Samarra, e ancora Najaf e Mosul e
Nassirya, e poi.... Poi abbiamo smesso di sognare: abbiamo aperto gli
occhi e visto un aereo che sfondava un grattacielo, ed una pioggia di
bombe intelligenti che facevano strage tra i civili. Abbiamo così iniziato a contare le vittime di ogni razza, di ogni religione, di ogni esercito: Iracheni, Americani, Polacchi, Turchi, Inglesi,
Spagnoli, Australiani, Afghani, Curdi... Tutti contro tutti, senza più capire dove sta la ragione e il diritto, da che parte
è la verità e dove la menzogna, mentre l'elenco delle vittime si allungava all'infinito e i Kenneth, i Donald ed i George
si aggiungevano agli Abdul, agli Imad, agli Assam, mescolandosi con Sabrina e Jessica, con Hamid e Omar, in un
vortice di sangue, di dolore, di odio e di rabbia. BASTA! BASTA!......Basta. Dopo 50 anni di guerra israelo/palestinese,
dopo 20 anni di stragi e morti nel Caucaso, dopo le tragedie del Vietnam, del Sudan, della Nigeria, è mai possibile
che qualcuno creda ancora di poter imporre le proprie ragioni con le armi? E' possibile che qualcuno pensi di poter
vincere solo perchè è il più forte? O che si possa esportare la democrazia con le bombe? Noi, stupidi pacifisti, crediamo che le uniche guerre vinte siano quelle mai iniziate e le uniche rivoluzioni durature siano quelle della ragione.
Nessuno ci convincerà mai che si possano garantire pace e libertà con razzi e cannoni! Bush, Blair, Berlusconi, esponenti e rappresentanti dell'occidente aperto e democratico, grazie a voi il mondo oggi è meno sicuro, il terrorismo è
più forte ed agguerrito, gli obiettivi di possibili attacchi sono cresciuti a dismisura. Complimenti! Con la vostra polica
ottusa e tracotante avete inferto un colpo, forse decisivo, alla stabilità internazionale ed al diritto. Per il bene dei vostri paesi e del mondo intero, fate un favore a tutta l'umanità: andate a casa! Grazie.
(Maurizio Alimonti)
La scomparsa di Yasser Arafat
(estratto dalla nota della Segreteria Nazionale della CGIL dell’ 11 novembre 2004)
La Segreteria Nazionale della CGIL esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di Yasser Arafat, Presidente eletto
dell’Autorità Nazionale Palestinese. Arafat ha saputo per quasi cinquant’anni dare voce sulla scena internazionale alla sofferenza di un intero popolo, scaturita dal mancato rispetto delle risoluzioni dell’ONU e accentuatasi con l’occupazione della Cisgiordania e di Gaza dopo la guerra del 1967. Nel contempo Arafat ha lavorato, pur tra difficoltà
e contraddizioni, per la realizzazione di una prospettiva concreta di pace con Israele, sancita
negli accordi di Oslo, ma vanificatasi con la morte di Rabin e con il fallimento dei negoziati di
Camp David e di Taba. Solo successivamente e in modo tardivo, nonché inefficace, la comunità
internazionale è tornata a impegnarsi, attraverso la Road Map, per una soluzione di pace nel
conflitto israelo-palestinese, soluzione che ha trovato comunque l’impegno di Arafat nel perseguirla, seppure in condizioni nettamente peggiorate. Basti pensare alla costruzione del muro,
all’ulteriore erosione del territorio palestinese da esso prodotta, alla pratica degli assassini mirati,
all’esplosione terroristica che ha tratto nuovo alimento da tutto questo, che hanno ulteriormente
indebolito l’Autorità Palestinese e gli sforzi di delineare i possibili contenuti di un’intesa, anche
quelli condotti da rappresentanze delle due società civili israeliane e palestinesi, quale l’accordo
di Ginevra. […]
La condanna del terrorismo, che ha accomunato, pur tra contraddizioni e qualche ambiguità, lo
stesso Arafat all’orientamento della popolazione civile, è stata al contrario utilizzata per accentuarne l’isolamento fisico e politico e per inibire, come ha fatto Sharon, qualsiasi sviluppo di negoziati tra le parti e, quindi, per negare ogni riconoscimento degli interlocutori.
Ciò è tanto più problematico nel momento in cui, pur in questo difficile contesto, la società e la
politica palestinese provano a riprendere il loro cammino di confronto interno, anche aspro, sulla
realizzazione di una prospettiva di pace e di democrazia effettiva. L’eredità di Arafat ai suoi successori, che dovranno essere
scelti in base ad un processo autonomo e partecipato, è sicuramente difficile, ma contiene una speranza ancora viva. […]
Punto e Virgola - Fisac Cgil Sanpaolo Imi Spa
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SOLIDARIETA’ - Balliamo col MAIS
Ci sono molti modi per sostenere una ONLUS...
I
l giorno 4 dicembre, presso l'Auditorium del Massimo - Via
Massimiliano Massimo 1, Roma (zona Eur), alle ore 20.30, si
terrà uno spettacolo musicale i cui proventi saranno devoluti
all'associazione MAIS-onlus.
Allo spettacolo parteciperanno, oltre a Maurizio De Sanctis—il quale si esibirà dal vivo con canzoni dal repertorio dei più grandi cantautori della musica italiana, come Renato Zero, Francesco De Gregori,Vasco Rossi etc.—oltre 100 allievi di alcune scuole di ballo, i
quali eseguiranno diverse coreografie per ogni canzone.
Vi invitiamo a partecipare numerosi ed a diffonderne notizia, vista
la buona causa dell'iniziativa. Il costo del biglietto è ad offerta, da
un minimo di 10,00 € ciascuno.
E' possibile acquistare i biglietti direttamente nella sede del MAIS Via Ettore Ciccotti 10, zona metro Colli Albani, tel 06.788.61.63 oppure rivolgendosi all'organizzatore dell'evento Fabio Bignami, al
numero 347-6298652.
Promemoria: le prossime scadenze
Per confermare l’attuale situazione non occorre inviare nulla.
15/12/2004
Lavoro straordinario
Variazione della scelta effettuata per le prime 50 ore di lavoro
straordinario tra recupero in banca delle ore e pagamento con le
maggiorazioni previste contrattualmente.
Ricordiamo che le prime 50 ore di lavoro prestato oltre il normale
orario giornaliero e settimanale non sono considerate
30/11/2004
“straordinario” ma sono definite “lavoro supplementare” (che si
Fondo Pensioni SanPaolo Imi
riducono a 27 ore nel caso di collocazione della riduzione annua di
Variazione delle percentuali di contribuzione volontaria (da 0 a orario
nella
banca
delle
ore)
e
vanno
recuperate
14%) e delle quote di conferimento del TFR al Fondo Pensioni obbligatoriamente attraverso la Banca delle ore.
Sanpaolo Imi (vedi specifica informativa del 17 settembre). Per Per confermare l’attuale situazione non occorre inviare nulla.
confermare le percentuali del 2004 non occorre inviare nulla.
31/12/2004
15/12/2004
Cassa Assistenza
Orario di lavoro
Richieste di rimborso alla Cassa Assistenza di documenti di spesa
Variazione della collocazione della propria riduzione di orario tra relativi al 2004. Per il rispetto della scadenza, fa fede la data di
le seguenti opzioni:
pervenimento della richiesta di rimborso, inoltrata anche a mezzo
- riduzione di 30 minuti in una giornata della settimana
raccomandata direttamente a Blue Assistance SpA, Corso Svizze- riduzione di 15 minuti in due giornate della settimana
ra 185 – 10149 Torino.
- accantonamento di 23 ore annue nella Banca delle ore.
Le richieste di rimborso pervenute successivamente al 31/12 ed
Per le prime due opzioni, il collega deve indicare il giorno o i 2 entro il termine ultimo del 31/3/2005 sono liquidabili nell’ambito
gioni scelti e la collocazione della riduzione di orario. L’azienda dei massimali 2005 limitatamente alla sola quota di disponibilità
dovrà
confermare
l’accoglimento
di
queste
opzioni, residua dei massimali del 2004.
compatibilmente con le esigenze operative della filiale o
dell’ufficio. Non è possibile modificare in corso d’anno la scelta 31/12/2004
PFR e permessi ex festività soppresse
effettuata.
Termine ultimo per l’utilizzo del permesso frazionato (PFR), permessi per festività soppresse (compreso il giorno aggiuntivo relaInviate i Vostri contributi ai seguenti indirizzi:
tivo al 25 aprile che quest’anno cadeva in domenica). Qualora i
F. Alberti, Roma—Viale dell’Arte 25 (2534)
permessi per festività soppresse non vengano fruiti nell’anno,
C. Bella, Roma Montesacro (453)
sono automaticamente monetizzati nella busta paga di febbraio. Il
M. Filippi, Roma—Via Firenze (3144)
permesso frazionato non utilizzato invece si perde.
S. Gallittu, fil. Cagliari
30/11/2004
Assegni di studio
Richiesta per assegni di studio per i figli del personale iscritti per
la prima volta a corsi di studio universitari (circolare n. 12712 del
10/11/04).
G. Ilari, Roma Sede (450)
U. Martino, Roma Eur (451)
M. Schifano, Roma 12 (222)
Non avete alibi… abbiamo anche l’e-mail:
[email protected]
Ci potete trovare anche sul sito:
www.cgil.it/fisac.sanpaolo
Le circolari e i moduli relativi sono disponibili anche
sul sito della FISAC-CGIL:
http://www.cgil.it/fisac.sanpaolo
consultabile anche tramite l’intranet aziendale
La riproduzione integrale o parziale degli scritti
che appaiono su Punto e Virgola può avvenire
solo in seguito a espressa autorizzazione della Redazione.
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