La valutazione on line Dal Language Testing al New - E

Transcript

La valutazione on line Dal Language Testing al New - E

La
valutazione
on
line
Dal
Language
Testing
al
New
Assesssment
Dott.ssa
Elisa
Bassetti
[email protected]
Aprile
2009
La
valutazione
on
line
Abstract
Gli
ambienti
virtuali
sono
pensati
e
disegnati
come
spazi
di
condivisione,
Community
of
learners,
dove
la
conoscenza
dei
partecipanti
è
co‐costruita
attraverso
l’interazione
e
lo
scambio
di
esperienze.
In
generale,
l’apprendimento
on
line
tende
alla
formazione
dell’individuo
e
delle
sue
competenze,
intese
non
solo
come
“saper
fare”,
ma
anche
come
“saper
essere”,
poiché
l’interagire
mette
in
gioco
molte
qualità
relazionali
e
attitudinali.
Entro
questo
contesto
la
tradizione
di
una
pratica
valutativa
interamente
basata
sulla
centralità
del
docente
e
su
un
risultato
espresso
in
termini
quantitativi,
perde
terreno
a
favore
di
una
valutazione
orientata
al
processo
di
apprendimento
stesso,
anziché
al
suo
prodotto.
Al
centro
della
valutazione
viene
posta
la
competenza
di
tipo
metacognitivo,
ossia
la
riflessione
dell'apprendente
sulle
strategie
messe
in
atto
all'interno
del
gruppo
per
negoziare
gli
intenti
e
le
procedure
attuative,
la
capacità
di
auto‐valutarsi
per
intravedere
i
propri
punti
di
forza
e
di
criticità,
la
capacità
di
lavorare
in
autonomia
e
allo
stesso
tempo
di
arricchirsi
attraverso
le
esperienze
dei
pari.
Il
New
Assessment
(la
valutazione
delle
competenze
attraverso
una
pratica
costruttivista),
si
pone
come
nuova
e
valida
frontiera
di
sperimentazione
nel
campo
della
didattica
delle
lingue
entro
i
contesti
di
apprendimento
a
distanza,
dove
l'intangibilità
dei
rapporti
umani
deve
essere
recuperata
costruendo
comunità
in
rete
fondate
su
obiettivi
e
volontà
comuni.
2
Principi
generali
della
valutazione
I
principi
generali
del
processo
valutativo
rimangono
invariati
in
qualsiasi
contesto
educativo
che
implichi
una
valutazione
di
qualche
tipo,
sia
che
si
tratti
di
didattica
in
presenza
che
di
formazione
on
line.
Gli
oggetti
del
processo
valutativo
invece
possono
essere
variabili
e
dipendono
anche
dall'approccio
teorico
di
riferimento.
In
generale,
definiamo
il
concetto
di
valutazione
partendo
dal
significato
letterale
del
termine
valutare,
cioè
determinare
il
valore
da
assegnare
a
qualcosa
o
qualcuno
attraverso
il
confronto
con
un
parametro
standard
concordato.
Spesso
la
valutazione
è
assimilata
alla
misurazione.
Soprattutto
nei
contesti
educativi
formali,
l'atto
di
verificare
le
conoscenze
apprese
è
storicamente
associato
ad
un
modello
quantitativo
secondo
il
quale
persino
la
lingua,
al
pari
di
un
oggetto
scomponibile
e
analizzabile,
può
essere
“misurata”
oggettivamente
ed
espressa
con
un
valore
numerico.
La
misurazione
deve
rispettare
due
leggi:
la
“validità”
e
l'“affidabilità”.
La
validità
può
mettere
in
discussione
la
conformità
stessa
di
un
test
alla
definizione
di
“test
di
valutazione”,
qualora
questo
non
rispetti
il
principio
generale
di
“valutare
ciò
che
intende
valutare”.
E'
il
caso
di
un
test
dove
il
parametro
di
qualità
(o
correttezza)
risulta
impreciso
o
mutevole,
viene
contraddetto,
oppure
è
incoerente
con
gli
obiettivi
prefissati
dal
percorso
didattico.
La
legge
di
affidabilità
richiede
ad
un
test
di
essere
coerente:
un
test
è
affidabile
quando
è
in
grado
di
fornire
gli
stessi
risultati
in
contesti
e
in
tempi
diversi
(resta
implicito
che
per
garantire
questa
coerenza
sia
necessario
mantenere
costanti
le
condizioni
di
somministrazione
del
test
stesso).
La
ricerca
anglosassone
distingue
i
due
concetti
di
misurazione
e
valutazione
esprimendoli
rispettivamente
come
Language
testing
e
Language
Assessment.
Accanto
a
queste
definizioni,
parlando
di
valutazione
on
line,
si
pone
quella
di
New
Assessment.
Nei
contesti
di
apprendimento
a
distanza
si
sta
da
tempo
sperimentando
una
valutazione
attenta
alle
dinamiche
relazionali
e
allo
stesso
tempo
personalizzata,
incentrata
sull'azione
e
sul
processo.
In
una
parola
“autentica”.
Il
New
Assessment
è
teso
a
mettere
in
primo
piano
il
raggiungimento
di
mete
educative
e
guarda
al
processo
anziché
al
prodotto,
pone
come
fine
ultimo
la
qualità
dell'apprendimento
anziché
la
quantità.
Realizza
così
quei
principi
pedagogici
che
si
ispirano
al
costruttivismo
e
al
cooperative
learning
sui
quali
si
basa
l’approccio
teorico
dell’apprendimento
on
line.
Una
pratica
valutativa
di
tipo
sommativo,
concepita
per
lo
più
come
conclusiva
di
un
percorso
di
apprendimento,
incentrata
sull'errore
ed
espressa
attraverso
“pesi”
da
misurare,
non
risulta
più
congeniale
agli
obiettivi
formativi
e
ai
presupposti
pedagogici
dell’e­learning.
Tipologie
di
test
La
validità
di
un
test
può
assumere
diversi
valori
a
seconda
dello
scopo
che
gli
si
attribuisce
all’interno
di
un
percorso
d’apprendimento
e
in
base
al
momento
in
cui
viene
somministrato.
Generalmente
classifichiamo
i
test
come
Placement
tests
(di
piazzamento)
,
Achievement
tests
(di
profitto)
e
Proficiency
tests
(di
competenza).
3
Il
Placement
test
viene
somministrato
prima
dell'avvio
del
percorso
educativo
per
“piazzare”
lo
studente
nel
corso
di
livello
più
appropriato
alle
sue
conoscenze/competenze.
Può
avere
validità
diagnostica
o
predittiva:
nel
primo
caso
ha
lo
scopo
di
individuare
eventuali
lacune
del
discente,
stabilendo
quindi
misure
e
procedure
successive
per
colmarle;
nel
secondo
ha
lo
scopo
di
prefigurare
possibili
esiti
futuri
(Pichiassi,
2000).
Gli
Achievement
test
possono
essere
previsti
in
itinere
allo
scopo
di
verificare
o
monitorare
gradualmente
i
risultati
attesi
(verifiche
processuali),
o
al
termine.
Il
risultato
osservato
in
un
momento
preliminare
potrà
essere
messo
a
confronto
con
un
achievement
test
per
determinare
i
progressi
compiuti
dal
discente.
I
Proficiency
tests
sono
usualmente
concepiti
con
validità
certificativa,
indipendenti
da
un
contesto
formativo
o
didattico,
essi
prescindono
anche
da
una
qualsiasi
teoria
di
apprendimento
e
sono
finalizzati
a
certificare
la
competenza
linguistica
in
relazione
ad
una
situazione
comunicativa
o
ad
uno
specifico
contesto
d'uso.
Di
fronte
alla
cornice
pedagogica
entro
la
quale
si
inserisce
la
didattica
dell'e­learning,
sorgono
molti
interrogativi
rispetto
a
queste
premesse,
e
la
differenziazione
tra
i
concetti
di
valutazione
e
misurazione
diventa
ancora
più
netta
e
giustificabile.
Infatti,
se
è
ancora
possibile
fare
valere
il
principio
secondo
il
quale
valutare
significa
assegnare
un
valore
in
base
ad
un
parametro
(o
criterio)
stabilito,
rimane
più
difficile
parlare
di
attendibilità
e
validità
delle
prove
entro
un
contesto
dove
non
si
misurano
più
prestazioni,
ma
competenze,
non
più
tasks
discreti,
ma
processi.
Soprattutto
gli
approcci
basati
sull'azione
(la
lingua
come
atto),
sulla
contestualizzazione
degli
input
linguistici
(il
setting
e
l'apprendimento
situato)
o
sul
cooperative
learning,
mettono
a
dura
prova
il
concetto
di
oggettività,
da
sempre
obiettivo
ultimo
della
verifica
e
sinonimo
di
qualità
delle
prove.
Il
criterio
di
oggettività
tende
alla
formulazione
di
un
giudizio
costruito
attraverso
una
procedura
di
normativizzazione
dei
risultati
(ottenuta
mediante
calcoli
docimologici
e
statistici1).
Lo
scopo
è
di
ottenere
uno
standard
di
qualità,
cioè
norma
ritenuta
esatta
e
auspicabile,
da
utilizzare
per
il
confronto
con
gli
esiti
delle
prove.
Questo
orientamento,
definito
“nomotetico2”
(da
nomos,
che
significa
“legge
“e
thetēs,
cioè
“che
stabilisce”)
prevede
che
le
prove
siano
somministrate
ad
un
ampio
campione
di
“esaminandi”
che
funga
da
archetipo
per
i
soggetti
che
sosterranno
le
prove
in
tempi
e
in
contesti
successivi.
Sotto
l'aspetto
prettamente
glottodidattico,
la
funzione
nomotetica
permane
sia
nei
contesti
di
certificazione
linguistica
che
nella
didattica
in
presenza
per
il
posizionamento
di
livello
o
negli
esami
finali.
Nei
contesti
di
formazione
a
distanza
questo
approccio
valutativo
non
può
che
essere
rivisitato
e
discusso,
e
con
esso
anche
i
principi
considerati
finora
inconfutabili
di
attendibilità
e
validità
della
valutazione
come
la
si
intende
sotto
l'aspetto
docimologico
appena
descritto.
1
La
“docimologia”
è
definita
come
“scienza
degli
esami”
(Lichtner
2004).
Le
ricerche
condotte
da
Piéron
(anni
'20
e
'30)
dimostrarono
l'incongruenza
tra
i
voti
assegnati
dai
docenti
e
il
profitto
degli
studenti,
dato
dalla
mancanza
di
parametri
validi
e
costanti
nel
tempo.
Gli
studi
docimologici
si
propongono
quindi
di
garantire
l'oggettività
delle
tecniche
e
dei
sistemi
di
valutazione
delle
prove
di
verifica,
ricercandone
dei
parametri
di
riferimento
quanto
più
possibile
affidabili,
ricorrendo
anche
a
criteri
e
ad
analisi
statistiche.
2
Si
definiscono
come
“nomotetiche”
tutte
le
indagini
che
tendono
alla
definizione
di
una
legge
generale.
4
Nell'ambito
di
una
didattica
formativa
si
parlerà
piuttosto
di
un
orientamento
di
tipo
“idiografico”
(da
idio,
prefisso
greco
col
significato
di
“proprio,
particolare,
distinto”),
diretto
allo
studio
di
casi.
Lo
scopo
della
valutazione
in
senso
formativo
tende
alla
comprensione
della
prestazione,
ossia
ad
osservare
e
documentare
il
processo
di
apprendimento.
L'oggettività
nella
sua
accezione
tradizionale
non
è
più
raggiungibile
poiché
mancano
quegli
standard
di
riferimento
ritenuti
validi
a
priori
e
sperimentati
in
circostanze
acontestuali
(il
calcolo
docimologico
non
prevede
nessuna
contestualizzazione
o
differenziazione
personalizzata
dell’apprendimento).
Valutazione
formativa
La
prospettiva
sociale
della
lingua
e
dell'educazione
si
basa
sull'assunto
che
la
pratica
di
apprendere
sia
parte
integrante
dell'esperienza
quotidiana
e
che,
contemporaneamente,
la
quotidianità
debba
entrare
a
fare
parte
della
didattica.
Da
un
punto
di
vista
linguistico
questo
principio
si
rifà
ad
una
concezione
semiotica
della
comunicazione,
che
intende
la
lingua
come
uno
dei
molti
linguaggi
che
l'individuo
usa
per
muoversi
e
che
cambia
e
si
adegua
dipendentemente
alle
variabili
sociali
e
contestuali.
Di
conseguenza,
la
rilevazione
della
competenza
linguistica
deve
tener
conto
dei
contesti
e
degli
scopi
della
comunicazione
dove
la
prestazione
non
è
più
misurabile
in
termini
di
correttezza
grammaticale
ma
anche
in
termini
di
adeguatezza,
cioè
di
competenza
pragmatica,
entro
la
quale
vengono
incluse
l'enciclopedia
(la
conoscenza
del
mondo),
il
saper
essere
e
il
saper
appendere
(la
capacità
di
adottare
punti
di
vista
nuovi
e
la
sensibilità
a
comprendere
il
mondo
intorno).
La
valutazione
di
apprendimenti
e
competenze,
trova
quindi
più
appropriate
le
leggi
di
“accuratezza”
e
“pertinenza”
(Varisco,
2004).
La
valutazione
formativa
lascia
decadere
anche
la
classificazione
netta
dei
tempi
di
verifica
(in
fase
preliminare,
in
itinere
o
conclusiva)
accennati
all'inizio,
in
quanto
viene
a
configurarsi
come
un
continuum,
parte
integrante
e
inscindibile
dal
processo
di
apprendimento.
L'identità
del
New
Assessment
è
quella
di
essere
una
componente
irrinunciabile
che
plasma
il
percorso
educativo
e
che
preminentemente
contribuisce
alla
crescita
personale
del
soggetto
che
apprende,
richiedendogli
una
riflessione
costante,
privata
e
pubblica,
del
suo
operato.
La
valutazione
è
intesa
quindi
come
processo
accompagnato
da
un
sistema
di
valori
concordato
con
le
parti
coinvolte
e
partecipi
dello
scaffolding
dell'apprendente,
ma
che
tende
all'autonomia
del
soggetto.
L'intangibilità
di
alcuni
aspetti
di
questa
visione
rende
manifeste
la
complessità
e
le
sfide
che
la
valutazione
formativa
presenta,
anche
in
considerazione
del
forte
cambiamento
che
essa
rappresenta
rispetto
al
passato.
Come
si
può
valutare
il
processo
di
apprendimento?
In
generale
le
tecniche
e
le
procedure
valutative
dovrebbero
“orientare
lo
studente
ad
assumere
un
ruolo
attivo
di
esploratore,
piuttosto
che
uno
passivo
di
ricettore
di
sapere”
(Trinchero,
2004).
Secondo
una
classificazione
di
Trinchero,
gli
obiettivi
di
apprendimento
in
un
contesto
di
formazione
sono:
1.
Ruolo
attivo
dello
studente.
Bisogna
chiedersi
come
il
discente
contribuisce
attivamente
e
criticamente
alle
prove
valutative,
con
spunti,
osservazioni
critiche,
autoriflessione.
2.
Valorizzazione
delle
conoscenze
pregresse.
5
Bisogna
chiedersi
in
che
modo
competenze
e
attitudini
di
partenza
possano
essere
inserite
e
sfruttate
durante
il
percorso
formativo,
favorendo
da
un
lato
l'apprendimento
del
nuovo
attraverso
una
particolare
predisposizione
derivante
dalle
esperienze
già
vissute,
e
dall'altro
incoraggiando
una
posizione
autocritica
che
porti
a
modificare
o
a
rivalutare
quanto
già
si
sa.
3.
Fare
leva
sulla
motivazione
Bisogna
chiedersi
con
quanta
partecipazione
il
discente
è
coinvolto
nel
processo
valutativo
che
lo
riguarda,
soprattutto
considerando
i
suoi
interessi
e
le
finalità.
4.
Stimolare
l'autonomia
e
l'iniziativa
Bisogna
chiedersi
in
che
modo
sia
possibile
inserire
gli
interventi
e
gli
spunti
del
discente
nel
percorso
formativo
per
valorizzare
la
sua
iniziativa
e
come
monitorare
e
anche
valorizzare
la
sua
azione.
Schema 1: Sintesi dei principi base del Language Testing e del Language Assessment
6
Compiti
e
competenze
da
valutare
Dati
questi
presupposti,
è
evidente
come,
rispetto
a
una
prospettiva
strutturalista
tesa
a
verificare
l'acquisizione
di
un
comportamento
standard
di
imitazione
del
modello
dato,
la
valutazione
in
ambito
formativo
attraverso
le
tecnologie
di
terza
generazione
metta
in
campo
degli
oggetti
che
non
si
possono
facilmente
misurare,
ma
piuttosto
interpretare.
Tuttavia,
il
presupposto
di
base
non
cambia.
La
valutazione
è
pur
sempre
costituita
dal
confronto
tra
una
situazione
pre‐esistente
e
una
situazione
attesa.
Costituire
una
scala
di
valori,
un
sistema
di
criteri
cui
fare
riferimento
per
il
confronto
tra
il
“prima”
e
il
“dopo”,
è
presupposto
irrinunciabile.
Secondo
i
principi
sopra
descritti
e
nel
rispetto
dei
principi
pedagogici
posti
alla
base
di
un'ottica
costruttivista
si
definisce
l'apprendimento
come:
esperienza
sociale,
attivo,
co‐costruito,
situato
e
perciò
autentico,
autonomo
e
contiguo
ai
processi
della
vita
quotidiana.
Dati
questi
parametri,
di
seguito
vengono
riportati
gli
obiettivi
oggetto
della
valutazione
in
un
apprendimento
orientato
al
processo.
Schema 2: Le competenze e gli oggetti da valutare in un apprendimento orientato al processo.
7
Gli
attori
della
valutazione
on
line
In
un
contesto
collaborativo
quanto
appena
detto
va
commisurato
al
gruppo
e
al
rapporto
tra
pari,
ma
anche
costantemente
autovalutato.
Nei
contesti
di
e­learning
si
vengono
a
distinguere
così
più
tipologie
di
valutazione
dell'apprendimento
a
seconda
del
tipo
di
partecipazione
e
di
interazione
esistenti
tra
le
figure
che
agiscono
nell'ambiente
di
lavoro.
Possiamo
quindi
distinguere
tre
forme
peculiari:
l'eterovalutazione
e
la
valutazione
tra
pari,
l'auto­valutazione.
Etero­valutazione:
il
ruolo
di
un
tutor
Nei
contesti
di
apprendimento
a
distanza
la
figura
del
Tutor
gioca
un
ruolo
fondamentale
nell’aspetto
valutativo.
Il
suo
ruolo
non
è
tuttavia
in
alcun
modo
assimilabile
a
quello
di
un
docente
in
classe.
L'etero‐valutazione
è
intesa
più
come
una
pratica
destinata
al
rafforzamento
della
motivazione
e
alla
“fidelizzazione”
dello
studente
verso
il
progetto
che
sta
portando
avanti.
Sotto
questo
punto
di
vista
l'interazione
tra
tutor
e
studente
è
incentrata
sulla
dimensione
sociale/motivazionale,
più
che
sulla
trattazione
dei
contenuti,
compito
che
spetta
al
docente‐
mentor.
Quest'azione
si
esplica
in
una
serie
di
feedback
continui
del
tutor
sotto
varie
forme
che
danno
vita
infine,
nel
loro
insieme,
ad
una
preparazione
che
diventa
training,
non
solo
a
livello
didattico
ma
anche
nella
vita
quotidiana.
Questo,
perché
il
ruolo
dell'etero‐valutazione
non
è
quello
di
fornire
risposte
pronte
o
preconfezionate,
ma
quello
di
costruire
degli
stimoli
e
delle
occasioni
di
riflessione
sul
proprio
operato.
Il
feedback
di
un
Tutor
non
è
espresso
sotto
forma
di
giudizio,
ma
assume
piuttosto
la
forma
di
un
colloquio
con
gli
studenti.
Si
basa
su
dei
criteri
che
il
tutor
può
rendere
espliciti
a
tutti
gli
studenti,
chiarendo
gli
obiettivi
da
raggiungere,
le
strategie
e
i
comportamenti
desiderati.
L'attività
del
tutor
si
esplica
nell'osservazione
continua
del
comportamento
degli
apprendenti,
nel
monitorare
le
loro
risposte
ai
problemi
posti,
la
pertinenza
e
il
coinvolgimento
segnalato
dagli
interventi
agli
argomenti
di
discussione,
ma
è
anche
rivolta
alla
risoluzione
di
problematiche
inerenti
l'aspetto
tecnico
e
funzionale
dell'utilizzo
degli
strumenti
tecnologici,
oppure
relative
all'aspetto
relazionale
tra
pari.
Una
volta
chiarite
queste
premesse
fondamentali
tra
il
tutor
e
gli
studenti
si
instaura
una
sorta
di
patto
che
sancisce
la
condivisione
d
mete,
e
gli
studenti
possono
affidarsi
al
tutor
come
supporto
alla
loro
azione.
Il
presupposto
affinché
questi
processi
e
questo
“ambiente”
vengano
a
realizzarsi
è
dato
dall'offerta
di
un
modello
contestuale
comunicativo
e
familiare,
dove
gli
studenti
non
siano
penalizzati
per
i
tentativi
non
riusciti
o
per
le
loro
riflessioni,
ma
si
sentano
comunque
apprezzati
e
dove
lo
stesso
tutor
sia
capace
di
mettersi
in
gioco.
Ogni
tipo
di
valutazione
ha
insito
un
effetto
inibitorio
che
nell’e‐learning
di
va
ad
aggiungere
agli
interrogativi
che
lo
studente
si
pone
davanti
all'identità
incognita
dei
soggetti
con
cui
si
deve
relazionare.
8
Da
questo
punto
di
vista
la
mancanza
di
comunicazione
visiva
gioca
un
ruolo
a
due
facce:
da
un
lato
l'anonimato
lascia
più
libertà
allo
studente,
che
si
può
sentire
da
questo
coperto
e
salvaguardato
anche
in
caso
di
errore,
dall'altro
però
l'impossibilità
di
ricevere
un
feedback
con
semplici
gesti
o
espressioni
facciali,
come
l'annuire
con
il
capo
o
l'ammonire
con
uno
sguardo,
può
fare
percepire
una
sensazione
di
freddezza
e
inconsistenza
dei
rapporti
umani.
E'
qui
che
si
manifesta
la
qualità
del
tutor
di
cui
si
parlava,
cioè
nell'intuire
quale
sia
il
migliore
atteggiamento
da
adottare
verso
gli
studenti,
personalizzando
anche
gli
interventi,
servendosi
di
strumenti
quali
chat,
forum
o
e‐mail.
Nei
suoi
interventi
un
tutor
dovrebbe
manifestare
predisposizione
al
dialogo
e
alla
comprensione,
e
allo
stesso
tempo
essere
capace
di
farsi
ascoltare
e
dare
suggerimenti
utili
e
affidabili.
In
questo
modo
un
tutor
dovrebbe
infine
ridurre
al
massimo
i
fattori
di
ansia
dai
quali
inoltre
dipende
la
continuità
e
l'efficacia
della
motivazione.
Gli
strumenti
a
disposizione
del
tutor
sono
appunto
gli
ambienti
di
lavoro
comuni,
come
la
chat
e
il
forum,
e,
a
scopi
diversi,
l'e­mail
personale
degli
studenti.
La
valutazione
del
tutor
prenderà
la
forma
di
suggerimenti,
consigli,
interventi
di
mediazione
tesi
a
re‐indirizzare
l'azione
del
gruppo
in
una
comunicazione
aperta
al
dialogo
e
pubblica.
Al
contrario
nei
casi
più
delicati,
questi
può
ritenere
utile
comunicare
in
maniera
privata
con
gli
studenti
ricorrendo
alla
loro
casella
di
posta
elettronica,
ad
esempio
quando
nota
un
graduale
abbandono
dello
studente
alle
attività,
per
correggere
un
comportamento
non
idoneo
o
per
fornire
avvisi
importanti.
La
quantità
e
l'intensità
delle
risposte
fornite
dal
tutor
lungo
tutto
il
percorso
formativo
rappresentano
un
punto
di
riferimento
costante
che
fa
da
impalcatura
all'intero
processo.
Valutazione
tra
pari
L'apprendimento
cooperativo
prevede
che
la
Community
pervenga
a
costruire
la
conoscenza
avvalendosi
dei
contributi
delle
singole
parti
che
la
compongono.
La
responsabilità
affidata
a
ciascuno
vale
nei
confronti
di
sé
stessi
e
nei
confronti
del
gruppo,
l'avanzamento
del
progetto
di
lavoro
comune
in
cui
si
è
coinvolti
è
determinato
dall'impegno
di
ciascun
soggetto.
Quando
il
tutor
assegna
al
gruppo
un
lavoro
da
svolgere
in
modalità
condivisa
attraverso
un
foglio
di
scrittura
(ewiki),
è
indispensabile
che
gli
obiettivi
siano
per
tutti
chiari
e
definiti,
solo
così
infatti
il
singolo
potrà
intervenire
in
maniera
pertinente
e
determinata
sugli
elaborati.
La
comunicazione
entro
il
forum
consente
uno
scambio
proficuo
di
osservazioni
e
idee
per
dibattere
i
modi
di
procedere,
prendere
decisioni
o
correggere
il
tiro
di
quanto
già
prodotto.
Il
dialogo
e
il
confronto
sono
una
forma
di
valutazione
molto
efficace
e
produttiva,
perché
richiedono
al
singolo
si
spiegare
e
argomentare
le
scelte
intraprese,
di
giustificarle
e
sostenerle
nel
dibattito,
ma
anche,
di
fronte
alla
critica
o
al
dubbio,
di
metterle
in
discussione
e,
se
necessario,
modificarle.
Probabilmente
quest'aspetto
è
uno
dei
più
innovativi
tra
quelli
apportati
dai
contesti
di
e­
learning
di
terza
generazione
e
qui
praticabili.
Negli
ambienti
di
apprendimento
tradizionali
il
momento
di
valutazione
è
ancora
in
gran
parte
affidato
al
docente
e
la
scansione
controllata
dei
tempi
difficilmente
permette
di
concedere
spazi
alla
discussione
su
quanto
svolto
o
da
svolgere.
9
Una
procedura
standard
e
affermata
nella
didattica
frontale,
quando
si
tratta
di
valutare
la
conoscenza
dell'apprendente,
è
quella
di
una
prova
orale
costituita
dalla
cosiddetta
“tripletta”
di
domanda
dell'insegnante‐>risposta
del
discente‐>commento,
una
prassi
che
manifesta
il
fatto
che
il
punto
di
vista
del
docente
è
considerato
pressoché
inconfutabile
e
che
la
riflessione
degli
studenti
è
considerata
invece
secondaria.
In
un
apprendimento
cooperativo,
che
preveda
l'utilizzo
di
appositi
spazi
di
discussione
e
di
scambio
di
informazioni
anche
a
larga
diffusione
(si
pensi
a
tutte
le
possibilità
di
comunicazione
fornite
dalla
rete,
tali
da
presentare,
a
volte,
paradossalmente
un
eccesso
di
informazioni
e
dati),
lo
scambio
di
battute
non
si
arresta
di
certo
con
il
commento
dell'
“insegnante
onnisciente”.
I
compiti
che
vengono
assegnati
in
un
contesto
di
e­learning
sono
rivolti
non
ad
uno
ma
a
molti
soggetti,
che
vanno
a
formare
gruppi
di
lavoro
rappresentanti
comunità
di
apprendimento:
condividono
valori
di
riferimento,
nel
senso
di
obiettivi
prefissati
e
metodologia
di
azioni,
stabiliscono,
quando
necessario,
dei
ruoli
e
si
danno
delle
regole.
Il
dibattito
è
aperto
e
potenzialmente
illimitato,
tutti
hanno
lo
stesso
diritto
di
replica
e
non
c'è
parere
che
valga
più
degli
altri.
La
principale
difficoltà
è
rappresentata
semmai
dalla
presenza
di
personalità
molto
carismatiche
o
più
persuasive,
che
tendono
a
conquistare
ampi
spazi
di
parola
a
scapito
degli
altri
partecipanti.
L’apprendimento
collaborativo
è
tanto
più
proficuo
quanto
più
è
equilibrata
la
partecipazione
dei
componenti
del
gruppo.
Nelle
teorie
costruttiviste
si
parla
di
co‐costruzione
del
ragionamento
o
della
conoscenza,
ad
indicare
proprio
il
fatto
che
l'apporto
dato
da
ogni
componente
del
gruppo
rappresenta
una
parte
di
conoscenza
che
va
a
formare
quella
condivisa
dall'intera
comunità.
Ampie
ricerche
sono
state
condotte
sugli
scambi
interazionali
tra
bambini
nelle
classi
della
scuola
primaria
e
hanno
dimostrato
l'efficacia
del
dialogo
tra
pari
e
del
“pensare
insieme”.
Messi
di
fronte
ad
una
“questione”,
agli
studenti
è
richiesto
di
discutere
del
problema
trovandovi
una
spiegazione
plausibile
e
tutte
le
parti
sono
chiamate
a
rispondere:
l'errore
non
è
contemplato,
ogni
opinione
è
ben
accetta.
Il
docente
guida
il
dibattito
facendosi
ombra,
cercando
di
non
influenzare
i
pareri,
talvolta
scompare
dalla
scena
per
lasciare
completa
autonomia
di
gestione
agli
studenti.
Le
stesse
pratiche
sono
ravvisabili
nei
contesti
educativi
e
formativi
a
distanza,
quello
che
si
cerca
di
riprodurre
nei
forum
o
nella
scrittura
condivisa
è
quanto
si
è
appena
descritto.
Il
tutor
offre
il
contesto
e
gli
scopi
generali
della
discussione,
un
input.
Il
suo
intervento
può
ricorrere
nel
momento
in
cui
ritiene
importante
sottolineare
un
concetto
o
semplicemente
delle
parole
citate
da
un
componente
della
comunità
che
possono
essere
lo
spunto
per
rinnovare
o
rafforzare
il
dibattito,
ma
gli
interventi
sono
solitamente
radi.
Lo
scambio
interazionale
scritto
o
orale
che
avviene
attraverso
un
contesto
di
formazione
linguistica
a
distanza
rappresenta
un
esercizio
di
pratica
delle
funzioni
della
lingua
di
rilevanza
strategica.
Si
è
detto
che
l'apprendimento
cooperativo
tra
pari
coinvolge
la
capacità
di
sapere
portare
avanti
la
propria
opinione
per
introdurla
agli
altri
e
per
fare
in
modo
che
da
questi
sia
condivisa,
e
ciò
presuppone
buone
qualità,
o
competenze,
già
è
possedute
o
da
acquisire,
di
pianificazione
e
organizzazione
dei
contenuti
del
discorso,
di
argomentazione,
di
giustificazione
delle
proprie
scelte.
Queste
funzioni
richiedono
la
pratica
di
una
competenza
linguistica
elevata.
10
Il
carattere
partecipativo
e
attivo
dei
contesti
di
e­learning
rappresenta
per
gli
apprendenti
che
ne
sono
parte
una
sfida
costante
che
mette
alla
prova
molte
abilità
personali,
un
continuo
incentivo
alla
motivazione.
Il
confronto
con
i
coetanei
entro
un
gruppo
di
appartenenza
rappresenta
un
altro
fattore
di
“difficoltà
positiva”.
Auto­
valutazione
La
correzione
delle
prove
on
line
può
essere
svolta
dallo
studente
in
totale
autonomia
quando
si
tratti
di
prove
strutturate
o
semi
strutturate
erogate
attraverso
pagine
o
appositi
spazi
interni
alla
piattaforma
e
in
grado
di
fornire
un
feedback
immediato.
Questo
tipo
di
prove
fornisce
allo
studente
momenti
di
verifica
del
tutto
individuali
entro
i
quali
egli
può
avere
subito
a
disposizione
gli
item
corretti
e
riflettere
sugli
errori
commessi.
Orientando
la
valutazione
verso
l'auto‐valutazione
trova
pieno
compimento
l'approccio
educativo
che
fa
dell'autonomia
dell'apprendente
il
proprio
caposaldo.
La
gestione
del
processo
valutativo
da
parte
del
soggetto
stesso
infatti
da
completa
realizzazione,
ed
enfatizza,
le
teorie
pedagogiche
e
glottodidattiche
che
pongono
al
centro
della
loro
pratica
il
discente.
La
capacità
di
auto‐valutare
il
proprio
operato
è
quindi
essa
stessa
obiettivo
formativo
di
primaria
importanza
perché
manifesta
il
grado
di
responsabilità
dell'apprendente
verso
gli
obiettivi
da
raggiungere
e
la
consapevolezza
che
possiede
rispetto
alle
sue
conoscenze
e
alle
sue
abilità.
Gran
parte
del
lavoro
da
svolgere
entro
un
contesto
formativo
in
modalità
e­
learning
è
direttamente
coordinato
dall'apprendente.
Certamente
egli
deve
rispettare
i
tempi
di
consegna
stabiliti
dal
tutor
o
concordati
con
il
gruppo,
ma
proprio
per
adempiere
a
questi
impegni,
il
singolo
studente
deve
essere
capace
di
coordinare
se
stesso,
autoregolarsi
e
gestire
tempi
e
risorse
a
sua
disposizione,
quindi:
‐
essere
in
grado
di
stabilire
dei
criteri
di
giudizio
per
determinare
la
difficoltà
dei
compiti
‐
essere
in
grado
di
scomporre
i
compiti
assegnati
per
comprenderli
a
pieno
‐
essere
in
grado
di
mettere
in
atto
delle
strategie
di
azione
per
eseguire
i
compiti
‐
essere
in
grado
di
ordinare,
secondo
il
valore
attribuito
a
ciascuna,
le
attività
da
realizzare
‐
essere
in
grado
di
ottimizzare
il
tempo
a
disposizione
con
una
scansione
delle
attività
fuori
dalla
piattaforma
‐
essere
in
grado
di
valorizzare
quanto
più
possibile
i
suggerimenti
del
tutor,
le
esperienze
dei
pari,
i
momenti
di
incontro
in
piattaforma
‐
essere
in
grado
di
valorizzare
le
conoscenze
già
possedute
e
i
punti
di
forza
‐
essere
in
grado
di
minimizzare
i
punti
deboli
e
di
modellare
il
proprio
punto
di
vista
quando
lo
si
ritiene
necessario
L'insieme
di
queste
abilità
rientrano
nell'abilità
generale
detta
metacognitiva,
“ossia
l'abilità
di
riflettere
sulle
proprie
strategie
cognitive,
di
valutarne
l'efficacia
e
di
cambiarle
in
modo
opportuno
quando
queste
si
rivelino
poco
efficaci
o
efficienti
in
relazione
ai
propri
scopi”
(Trinchero,
2004).
11
I
tempi
della
valutazione
on
line
Tutte
le
modalità
di
valutazione,
oltre
a
distinguersi
per
i
ruoli
e
la
quantità
dei
soggetti
coinvolti,
per
il
carattere
pubblico
o
privato
che
di
volta
in
volta
assumono,
si
differenziano
anche
per
la
variabile
“tempo”.
Esistono
prove
e
tempi
di
valutazione
che
avvengono
in
sincrono
e
altri
asincroni.
La
scelta
di
una
o
di
un'altra
modalità,
se
delegata
al
tutor,
non
è
mai
casuale
perché
rispecchia
la
strategia
che
egli
ha
adottato
rispetto
al
suo
ruolo
e
all'atteggiamento
che
vuole
assumere
nei
confronti
del
gruppo
studenti.
Le
modalità
di
valutazione
sincrona
prevedono
sempre
un
feedback
immediato.
Di
questo
genere
sono
le
prove
di
verifica
svolte
in
maniera
individuale
dove
la
correzione
avviene
con
procedure
automatiche,
ma
si
può
considerare
valutazione
sincrona
anche
una
prova
che
utilizza
la
chat
istantanea
e
che
può
coinvolgere
il
tutor
e
uno
studente
(rapporto
uno‐a‐uno),
il
tutor
e
più
studenti
(rapporto
uno‐a‐molti),
o
più
studenti
in
assenza
del
tutor
(rapporto
molti‐a‐molti).
I
vantaggi
delle
situazioni
di
confronto
e
valutazioni
sincrone
sono
date
dall'estemporaneità
delle
risposte
e
dei
risultati.
Ma
altrettanti
vantaggi
sono
insiti
nella
valutazione
asincrona
con
la
quale
non
si
intende
direttamente
la
correzione
di
prove
strutturate
o
semistrutturate,
cioè
di
risultati
misurabili,
bensì
la
valutazione
di
prodotti
e
processi.
Di
fronte
a
questi
non
è
possibile
fornire
riposte
immediate,
la
costruzione
della
conoscenza
avviene
con
gradualità
e
richiede
di
tornare
più
volte
a
riflettere
su
un'azione
o
una
scelta.
Conclusioni
La
valutazione
on
line
rappresenta
già
di
per
sé
una
sfida
ambiziosa
sia
per
i
formatori
che
per
gli
stessi
apprendenti,
soprattutto
in
un'ottica
di
valutazione
delle
competenze
linguistiche.
La
valutazione
della
lingua
implica
nello
specifico
ancora
maggiori
difficoltà
su
due
aspetti
in
particolare:
il
primo
è
che
la
lingua
è
oggetto
poco
misurabile:
in
virtù
della
sua
natura
dinamica
e
flessibile,
è
soggetta
alla
creatività
di
chi
la
usa.
Il
secondo,
come
conseguenza
del
primo,
consiste
nel
fatto
che
non
esiste,
alla
luce
degli
studi
socio‐linguistici,
un'unità
di
misura
linguistica
che
funga
da
parametro
fisso
di
confronto,
ma
è
tale
solo
la
regola
standardizzata
attraverso
una
norma
imposta,
che
risulta
quindi
“input
inautentico”.
La
valutazione
sotto
l'aspetto
delle
competenze
e
incentrata
sul
processo,
e
quindi
sulla
qualità,
si
presta
ancora
meno
all'impiego
di
tecniche
e
procedure
valutative
già
sperimentate,
mettendo
in
evidenza
sempre
di
più
la
necessità
di
crearne
di
nuove.
La
prospettiva
di
una
“valutazione
formativa”
ha
già
fatto
passi
importanti:
il
primo
passo
quello
di
considerare
rilevanti
ai
fini
dell'apprendimento
anche
le
esperienze
che
avvengono
fuori
dai
contesti
formali.
Il
secondo
è
dato
dal
mettere
al
centro
dell'attenzione
il
discente
stesso,
considerandolo
attore
sociale
e
agente,
ritenuto
in
grado
di
autovalutare
il
proprio
apprendimento
e
di
compiere
delle
scelte
in
“relazione”
anche
al
mondo
che
lo
circonda,
consapevoli
che
solo
la
percezione
dell’arricchimento
personale
e
della
competenza
raggiunta
può
motivare
l’apprendimento
a
distanza.
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Ajello
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socio­culturale.
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sviluppi
psicopedagogici,
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didattiche,
Carocci,
Roma
Sitografia
∙
Pellery
M.,
Esperienze
e
documenti,
Il
portafoglio
formativo
progressivo
come
nuovo
strumento
di
valutazione
delle
competenze:
http://educa.ch/dyn/bin/105642‐107201‐1‐pellerey.pdf
∙
Alvino,
Sarti,
Valutazione
dell'apprendimento
e
LO
in
ambito
CSCL:alcune
riflessioni:
http://isdm.univ‐tln.fr/PDF/isdm25/AlvinoSarti_TICE2006.pdf
∙
Benigni
L.,
Il
dibattito
sulla
valutazione
tra
presente
e
passato.
(Teorie,
metodi,
strumenti,nuovi
orientamenti):
http://www.edscuola.it/archivio/ped/valutazione.pdf
∙
Calvani
A.,
Ruolo
del
tutor
on
line:
http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=242
∙
Formare
Erickson,
Tutor­corsisti:
un
rapporto
di
difficile
gestione:
http://formare.erickson.it/archivio/settembre_04/8furno.html
∙
Rotta
M.,
Il
tutor
online:
tipologie:
http://formare.erickson.it/archivio/febbraio/tipologie.html
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