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ultima pagina Inquinati e contenti Letta su un quaderno di appunti di mia madre di trent’anni fa. «Ahimè, ecco che di nuovo finisce l’estate; l’estate dorata e luminosa in cui tutto pare sia più facile; l’estate generosa di sole, di verde, di blu stellati. Che fare allora? Io chiudo gli occhi e comincio a sognare. Presto intravedo i contorni di un paesaggio ideale: il silenzio notturno, lo sciacquio ed il ritmico dondolare delle barche rimaste a riva, più lontano, e paiono fiammelle, le lampare; una fetta di luna ed infine un odore salmastro mi riempie i polmoni. Respiro profondamente e poco manca ch’io finisca al Centro di Rianimazione per grave intossicazione da smog. Sarà meglio che in futuro per sognare io cerchi un luogo più qualificato». Già allora era particolarmente sentito il problema dell’inquinamento atmosferico a Torino, tanto da temere che soltanto lassù, al di sopra della coltre grigia impregnata di smog, soltanto lassù a due passi dal cielo, potesse apparire l’arcobaleno. Così si ripartirà con i fine settimana ecologici, che non diminuiscono la concentrazione di smog, ma almeno fanno muovere la gente, purchè con le maschere; si riproporrà la circolazione con targhe alterne, il riscaldamento nei condomini a settimane alterne, la chiusura delle scuole nei mesi invernali e quant’altro. di ANDREA CENNI Candid-atti! Ecco le elezioni in Piemonte. Due sono i candidati accreditati al successo finale e sembrano entrambi battaglieri e decisi a vincere. Questa è l’ora degli annunci e dei proclami nel segno della espressione più classica del momento: ‘Chiedete e vi sarà promesso’. È giusto così. D’altronde siamo appunto in campagna elettorale. Una preghiera soltanto: chiunque vinca si ricordi che questa terra che si appresta a governare o rigovernare, arriva da due anni di crisi infernale e che nei prossimi cinque c’è solo bisogno di gente che lavori. Allori olimpici: Vancouver? La scienza e la ricerca però non si fermano e ci vengono in aiuto. Il Dipartimento delle Colture arboree ha dimostrato che i vitigni assorbono più anidride carbonica di quanto possano fare gli alberi. Suggerisco al nostro sindaco un sistema ancora non sperimentato: utilizzare tutte le aree dove sorgono edifici abbandonati e non agibili, stabilimenti dismessi e caserme in disarmo, al loro posto, realizzare immensi spazi e poi piantare lunghi filari di viti. Abbiamo la massima stima nei ricercatori dell’Università di Torino, ma se anche i vitigni non fossero in grado di sottrarre tutta la CO2 all’atmosfera, raggiungeremmo comunque il risultato di vedere i torinesi sbronzi e felici. 264 L’incanto di uno spettacolo irripetibile è diventato incantesimo. Un sogno mozzafiato con gli occhi, le orecchie e il cuore sovrastati da immagini, suoni, canti, emozioni, mentre una voce profonda ripeteva in continuazione: «sta accadendo veramente, non accadrà mai più e io sono qui». Il rito di inaugurazione dei giochi è uno dei pochi eventi planetari destinati a non ripetersi; meraviglioso ed effimero sembra dirti in continuazione «ora e mai più», non sono previste repliche ma solo ricordi. Ah che Olimpiadi! Uno spettacolo vero, di sport, di luoghi, di gesti e celebrità. Folla ovunque, le tv di tutto il mondo persino per le strade del centro e la sera la Medals Plaza. Io non so chi abbia avuto l’idea, ma è stata una botta di genio che da tempo non si vedeva. Anastacia, Ricky Martin, Avril Lavigne e le piu grandi star della musica sui palchi delle piazze. La notte: fiesta fino all’alba. Casa Sassonia insediata sulle rive del fiume, sarà uno dei ricordi memorabili di queste Olimpiadi. Fuori magnifici giochi di luce sull’acqua, dentro tutti gli ingredienti di quel leghismo solo tedesco che affascina. Battono persino moneta dovendo gli avventori pagare wurstel e birra con dobloni di conio ‘Casa Sassonia’. Poi Casa Turingia: una specie di Oktoberfest più nobile, più dolce, quasi affettuoso. Arrosti, crauti, birre locali servite con eccezionale simpatia e sul palco suona una band da ingaggiare subito e mille persone che ballano, cantano e fanno festa. Come in ogni evento clamoroso il pass diventa il vero dominatore della manifestazione. Il massimo è stato raggiunto a Casa Russia, dove per avere il pass per la sera bisognava presentarsi il pomeriggio in orari stabiliti: con un pass. Grandiose e magnifiche queste Olimpiadi invernali, le uniche che per me ci siano mai state. Le nostre ovviamente.