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Diti – Dovete
diti
NEIFILE
II
1
13
dito
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
LAURETTA
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
PANFILO
DIONEO
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
EMILIA
DIONEO
PANFILO
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
II
II
II
III
III
III
IV
IV
VI
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
X
X
X
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5
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9
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CONCL
8
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12
11
49
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86
diurno
EMILIA
II
6
11
Beritola, finito il suo diurno lamento, tornata
divegna
PANFILO
X
9
72
e che ella d’altrui non divegna dubitate, sallo
divelse
PANFILO
VII
9
38
divelto
DIONEO
VI
10
32
e dalla Nuta si fu divelto,
divelto con le cose
divenendo
PANFILO
FILOMENA
V
X
1
8
40
110
che farsi i marinari, divenendo ognora il vento
se piú potevano essere, divenendo amici.
divenga
NEIFILE
EMILIA
FILOSTRATO
I
II
X
2
6
3
10
51
38
a te piace che io divenga cristiano: e io
onestamente tua moglie divenga e che in guisa di
e però, anzi che ella divenga piú vile,
di distendere l’uno de’ diti e appresso la mano e
e con un rubino in
fu giú disceso cosí di
con quello anello in
avendogli veduto in
questo anello avrà in
avendo il suo anello in
era stata sposata del
trattosi, il mise nel
mi mostrò il
legandosi uno spago al
fosse, legallosi al
la mano e trovatolo al
tagliatolo dal
tagliato lo spago dal
trovato aveva legato al
da’ fanciulli mostrato a
basciatolo sel mise in
/ né disegnar col
ricco anello le mise in
Torello e trattosi di
Appresso mise in
dito il quale valeva
dito il trasse
dito andando
dito un altro bello
dito, e in braccio
dito
dito e il figliuolo in
dito suo trattosi, il
dito di lui, con pianto
dito dello Spirito Santo
dito la notte, sente il
dito grosso del piede;
dito della donna legato,
dito della donna, al suo
dito, incontanente
dito
dito del piè di monna
dito, li quali dicevano:
dito
dito e rispuose alla
dito, / Amore, il ben
dito
dito dicendo: "E io
dito uno anello gliele
dito a messer Torello uno
tutto dal mento gliele divelse.
divelse
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
divenghi
PANFILO
V
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divenia
ELISSA
VI
9
9
divenir
NEIFILE
EMILIA
CORNICE
PANFILO
PANFILO
FILOMENA
PANFILO
DIONEO
FILOSTRATO
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
II
II
III
III
III
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X
X
X
X
X
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INTRO
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113
di questo corpo
della figliuola
appressandosi il sole, a
il tuo disidero è di
tengono che a chi vuol
stare, avvisò che, se
nuovamente vuol
valore quella facessi
voluto uccidere per
spaventevole cosí bella
questo vedessi lei dover
grata amistà di Tito, a
da lui avesse fatta
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenir
divenire
NEIFILE
EMILIA
PANFILO
PANFILO
ELISSA
FILOMENA
FILOSTRATO
DIONEO
PANFILO
ELISSA
PAMPINEA
FILOMENA
ELISSA
PAMPINEA
NEIFILE
FIAMMETTA
FILOMENA
I
II
II
II
II
II
III
IV
V
VII
VII
VII
VIII
VIII
X
X
X
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25
4
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28
66
19
19
54
piú lucida e piú chiara
non volendo subdito
di moglie d’un re fatta
amichevole ma amorosa
li piaceri d’amore e a
per Dio! non volere
di pietra l’avesse fatta
amor mi convenne uguanno
io non dubito di non
di volere suo compar
senno e quasi chi ama fa
sono, troppo piú tua
credermi, noi possiamo
piccol termine dovean
voi non avete animo di
assai ben conobbe sé
umili ma vilissimi
divenire,
divenire meritamente mi
divenire del nemico del
divenire amica d’un
divenire, l’uno
divenire
divenire innamorata mi
divenire micidiale di
divenire il farla monaca:
divenire amica; e
divenire piú glorioso che
divenire: e accontatosi
divenire
divenire smemorato.
divenire che io non son
divenire i piú ricchi
divenire, sentí di lei
divenire
divenire spagnuolo, e per
divenire innamorato se
divenire, pensò piú non
divenire
divenisse
FIAMMETTA
CORNICE
PAMPINEA
PANFILO
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
II
III
IV
IV
V
X
X
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INTRO
2
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8
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35
14
33
40
58
quale egli allor
avanti che a quel
che il mio corpo si
e in brieve spazio
il buon falcone
che Sofronia sua moglie
che ella non di Gisippo
divenisse ciascun sel può
divenisse, con
divenisse
divenisse, io non so.
divenisse
divenisse sí mia
divenisse piú che d’altro
divenisse, si vergognasse
divenisse
divenisse ma mia, sí come
l’usate forze ripigli e divenghi animoso, io
abstratto dagli uomini divenia;
divenia e per ciò che
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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sani.
In tanto
micidiale e a
rancia, quando la
santo, alla qual
beato si convien
potesse famigliar
leale, e,
piú oscura; e per
famoso, né
me l’ha fatta.
tua; ma io temo,
romano s’accordò;
di Tito, se non
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Diti – Dovete
divenisser (cf. divinissero)
divinissero
CORNICE
I
CONCL
7
diveniste
EMILIA
III
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diveniva
FIAMMETTA
VIII
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divenne
PANFILO
ELISSA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
ELISSA
FILOMENA
CORNICE
EMILIA
EMILIA
DIONEO
ELISSA
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
EMILIA
FILOSTRATO
NEIFILE
LAURETTA
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
EMILIA
LAURETTA
DIONEO
CORNICE
FILOSTRATO
PAMPINEA
PANFILO
DIONEO
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II
II
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V
V
V
V
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VII
VII
VII
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VIII
VIII
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divenner
FILOSTRATO
III
1
33
divennero
NEIFILE
FILOSTRATO
II
III
1
1
6
33
per altra cagione non ci divenisser noiose, quelle
divenne vostro, cosí diveniste voi sua.
Che
la sua ingiuria non diveniva minore, anzi ne
da Prato e santo
rigidissimo persecutore
di se medesima alquanto
che la paura alla donna
trapassata dimenticando,
grazia del signor suo, e
l’uccidea, leggiermente
arrossò, e tal nel viso
che esso in pochi anni
farle. Cosí, come egli
del gran patrimonio
con diligenzia allevato,
che dentro v’era,
udendo questo
tra’ filosofanti
ridusse, ma di canto
espertissimo e feroce
fiamma si raccese e
contrada, crescendo,
La quale crescendo
saper perché prestamente
donna per moglie di lei
avvenne che Tingoccio
in ciò per innanzi
aver gli parea, subito
non mollò mai che egli
a maravigliare e
vergognò e tal nel viso
in piccol tempo assai
e la sua bellezza,
L’abate, udendo questo,
e cosí come bella era,
divenne come avete udito.
divenne di ciascuno che
divenne sollecita, e dal
Ma
divenne maggiore.
divenne lieta, e veggendo
divenne di persona
divenne pietoso: per che,
divenne qual fresca rosa
divenne buono e ricco
divenne vostro, cosí
Ma,
divenne erede.
divenne bellissimo
divenne bellissimo e
divenne troppo piú; ma,
divenne.
E appresso
divenne
divenne maestro e di
divenne.
E in brieve,
divenne
divenne maggiore e la
divenne bella e piacevole
divenne bellissima
divenne geloso, di che la
divenne oltre misura
divenne compare d’uno
divenne savio. Le quali
divenne il piú doloroso
divenne amico di
divenne sospettosa; e poi
divenne qual in su
Ora
divenne famoso.
divenne ancora piú che
divenne piú pauroso, come
divenne tanto avvenevole,
per diversi accidenti divenner compagne in
che ciò era disiderosi divennero d’andare a
accordatesi, partefici divennero del poder di
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
PANFILO
FILOMENA
IV
V
6
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9
44
e moglie segretamente divennero
divennero.
E cosí
donne paurose ne divennero,
divennero che sempre poi
diventa
CORNICE
CORNICE
PAMPINEA
LAURETTA
CORNICE
LAURETTA
PROEM
II
III
III
III
III
10
2
8
10
CONCL
12
1
9
25
1
17
diventan
FILOMENA
II
9
18
onor loro, che elle diventan forti piú che
diventar
CORNICE
DIONEO
IX
IX
10
10
1
11
lo ’ncantesimo per far diventar la moglie una
poi quando voglio la fo diventar cavalla; e
diventare
DIONEO
IX
10
11
diventato
FILOSTRATO
PAMPINEA
II
VIII
2
7
22
95
diventerai
NEIFILE
IV
8
11
traffica, senza che tu diventerai molto migliore
diventò
NEIFILE
PAMPINEA
VII
X
8
7
6
36
che s’andasse, egli ne diventò il piú geloso
guerita, piú bella diventò che mai fosse.
divenuta
CORNICE
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
PANFILO
ELISSA
ELISSA
CORNICE
PANFILO
EMILIA
FILOMENA
PANFILO
EMILIA
NEIFILE
I
II
II
II
II
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
IV
INTRO
6
6
6
6
7
8
8
INTRO
4
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6
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16
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20
57
47
10
60
10
8
45
24
35
23
31
consolazion sopraviene o
dove ella è, va, e
quanto la speranza
questo la santità non
poi, quindi tolta,
che ne creò, deh pietoso
diventa
diventa
diventa
diventa
diventa
diventa
la noia minore.
amico di Paganino
minore tanto
minore, per ciò
moglie di
/ di me, che per
io fo questa mia cavalla diventare una bella
faceva, il quale pareva diventato una cicogna:
non eri come se’ diventato,
diventato già piacqui
allora, tutta nel viso
della cavriuola
la gentil donna
bruna e magra e pelosa
prigione magra e pallida
riconfortata e lieta
tutta di vergogna
La Giannetta,
fatti, fuori di quello
Puccio era sua dimestica
volontà eravate
Ma poi a certo tempo
da sdegno accesa e
salvia esser velenosa
giovane, che tardi era
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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divenuta per vergogna
divenuta che de’
divenuta fiera, avvenne
divenuta era, si
divenuta e debole, e
divenuta, in tanto le sue
divenuta
divenuta vermiglia, quasi
divenuta tutta rossa,
divenuta palese, tutto lo
divenuta e volentier gli
divenuta.
Appresso dico
divenuta
divenuta questa cosa
divenuta fortissima,
divenuta. Alla qual botta
divenuta
divenuta pietosa, piacque
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Diti – Dovete
FILOMENA
NEIFILE
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PAMPINEA
PAMPINEA
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FIAMMETTA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
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VIII
VIII
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VIII
X
X
X
X
X
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58
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81
107
sí altiera e disdegnosa
e domandollo che fosse
sedere.
La Lauretta,
non farete, ché ella n’è
braccia, mezza lieta
le tenebre, allora rossa
né so che si sia
per ciò molto ubbidiente
tutta era nel viso
quei di Sofronia, essa è
mia moglie Sofronia è
nel quale sua moglie è
occultamente sia
quasi furiosa
divenutane
FILOSTRATO
II
2
25
divenute
CORNICE
CORNICE
DIONEO
CORNICE
I
I
IV
V
INTRO
INTRO
10
1
22
62
28
1
le piú delle case erano
avvisando scampare, son
le femine piú paurose
esse in Creti; e quindi,
divenute comuni, e cosí
divenute lascive e
divenute, levatesi e
divenute
divenute lor mogli, con
divenuti
CORNICE
CORNICE
PANFILO
CORNICE
LAURETTA
EMILIA
CORNICE
NEIFILE
EMILIA
CORNICE
PAMPINEA
I
I
I
III
IV
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IX
IX
IX
X
X
INTRO
INTRO
1
INTRO
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4
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2
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23
2
49
ciò molti non fossero
costumi come i cittadini
ora con Lui eterni son
e dilicate vivande,
di loro di felice essere
compagni in brieve tempo
o dimestichi fossero
che amici n’erano
Quindi, dopo alquanti dí
ad oro lucentissimi
li piú de’ signori
divenuti:
divenuti e quegli
divenuti lascivi, di
divenuti e beati; alli
divenuti piú lieti sú si
divenuti infelicissimi,
divenuti ricchissimi,
divenuti.
E ora a
divenuti
divenuti e ispesso
divenuti ad Antioccia,
divenuti per li solari
divenuti crudeli tiranni.
divenuto
CORNICE
PANFILO
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
LAURETTA
EMILIA
ELISSA
FILOMENA
DIONEO
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
INTRO
1
3
3
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13
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24
8
22
33
81
69
39
giammai, era il numero
in Francia cavalier
già pieno di compassion
della casa. E quasi già
tempo quasi povero
che ’l facesse, costui
e grande della persona
era, e magro e bruno
vergogna quasi mutolo
Io so che voi siete
divenuto grandissimo) non
divenuto e dovendone in
divenuto delle sue
divenuto un siniscalco
divenuto, pensò o morire
divenuto
divenuto quasi una spugna
divenuto e avendo sentito
divenuto, e piú tosto un
divenuto
divenuto, niente dicea.
divenuto
divenuto un pro’
morire.
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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divenuta,
divenuta che né egli né
divenuta l’altra coscia
divenuta reina, si fece
divenuta femina di mondo
divenuta disse: "Non
divenuta come rabbia e
divenuta: di che io vivo
divenuta
divenuta, fece quello che
divenuta
divenuta vermiglia,
divenuta mia sposa; e per
divenuta dove lei a
divenuta, nascosamente,
divenuta
divenuta moglie di Tito
divenuta fosse gittata in
La fante, divenutane pietosa, tornò
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FILOMENA
PANFILO
FIAMMETTA
NEIFILE
LAURETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
EMILIA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
DIONEO
PAMPINEA
ELISSA
FIAMMETTA
FILOMENA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
DIONEO
ELISSA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
PAMPINEA
FILOMENA
III
III
III
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
V
VI
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
X
X
X
X
X
X
3
4
6
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CONCL
2
2
2
2
7
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1
1
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CONCL
2
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5
91
ecco onesto uomo! è
Frate Puccio,
di’ qualche cosa? Se’ tu
giovane udiva ch’era
e con falso pensiero /
oltre a ogni altro uomo
fu un gran predicator
faccendo, di lupo era
canale, né si sapeva che
parte molto sollecito
lo viso e per lo corpo
subitamente giudice
me amata. Io son per te
cavaliere e fieramente
e essendole d’amante
parole, tutto timido
essendo cosí Federigo
Cosí de’ tuoi, adunque,
egli n’era ricchissimo
di madonna Agnesa
che costui di geloso è
il quale per povertà
che colui, di cui tu se’
ché io son tutto
quasi cicogna
per lui.
Salabaetto
col cuore amico di Ghino
né però del corteseggiar
ricco che Natan fosse,
di lui il servidore
Raona signor della isola
quale stando Gisippo e
divenuto andator di notte
divenuto disideroso di
divenuto mutolo udendomi?
divenuto, le venne
divenuto
divenuto è geloso; /
divenuto catolico, andò e
divenuto, senza aver per
divenuto
divenuto pastore e era la
divenuto se ne fosse: per
divenuto che ben si
divenuto, subitamente
divenuto
divenuto seco sommamente
divenuto uomo: e se io ti
divenuto fellone, appena
divenuto nimico, come tu
divenuto e quasi non
divenuto allo stremo, che
divenuto / son, signor
divenuto, e senza volerla
divenuto
divenuto compare e avendo
divenuto prete; ma pure
divenuto era mercatante e
divenuto geloso, fa, e
divenuto sí freddo, che
divenuto sí forte batteva
divenuto malizioso v’andò
divenuto, il corse a
divenuto
divenuto stanco, avvenne
divenuto della sua fama e
divenuto, per che,
divenuto
divenuto, faceva in
divenuto
divenuto non solamente
diverrà
CORNICE
III
4
1
a frate Puccio come egli diverrà beato faccendo
diverrebbe
FILOSTRATO
X
3
20
diverrete
FILOMENA
I
3
3
diversamente
CORNICE
EMILIA
III
IV
CONCL
7
18
5
diverse
CORNICE
I
INTRO
19
miserissimo, tosto buon diverrebbe.
diverrebbe
Il tuo
udita, forse piú caute diverrete nelle risposte
quale notata da tutti, diversamente da diversi
questo dí, diverse cose diversamente parlando,
o maggiori nacquero diverse paure e
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Diti – Dovete
CORNICE
CORNICE
FILOMENA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
CORNICE
CORNICE
PANFILO
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
DIONEO
EMILIA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
ELISSA
ELISSA
EMILIA
PANFILO
CORNICE
diversi
CORNICE
CORNICE
EMILIA
CORNICE
CORNICE
PANFILO
CORNICE
CORNICE
FILOSTRATO
PAMPINEA
CORNICE
DIONEO
CORNICE
CORNICE
PANFILO
EMILIA
NEIFILE
ELISSA
PANFILO
CORNICE
CORNICE
I
I
I
I
I
I
II
II
II
II
II
II
III
IV
IV
IV
V
V
VI
VIII
VIII
IX
X
CONCL AUTORE
PROEM
I
II
II
II
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
V
VI
VII
VII
VIII
INTRO
INTRO
3
5
5
CONCL
INTRO
7
8
8
9
10
7
1
7
7
2
2
CONCL
3
3
9
9
CONCL
6
7
7
7
8
CONCL
1
2
CONCL
10
CONCL
CONCL
1
2
5
9
9
CONCL
10
24
77
6
13
14
11
1
62
11
11
4
9
6
25
5
5
8
25
4
7
35
10
11
18
chi erbe odorifere e chi
sono chi qua e chi là in
fece avere, avendo in
quantunque le vivande
tale che copiosamente di
sopra questo:
chi, da
si ragiona di chi, da
e parenti e servidori di
e delle donne, e per
un medesimo peccato in
cenato, cominciarono di
delle quali per
E poiché egli in
seco Tancredi varie e
della quale questo dí,
parlando, per
o per due ma per molte e
alcuno uomo, e tutte di
"Valorose donne, in
ragionare delle virtú di
a ciò molta gente per
certezza, molti di
co’ gentili uomini di
moltitudine delle cose
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
diverse
maniere di
brigate, senza
guerre e in
fossero, non
salvaggine avervi
cose infestato,
cose infestato,
parti,
cagioni piú in
qualità di
cose a ragionare,
cagioni mostrava
maniere si fu
novità pensate,
cose diversamente
parti del mondo
persone, la
cose lavoravano
maniere ci s’è
pietre, delle
cagioni è oggi,
parti del mondo a
cose, per certe
qualità di cose
10
10
40
1
1
10
1
16
33
24
18
28
7
7
49
25
7
5
36
6
2
ora, seco rivolgendo
uomini sieno stati da
e comandò che in
del Garbo, la quale per
nove uomini perviene in
subitamente un giorno
due suoi figliuoli in
si fecero e sonarono
quali l’altre tre per
tutta la sua famiglia in
tutti, diversamente da
: per la qual cosa per
là, a prender secondo i
i diversi appetiti
erasi il matrimonio per
seta, di palma, di cuoio
per la qual cosa da
n’era una cotale, che in
dello sparviere! e con
Palemone: e cosí, vari e
novella della reina in
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
diversi
pensieri, li
casi della
luoghi ciascun di
accidenti in
luoghi
venti, li quali,
luoghi in
suoni; ma
accidenti
letti dormiva; ed
fu intesa: e
luoghi piú de’
appetiti diversi
diletti si
accidenti piú
lavorii faccendo.
fu cominciata a
luoghi per
motti sopra cosí
diletti pigliando
luoghi facesse le
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Diti – Dovete
dividea
PANFILO
CORNICE
FILOMENA
I
VI
X
1
CONCL
8
78
25
106
dividendola
FILOSTRATO
X
3
39
divider
PANFILO
X
9
79
dividergli
PANFILO
II
7
42
che sopra la nave eran dividergli,
dividergli si diedono
divideva
FIAMMETTA
VII
5
11
nel muro che la sua casa divideva da quella, di
divien
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
II
III
V
V
4
10
1
6
1
1
1
1
Rufolo, impoverito,
ebbe cara.
Alibech
Cimone amando
de Loria, campa e
divien
divien
divien
divien
diviene
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
CORNICE
CORNICE
EMILIA
I
II
III
VII
VII
X
X
9
10
1
5
8
3
5
1
1
1
52
1
1
14
di cattivo valoroso
moglie di Paganin
si fa mutolo e
piú bestiale, cotanto ne
in Bologna.
Un
si vergogna e suo amico
e quasi ogni cosa
diviene.
A Elissa
diviene
diviene.
Ciascuno
diviene
diviene ortolano d’un
diviene la gloria mia
diviene geloso della
diviene.
Simil cosa a
diviene
diviene agli amanti
divina
PANFILO
EMILIA
FILOMENA
FILOMENA
CORNICE
CORNICE
I
III
V
V
CONCL AUTORE
CONCL AUTORE
1
7
8
8
5
53
3
27
1
12
nel segreto della
adunque è quello, che la
ancora in noi è dalla
Adunque lasciami la
mi credo, aiutantemi la
che quelle della
divina
divina
divina
divina
divina
divina
divine
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
PAMPINEA
PANFILO
CORNICE
FILOMENA
I
I
I
II
V
VI
X
INTRO
2
2
3
1
CONCL
8
23
21
24
38
10
9
16
delle leggi, cosí
anzi il cristiano, e le
operazioni che di
cosa che fosse contra le
che egli giudicava le
le leggi, cosí le
della amistà ma le
divine come umane, quasi
divine cose, chenti che
divine.
E per quello
divine
divine leggi e contra
divine cose esser di piú
divine come le umane,
divine. Quante volte ha
divine
ser Ciappelletto giaceva dividea da un’altra, e
di quelle montagnette dividea,
dividea cadeva giú per
che io i furti fatti dividea con colui cui io
è, non che io, da voi dividendola,
dividendola la prenda,
l’ora che da voi divider mi dee s’appressa
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corsale e da’
romita, a cui
savio ed Efigenia
marito di lei.
mente trapassare
giustizia, la
giustizia
giustizia mandare
grazia, sí come io
Scrittura? E sí
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Diti – Dovete
divini
CORNICE
DIONEO
I
X
INTRO
10
49
68
altra persona, uditi li divini ufici in abito
piovono dal cielo de’ divini spiriti, come
divinissero (cf. divenisser)
divenisser
PANFILO
II
7
3
divino
FILOSTRATO
CORNICE
II
VIII
2
INTRO
41
2
divisa
EMILIA
FIAMMETTA
II
VIII
6
8
27
34
divisando
DIONEO
FILOMENA
VI
VII
10
7
39
9
divisare
FILOMENA
NEIFILE
CORNICE
LAURETTA
III
V
VI
VIII
3
5
CONCL
9
6
32
19
21
divisasse
DIONEO
EMILIA
V
IX
10
9
63
23
quello che Pietro si divisasse a
far da cena come Melisso divisasse;
divisasse il quale, poi
divisata
ELISSA
II
8
86
in questa guisa che divisata è, il conte
divisate
FILOSTRATO
III
1
12
Per che, molte cose divisate seco, imaginò:
divisato
FILOSTRATO
DIONEO
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
EMILIA
I
II
VII
VIII
IX
IX
7
10
5
6
1
9
27
21
23
15
9
23
divise
PAMPINEA
PAMPINEA
I
II
10
3
8
14
estimando se essi ricchi divinissero senza
del fante, quasi per divino miracolo addivenne
visitata, in quella il divino officio
tra’ padroni della galea divisa la preda, toccò
altra cosa che le mogli divisa,
divisa che noi quelle
i paesi cerchi da me divisando
divisando? Io capitai,
acquistasse.
E seco divisando che via dovesse
piú avanti che da saper
ove io udii a Guidotto
quanto piú si potesse
Io non vi potrei mai
che tu medesimo hai
non come tu medesimo hai
cosa sí del tutto esser
là onde Bruno aveva
sí contraffatto e di sí
usata, non come Melisso
divisare un mescolato o
divisare dove la ruberia
divisare.
E secondo che
divisare
divisare chenti e quanti
divisato.
E fatto
divisato
divisato.
"Adunque
divisato
divisato, che esser da
divisato
divisato, là chetamente
divisato
divisato viso, che chi
divisato avea, ma quasi
d’animo dall’altre divise siete, cosí ancora
quale tutta l’isola si divise,
divise e chi tenea con
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Diti – Dovete
LAURETTA
PANFILO
II
V
4
1
16
64
i mari altissimi divise le due cocche
accesi, in tre parti divise,
divise delle quali
divisero
ELISSA
IX
2
8
divisi
PANFILO
X
9
49
presi, e per molte città divisi e impregionati.
diviso
CORNICE
PANFILO
EMILIA
II
III
III
CONCL
4
7
10
24
87
commendò il parlare e il diviso della reina, e
da altro era da quella diviso che da un
qual cosa da alquanti il diviso e lo ’nvito del
divisò
FIAMMETTA
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
EMILIA
I
II
VII
VII
IX
5
CONCL
8
CONCL
9
10
10
8
2
33
sole varie vivande
signoria pienamente gli
non se ne accorgesse,
reggimento durasse, gli
con Melisso, il
divizia
PANFILO
PAMPINEA
III
VIII
4
7
33
146
misericordioso, gran divizia le fece.
Il
donna, che aveva a gran divizia lacciuoli, fatta
divorarla
CORNICE
V
8
1
divorarono
ELISSA
V
3
44
lasciarvi che l’ossa, il divorarono e andar via.
divorata
FILOMENA
II
9
62
ella fu prestamente divorata da molti lupi.
divorato
FILOMENA
ELISSA
II
V
9
3
75
18
ma infino all’ossa divorato
divorato: le quali
non esser dalle fiere divorato la notte, sú vi
divorino
DIONEO
X
10
32
bestie e gli uccelli la divorino,
divorino salvo se egli
divota
DIONEO
PAMPINEA
ELISSA
III
IV
VII
10
2
3
9
31
39
romito giovane, assai divota persona e buona,
appresso con la sua divota si coricò.
Era
una monaca e fattala sua divota,
divota avendo udito il
di notte, in due si divisero,
divisero e una parte se
divisò a’
divisò; e
divisò
divisò di
divisò.
divisò
divisò, e
divisò
suoi cuochi per
cosí fatto, in
mandare uno
Quindi, rivolta
poi, quando fu
giovane e ucciderla e divorarla da due cani;
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Diti – Dovete
divotamente
PANFILO
ELISSA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
CORNICE
I
II
III
VI
VI
VII
1
8
8
10
10
CONCL
88
88
73
47
52
16
tutto giorno a chi
d’ogni suo peccato
ammirazione, e fecene
io tutte di qua con meco
i cappucci e qua
se ben vi ricorda, noi
divote
CORNICE
PANFILO
I
I
INTRO
1
9
41
guise a Dio fatte dalle divote persone, quasi nel
nell’anno si fanno dalle divote persone, ogni
divoti
CORNICE
IV
INTRO
17
cognoscere gli amici e divoti di Dio e vostri,
divotissimi
DIONEO
VI
10
11
oltre a ciò, per ciò che divotissimi tutti vi
divoto
EMILIA
ELISSA
DIONEO
CORNICE
CORNICE
I
II
II
VII
CONCL AUTORE
6
8
10
CONCL
8
68
33
18
15
’nquisitore santissimo e
fu contenta molto e con
feste che voi, piú
Piacque a tutti il
o la torta al suo
divoto di san Giovanni
divoto cuore ringraziò
divoto a Dio che a’
divoto parlare della loro
divoto, lascile stare;
divoto
divozion
PANFILO
CORNICE
FILOMENA
DIONEO
I
II
III
VI
1
3
3
10
86
2
33
9
il mise nel capo e nella
e da’ giovani e la sua
essempli confermò la
secondo il podere e la
divozion
divozion
divozion
divozion
divozione
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
PANFILO
PANFILO
EMILIA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
I
I
I
I
I
I
II
III
III
VI
VI
VI
1
1
1
1
1
2
7
4
7
10
10
10
30
41
76
83
88
24
109
20
36
6
47
51
grandissima e speziale
parere a chi digiuna per
ho avuta sempre spezial
grandissima reverenzia e
fama della sua santità e
niuna santità, niuna
sempre, e con gran
eterna, se con
che per viltà, non per
lo nome che per altra
in lui ha grandissima
nelle vostre anime la
divozione aveano, e lui
divozione, come digiunava
divozione
divozione al vostro
divozione quello corpo si
divozione a lui, che
divozione, niuna buona
divozione
divozione con loro
divozione fatta l’avrai.
divozione, sono rifuggiti
divozione
divozione vedutovi
divozione) e diedemi de’
divozione
divozione che in lui aver
do
FILOSTRATO
FILOMENA
I
III
7
3
19
45
divotamente
divotamente
divotamente
divotamente
divotamente
divotamente
si raccomanda
si confessò
cantare il
le recai, e
celebrammo,
di tutti coloro
commendata e
di costei: e
sua, acciò che
seco:
Vedi a cui io do mangiare il mio! E
la mia benedizione ti do la parola che tu ne
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Diti – Dovete
LAURETTA
VIII
9
62
a poco che lo non ti do tale in su la testa,
dobbiam
ELISSA
FILOMENA
V
X
3
8
12
57
nimici nostri: che ne dobbiam fare altro se non
gl’iddii, li quali noi dobbiam credere che con
dobbiamo
CORNICE
EMILIA
CORNICE
EMILIA
FIAMMETTA
LAURETTA
EMILIA
PAMPINEA
PANFILO
I
I
I
VII
VIII
VIII
IX
X
X
INTRO
6
CONCL
1
8
9
9
7
9
63
8
10
2
26
28
5
47
73
cosí di niuna cosa curar
noi vogliamo, come
termine quello di che
è quella di che parlar
facci, di questo che far
potete se noi possiamo e
Dunque agli uomini
del vostro amore aver
che voi e io viver
dobbiate
CORNICE
FILOMENA
DIONEO
I
III
X
INTRO
3
10
3
13
59
tralle lagrime leggendo dobbiate trapassare.
Idio che voi di ciò il dobbiate riprendere e
dubito punto che voi non dobbiate con lei vivere
dobbre
FILOMENA
FILOMENA
II
II
9
9
73
73
che oltre a diecimilia dobbre non valesse; e
d’altre diecemilia dobbre.
E fatto loro
dobbre
doble
PANFILO
X
9
86
dodici
CORNICE
NEIFILE
ELISSA
ELISSA
NEIFILE
CORNICE
DIONEO
I
II
V
V
VI
VIII
X
INTRO
1
3
3
4
10
10
35
22
10
23
16
2
54
piú che da un diece o
udito questo, ben
subitamente uscirono da
ha delle miglia piú di
la riva di quello ben
riso non fossero
la fanciulla d’età di
dodici de’ suoi vicini
dodici de’ sergenti
E già
dodici fanti.
dodici.
Disse allora
dodici
dodici gru, le quali
dodici volte le lagrime
dodici anni la piú bella
dogana
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
10
10
10
10
10
10
10
4
5
5
6
8
62
63
molti luoghi è chiamato
in sul libro della
che egli della
E da questo libro della
cosí da’ libro della
la quale aveva in
suo nome scrivere alla
dogana,
dogana tenuta per lo
dogana a ragione del
E da
dogana traesse.
dogana assai volte
dogana s’informano di
dogana, faccendola
dogana
dogana ciò che Salabaetto
dobbiamo la quale abbia
dobbiamo, verso te
dobbiamo
dobbiamo novellare e
dobbiamo, dato
dobbiamo
dobbiamo, rimanere in
dobbiamo
dobbiamo vivere e andare
dobbiamo, sommamente
dobbiamo
dobbiamo; e presole con
dobbiamo
dobbiamo, nel governo del
dobbiamo
bacin d’oro pieni di doble fé porre, e molte
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Diti – Dovete
doganieri
DIONEO
DIONEO
DIONEO
VIII
VIII
VIII
10
10
10
5
9
44
la chiave; e li detti doganieri poi scrivono in
il legaggio di quegli a’ doganieri,
doganieri gli mise in un
delle balle dato a’ doganieri e similmente il
doge
LAURETTA
VIII
9
25
piú belli che quello del doge di Vinegia, e in
doglia
FIAMMETTA
FILOSTRATO
PAMPINEA
PANFILO
II
IV
X
X
5
CONCL
7
9
48
16
13
63
suoi danni, quasi per
piú che morte alla mia
comportare, ho per minor
e inestimabile
dogliendogli
DIONEO
IV
10
25
dogliendosi
ELISSA
IV
4
26
doglio
CORNICE
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
1
13
14
20
21
25
27
29
32
34
34
34
un suo amante in un
sia, entra in cotesto
prestamente entrò nel
tu vedi qui con meco, il
mondo, hai venduto un
si gittò fuor del
il mercato di questo
allora Giannello: "Il
il capo per la bocca del
teneva la bocca del
perfezione e fu raso il
tratto il capo del
doglio tornando il marito
doglio che tu vedi costí,
doglio, e Peronella
doglio
doglio, il qual tu sai
doglio
doglio cinque gigliati,
doglio; e quasi niente
doglio
doglio.
Disse il
doglio
doglio mi par ben saldo,
doglio, che molto grande
doglio
doglio, e in quella guisa
doglio
doglio, e egli scostatosi
doglio
doglio e il marito
dolce
PANFILO
FIAMMETTA
EMILIA
ELISSA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
PAMPINEA
FILOSTRATO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
I
II
II
II
II
II
II
II
III
III
III
III
III
1
5
6
8
10
10
10
CONCL
1
6
6
7
7
73
23
15
11
30
35
36
13
32
42
50
67
73
dite voi? la mamma mia
e non tua, fratel mio
quali le parevano la piú
a dire:
"Carissimo e
del corpo mio, anima mia
vide: "Deh, anima mia
e però, ben mio
amare pene / ch’or piú
che bene era cosí
disse: "Anima mia
la sua durezza in
dicendo: "Tedaldo mio
rispose: "Non sa quanto
dolce,
dolce che mi portò in
dolce, ti veggio.
E
dolce
dolce cosa del mondo e la
dolce amico e signor mio,
dolce, speranza mia, or
dolce
dolce, che parole son
dolce
dolce, muta consiglio e
dolce
dolce mi fanno il tuo
dolce cosa, e piú, come
dolce, non vi turbate;
dolce
dolce amore verso
dolce, tu sii il ben
dolce
dolce cosa si sia la
doglia fu presso a
doglia. / Dallami dunque
doglia
doglia eletto di voler
doglia cagione non
che era piccola e dogliendogli il lato in
al re Guiglielmo mandò, dogliendosi della fede
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
LAURETTA
LAURETTA
DIONEO
PAMPINEA
LAURETTA
PANFILO
FILOSTRATO
FILOMENA
DIONEO
ELISSA
FILOMENA
FILOMENA
DIONEO
FILOMENA
EMILIA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
DIONEO
DIONEO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PANFILO
NEIFILE
PAMPINEA
CORNICE
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
V
VI
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
X
CONCL AUTORE
8
8
10
2
3
6
4
8
CONCL
CONCL
7
7
10
CONCL
4
7
7
7
10
10
5
5
5
6
CONCL
7
27
51
25
20
13
20
12
14
19
43
23
39
15
14
14
29
35
138
25
30
58
59
60
19
11
22
27
vostri. Fate adunque,
"tu di’ vero, e la piú
servire a Dio era cosí
era anzi che no un poco
cuore di trovare assai
disse: "O signor mio
disse: "Caterina mia
per che, rotto il suo
/
Per ch’io ti priego,
quella credendo somma e
rispose:
"Anichino mio
sí gli disse: "Bocca mia
della comare il terren
sí n’avenga; / e della
rispose: "Signor mio
"Che dirai, speranza mia
donna: "Ohimè, ben mio
"Ohimè! donna mia
disse: "Salabaetto mio
"Ohimè, signor mio
"O Calandrin mio
diceva: "Deh! anima mia
occhi di questo tuo viso
"Ben ti dico che mai sí
che m’ha accesa del suo
/ mercé ti chero,
la migliore e la piú
dolcemente
PAMPINEA
DIONEO
NEIFILE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
II
II
IV
X
X
X
3
10
8
7
7
7
18
15
13
11
20
24
Alessandro con costoro,
forte piagnea cominciò
a lusingare e a pregare
con una sua viuola
lui disio e amo, / sí
Laonde egli cominciò sí
dolcezza
CORNICE
FILOSTRATO
FILOMENA
FIAMMETTA
DIONEO
I
III
VII
X
X
INTRO
1
7
6
10
6
35
21
22
62
seguita prestamente la
e riprovando quella
l’amasse.
O singular
lungamente, / con tanta
ti tolsi e con somma
dolcezze
FILOSTRATO
III
1
23
dolci
CORNICE
I
5
3
dolce speranza mia, per
dolce: ella era piú
dolce
dolce cosa; e per certo
dolce di sale, godeva
dolce e piacevole rimedio
dolce, o che ti senti tu?
dolce
dolce, io non so alcuna
dolce
dolce pensiero, alzò il
dolce signor mio, / che
dolce pace, / e ciascuna
dolce, sta di buon cuore:
dolce
dolce, tu prenderai un
dolce
dolce, tanto vangò e
dolce
dolce bocca / convien
dolce, il quando potrebbe
dolce
dolce? parti che io
dolce
dolce, che io non posso
dolce
dolce, ove siete voi?
dolce
dolce, io mi ti
dolce
dolce, io non so né che
dolce
dolce, cuor del corpo mio
dolce
dolce, lasciamiti
dolce
dolce!
Bruno e
dolce
dolce cosa non fu come è
dolce amore: / quel che
dolce mio signore, / che
dolce del mondo: e in
dolcemente
dolcemente
dolcemente
dolcemente
dolcemente
dolcemente
dolcezza
dolcezza
dolcezza
dolcezza
dolcezza
gli domandò
a confortare.
che gli
sonò alcuna
lo cor
sonando a
e il piacere
la quale essa
del sangue
e sí
le punture
dire che tutte l’altre dolcezze del mondo sono
poi che lui con alquante dolci parolette ebber
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
EMILIA
PANFILO
PANFILO
CORNICE
FIAMMETTA
LAURETTA
NEIFILE
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
PANFILO
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
NEIFILE
II
II
II
III
IV
IV
IV
V
V
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
6
7
7
4
1
3
8
INTRO
5
INTRO
2
4
9
9
CONCL
68
30
41
2
59
17
13
2
23
6
38
12
21
77
8
e con molte parole
d’essere a cosí
vennero e con
avendo Dioneo con
si pose; e tardi con
sapeva assai, con
villania; e poi, con
quando Fiammetta da’
furono a lui, e con
volessero esser vinti,
il prete, dandole i piú
avvenuto. Tanto ora con
chenti e quanti sieno i
vi metterem nelle
/ merzé d’amore e de’
dolci;
dolci e piena di materna
dolci notti invitata,
dolci parole e con
dolci parole molto lo
dolci parole levatosi a
dolci parole in tanta
dolci parole
dolci canti degli uccelli
dolci parole il pregarono
dolci e nuove note
dolci basciozzi del mondo
dolci parole e ora con
dolci suoni d’infiniti
Il
dolci braccia.
Io vo
dolci pensieri. /
dolciata
LAURETTA
III
8
66
dolciato
LAURETTA
VIII
9
17
disse Bruno "maestro mio dolciato,
dolciato sapere che egli
dolcissimamente
ELISSA
V
3
53
frutti del loro amore dolcissimamente sentirono
dolcissime
FIAMMETTA
CORNICE
DIONEO
III
IV
VIII
6
INTRO
10
49
31
8
per che, cominciando con dolcissime parole a
dilettevoli che di voi, dolcissime donne, sovente
atti e con parole dolcissime questi cotali
dolcissimo
FIAMMETTA
IV
1
51
riguardando disse: "Ahi! dolcissimo albergo di
dolcitudine
DIONEO
VIII
10
43
un tratto hai spesi in dolcitudine:
dolcitudine ma che?
dolea
CORNICE
PANFILO
DIONEO
IV
X
X
4
9
10
2
17
41
dolendo
FILOMENA
X
8
76
dolendomene
EMILIA
X
5
8
mia caciata, melata, dolciata.
dolciata
L’abate,
sciagura degli amanti si dolea,
dolea e chi l’ira della
per che seco stesso si dolea che di compagnia e
forte in se medesima si dolea;
dolea ma pur, come
l’andarsi del modo dolendo e di lui è una
tenuto ho nascoso, cosí, dolendomene loro, di
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dolendosene
FILOSTRATO
IX
3
6
dolendosi
ELISSA
FILOSTRATO
FIAMMETTA
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
ELISSA
FILOSTRATO
PAMPINEA
DIONEO
LAURETTA
I
II
II
III
IV
V
V
V
VIII
VIII
X
9
2
5
3
6
1
3
4
7
10
4
5
17
70
18
36
45
20
24
130
42
16
dolent’
EMILIA
III
7
26
dolente
NEIFILE
DIONEO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
ELISSA
DIONEO
DIONEO
ELISSA
LAURETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
ELISSA
FILOMENA
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
FILOSTRATO
PANFILO
PANFILO
EMILIA
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
2
4
2
2
5
6
6
7
7
8
10
10
5
CONCL
1
1
1
1
1
4
5
6
8
8
10
CONCL
1
1
2
12
9
17
17
40
28
41
22
78
26
14
42
15
14
19
21
26
31
61
11
11
36
14
25
45
12
3
42
9
Per che un dí dolendosene,
dolendosene e essendo a
senza alcuna consolazion
a stare, spesse volte
che, della sua fortuna
medesima, forte di te
dal podestà informato,
col senato di Rodi
e della sua sciagura
pur del gran caldo
e della sua sciagura
alcuno giorno Salabaetto
ogni cosa.
Di che ella
dolendosi,
dolendosi pensò
dolendosi a san Giuliano,
dolendosi, senza alcuna
dolendosi
dolendosi, me l’ha dette.
dolendosi
dolendosi domandò che la
dolendosi, ordinato.
dolendosi
dolendosi, per lo
dolendosi
dolendosi;
il che
dolendosi
dolendosi.
Ma essendo
dolendosi
dolendosi raccontò ciò
dolendosi, dopo alquanto
dolendosi
ho tanto pianta, quanto dolent’è
a me; per ciò
dolent
in se stesso oltre modo
seguire, oltre modo fu
poté dentro.
Laonde,
vicin v’era, tristo e
chiassetto Andreuccio,
della casa.
La balia,
e la Spina in vita cosí
estimazione bellissima,
figliuolo era avvenuto,
Il conte,
stesso, se esso fu
tolta essendo spossato,
il piú lieto e il piú
degno; / ma or ne son,
figliuola facevano.
E
essere da alcun veduto,
mi serba, sempre sarò
Per che, non come
senso perduto, di questa
senza misura ne viveva
Per che la giovane
a messer Negro contate,
che egli fu oltre misura
morto; di che oltre modo
faccia? Io ne son molto
mente, / ch’è rimasa
avesse la fortuna fatto
cosa Cimone senza modo
di Martuccio era stata
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dolente,
dolente tacitamente
dolente: ma pur, senza
dolente
dolente e isconsolato
dolente si pose a stare,
dolente del caso,
dolente oltre modo della
dolente e essendovi già
dolente senza modo che
dolente fuor di misura,
dolente che d’innocente
dolente non è da
dolente e tristo s’uscí
dolente uomo che viva
dolente a me!, privata. /
dolente di ciò oltre modo
dolente a morte, alla sua
dolente, di ciò
dolente
dolente femina o ripresa
dolente vita si dipartí.
dolente, e seco spesso
dolente
dolente e trista, temendo
dolente a morte, con
dolente.
Ma pur,
dolente
dolente, stette gran
dolente
dolente d’averlo fatto;
dolente, / fosse venuto;
dolente
dolente, piú che altro si
dolente
dolente, temendo non gli
dolente
dolente, udendo lui con
dolente
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EMILIA
EMILIA
ELISSA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
DIONEO
DIONEO
EMILIA
FILOSTRATO
LAURETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
ELISSA
FILOMENA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
PAMPINEA
LAURETTA
DIONEO
NEIFILE
EMILIA
DIONEO
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
2
2
3
7
7
7
8
8
10
10
1
2
4
5
5
6
3
6
7
7
7
9
10
10
1
1
1
5
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8
10
1
5
10
19
22
42
23
25
44
37
39
9
53
12
16
11
32
43
10
65
16
21
70
112
100
40
43
34
34
34
64
7
29
24
11
12
30
che udito, la giovane,
‘Carapresa’, quantunque
amico del marito di lei,
pregando.
La donna,
il marito sopravenuto,
esser morti, fu il piú
essere, videro la
erano state e della
stessa disse:
"Questo
trovato che la sua donna
di che la donna fu molto
capo: "Oimè, lassa me,
di fuori, fu oltre modo
la donna: "Io ne son
casa sua.
Il geloso,
udendo questo, fu la piú
non senza gran fatica la
il romor grande: oisé!
madonna è la piú
apparire; per che,
fosse, pure oltre misura
capo al piè impastato,
bestialità n’aspettava,
Il Canigiano,
imposto.
Rinuccio,
quindi averlo tolto,
chi portato se l’avesse,
Non ti conosci tu,
con teco, pur sare’ io
in assetto, tristo e
avea compar Pietro, ella
Ruggieri, disse: "Deh!
piú che altra femina
lei, il quale con assai
dolente che Idio non le
dolente fosse molto e non
dolente fu del caso
dolente senza misura, le
dolente levatasi, ciò che
dolente uom del mondo di
dolente giovane e ’l
dolente giovane e del
dolente abbandona me per
dolente, presolo per mano
dolente
dolente, e egli e ella
dolente
dolente me, in che
dolente e cominciò a
dolente: io non venni qui
dolente
dolente e senza cena,
dolente femina del mondo;
dolente donna
dolente sé, che il porco
dolente femina che mai
dolente che avvenuto non
dolente si dirizzò a
dolente e cattivo,
dolente oltre modo, seco
dolente di queste cose,
dolente e bestemmiando la
dolente a casa se ne
dolente di tale sciagura,
dolente? che premenloti
dolente
dolente quando mal
dolente se ne tornò a
dolente e malinconosa si
dolente ti faccia Dio,
dolente a casa se ne torn
dolente viso le disse:
dolenti
LAURETTA
PAMPINEA
FIAMMETTA
EMILIA
II
V
VII
X
4
6
5
5
17
26
5
15
di che i miseri
giovani, se essi furon
esser piú miseri e piú
beffassi, far ci farebbe
dolenti che sopra quella
dolenti e temettero della
dolenti: il che quanto e
dolenti
dolenti.
Voglio io che
dolenti
dolere
PANFILO
PANFILO
LAURETTA
IV
V
X
6
1
4
40
58
27
dolermi
DIONEO
X
10
8
tua poca fidanza mi fa dolere
dolere, e piú ancora
cosa quanto ti debbia dolere,
dolere se cosí ami come
si può a buona equità dolere o ramaricare del
che io non abbia da dolermi d’altrui che di
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Diti – Dovete
dolersi
EMILIA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
EMILIA
NEIFILE
DIONEO
NEIFILE
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
PANFILO
II
II
II
III
IV
IV
IV
VII
VIII
X
X
X
6
6
6
CONCL
7
8
10
8
7
8
8
9
10
10
13
12
15
29
16
16
72
72
72
64
dolertene
FILOMENA
III
3
45
dolesse
PANFILO
V
1
38
dolessero
CORNICE
II
CONCL
1
niuna ve n’era a cui non dolessero le mascelle: e
doleva
FILOMENA
PANFILO
NEIFILE
PAMPINEA
FILOMENA
IV
V
VII
VIII
X
5
1
8
7
8
11
39
31
114
21
sua lunga dimora
ma sopra tutti
che Arriguccio di lei
e oltre a questo,
il vedeva infermo, se
dolevan
PANFILO
I
1
21
dolevano
CORNICE
VII
10
2
dolevansi
PANFILO
V
1
39
sarebbe poco curato.
dolfe
PANFILO
DIONEO
EMILIA
NEIFILE
NEIFILE
LAURETTA
PANFILO
II
II
III
IV
IV
X
X
7
10
7
8
8
4
9
37
14
12
7
34
8
3
e di questa seconda si
e in Pisa e altrove, si
d’Aldobrandino gli
Girolamo rimanere, se ne
ciascuno, il che a tutti
fosse poverissimo, si
fine delle sue parole si
rimoto trovato, quivi a
che, essendo ella al suo
dove di piagnere e di
Niuna sconsolata / da
e udendo lo Stramba
nostra, a piagnere e a
cominciò a piagnere e a
avrebbe cagione donde
cominciò a piagnere e a
alcuni che diranno non
esser moglie di Tito ma
doluta s’era e a men
dolersi del suo
dolersi occupata, senza
dolersi era usa, si
dolersi ha quant’io, /
dolersi e accusar la
dolersi.
E mentre il
dolersi
dolersi di cosí fatta
dolersi.
E spento il
dolersi
dolersi; e assai ben
dolersi
dolersi Sofronia esser
dolersi del modo nel
dolersi avea cominciato,
facci, cioè che senza dolertene ad alcuno tuo
Quanto Cimone di ciò si dolesse non è da
si
si
si
le
ne
doleva e senza punto
doleva Efigenia, forte
doleva, minacciandola
doleva
doleva sí forte la testa,
doleva forte e con ogni
che li due fratelli si dolevan forte.
E un
colpa avuta non avea si dolevano,
dolevano incominciò:
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Dolevansi similmente i
dolfe molto; ma Marato
dolfe della malvagità de’
dolfe. E avendo sentito
dolfe
dolfe; e come colei che
dolfe
dolfe.
Presa adunque la
dolfe
dolfe molto, ultimamente
dolfe lei oggi cosí poco
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dolfegli
FILOMENA
X
8
99
dolfergli
ELISSA
II
8
84
parole udí il conte e dolfergli forte; ma pure
dolfi
FILOMENA
III
3
25
poi che io mi ve ne dolfi,
dolfi quasi come per un
dolga
FILOSTRATO
IV
CONCL
11
dimostro / quanto si dolga con ragione il core
dolgati
ELISSA
VI
CONCL
45
né so morire. / Deh! dolgati,
dolgati signor, del mio
dolgo
FILOMENA
PAMPINEA
III
VIII
3
7
11
126
dolle
FILOMENA
V
8
24
dolor
FIAMMETTA
DIONEO
LAURETTA
CORNICE
FIAMMETTA
DIONEO
ELISSA
FILOSTRATO
PANFILO
PAMPINEA
PAMPINEA
NEIFILE
PANFILO
II
II
IV
IV
V
V
VI
VII
VII
VIII
VIII
IX
X
5
10
3
5
9
10
CONCL
2
9
7
7
4
9
79
42
30
1
38
49
46
21
53
47
142
19
67
per che da grave
e in tanta mattezza per
gliele disse. Folco, da
ed ella se ne muore di
che egli con grandissimo
laonde egli, grandissimo
fu mia usanza, / e, il
"E tutto questo è del
egli forte per
levar la sua donna dal
la coscia, e per lo
da gravissimo
di che egli in tanto
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolor
dolore
CORNICE
CORNICE
LAURETTA
EMILIA
PANFILO
ELISSA
FILOMENA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
INTRO
INTRO
4
6
7
8
9
10
10
10
5
70
11
14
61
43
33
23
24
35
della allegrezza il
cotal consiglio seguire:
gastigato dal primo
con molta paura e con
quivi con grandissimo
portavano sí gran
al cuore, sí fatto
la malinconia e il lungo
per ciò che simil
queste parole, sosteneva
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
dolore
Varrone si maravigliò e dolfegli che tutto il
è ora qui: di che io mi dolgo forte, per ciò che
freddo.
Di tanto mi dolgo forte, che la
le caccio di corpo e dolle mangiare a questi
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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vinto, venendo meno
cadde, che andando
vinto e in furor
poco appresso.
della madre di
sentendo, mise un
rimosso, / di
mio: tu che se’
gridasse, tenuto
preso per lo
sentito cominciò a
punto veggendosi
cadde, che,
occupa, cosí le
e noia e forse
della perdita,
inestimabile fu
di tutta la città
e malinconia, che
sentí: e tutto nel
che io ho avuto
non si sentí mai a
incomportabile, e
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Diti – Dovete
EMILIA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
EMILIA
EMILIA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
FILOSTRATO
DIONEO
DIONEO
FILOSTRATO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
NEIFILE
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
FILOSTRATO
EMILIA
FIAMMETTA
PAMPINEA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
dolori
EMILIA
PAMPINEA
CORNICE
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
X
X
X
X
X
X
7
1
1
6
6
6
7
7
8
8
8
8
9
10
10
CONCL
1
1
3
3
8
9
10
10
10
8
3
3
6
7
7
7
8
10
10
3
5
6
7
9
9
9
87
30
62
11
17
22
15
18
16
21
29
32
25
30
32
12
5
47
7
19
7
33
15
17
50
6
52
56
56
74
112
132
28
29
50
27
13
35
7
43
64
68
II
VIII
X
6
7
CONCL
64
130
3
stata per lo fresco
esser preso Guiscardo,
crudeltà, con general
l’altro.
Di che assai
che io sentiva sí fatto
la sua miseria e il suo
l’avesse, e ella, per lo
la cattivella, che dal
senza suo grandissimo
parole, sentí noioso
fu creduto lui di
che, come al giovane il
donna, con grandissimo
donna sentiva sí fatto
La donna, che da altro
ora conosco, e non senza
la cagione del suo
e riconfortata sí del
volle morir di
agio avuto n’avesse, il
a comportare, che per
prima credette che da
per ciò che niun
a cencio, Dio il sa che
il quale, oltre al
donna sentiva gravissimo
pieno di cruccio e di
aveva battuta e dal
parendogli avere assai
questo venne in tanto
sí come quella che dal
io vivo con grandissimo
pezza sentí tal
è la cagione di questo
allora in grandissimo
credo, se io avessi quel
era obbligata.
E fu il
e loro assegnatele, con
portava intollerabile
come io mi comporterò il
qual fosse e quanto il
saputa la cagion del suo
dolore rappresentato ne’
dolore inestimabile sentí
dolore di tutti i
dolore e inestimabile
dolore che il mio sonno
E
dolore le dimostrò.
dolore del subito
dolore del perduto amante
dolore. Ma nondimeno ogni
dolore
dolore; e ricordatole il
dolore
dolore esser morto cosí
dolore la vita aveva
dolore e pianto, furono i
dolore, che quasi n’era
dolore
dolore stimolata era,
dolore. /
Fatto m’ha
dolore
dolore, gli comandò che
dolore
dolore avuto della sua
dolore; e se Gigliuozzo
dolore
dolore né i pensieri che
dolore piú volte dopo
dolore di dover da sé
dolore è pari a quello, a
Degli
dolore io sento.
dolore avuto delle dita
dolore, per ciò che in
dolore
dolore cominciò a gridare
dolore della ventura la
dolore, non volendo anche
dolore
dolore, che quasi fu per
dolore
dolore era vinta e che
dolore. Ma voi, messere,
dolore
dolore, che parea che
dolore
dolore? Deh, ditemelo,
dolore
dolore e in grandissima
dolore, che io mi morrei
dolore
dolore tale, che, non
dolore inestimabile in
dolore.
Per la qual
dolore
dolore nel qual,
dolore e la tristizia e
dolore e della sua
si lascia credere che i dolori de’ suoi
oltre agli altri suoi dolori,
dolori credette di sete
le malinconie e’ dolori e l’angoscie, le
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Diti – Dovete
dolorosa
CORNICE
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
LAURETTA
FILOMENA
NEIFILE
FILOSTRATO
DIONEO
DIONEO
FILOSTRATO
LAURETTA
FILOMENA
FIAMMETTA
PAMPINEA
I
II
II
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
VIII
INTRO
7
7
9
CONCL
5
8
9
10
10
CONCL
7
8
9
7
2
5
59
32
16
16
29
23
3
16
15
50
25
12
143
principio, sí come è la
di morte essere o di
la donna piú che altra
La quale,
reputata onesta. / O
che piú che altra femina
chiesa, e quivi venne la
che altra cosa amava, se
andar piú dietro a cosí
cosa come facea, se fu
tanto ti chiamo / con
per avvenire, dove piú
e da capo incomincia la
infermò: di che la madre
piú che da altrui,
dolorosa ricordazione
dolorosa vita cagione.
dolorosa mise, quivi
dolorosa molto, dopo
dolorosa festa, / morta
dolorosa, conoscendo che
dolorosa
dolorosa madre con molte
dolorosa fu non è da
dolorosa materia, da
dolorosa non è da
dolorosa voce: / e dicoti
dolorosa che altra femina
dolorosa fugga, e i cani
dolorosa molto, come
dolorosa senza modo
dolorosamente
PANFILO
FIAMMETTA
ELISSA
FILOSTRATO
II
IV
VIII
IX
7
1
3
3
16
59
54
21
con quelle insieme
ne’ quali era, cominciò
livida e rotta nel viso,
Calandrino udí questo,
dolorosamente
dolorosamente
dolorosamente
dolorosamente
dolorosetta
PAMPINEA
VIII
7
89
dolorosi
CORNICE
CORNICE
PANFILO
PAMPINEA
I
I
V
X
INTRO
INTRO
1
7
9
58
48
9
cominciò i suoi
chi fargli, per tutto
si come si può credere,
padre di lei e la madre,
dolorosi
dolorosi
dolorosi
dolorosi
doloroso
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
ELISSA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
ELISSA
FILOSTRATO
ELISSA
ELISSA
LAURETTA
NEIFILE
PANFILO
EMILIA
DIONEO
II
II
II
II
IV
IV
IV
IV
V
V
VII
VII
VII
VIII
VIII
5
5
6
8
1
1
4
CONCL
3
3
4
8
9
4
10
55
81
38
90
15
62
25
14
15
43
9
48
54
35
28
carità mossi parlassero,
in cosí fatti pensieri e
furono. Il quale,
raccontata, dopo alcun
cosí gran diletto, con
si dipartí.
Cosí
sepellire; e a casa piú
nel core un pianto
la sua giovane, piú
la quercia quanto piú
avvenne che il
fallo tristo, ubriaco
aveva in mano, a lui
subito divenne il piú
cominciò a fare il piú
doloroso quanto mai
doloroso molto stando,
doloroso oltre modo
doloroso sospiro delle
doloroso avvenimento la
doloroso fine ebbe l’amor
doloroso che altro uomo
doloroso, / che ancor vi
doloroso
doloroso che altro uomo
doloroso esser potea,
doloroso marito si venne
doloroso che non si
doloroso e quasi mezzo
doloroso uomo che fosse
doloroso lamento che mai
cominciò a
a piagnere.
piagnere, e
cominciò a
piú che qualunque altra dolorosetta fante? dove
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effetti, e in
pianti udiremmo.
stavano e senza
di questo
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Diti – Dovete
doluta
FILOMENA
FILOMENA
PANFILO
III
III
X
3
3
9
15
25
64
detto e siamevene doluta
doluta.
E quinci,
male che io mi ve ne sia doluta,
doluta per ogni volta
con tribulazion continua doluta s’era e a men
doluto
FILOMENA
FIAMMETTA
NEIFILE
V
V
VII
8
9
8
7
34
32
piú volte dopo essersi doluto gli venne in
contraria e sonmi di lei doluto;
doluto ma tutte sono
di me vi si debba esser doluto.
doluto Arriguccio,
dom (cf. don)
don
CORNICE
III
4
1
doman (cf. domane)
domane
PAMPINEA
II
EMILIA
III
EMILIA
III
ELISSA
VI
EMILIA
IX
3
7
7
9
9
9
68
70
5
31
domanda
PAMPINEA
EMILIA
PANFILO
ELISSA
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
CORNICE
EMILIA
EMILIA
II
II
II
II
III
III
VI
VI
VI
X
X
X
X
3
6
7
8
9
9
2
7
7
4
5
5
5
21
71
95
32
1
53
1
12
18
21
1
5
9
domandai
PAMPINEA
PAMPINEA
IV
IV
2
2
18
19
domandalo
PAMPINEA
VI
2
21
domandan
CORNICE
IX
9
1
domandando
NEIFILE
FILOMENA
II
II
1
9
12
50
voglia n’hanno.
Dom Felice insegna a
e oggi l’una e doman
spero che avanti che doman
alcun fallo avanti che doman
le spese, e oggi l’uno, doman
a Melisso e dissegli: "Doman
Doman
e sodisfece alla sua
Piacque a Currado la
veduta l’avesse. La qual
piacque molto questa
Francia d’una fistola;
e udendo la sua cortese
d’una sua trascutata
in adulterio; e per ciò
udendo cosí piacevol
obbligata e che la
Madonna Dianora
suo giudicio impossibil
Il cavaliere, udita la
l’altra vendendo,
sia sera voi
sia sera, dove tu
l’altro, e cosí per
vedrem che pruova
domanda,
domanda e sé a ogni suo
domanda di Giuffredi, e
domanda udendo, Antigono
domanda e prestamente
domanda per marito
domanda, le ne donò
domanda
domanda.
Molto fu da
domanda
domanda che io, secondo
domanda, subitamente,
domanda
domanda era onesta,
domanda a messer Ansaldo
domanda si pensò di
domanda e la proferta
Il quale io appresso domandai perché ciò fatto
cosa.
E io allora domandai:
domandai "Chi siete voi?
piú cosí ti risponde, domandalo a cui io ti
Due giovani domandan consiglio a
e per l’amor di Dio domandando a ciascuno che
vedi me uom d’arme andar domandando di queste cose
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FILOMENA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
CORNICE
FILOMENA
EMILIA
FIAMMETTA
PANFILO
II
III
III
IV
IV
V
VI
VIII
X
9
7
7
INTRO
INTRO
8
8
8
9
71
84
85
20
26
37
7
30
8
domandandogliele
PANFILO
II
7
9
domandandola
FILOMENA
X
8
80
domandandolo
NEIFILE
FILOMENA
LAURETTA
FILOMENA
II
II
III
X
1
9
8
8
25
69
74
21
domandandomi
PANFILO
II
7
110
domandandone
FILOMENA
FILOMENA
IV
IV
5
5
10
10
sollecitamente i fratei domandandone
domandandone, sí come
avvenne un giorno che, domandandone ella molto
domandandosi
EMILIA
IV
7
18
niuna altra cosa per lor domandandosi se non che
domandante
FIAMMETTA
I
5
15
domandar
FIAMMETTA
PAMPINEA
ELISSA
PAMPINEA
LAURETTA
EMILIA
FILOSTRATO
II
IV
V
VIII
IX
IX
X
5
2
3
7
8
9
3
58
5
37
50
26
32
30
1
3
5
36
20
7
domandare (cf. dimandare)
dimandare
PANFILO
I
PAMPINEA
II
FIAMMETTA
II
lei si gittò piagnendo e
gli condusse a dovere,
si rimisero, perdonanza
d’una altra. E cosí
A cui il giovane
forte ciascuno e
soffiare; laonde Fresco
scese della cassa; e
d’onorargli; per che,
domandando
domandando
domandando
domandando
domandando
domandando
domandando
domandando
domandando
perdonanza, la
perdono,
di ciò che
il figliuolo e
disse: "O son
che ciò fosse
le disse:
la donna il
il Saladino un
il re del Garbo, a lui, domandandogliele egli di
l’anello l’ebbi sposata, domandandola se ella me
egli fu in terra posto,
ingiuriosamente
che egli era vivo,
spesso e con instanzia
domandandolo
domandandolo
domandandolo
domandandolo
il giudice
quando mai,
di molte
della
loro lingua apparata, domandandomi esse chi io
dimostrare, al re domandante,
domandante
e stupefatti
umili e mansuete nel
il buono uomo cominciò a
prestamente venire e
dire una parola, né
tempissimo levatasi fé
non bisogna di
domandar:
domandar "Chi è là?
domandar l’altrui, e
domandar la moglie: "Che
domandar mercé di ciò che
domandar perché questo
domandar Giosefo quello
domandar né di dar
usanza, il cominciò a domandare se egli mai in
a ragionare e domandare chi fosse,
cautamente incominciò a domandare chi colui fosse
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FIAMMETTA
PAMPINEA
LAURETTA
NEIFILE
DIONEO
FIAMMETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
PANFILO
CORNICE
PAMPINEA
LAURETTA
CORNICE
DIONEO
ELISSA
FILOSTRATO
LAURETTA
PAMPINEA
II
III
III
III
IV
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
X
X
X
X
5
2
8
9
10
5
6
6
9
2
7
9
10
10
2
3
4
7
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16
21
21
27
44
1
117
6
2
56
28
35
33
30
cominciò distintamente a
essaminare, e
non faceva altro che
domanderò, senza dovervi
se fu dolorosa non è da
venuta alla chiesa fece
e come il voleva
morto! Io non mi posi a
anzi gli ho io voluti
mortaio, il rimanda e fa
di chiamarla e di
aveva in costume di
donne ridere, non è da
lo ’ncominciò a
Papa, credendo lui dover
per che, sentendolati
sentendosi al suo marito
speziale: e quivi, fatto
domandare di tutti i suoi
domandare; e ciò facendo,
domandare
domandare: "Dove sono io?
domandare
domandare alcun de’
domandare; e non osando
domandare
domandare il prete. Il
domandare chi fosse e che
domandare per che ragione
domandare perché il
domandare il tabarro
Ma
domandare aiuto.
domandare chi con lui era
domandare: niuna ve n’era
domandare
domandare perché egli
domandare altro,
domandare, acciò che tu
domandare
domandare, con fatica di
domandare
domandare che aperto gli
domandargli
FILOSTRATO
FIAMMETTA
III
V
1
9
13
14
mutoli fanno, mostrò di domandargli mangiare per
manderò io o andrò a domandargli questo
domandarla
FILOSTRATO
VI
7
12
non potendo cessare di domandarla di quello che
domandarlavi
ELISSA
III
5
28
domandarlo
FIAMMETTA
V
9
11
domandarne
FILOMENA
CORNICE
FILOMENA
IV
IV
VII
5
6
CONCL
11
2
11
sappiendo che, senza piú domandarne si stava, e
mai avevan potuto, per domandarne
domandarne, sapere qual
/ deh dilmi tu, ché domandarne altrui / non
domandarolla
NEIFILE
VII
8
31
della loro ira e domandarolla come stato
domandaron
PANFILO
X
9
88
domandaronlo
NEIFILE
VII
8
24
de’ lumi vennero a lui e domandaronlo quello che
domandarono
PANFILO
I
1
30
una religione di frati e domandarono alcuno santo
tratto n’ho, senza domandarlavi ve l’avrei
pure non s’attentava di domandarlo,
domandarlo veggendolo a
si maravigliarono e domandaron della cagione.
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PAMPINEA
NEIFILE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PANFILO
DIONEO
ELISSA
LAURETTA
LAURETTA
FIAMMETTA
I
II
II
II
II
III
V
V
VII
X
10
1
5
5
7
10
3
7
4
6
14
15
59
70
109
34
32
48
23
22
fosse innamorato, il
li quali incontanente il
con lume il
forte, il
dove io era e molto mi
servigio.
Le donne
con tutta la sella,
il padre ritrovato, il
fecersi alle finestre e
reverentemente commiato
domandarvi
DIONEO
ELISSA
IV
X
10
2
42
28
"Messere, a me conviene domandarvi perdono d’un
quello che io intendo di domandarvi è che voi
domandasse
FILOSTRATO
FIAMMETTA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
PAMPINEA
ELISSA
I
V
VI
VI
VII
X
7
9
7
7
6
2
12
15
10
16
16
28
domandassero
ELISSA
IV
4
20
chi erano e che domandassero,
domandassero dissero sé
domandaste
ELISSA
VIII
3
58
voi primieramente di me domandaste l’un l’altro,
domandasti
PAMPINEA
VIII
7
83
domandata
EMILIA
PANFILO
ELISSA
DIONEO
PANFILO
PANFILO
II
II
II
III
VII
X
6
7
8
10
9
9
29
111
10
33
38
64
domandatagli
FILOSTRATO
X
3
10
domandate
LAURETTA
PAMPINEA
FIAMMETTA
LAURETTA
III
V
V
VIII
8
6
9
9
24
31
36
15
l’abate mangiasse il
d’averlo se ’l
quello che egli a lei
che il podestà il
ritenere o di niente vi
offerse di far ciò che
domandarono,
domandarono sentendo
domandarono: "Come! non
domandarono
domandarono che quivi
domandarono chi del pozzo
domandarono, e io dissi
domandarono
domandarono come si
domandarono chi vi fosse.
domandarono intorno a
domandarono che ciò fosse
domandarono dal re, il
domandasse.
domandasse
domandasse,
domandasse
domandasse.
domandasse
domandasse,
domandasse
domandasse,
domandasse
domandasse;
domandasse
La qual
senza sapere
Il podestà,
prestamente
non dite
allora
sollazzando con lui, domandasti quale gli
tutti diceva, che di ciò
servai i lor costumi: e
il conte già due volte
Ma, essendo ella
la seconda cosa a lei
uomini di Lombardia
domandata l’avessero, che
domandata dalla maggiore
domandata della cagione
domandata dalle donne di
domandata da Pirro: e
domandata, da’ fratelli
domandata
come questo, entrata e domandatagli limosina,
mio, che è ciò che voi
ben già colui di cui voi
del falcon che mi
Bruno "maestro, che mi
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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domandate?
domandate Io mi credeva
domandate, ma io sono per
domandate
domandate e della sua
domandate voi? Egli è
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Diti – Dovete
domandati
EMILIA
III
7
77
domandato
FILOSTRATO
EMILIA
PANFILO
ELISSA
FILOMENA
EMILIA
ELISSA
PAMPINEA
DIONEO
CORNICE
DIONEO
DIONEO
ELISSA
EMILIA
FILOMENA
FILOSTRATO
FIAMMETTA
PAMPINEA
LAURETTA
FILOSTRATO
PAMPINEA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
II
II
II
II
II
V
V
V
V
VI
VI
VI
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
X
2
6
7
8
9
2
3
6
10
INTRO
10
10
3
4
6
3
5
7
8
3
7
9
9
9
9
55
102
76
63
29
12
24
51
5
17
19
8
29
16
4
41
7
9
34
26
23
67
92
domandatole
EMILIA
X
5
5
ella ogni cosa da lui domandatole,
domandatole esso per ciò
domandatolo
FILOSTRATO
DIONEO
III
IV
1
10
19
51
lavorare e con cenni domandatolo se egli
mandò per Ruggieri, e domandatolo dove la sera
domandava
PANFILO
FILOMENA
DIONEO
CORNICE
CORNICE
FILOMENA
DIONEO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
DIONEO
II
II
II
IV
IV
IV
IV
V
V
V
7
9
10
INTRO
INTRO
5
10
9
9
10
78
49
42
19
20
21
36
12
19
46
non conoscendolo. Domandati della cagione,
A cui colui, che
suto, lungo tempo che
al re del Garbo.
E,
e quivi, cautamente
questo ordinato avea e
gli fosse menato; e
del ronzino smontare; e
Quegli che
dietro, essendo da lui
chiamare il siniscalco e
e essendo alcuna volta
che io d’alcuna cosa sia
parole, fu da Calandrin
il caldo grande, aveva
l’uscio aperto; per che,
al prezzo del poder
talvolta dare, sí come
uscirai oggi di casa; e
egli, essendo da lui
di ciò che da lui mi fu
il quale, avendo il re
non è ciò che noi v’avam
a pochi dí finiva da lui
là dove al Saladino
che il re di Capadocia
capitano della guardia
o d’alcuna cosa il
maravigliare, e di molte
rimaneva contento e
suo nella infermità
del mondo, ché colui
e spesse volte il
che monna Giovanna il
mangiare che di dormire,
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domandato l’avea, disse:
domandato l’avrei; e
domandato da lei del
domandato della donna
domandato, volesse
domandato
domandato da lui che
domandato chi egli era, e
domandato era rispose non
domandato "Che fai tu qui
domandato qual gridasse e
domandato quali fossero
domandato, ha sí gran
domandato
domandato dove queste
domandato il vescovo di
domandato questo e
domandato si perveniva.
domandato dalla sua donna
domandato da lei del
domandato che andasse
domandato.
Venistivi tu
domandato
domandato per cui,
domandato: assai n’avete
domandato
domandato alla donna e
domandato avea, di che
domandava fece, e lui
domandava di cui fossero,
domandava, niuna altra
domandava
domandava il padre che
domandava d’una altra. E
domandava.
I giovani si
domandava
domandava i denari
domandava se alcuna cosa
domandava alla porta,
domandava pure se da cena
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Diti – Dovete
LAURETTA
X
4
21
che messer Gentile domandava;
domandava e cosí sopra
domandavano
ELISSA
FIAMMETTA
II
IV
8
1
43
56
con pietosi prieghi il domandavano della cagione
cagion del suo pianto domandavano invano e
domande
DIONEO
III
10
11
primieramente con certe domande,
domande lei non aver mai
domanderai
NEIFILE
FILOMENA
I
IV
2
5
14
10
domanderanno
PAMPINEA
VIII
7
57
domanderete
NEIFILE
III
9
52
domanderò
EMILIA
EMILIA
NEIFILE
PANFILO
LAURETTA
EMILIA
III
III
III
VII
X
X
7
7
9
9
4
5
24
70
16
29
18
6
domandi
FILOMENA
DIONEO
FILOSTRATO
FILOMENA
FILOMENA
LAURETTA
IV
IV
VII
VII
VII
IX
5
10
2
7
7
8
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53
26
31
31
20
domandiate
PANFILO
FIAMMETTA
FILOSTRATO
I
III
VI
1
6
7
34
12
15
domandino
FILOMENA
PAMPINEA
PANFILO
III
VIII
X
3
7
9
31
128
45
grandissime pene, e non domandino altro che
del vino pur che essi ne domandino.
Ora ecco,
domandino
me si suspicherà, non ti domandino a’ tuoi
domando
DIONEO
II
10
21
al collo; e per ciò non domando che altramente
di ciò che tu vorrai o domanderai dichiarire?
cosí spesso? Se tu ne domanderai piú, noi ti
e piacevolmente vi domanderanno quel che voi
quello che voi mi domanderete per
quale egli è, né ve
picciol dono che io
marito tale quale io
dove tre cose che
grazia la quale io
fede con quello che
ne
ti
vi
io
vi
io
di Lorenzo, ché tu ne
lui fosse caro, niun ne
disse: "Eccomi, che
ciò, donna, di che tu mi
ma perché me ne
"Mai no; perché me ne
domanderò per saperlo
domanderò conceder mi
domanderò, senza dovervi
domanderò
domanderò voglia fare a
domanderò.
Al quale
domanderò
domanderò, io sarei a’
domanderò
domandi cosí spesso? Se
domandi, e alla sua donna
domandi
Disse
domandi tu?
domandi? nol conosci tu?
domandi
Anichino,
domandi tu?
Disse
domandi tu?
d’ogni cosa mi domandiate come se mai
negar cosa che voi mi domandiate;
domandiate e per ciò io
che voi il mio marito domandiate se io ogni
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LAURETTA
CORNICE
PANFILO
PANFILO
FILOSTRATO
PANFILO
III
IV
IV
IV
VI
X
8
INTRO
6
6
7
9
25
38
38
39
17
45
e quello che io vi domando è peccato del
cotali qualora io ne domando loro; non che, la
umilmente perdono vi domando del fallo mio,
E questo perdono non vi domando perché la vita mi
prestamente la donna "domando
domando io voi, messer
termine e non maggior ti domando
domando.
La donna
domandò
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
EMILIA
EMILIA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
FILOMENA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOMENA
FILOMENA
ELISSA
EMILIA
EMILIA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
I
I
I
I
I
I
I
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
1
1
1
1
2
6
6
7
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2
2
2
3
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5
5
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8
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1
1
3
3
5
7
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9
10
31
41
57
58
23
7
12
13
19
23
28
32
18
24
10
37
47
63
48
87
93
95
96
103
29
35
59
94
11
48
7
15
22
42
6
82
100
23
35
53
5
e appresso il
E appresso questo il
E, oltre a questo, il
detto.
Il frate il
giorno, Giannotto il
fattolo richiedere, lui
Il quale lo ’nquisitor
di questo abate e
camera fosse serrata e
forte; per che ella il
venne e del buono uomo
quivi condotto l’avea il
costoro, dolcemente gli
a dormire, Alessandro
porta e di lui stesso il
dove ciò si facesse
piacevolemente la
vestitigli,
di questa donna,
di catalani che v’era,
ella vergognosamente
forte si maravigliava
egli reverentemente la
vostro costo.
Il re
il quale ella
e’ modi del fanciullo,
assai cortesemente la
d’ogni oltraggio passato
del mondo; e gabbando il
fare, piacevolemente
disse. Il quale Masetto
dí la badessa il vide, e
questo vedendo, la
se non che piú volte la
il Zima, in vendita gli
ma armati per tema,
si fece innanzi e
voi in guiderdon di ciò
conoscesse, nondimeno
vergogna cento lire le
servire a Dio, un dí ne
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domandò quanto tempo era
domandò se nel peccato
domandò il santo frate di
domandò quale; e egli
domandò quello che del
domandò se vero fosse ciò
domandò se egli avesse la
domandò quanto egli
domandò coloro che
E
domandò chi el fosse.
domandò che ne fosse.
domandò: alla quale
domandò
domandò chi fossero i
domandò l’oste là dove
domandò. Alla quale
domandò
domandò quel fanciullo,
domandò se alcun
domandò Giuffredi: "Che
domandò il duca se cosí
domandò la bella donna
domandò se egli Antigono
domandò se mai in
domandò come e quando e
domandò come. Antigono
domandò donde fosse e se
domandò chi egli fosse.
domandò se ella avesse
domandò perdonanza: la
domandò se lo ’mperadore
domandò di cui fossero e
domandò, di che egli il
domandò
domandò il castaldo chi
domandò pietosamente che
domandò se ella aveva ben
domandò il suo pallafreno
domandò ad Aldobrandino
domandò di che fosse
domandò per marito?
domandò la buona donna
domandò per maritar la
domandò alcuno in che
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DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
EMILIA
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
EMILIA
EMILIA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
CORNICE
FILOSTRATO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
FILOMENA
PANFILO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
NEIFILE
PANFILO
ELISSA
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
NEIFILE
LAURETTA
LAURETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
NEIFILE
ELISSA
ELISSA
ELISSA
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
10
10
INTRO
INTRO
6
6
7
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2
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14
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12
30
12
12
21
6
14
16
27
di quivi vederla, la
La giovinetta il
vecchio, un dí il
il giovane vide, cosí
avuta, Gabriotto la
informato, dolendosi
del morto, lei
intervenuto, e poi il
tornato da Amalfi
vero, prima il medico
e veggendosi in terra,
La Gostanza appresso
di costei gli dava, la
nella selva smarrita e
solo arrivato fosse, gli
posta? e appresso il
piú verso lui fattosi il
fa stare.
Ruggieri
entrò dentro e
li quali venuti,
al podestà venuta,
stando adunque fermo
poteva, con turbato viso
entro fuggita fosse. Poi
il quale la donna
per che ella una volta
fratel mio!, e poi il
e angosciose molto.
disse tutte. Poi il
già.
Quegli allora mi
volto alla moglie, la
e fattogli motto, il
di Calandrino; ma
pure allora del fatto,
facevano, piú persone
generazione.
ch’egli ebbero, gli
incontro e salutatolo il
e tutto sgomentato gli
si levò e vestissi e
il salutò e ridendo il
il trovò, e ridendo il
andasse e per che il
e dove andasse e perché
giovani per partirsi,
diliberò, e al re
altiere disse e dimolte
Per la qual cosa egli il
gli fosse, veggendolo il
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domandò quello che ella
domandò, come questo si
domandò
domandò ov’egli andava.
domandò il padre che cosa
domandò qual fosse la
domandò che la figliuola
domandò come stato era.
domandò, se a lei
domandò
domandò che la sua acqua
domandò se vero fosse
domandò la buona femina
domandò chi fosse la
domandò per moglie; la
domandò come presso fosse
domandò se in quelle
domandò se il giovane
domandò se Gianni di
domandò: "Quale? A cui
domandò
domandò che questo fosse.
domandò la reina qual
domandò con fermo viso e
domandò la donna: "E come
domandò la moglie ciò che
domandò dove fosse quel
domandò se Anichin fosse
domandò Nicostrato:
domandò se egli era
Domandò allora Meuccio
domandò Meuccio se egli
domandò che peccato quel
domandò se avuti gli avea
domandò dove egli andava.
domandò Buffalmacco come
domandò dove fossero
domandò di lor condizione
Domandò il medico chi
domandò che modo gli
domandò se egli si
domandò: "Che fo?"
domandò
domandò del Fortarrigo:
domandò chenti fosser
domandò: "Biondello,
domandò
domandò; al quale Giosefo
domandò
domandò.
Al quale
domandò
domandò Giosefo un buono
Il re
domandò commiato.
domandò e molte ne
domandò da parte di Ghino
domandò come i bagni
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ELISSA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
DIONEO
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
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X
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2
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18
29
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98
16
domandogli
CORNICE
DIONEO
IV
VIII
INTRO
10
31
42
domandolla
FIAMMETTA
PANFILO
LAURETTA
DIONEO
II
III
IV
X
5
4
3
10
11
24
29
18
che era apparecchiato
donna senza muoversi,
la Magdalena amata,
in tua presenza;
domandollo
FILOSTRATO
FILOSTRATO
EMILIA
PAMPINEA
NEIFILE
PAMPINEA
PANFILO
NEIFILE
ELISSA
III
III
III
V
VI
VII
IX
X
X
1
1
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4
6
6
1
2
7
40
10
32
10
12
25
13
19
cui nome era Masetto;
La donna sel credette,
ad un calzolaio
per non esser piú.
chiamare Chichibio
il ricevette
del marito, il chiamò
viso il ricevette
allo abate se n’andò
domandonne
LAURETTA
V
7
46
INTRO
5
CONCL
6
7
8
71
50
5
26
78
29
domane (cf. doman)
doman
CORNICE
I
FIAMMETTA
II
CORNICE
II
FIAMMETTA
III
EMILIA
III
LAURETTA
III
magnifico animo mosso,
porti del palagio gli
egli, non conoscendolo,
padre l’avesse, pur lo
Natan assai cortesemente
potendosene tenere, la
tacque. Alcun altro la
rivolto a messer Neri il
canto fornito, il re il
smontò e dopo alquanto
chetamente la
cortesemente gli
e dove andassero gli
fattolsi chiamare, il
a Dio. Appresso questo
per nome, cioè Griselda,
domandò una grazia.
domandò limosina e ebbela
domandò se insegnar gli
domandò chi el fosse: al
domandò chi egli fosse e
domandò se bolognese
domandò se suo era quel
domandò chi fossero le
domandò donde questo
domandò Bernardo che
domandò se sua moglie
domandò chi e’ fossero;
domandò; alla quale i
domandò
domandò che viaggio avuto
domandò messer Torel
domandò dove il padre
di piacere a voi; e domandogli se di questo
suo misero accidente e domandogli aiuto e
e
e
e
e
domandolla
domandolla
domandolla
domandolla
dove e quando
ciò che ella
come questo
se ella sempre
e domandollo dove tanto
e domandollo che volesse
e domandollo perché di nero
Domandollo allora
e domandollo che fosse
e domandollo quello che
e domandollo che parole
e domandollo perché lui
e domandollo come star gli
era si scusò e domandonne perdono,
oggi in questo luogo e
a far con lei, tornerai
Come voi sapete,
quella donna con la qual
ché per certo tu riavrai
farete pure che
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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domane in quello quella
domane, e non ci dar
domane
domane è venerdí e il
domane si crede aver
domane qui sano e salvo
domane o l’altro dí egli
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Diti – Dovete
CORNICE
NEIFILE
FILOSTRATO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
PANFILO
CORNICE
III
IV
IV
IV
IV
IV
V
VI
VI
VII
VII
VII
VIII
IX
IX
X
X
CONCL
8
9
10
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
4
CONCL
9
CONCL
6
14
15
35
3
5
3
4
6
3
16
17
5
15
4
75
3
ciò non d’altra materia
innamorato, d’oggi in
non ci può essere di qui
e credesi per fermo che
altra, con quella di
s’apparecchi di dovere
essere utile, voglio che
futuri ragionamenti di
e perciò voglio che
vendicare, io direi che
donne e voi giovani, che
che onesta cosa sia, che
E per ciò quello che
pure di qui a
e per ciò voglio che
tosto, per ciò che
Noi, come voi sapete,
domane mi piace che si
domane ne verrai, vi fu
domane, di che la donna
domane
domane lo straticò il
domane queste nostre
domane ragionare di ciò
domane con l’aiuto di Dio
domane, io dubito che io
domane
domane si dica, poi che
domane si dovesse
domane è quel dí che alla
domane e l’altro dí, come
domane, seguendo il
domane
domane, non ne vorrà meno
domane
domane ciascuna di voi
domane è l’ultimo dí che
domane saranno quindici
domani
FIAMMETTA
III
6
19
domattina
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
PANFILO
DIONEO
FIAMMETTA
NEIFILE
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
FILOSTRATO
DIONEO
CORNICE
I
I
II
IV
IV
V
VI
VII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
X
CONCL
CONCL
5
6
10
9
4
7
6
6
8
3
10
CONCL
2
9
45
25
18
16
13
41
40
40
14
29
13
7
dilibererà esser per
l’andarsi a dormire.
va dormi e tornerai
stare; egli sarà
che egli non si suspichi
prima cosa che io farò
e io il voglio veder
femina, ché io il dirò
"Farai che tu inviti
le galle e recherolleti
dichi a Spinelloccio che
e io al nome di Dio
poi che voi pur volete,
che intendo che sia
domattina oportuno si
Domattina, per lo fresco
Domattina
domattina; io non so che
domattina
domattina trovato e
domattina, quando veduto
domattina
domattina, io andrò per
domattina
domattina e sarò contento
domattina a Egano per
domattina a ber con teco
domattina a casa, e per
domattina in su l’ora
domattina ti manderò di
domattina ci leveremo,
domattina; ove voi
domattina
domenedio
PANFILO
PANFILO
DIONEO
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
ELISSA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
I
I
I
I
II
II
II
III
III
III
III
1
1
4
5
6
6
8
6
7
7
8
28
83
16
15
76
83
50
48
22
23
44
tante ingiurie fatte a
avea; e sperando per lui
del bene, quando
secondo il suo disidero
compiuta fosse, volle
amici di messer
l’hai, è avvenuto che
io non so come
già, avvenuta, il quale
assai, né so qual
per l’anima tua, il che
Domenedio,
Domenedio che, per
Domenedio dovere molti
Domenedio ne manda altrui
Domenedio l’avesse tempo
Domenedio,
Domenedio
Domenedio.
Il
Domenedio
Domenedio è stato
Domenedio mi si concederà
Domenedio ha voluto in
Domenedio piú un che un
Domenedio vuole che qui
ella era presta d’esser domani in su la nona,
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
ELISSA
PANFILO
III
III
III
III
III
III
VI
VI
VI
VII
VIII
8
8
8
10
10
10
6
6
6
3
2
48
51
66
11
11
34
13
13
15
40
38
che cosí ha comandato
ma io non sapeva che
il buono anno a messer
diavolo fosse nemico di
in Inferno, nel quale
bene con esso teco
i Baronci furon fatti da
furon fatti poscia che
assai bene appare che
dette che due, ma
parente di messer
Domenedio che ogni dí due
Domenedio avesse per male
Domenedio e allo abate e
Domenedio, e appresso le
Domenedio
Domenedio l’aveva dannato
Domenedio.
Poi l’una
Domenedio
Domenedio al tempo che
Domenedio seppe dipignere
Domenedio gli fece quando
Domenedio tra per la tua
Domenedio, con lei una
Domenedio
domenica
PANFILO
PANFILO
FIAMMETTA
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PAMPINEA
EMILIA
FILOMENA
DIONEO
CORNICE
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
LAURETTA
I
I
II
II
II
II
II
III
III
III
IV
IV
V
VI
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
1
1
5
10
CONCL
CONCL
CONCL
INTRO
4
4
2
7
8
10
INTRO
2
2
3
3
9
58
60
3
9
6
8
16
2
21
23
15
11
44
8
2
6
10
37
39
64
e non ebbi alla santa
leggier cosa, ché la
n’andò: dove giunto una
e venerdí e sabati e la
onor della sopravegnente
Quivi quando noi saremo
disiderio aspettarono la
rancia, quando la
al nome di Dio cominciar
in concordia, venuta la
perdoniate di ciò che io
a vedere al padre, una
contenti molto.
E la
v’andò una volta; e una
alti monti apparivano la
e sante parolozze la
vedere; e quando la
e ordinarono che la
con disidero aspettò la
voi foste battezzato in
domenica quella reverenza
domenica è troppo da
domenica sera in sul
domenica del Signore e la
domenica da ciascuna
domenica appresso dormire
domenica.
Finisce
domenica
domenica, la reina levata
domenica
domenica.
E da lui
domenica
domenica, frate Puccio
domenica
domenica, ragionandomi
domenica
domenica dopo mangiare,
domenica seguente
domenica mattina, essendo
domenica mattina, i raggi
domenica a piè dell’olmo
domenica mattina la
domenica mattina vegnente
domenica mattina: la qual
domenica.
E come che
domenica
domenichi
FIAMMETTA
V
9
4
che Coppo di Borghese Domenichi,
Domenichi il quale fu
domenico
ELISSA
VII
3
12
rendere, e che né san Domenico né san Francesco
domestica
FIAMMETTA
IX
5
18
ciò che ella è molto mia domestica.
domestica Ma come farem
domestiche
FIAMMETTA
VII
5
4
alle bisogne familiari e domestiche,
domestiche disiderando,
domine
NEIFILE
II
1
14
a ridere e a dire: "Domine
Domine fallo tristo! Chi
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LAURETTA
LAURETTA
DIONEO
NEIFILE
NEIFILE
FILOMENA
PAMPINEA
PANFILO
III
III
VI
VII
VII
VIII
IX
X
8
8
10
8
8
6
7
9
45
46
22
30
48
12
12
91
Disse allora Ferondo: "Domine
Domine,
Domine dalle il buono
troppo buono, disse: "Domine
Domine,
Domine falla trista, ché
cose fare e dire, che domine pure unquanche.
che vorrà dir questo? Domine,
Domine aiutaci! e
ch’io se ne ’mpacciasse. Domine
Domine, fallo tristo,
goderemo qui insieme col domine
domine.
Il prete
l’ebbe, appena dire "Domine
Domine, aiutami, che il
Domine
spaventati e gridando "Domine
Domine aiutaci tutti
don (cf. dono)
dono
FIAMMETTA
IV
FIAMMETTA
V
PANFILO
X
1
9
9
60
34
30
in te vive, per ultimo don mi concedi che, poi a
e da me un picciol don vogliate, e ella
che alla quantità del don,
E
don riguardiate.
don (cf. dom)
dom
CORNICE
III
PANFILO
III
LAURETTA
VIII
4
4
9
1
7
76
quale frate Puccio fa, e don Felice in questo
un monaco chiamato don Felice, conventuale
Tamagnin del la Porta, don Meta, Manico di Scopa
dona
CORNICE
FIAMMETTA
NEIFILE
III
V
IX
5
9
CONCL
1
3
11
le fece.
Il Zima dona a messer Francesco
il piú delle volte dona.
Dovete adunque
dona
porge, quel simil mel dona / che s’io vedessi
donagli
PAMPINEA
X
7
22
donai
EMILIA
DIONEO
III
VI
7
10
63
47
disse: "Messer sí, io il donai già a Tedaldo.
non ha molto, a Firenze donai a Gherardo di Bonsi
donammo
NEIFILE
III
9
23
noi per riaver sanità donammo alla damigella,
donando
PAMPINEA
II
3
8
e continuamente corte, donando e armeggiando e
donandogli
CORNICE
X
1
1
donar
FIAMMETTA
V
9
34
donare
CORNICE
NEIFILE
ELISSA
PROEM
II
II
1
8
9
33
61
/ che vadi a lui, e donagli membranza / del
fortuna, altamente donandogli poi.
abbia sí fatto, che io donar nol vi possa: e
agli uomini convenirsi donare
donare?
Esse dentro a’
fatto accidente; e fatta donare una roba per uomo,
noi ve ne vogliamo donare uno, di che voi
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PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
DIONEO
NEIFILE
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
IV
V
V
VIII
X
X
X
X
X
2
6
6
10
1
3
3
3
4
5
8
16
27
19
21
36
37
42
torre e altri per lor
a concordia di doverla
che a costui potersi
braccia; e volevagli pur
ciò non vi voglio qua
che grande aiuto posso
meglio esser quella
natura.
Piccol dono è
via, ma io ti voglio
donargli
FIAMMETTA
VII
5
11
potergli parlare, e di donargli il suo amore, se
donarlati
FILOSTRATO
X
3
35
prestamente diliberai di donarlati,
donarlati e acciò che tu
donarle
PANFILO
IV
6
34
s’ingegnò di mostrar di donarle quello che vender
donarlomi
FIAMMETTA
V
9
32
che ti debba piacere di donarlomi,
donarlomi acciò che io
donarmi
ELISSA
NEIFILE
PAMPINEA
II
III
X
8
9
7
62
24
42
Se a voi piacerà di donarmi marito, colui
torre quant’io tengo, e donarmi,
donarmi sí come vostro
il quale vi piacerà di donarmi,
donarmi che mio onore e
donarne
FILOSTRATO
X
3
37
quanto adunque è minor donarne sei o otto che io
donarono
FIAMMETTA
PAMPINEA
V
X
9
7
43
46
le sue ricchezze gli donarono
donarono. Il quale cosí
e la reina alla giovane donarono,
donarono gli donò Cefalú
donarti
PANFILO
PANFILO
I
V
1
1
17
57
favore della corte e di donarti quella parte di
s’apparecchiano a donarti:
donarti la quale, acciò
donarvi
NEIFILE
III
9
52
parte io non intendo di donarvi quello che voi mi
donasse
FILOSTRATO
LAURETTA
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
I
II
II
VIII
X
7
4
7
1
1
7
27
6
7
6
ogni cosa che gli si
piacesse, un sacco gli
disporre che Colui ci
ricco uomo era, gliele
a uno e ora a un altro
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donare venire a
donare a Federigo re di
donare e avvisando di
donare due bellissimi
donare né castel né città
donare: il quale è questo
donare
donare, come io ho sempre
donare
donare cento anni: quanto
donare questa donna mia
donasse vie peggio esser
donasse e avessesi quella
donasse, il quale solo
donasse
donasse, e appresso
donasse
donasse castella e città
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DIONEO
X
10
47
che egli una roba le donasse,
donasse ché non fosse
donassi
EMILIA
PAMPINEA
II
X
6
7
60
22
io cosí fatto genero ti donassi
donassi?
A cui la
ti fu, Amore, / ch’a me donassi tanta sicuranza,
donaste
ELISSA
III
5
7
donasti
PAMPINEA
X
7
21
fu’ innamorata, / non mi donasti ardir quanto
donata
FILOMENA
PANFILO
PAMPINEA
ELISSA
NEIFILE
FILOMENA
FILOMENA
II
V
V
VII
IX
X
X
9
1
6
3
4
8
8
40
48
12
39
6
33
109
salute la quale tu
a’ giovani rodiani, fu
che la giovane era stata
la quale a lui aveva
provesione che dal padre
come a piú degno ha a te
con ogni cosa che
donatale
ELISSA
VII
3
39
donatami
CORNICE
X
CONCL
7
donate
FILOSTRATO
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
I
III
X
X
7
9
1
9
9
49
14
56
donati
LAURETTA
IX
8
7
storione a messer Corso Donati,
Donati le quali non
donati
FILOSTRATO
X
3
36
ho sempre i miei tesori donati e spesi, che tanto
donatigli
FILOSTRATO
I
7
26
fé nobilmente vestire, e donatigli denari e
donatile
EMILIA
V
2
47
di lei aveva adoperato e donatile doni quali a lei
donato
FILOMENA
II
9
73
era fosse alla donna donato,
donato che non era sí
"Messer, se voi mi donaste ciò che voi avete
donata m’avrai, che io mi
donata la vita, la qual
donata al re e per lui
donata una monaca e
donata gli era, sentendo
donata, che io da te la
donata
donata t’ho in Acaia
alla fanticella e donatale una borsetta di
io mi serverò la corona donatami per infino alla
belle e ricche robe, che
belle e care gioie
perché, come voi
aveva la sua donna
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donate gli erano state da
donate, le quali tutte
donate
donate dove non si
donate ma non estimò
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ELISSA
ELISSA
ELISSA
EMILIA
FIAMMETTA
FILOMENA
PAMPINEA
NEIFILE
NEIFILE
LAURETTA
PANFILO
III
III
III
III
IV
VIII
VIII
X
X
X
X
5
5
5
7
1
6
7
1
1
4
9
21
28
29
62
8
54
105
6
15
47
103
sai, che per mio amore
domandarlavi ve l’avrei
per amor di lei
quale la donna gli avea
cagione dovergliele aver
che il porco, che tu hai
dove dagli attempati v’è
si teneva, niente era
Ruggieri, il non avervi
estimerete l’aver
partita gli era stato
donato gli hai il bel
donato: e or volesse
donato
donato, e veggendol da
donato
donato l’ultima notte che
donato e cosí detto,
donato o ver venduto, ti
donato.
Tu adunque, che
donato
donato, estimò che molto
donato
donato come fatto ho a
donato un re lo scettro e
donato, si fece chiamare
donato
donatolmi
DIONEO
X
10
44
riconoscea, né mai, come donatolmi,
donatolmi mio il feci o
donatore
EMILIA
II
6
76
donatori
PANFILO
V
1
55
sono ottimi e liberali donatori delle cose agli
donatrici
FIAMMETTA
V
9
3
dove si conviene, donatrici de’ vostri
donava
FIAMMETTA
V
9
6
dond’
CORNICE
IV
INTRO
7
donde
CORNICE
FILOMENA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
ELISSA
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
FILOSTRATO
PANFILO
I
I
I
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
INTRO
3
7
7
9
2
3
3
5
5
6
7
7
7
8
1
4
59
6
16
26
4
38
20
36
7
23
15
58
96
110
29
43
17
abbondantissimo donatore quando comincia,
faceva feste e donava,
donava e il suo senza
discretamente a pensare dond’io
dovessi aver del
dond
vista orribile non so
di denari, né veggendo
all’uscio della camera
poté maggiori, a Parigi,
andò al Sepolcro,
vivo, a quello guardando
e domandare chi fosse,
della camera uscendo
chi colui fosse o
in quella isola fosse;
ella, levatasi, là entrò
e, per una falsa porta,
domandò come e quando e
esse chi io fossi e
il quale ella domandò
bene adoperare,
propria casa alcun luogo
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donde il loro nuovamente
donde cosí prestamente
donde l’abate dovea
donde a piè partito s’era
donde tornando, in Cipri
donde torre mi faceste,
donde venisse e dove
donde era entrato, senza
donde e che quivi facesse
donde, prese quelle poche
donde
donde uscita era la
donde egli entrato era,
donde quivi venuta fosse,
donde, e io conoscendo là
donde
donde fosse e se suoi
donde con una scure in
donde tu possi la notte
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EMILIA
CORNICE
FIAMMETTA
NEIFILE
FILOSTRATO
DIONEO
DIONEO
EMILIA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
NEIFILE
DIONEO
CORNICE
CORNICE
LAURETTA
FILOMENA
NEIFILE
FILOMENA
PAMPINEA
DIONEO
FILOSTRATO
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
ELISSA
ELISSA
FILOSTRATO
PAMPINEA
PANFILO
DIONEO
CORNICE
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
VI
VI
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
X
X
X
7
INTRO
1
8
9
10
10
2
3
3
3
4
10
CONCL
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nostra città ritornare,
non voglio; tu non sai
per lo spiraglio
vi fu due anni tenuto.
si ripuose in aguato,
scala o porta trovasse
e la guastada riposi
chi si fosse né
ancora andava guardando
a fuggire per quella via
poteva vedere il luogo
sappiendo egli stesso
pervenni in Parione,
piú entrate che quella
e distesamente gli narrò
ciò che ella non veniva
dentro dal canto
ella non avrebbe cagione
ch’io possa ritornare /
si gittò a dormire,
da civirne d’alcun luogo
abbian buon cotal grande
usata non era gli fece,
di sua condizione e
appresso lui similmente
a una finestra accostare
alcuna cosa dandogli,
non per quella via
il re il domandò
essa piacevolmente
le figliuole conoscere,
in Santa Maria Novella,
donde alle due passate
donde elle s’imbeccano! e
donde era entrato se
Donde piú innamorato che
donde doveva il
donde andar se ne potesse
donde levata l’aveva; di
donde, priegò caramente
donde
donde venissero, fu da
donde aveva veduto che la
donde in quella entrata
donde si venisse, rispose
donde, non senza sete,
donde
donde le donne venute
donde venivano e come era
donde s’avvisava ma da
donde la donna dormiva se
E spento
donde dolersi.
donde mi tolse noiosa
donde tutto quasi perduto
donde io ne debbo avere
donde farlo, che io credo
donde Calandrino la toccò
donde fosse saputo, dove
donde fosse e dove
donde egli poteva tutti i
donde egli possa secondo
donde tu qui venisti ma
donde questo venisse che
donde fossero e dove
donde argomentate di
donde con loro partiti
donerei
ELISSA
I
9
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donerete
LAURETTA
NEIFILE
III
III
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disse l’abate "mi donerete voi il vostro
’l vi manda, voi ’l mi donerete.
E appresso
donerete
donerò
FILOMENA
EMILIA
FIAMMETTA
II
VIII
VIII
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8
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23
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vi piacciono, io le vi donerò volentieri.
servigio stanotte, io ti donerò una bella camiscia
e oltre a questo ti donerò un cosí caro e
doni
FILOMENA
PANFILO
I
II
3
7
18
119
ciò gli donò grandissimi doni e sempre per suo
dí, fatti grandissimi doni apparecchiare a
volentieri te la donerei,
donerei poi cosí buono
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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ELISSA
ELISSA
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FIAMMETTA
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ELISSA
EMILIA
EMILIA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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doniam
PAMPINEA
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doniate
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donino
LAURETTA
X
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donna
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
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1
dannarono, grandissimi
conte: "Prendi cotesti
Giachetto prese i
alle lusinghe, a’
venire per denari e per
con promesse e con
e mandò carissimi
grandissimi e nobili
adoperato e donatile
grandissimi piaceri e
che con onore e con
E fatti loro magnifichi
sta di buon cuore: né
noi intendiamo che tu ci
lettere e a mandar
testimonianza de’ miei
m’ama e maravigliosi
doni promettendo a chi o
doni dalla magnificenza
doni e fece a Parigi
doni, a’ mille altri modi
doni
doni che io v’abbia
doni a fare un’acqua
doni, con lei certi
doni
doni, parte a lei ne
doni
doni quali a lei si
doni gli dovresti onorare
doni fosse la ingiuria
doni, contenti gli
doni
doni né promesse né
doni due paia di capponi,
doni, e ogni cosa era
doni
doni meritamente gloriar
doni m’hai da sua parte
dicendo: "Queste ti doniam noi per dote della
la vostra benedizion ne doniate,
doniate acciò che con
questi miei panni e donimi solamente il tuo
è vero che i tesori si donino,
donino le inimicizie si
non per crudeltà della
e spesse volte la
o bella o gentil
noi aver sentimento di
che da dovero parlava la
il cercar d’amar sempre
e con parole una gentil
del marchese e della sua
famoso, tanto la
mandò a dire alla
a desinare.
La
Nondimeno, come valorosa
gran festa e onore dalla
da piú trovava esser la
la sua venuta alla
invano con cosí fatta
Il re di Cipri, da una
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna amata, ma per
donna il suo marito; e,
donna fosse, infermando
donna, non prendersi per
donna
donna, rispuosero
donna
donna di piú alto
donna sé da questo
donna: però che, quanto
donna
donna tra tutte l’altre
donna che la seguente
donna, savia e avveduta,
donna
donna dispostasi a
donna fu ricevuto. Il
donna che la sua passata
donna spazio l’avesse
donna parole si
donna di Guascogna
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ELISSA
ELISSA
ELISSA
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avvenne che una gentil
La qual cosa udendo la
ingiuria fatta a questa
fa vergognare una
che oggi poche o niuna
nome onestà, quasi niuna
che, credendo alcuna
una festa una bellissima
viso della bella
alla casa di questa
che, essendo questa
che egli di questa bella
via.
La gentil
compagni, ringraziò la
si partí. Cosí la
e è albergato da una
in questo castello una
e dimorava la predetta
mandato a dire alla
andò via.
Onde la
per che, stando la
pietosa, tornò alla
molto commendata la
veggendolo, gli disse la
parve esser tornato. La
aspettando quello che la
Appresso questo la
"Va dunque, disse la
entrato, e veggendo la
fattogli le rendé.
La
cosa narrò.
Aveva la
tavola fu messa, come la
mezza età; al quale la
il disiderio della sua
la confortò; per che la
degli occhi della
bisognar piú parole. La
l’aurora, sí come alla
nascoso si dicesse, la
te m’accese Amore, che
degni di qualunque gran
Alessandro e forse alla
e dello abito della
e in buona pace con la
venuti, fece venire la
e similmente alla
onore ricevuti, fece la
Alessandro con la sua
Il conte poi con la sua
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna di Guascogna in
donna, disperata della
donna
donna, la quale agramente
donna
donna, la quale lui
donna
donna rimasa ci sia la
donna onesta sia se non
donna o uomo con alcuna
donna vedova chiamata,
donna;
E per questo
donna
donna.
Per la qual cosa
donna
donna con molte altre
donna fosse innamorato,
donna, insieme con
donna
donna: e, ridendo e con
donna
donna, non guardando cui
donna
donna vedova; e, de’ suo’
donna vedova, del corpo
donna in quella casa,
donna che non
donna, un poco sconsolata
donna
donna nel bagno, sentí il
donna e ogni cosa le
donna, andò e sí gli
donna
donna: "Tosto, buono uomo
donna
donna gli fece apprestare
donna gli comandasse
donna, alquanto
donna
donna "e chiamalo e digli
donna e da molto
donna, vedutolo e uditolo
donna
donna, nel venire del
donna
donna volle, Rinaldo con
donna avendo piú volte
donna, quanto poté e
donna
donna, al fuoco
donna
donna veggendo, come
donna, che tutta
donna
donna piacque levatisi,
donna reputata sciocca
donna non fu mai che
donna, quantunque forse
donna
donna fatta villania.
donna e della sua
donna e con Alessandro
donna realmente vestita,
donna, di Roma partendosi
donna
donna li tre fratelli
donna, menandone seco
donna
donna gloriosamente
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"Messere, una gentil
persona, s’avvisò questa
dove e quando questa
andare e a una cara
la fanticella già sua
essere non men che gran
mia madre, che gentil
mia madre, che ricca
io ti saprò bene secondo
cosí corse a dirlo alla
delle servigiali della
sono un fratello della
avea una bella e gentil
che, parendo alla gentil
cosí dimorando la gentil
Malespini con una sua
insieme con la sua
e quivi Currado e la sua
non piegandosi la
ne menasse.
La gentil
maraviglia della gentil
con Currado e con la sua
Quivi appresso la
della perdita della sua
madre, la quale con la
andò dicendo la santa
avesse nome. La
gentile uomo e di gentil
il quale egli alla sua
liete, chiamate la sua
disse Currado alla sua
"E a te che ne parrebbe,
ti donassi?
A cui la
e l’una e l’altra
pietosamente dalla
con Currado e con la sua
aveva fatta della sua
Quivi e la
Currado e la sua
dell’onor fatto e alla
da Currado e dalla sua
la nave dove la
altra persona che la
tempesta acchetata, la
di che la paura alla
per gli arnesi ricchi la
essere gran gentil
del mare allora fosse la
e avendo per alcun dí la
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donna di questa terra,
donna dover di lui essere
donna parlar gli volesse.
donna, liberamente,
donna
donna chiamata e detto
donna.
E postisi a
donna
donna fu e allora era
donna era, mi diede per
donna fare un poco
donna. La quale, corsa
donna
donna, in vista tutta
donna
Ma
donna di là entro.
donna similmente
donna avere nel diserto
donna divenuta fiera,
donna valorosa e santa; e
donna e con alcuni suoi
donna, che i lor cani
donna
donna, Currado con lei
donna
donna con lei rimasa,
donna, l’avea fatta
donna
donna sopra il lor legno
donna di Currado madama
donna e della misera
donna di Currado era,
donna, che essa da
donna
donna piagnendo rispose
donna, io voglio alle tue
donna
E
donna portava.
donna e la Cavriuola,
donna: "E a te che ne
donna
donna, se io cosí fatto
donna
donna rispose: "Non che
donna quivi fece venire.
donna di Currado e dalla
donna e co’ figliuoli e
donna e del figliuolo,
donna e Giuffredi e oltre
donna dell’onor fatto e
donna di lui e al
donna e da messer
donna era e’ marinari,
donna e le sue femine (e
donna, che quasi mezza
donna
donna divenne maggiore.
donna che trovata avea
donna, e lei prestamente
donna
donna, pur pareano le sue
donna
donna ottimamente fatta
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di Pericone.
Il che la
alcuna volta che alla
cena nella quale la
i convitati, con la
come da loro con la
là dove Pericon con la
dormente uccisono e la
ne montarono Marato e la
al lor viaggio.
La
mare. Il che sentendo la
dispiacque molto alla
sommamente caro e alla
ella si fosse, nobile
mali alcun rispetto la
delle bellezze di questa
che era, dormendo la
essere stati né dalla
e chetamente tutta la
venire, fé prender la
sopra il mare aveva, la
con quella sua bella
questo e menatasene la
informati dove stesse la
molte volte udita la
che nel luogo dove la
e ’l pensiere a quella
pareva ricevere per la
amor di lei e non della
dove dimorava la
al palagio dove era la
ricevuto, e ancora dalla
E quasi alla
la barca montato e alla
Constanzio con la
del padre e che la
dove piú giorni la bella
lasciva vita con una sua
della preda la bella
e amico la sua bella
Antioco, a cui la bella
sue cose e la sua cara
e in quelle di questa
mia.
E te, carissima
sia dalla piú bella
L’amico mercatante e la
v’era, domandò la bella
in Cipri tornare. La
la casa dove la bella
della casa di lei questa
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donna veggendo, e già
donna piaceva il vino, sí
donna venne; e in quella,
donna solo se n’entrò
donna la seguente notte
donna dormiva e quella
donna desta e piagnente
donna, e’ suoi compagni
donna
donna amaramente e della
donna e non veggendosi
donna, sí come a colei
donna
donna altressí, per ciò
donna dovere essere la
donna e parendole assai
donna, domandò il duca se
donna
donna, esso tutto ignudo
donna
donna né da altrui
donna, la quale fisamente
donna
donna in guisa che romore
donna piú che altra
donna, piú non si dierono
donna
donna.
Per che
donna
donna si dipartirono.
donna di maravigliosa
donna dimorava era,
donna, imaginando che,
donna
donna la qual teneva, le
donna fare, disse che
donna, informati de’ suoi
donna
donna, dove da quegli che
donna
donna, e con essolui da’
donna
donna da parte del duca
donna che piagnea
donna, che la sua
donna
donna rubata non gli
donna pianse la sua
donna, la quale rubata
donna
donna, e conoscendo
donna
donna; e col re di
donna
donna era a guardia
donna lasciare a lui.
donna, la quale io piú
donna
donna, priego che dopo la
donna
donna che mai formata
donna similmente, queste
donna quello che far
donna rispose che con lui
donna dimorava, essendo
donna veduta; la qual,
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si poteva.
La bella
chi voi siete.
La
annegata.
A cui la
Antigono, disse la bella
cosa sentire.
La
imposto dalla veneranda
varii casi della bella
essendosi morta la
del regno, che la
e lui senza alcuna
lontano da quel della
seguissero, che una
da dovere da una
Il che la
alla malvagità della
Al romor della
Giannetta, con la gentil
in tanta grazia e della
la qual cosa la gentil
Aveva la gentil
Il gentile uomo e la sua
e dissegli la
sano.
Al quale la
vita fia brieve.
La
mostrò segni: di che la
a amore.
A cui la
forte contraria alla
sí come savia
peggiorò. Il che la
suo signore e la
domandato della
gli amava: di che e la
alla figliuola sí come a
conte.
E veggendo la
se io credo che la mia
grazia da Dio avere una
tutte quelle virtú che
né alcuna cosa era che a
avea data alla sua
che speri tu che una
tua cosí santissima
della onestà della mia
di qui avere della tua
e de’ costumi della
casa usava e a cui la
camera della gentil
avvisò che la
letto e sentendo che la
due notti senza che la
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna,
donna la quale
donna, udendo che desso
donna
donna disse: "Io vorrei
donna "a me parve, come
donna, la quale
donna
donna, m’apparecchiò Idio
donna
donna: ma chi sa che
donna
donna di Gualtieri e a
donna del figliuolo del
donna, si pensò
donna
donna, senza alcuno
donna
donna la quale, ricca e
donna, fatta come sono io
donna
donna udendo, subitamente
donna che alla sua
donna corsero molti, li
donna in Londra venne
donna e del marito di lei
donna che lei dal padre
donna, con la quale la
donna
donna questo udendo furon
donna cosí: "Figliuol mio
donna, troppo fidandosi
donna
donna, a cui piú tempo da
donna
donna contenta molto si
donna disse: "E se voi
donna a quello a che di
donna, molto seco
donna
donna veggendo, aperse la
donna di lui e un suo
donna alla quale la
donna e ’l conte si rise.
donna, e maraviglioso
donna
donna che i fanciulli da
donna alcuna sua ventura
donna per moglie la piú
donna o ancora cavaliere
donna appartenesse, sí
donna cominciò a far le
donna naturalmente mobile
donna, io mi crederei in
donna
donna, io son disposto
donna
donna fatta mia volontà,
donna, quello e piú ne
donna
donna voleva gran bene,
donna; e quivi, come se
donna
donna dormisse, con certi
donna e una piccola
donna di niente
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cose veramente della sua donna essere state; ma
animo contro alla donna verso Genova se ne
a Genova, scrivendo alla donna come tornato era e
in parte fosse con la donna che miglior gli
l’ambasciata, fu dalla donna con gran festa
il coltello e presa la donna per lo braccio,
convien morire."
La donna,
donna vedendo il
altro.
A cui la donna piagnendo disse:
fu biasimato.
La donna,
donna rimasa sola e
altra cosa una gentil donna di Genova chiamata
a mille che io la sua donna non recherei a’
questa bugia alla tua donna?
A cui Bernabò
donna
avere ricevuta dalla mia donna,
donna la feci a un mio
quanto quella buona donna gloriar si possa
piacea e che facesse la donna venire.
temere, perché quivi la donna venisse, ma piú con
stato era fosse alla donna donato, che non era
sí come valorosissima donna onorò, e donolle
e bella e giovane donna per moglie, dove e
mostrava l’uomo e la donna doversi abstenere
grave malinconia della donna,
donna a cui forse una
seco menò la sua bella donna.
E quivi standosi
donna
quale veggendo la bella donna,
donna senza altro
Riccardo dove la sua donna fosse, con
piacesse prendesse e la donna gli rendesse.
Per che egli disse: "Donna
Donna, caro mi costa il
Donna
mi ti rende.
La donna rivolta a lui, un
di Chinzica.
La donna disse: "Messere,
piacere basciare; e alla donna comandò che con lui
adunque in camera la donna e messer Riccardo
pure un poco.
La donna incominciò a ridere
io non volessi, sarai donna della casa mia.
mi fosti.
A cui la donna rispose: "Del mio
aver fatta, lasciata la donna
donna, a Pisa si ritornò;
l’amore che la donna gli portava, per
fu cantanta:
Qual donna canterà, s’io non
tanto piacque a ciascuna donna e a’ tre giovani
qual cosa riguardando la donna
donna, e sola vedendosi,
trovate modo.
La donna udendo costui
quant’io posso.
La donna sel credette, e
la quale fu bellissima donna
donna, savia e onesta
a torto contristata la donna e datole materia di
nelle parole turbato: "Donna
Donna, non vi sembro io
Donna
tornarci?
A cui la donna rispose: "Signor
ciò fatto avesse che la donna diceva, non gli
l’onestà della donna sua. Coloro che
purissima conscienza una donna innamorata d’un
fatta da una bella donna a uno solenne
passati, fu una gentil donna di bellezze ornata
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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fosse, esser di gentil donna degno; e veggendo
ed estimandola gentil donna,
donna l’ascoltò
e commendata molto la donna di questa sua
A cui la donna disse: "Io ve ne
esso facesse a quella donna,
donna sí come ella gli
la sagacità della donna comprese, e
dalla casa n’andò della donna,
donna la quale sempre
e consolazion della donna,
donna faccendo sembianti
contrada.
Ma la donna,
donna dopo alquanto già
ella avesse.
La donna rispose: "Padre mio
"Certo no, disse la donna "anzi, poi che io
credendo ciò che la donna diceva, turbato
della tua onestà.
La donna fece sembiante di
andare. E partita la donna,
donna non accorgendosi
avrebbe novelle dalla donna,
donna e aspettò che dir
che detto gli avea la donna che egli doveva
data gliele avesse la donna.
Ma il frate,
donna
parea dello amor della donna e del bel dono,
cautamente fece alla sua donna vedere che egli
l’altra cosa: di che la donna fu molto contenta,
e andato via, cosí la donna n’andò al santo
altri.
A cui la donna rispose: "Lodato
"Ora ecco" disse la donna "per questa volta
fuor della chiesa la donna,
donna che il valente uom
non c’era, che la gentil donna ti dovesse
la santità di questa donna,
donna che le vai alle
braccia della sua bella donna si mise.
La quale
molto lo ’ngegno della donna commendato e ancora
non avea che una donna e una fante, né per
fatto gli venia; e la donna altressí per amor
potere essere colla donna in casa sua senza
disse ogni cosa. La donna intese troppo bene
convenutosi colla donna,
donna ad ora che veduto
nella quale giaceva la donna,
donna né da altro era da
lo monaco troppo colla donna alla scapestrata ed
punto quivi, chiamò la donna senza muoversi, e
che ella faceva.
La donna,
donna che motteggevole
questo dimenare?
La donna ridendo (e di buona
di buona aria e valente donna era, e forse avendo
di buona fede disse: "Donna
Donna, io t’ho ben detto:
Donna
è.
Disse allora la donna
donna: "Non ve ne caglia
suoi paternostri; e la donna e messer lo monaco
monaco se n’andava e la donna al suo letto
frate la penitenzia e la donna col monaco il suo
molto bene stare alla donna
donna, sí s’avvezzò a’
di lui parla alla sua donna ed, ella tacendo,
infelicemente la donna di messer Francesco
quale il Zima alla sua donna portava. Messer
alquante parole alla donna vostra, tanto da
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CORNICE
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andò nella camera alla
né poco né molto.
La
da ogni uomo colla
a dire: "Valorosa
che mai uomo ad alcuna
quello che la gentil
gli rispondesse.
La
cominciò in forma della
il Zima in persona della
cosí rispose: "Carissima
e però, carissima mia
questo non disse la
di farmi parlare colla
oppinione avesse della
n’andò in podesteria. La
del giardino della
dove trovò la gentil
la grazia e l’amor d’una
ciò in un’altra gentil
ma questa seconda
andare, essendo l’una
che, per amor di quella
il potrete.
Alla
al suo piacere avere la
io trovai con la
per che io chiamai la
io feci fare alla
sempre che egli alcuna
Catella.
La
ha l’animo a quella
disse: "Sete voi quella
nello amore d’una
in braccio avere una
Non son io cosí gentil
e il ramarichio della
E conoscendo allora la
turbato con una sua
tempo; parla con la
poi saviamente colla sua
nostro cittadino la sua
Elisei, il quale d’una
la cagion si fosse, la
spesso della sua crudel
l’amore che alla sua
era alla casa della sua
E avendo sentito che la
E questo detto con la
verso la casa della sua
dentro e vide la sua
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donna,
donna e quando detto
donna biasimò molto
donna si pose a sedere, e
donna, egli mi pare esser
donna
donna portasse; e cosí
donna gli rispondesse.
donna, la quale il lungo
donna
donna, udendolo ella, a
donna
donna ebbe cosí parlato,
donna, egli è per
donna
donna, Dio vi dea quella
donna
donna una sola parola;
donna vostra e voi
donna, ancora ne la prese
donna
donna, rimasa libera
donna
donna, e quello trovò
donna
donna che l’aspettava.
donna si dee potere
donna averlo posto; e per
donna sommamente amasse;
donna andata in qua e
donna la quale egli piú
donna piacque questo che
donna mia; e per quello
donna mia in casa una
donna mia e la dimandai
donna mia, a colei che
donna vedesse gli si
donna, udite le parole di
donna
donna con la qual domane
donna che gli dovete
donna strana, reo e
donna strana, m’ha piú di
donna? Ché non rispondi,
donna
donna grande; pure alla
donna quanto piú saporiti
donna, si parte di
donna
donna e falla del suo
Già si
donna si gode.
donna perduta
donna, monna Ermellina
donna
donna, avendo di sé a
donna
donna si ricordasse, e
donna portava ed ella a
donna.
Né prima andò in
donna
donna era viva e sana,
donna, che forte di ciò
donna
donna; e per ventura
donna
donna sedere in terra in
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pace è vicina.
La
"Come, disse la
fatti suoi; di che la
Disse allora la
alcuno amante?
La
giammai?
A cui la
d’uno uomo una
voi sopra ogn’altra
parole finite, quando la
Disse allora la
il vedrete tosto.
La
e di confortare la
confidenzia avendo la
diligenza, il quale la
voi questo?
Come la
voi?"
Quando la
si credano.
La
un’altra volta la
viso disse: "Carissima
le raccontò.
La
avendo già alla
si uscí della casa della
di lui e della sua
sazi, e spezialmente la
A cui, udenti tutti, la
va abbraccialo.
La
e a ciascuno uomo e
e, senza piú turbarsi la
avere una bellissima
egli insieme colla sua
loro, tanto che alla
adunque a confessarsi la
ad una bella e dilicata
io vi ragionerò.
La
"E come, disse la
"Adunque, disse la
geloso che mai.
La
"Padre mio, disse la
mia.
Disse allora la
e mi consumo.
La
bellezza piú che altra
voi volentieri.
La
anello, la licenziò. La
in uno avello.
La
se n’andò a casa della
della promessa. La
se stesso e la sua
io ti reco è ciò che la
avendo la miglior
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donna udendo costui,
donna "se tu di
donna si maravigliò forte
donna: "Messere, io ho
donna
donna, udendo questo,
donna
donna rispose: "Certo no,
donna è peccato naturale;
donna da lui, se in parte
donna, che
donna
donna: "Guardate che voi
donna
donna allora disse:
donna con piú certa
donna presa della santità
donna gli avea donato
donna il vide, cosí il
donna il vide, conoscendo
donna, rassicurata
donna
donna e con buona
donna mia, rallegrati,
donna di due cosí fatti
donna mostrato ciò che
donna, per dovere, quando
donna
donna e di tutti i suoi
donna, che sapeva a cui
donna
donna rispose: "Niuna ce
donna, che altro non
donna
donna che quivi era; e
donna, discretamente
donna
donna per moglie, della
donna a prendere alcuno
donna venne disidero di
donna allo abate, con
donna, come voi siete,
donna
donna disse: "Padre mio,
donna "vi potrà egli
donna "debbo io rimaner
donna disse: "Pur che
donna "ciò che vi piace,
donna: "Se cosí è, io
donna
donna, udendo questo,
donna
donna gloriar vi potete,
donna teneva il viso
donna lieta del dono e
donna si tornò a casa, e
donna, la quale di nero
donna
donna, veggendosi libera
donna
donna e ’l suo figliuolo
donna, che fu tua, mandò
donna
donna che fosse nelle tue
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
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NEIFILE
NEIFILE
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NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
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III
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III
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III
III
III
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III
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III
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III
III
IV
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5
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17
60
1
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14
16
visitò la bella
le sventure, la
un figliuolo della tua
santo abate e della tua
Benedetto e della mia
e consola la tua
portare i figliuoli, la
dello abate fatta alla
per innanzi: di che la
lei avrete che con una
dove da tutti come lor
sí come savia
Avendo la
si tornarono alla
il quale una buona
domandò la buona
madre, savissima e buona
la casa e ’l nome della
là se n’andò; e la
salutatele, disse alla
parlare.
La gentil
e me consolare.
La
disse la gentil
maniera, che la gentil
A cui la gentil
convenevole.
Alla
parve questa alla gentil
dare opera che la buona
fu piacer di Dio, la
volta contentò la gentil
non volle piú la gentil
ne vada.
La gentil
cosí fare.
La gentil
di che la gentil
albergo.
La gentil
e aveva una sua
avviene, che la buona
per la morte della sua
e savia piú che a
padre, sí come gran
del palagio la quale la
tornata alla innamorata
nella grotta e attese la
giú venutone, essendo la
Al quale la
dà a vedere ad una
avvenne che una giovane
sue novelle; per che la
oggi.
Disse allora
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna e con lei si diede
donna ingravidò, e
donna, il quale farai che
donna
donna e per amor di san
donna, m’hanno delle pene
donna
donna, la qual sempre,
donna
donna partorí un figliuol
donna, piú geloso non fu
donna
donna contenta,
donna di piú alto
donna fu ricevuta. Quivi
donna, con gran
donna
donna tutto racconcio il
donna e la sua risposta
donna vedova teneva,
donna dello albergo chi
donna, si sta; e forse,
donna
donna e della sua
donna e la sua figliuola
donna, quando le piacesse
donna
donna, levatasi, disse
donna
donna rispose che niuna
donna "ogni cosa che vi
donna, dando fede alle
donna
donna disse: "Madonna, se
donna, sí come bisognosa,
donna
donna, temendo non forse
donna
donna riavesse il suo
donna ingravidò in due
donna la contessa degli
donna gravare di tal
donna le disse che, se
donna allora, da
donna vie piú che
donna, per torre materia
donna
donna moglie, la quale
donna passò di questa
donna tanto sconsolato
donna per avventura non
donna, in molte
donna
donna teneva, si poteva
donna.
La quale, acciò
donna
donna.
La quale il
donna
donna, la quale Ghismonda
donna
donna disse: "Tancredi,
donna che l’Agnolo
donna bamba e sciocca,
donna gli disse che egli
donna mestola: "E chi ve
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PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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PAMPINEA
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PAMPINEA
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CORNICE
LAURETTA
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
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PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
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FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
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6
6
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15
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non mi perdonate.
Donna zucca al vento, la
siete la piú avventurata donna che oggi sia al
che voi, piú che altra donna che viva, tener vi
Disse allora donna pocofila: "Ben mi
non per l’uscio.
La donna rispose che fatto
se n’andò a casa della donna,
donna e in quella
nella camera della donna.
La quale, come
donna
per la qual cosa con donna Lisetta trovandosi,
compagnia.
La donna,
donna come desinato ebbe
vel dich’io? disse la donna "il vostro corpo
dopo molto cianciare la donna se ne tornò a casa;
leggiero.
Allora la donna,
donna che piccola
sí come la piú bella donna,
donna per quello che
cose.
Disse la donna:
donna "Comare, voi siete
quale, per riprender la donna una notte andatovi,
I cognati della donna entrati nella
villania dissero alla donna,
donna e lei ultimamente
siate: e i cognati della donna,
donna avvisando che voi
aveva de’ parenti della donna vi si condusse: e
Lauretta voltato disse: "Donna
Donna, seguite appresso
Donna
il quale d’una sua donna avea piú figliuoli,
paese, bella e gentil donna
donna, e quella con ogni
l’amistà della donna amata avesse o no,
di consentimento della donna
donna, quasi da loro
ne mandasse la colpevole donna
donna, acciò che a lui
Ughetto prese e la sua donna
donna; e loro, che di
tempo.
La giovane donna
donna, che tutto questo
avendo le parole della donna intese e per non
dovere la nave della donna passare.
Né fu
mi venga se non una donna
donna, per lo cui amore
nave veduta aveva la donna troppo piú bella
ove dar non volesser la donna
donna, a ricever la
il corpo della bella donna ricoglier di mare,
Gerbino e della sua donna
donna, dopo un pietoso
volentieri per sua donna la sposerebbe.
una novella d’una donna la quale, mentre
il quale d’una sua donna un figliuolo ebbe
I tutori dissero che la donna parlava bene e che
malavoglienza alla donna portarne, la quale
’l mantel chiusa, tra donna e donna mettendosi,
chiusa, tra donna e donna mettendosi, non
una bellissima e vaga donna per moglie, messer
uno altro fece, che la donna se n’accorse;
e
se ne tornò.
La donna
donna, che udito aveva il
A cui il marito disse: "Donna
Donna, io ho avuto da lui
Donna
di qui domane, di che la donna un poco turbatetta
tempo fu, con la sua donna si mise a tavola.
fece porre davanti alla donna
donna, sé mostrando
e lodogliele molto. la donna
donna, che svogliata non
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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FILOSTRATO
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DIONEO
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24
24
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39
ebbe veduto che la donna tutto l’ebbe
l’ebbe mangiato, disse: "Donna
Donna,
Donna chente v’è paruta
questa vivanda?
la donna rispose:
cosa vi piacque.
la donna,
donna udito questo,
del petto.
la donna
donna, udendo questo di
terra, per che, come la donna cadde, non
del castello della donna
donna, con grandissimo
castello medesimo della donna in una medesima
ladro; la fante della donna racconta alla
e tutto ciò che a una donna può piacere meglio
che il giacere con una donna una volta si penava
era infamato, di che la donna poco curò,
diletto preso ebbero, la donna gli cominciò a
per la qual cosa la donna
donna, sappiendo lui la
camera e aspettando la donna
donna, avendo o per
e fusi adormentato.
La donna
donna, come prima poté
movea punto; per che la donna alquanto turbata
corpo morto; di che la donna
donna, alquanto
l’asino.
Per che la donna cominciò a temere
alquanto, temendo la donna di non aggiugnere
quel disse che la donna dicea, cioè
casa era.
A cui la donna disse: "E dove il
Piacque alla donna il consiglio della
e gagliarda era, dalla donna aiutata sopra le
Ruggieri, e andando la donna innanzi a guardar
nella camera della mia donna
donna, e ora mi pare
per lo quale la donna
donna, dormendo io, qui
prestatori; il che la donna e la sua fante
quale Ruggieri era la donna sentiva sí fatto
poteva in istato.
La donna
donna, che da altro
A cui il maestro disse: "Donna
Donna, tu avvisi che
Donna
l’avea.
Come la donna ebbe questo udito,
per comandamento della donna era andata a saper
non so vedere io.
La donna allora comprendendo
ogni cosa.
La donna
donna, sí come colei alla
volendo che la vostra donna
donna, la quale in sala
ne domandi, e alla sua donna fu carissimo oltre
l’aspetto di tal donna nella danza era, se
savio ed Efigenia sua donna rapisce in mare: è
piagnere disse: "Nobile donna
donna, non ti sconfortare
l’acquisto della donna aveva conceduto a
che poco senza la tua donna curi, ma la tua
donna curi, ma la tua donna t’è cara di riavere
in casa d’una bonissima donna saracina, alla
di sue bisogne, e ella è donna antica e
disse cosí fece.
La donna
donna, la qual vecchia
amore venne della buona donna e dell’altre, che
la qual cosa alla buona donna con cui dimorava
piacque alla gentil donna di volere esser
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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EMILIA
EMILIA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
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ELISSA
ELISSA
ELISSA
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FILOSTRATO
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NEIFILE
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LAURETTA
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LAURETTA
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
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FILOMENA
FILOMENA
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avea dalla gentil donna con la quale
onorata molto la gentil donna con la quale la
ventura v’era una sua donna,
donna la qual bonissima
qual bonissima e santa donna era; e veggendo la
gliele contò tutto. La donna,
donna che conoscea
quale al presente era la donna sua; di che Pietro
fu da parte della donna fatto chiamare; il
la quale avea della donna,
donna lasciava; e se
fu minore.
La gentil donna,
donna raccoltolo e
si poté, la gentil donna fé loro onorevoli
ivi a parecchi dí, la donna insieme con loro,
nacque d’una sua donna chiamata madonna
messer Lizio o la sua donna prendevano, che
donne attempate.
La donna disse allora: "Figl
"Dunque, disse la donna "che vuoi tu che si
messer Lizio dalla sua donna,
donna per ciò che
alla camera della sua donna e chiamolla,
dicendo: "Sú tosto, donna,
donna lievati e vieni a
in mano.
Disse la donna:
donna "Come può questo
se tu vien tosto.
La donna,
donna affrettatasi di
cantare.
Di che la donna,
donna tenendosi forte di
messer Lizio le disse: "Donna
Donna, guarda che per
Donna
nell’altrui.
Di che la donna racconsolata,
fatta, messer Lizio e la donna partendosi dissono:
Aveva ciascuna donna
donna, la novella
di lei, che ancora bella donna era, gli parve
vi fu dentro dalla mia donna e sua madre
bel luogo, al quale la donna sua con la
per la qual cosa la donna con la sua
entrati innanzi alla donna e agli altri che
a venire, la quale la donna con la sua
vicina era, aspettata la donna
donna, con lei a casa se
disse: "Come vuoi tu, donna mia, che io qui
salute pregando.
La donna
donna, dolente senza
la verità rivolgendo. La donna la si credette, e
che questo fosse.
La donna
donna, veggendo il marito
presto a creder che la donna non era stata,
di morire.
La donna s’ingegnò, in
i parenti suoi e quella donna amata da lui ad un
della sua crudel donna
donna, comandato a tutta
altissimi messi da una donna
donna; per che, rotto il
della sventurata donna
donna, dalla qual nacque
nimica, non come amata donna
donna;
e quante volte
lo strazio della crudel donna
donna; e fatti mettere
fornita, e andata via la donna e ’l cavaliere,
dà a mangiare alla sua donna venutagli a casa;
avviene, d’una gentil donna chiamata monna
guerire.
La donna
donna, udendo questo,
miglioramento.
La donna la mattina seguente
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
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CORNICE
CORNICE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
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DIONEO
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DIONEO
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
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LAURETTA
LAURETTA
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seguente, presa un’altra
non c’è, questa buona
di che potere onorar la
d’alcuna cosa la gentil
degna vivanda di cotal
lieto viso ritornò alla
Laonde la
dimorate, parendo alla
udendo ciò che la
Il quale pianto la
avanti. La qual cosa la
Il quale cosí fatta
va a cenare altrove; la
messovi dalla moglie; la
inganni della sua
Avendo adunque la buona
secondo che alla giovane
fece.
E essendosi la
aperto gli fosse.
La
è stato cosí? disse la
aveva detto la
gridò: "Or veggio,
te ne pago!
Il che la
io dissi.
Udendo la
avrebbe con parole la
cose! ecco buona e santa
ecco fede d’onesta
vi fosse, a cui la
trovato che la sua
camera nella quale la
che voi siete!
La
disse: "Or non piú,
"Certo no disse la
che ramaricare.
La
oggi poche o non niuna
fatto da una gentil
una gentile e costumata
mondo.
Al quale la
la quale era assai bella
presente ci ha tolta
"Voi non l’avrí da mi,
l’avrí da mi.
Di che
per non crucciar la sua
seppe fare una gentil
cosí fosse arsa quella
avvenne che una gentil
cioè la morte della sua
avendo al fallo della
prendere, accusata la
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna in compagnia, per
donna moglie di questo
donna, per amor della
donna
donna e non volendo, non
donna.
E però, senza
donna
donna nel suo giardino e
donna con la sua compagna
donna tempo di dire
donna adomandava e
donna prima credette che
donna vedendo e udendo,
donna e cui egli cotanto
donna sua si fa venire un
donna biasima la moglie
donna, compassione avendo
donna
donna cosí fatto pensiero
donna ne venivan piacendo
donna col giovane posti a
donna, questo sentendo,
donna
donna.
Pietro allora
donna
donna:
"Egli è che
donna
donna, quello per che
donna
donna udendo, e vedendo
donna queste cose,
donna d’Ercolano difesa;
donna che costei dee
donna, ché mi sarei
donna
"Sí,
donna rispondeva:
donna dolente, presolo
donna con la maggior
donna, veggendo che egli
donna
donna; di questo ti
donna
donna "che egli non ha
donna levata sú, udendo
donna rimasa ci è la qual
donna a un cavaliere mi
donna e ben parlante, il
donna rispose: "Messere,
donna e era nepote d’un
donna, il cui nome fu
donna
donna Brunetta, voi non
donna Brunetta essendo un
donna, spiccata l’una
donna
donna della quale intendo
donna che dal marito
donna e bella e oltre ad
donna.
E per ciò,
donna
donna provare assai
donna, la fece richiedere
donna
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FILOSTRATO
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la fece richiedere.
La
marito v’accusa.
La
a questo, non che alcuna
senza alcun dubbio la
seguí prestamente la
e di tanta e sí famosa
voce tutti gridarono la
partí dal giudicio; e la
ragionato tanto, che, se
domane si dica, poi che
Bernardo e la lauda di
costui una bellissima
cenò e albergò con la
vi venne: di che la
il sentí, e la
punzechiò un poco la
nostro sia tocco.
La
sia tocco.
Disse la
allora Gianni: "Va,
abbia, nuocere.
La
ella?
Disse la
e giunti quivi, disse la
Gianni: "Bene.
E la
diceva:
"I denti. La
ritrovandosi con la
che alcuni dicono che la
v’era venuto;
e che la
vicina, la quale è una
alcuna volta avviene che
io non fui figliuola di
Disse il marito: "Deh!
a dire: "Dove se’, buona
se’ tu? Io vorrei la
vicina, e assai bella
alcuno ed essendo la
non dispiacesse alla
disiderava.
La buona
e non frate.
La
che il generò?
La
"Mai sí rispose la
vostro marito.
La
Rinaldo venuto a casa la
che una fanticella della
paternostro, egli colla
e picchiò e chiamò la
ci potrà essere.
La
"O marito mio, disse la
a vedere.
Disse la
d’una semplicetta
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna,
donna che di gran cuore
donna, senza sbigottire
donna
donna, quando fatta fu,
donna
donna ad ogni sua
donna "domando io voi,
donna quasi tutti i
donna aver ragione e dire
donna lieta e libera,
donna Licisca non fosse
donna Licisca data ce
donna Matelda e cotali
donna e vaga per moglie,
donna; e ella standogli
donna
donna fu molto dolente, e
donna altressí; ma, acciò
donna e disse: "Tessa,
donna, che molto meglio
donna
donna: "Tocco? Oimè,
donna
donna, non aver paura, se
donna
donna, acciò che Federigo
donna
donna: "Ben la so io
donna
donna a Gianni: "Ora
donna cominciò l’orazione
donna, poi che in questa
donna
donna, molto di questa
donna
donna aveva ben volto il
donna aveva fatta
donna molto vecchia, mi
donna niuna alcuna al
donna da ciò: e tu mi
donna, non ti dar
donna
donna?
Al quale il
donna
donna con la quale io
donna e moglie d’un ricco
donna gravida, pensossi
donna.
Addivenne non
donna
donna, veggendosi molto
donna
donna fece bocca da
donna rispose: "È piú suo
donna.
"Adunque disse
donna
donna, che loica non
donna
donna e vedendo quivi
donna, assai bella e
donna
donna, che il fanciullin
donna
donna.
Madonna Agnesa
donna
donna, da subito
donna
donna "e’ gli venne
donna: "Non andare, ché
donna
donna adoperata che io
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moglie una bellissima donna,
donna il cui nome fu
geloso, di che la donna avvedendosi prese
cadde nell’animo alla donna di farlo morire del
non vi mancava, pensò la donna di trovare
maniera la innamorata donna continuando,
come era, cioè che la donna lui inebriasse per
che fosse mai, il che la donna credendo né
Tofano, come la donna non vi sentí, cosí
che tornare vedesse la donna e le facesse
e tanto stette che la donna tornò, la quale,
ebbe sofferto, disse: "Donna
Donna, tu ti fatichi
Donna
ti si conviene.
La donna lo ’ncominciò a
niun la sapeva.
La donna
donna, veggendo che il
mi puoi tu fare?
La donna
donna, alla quale Amore
per la qual cosa la donna disse: "Or ecco, io
per la via, se n’andò la donna verso il pozzo; e
e corse al pozzo.
La donna
donna, che presso
che ciò fosse.
La donna cominciò piagnendo
forte.
La donna co’ suoi vicini
di ciò che contro alla donna diceva: e in brieve
infino a’ parenti della donna
donna.
Li quali venuti
presero le cose della donna e con lei si
’l suo bene voleva alla donna
donna, ebbe alcuni amici
con buona pace riebbe la donna a casa sua, alla
guardia all’uscio, la donna per lo tetto si fa
ciascun commendata la donna che ella bene
che si fa loro dalla lor donna
donna, e massimamente
ciò che una donna fa a un marito
avendo una bellissima donna per moglie di lei
guardia servati.
La donna
donna, lasciamo stare che
la festa del Natale, la donna disse al marito che
confessare?
Disse la donna
donna: "Come? credi tu
di presente a casa. Alla donna pareva mezzo avere
mattina della pasqua, la donna si levò in su
a sedere in coro.
La donna venuta alla chiesa
venne, e udendo dalla donna che confessar si
conosciuto dalla donna
donna; la quale, questo
tra l’altre cose che la donna gli disse,
adunque fermo domandò la donna
donna: "E come? Non giace
marito con voi?
La donna rispose: "Messer sí
"Messere, dissela donna "il prete con che
rimanere.
A cui la donna disse: "Messere,
A cui disse la donna
donna: "Io ne son dolente
innanzi.
A cui la donna disse: "Messer,
lui.
Disse allora la donna
donna: "Se questo vi dà
all’uno e all’altro. La donna tornò dalla chiesa
venisse, disse alla donna
donna: "A me conviene
t’andrai a letto.
La donna rispose: "In buona
quel venne; al quale la donna disse ciò che fatto
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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una camera terrena. E la donna avendo fatti serrar
venuto vi fosse.
La donna,
donna che molto bene
prete all’entrata, e la donna continuamente col
che confessata s’era. La donna rispose che non
segherò le veni.
La donna disse che non era
che ti confessò?
La donna disse: "Non che
prete e tosto.
La donna cominciò a
un savio uomo è da una donna semplice menato
segreti della tua buona donna,
donna e senza prender
avere il segreto della donna sentito, udendo
rispondere, ebbe la donna per buona e per
Per che la savia donna,
donna quasi licenziata
ciascuno ottimamente la donna aver fatto e quel
i beni, fu una giovane donna e gentile e assai
sodisfaccendo a questa donna molto il suo marito
essendo costei bella donna e avvenevole, di
suo; per la qual cosa la donna,
donna temendo e
E essendosene la donna,
donna che madonna
sentendo il marito della donna essere andato
porta.
La fante della donna vedutolo n’andò
tutto solo.
La donna,
donna udendo questo, fu
lui avea che avesse la donna,
donna vi si nascose; e
se ne salí suso.
La donna,
donna fatto buon viso e
della credenza della donna avvenne che il
corse alla camera della donna e disse: "Madonna,
giú nella corte.
La donna,
donna udendo questo e
del cavaliere, come la donna gl’impose cosí fece
fece. Il marito della donna,
donna già nella corte
uomo montato sú trovò la donna sua in capo della
minacciando?
La donna,
donna tiratasi verso la
Disse allora il marito: "Donna
Donna, ben facesti:
Donna
quel giovane.
La donna rispose: "Messere,
Dio e di questa gentil donna
donna, scampato sono.
l’amaestramento della donna avuto, quella sera
e avea della sua donna un figliuol senza
dí seguente vide questa donna a una festa e
assai spesso la sua donna
donna, tanto bene e sí a
vincere, di che la donna faceva maravigliosa
tutte le femine della donna partite e soli
sospiro.
La donna guardatolo disse:
Disse allora la donna
donna: "Deh! dilmi per
il primo; per che la donna ancor da capo il
ridiciate.
A cui la donna disse: "Per certo
voce mia.
La gentil donna
donna, parlando Anichino,
Anichin lasciata la donna andò a fare alcune
s’andò a dormire, e la donna appresso, e, come
dal canto donde la donna dormiva se n’andò e
Egano: "Che è ciò, donna
donna, di che tu mi
temendo forte non la donna il volesse
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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partire né poteva.
La
mise una guarnacca della
Anichino.
La
delle mani della
fosse mai; e essendo la
Poi, non parendo alla
alla camera; il quale la
Allora disse la
d’avere la piú leal
con Anichino e egli e la
fatto, Anichino e la
seguita l’amante la
tenuto forte dalla
prese una giovane gentil
per la qual cosa la
notte che, dormendo la
trovatolo al dito della
dal dito della
come soleva far la
a difendersi.
La
Li fratelli della
I fratelli della
non dicesse loro.
La
e di tutto.
La
i capelli?
La
di dir nulla.
La
dove udirete d’una
per moglie una gran
se ne curasse; di che la
io son giovane e fresca
gli fece della sua
n’era, e dubitò non la
parole vengano della mia
cosa che la mia
Pirro se ne tornò alla
la cameriera confortò la
in quanto fuoco la tua
che una cosí fatta
vuoi a lui della sua
senza fallo alla tua
a compiacere alla
alla Lusca gravi e alla
far dovesse la gentil
lei Nicostrato: "Ohimè,
a dire: "Deh! come la
essendosi già la
principii ha dati la
il lor sollazzo, la
terza cosa entrò la
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna rispose a Egano e
donna e un velo in capo e
donna, come sentí lui
donna
donna e centomila volte
donna tornata nel letto,
donna che Anichino
donna domandò se Anichin
donna: "Lodato sia Idio
donna
donna e il piú fedel
donna ridesser di questo
donna ebbero assai agio
donna mette in luogo di
donna l’udí dire che egli
donna male a lui
donna sentiva gravissimo
donna e Arriguccio
donna legato, disse seco
donna, al suo il legò e
donna
donna, e Ruberto che
donna
donna, come Arriguccio
donna
donna, che eran tre, e la
donna
donna, crucciati forte di
donna
donna disse: "Io non so
donna, rivolta a
donna
donna rispose: "In questa
donna rivolta verso i
donna alla quale nelle
donna non meno ardita che
donna intollerabile noia
donna e piena e copiosa
donna. La qual cosa
donna
donna ciò facesse dirgli
donna, e per ciò guarda
donna
donna m’imporrà ti
donna, la quale udendole
donna
donna, e cercato di Pirro
donna
donna e mia stea per
donna, cosí bella, cosí
donna
donna?
Sciocco se’ se
donna
donna ne seguirà, ma tu
donna, dove certificar si
donna
donna gravissime: ma pure
donna; la quale, avendo
donna
donna, che hai tu fatto?
donna
donna ha ben fatto a
donna in camera ritornata
donna a’ miei felici
donna cautamente guardò
donna in piú pensiero; ma
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DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
CORNICE
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
CORNICE
CORNICE
EMILIA
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VII
VII
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VII
VII
VII
VII
VII
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VII
VII
VII
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VII
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VII
VII
VII
VII
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CONCL
CONCL
CONCL
INTRO
INTRO
1
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13
15
18
18
1
51
54
56
64
65
1
1
3
quella maniera che la
facciano.
A cui la
tragga.
Al quale la
della camera.
La
apparecchiato.
La
sedendosi, disse la
in mia presenza!
La
su niuna.
Disse la
vedeva voi addosso alla
quale come egli fu, la
scender del pero.
La
a che ora la vostra
non foste con la vostra
io facessi mai.
La
sú vi montava.
Ma la
né a me né a altra
pero: il quale come la
Due sanesi amano una
il quale d’una sua
una bellissima e vaga
destro il potere alla
e consolazione, sí come
che tutto il giorno, o
donna ad uomo, o uomo a
che tutto il giorno o
donna ad uomo, o uomo a
da uno uomo a una
fece o di dire che alla
l’uomo e biasimare la
l’amor suo in una
gli comandasse.
La
che fosse una valente
in ciò che faceva.
La
andò a Genova, come la
per la qual cosa la
se n’andò a casa della
sarà tornato.
La
qui di presente alla
Gulfardo partitosi, e la
godé della sua avara
proverbiando la buona
Tessa, bella e valente
e nell’un de’ canti la
rabbia con la quale la
cose niuna colpa aver la
gran fatica la dolente
di Fiesole ama una
e i fratelli della
voleva che una gentil
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna aveva lor mostrata;
donna disse: "Non fare,
donna disse: "Non piaccia
donna, preso il dente,
donna
donna, disiderosa di
donna
donna, che già avea fatto
donna
donna rivolta al marito
donna allora: Che può
donna vostra, poi pur dir
donna insieme con Pirro
donna e Pirro dicevan:
donna, la quale è
donna
donna carnalmente
donna appresso, che quasi
donna, che della
donna
donna, di queste vergogne
donna
donna vide caduto, disse
donna comare dell’uno:
donna chiamata monna Mita
donna, non obstante il
donna
donna aprire ogni suo
donna, comanderete; e
donna
donna ad uomo, o uomo a
donna, o l’uno uomo
donna
donna ad uomo, o uomo a
donna, o l’uno uomo
donna
donna mi piace di
donna non fosse bene
donna e per mostrare che
donna assai bella
donna, dopo molte novelle
donna
donna, quasi in odio
donna
donna, anzi cattiva
donna
donna aveva detto; per la
donna mandò a Gulfardo
donna; e trovatala che
donna
donna gli prese e non
donna tua e sí gliele
donna rimasa scornata
donna.
Il Prete da
donna
donna.
Commendavano
donna
donna, in capo della
donna
donna scapigliata,
donna aveva battuta e dal
donna ma egli, che sapeva
donna riconciliata con
donna vedova,: non è
donna vel fanno trovare
donna vedova gli volesse
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EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
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EMILIA
EMILIA
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CORNICE
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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24
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29
31
31
33
35
37
39
40
ebbe già una gentil
ciò che la piú agiata
che, usando questa
medesimo disse a questa
gli voleva poco, questa
e troppo noioso alla
entrò in parole.
La
dette al modo usato, la
insieme?
A cui la
vostra?
Rispose la
con piú agio.
La
siamo insieme.
La
a casa.
Aveva questa
La quale la
"Or ben, disse la
e i due giovani, come la
buio nella camera della
la Ciutazza, ben dalla
credendosi aver la
Quando la
lo ’nganno della
udito, commendò molto la
fatta guisa la valente
essendo stata la vedova
Uno scolare ama una
di lei.
La giovane
l’andate.
Al qual la
la pregò che con la sua
largamente e alla sua
fece quello che dalla
andò alla casa della
serratovi quivi la
ad aspettare.
La
per opera ciò che la
il sosteneva.
La
rispose: "Dirai alla mia
se n’andò a dormire; la
dimora del fratel con la
fosse che per lui dalla
"Adunque diceva la
alquanto, disse la
aveano. Allora disse la
grande, sí.
Disse la
senza aprir punto, la
muoio di freddo.
La
a grado.
Disse la
di me.
Disse la
la malvagità della
che prima d’esser con la
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna vedova, chiamata
donna del mondo non era,
donna alla chiesa
donna il piacer suo, e
donna era colei, ché non
donna, si pensò di
donna
donna, vedendol venire, e
donna
donna dopo un gran
donna rispose: "Signor
donna: "Messer, voi
donna
donna disse: "Messere,
donna disse: "Piacemi; e
donna una sua fante, la
donna chiamò a sé e
donna "io voglio che tu
donna composto avea,
donna entratosene, se
donna informata di ciò
donna sua allato, si recò
donna ebbe questo fatto,
donna, sí per quello e sí
donna
donna e i giovani
donna si tolse da dosso
donna commendata da tutti
donna vedova, la quale,
donna, la quale non
donna
donna, per la cagion già
donna
donna operasse sí, che la
donna il raccontò; la
donna sua le fu imposto.
donna: e messo dalla
donna
donna cominciò ad
donna, avendosi quella
donna
donna con parole gli dava
donna al suo amante disse
donna che di me niun
donna allora disse al suo
donna; e ciò che udiva
donna
donna s’ aprisse, ma
donna "or mi bacia ben
donna: "Deh! levianci un
donna
donna: "Che dirai,
donna
donna: "Io voglio che noi
donna
donna con voce sommessa
donna disse: "O sí, che
donna: "Ohimè, ben mio
donna
donna: "Questo non dee
donna
donna e la lunghezza
donna non avea disiato.
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141
142
143
143
144
144
146
147
qual cosa la fante della
che di ciò non ha la
innamorato di un’altra
modo da levar la sua
fu che l’amante della
e disselo alla sua
alla sua donna.
La
disse: "Dirai alla mia
Quivi venuta la
massimamente quando una
a amar sé o l’uomo una
disposta.
A cui la
non vi lascierà.
La
sapeva e il luogo della
lo promesso.
A cui la
gli parve, la mandò alla
dare effetto.
La
e lasciolla andare.
La
in sul battuto dove la
dire e fare.
La
le damigelle?
La
assai cortese.
La
questo diceva, la misera
ché io ho trovata
La sconsolata
qual tu porti a quella
ora dir di no, per tal
sú scendere.
La
s’andò a dormire.
La
levatosi e della sua
il quale avendo la
rispose:
"Malvagia
"O misera me! disse la
la casa della misera
femina, che è della
uno lavoratore di questa
pianto che la sventurata
Chi piagne là sú?
La
a gridare: "Ohimè!
ove siete voi?
La
pervenne; e vedendo la
se morta fosse.
Ma la
novelle, levatasi la
Il lavoratore, posata la
la recò e allato alla
come alla sconsolata
e riconfortata la
fu fatto.
Quivi la
angoscia e affanno della
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna ammaestrata scesa
donna alcuna colpa, per
donna e non volendo né
donna dal dolor preso per
donna sua a amarla come
donna.
La donna poco
donna
donna poco savia, senza
donna che in questo non
donna e lo scolare, e
donna vuole rivocare uno
donna, per ciò che questo
donna
donna, piú innamorata che
donna
donna, udendo queste cose
donna
donna e la torricella,
donna disse di farlo
donna e mandolle a dire
donna d’altra parte con
donna, montata in su la
donna
donna era e appresso
donna, detta sette volte
donna
donna, vedendolo e
donna
donna, postasi a giacer
donna
donna piagneva continuo e
donna da molto piú che tu
donna, veggendo che pure
donna
donna che piú savia di me
donna me n’hai pregato:
donna, ciò credendo,
donna
donna, sopra la torre
donna
donna ricordandosi, per
donna sentito, debole e
donna, delle mie mani non
donna
donna "queste bellezze in
donna se n’andò; e quivi
A cui la
donna tua?
donna quel dí due suoi
donna faceva: per che
donna cognobbe la voce
donna mia dolce, ove
donna udendola, come piú
donna sua non corpo
donna la pregò per Dio
donna in collo, che andar
donna sopra ad uno erbaio
donna la pose; la quale
donna piacque, n’andò
donna con un poco d’acqua
donna, che aveva a gran
donna
donna, che tutta la pelle
donna
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FIAMMETTA
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FIAMMETTA
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FIAMMETTA
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
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23
24
27
Per la qual cosa la donna,
donna dimenticato il suo
loro avea per moglie una donna assai bella.
e non sappiendolo la donna,
donna Spinelloccio venne
venne a chiamarlo. La donna disse che egli non
andato su e trovata la donna nella sala, e
stette con la donna.
Il quale come
donna
n’entrò, dove trovò la donna che ancora non
cadere, e disse: "Donna
Donna, che fai tu?
A
Donna
che fai tu?
A cui la donna rispose: "Nol vedi
il Zeppa disse: "Vedi, donna
donna, tu hai fatto male;
gli farò male alcuno. La donna
donna, per sodisfargli,
che promesso aveva alla donna d’andare a lei a
tornò; il quale come la donna sentí, mostratasi
giunto suso disse: "Donna
Donna, è egli otta di
Donna
otta di desinare?
La donna rispose: "Sí,
con un suo amico e ha la donna sua lasciata sola:
con essonoi.
La donna
donna, di se stessa
dentro.
Quando la donna vide serrar la
tenendola bene, disse: "Donna
Donna, in prima che tu ti
Donna
che egli con la mia donna cosí si giace come
l’offesa: egli ha la mia donna avuta, e io intendo
sarete mai lieti.
La donna
donna, udendo questo e
in pace con la tua donna
donna, come io, non
Il Zeppa, stato con la donna quanto gli piacque,
cassa; e domandando la donna il gioiello
il Zeppa mostrò alla donna il suo Spinelloccio
che fatto aveva, o la donna vedendo il suo
dicevi dianzi alla mia donna
donna, che noi siamo
Voi vedreste quivi la donna de’ barbanicchi, la
di dargli per donna la contessa di
ella è una troppo gran donna
donna, e poche case ha
ricordate.
A cosí gran donna adunque, lasciata
per che egli della donna si chiamò per
maestro fosse dalla sua donna raccolto. Li qua li
ad udir, sentirono alla donna dirgli la maggior
notte non rifinò la donna di tormentarlo.
che ella fosse una gran donna
donna, s’avvisò che per
sua aveva sí la sua donna presa, che ella non
da parte della sua donna gliele donò.
la messaggiera alla sua donna con questa risposta
e trovò il bagno per la donna esser preso.
Dove
Né stette guari che la donna con due sue altre
e l’altra nell’altro la donna
donna, e in collo
per comandamento della donna
donna, lasciato un
parve di levarsi alla donna
donna, fatte venire le
partire, disse la donna a Salabaetto:
Tornatasene adunque la donna a casa e fatta bene
una grande e ricca donna
donna. E quantunque in
bene.
Il che la buona donna non da lui ma da
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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DIONEO
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DIONEO
DIONEO
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
FILOMENA
FILOMENA
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FILOMENA
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FILOMENA
FILOMENA
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CORNICE
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FILOSTRATO
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
CORNICE
PAMPINEA
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2
5
mia!
Poi che la
"Ohimè! disse la
"Ohimè! disse la
promessione.
Come la
era libera l’andata alla
del suo.
A cui la
molto malagevole ad una
riavrò mai nulla.
La
o scambiata.
La
il senno da una valorosa
fu già una bellissima
E essendo questa gentil
fé la risposta alla
non mi lasceranno con la
con la donna; e la
far quello che dalla sua
cosa che questa gentil
la casa della gentil
dell’uscio della gentil
via altressí.
La
amanti, significato alla
e il senno della
ebbe nome, buona e santa
ti diceva bene.
La
diletti della sua
una cosí fatta
come domandato dalla sua
"Vedi, sozio, questa
si s’è innamorato d’una
bene.
Come la
della casa pervenuti, la
la quale, come la
signor della casa. La
novelle rappacificata la
fanno romore insieme; la
avvedimento d’una buona
s’entrò egli e la
cose cadere, le quali la
la culla postavi dalla
letto se n’entrò.
La
con gran piacer della
potrestú far tu?
La
troppo iersera.
La
alla Niccolosa?
La
Adriano, veggendo che la
udendo quello che la
per la qual cosa la
e l’avvedimento della
parve in sogno vedere la
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donna s’ebbe assai fatta
donna" dunque hai tu
donna
donna "Salabaetto mio,
donna ebbe i denari, cosí
donna ogni volta che a
donna disse: "Vedi,
donna il poter trovar
donna, forte crucciosa di
donna
donna disse che questo
donna usato a torsi da
donna vedova, la quale
donna, il cui nome fu
donna
donna, la quale aspettò
donna
donna; e la donna dirà
donna
donna dirà poi che io
donna gli era stato
donna, la quale io ho
donna
donna cominciò ad andare;
donna, la quale alle
donna
donna, per lo lume tratto
donna
donna ciò che fatto avea
donna a torsi da dosso
donna secondo la oppinion
donna, che assai onesta
donna
donna in pubblico
donna come è costei? A
donna, quando un pettine
donna
donna m’ha ben mille
donna colassú, ed ella è
donna udí questo, non le
donna, che arrabbiava,
donna
donna vide, subitamente
donna disse: "Sia, che
donna, dieron per
donna
donna, ravedutasi, entra
donna
donna avere un grande
donna sua, la quale
donna destatasi sentí;
donna, e non potendo
donna
donna, avendo cerco e
donna
donna.
E cosí stando,
donna
donna dell’oste, che col
donna, parendole avere
donna
donna disse: "Egli mente
donna saviamente la sua
donna diceva e quello che
donna, ricordandosi
donna
donna commendato da tutti
donna sua andar per un
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CORNICE
LAURETTA
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
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disse alla moglie: "Donna
Donna,
Donna ancora che la tua
il sogno suo.
La donna crollando il capo
nel nostro bosco.
La donna disse: "Bene, io il
io non sapeva battere la donna mia: ma questo
assai ferialmente dalla donna ricevuto, le disse
se ne diliberò. La donna
donna, sí come per lo
cena fare?"
La donna rivoltasi con
della risposta della donna
donna, e biasimolla assai
udendo questo, disse: "Donna
Donna, ancor se’ tu quel
Donna
in camera, dove la donna
donna, per istizza da
con questo bastone.
La donna cominciò prima a
nel dosso della buona donna
donna, che macerata non
a diposare.
La donna cattivella a gran
paglia si giacesse.
La donna
donna, sappiendo l’onor
trae della sepoltura una donna amata da lui,
giovane d’una gentil donna chiamata madonna
male dello amor della donna era, quasi
a Bologna e la donna a una sua
dove sepellita era la donna
donna; e aperta la
suo viso a quello della donna accostò, e piú
di lui, valorosa e savia donna
donna, la qual, poscia
io?
A cui la valente donna rispose:
Al quale la donna benignamente
al vostro marito.
La donna
donna, conoscendosi al
avendo similmente la donna ritrovata piú bella
avendo egli prima alla donna detto quello che di
gli mandò alla donna
donna, la quale egli
fosse o forestiera.
La donna
donna, sentendosi al suo
Gentile allato alla donna sedendo, disse:
disse: "Signori, questa donna è quello leale e
spezialmente, questa donna meritamente è mia,
altri che v’erano e la donna di compassion
picciol fanciullino e la donna per la mano e
ti voglio donare questa donna mia comare con
detto, si rivolse alla donna e disse: "Madonna,
e rimessa la donna e ’l fanciul nelle
ricevette la sua donna e ’l figliuolo,
da chiunque l’udí.
La donna con maravigliosa
parenti e di quei della donna
donna.
Che adunque
già una bella e nobile donna
donna, chiamata madonna
aria. E meritò questa donna per lo suo valore
faticava. E essendo alla donna gravi le
faccia?
Rispose la donna
donna: "Quello che io
e la proferta della sua donna
donna, quantunque grave
cosa ciò essere dalla donna addomandato se non
fé presentare alla sua donna e lei invitare a
fermata, e come leal donna poi procurar
d’attenergliele.
La donna
donna, veduti i fiori e’
saper la cagione. La donna per vergogna il
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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la pura intenzion della donna,
donna con miglior
di savia né d’onesta donna d’ascoltare alcuna
gli concedi.
La donna,
donna udendo il marito,
Gilberto, quantunque la donna il negasse molto,
appresso n’andò la donna a casa messere
Il quale udendo la sua donna a lui esser venuta
cotal compagnia.
La donna vergognosa e quasi
maravigliava, udendo la donna molto piú
e per servidore.
La donna,
donna queste parole
messer Ansaldo verso la donna,
donna disse: "Già Dio
amore, verso la donna acceso d’onesta
la quasi morta donna e il già
uomo, il quale d’una sua donna,
donna senza piú, aveva
rimase quanto altra donna di suo amante fosse
noi per dote della donna;
donna quello che noi
quanto alcuno amante di donna s’accendesse già
ricever non solamente la donna amata ma con quella
gli disse che con la sua donna s’andasse a
dirò che io sia di città donna di tutto il mondo,
dà un termine alla donna sua a rimaritarsi;
che far volea, alla sua donna,
donna che savissima era
fé l’ambasciata alla donna,
donna la quale non con
si fece la sua valente donna chiamare.
La
fatto.
Allora la donna con lieto viso
conosciuti: ma pure alla donna rispose l’un di
Torel ritornato, la donna,
donna accomandatigli a
e di lui e della sua donna e di tutte le sue
i prieghi della sua donna e le lagrime, si
disse alla sua donna,
donna la quale egli
sommamente amava:
"Donna
Donna, come tu vedi, io
Donna
che io mi parto.”
La donna
donna, che forte piagneva
messer Torel disse: "Donna
Donna, certissimo sono
Donna
ma tu se’ giovane donna e se’ bella e se’
ti domando.
La donna disse: "Io farò ciò
Finite le parole, la donna piagnendo abbracciò
pensò di scrivere alla donna sua come egli era
al Saladino aveva la sua donna donate ma non
mercatanti a’ quali la donna vostra donò queste
qual cosa saputa dalla donna e da’ parenti di
e ’l pianto della sua donna
donna; la quale dopo
Pavia eran le cose della donna in questi termini e
da lui domandato alla donna e avvisando niuna
ebbe per constante la donna dovere essere
affettuosamente amate la donna vostra e che ella
quella dal Saladino alla donna di messer Torello
nuovo marito della sua donna
donna. L’abate gliele
appunto rimpetto alla donna sua, la quale egli
mano l’anello che dalla donna nella sua partita
fé l’ambasciata alla donna
donna, la quale, sí come
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PANFILO
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DIONEO
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
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CORNICE
donne
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CONCL AUTORE
PROEM
PROEM
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ricoperchiò e mandò alla donna.
La quale presala
donna
credendo, aveva la sua donna per moglie presa,
piú le piacesse.
La donna e l’anella e la
anni con la sua valente donna poi visse, piú
di quelle della sua cara donna e il guiderdone
quella di colui che a donna non bene a sé
se da voi non fia come donna onorata, voi
contenti e d’onorar come donna qualunque quella
essi l’avrebber per donna e onorerebbonla in
in tutte cose sí come donna;
donna e appresso questo
quali parole udendo la donna,
donna senza mutar viso o
e non disse piú.
La donna,
donna udendo le parole e
ciò che detto aveva la donna,
donna maravigliandosi
appresso che la donna da capo ingravidò e
puntura trafisse la donna,
donna e con sembiante
un dí le disse:
"Donna
Donna, poscia che tu
Donna
un’altra moglie.
La donna con paziente animo
della qual cosa la donna né altro viso né
crudele uomo e alla donna avevan grandissima
dispensasse che un’altra donna prender potesse e
che cosí fosse.
La donna
donna, sentendo queste
e vedere a un’altra donna tener colui al
di molti le disse:
"Donna
Donna, per concession
Donna
dal Papa io posso altra donna pigliare e lasciar
me, ce ne menerò.
La donna
donna, udendo queste
i prieghi; di che la donna
donna, in camiscia e
disse:
"Io meno questa donna la quale io ho
pare e ricevile come se donna di qui fossi: poi,
"Ben venga la mia donna
donna. Le donne, che
della pazienza della sua donna
donna, veggendo che di
la rivestirono; e come donna
donna, la quale ella
prese della sua donna
donna, e sopra tutti
gelosia, / io non so donna nata / lieta com’io
/ in bello amante dee donna appagare, / o
Dio, dunque ciascuna / donna pregata sia che non
che forse a spigolistra donna non si conviene, le
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dieci dí dette da sette
non molto piú alle vaghe
come noi nelle dilicate
onesta brigata di sette
dalle predette
delle quali le già dette
volte, graziosissime
di sé, assai e uomini e
degli uomini e delle
veggiamo usare, che le
senza aver molte
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donne e da tre giovani
donne che agli uomini
donne veggiamo, quivi piú
donne e di tre giovani
donne cantate al lor
donne, che queste
donne
donne, meco pensando
donne
donne abbandonarono la
donne, che l’un fratello
donne
donne parenti e vicine
donne da torno morivan le
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CORNICE
CORNICE
CORNICE
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CORNICE
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PANFILO
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
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PAMPINEA
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la quale usanza le donne,
donne in gran parte
pieni, di signori e di donne,
donne infino al menomo
uomini, quante belle donne,
donne quanti leggiadri
sette giovani donne tutte l’una
l’onestà delle valorose donne con isconci parlari
cominciò a parlare: "Donne
Donne mie care, voi
stati i giovani e le donne vinte da questa
L’altre donne
donne, udita Pampinea,
era, disse: "Donne
Donne, quantunque ciò che
Donne
segua.
Mentre tralle donne erano cosí fatti
cose, di vedere le lor donne
donne, le quali per
schiarir del giorno, le donne con alquante delle
che a sobrie e oneste donne
donne.
Il quale tutto
e pieno di motti: "Donne
Donne, il vostro senno,
Donne
delle camere delle donne intente vogliamo
insieme con le belle donne
donne, ragionando
fosse cosa che tutte le donne carolar sapessero e
che la reina con l’altre donne insieme co’ due
camere, da quelle delle donne separate, se
e simigliantemente le donne le loro; per che,
piú gli piace.
Le donne parimente e gli uom
cosa è, carissime donne
donne, che ciascheduna
d’erbucce, come le donne fanno quando vanno
della città, uomini e donne
donne.
E nella chiesa
e tutta commendata dalle donne
donne: la quale
Sí come io, graziose donne
donne, già udii ragionare
a parlare:
Amorose donne
donne, se io ho bene la
punse i cuori delle donne ascoltanti e con
novelle non fosser tra donne da raccontare, la
egli non è, cosí nelle donne è grandissimo
m’è caduto nell’animo, donne mie belle, di
donna tra tutte l’altre donne del mondo era
Bella cosa è, valorose donne
donne, il ferire un segno
cominciò:
Giovani donne
donne, spesse volte già
sono, molto meglio alle donne stanno che agli
in quanto piú alle donne che agli uomini il
il non saper tralle donne e co’ valenti
e ella e molte altre donne s’accorsero della
donna con molte altre donne a sedere davanti
ho vedute merendarsi le donne e mangiare lupini e
le novelle delle giovani donne e de’ tre giovani
a lieto fine.
Le donne e gli uomini
parimente tutte le donne e i tre giovani
Spesse volte, carissime donne
donne, avvenne che chi
senza modo risero le donne
donne, e massimamente
incominciò:
Belle donne
donne, a raccontarsi mi
di Rinaldo d’Asti dalle donne e da’ giovani e la
a parlare:
Valorose donne
donne, quanto piú si
in prigione, e le lor donne e i figliuoli
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PAMPINEA
LAURETTA
CORNICE
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
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DIONEO
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CONCL
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INTRO
1
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20
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71
3
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9
12
13
31
33
43
1
6
11
2
3
1
2
6
pagare, e loro e le lor
guisa:
Graziosissime
ritornano.
Avevan le
Carissime
e per ciò a voi,
grande e i convitati, le
e’ figliuoli e le
avuta dalle giovani
piacevoli
voi, graziose
e d’uomini e di
meglio poté levatasi, le
fattene giú torre le
riposo riconfortate le
compagnia d’uomini e di
a uno monastero di
dalla maggiore di quelle
di Francia con le loro
insieme con le lor
gentili uomini né dalle
gentili uomini e quelle
quegli gentili uomini e
quale con le religiose
pianto che fecero e le
Sospirato fu molto dalle
nondimeno come sue
egli alla corte delle
e degli uomini e delle
uomini non che le tenere
insiememente, carissime
a dire delle lor
s’accordassero, che le
vestimenti feminili e
fatte, disse:
Belle
s’immaginan che le
far si convenisse con le
in su un’altra con altre
quella ove eran le
quello che alle giovani
Dio che a’ servigi delle
Per la qual cosa,
consentimento tutte le
appresso usanza è delle
Presero adunque le
rimasa appresso delle
e seguita dalle sue
d’un monistero di
con lui.
Bellissime
ancora, un munistero di
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donne rimise nelle loro
donne, niuno atto della
donne
donne parimente e’
donne, voi dovete sapere
donne
donne, la lascio a
donne
donne e gli uomini, alle
donne, furono in Palermo
donne
donne a’ casi di madama
donne, si può da noi
donne
donne, sommamente peccate
donne
donne e con molti nobili
donne che in compagnia di
donne e le piú preziose
donne, comprese per gli
donne
donne, sotto il governo
donne
donne secondo la lor
donne, la quale elle
donne
donne, de’ quali alcun
donne
donne lunga istoria
donne intesa, gli dissi
donne secondo la sua
donne, con li quali venne
donne
donne aveva tenuta e
donne e gli uomini quando
donne per li varii casi
donne e maggiori
donne predette e con loro
donne, e per diverse
donne
donne hanno già molte
donne, esser vero come si
donne
donne, le quali alle lor
donne
donne lasciate da loro
donne che compagnia le
donne, una parte della
donne
donne a casa rimase si
donne nel letto, come
donne, andarono a vedere;
donne
donne: nella quale
donne
donne, oltre al vestire e
donne
donne, cotante
donne
donne mie care, mi pare
donne dissero che Dioneo
donne di lavarsi la testa
donne e gli uomini
donne e de’ signori.
donne e dai tre giovani,
donne, le quali tutte
donne
donne, assai sono di
donne
donne assai famoso di
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FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
CORNICE
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
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1
1
1
1
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2
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CONCL
CONCL
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INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
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1
4
5
2
5
6
8
20
30
31
34
35
35
35
allora piú che otto
sua col castaldo delle
altri servigetti; ma le
e io ho piú volte a piú
alcuna volta un poco le
d’un valoroso re, vaghe
La quale, o piacevoli
senza colpa alle oneste
Egli ci sono dell’altre
non senza risa delle
bellezza tutte l’altre
avvenne che da
caldo e molte brigate di
e nella brigata delle
di rimanervi.
Quivi le
misera la fortuna delle
non solamente delle
errore s’è quello delle
suoi parenti e colle sue
fratelli e le lor
fatto, loro e le lor
Ermellina e dall’altre
uomini parimente e le
appresso fecer le
non fai tu, come l’altre
Carissime
opere di molti uomini e
uomini di richieder le
fare una gran festa di
E sentendo le
i suoi uomini e alle
a dire:
Graziose
ella domandata dalle
fatto servigio.
Le
E per ciò voi, giovani
a rider mosse l’oneste
e quindi, rivolto alle
donne, disse:
"Amorose
fine.
Carissime
Sono adunque, discrete
cose, cioè a ragionar di
da cosí aguti, valorose
brigata di belle giovani
io fo male, o giovani
che di voi, dolcissime
di compiacere alle
biasimare. Le Muse son
son donne, e benché le
piacere. Senza che le
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donne con una badessa, e
donne, a Lamporecchio là
donne
donne mi davano sí poco
donne, che a noi son
donne
donne arrossate e
donne, intendo che per me
donne
donne, io racconterò non
donne
donne acquistar biasimo.
donne assai le quali per
donne, finita la novella
donne
donne napoletane, e fu
donne che sue parenti
donne e di cavalieri,
donne di Catella fu
donne, e Catella insieme
donne
donne e come è male
donne secolari, ma de’
donne, le quali gli
donne
donne ricevesse i quattro
donne, aggiugnendo che
donne
donne a dover desinare la
donne graziosamente
donne, né avendo avuto in
donne
donne, cosí le non
donne
donne, festa a Tedaldo?
donne
donne, a me si para
donne
donne passate ragionava
donne, che a lor vanno
donne
donne e di cavalieri,
donne e’ cavaleri nel
donne, che tutti
donne
donne, voi non udiste
donne
donne di che nel diserto
donne domandarono come si
donne, alle quali la
donne
donne, tali e sí fatte
donne
donne, disse:
"Amorose
donne
donne, per la mia
donne
donne, sí per le parole
donne
donne, stati alcuni che,
donne
donne o a compiacer loro.
donne, mentre io ne’
donne
donne e ornate, che da un
donne, troppo
donne
donne, sovente si
donne
donne: il che se essi non
donne
donne, e benché le donne
donne
donne quello che le Muse
donne già mi fur cagione
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CORNICE
CORNICE
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
FILOSTRATO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
EMILIA
ELISSA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
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IV
IV
IV
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IV
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INTRO
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CONCL
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1
1
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33
3
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1
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59
65
66
69
69
70
4
3
4
17
della simiglianza che le
dal vostro, gentilissime
vagati siamo, o belle
Fu adunque, valorose
degli uomini e delle
s’andò con altre
con una gran brigata di
la novella. Queste
a’ mariti e a altre
la notte a consolare le
incominciò.
Giovani
maggior danni s’è nelle
giovani e d’altrettante
a vedere le lor
dalla parte delle lor
e in gioia con le lor
Folco e Ughetto e le lor
e da loro le lor
per consolar le lor
Piacevoli
il fece, gioie da
La mia novella, graziose
aveva detta, fu alle
E però, amorose
la novella, e quasi
quasi da tutte le
mio giudicio, valorose
madre con molte altre
recato e mettiti tra le
che, riconfortandola le
Di che tutte le
parata dinanzi, pietose
non che a voi,
li petti delle vaghe
parole alle belle
laurea, e aspettando le
Molte novelle, dilettose
Che dunque, piacevoli
Efigenia da molte nobili
prima delle due nostre
spose con molte altre
e il simigliante l’altre
sopra la quale messe le
che alla riscossa delle
furono: e sposate le
Dovete adunque, dilicate
A me, vezzose
Non è adunque, valorose
le fanciulle che le
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donne hanno a esse; per
donne, nel quale io spero
donne
donne, là onde ci
donne
donne, in Imola uno uomo
donne
donne: e cosí faccendo,
donne
donne a confessar da
donne, loro ordinatamente
donne
donne il dissero a’
donne, e quelle a
donne
Come
donne viniziane.
donne, sí come voi
donne
donne veduto, per ciò che
donne, come di sopra
donne
E
donne e la sua.
donne l’opera era messa
donne i piú contenti
donne, senza saper che di
donne
donne, perché presa la
donne
donne della morte della
donne, assai son coloro
donne
donne portandole, come i
donne, non sarà di genti
donne
donne carissima, per ciò
donne, voi dovete sapere
donne
donne e uomini quanti
donne della città e da
donne, sono, li quali piú
donne
donne parenti e vicine, e
donne, e ascolterai
donne
donne e dicendole che su
donne che quivi erano,
donne, una novella alla
donne
donne, ma a me hanno già
donne
donne avevan contristati
donne si scusò di ciò che
donne a cui porre la
donne, a dover dar
donne
donne, diremo di Cimone?
donne
donne di Rodi fu ricevuta
donne; per che, se la tua
donne
donne già a tavola erano
donne e i servidori, e
donne e saliti essi tutti
donne venia, dato de’
donne e fatta la festa
donne, sapere che vicin
donne
donne, si para dinanzi
donne
donne, gran tempo passato
donne
La
donne attempate.
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CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
CORNICE
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
CORNICE
PAMPINEA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
NEIFILE
CORNICE
PANFILO
CORNICE
FIAMMETTA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
CORNICE
EMILIA
ELISSA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
V
V
V
V
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3
10
14
18
2
5
3
3
9
37
54
2
4
di Neifile, assai alle
forze, piacevoli
palermitani, e uomini e
fatta lodavano, cosí le
la Violante.
Le
a dire:
Bellissime
e con altre femine e
la giovane come le
che quelle sono che le
Filomena:
Amabili
la figliuola e tutte le
mettere gli uomini e le
aveva fatto, quante
sí tutte le ravignane
e io, carissime
tenuta delle piú belle
usanza è delle nostre
e vitupero di tutte le
che cosí vi vo’ dire,
meno per vergogna dalle
reco.
Di che tutte le
parlava, facevan le
la ponga.
Giovani
tanto stanno meglio alle
uomini quanto piú alle
di diporto insieme con
fu da ciascuna delle
cosí cominciò:
Belle
cominciò:
Piacevoli
avvenne che fra l’altre
all’altro veggendo le
pronto ingegno, amorose
tacque, avendo molto le
disse:
Carissime
Ridevano ancora le
a parlare:
Giovani
cominciò:
Valorose
bene accompagnata di
ché essa solamente le
solamente per quelle
punse li cuori delle
di biasimare e uomini e
Quantunque, leggiadre
incominciò:
Vezzose
disse:
"Signori e
disse: "Signori e
e sopra li veli delle
che carico sia l’aver
disse: "Valorose
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donne piaciuta, comandò
donne, son quelle d’amore
donne
donne, concorsero a
donne
donne, che a riguardare
donne
donne, le quali tutte
donne
donne, al tempo che il
donne
donne era usata sovente
donne fanno, non
donne qua chiamano ‘rose’
donne, come in noi è la
donne
donne lor parenti, e
donne a tavola, sí ordinò
donne v’aveva (ché ve ne
donne paurose ne
donne, da una novella
donne
donne e delle piú
donne, l’anno di state
donne
donne di questa terra: la
donne mie care, che chi
donne risa che per poco
donne cominciarono a
donne sí gran risa, che
donne, come ne’ lucidi
donne
donne che agli uomini
donne che agli uomini il
donne e con cavalieri, li
donne e degli uomini il
donne, io non so da me
donne
donne, prima Pampinea e
donne
donne fiorentine una ne
donne per la via onde il
donne, spesso parole
donne
donne preso di piacere
donne, egli avviene
donne
donne della bella e
donne, l’essere stati
donne
donne, bella cosa è in
donne
donne e d’uomini, da
donne tapinelle costrigne
donne le quali per denari
donne ascoltanti, e con
donne e ciascuna cosa che
donne, oggi mi sieno da
donne
donne, quantunque io
donne
donne, come voi sapete,
donne
donne, voi dovete sapere
donne
donne cominciò a fare le
donne a reggere e a
donne, in diverse maniere
donne
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CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
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EMILIA
EMILIA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
CORNICE
ELISSA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
NEIFILE
NEIFILE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
CORNICE
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
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VI
VI
VI
VI
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VI
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VI
VI
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VII
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VII
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VII
VII
VII
VII
VII
VII
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VII
VII
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VII
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VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
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CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
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CONCL
CONCL
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CONCL
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1
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3
5
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2
2
2
3
6
salvamento di loro le donne hanno già fatte a’
pareva a alcuna delle donne che male a lor si
quali il re rispose:
"Donne
Donne, io conosco ciò che
Donne
e gli uomini e le donne d’operar
dirla bella.
Quando le donne ebbero udito questo
Elissa, chiamate l’altre donne da una parte, disse
la Valle delle Donne
Donne, né ancora vidi
d’esservi state.
Le donne risposono che erano
che alla Valle delle Donne pervennero. Dentro
che quella donde le donne venute v’erano, era
venute le giovani donne
donne, poi che per tutto
famigliari, lasciate le donne
donne, se n’andarono a
casa, dove trovarono le donne che facevano una
della Valle delle Donne
Donne, assai di bene e di
salvamento di loro le donne hanno già fatte a’
n’andò nella Valle delle Donne
Donne, per quivi disporre
e levatosi fece le donne e’ giovani tutti
infino nella Valle delle Donne n’andarono, dove da
ingegnerommi, carissime donne
donne, di dir cosa che vi
E per ciò, donne mie care, nella
Carissime donne mie, elle son tante
che, se essi sanno, e le donne d’altra parte anche
partice, che l’avedute donne non ne ridessono,
Piacevoli donne
donne, lo ’ncantar della
alle quali, amorose donne
donne, io una
si levarono, e uomini e donne
donne, e fecersi alle
e gli uomini e le donne
donne, cominciaro a
Nobilissime donne
donne, la precedente
essi dovessero alle donne non altra pena aver
della vita delle giovani donne e diligentissimi
disse:
Amorose donne
donne, se io non ne sono
sé ragionare delle belle donne di Francia e
aveva cerco e di quante donne vedute aveva mai,
cominciò:
Belle donne
donne, gran peso mi resta
uomini e delle buone donne per moglie, e fanno
di quella si potevano le donne tenere, quantunque
Io non credo, reverende donne
donne, che niuna cosa sia
di quello che le giovani donne prendono piú
uomini al piacer delle donne lungamente m’ha
quale, poi che vide le donne racchetate, che del
tanta forza, carissime donne
donne, che, lasciando
delle beffe che le donne fanno a’ mariti; e,
Levaronsi adunque le donne e gli uomini
"Voi sapete, nobili donne e voi giovani, che
E per ciò, amorose donne
donne, con ciò sia cosa
delle beffe fatte dalle donne agli uomini, una
e gli uomini e le donne ciò che Gulfardo
incominciò:
Belle donne
donne, a me occorre di
ne’ servigi delle donne
donne, il quale, come che
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http://www.brown.edu/decameron
Diti – Dovete
PANFILO
CORNICE
ELISSA
ELISSA
EMILIA
FILOSTRATO
FILOMENA
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
CORNICE
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
CORNICE
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FILOMENA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
FILOSTRATO
NEIFILE
FIAMMETTA
CORNICE
PANFILO
PAMPINEA
LAURETTA
CORNICE
EMILIA
CORNICE
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
2
3
3
3
4
5
6
7
7
7
7
7
7
8
8
8
9
9
9
9
9
10
10
10
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
INTRO
1
2
2
2
2
3
4
5
6
6
7
8
9
9
10
10
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
7
2
3
27
3
3
3
2
3
12
13
105
149
2
3
35
2
3
23
27
97
2
3
7
2
3
7
13
6
3
3
5
7
7
3
3
3
2
3
3
3
2
3
2
3
1
3
4
12
e meglio le lor
Panfilo, della quale le
Io non so, piacevoli
nel monistero delle
cominciò:
Valorose
cominciò:
Dilettose
incominciò:
Graziose
Molto avevan le
cominciò:
Carissime
sí che io con l’altre
ella non sapeva ben,
e careggiati dalle loro
E per ciò guardatevi,
d’Elena a ascoltare alle
disse:
Piacevoli
ciascuna di quelle
Poi che le
Assai bene, amorose
si è quello delle belle
son due pur le piú belle
carpone infino presso le
luoghi facesse le
disse:
Graziose
grandi e onestissime
commendare di ciò che le
a parlare:
"Dilettose
a un altro si diede: le
finita e le giovani
da’ giovani e dalle
volte s’è, o vezzose
Carissime
nel quale, tra l’altre
che egli da una delle
la oppinion delle
Bellissime
incominciò.
Valorose
Gentilissime
del quale poscia che le
disse:
Laudevoli
Altra volta, piacevoli
Come costoro, soavissime
la qual, poi che le
a parlare.
Amabili
poco da mormorare alle
a parlare:
Leggiadre
si ridesse, meglio dalle
avendo disposto, alle
e disse:
"Innamorate
petto, / come dell’altre
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donne,
donne quando essi in
donne avevano tanto riso
donne, se egli mi si
donne
donne di Faenza,
donne, quanto i preti e’
donne
donne, il giovane che
donne
donne, come Filostrato fu
donne
donne riso del cattivello
donne, spesse volte
donne
donne possa andare a
donne mie, che cosa è il
donne, né altra gloria
donne
donne, dal beffare, e gli
donne
donne, ma per ciò che in
donne
donne, per ciò che mi
donne
donne ebbe due mariti e
donne alquanto ebber
donne, si guadagnò
donne
donne, le quali
donne
donne del mondo; e sí
donne di Ripole il
donne ridere, non è da
donne, manifesta cosa è
donne
donne.
E essendo non a
donne
donne sogliono essere piú
donne, assai
donne
donne a far ghirlande e a
donne e gli uomini
donne cantate furono.
donne, ne’ nostri
donne
donne, saviamente si
donne
donne monache che v’erano
donne di là entro fu
donne monache e di
donne, lo scostumato
donne
donne, se egli non fosse
donne
donne, sí come io credo
donne
donne si tacquero, la
donne, il nome della
donne
donne, delle verità
donne
donne, che oggi davanti a
donne
donne ebbero assai riso
donne, se con sana mente
donne
donne e da ridere a’
donne, infra molte
donne
donne intesa che Dioneo
donne aspettanti si
donne, la discrezion
donne
donne, aspri né gravi, /
donne
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Diti – Dovete
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
ELISSA
CORNICE
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
donnesca
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
IX
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
I
IV
V
CONCL
INTRO
1
2
3
3
4
4
5
5
5
6
6
6
7
7
7
8
8
9
9
9
9
10
10
10
10
10
10
10
10
10
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
13
2
2
3
2
3
3
47
3
12
26
2
3
30
3
5
37
3
46
3
30
31
72
3
39
50
50
53
53
56
56
65
1
2
8
9
12
16
3
3
5
21
29
e dal re e da tutte le
Panfilo levatosi, le
grazia, onorabili
incominciò:
Dilicate
già il ragionare delle
incominciò:
Nobili
incominciò:
Giovani
Che adunque qui, benigne
cominciò:
Morbide
nuove, con molte altre
Che direm qui, amorevoli
ragionamenti tralle
Splendide
le violenze fatte alle
discreto, raguardevoli
dove ella era con altre
la reina con molte
Magnifiche
notte venuta, lasciar le
a parlare:
Vaghe
ma considerando che le
voi siate alle vostre
per ciò che di quante
Mansuete mie
La quale con le
che io non ho in casa
da far ci è, e quelle
invitar tutte le
donnesco tutte le
La quale dalle
venga la mia donna. Le
erano sgannarono.
Le
era finita, e assai le
a parlare:
"Adorne
furon molti tra le
in piè si levò.
Le
m’aveggio / che altre
lasciate le sette
alcuna volta dire alle
né a ascoltare a oneste
agli uomini e alle
faticano, che a voi,
E voi, piacevoli
INTRO
INTRO
9
34
31
20
gran parte postposta la donnesca pietà, per
e oltre a ciò la vostra donnesca onestà, quando
vedendol venire, con una donnesca piacevolezza
AUTORE
AUTORE
AUTORE
AUTORE
AUTORE
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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donne commendata la
donne e’ suoi compagni
donne, reputar mi debbo
donne
donne, l’essere stato un
donne
donne, comandò il re a
donne
donne, grande fu la
donne
donne, magnifice cose e
donne
donne, direte? estimerete
donne
donne, niun con ragion
donne
donne della città andò il
donne? preporremo la
donne
donne stati, qual maggior
donne, io fui sempre in
donne
donne da Manfredi avervi
donne, sarebbe che non
donne
donne, il vide correndo
donne
donne e la giovane tra
donne, chi non sa li re
donne
donne la nuova sposa nel
donne, senza alcun fallo
donne
donne secondo il lor
donne lontani e la
donne mi parve veder mai
donne, per quel che mi
donne
donne, le quali con lei
donne
donne che mi sappiano
donne fa invitar che ti
donne della contrada,
donne che a quelle
donne ricevuta e nella
donne, che molto avevano,
donne
donne lietissime, levate
donne, chi d’una parte e
donne
donne, come io credo che
donne
donne e tra’ giovani, ma
donne e gli altri
donne savie son com’io, /
donne in Santa Maria
donne e molte spesso
donne. La qual cosa io
donne
donne di dir tutto dí
donne, alle quali tanto
donne
donne, con la sua grazia
donne
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Diti – Dovete
donnescamente
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
I
III
IV
VIII
10
5
INTRO
CONCL
2
2
45
1
donnesco
DIONEO
X
10
53
donno
CORNICE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
10
10
10
10
10
10
10
10
10
10
10
10
10
1
6
8
9
13
13
14
15
17
19
20
22
24
amando fu amato.
un prete, chiamato
suo, quante volte
allogata la cavalla di
cominciò a sollicitar
gli dovesse insegnare;
si levarono e chiamarono
egli dicesse: per che
lo farebbe.
Appresso
bene disse: "O
venuto, quando
troppo bassa.
Disse
mestiere antico, e con
Donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
donno
1
CONCL
CONCL
3
5
5
5
7
8
6
9
9
9
2
7
8
1
1
1
3
4
8
9
10
12
21
38
6
7
24
70
29
30
30
31
32
30
24
33
15
16
20
37
20
34
30
quelli piú volentieri in
grazia vi cheggio un
in esso, / tutta mi
della donna e del bel
gliele profferesse in
il mio pallafreno, ma in
piú rassicurato di tanto
di lui un picciol
La donna lieta del
benignamente l’ultimo
e dovere, chiederti un
strema fortuna; e questo
acciò che io per questo
Messer Geri ebbe il
e per ciò io il ti
gioiello il quale io ti
e degno d’ogni gran
non mi turbo di non aver
al re che a tanto
dalla natura.
Piccol
un caro e uno solenne
consiglio e il suo
a vile quel piccioletto
dono che alcuno altro
dono, il quale voglio che
dono
dono a lui, tutta mi
dono, come dal frate
dono
dono.
Il Zima, udendo
dono
dono il potreste voi bene
dono quanto conceduto
dono che io ti domanderò
dono e attendendo d’aver
dono di colei la qual tu
dono il quale io so che
dono è il falcon tuo, del
dono possa dire d’avere
dono di Cisti carissimo e
dono, e sí ti prometto
dono
dono.
Spinelloccio,
dono
dono: ma la vostra
dono
dono ricevuto da voi, per
dono si confaceano, con
dono è donare cento anni:
dono al vostro marito.
dono, e me nelle lagrime,
dono
dono il quale io vi farò
dono (cf. don)
don
PANFILO
I
CORNICE
I
EMILIA
I
FILOMENA
III
ELISSA
III
ELISSA
III
ELISSA
III
EMILIA
III
LAURETTA
III
PANFILO
IV
FIAMMETTA
V
FIAMMETTA
V
FIAMMETTA
V
PAMPINEA
VI
FILOMENA
VII
FIAMMETTA
VIII
NEIFILE
X
NEIFILE
X
NEIFILE
X
FILOSTRATO X
LAURETTA
X
FILOMENA
X
PANFILO
X
alla reina; la quale
di frate Puccio, quando
che detto le fosse,
testa a Emilia la pose
donnescamente
donnescamente
donnescamente
donnescamente
cominciando
la reina ad
cosí
dicendo:
con animo e costume donnesco tutte le donne
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Gianni ad istanzia
Gianni di Barolo,
Gianni in Tresanti
Gianni, che egli
Gianni che questa
Gianni s’ingegnò
Gianni, il quale,
Gianni, preso un
Gianni fece
Gianni, io non vi
Gianni tiratolo
Gianni: "Perché tu
Gianni insieme
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Diti – Dovete
donò
FILOMENA
FILOMENA
NEIFILE
LAURETTA
DIONEO
NEIFILE
ELISSA
PAMPINEA
PANFILO
I
II
III
IV
VIII
X
X
X
X
3
9
9
3
10
1
2
7
9
18
53
53
28
11
11
31
46
57
donogli
PAMPINEA
NEIFILE
II
X
3
1
46
7
donolle
FILOMENA
II
9
73
donommi
DIONEO
VI
10
47
donzel
FIAMMETTA
V
9
5
donzella
NEIFILE
VII
8
42
donzello
FILOMENA
II
9
8
doppi
EMILIA
LAURETTA
III
X
7
4
30
22
v’amava, in ben mille doppi faceste l’amor
la qual cosa in molti doppi multiplicò la
doppia
NEIFILE
IV
8
33
quivi erano, vinte da doppia pietà,
doppie
EMILIA
III
7
34
doppiere
PAMPINEA
V
6
21
doppieri
CORNICE
III
CONCL
19
e oltre a ciò gli
Ambruogiuolo "queste mi
cortese domanda, le ne
di quella notte gliele
della sua donna gliele
il signore che a me ti
e riconciliatoselo gli
giovane donarono, gli
a’ quali la donna vostra
donò grandissimi doni e
donò con alcuna altra
donò cinquecento e tanti
donò, la mattina nel
donò
donò.
Salabaetto, udend
donò
donò.
Il famigliare
donò
donò una gran prioria di
donò Cefalú e
donò queste robe; e ora è
onore fé cavaliere e donogli la contea di
re gliele concedette, e donogli una delle miglior
donna onorò, e donolle che in gioie e
sue sante reliquie:
e donommi uno de’ denti
sopra ogni altro donzel di Toscana.
Il
e piú onesto che una donzella,
donzella son poche sere
in gran parte o donzello dee avere, che
oggi le fanno larghe e doppie e lucide e di
in quella con un gran doppiere acceso innanzi
fiori avendo fatti molti doppieri accendere ne
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Diti – Dovete
doppio
LAURETTA
II
4
29
ancor meno, egli era il doppio piú ricco che
dorare
LAURETTA
VI
3
7
giacere; per che, fatti dorare popolini d’ariento
dorata
PANFILO
X
9
105
doria
EMILIA
EMILIA
II
II
6
6
27
70
dorma
FILOSTRATO
V
4
25
ella sopra quel veron si dorma?
dorma Ella non ha in
dormavi
FILOSTRATO
V
4
26
d’alcuna sargia: e dormavi,
dormavi e oda cantar
dorme
PAMPINEA
FIAMMETTA
PANFILO
II
III
IV
3
6
6
27
19
4
del mondo. L’abate dorme e se’ cortine son
la nona, quando la gente dorme,
dorme a questo bagno; di
quantunque a colui che dorme,
dorme dormendo, tutte
dormendo
PANFILO
PANFILO
LAURETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
PANFILO
PANFILO
DIONEO
DIONEO
FILOSTRATO
PAMPINEA
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
PAMPINEA
CORNICE
PANFILO
II
II
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
VII
IX
IX
IX
IX
X
7
7
8
1
2
6
6
10
10
4
6
8
4
6
7
8
9
52
77
31
18
33
4
10
14
24
31
23
11
10
12
5
2
85
lo gran caldo che era,
era stata sopra il letto
quando alcun voleva
s’addormentò.
E cosí
che paura non avesse
a colui che dorme,
alla giovane una notte
venne, e trovato Ruggier
per lo quale la donna,
E in cotal guisa
re, due ignudi uccidere
avvenne una notte che,
Il Fortarrigo,
poi dopo alquanto, non
ad una lor possessione,
che Talano veduto avea
adormentato fu. E cosí
dormente
PANFILO
FILOMENA
II
VII
7
7
35
28
venuta, una gran coppa dorata la qual davanti
a un messer Guasparrin Doria la balia di madama
servo messer Guasparrin Doria tiene in casa, il
dormendo la donna, esso
dormendo presa, fu
dormendo mandare nel suo
dormendo egli, Ghismonda,
dormendo solo, aveva la
dormendo, tutte paian
dormendo
dormendo parve in sogno
dormendo lo ’ncominciò a
dormendo io, qui m’avesse
dormendo, senza
dormendo
dormendo, si ritenne e
dormendo
dormendo la donna e
dormendo l’Angiulieri, se
dormendo alcun di loro,
dormendo egli, gli parve
dormendo non essere stato
dormendo, fu portato per
dormendo
quella aperta, Pericone dormente uccisono e la
in sul petto, lei non dormente trovò.
La
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
dormentoro
DIONEO
I
4
19
dormi
FIAMMETTA
NEIFILE
DIONEO
II
IV
V
5
8
10
45
17
47
dormí
FILOSTRATO
V
4
24
dormia
PAMPINEA
III
2
14
dormiglione
DIONEO
DIONEO
IV
IV
10
10
14
46
dormir
DIONEO
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
LAURETTA
DIONEO
FILOSTRATO
CORNICE
CORNICE
LAURETTA
FILOSTRATO
PAMPINEA
NEIFILE
PANFILO
I
I
II
II
III
IV
V
VI
VII
VII
VIII
VIII
IX
IX
4
CONCL
5
5
8
10
4
8
INTRO
4
5
7
4
6
7
9
45
50
31
44
31
3
9
13
19
121
10
12
avvenne che l’abate, da
balleremo; e da
in buona ora e lasciaci
buono uomo; lasciaci
tanta presane che a fare
nella mia camera a
ha fatto questa notte
non altrimenti che se da
andare a dormire; e chi
e ella nolle poteva
d’ogni uomo, come se da
passata, lo scolare, da
l’Angiulieri, e vedendol
di loro, come che di
dormirai
FILOSTRATO
V
4
18
notte sarà piú fresco, e dormirai meglio.
dormire (n.)
CORNICE
I
INTRO
109
esser nocivo il troppo dormire il giorno: e cosí
dormire
CORNICE
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
I
I
II
II
II
II
II
INTRO
CONCL
3
3
3
3
5
108
8
24
24
25
26
36
alla reina d’andare a
ben fatto l’andarsi a
e ogni uomo andato a
là dove esso potesse
me e la mia famiglia
tesero, io avrei fatto
lasciato Andreuccio a
al bosco, essendo nel dormentoro occultato,
tu hai troppo bevuto, va dormi e tornerai
disse: "O anima mia, dormi tu ancora?
Deh ché non vai dormi per istasera?
La
la seguente notte non dormí,
dormí ma ella non lasciò
che già per tutto si dormia,
dormia e tempo
dicendo: "Leva sú, dormiglione
dormiglione, ché, se tu
ti scotesse, avesti un dormiglione;
dormiglione e per ciò va
Based upon/Testo di riferimento:
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dormir levatosi e
dormir levatici, come
dormir, se ti piace.
dormir
dormir, se ti piace; e se
dormir
dormir tre giorni
dormir meco il menai, e
E
dormir la Caterina.
dormir si levasse,
dormir non volle, degli
dormir tutte né sola in
dormir si levasse
dormir levatosi e della
dormir forte, di borsa
dormir mostrassero, fece
"Ora
dormire:
dormire per che, data a
dormire.
Domattina, per
dormire
dormire, Alessandro
dormire
dormire.
Al quale
dormire
dormire su per le panche;
dormire sopra i granai i
dormire nella sua camera
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Diti – Dovete
FIAMMETTA
CORNICE
CORNICE
FILOSTRATO
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
EMILIA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
CORNICE
CORNICE
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
PANFILO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
NEIFILE
PAMPINEA
DIONEO
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
PAMPINEA
II
II
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VI
VI
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
5
CONCL
INTRO
1
1
2
2
4
4
4
7
7
7
8
8
CONCL
INTRO
1
10
10
10
10
10
CONCL
INTRO
INTRO
1
4
4
4
4
4
4
4
5
6
10
INTRO
4
CONCL
CONCL
INTRO
1
4
4
5
7
6
7
53
8
14
21
30
26
28
6
19
28
12
15
78
31
67
19
45
13
10
12
14
22
33
18
4
4
7
15
23
24
27
28
31
32
16
21
46
3
14
38
48
9
15
8
10
43
27
15
23
notte non ci lascerai
saremo domenica appresso
piacesse, s’andasse a
che sembiante facea di
le suore sieno tutte a
diliberò di far vista di
sentito, se ne tornò a
ella si sarebbe voluta
sopra ’l letto tuo e
cagione di non poter
della casa fu messo a
ne sciesono e andarsi a
della casa andato a
fatta maniera piú e men
quattro ora il facesse
che, ora parendogli da
cenato aveano.
E da
sembianti di voler
bevendola, tanto a far
della casa s’andassero a
ché, se tu volevi
stare se n’andarono a
un’acqua lavorata da far
che l’ora dell’andare a
a passata l’ora del
de’ quali alcuni a
sopra il verde prato
caldo non aveva potuto
è questo a che ella vuol
ma ella non lasciò
la sera vegnente
similmente s’andò a
la figliuola
vide ignudi e scoperti
"Come non ti vai tu a
e abbracciati vide
aveva di mangiare che di
cantate, chi andò a
a cui non era per lo
letto se alcun volesse o
disse ch’andasse a
si poté andare a
potesse di lei, di
il vedea, messolo a
gli bisognasse a ben
camera terrena si mise a
essendo stanco, s’andò a
se n’andarono a
tornatasi se n’andò a
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dormire persona; e
dormire adunati, avendo
dormire.
De’ quali chi
dormire
dormire cominciarono a
dormire, se non noi;
dormire
dormire e d’attender
dormire.
Il re levato
dormire
dormire o forse scherzar
dormire: e la mattina
dormire
dormire, e per ciò per lo
dormire
dormire.
Quivi, sí per
dormire
dormire.
Tedaldo,
dormire
dormire, trovò che
dormire
dormire colui che la
dormire, rimessigli i
dormire
dormire, comandò che con
dormire
dormire, essendo il sole
dormire
dormire, mandate via le
dormire
dormire quanto esso
dormire.
Standosi
dormire
dormire, tu te ne dovevi
dormire
dormire.
Ruggieri, il
dormire
dormire, e contolle per
dormire
dormire sopravenne; per
dormire la reina licenziò
dormire andarono e altri
dormire una bellissima
dormire.
Disse la
dormire
dormire? Io la farò
dormire
dormire la madre, pur del
dormire, tanto attese che
dormire
dormire.
Ricciardo,
dormire
dormire sopra ’l verone,
dormire abbracciati nella
dormire oramai? Che ti
dormire.
Di che egli di
dormire
dormire, domandava pure
dormire
dormire e chi a giucare a
dormire l’ira cessata,
dormire o giacersi di
dormire.
Finisce
dormire
dormire; e chi dormir non
dormire
dormire fece sembiante.
dormire, primieramente
dormire
dormire il mise
dormire.
Quindi vicin
dormire
dormire, e la donna
dormire
dormire.
Calandrino,
dormire
dormire; la donna allora
dormire
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Diti – Dovete
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
CORNICE
ELISSA
NEIFILE
PANFILO
PANFILO
DIONEO
PANFILO
PANFILO
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
7
7
7
CONCL
2
4
6
6
10
9
9
44
65
111
13
18
9
18
26
10
19
70
il letto si gittò a
la fante ne mandò a
ora gli parve, s’andò a
ciascuno se n’andasse a
col suo prete si tornò a
aiutato s’andò a
tornar nel suo letto a
non ho mai poscia potuto
volutasene andare a
poco appresso s’andò a
ben di lui il facesse
dormire,
dormire donde tutto
dormire; e in su l’ora
dormire
dormire.
La donna,
dormire
dormire.
Finisce
dormire
dormire, e l’Isabetta col
dormire
dormire e dissegli che
dormire le si levò
dormire; e tu se’ una
dormire
dormire con una sua
dormire.
Il famigliar
dormire
dormire.
Ordinato
dormire
dormirei
FILOSTRATO
V
4
21
suo giardino, e quivi mi dormirei:
dormirei e udendo
dormirò
EMILIA
VIII
4
26
dormiron
CORNICE
III
INTRO
15
dormirono
PAMPINEA
VIII
7
38
dormirsi
FILOSTRATO
NEIFILE
III
IX
1
4
34
11
dormirvi
FILOSTRATO
V
4
13
sí che fatto mi verrà di dormirvi.
dormirvi
dormisse
FILOMENA
PAMPINEA
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
II
III
VII
VII
IX
9
2
8
8
10
26
25
9
9
10
avvisò che la donna
Come che ciascuno altro
e ella, se il marito
ad aprire; e se egli non
che il prete col marito
dormissi
FILOSTRATO
FILOMENA
V
VII
4
7
12
25
via veder, se già tu non dormissi o potessi venire
dormo; verrai là e se io dormissi tanto mi tocca
dormissono
EMILIA
V
2
16
dormito
PAMPINEA
II
3
36
La Ciutazza disse: "Sí dormirò io con sei, non
tavole, mentre gli altri dormiron,
dormiron si diede.
poco quella notte dormirono,
dormirono anzi quasi
all’ombra d’un mandorlo dormirsi
dormirsi; e avendogli il
in alcuno luogo ebbro dormirsi,
dormirsi sí come altra
Ricciardo
dormisse,
dormisse con certi suoi
dormisse forte, colui che
dormisse, il lascerebbe
dormisse
dormisse, ella il
dormisse
dormisse nel letto, e
in quella i pescatori dormissono,
dormissono andò alla
alcuno dove la notte dormito si fosse, lieto
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Diti – Dovete
DIONEO
DIONEO
PAMPINEA
PAMPINEA
DIONEO
CORNICE
PANFILO
IV
VI
VIII
VIII
IX
X
X
10
10
7
7
10
INTRO
9
23
31
75
112
14
4
33
dormitoro
DIONEO
I
4
8
dormiva
PAMPINEA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
NEIFILE
PANFILO
EMILIA
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
PAMPINEA
NEIFILE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
DIONEO
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
II
II
II
II
III
III
III
IV
IV
V
V
V
V
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
3
7
7
7
2
2
2
5
8
1
2
6
6
5
7
7
8
8
10
7
4
6
6
6
6
10
8
9
9
28
35
56
88
15
24
25
6
18
27
16
17
21
14
28
29
7
7
16
113
10
12
15
16
24
9
106
88
90
dormivan
FILOMENA
DIONEO
II
IV
9
10
27
27
dormivano
DIONEO
I
4
5
quale grandissima pezza
desinato e poi alquanto
a piè d’un cespuglio
la notte passata aveva
a pena avendo la notte
poi ch’ebber mangiato e
lui; per che, poi che
dormito avea e già aveva
dormito, un poco dopo
dormito
dormito alquanto,
dormito, s’addormentò.
dormito
dormito con tanto
dormito, come far soleano
dormito
dormito ebbero, vestitisi
di piedi per lo dormitoro,
dormitoro a un piccol
L’abate, il quale non
Pericon con la donna
la quale fisamente
assai piccolo si
letto nel quale la reina
in diversi letti
reina stato era non
là dove Lorenzo
La giovane, che non
Cimone, il quale non
quale essalei che forte
e alla giovane, che non
nella qual sapeva che
il giovane in quella
dal canto donde la donna
fece, che Egano che
penasse ma poi
essolui mentre il marito
e lui, il qual forte
lei che profondamente
era, se n’andò là dove
allato del letto dove
al letto dove esso
al letto dove il marito
allato al letto dove
con la sua bella moglie
qui è là vid’io che si
e ornamenti, e ancor si
quello il cavalier che
dormiva anzi alli suoi
dormiva e quella aperta,
dormiva, scoperse; e
dormiva
dormiva.
Per la qual
dormiva
dormiva.
Egli
dormiva
dormiva; ed estimando che
dormiva
dormiva ancora; per la
dormiva, che il maggior
dormiva
dormiva, volle gridare,
dormiva
dormiva, il dí seguente
dormiva
dormiva chiamò molte
dormiva, allato si coricò
dormiva
dormiva la giovane, in
dormiva tutto solo; per
dormiva se n’andò e,
al quale
dormiva destò;
dormiva saldissimo,
E a fare
dormiva forte.
dormiva, chiamò.
dormiva
dormiva constrinse a
dormiva l’Angiulieri, e
dormiva pose la culla
dormiva; e fornito quello
dormiva
dormiva se n’andò; ma non
dormiva la figliuola, e
dormiva, onorar nol
dormiva
dormiva mentre che io i
dormiva, quando sonato
dormiva
dormiva; e mentre
dormiva
che con lei era dormivan forte,
molto vegghiato aveano, dormivan forte né
gli altri monaci tutti dormivano,
dormivano andandosi
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Diti – Dovete
DIONEO
DIONEO
PANFILO
IV
IV
V
10
10
1
22
25
7
camera dove lor femine dormivano,
dormivano senza curarsi
le femine che ivi allato dormivano si destarono ed
a’ piè di lei similmente dormivano due femine e
dormiviti
PAMPINEA
II
3
27
dormo
DIONEO
FILOMENA
IV
VII
10
7
24
25
è questo? dove sono io? dormo io, o son desto? Io
qual parte del letto io dormo;
dormo verrai là e se io
dormono
PAMPINEA
NEIFILE
EMILIA
II
VI
VIII
3
4
4
26
16
25
stato dove i monaci dormono.
Al quale
dormono
si come quando dormono soglion fare; per
miei, ché sai che ti dormono allato; e poscia
dorrà
PANFILO
VII
9
52
ché almeno, se egli ti dorrà troppo, ti lascerò
dorrebbe
ELISSA
III
5
14
la conscienza, ve ne dorrebbe d’averlo fatto,
dorrei
FILOMENA
X
8
25
di te a te medesimo mi dorrei,
dorrei sí come d’uomo il
dorremmo
PANFILO
X
9
13
ramaricare, noi ci dorremmo di voi il quale,
dorrò
DIONEO
V
10
12
dosso
FILOSTRATO
PAMPINEA
FILOMENA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
PAMPINEA
ELISSA
FIAMMETTA
ELISSA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
II
II
II
III
III
III
III
IV
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
2
3
9
6
7
7
7
2
3
5
3
4
4
9
9
9
27
31
42
17
64
89
95
57
15
12
59
9
37
81
91
92
una coltricetta, e dormiviti.
dormiviti
Alessandro
ravedendomi, indarno mi dorrò d’avere la mia
vestiti s’ebbe, a suo
e prestamente di
il farsetto a suo
per maniera levato di
schiavina gittatasi di
mostrare.
E di
li vestimenti neri in
gittatagli una cappa in
questa cappa fuor di
il fistolo uscisse da
aveano, e mostrò loro il
di volerlosi levar da
donna si tolse da
piú belle vostre robe in
gli parve, messalasi in
si fanno; e messosi in
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dosso fatti parevano; e
dosso una camiscia,
dosso, e fattol corto e
dosso
dosso che egli mai non
dosso e di capo il
dosso gittatasi la
dosso a’ fratelli e i
dosso e scatenatolo, non
dosso, che me la traggo
dosso
dosso al suo marito.
dosso e le calcagna come
dosso per quella maniera
dosso la noia dello
dosso, acciò che voi per
dosso
dosso se n’andò sopra uno
dosso un pilliccion nero
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Diti – Dovete
LAURETTA
CORNICE
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
CORNICE
NEIFILE
LAURETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
DIONEO
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
9
1
1
1
1
1
1
2
4
8
9
5
5
10
99
1
4
6
10
14
36
2
10
26
30
5
8
14
con essa sospintolsi da
se gli leva da
donna usato a torsi da
seccaggine si levasse da
e per torglimi da
metterti i suo’ panni in
fatto, se gli tolse da
della donna a torsi da
panni egli aveva in
fango, tutti i panni in
alcuna parte rimase nel
di volerlosi torre da
loro, di levarlomi da
robe belle e ricche al
dosso,
dosso di netto col capo
dosso.
Madonna, assai
dosso
dosso due che contro al
dosso, un pensiero:
e
dosso
dosso m’ho posto in cuore
dosso e stare come se tu
dosso.
Levasi una
dosso
dosso coloro li quali
dosso gli vinsero: onde
dosso gli stracciò; e sí
dosso della buona donna,
dosso.
E a una femina
dosso
dosso m’ingegnerei.
dosso d’una giovane la
dota
EMILIA
ELISSA
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
II
II
V
V
X
X
6
8
5
10
10
10
51
92
28
10
45
45
è vedova, e la sua
né mai n’ebbe alcuna
fosse suo le dessi in
diedigli grande e buona
che io quella
sola camiscia sopra la
dota è grande e buona;
dota; e per ciò, acciò
dota
dota.
E venuta nell’età
dota
dota sappiendo che egli
dota me ne porti che io
dota mia vi piaccia che
dotata
FILOMENA
ELISSA
III
IX
3
2
5
5
alcun’altra dalla natura dotata
dotata, il cui nome, né
di maravigliosa bellezza dotata,
dotata la quale,
dotatele
FIAMMETTA
X
6
35
Neri, magnificamente dotatele,
dotatele Ginevra la
dotato
DIONEO
PAMPINEA
FILOMENA
II
VI
X
10
2
8
5
3
8
dote
EMILIA
ELISSA
NEIFILE
FILOMENA
PAMPINEA
DIONEO
II
II
III
VIII
X
X
6
8
9
6
7
10
74
92
44
4
46
43
e fosse, con una gran
che tua sorella senza
de’ miei denari quella
da Firenze, che in
Queste ti doniam noi per
te ne torni con la
dottanza
FIAMMETTA
VIII
8
14
e di far questo non aver dottanza niuna, ché io ti
dotto
DIONEO
X
10
35
signore: di che io mi dotto,
dotto se io non ci vorrò
che di corporal forza dotato d’ingegno, il cui
a un corpo dotato d’anima nobile vil
d’altissimo ingegno dotato saliva alla
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dote
dote
dote
dote
dote
dote
gli diè per moglie.
non sia, io intendo
che voi medesima a
aveva avuto della
della donna; quello
che tu mi recasti, e
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Diti – Dovete
dottor
LAURETTA
VIII
9
5
dottore
LAURETTA
LAURETTA
VIII
VIII
9
9
45
68
rosa; e oltre a ciò son dottore di medicine, che
grande né piccolo, né dottore né scolare, che
dottori
PANFILO
LAURETTA
III
VIII
4
9
15
71
dei sapere che i santi Dottori tengono che a chi
che voi mi vedeste tra’ dottori,
dottori come io soglio
dottrina
CORNICE
PANFILO
LAURETTA
FILOMENA
I
V
VII
X
INTRO
1
4
8
13
16
4
6
senza avere alcuna
cuore, nel quale niuna
le tue orme?
Certo la
Gisippo, e sotto la
dov’
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PAMPINEA
VII
VIII
VIII
VIII
X
CONCL
CONCL
CONCL
CONCL
7
13
10
12
12
30
ch’io ti trovi giammai /
/ lieve mi fa lo star
già mai / là
la mia faccia / là
suo diporto, pervenne là
dovavate (cf.
DIONEO
DIONEO
DIONEO
dovevano)
dovevano
II
II
II
10
10
10
31
31
32
dove
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
CORNICE
PROEM
PROEM
PROEM
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
INTRO
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101
112
e con un gran batalo, dottor di medicine,
dottrina
dottrina
dottrina
dottrina
di medicina
era potuta
di qualunque
d’un filosofo,
dov’io
baciai quegli
dov’
dov’io mi coco. /
Io
dov’
dov’io l’ho tenute, / e
dov’
dov’io l’accostai / per
dov’
dov’era la casa dello
dov’
volete esser tenuto, dovavate bene avere tanto
conoscimento, che voi dovavate vedere che io
che la moglie, voi non dovavate pigliarla;
navigando; per che,
piú tosto porgere
della fortuna, la quale
in Oriente aveva fatto,
e racchiudendosi,
quella pistolenza non
alli loro usci ponevano,
di dietro a quella: e,
cacciati, per li campi,
abbia alcun polso e
brigate, senza saper noi
ordinarci, che,
non monta niente; là
e prima mandato là
alla nettezza de’ luoghi
che si guardi,
caldo mancato, e potremo
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove faticoso esser solea
dove il bisogno apparisce
dove meno era di forza,
dove a chiunque usciva il
dove niuno infermo fosse
dove fossero procedesse,
dove, la mattina
dove
dove un morto credevano
dove ancora le biade
dove possa andare, come
dove, vanno fuggendo
dove
dove per diletto e per
dove io onestamente viva
dove intendevan d’andare,
dove staremo. E ciascun
dove che egli vada, onde
dove piú a grado vi fia
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Diti – Dovete
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
FIAMMETTA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
CORNICE
NEIFILE
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NEIFILE
NEIFILE
FILOSTRATO
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FILOSTRATO
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
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FIAMMETTA
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11
vostro, faccianlo; e dove non vi piacesse,
conosciuto per tutto, là dove pochi per ser
n’andò in Borgogna dove quasi niuno il
presso giacea là dove costoro cosí
come voi dite, dove cosí andasse la
giunto nella camera dove ser Ciappelletto
il quale la camera dove ser Ciappelletto
la sera, andati tutti là dove il corpo di ser
prosperare e aumentarsi; dove la sua, in contrario
fede che io ti dimostro, dove ha maggior maestri e
n’andò in corte di Roma, dove pervenuto da’ suoi
cristiana religione, là dove essi fondamento e
Per la qual cosa, dove io rigido e duro
E uscito di là dove era, chetamente
conoscesse il luogo, là dove era, dovere esser
a alcuno, che andasse là dove egli fosse, negato
potere andare in parte dove cosí tosto non
di mangiare pervenne là dove l’abate era.
E
che nelle corti.
E là dove a que’ tempi soleva
fatica in trattar paci, dove guerre o sdegni tra
corte il menarono, dove di finissimi vini e
stato piú volte già là dove io ho vedute
dovesse, quivi dimorando dove erano; e appresso
e giú del luogo dove era il tirarono, e
de’ sergenti corsero là dove il misero Martellino
e menaronnelo a palagio; dove molti seguitolo che
m’accusa dire quando e dove io gli tagliai la
questo corpo santo, dove io sono stato
ricetto si vedesse dove la notte potesse
guardava dintorno dove porre si potesse,
bagno vicino all’uscio dove il meschino Rinaldo
al fuoco tornatasi dove Rinaldo solo
cavalcavano avanti e dove andassono.
Al
fosse, donde venisse e dove andasse.
Al quale
domandò l’oste là dove esso potesse dormire
e io mi sarei stato dove i monaci dormono.
similmente avea sentito dove Alessandro s’era a
alcuno altro per marito: dove tu me per moglie non
davanti a una tavoletta dove Nostro Signore era
senza sapere alcuno dove la notte dormito si
di venire a Firenze, dove già la fama aveva la
dell’isola di Gurfo, dove una povera feminetta
recuperate, conobbe là dove era.
Per che alla
condusse infino a Trani, dove trovati de’ suoi
infino a Ravello, dove del tutto diceva di
mercatanti là se n’andò: dove giunto una domenica
e similmente le contò dove tornasse e perché
la mandò all’albergo dove Andreuccio tornava.
e domandolla dove e quando questa
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
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FIAMMETTA
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
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EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
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PANFILO
PANFILO
PANFILO
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odori tutta oliva, là
fanciulla in Palermo,
terra ne rifuggimmo,
questa maniera son qui,
veduta, e in casa sua,
peso del ventre,
seguita, senza saper
Costoro, imaginando
di te: e per ciò,
si lavasse un poco
e andava senza saper
suo albergo si abbatté;
investito in uno anello,
all’isola di Ponzo,
abbandonata, senza saper
spiriti andar vagando
in quella caverna,
uno legnetto di pisani
guari lontano al luogo
che alla caverna
della Magra n’andarono,
e appresso riguardando
mia propia figliuola, là
vogli, io sono disposto,
se ne venne a Lerici;
molto di quivi lontano,
in Cicilia pervennero,
non si potrebbe giammai.
sí faticaron la nave
non sappiendo essi
conoscendo o sappiendo
quelle non sapere
cristiani era e in parte
in parte si trovassero
a’ suoi compagni là
morte la liberarono.
se ne venne a Chiarenza,
insieme n’andarono là
lui strangolarono e
entrato intra le ruvine
e da lei informati
giardino, che nel luogo
teneva, le disse che,
le piacea, sí veramente
mandò vicina al giardino
altri n’andò al palagio
dove era la donna,
luogo di rimanersi;
giorno davanti la casa
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dove egli un bellissimo
dove, cresciuta quasi
dove
dove il re Carlo verso di
dove io, la buona mercé
dove, qui venendo,
dove
dove ciò si facesse
dove s’andasse, prese la
dove ciò gli potesse
dove tu vogli con noi
dove che sia, che egli
dove. Cosí andando si
dove
dove li suoi compagni e
dove per comperare
dove, entrati in un
dove
dove mai alcuno doversene
dove lor piacque: ma poi
dove di piagnere e di
dove ella prima era
dove era madama Beritola
dove era madama Beritola.
dove smontati alle loro
dove erano pervenuti,
dove, trattandoti io bene
dove
dove ella disonestamente
dove, ricevuto da Currado
dove
dove la festa grande era
dove con tanta festa da
Dove poi molto tempo si
dove la donna era e’
dove si fossero né
dove si fosse, pure
dove gli uomini andati
dove, se pure avesse
dove
dove aiuto manifesto alla
dove Pericon con la donna
Dove col fedito insieme
dove onorevolemente fu
dove ella era. La quale
dove il prenza gittato
dove il corpo del prenze
dove stesse la donna si
dove la donna dimorava
dove ella volesse, egli
dove in guisa si facesse
dove dimorava la donna,
dove era la donna, dove
dove da quegli che quivi
dove piú giorni la bella
dove la bella donna
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PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
CORNICE
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
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FILOSTRATO
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volta veduta, ma il
cosa mi posso ricordar
la fece venire,
fosse che viva fosse, e
veduto ciò, corsero
e io conoscendo là
a visitare il Sepolcro,
e fuggissi a casa sua,
tenendo in quella parte
alcuno m’hanno condotto
e là se ne andò
vicino alla casa di lei;
camera e quivi venne là
il conte e i figliuoli,
che via il portasse
conduce in Alessandria,
a mille de’ miei; e
il mare se ne venne,
n’andò in Alessandria,
Genova al loro piacere:
il quale, sappiendo
e egli,
donna per moglie,
tolta gli avesse o
di messer Riccardo
moglie, e se tu mi meni
camera e quivi venne
congiugnere i pianeti,
mi pare a ciò disposto
e andarne altrove; e il
il suo siniscalco,
davanti mandato al luogo
parte correr lepri, e
Masetto; e domandollo
senza dire ad alcuno
se n’andò al monistero;
s’appressarono là
in questo capannetto, là
il menò nel capannetto,
sua camera nel menò,
una femina sodisfare,
loro vergogna scemare,
cosa valere e sapere,
civanzarsi, si rifuggono
caricherebber di sdegno,
ora alla chiesa
e vagheggiate da lui, là
fu, in parte n’andò
per una lunga via, là
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dove in niuna maniera
dove; per che io vi
dove
dove da lui e dalla reina
dove tanto tempo dimorata
dove io era e molto mi
dove io era e temendo se
dove colui cui tengono
dove, senza altro
dove
dove essi cercano il
dove voi mi vedete; e se
dove Perotto avea
dove un giorno veggendol
dove era il conte e
dove, secondo la grida
dove
dove con verità il conte
dove lo ’ngannatore
dove tu niuno termine
dove per avventura trovò
dove Sicurano gli fece
dove ricchissimi e con
dove ella è, va, e
dove ella voglia, gliele
dove e l’uno e l’altro,
A
dove portatala.
dove la sua donna fosse,
dove ella sia, tu il
dove messer Riccardo con
dove qui Paganino tutta
dove io voglia stare, io
dove io ho già pensato e
dove metter dovesse la
dove andar doveano assai
dove giacer cavriuoli e
dove tanto tempo stato
dove s’andasse, in guisa
dove pervenuto, entrò
dove egli era, e lui che
dove egli fugge l’acqua,
dove Masetto senza farsi
dove parecchi giorni, con
dove a me ne convien
dove essi l’accrescono in
dove essi di gran lunga
dove aver possano da
dove di ciò sarebbe con
dove egli dimorava, e
dove a me è gravissima
dove cautamente fece alla
dove ce n’è una che è
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PANFILO
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ELISSA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
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EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
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LAURETTA
LAURETTA
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NEIFILE
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e haimi onorato molto, dove io credessi che tu a
alle prime, avvenne che, dove frate Puccio,
che nella casa entrava, dove trovò la gentil
con poche rimasa quivi dove Ricciardo era, gittò
non avrebbe guatato là dove io fossi stata.
tornò la sera a casa, dove per avventura
alla camera menare dove Ricciardo era, col
Non voglio gridar qui, dove la mia simplicità e
solamente ad Ancona, dove essendo ogni sua
giustizia e di Dio, dove sono della iniquità
e sconvenevole cosa, dove sua volontà stata
è di frate, per ciò che, dove dagl’inventori de’
colori delle cappe.
E dove gli antichi la
se in parte si trovava dove onestamente e senza
e prezzangli poco; dove esse, pensando a
che Tedaldo è vivo; e, dove voi quello prometter
partí e colà se n’andò dove Aldobrandino in
che doman sia sera, dove tu la sentenzia
fratelli e per amici, dove essi di questo ti
appresso a’ malfattori, dove commesso avevan
trovandosi senza saper dove si fosse, entrato
altro che domandare: "Dove
A cui
Dove sono io?
che tu torni al mondo; dove tornato, tu avrai un
tornò nella sua villa, dove chiunque il vedeva
se ne va per isdegno, dove vagheggiando una
lor favore si dispose; dove
dove, lietamente
ne venne a Rossiglione, dove da tutti come lor
potesser venir fatto.
Dove, acciò che per
Dove
come sono io; ma, dove voi voleste, per
voglio che ve ne segua, dove voi mi serviate. Io
a fare ogni suo piacere, dove ella possa esser
riposata, e del conte e dove fosse avendo spiato,
uomo e uomo là se n’andò dove il conte vide, e
a quella n’andò, dove un santo uomo trovò
non ne chiamate lupi, dove voi state pecore non
/ mi vidi già e lieta, dove in questa / io meno
di non ragionare là dove egli fosse d’alcuna
di comporre mille versi, dove le Muse mai non mi
la loro età fiorire, dove in contrario molti
venuta, quivi desinarono dove la passata sera
si posero a sedere, là dove Filostrato alla
re data, pensando che, dove per rallegrarci
nella grotta discese, dove
dove, trovato Guiscardo,
n’andò della figliuola, dove fattalasi chiamare e
’l mio corpo col suo, dove che tu te l’abbi
nella piazza il mena: dove
dove, riconosciuto, e da’
e facciti perdonare: e dove ella non ti perdoni,
gli accendesse davanti dove dipinto il vedeva; e
sotto la poppa manca là dove io diedi un
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PAMPINEA
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LAURETTA
LAURETTA
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con quel che menato ha,
meni, io vi potrò menare
e disse a costui
in su la Piazza,
casa loro nel menarono,
quello che non sono io:
padre loro, con essonoi,
diliberarsi, ma dissero,
sera giunsero a Genova,
pervennero in Creti,
ogni suo comandamento,
"Tosto andianne là
né mai si seppe
se ne fuggirono a Rodi,
guari lontana al luogo
in sogno e mostrale
poco innanzi ricordata,
andando Lisabetta là
E disegnatole il luogo
che nel luogo erano,
in Inferno, là
non le poteva, e disse,
amore l’avea posto, e,
venire a un giardino, là
insegnato se n’andò,
parte del giardino,
tumulto colà menare
stare a Parigi alquanto,
pace; e spiato là
e là se n’andò
con lui viver potrei,
e va a quella chiesa
parte il vide giunto
a’ suoi parenti che,
A cui la donna disse: "E
se quivi fosse l’arca
allato a una camera
seco:
"Che è questo?
tra che egli non sapeva
al quale era l’arca
cotal guisa Ruggieri là
tu stessa, per ciò che,
se n’andò alla prigione
Ruggieri, e domandatolo
fosse, rispose che
di tutti, verso Creti,
veder che si fare o
senza sapere conoscere
a uscir quindi, e poi
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove gli piace.
Se voi
dove voi vorrete;
dove voleva esser menato,
dove, tra quegli che
dove
dove, incarceratolo, dopo
dove
dove voi vogliate recare
dove noi andar ne vorremo
dove questo seguir
dove i novelli amanti
dove grandissime e belle
dove due cose ne dovesser
dove diterminato è da tua
dove arrivati si fossero.
dove in povertà e in
dove aspettandola riposto
dove sia sotterrato; ella
dove l’accidente avvenne.
dove Lorenzo dormiva, che
dove sotterato l’aveano,
dove men dura le parve la
dove io son certa che la
dove ella a’ suoi piaceri
dove a grado a lui, che
dove egli menar la voleva
dove lui insieme con un
dove Pasquino e la Simona
dove ancora il corpo di
dove gran parte della tua
dove ella stesse a casa,
dove veduto aveva che la
dove ora amata da lui in
dove Girolamo è stato
dove voleva, fellone e
dove un osso fracido il
dove il potrem noi porre,
dove veduta l’avea; la
dove lor femine dormivano
dove sono io? dormo io, o
dove si fosse e una cosa
dove noi il mettemmo;
dove trovato fu
dove tu credesti questa
dove Ruggieri era e tanto
dove la sera dinanzi
dove albergato si fosse
dove quasi ciascuno e
dove andarsi, né ancora
dove s’andassero, vicini
dove alla fortuna
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PANFILO
PANFILO
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
ELISSA
ELISSA
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ELISSA
ELISSA
ELISSA
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FILOSTRATO
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NEIFILE
NEIFILE
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PAMPINEA
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a una villa ivi vicina
E pervenuti nella sala
domandò la buona femina
disse: "Signor mio,
le corde grosse,
di saettamento copiosi,
insieme a Tunisi andò,
E andatasene un dí là
a Lipari ritornarono,
capita a quel castello
cammin verso Alagna, là
innanzi non conosceva
dicemmo, non sappiendo
il suo ronzino stesso
ma ricordandosi là
caso avvenuto; e udendo
fosse villa o castello
se ne tornarono a Roma:
giardino di tuo padre,
pervenne in sul verone,
d’arme e soldati.
a cenare, metterti là
udii a Guidotto divisare
via a Palermo.
Là
se n’andò verso il luogo
gli vuoi tu far morire
gli rimandò a casa loro,
per via di diporto;
lunghesso la camera
davanti ad uno albergo
che contro alla legge,
fatto avea, conoscendo,
mandò correndo là
contento, andatosene là
perdono, affermando sé,
figliuola prenda; e
udendo che la Violante,
grandissima grazia,
ed era per avvenire,
seco ne menò a Laiazzo,
correndo verso il luogo
spesse volte crudelmente
e io son presto di farlo
dintorno a quel luogo
di rimpetto al luogo
a grado molto, ma che,
d’esser voi medesime,
disiderava, a Campi, là
casa venuta siete,
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove i nobili giovani
dove le nuove spose con
A
dove ella fosse.
dove voi vogliate, egli
dove a’ nostri avverrà il
dove gli altri n’avranno
dove con la Gostanza in
dove Martuccio era, gli
dove fu sí grande la
dove l’Agnolella era; e
dove Pietro aveva certi
dove arrivar si dovesse;
dove andarsi, se non come
dove piú gli pareva la ne
dove era, tutta
dove stato fosse preso,
dove egli andar potesse.
dove, trovati forte
dove
dove se io sapessi che tu
dove chetamente con
Dove, venendo a morte
Dove
dove ella fosse, per ciò
dove la ruberia avesse.
dove Gianni quanto piú to
dove erano legati. E
dove con grandissimi
dove con festa
dove essendo un giorno,
dove la figliuola gridava
dove tre nobili uomini
dove ella il voglia, non
dove morta non fosse, si
dove la figliuola era,
dove Fineo era, quasi
dove Teodoro la sua
dove egli non volesse,
dove egli volesse, sua
dove a ciascun di lor
dove piú dolorosa che
dove con riposo e con
dove egli era, una
dove la giugnevano la
dove voi una grazia
dove veduto aveva lo
dove doveva il fatto
dove le piacesse, con
dove si conviene,
dove il suo poderetto era
dove, mentre che ricca fu
dove
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DIONEO
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DIONEO
DIONEO
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CORNICE
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LAURETTA
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all’altrui sciagure dove bisogna.
Fu in
uno avrebbe voluti, là dove ella s’avvenne a uno
fia a me laudevole, dove biasimevole è forte
offenderò le leggi sole, dove egli offende le
molti uomini, dove molti uomini non
casa il portarono non so dove;
dove per le quali cose
d’uom che ardisce, là dove io sia, a parlare
onde si partivano a colà dove tutti a piè d’andare
Maria Ughi passavano, dove Cisti fornaio il suo
e con cui e similmente dove si motteggia.
Alle
e agli altri uomini: dove voi tutti gli altri
quivi saperlo fare dove la necessità il
ella in casa tornata là dove Fresco era e tutta
ciò fosse cosa che quivi dove erano non avevano
di fuori della chiesa là dove io al modo usato vi
strada e all’albergo dove il frate era
son trapassate:
e dove che elle poco
con fatica lassú n’andò: dove ansando giunto, per
campanelle a sonare.
Dove,
Dove poi che tutto il
in quelle parti dove apparisce il sole, e
in terra di Menzogna, dove molti de’ nostri
fatiche curandosi, dove la loro utilità
in terra d’Abruzzi, dove gli uomini e le
de’ bachi pervenni, dove tutte le acque
in India Pastinaca, là dove io vi giuro, per
in quelle sante terre dove l’anno di state vi
arrecata la cassetta dove era la penna, io ho
io ho arrecata quella dove sono i carboni.
Il
vicina di questo luogo, dove io non credo che mai
i quali male avevan dove nascondersi, e a
i giovani giucando dove lasciati gli aveano;
se ne tornarono a casa, dove trovarono le donne
delle Donne n’andarono, dove da molti piú
guari lontano al luogo dove mangiato aveano,
andar per la casa e dove ella era usa di
chiama, molto solitaria dove stava, uscito lui,
dopo alquanto, dove in tutto il dí
l’ha venduto sette, dove tu non me ne davi
cominciò a dire: "Dove
Dove se’, buona donna?
la grazia di Dio sano, dove io credetti, ora fu,
tornare. Va tornati là dove infino a ora se’
la lor vergogna, là dove niun la sapeva.
che quivi era una camera dove capitava la fessura
tenuto, quando tu colà dove io fossi se’ voluto
venir sú dicendo: "Dove
Dove se’, traditore? Io
fosse. Poi domandò dove fosse quel giovane.
"Messere, io non so dove egli si sia nascosto
uscí fuori del luogo dove nascoso s’era.
e qui me ne venni, dove
dove, mercé di Dio e di
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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FILOMENA
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NEIFILE
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PANFILO
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del re di Francia, là
che di lei aveva udito e
di compiacergli; e che,
camera di lei la rimise,
d’essere stata battuta,
con tua gran vergogna,
questa bella gioia, che,
dirvi intendo mostrare,
esser stato tentato; e
te ne rifò certo, che,
del suo disiderio; e
stessi duro, là
a compiacere alla donna,
tentare;
e per ciò,
in quella sala venne
bel pero la posarono:
levare e porvi costí
fu giú e vide costoro
pena le colpe mie,
di notte pervennero.
per prezzo si conduce;
ciò che Gulfardo volesse
asino che ragghiasse,
motto, il domandò
insieme s’accostarono là
da Calandrin domandato
altra persona veduto
ma questa seconda
Buffalmacco: "Calandrino
lasso, sedersi.
ora questo: quando e
ma io non so pensare il
intanto che io pensi
fresca entrato,
dirizzò verso la camera
e venutogli guardato là
appunto sotto il luogo
del fatto, domandò
conoscevano che,
e disse: "Hai veduto
sua corte se ne venisse,
riscaldarsi, né aveva
dove porsi a sedere né
a casa sua se ne tornò,
di dire a lei quando e
scendere al luogo
saliva in sul battuto
vuole esser la morte,
altra dolorosetta fante?
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dove egli assai di be’
dove e come di lei s’era
dove questo far non
dove poi chetamente
dove Arriguccio aveva
dove io non sono, e te
dove tu se’ la miglior
dove udirete d’una donna
dove il suo amor
dove tu in su la durezza
dove tu pure in su la tua
dove io per molto savio
dove certificar si
dove tre cose che io
dove costoro erano, e
dove stati alquanto
dove voi siete a sedere.
dove lasciati gli avea,
dove io trovai molti
Dove con freschissimi
dove chi per amor,
dove due cose ne dovesser
dove, quando non la vi
dove
A
dove egli andava.
dove Calandrino solo si
dove queste pietre cosí
Allora
dove non è.
A cui
dove si truova?
Buffalmacco,
dove è?
Dove, come alquanto
Dove
dove potrem noi essere
dove.
Disse il
dove
dove noi possiamo essere
dove molti lumi accesi
dove messer lo proposto
dove questo messer
dove il giudice teneva i
dove fossero andati
dove egli doveva aver
dove costui è venuto a
dove ella per lui, come
dove porsi a sedere né
dove fuggire il sereno, e
dove, essendo stanco e di
dove
dove piú le piacerà: e
dove i vostri panni
dove la donna era e
dove negli uomini quel
dove per te non rimase di
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PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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PAMPINEA
PAMPINEA
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PAMPINEA
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FIAMMETTA
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
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DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
CORNICE
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piú tosto lieto.
E dove tutti mancati mi
sanno meglio i luoghi dove stanno le pulci, e
quantunque sia giovane, dove il soavemente andare
Essi ancora vi rubano, dove dagli attempati v’è
e insegnogli il luogo dove aveva i panni posti.
a quella parte del muro dove un poco d’ombra era
concia, che ella, dove la notte passata con
acqua rosa si curerà; e dove io per perdere i
trovarla nel letto dove iersera me l’era
te con lei insieme là dove io ho lei avuta,
che niuna persona sapeva dove ella stata fosse, se
la maggior parte, sanno dove il diavolo tien la
vendetta, ingiuriare, dove l’uomo si mette alla
nella camera se n’entrò, dove trovò la donna che
accostatosi alla cassa dove serrato era il
io intendo d’aver te.
Dove tu non vogli, per
intorno alla sala dove mangiamo e le tavole
or vedete oggimai voi! Dove,
Dove poi che hanno
veduto a Bologna, dove non era niun grande
il prato d’Ogni santi, dove ritrovò Bruno che
essi ti gittarono là dove tu eri degno d’esser
sue sciagure e come e dove egli era stato
verga e non sapavate dove voi vi foste. Or voi
in Palermo in Cicilia, dove similmente erano e
la donna esser preso.
Dove egli non stette
appresso al bagno venne; dove ella, come prima
costei e vennesene là dove usavano gli altri
fiorin d’oro sí bene, dove voi crediate
le ’ndizioni a mutare; e dove prima era libera
e se io avessi saputo dove mandargliti, abbi
fattasi venire una borsa dove erano quegli
disciolti, e liberamente dove lor piú piace, per
pervennero al palagio, dove ogni cosa
il siniscalco a tavola, dove,
dove le vivande venute,
s’adunò a ragionare, dove la reina, a Filomena
ed esser con lei, dove tu vogli, in questa
in quella sepoltura dove Scannadio è
e recare a casa sua, dove ella ti riceverà, e
volerlo fare, bene sta; dove dicesse di non
di’ da mia parte che piú dove io sia non apparisca
ogni tuo piacer fare, dove tu a lei facci un
te ne vadi all’avello dove fu stamane
avrai il piacer tuo; e dove questo non ti
Deh, che bestia sono io? dove vo io? che so io se
per veder che si fare e dove andarsi, e mossi i
la famiglia, colà tornò dove Alessandro aveva
riserrò dietro dicendo: "Dove
Dove è questa maladetta
a Bonconvento: dove avendo l’Angiulier
come era, se n’andò là dove dormiva l’Angiulieri
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FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
EMILIA
IX
IX
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IX
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IX
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IX
IX
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IX
IX
IX
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12
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9
15
6
sempre piú non piaccia,
a lavorare.
ivi si posero a stare;
casa di suoi parenti là
cosa Filippo andato colà
se ne scese nella corte
la casa della paglia,
fuggí via e andossene là
quale allato del letto
se n’andò al letticello
come era se n’andò là
la levò del luogo
e posela allato al letto
dirittamente al letto
incontanente conobbe là
la portò allato al letto
oggi al bosco nostro? là
maniera guasta, che,
vergognandosi d’apparire
di quaresima andato là
là onde egli era e
e donde fosse saputo,
similmente donde fosse e
e per ciò io vado
"Io sono in casa tua,
se n’andò in camera,
e in sul letto si gittò,
insieme diliberato del
come far soleano,
perché, come voi donate
dove non si conviene e
non date, cosí ella
conveniva non stallò e
re in una sua gran sala,
siete in parte venuto
ci si teme per noi, e
piaccia di significarli
giú posta, gli significò
vita stata narrò loro,
Ghino l’abate nella sala
cavallo dopo il terzo dí
se insegnar gli sapesse
a grado assai ma che,
in una bellissima camera
erano, fece sentire
palagio se ne tornarono,
ristare colà pervenne
non bene conoscendo
egli volesse; e per ciò,
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove il tempo e il luogo
Dove, benché alcuna
Dove
dove Calandrino
dove egli allora non la
dove Calandrino e gli
dove egli trovò sola la
dove la Niccolosa gli
dove era Filippo.
dove dormiva pose la
dove la giovane amata da
dove sentito avea il
dove era e posela allato
dove esso dormiva; e
dove il marito dormiva se
dove stata era e con cui:
dove dormiva la figliuola
dove egli per certo dee
dove prima era bella, non
dove veduta fosse, assai
dove il pesce si vende e
E
dove egli abitava.
dove egli andasse e per
dove andasse e perché
dove tu vai, per aver
dove dal tuo piacere io
dove la donna, per
dove, come poté il meglio
dove
dove andar potessero al
dove al re piacque si
dove non si conviene e
dove si converrebbe non
dove si conveniva non
dove non si convenia sí.
dove, sí come egli
dove
dove, dalla forza di Dio
dove
dove le scomunicazioni e
dove voi andavate e per
dove andasse e perché.
dove essi in contrario
dove erano i suoi arnesi
dove Natan dimorava
dove Natan dimorasse.
dove esser potesse, egli
dove alcuno nol vedeva,
dove aspettare il
dove Natan piú giorni
dove sepellita era la
dove ella fosse e
dove di ciò mi volesse
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EMILIA
EMILIA
EMILIA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
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FILOMENA
FILOMENA
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PANFILO
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PANFILO
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DIONEO
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X
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83
92
111
7
16
17
20
25
38
43
maggio fosse; il quale
uno alle mani il quale,
promessa disciolta:
a mar se n’andò;
frugando in quelle parti
Lisa, da una finestra
erano fuoco e fiamma là
col quale io spero,
/ ch’a Messer vadi là
camera sel fé venire,
fu, s’accostò al letto
con lui se ne va a Roma,
la vita tua, Tito!
sorella? che dunque ami?
allo ’ngannevole amore?
intendo d’usarla: e
E per ciò mi pare,
Sofronia è divenuta
vostro avevate data, là
d’imperio e di studii
lui se n’andò a Roma,
denari, senza sapere
salvatico della città:
a casa sua nel menò, là
romano s’accordò;
fratello o del signore,
ciò che stranier siamo,
vi conducerà in parte
per loro apparecchiate,
assai quivi vicina e
sue case pervennero,
alquanto, nella sala,
donde fossero e
voi mi lasciate; ma
menato in prigione:
come in Creti senti’, là
affermandogli che,
baroni nella camera là
gli comandava farebbe,
sala ne vennero là
sé essere là
e usciti della casa
cosa che io non sappia
cioè Griselda, domandò
nella povera casa,
che mia moglie sia,
pregando, dicendo,
per piú non curarsene,
di queste contrade,
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove
dove
dove
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dove
dove
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dove
dove
dove
dove
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dove
dove
dove
dove
dove
dove
dove
dove
egli non faccia, né
ben salariato fosse,
altramenti non si
udita la bellezza
sapeva che i pesci
ella era con altre
egli la credea
tu confortar ti
dimora. / Dí che
Minuccio
la giovane alquanto
Gisippo in povero
e in che pon tu
ti lasci trasportare
alla lusinghevole
tu non condiscenda
tu sii contento, che
lei a Gisippo
io estimo che egli
egli non potrà la
con grande onore fu
s’andasse, piú che
veduta una gran
Sofronia con pietose
con la sua Fulvia, e
tutto il contrario
noi possiamo meglio
voi albergherete
gli fece scalzare e
porta alcuna non si
già ben cinquanta
splendidamente era
andassero gli
la mia vita sia piú
non essendo
io rimasi; per ciò
questo facesse, egli
messer Torello era
tempo gli fosse
egli avea fatto il
al Saladino
erano, con tutta la
i padri possiate
il padre fosse; al
trovò il padre di
ella me voglia per
dir soleano
come savia lei farlo
i tuoi stati son
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DIONEO
DIONEO
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CORNICE
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X
X
X
CONCL AUTORE
CONCL AUTORE
10
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6
7
giunse a Sanluzzo,
ricevuta e nella sala
levatosi n’andarono là
a san Giorgio il dragone
scuole de’ filosofanti,
dové
FIAMMETTA
IV
1
33
virtú di lui.
dovea
PANFILO
DIONEO
FILOSTRATO
FIAMMETTA
EMILIA
FILOMENA
EMILIA
LAURETTA
CORNICE
ELISSA
PANFILO
FILOSTRATO
LAURETTA
PAMPINEA
DIONEO
DIONEO
CORNICE
FIAMMETTA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
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I
I
I
II
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III
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V
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VIII
VIII
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138
39
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1
35
29
50
70
74
quella reverenza che io
di questo gran pena gli
camera donde l’abate
fante né di vil femina
che a Napoli andar
sua bestialità punir
che fu, qual cagion vi
che come colpevole ne
quanto la sua signoria
tempo che mandare ne la
quello che esserle
intese ciò che far si
un passaggio che far si
a dirizzar come star
i suoi danari riaver
non a Pisa, come
al quale piú regnar non
catene, per quanto viver
il suo signor veder
cosa stesse, far non si
che egli v’era qui, e
e se questo pur non mi
dovean
PAMPINEA
LAURETTA
VIII
VIII
7
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66
79
infra piccol termine dovean divenire, sentí di
che la notte seguente si dovean ragunare, il
doveano
PANFILO
PAMPINEA
PAMPINEA
CORNICE
I
II
II
III
1
3
3
INTRO
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2
piú che esser non
volendo coloro che aver
tutto ciò che aver vi
al luogo dove andar
dovendo
PANFILO
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PAMPINEA
ELISSA
I
II
III
III
1
7
2
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2
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8
4
dea principio. Per che,
muoio, per ciò che, pur
intervenia che la reina,
senza modo. Il quale,
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dove
dove
dove
dove
dove
tutti i paesani e
erano messe le
la figliuola tutta
gli piace; ma egli
l’onestà non meno
Esser ti dové,
dové Tancredi, manifesto
dovea.
"Oh! disse il
dovea
dovea seguire, oltre modo
dovea uscire per venire
dovea portare), la quale
dovea, fu trasportato
dovea
dovea che lei d’aver
dovea poter muovere a
dovea piú tosto essere
dovea durare,
dovea, al re Guiglielmo
dovea
dovea il vostro Pasimunda
dovea.
Messer Lizio,
dovea
dovea, quivi smontati per
dovea
dovea e a legarvi con
dovea, richiedendogli,
dovea
dovea, ma a Napoli se ne
dovea
dovea, commendato il
dovea
dovea libero rimase da
dovea.
Il re, il quale
dovea
dovea né poteva
dovea essere e dee, caro
dovea esser conceduto da
doveano;
doveano per che, non
doveano esser pagati,
doveano interamente e
doveano assai delle cose
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
io al vostro
morire, mi veggio
cavalcare, piú
andar podestà di
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DIONEO
DIONEO
ELISSA
LAURETTA
DIONEO
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EMILIA
DIONEO
IV
IV
V
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VI
VII
VII
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10
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12
6
si lascerebbe medicare,
Venuta l’ora del vespro,
Roma dilungati furono,
Or volesse Idio che mai,
tratto.
Avvenne che,
disse molte parole;
e
volte una avvenne che,
E per ciò,
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
dovendo
attendere in sul
il maestro andare
a man destra
io stare come io
una sera andare a
venire al mostrar
Federigo cenare
peccare nella
dovendone
PANFILO
FILOMENA
I
IX
1
1
7
28
cavalier divenuto e dovendone in Toscana
richiesto e spezialmente dovendone la sua grazia
dovendosene
LAURETTA
X
4
23
dovendosi
FILOMENA
PAMPINEA
PANFILO
II
VI
X
9
2
9
45
18
52
di tempo avvenne che, dovendosi in un certo
espediti e partir dovendosi,
dovendosi messer Geri
di certi lor cittadini e dovendosi partire, pensò
dovendovi
FILOSTRATO
PANFILO
V
X
4
9
27
74
vi fece fare un letto; e dovendovi la sera
esser conceduto da Dio, dovendovi questo cader
dover (n.)
CORNICE
FILOSTRATO
II
X
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3
2
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dover
CORNICE
CORNICE
CORNICE
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FILOMENA
CORNICE
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I
I
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I
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II
II
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II
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CONCL
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5
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80
3
53
92
28
48
16
suo uficio e a Bologna dovendosene tornare,
novella il suo dover fornito, Filomena
ma Idio, piú al mio dover sollicito che io
niuna persona in quella
che sia ben fatto a
buona compagnia e onesta
rivoltosi tutto a
in testimonianza di
che a lui toccava il
aspettando lui quello
la quale a me tocca di
forma del nostro vivere
non sia costretto di
s’avvisò questa donna
all’un de’ due fini
mai rincrescer non
suo gli mostrava di
speranza prendendo di
si potesse, gli parve di
fosse desso, cioè di
aspettar cominciarono di
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dover
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dover
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dover
dover
rimanere e la sua
fare; e tanto
tenere non che a
trovar modo come il
ciò ragionevolmente
dire, in cotal
rispondere che
dire, voglio ve ne
solamente il mio
dire novella
di lui essere
pervenire: o in
l’ascoltare e a’
dire, e rispose:
potere ancora nello
loro i nomi mutare,
dare la Giannetta
novellare sopra la
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PAMPINEA
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PANFILO
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CORNICE
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2
3
6
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2
speranza vivesse di
ritornare, pensò di cosí
la trovasse disposta a
venne pensato un modo da
tirato e sperando di
avvisando questo non
veri averlo condotto a
ciò che mostrato hanno
fra pochi dí si credeva
loro e le lor donne a
dee questo esser grave a
in Rossiglione
per piú piacere altrove
della mia vita di
era caduto nell’animo di
parrebbe la vita mia a
cui bellezza non era da
dilettose donne, a
di tempo ebbe posto in
sopra la nave tenersi a
in lungo trattato di
migliore né piú fido
si commise,
avvisando
e non parendogli piú
e imaginossi di non
esser tenuto di
che gli piacesse di
d’amor conosciute, a
assai piccola cosa a
veduto che piú niuno a
senza sapere che
che da dolore di
perduta, alla qual
a tutti parve di
con gli ambasciadori
l’acqua alcuna vista di
che a lui toccava il
nel favellare, non per
parendo lor tempo da
e il disciplinarsi
comparatico, si recò a
molti pensieri avuti a
saldissimo, avvisò di
corse all’uscio per
solamente al re il
di lui accordato di
dalla sua parte presto a
che questa sia opera da
"A te viene ora il
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dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
mai a lei piacere,
fare egli altressí:
dare all’opera
potere essere colla
beffar costui,
potere essere, che
morire, e oltre a
menare a perdizione
piagner morto,
desinare la
fare, anzi il
fare una gran festa
sentire; anzi, non
compiacere a quelle
fare.
I due
dare per la metà
troppo tosto
dar principio a
lei piagnente
fare alcun servigio
torre per moglie
potere avere che
di necessità
sofferir l’aspra
mai di quella selva
dire alcuna cosa
lor dire come
segretamente l’un
fare; e a Ravenna
dire, se non Dioneo
dire, non
da sé dipartire il
consolare m’è egli
verso casa tornare:
passare si faceva
ristare, e costoro
dire; per la qual
con l’opere mai
tornar verso casa,
gli uomini pallidi
fare i suoi piaceri
trovare alcun modo
far venire Ruberto
vedere chi fosse
novellare; il quale
giacer con lei per
far ciò che ella
fare da mattina,
dire. Per la qual
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Concordance to the Decameron
http://www.brown.edu/decameron
Diti – Dovete
FILOMENA
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
ELISSA
FILOSTRATO
FIAMMETTA
PANFILO
PANFILO
LAURETTA
CORNICE
DIONEO
ELISSA
ELISSA
FILOSTRATO
EMILIA
EMILIA
FIAMMETTA
FILOMENA
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
DIONEO
CORNICE
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
CONCL AUTORE
6
9
1
1
1
1
2
3
5
6
6
8
9
10
2
2
3
5
5
6
8
8
9
9
9
10
3
8
4
5
10
30
11
6
43
7
9
3
2
24
25
28
24
9
26
25
43
105
4
32
56
41
1
doverci
CORNICE
I
INTRO
95
dovere (n.)
FIAMMETTA
FIAMMETTA
II
V
5
9
33
30
dovere
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
CORNICE
FILOSTRATO
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
II
1
1
1
1
4
4
4
5
5
5
10
CONCL
2
16
79
83
89
3
3
19
7
12
14
5
14
5
nome di Maso tirato a
gli entrò nel capo non
a vari dubbi di
che per lui si poteva, a
io non son disposta a
standosi aspettando di
e sí attente erano a
diliberar tutti e tre di
mille volte promesso di
di trovar modo di
noi ci credemmo
che fé lo scolare, a
a Dioneo, restava a
adunque piú modo a
"Io giuro a Dio che, per
Il Papa, credendo lui
se n’andò al boschetto a
e quasi impossibile a
cosa mi parrebbe a
nel pensier caduto di
per questo vedessi lei
miei fati mi traggono a
E se noi qui per
cose e da non
donate ma non estimò
viso si dispose a questa
opera promisi di
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dover
dire la novella la
potere essere che
morire gli amanti
l’amor di costei
loro del mio amore
pigliare uno
far trovare in
trovar modo da
far ciò che tu
col padre albergare
potere entrare in
dire d’una assai
novellare; la qual,
fare della giovane
guadagnar l’amistà
domandare altro,
morire.
fare gli paresse e
credere che quella
non solamente l’una
divenir tua; ma io
solvere la dura
correggere i
di leggier pigliare
potere essere che
sostenere.
Non
fare: per la qual
ogni pensiero stea di doverci a lietamente
maggior cortesia, e tuo dovere
dovere, mandare a dire a’
a ogni convenevolezza e dovere,
dovere chiederti un dono
messer Musciatto costui
ora s’aspetta di
per lui Domenedio
e dico costui piú tosto
noi siamo qui per
estimo a ciascuno
estimò il suo avviso
onesta cagione avesse di
di ciò che a quelle, per
il luogo, là dove era,
e con piú fregi si crede
non chieder se non per
e stimando lui
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
dovere
esser tale quale
essere, dalla sua
molti miracoli
essere nelle mani
a noi medesimi
esser licito (e
avere effetto; e
andare la
un sí fatto re
esser tale che
essere da molto
la brigata, se
portar denari,
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Diti – Dovete
FILOSTRATO
PAMPINEA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
DIONEO
CORNICE
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
ELISSA
CORNICE
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
LAURETTA
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
CORNICE
CORNICE
ELISSA
DIONEO
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
2
3
5
5
5
5
5
6
7
7
7
7
8
8
8
8
9
9
9
10
INTRO
1
2
2
3
5
6
6
7
7
7
8
9
10
10
1
1
1
2
2
4
10
CONCL
1
1
1
1
5
5
8
34
7
17
37
52
80
48
20
23
46
61
16
37
41
63
20
31
36
23
6
12
14
23
8
4
1
33
80
82
84
64
57
21
29
4
8
30
4
4
15
12
5
2
40
43
50
9
15
dí bene potere andare né
che ella avea, lei stimò
alcuno trovar potesse a
fermamente credette lei
il naturale uso di
poté, mostrava di
dentro, sí come ladro
Currado avvisò lui
donna che trovata avea
le converrebbe venire a
si fosse, nobile donna
cosí come era, lui
voi degno mostrandomi da
che lei non dicesse
lei di bassa condizion
di venire intendea per
e vere ragioni cosí
che questo bastasse a
al famigliare luogo da
che aspettava di
facevan gran vista di
che via dovesse tenere a
e tempo parendogli o di
lui della casa
fama, estimò costui
d’ogni cosa opportuna a
con la moglie di lui
a Catella parve tempo di
casa della donna, per
dopo alcun dí tempo di
gli condusse a
indugio Ferondo fosse da
del conte adunati per
come star si dovesse a
piú non la richiedeva a
anni avanzata l’età del
diedesi a dare opera di
e seco, avanti che a
per ciò, piú disposta a
recrear loro che a
n’andò, avvisando quindi
lui la notte non
ciascun s’apparecchi di
come questa sarà, per
si sforzarono di
forze si misero grandi a
veggendosi Pasimunda per
pregandolo che a
certi compagni armati a
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovere la notte vegnente
dovere essere nobile e
dovere aver quelli denari
dovere essere non men che
dovere diporre il
dovere essere un gran
dovere essere appiccato.
dovere esser desso, e
dovere essere gran gentil
dovere i piaceri di
dovere essere la stimò e
dovere aver fatto questo
dovere da una donna,
dovere esser degna d’ogni
dovere essere, non
dovere al figliuolo la
dovere essere, non ne
dovere aver vinto.
dovere sicuramente per sé
dovere essere con
dovere quello anno assai
dovere potere esser con
dovere al suo disiderio
dovere essere, e
dovere essere ottimo
dovere onorevolmente
dovere essere ad un bagno
dovere il conceputo
dovere, quando ora fosse,
dovere
dovere i fratelli
dovere, domandando
dovere
dovere essere di
dovere andare a tavola,
dovere incarcerare quel
dovere il diavolo
dovere avere avuto marito
dovere a lei andare
dovere alcun priego per
dovere alquanto recrear
dovere, fuori che del
dovere
dovere la nave della
dovere tornare a casa,
dovere domane ragionare
dovere essere da me
dovere in essa pigliar
dovere di quindi uscire
dovere con grandissima
dovere il suo disidero
dovere entrare in tenuta
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Diti – Dovete
NEIFILE
NEIFILE
CORNICE
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
DIONEO
CORNICE
DIONEO
DIONEO
ELISSA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
FILOMENA
CORNICE
PANFILO
DIONEO
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
FILOMENA
FILOMENA
LAURETTA
EMILIA
FILOSTRATO
FILOMENA
PANFILO
PANFILO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
dovergli
PANFILO
FILOMENA
LAURETTA
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VI
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
X
X
X
X
CONCL AUTORE
5
5
6
6
6
7
7
7
7
10
INTRO
10
10
3
5
5
5
5
6
7
8
9
10
7
7
7
7
9
10
10
10
1
1
8
9
3
8
9
9
10
10
10
CONCL
15
33
1
36
41
17
25
26
36
42
4
26
31
4
3
11
37
38
7
10
2
34
14
64
64
72
130
60
24
24
33
9
27
25
5
5
103
60
67
41
54
60
3
2
I
I
II
1
3
4
45
9
11
Minghino co’ suoi, a
si ricordò lei
data al re Federigo, per
a’ quali imposto era di
che egli a peggio
ella molte arti usò per
era stata, disse ciò non
in quanto poteva, di
fosse il suo figliuolo,
il fallo altrui le parve
E già l’ora venuta del
la quale avvisarono
venuta di contadini per
parlarle senza sospetto,
novella mi tira a
divideva da quella, di
di trovar modo da
stesso diliberato di
in alcun luogo per
dirittamente famiglio da
e ciascuno affermava
tutto il tempo da
pure, sperando di
che il suo avviso pareva
alla torricella, per
ben conoscendo questa
battuto, disperandosi di
parea mille anni di
fecero stimare costei
poteva credere questo
tutta la baldanza da
il quale ella avvisò
al fuoco, o di
Paioti io fanciullo da
ogni ragion vuol lui
che opportune erano a
e già presummeva niuno
le sue lettere
per constante la donna
queste cose e parendole
che gli piacesse di
credeva costei
saranno quindici dí, per
certissimo queste non
dovere il segno aspettare
dovere avere una margine
dovere essere arso con
dovere questa cosa
dovere operare procedesse
dovere contro al corso
dovere esser vero che
dovere fare star contento
dovere di cotale età
dovere a’ suoi far piú
dovere a concistoro
dovere esser quella che
dovere la penna vedere,
dovere aver da lei ogni
dovere similmente
dovere per quello tante
dovere il prete e la
dovere la notte vegnente
dovere stare alcun giorno
dovere esser caro a un
dovere essere stata la
dovere esser prestato
dovere alcuna volta
dovere avere effetto,
dovere al suo pensiero
dovere essere stata opera
dovere da cosí ardente
dovere essere a far
dovere essere una grande
dovere a lui intervenire.
dovere da te ricevere il
dovere in parte essere
dovere, se egli si
dovere
dovere essere uccellato?
dovere essere obidiente e
dovere gentili uomini
dovere esser colpevole; e
dovere essere al zio
dovere essere rimaritata;
dovere sperare di
dovere con questa sua
dovere esser sua moglie,
dovere alcun diporto
dovere avere spezial
anzi ci era venuto per dovergli ammonire e
nelle parole per dovergli muovere alcuna
aveva, senza voler piú, dovergli bastare: e per
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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Diti – Dovete
LAURETTA
FIAMMETTA
PAMPINEA
FILOMENA
LAURETTA
FILOMENA
II
IV
V
V
VI
X
4
1
6
8
3
8
25
7
27
32
7
24
buona femina parve di
alcuna persona fidare, a
fuoco apparecchiata, per
nella mente questa cosa
con lui compose di
amico piú che Sofronia
dovergliele
NEIFILE
FIAMMETTA
FILOMENA
III
IV
IX
9
1
1
19
8
7
Gran cosa parve al re dovergliele dare; ma, poi
costei non senza cagione dovergliele aver donato e
quale ella pensò niuno dovergliele fare,
doverla
FIAMMETTA
PANFILO
PANFILO
ELISSA
LAURETTA
PANFILO
NEIFILE
NEIFILE
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
FILOMENA
NEIFILE
DIONEO
I
II
II
II
IV
V
V
V
V
V
V
V
V
VI
VII
VIII
X
5
7
7
8
3
1
5
5
6
6
6
8
8
6
7
1
10
14
44
91
38
28
51
8
22
7
8
12
5
7
8
7
8
58
volle prender cagion di
fosse, s’avvisò di
stesso a ricordarsi di
s’era proposta di
messa in un sacco e
la prendesse, fermamente
vietare, ciascuno a
caso non avvenisse, di
fra sé diliberarono di
vennero a concordia di
perdé non che di
con le sue opere di
si mise in cuore di
metter sú una cena a
in tanto disidero di
amore e pensò di
gli parve tempo di
doverle
ELISSA
FILOSTRATO
FILOSTRATO
PAMPINEA
II
III
V
VIII
8
1
4
7
8
33
8
10
si pensò leggiermente
ragionamento insieme di
volte avuta voglia di
a costei; e, credendosi
doverlo
PANFILO
LAURETTA
FILOMENA
EMILIA
EMILIA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
I
II
III
III
III
III
III
III
IV
IV
1
4
3
7
7
9
9
9
10
10
67
14
20
59
88
10
29
51
10
29
sí gran vergogna ho di
di pecunia e rapaci a
picciola finestretta per
prometter vogliate per
a questo convito a
si confortò di
tal ventura, sperando di
ma perché le pareva
quanto esso avvisava di
che il rettore pensò di
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovergli
dovergli
dovergli
dovergli
dovergli
dovergli
la sua cassa
significare il
ardere all’ora
molto poter
dare cinquecento
esser cara, e
doverla mettere in parole
E
doverla potere avere.
doverla avere altra volta
doverla onorevolmente,
doverla quella notte
Ma,
doverla avere egli.
doverla, in quella guisa
doverla
doverla come piú tosto
doverla pigliare e
doverla donare a Federigo
doverla mai riavere ma
doverla trarre ad amar
doverla del tutto
doverla dare a chi vince,
doverla vedere, che a
doverla beffare: e
doverla trarre
doverle
doverle
doverle
doverle
il suo disidero
accusare alla
alcuna parola
piacere, la sua
doverlo dire; e ogni
doverlo aver si disposero
doverlo vedere, se vi
doverlo attenere, io
doverlo far lieto, se non
doverlo guerire, e disse:
doverlo, per suo bene
doverlo
doverlo fare a voler ben
doverlo poter penare a
doverlo senza troppo
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Diti – Dovete
PAMPINEA
LAURETTA
FILOMENA
V
V
X
6
7
8
11
40
35
calea, non aspettando di doverlo in Ischia sentire
tanto quivi, che di doverlo rimenare gli
piacer ti sforzi e te a doverlo seguire puote
doverlosi
FILOMENA
IX
1
21
non vogliono per doverlosi tenere in
dovermi
PANFILO
PANFILO
II
VII
7
9
114
28
né sappiendo che dovermi dire a’ gentili
questo non faccia per dovermi tentare;
e per
doverne
DIONEO
LAURETTA
EMILIA
CORNICE
ELISSA
PANFILO
II
IV
IV
V
VI
X
10
3
7
6
9
9
3
17
3
2
3
65
dovernegli
FILOMENA
X
8
53
dovernel
LAURETTA
IX
8
11
dovero
CORNICE
NEIFILE
FILOMENA
FILOSTRATO
LAURETTA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
I
II
III
VI
VII
VII
VIII
VIII
INTRO
1
3
7
4
6
6
6
88
14
3
9
27
25
19
21
doversene
EMILIA
EMILIA
PANFILO
II
II
II
6
6
7
11
24
52
doversi
CORNICE
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
CORNICE
FILOSTRATO
FIAMMETTA
PROEM
I
I
I
I
II
II
INTRO
INTRO
2
CONCL
2
5
8
1
41
17
2
20
82
che all’animo m’era, a
E fra sé diliberati di
da Panfilo mi tira a
reina a Pampinea che a
io m’avea pensato di
otto dí al termine del
doverne
doverne
doverne
doverne
doverne
doverne
un’altra dire: e
in Creti andare,
dire una in niuna
alcuna dire si
una dire,
ella andare a
fatta affermava e da dovernegli essere rendute
turbatosene, propose di dovernel pagare; né
ma poi che videro che
fosse stato attratto
una beffa che fu
che innamorate son
vi si fosse gittato
che paura aveva avuta
"ché io dico
di Dio, che io dico
da
da
da
da
da
da
da
da
dovero parlava la donna,
dovero?
Queste parole
dovero
dovero fatta da una
dovero, ancora che
dovero
dovero e affogato, sí che
dovero, uscí fuori del
dovero
dovero.
"Cosí di’,
dovero
dovero che egli m’è stato
saper dove mai alcuno doversene ritrovare,
fosse, la ’ndusse a doversene seco andare in
mettere in assetto per doversene andare, e la
nondimeno parmi quello
che cagione avvenisse di
danni a’ savi mostrare
seco avvisò lui mai non
a questa ora giudico
quivi venuto per
mandò le gambe per
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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doversi
doversi
doversi
doversi
doversi
doversi
doversi
piú tosto porgere
quelle persone,
con pazienza
far cristiano
le seguenti
la notte giacere
giuso calare.
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EMILIA
PANFILO
PANFILO
DIONEO
CORNICE
PAMPINEA
EMILIA
LAURETTA
LAURETTA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
LAURETTA
EMILIA
NEIFILE
PANFILO
LAURETTA
PANFILO
II
II
II
II
II
III
III
III
IV
IV
IV
V
V
VII
VII
IX
X
X
6
7
7
10
CONCL
2
7
8
3
4
4
3
7
1
8
6
4
9
82
33
52
9
16
26
6
3
30
9
23
8
36
21
13
7
37
67
e agli altri di
collata la vela per
E avendo l’animo al
l’uomo e la donna
la reina tempo essere di
per lo pensiero di
fatica trovando vana, a
a me si para davanti a
creduta. Il quale, a
trattati tenendo da
sé di necessità o
con lei si convenne di
desso fosse, lui ancora
diliberò del tutto di
in man venuto, intese di
disidero a Pinuccio di
cosa che io dica, niuno
niuna cosa di suo stato
doverti
FILOMENA
X
8
105
mi stimola e infesta a doverti il mio peccato
dovervene
EMILIA
PANFILO
III
IV
7
6
31
3
tratto, e se credevate dovervene
dovervene, come di mal
mi dà materia di dovervene raccontare una
dovervi
FILOSTRATO
NEIFILE
CORNICE
EMILIA
NEIFILE
FILOSTRATO
PANFILO
DIONEO
DIONEO
LAURETTA
DIONEO
III
III
IV
IV
IV
IV
V
V
VII
VIII
VIII
1
9
INTRO
7
8
9
1
10
10
9
10
12
16
41
9
13
14
30
4
7
44
3
dovess’
FILOMENA
IX
1
28
dovesse
CORNICE
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
I
I
I
I
I
INTRO
INTRO
1
1
1
22
86
41
83
85
ma temette di non
io vi domanderò, senza
con tutta la mia forza a
invitato a ciò, anzi a
che egli acconsentí di
aveva il Guardastagno
fece partir di Cipri a
fine riguarda se non a
savie mogli, mi tirano a
che io abbia a fare per
alcuna altra dettane da
doversi partire, con
doversi, come buon vento
doversi
doversi avacciare,
doversi abstenere da cosí
doversi andare a posare,
doversi fare, pur vedendo
doversi dileguar del
doversi far raccontare
doversi dire il vero la
doversi, se la fortuna
doversi
doversi arrendere o
doversi con lui di Roma
doversi del nome suo e di
doversi levare e di
doversi aspettare; e cosí
doversi pur con costei
doversi muovere del luogo
doversi sapere a Pavia,
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
dovervi
esser ricevuto
domandare alcun
in cosa alcuna
essere si faceva
andare a stare
esser la sera a
in mezzo mare con
torre malinconia,
contare una
potere essere, e
aggradire, quanto
acquistare? Non, ne dovess’io
di certo morire
dovess
quasi non piú viver
e pregassersi che
che non pareva a lui che
quello corpo si
nel capo che Idio gliele
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovesse,
dovesse aveva, sí come
dovesse loro piacere in
dovesse parere a chi
Alla
dovesse ricevere.
dovesse perdonare, da
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FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
FILOSTRATO
CORNICE
FILOSTRATO
CORNICE
CORNICE
PAMPINEA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
EMILIA
EMILIA
EMILIA
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
ELISSA
ELISSA
FILOMENA
DIONEO
CORNICE
CORNICE
FILOSTRATO
PAMPINEA
PAMPINEA
FILOMENA
FILOMENA
PANFILO
ELISSA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
CORNICE
I
I
I
I
I
I
I
I
I
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
II
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
III
IV
3
3
5
6
6
6
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7
CONCL
2
3
3
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10
CONCL
CONCL
1
2
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9
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10
10
10
CONCL
INTRO
9
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14
6
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11
7
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3
3
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85
39
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71
39
41
51
12
45
94
96
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29
10
10
12
7
26
8
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9
30
6
11
13
22
26
27
33
60
10
11
21
4
2
avanti quello che dir
essere il suo erede e
salvaggine avervi
della sua mano ne
toccare) acciò che egli
d’oltremare andar
che egli ogni mattina
sua futura utilità ciò
la futura cena far si
mostrato che via tener
che a lei la volta
stessa recatasi quel che
’l figliuolo e ’l padre
quistion caddero chi vi
costui incontanente si
a pregare che gli
creduto che conceduto mi
e la sua balia gli
quasi amore cosí questo
qual prima di loro la
che che avvenir se ne
che dicesse che non
quanto questo battimento
appena sapeva che far si
fatta, guiderdonare il
niuna misericordia la
che egli non la
siniscalco, dove metter
quello appresso che far
a pensare che via
credeva che alla reina
quello che il re far
pensato che modo tener
che la gentil donna ti
s’avvisò qual
e se egli pur si
che di tale amore si
egli piú amava, gli
io credessi che noiar vi
non dimeno che dir non
imaginando come dir gli
avea quello che far
e avendo quello che far
come sua ligittima sposa
che via e che modo egli
di servire a Dio, lei
le ’nsegnò come star si
che bene stesse e che
della invidia non
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovesse;
dovesse e disse:
dovesse da tutti gli
dovesse, e l’avere
dovesse
dovesse procedere, come
dovesse verso lui
dovesse, per far piú
dovesse
dovesse udire una messa
dovesse essere stato
dovesse, quivi dimorando
dovesse
dovesse a venir dentro a
dovesse toccare, in se
dovesse dire cominciò a
dovesse esser pace, e per
dovesse entrare, e niuno
dovesse di Napoli partire
dovesse piacere di non
dovesse esser suto, lungo
dovesse mandare,
dovesse patire come la
dovesse con seco menare a
dovesse, di privare di
dovesse
dovesse molto piú esser
Come la
dovesse durare.
dovesse. Ma pur, dando
dovesse
dovesse. Il re
dovesse
dovesse uccidere e a lui
dovesse contra suo
dovesse la sera le tavole
dovesse in tutto il tempo
dovesse tenere a dovere
Per
dovesse piacere.
dovesse. Avendone adunque
dovesse
dovesse, se n’andò a
dovesse
dovesse incontanente
dovesse essere quella
dovesse risapere, si è
dovesse rimanere, per ciò
dovesse piacere di farla
dovesse; ma, per ciò che
dovesse
dovesse giammai d’averlo
dovesse quando con lui
dovesse, dicendo che al
dovesse
dovesse avvisato,
dovesse omai raccogliere
dovesse con lei tenere,
dovesse recare a’ suoi
dovesse a dovere
dovesse sodisfare alla
dovesse percuotere se non
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PAMPINEA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
ELISSA
EMILIA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
CORNICE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
PANFILO
ELISSA
ELISSA
PAMPINEA
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
DIONEO
FIAMMETTA
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
DIONEO
LAURETTA
FILOMENA
FILOMENA
FILOMENA
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
PANFILO
PANFILO
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
IV
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
V
VI
VI
VI
VI
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
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2
3
3
3
4
7
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8
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10
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1
1
1
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1
1
1
2
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15
25
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6
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2
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54
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14
16
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7
14
14
14
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53
13
9
20
39
9
17
23
25
32
41
3
6
7
11
40
patto, che egli non
dove questo seguir
che dal fuoco la Ninetta
sorella salva e libera
come fatto esser
altra, tutta la tela
dolcemente che gli
si dispose, se morir ne
colui che morto fosse si
d’Amalfi che egli non
da qual parte fuggir si
allo scampo di Ruggieri
di ciò che risponder
le donne a cui porre la
che lei per moglie gli
che che avvenir ne
che a far questo
e dell’ordine che tener
dove arrivar si
quale non sapea che si
di cui la giovane
quasi mai usato non era,
e consigliarono che si
di lei il pregò che gli
a pensar quello che far
che che esser ne
che pure a ciò il
l’amor di Dio non gli
che aspettavano che egli
proponimento, che Biagio
frate Cipolla e Giovanni
egli di questo fatto poi
penna trovando carboni,
erano, che con essi gli
di Dio che piacer gli
E seco divisando che via
potesse, la pregò che le
alla donna che Anichino
che, quando venisse,
a aspettare quello che
quello a che il fatto
bastassono, che che ne
aspettare quello che far
pensato che modo tener
io direi che domane si
pregandola che le
l’una, che questo non
a Gulfardo che a lei
s’avisò troppo bene come
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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dovesse lasciar lei per
dovesse, che essi erano
dovesse
dovesse campare, al quale
dovesse riavere; l’altra
dovesse, ferventemente di
dovesse
dovesse compiere, piú
dovesse piacere di far
dovesse, di parlarle esso
dovesse
dovesse chetamente
dovesse lasciar per cosa
dovesse o potesse vedea,
dovesse dare aiuto, sí
dovesse allo stradicò, se
dovesse piacevolmente
dovesse dare; ma Cipseo
dovesse, di rapir
dovesse
dovesse avere e
dovesse, si ricordò di
dovesse
dovesse; e d’altra parte
dovesse
dovesse sperare altro che
dovesse essere e in
dovesse venire, avvenne
dovesse di Ravenna
dovesse piacer d’andare a
dovesse. Ella sapeva che
dovesse
dovesse, di non mandare
dovesse
dovesse aver condotto,
A
dovesse far male.
dovesse dire altro,
dovesse tenere a parole
dovesse tralle cose del
dovesse al popol dire.
Gli
dovesse dire.
dovesse toccare il
dovesse d’aprirle, per
dovesse a ciò tenere,
dovesse piacere d’aver
dovesse piú stare, il
dovesse lo spago tirare,
dovesse avvenire.
dovesse riuscire.
dovesse a te parere, e’
dovesse la gentil donna;
dovesse a darle
dovesse ragionare delle
dovesse piacere
dovesse mai per lui esser
dovesse venire e recare
dovesse fare a riaverlo,
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ELISSA
EMILIA
EMILIA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
PAMPINEA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
LAURETTA
DIONEO
DIONEO
CORNICE
FILOMENA
FILOMENA
FILOSTRATO
NEIFILE
NEIFILE
FIAMMETTA
EMILIA
DIONEO
ELISSA
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
EMILIA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FILOMENA
PANFILO
DIONEO
DIONEO
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
IX
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
3
4
4
7
7
7
7
7
8
8
9
10
10
CONCL
1
1
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5
6
6
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44
6
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47
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64
69
117
8
9
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8
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26
26
6
7
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12
13
7
24
30
41
23
3
8
29
64
9
48
che in Mugnone si
suo, e pregolla che ella
come e quando venir
amarla come far solea si
e che di ciò lo scolare
senza piú indugio
aspettò quello che ella
che che avvenire ne le
quello a che il giuoco
vendetta di questa cosa
degli atti degli uomini
passato vespro la
avvisando che modo ella
a Panfilo che una ne
tratto che Scannadio si
ad aspettare che di lui
che in questo gli
ciò che in sei mesi gli
a pregarlo che seco il
che ciascun di loro
da lui che via tener
che questa cosa gli
gli disse che gli
lei ordinato il modo che
mandolla pregando che le
che egli piú avanti
costumi, che altro mi
come la nostra è, si
ordinato ciò che far si
che la mia amistà ti
condizione, che ella
estimò che con costei
Gualtieri la figliuola
dovesse trovare una cosí
dovesse esser contenta
dovesse, si partí e
dovesse
dovesse poter riducere
dovesse essere gran
dovesse far quello che
dovesse dire e fare.
dovesse, di chiamarla e
dovesse
dovesse riuscire; e
dovesse fare, che, senza
dovesse le medicine che
dovesse aspettare; il
dovesse tenere acciò che
dovesse cantare; il quale
dovesse levar ritto e
dovesse intervenire.
dovesse dar consiglio e
dovesse dare, acciò che
dovesse menare, e che
dovesse fare e dire per
dovesse con una sua
dovesse insegnare; donno
dovesse piacere d’andare
dovesse tenere, cosí
dovesse piacere di venire
dovesse dire. Niccoluccio
dovesse seguir della mia
dovesse sí largamente
dovesse, come piú
dovesse
dovesse esser cara, se io
dovesse stare senza a
dovesse potere aver vita
dovesse tener moglie, e
dovesser
LAURETTA
LAURETTA
NEIFILE
ELISSA
LAURETTA
IV
VI
VIII
VIII
VIII
3
3
1
3
9
26
10
7
37
8
dove due cose ne
la sua onestà o la
volesse dove due cose ne
Calandrino che essi non
non saputa da gli uomini
dovesser
dovesser
dovesser
dovesser
dovesser
dovessero
CORNICE
CORNICE
NEIFILE
NEIFILE
PANFILO
PAMPINEA
FIAMMETTA
I
I
I
II
II
V
VII
INTRO
INTRO
2
1
7
6
5
73
87
28
5
112
36
3
da sedere, a mano a mano
a tener lor compagnia si
di là entro che a Abraam
impediti, quasi tutti
in Cipri a mio padre mi
comandamento del re non
che in questo essi
dovessero
dovessero
dovessero
dovessero
dovessero
dovessero
dovessero
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G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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seguire: la
contaminare
seguire: l’una,
questa cosa con
trarre profitti
entrare in
disporre.
I
dare il
dal toccamento
presentare.
piú avanti fare
alle donne non
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NEIFILE
PANFILO
PANFILO
ELISSA
FILOSTRATO
LAURETTA
LAURETTA
LAURETTA
CORNICE
FIAMMETTA
FILOSTRATO
VII
VII
VII
VIII
VIII
VIII
VIII
VIII
IX
IX
X
8
9
9
3
5
9
9
9
INTRO
5
3
27
57
76
53
11
8
19
112
3
21
24
l’altro pregando che non
sua noia che aiutar la
mai a tale atto non si
pregogli che suso a lui
che, fra sé ordinato che
potere essere che essi
il mese insieme si
per Dio che nol
quasi giugnere gli
quello che fare gli
dove aspettare il
dovessero queste cose
dovessero a andare infino
dovessero esser condotti,
Essi,
dovessero andare.
dovessero fare e dire, la
dovessero cosí lietamente
dovessero ritrovare in
dovessero vituperare, e
dovessero, faccendogli
dovessero
dovessero di questo suo
dovessero il dí seguente.
dovessi
CORNICE
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
FILOMENA
PAMPINEA
DIONEO
PANFILO
PAMPINEA
FILOSTRATO
IV
IV
IV
V
VII
VIII
VIII
VIII
IX
X
INTRO
1
1
9
7
7
10
CONCL
7
3
7
38
44
35
33
53
30
12
10
38
a pensare dond’io
turbato esser non ti
cioè che di me far ti
la mia possibilità io vi
di richiedermi che io
e per ciò, se io ne
mio fratello che, se io
l’ho tenute, / e ch’io
che io vegga, se io vi
pure avvenisse che io ne
dovessi aver del pane che
dovessi se io nobile uomo
dovessi, caccial del
dovessi
dovessi onorare, che con
dovessi a’ suoi piaceri
dovessi per questo solo
dovessi vendere e
dovessi giunger la mia
dovessi star tutto dí,
dovessi alcun trovare,
dovessimo
CORNICE
I
INTRO
56
se essere volessimo o dovessimo testimonie di
dovessono
PAMPINEA
II
3
16
che aspettar si dovessono se non misera
doveste
FIAMMETTA
NEIFILE
LAURETTA
PAMPINEA
II
IV
VI
VIII
5
8
3
7
27
9
8
137
affare al quale voi non
fuggir questo, voi il
Rinucci e cui voi tutte
mai pensato che voi
dovesti
PANFILO
I
1
44
quello che tu tener non dovesti?
dovesti
dovete
PANFILO
FILOMENA
FILOSTRATO
PAMPINEA
EMILIA
FIAMMETTA
EMILIA
LAURETTA
I
I
I
II
II
III
III
III
1
3
7
3
6
6
7
8
46
4
11
37
5
28
33
26
cosí visitato.
Ma voi
fatte vi fossero.
Voi
novella: Signor mio, voi
meglio che alcuno altro
Carissime donne, voi
voi quella donna che gli
non fosse.
Or voi
a dover fare, anzi il
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doveste
doveste
doveste
doveste
esser cara, non
in alcuna parte
conoscere:
la
essere stata qui?
Al quale ser
dovete sapere che mio
dovete, amorose compagne,
dovete
dovete sapere che
dovete sapere, ciascun
dovete sapere che
dovete venire a parlare?"
dovete sapere che io son
dovete disiderare, per
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PANFILO
FILOSTRATO
DIONEO
EMILIA
FIAMMETTA
FIAMMETTA
ELISSA
DIONEO
DIONEO
ELISSA
FILOMENA
NEIFILE
PANFILO
FIAMMETTA
LAURETTA
ELISSA
NEIFILE
ELISSA
FILOMENA
FILOMENA
CORNICE
IV
IV
IV
V
V
VI
VI
VI
VI
VII
VII
VII
VII
VIII
VIII
IX
X
X
X
X
X
6
9
10
2
9
6
9
10
10
3
7
8
9
8
9
2
1
2
8
8
CONCL
4
4
4
4
4
13
4
37
51
4
4
4
34
4
17
5
3
21
58
77
15
però, amorose donne, voi dovete sapere che general
de’ quali è parlato.
Dovete adunque sapere che
si dee raccontare.
Dovete adunque sapere,
non feci il re.
Dovete adunque, dilicate
delle volte dona.
Dovete adunque sapere che
la quistione.
Voi dovete sapere che i
sentimento contato.
Dovete adunque sapere che
"Signori e donne, voi dovete sapere che,
che in lui aver dovete,
dovete non la penna che
la racconterò.
Voi dovete sapere che in
e prestamente.
Voi dovete sapere che in
bene scaricarmi.
Dovete dunque sapere che
di pigliarla.
Voi dovete sapere che questo
ingiuria vendicare.
Dovete adunque sapere che
che non farebbe.
"Dovete
Dovete adunque, disse
dire.
Sapere adunque dovete in Lombardia
esser se non utile.
Dovete adunque sapere che
"Messer l’abate, voi dovete sapere che l’esser
che io intendo che voi dovete aver detto e
ringraziate.
Nondimeno dovete sapere che io non
poi che cosí ve ne dovete adirare." Appresso
Based upon/Testo di riferimento:
G. Boccaccio, Decameron. V. Branca, ed. Torino: Einaudi, 19923.
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