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© La riproduzione e la utilizzazione degli articoli e degli altri materiali pubblicati nel presente giornale sono espressamente riservate Moda A Palermola giovanestilista diOsaka, AkiNagai Sartoria, un po’ di Giappone in Sicilia ... Mercoledì 25 Settembre 2013 PAGINA36 Giappone e Sicilia unite nel segno della moda, attraverso l’esperienza decennale di una sartoria palermitana, l’atelier di Carmelo Crimi, a Palermo, che da un anno si avvale della collaborazione dalla giovane stilista di Osaka, Aki Nagai. «Quando ho affiancato mio padre – racconta Mauro Crimi, dal 1993 nell’azienda che esiste dagli anni Settanta – ho appreso lo stile classico ed elegante del taglio sartoriale, preferito da imprenditori, politici e personaggi dello spettacolo che scelgono di vestire “su misura”. L’innesto orientale non rompe ma valorizza la nostra tradizione perché, anche nel Sol Levante, l’attenzione alle linee e ai dettagli è importante». La fusion in salsa fashion ha messo in luce la realtà palermitana in Oriente attraverso la vetrina dello scorso Pitti uomo, a Firenze. La stilista Aki Nagai nel laboratorio della sartoria Crimi La tendenza. Riflessi ispirati ai colori delle conchiglie. Sfumature di blu, argento, viola e rosa sia per tinte bionde ghiaccio che per quelle più scure Colpi di pennello tra le chiome Autunno,l’oradellamadreperla Gli esperti: è una colorazione che rende la donna più «monella e rockettara». In Usa è già diffusa, pure tra star come Madonna e Lady Gaga. In Italia Belen tra le appassionate dai lettori Capelli da curare I capelli vanno curati in qualunque stagione. Bisogna riuscire a conciliare l’estetica con la salute. Si può essere alla moda senza correre il rischio di rovinarli. (Commento all’articolo del 2 agosto sui segreti per proteggere i capelli in estate). Nancy su www.gds.it Milvia Averna Palermo M adreperla e punk, classico e profano, due volti della stessa medaglia, almeno per le tendenze moda di questo autunno, che hanno in comune le sfumature del blu, argento, viola e rosa che si porteranno anche in testa. Largo ai colori madreperlati sulle chiome, sia in versione corto geometrico che lungo morbido, sia per tinte bionde ghiaccio che per le più calde colorazioni scure. Pennellate di colore, ispirate ai riflessi delle più belle conchiglie del mare, vivacizzeranno tagli morbidi e vaporosi che alternano luminosità ad aspetto opaco e scarmigliato, proprio come la conchiglia stessa, lucida dentro e ruvida fuori. Portavoce della nuova tendenza è Angelo Seminara, hair stylist internazionale, che ha iniziato ad 11 anni a lavorare come barbiere in Italia, a Melicucco in Calabria dove è nato, ma che ha trovato fortuna all’estero, diventando un’importante firma del settore. Vive a Londra ed è, dal 2011, il direttore creativo di Davines, marchio di prodotti per acconciatori, diffuso in 70 nazioni, caratterizzato da una politica ecosostenibile. Presenza fissa nei backstage delle sfilate di Parigi, New York, Londra e Milano, per griffe come Nella foto a sinistra una modella durante il lancio della linea di colorazioni e tagli «Mother of pearl di Davines». Sopra Francesco Cospolici con Paola Ingrassia Chanel, Hermes e Vivienne Westwood, per la collezione 2013 «Mother of pearl» si è ispirato all’effetto cromatico di una grossa conchiglia di madreperla, rinvenuta in un negozio d’antiquariato. Rosso che vira al rosa, blu, verde, arancio, viola e giallo le nuance della linea «A new color, pure color» per assomigliare all’«elegante pietra dura rivestita da una moltitudine di specchi - secondo Seminara -, con capelli non troppo in piega per dare un’immagine moderna». Tra i parrucchieri siciliani che fanno parte della Accademia Davines, il palermitano Francesco Cospo- lici è stato uno dei primi a ricreare con successo la colorazione ispirata alla natura. «La madreperla evoca classe ed eleganza – sottolinea Cospolici – e le colorazioni così originali di questa collezione rendono la donna ”monella e rockettara”, tra il punk della fine degli anni Settanta ed il grunge dei Novanta, come si usa ora. Abbiamo studiato la tecnica a New York, ad uno stage Davines e, in Usa, è già diffusa, anche tra star come Madonna e Lady Gaga. Da noi Belen ha ciocche madreperlate, ma presto anche le palermitane si convertiranno». Le origini Queiriflessi protagonisti dellamodagià nelMedioevo ... La madreperla, lo strato interno delle conchiglie di alcuni molluschi, è protagonista nella moda e nella decorazione, da sempre, nelle Indie orientali e, in Europa, già nel Medioevo, grazie alla sua particolare luminescenza. È formata da uno strato lamellare, fatto di una pila di fini foglietti leggermente ondulati e disposti parallelamente tra loro, a differenza della perla che li ha in forma circolare. È composta chimicamente da una sostanza organica, la Conchiolina, una minerale, il carbonato di calcio, soprattutto Aragonite, ma varia a seconda del tipo di conchiglia. L'iridescenza, invece, è dovuta a fenomeni d'interferenza che avvengono tra le lamine della materia madreperlacea ed ha la peculiarità di essere trasferibile su altri oggetti, facendoli risplendere. Da ciò, il suo uso non solo nella decorazione di accessori, fermagli, forcine, bottoni, gioielli o mobili, ma anche nella cosmesi. L’obiettivo è di trasferire su pelle e capelli le proprietà luminescenti naturali. I mineral make-up, grazie a questo effetto di riflessione della luce, detto anche «soft focus», consentono una diminuzione visiva delle rughe (circa del 60%), paragonabile all’«effetto flou» delle fotografie. Esistono anche shampoo alla madreperla, per dare luce ai capelli spenti, e peeling ad azione meccanica a base di madreperla d’ostrica. Mi.Av. Rivoluzione nei tessuti da un’idea di una ricercatrice di Londra. Non esiste ancora una collezione ma solo alcuni pezzi Moda bio: vestiti derivati da tè zuccherato e batteri ... La nuova frontiera del fashion è bio con indumenti derivati da tè zuccherato e batteri. «Immagina se un granchio potesse diventare un casco da bici, un fungo un berretto sportivo, una carota uno skateboard ed una conchiglia di madreperla un telefonino». Si interroga così il sito Bioculture, un perfetto esempio di green think, che ha ottenuto l’attenzione del mondo quando la sua fondatrice, Suzanne Lee, ha presentato i primi vestiti ottenuti da una coltivazio- ne batterica. Fashion designer e ricercatrice al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra ha voluto coniugare moda e biologia, in chiave ecosostenibile, rivoluzionando il punto di partenza del settore, e cioè, la materia prima, i tessuti. La Lee utilizza, infatti, microbica-cellulosa, composta da milioni di batteri minuscoli, coltivati in vasche di tè verde zuccherato per la produzione di un tessuto che è simile ad una tela o una pelle vegetale. Al motto di «grown your own clothes», coltiva i tuoi vestiti, propone, ed insegna a realizzarlo attraverso seminari nel mondo. In una vasca, come quella da bagno, grazie ad una coltura batterica di kombucha, attraverso un processo di fermentazione, si ottiene della cellulosa. Interviene una simbiosi di Acetobacter, batteri che producono acido acetico, e lieviti, che la rendono simile ad una grande frittella di colore chiaro. Il metodo di produzione e lavorazione è affascinante. I batteri si nutrono delle sostanze nutrienti dello zucchero, producendo micro filamenti di cellulosa pura che si aggregano formando vari livelli e, alla fine, si compattano in uno strato in superficie, e dopo tre settimane, raggiunge i tre centimetri di spessore. Quando la coltura statica è pronta, la si tira fuori dalla vasca e la si lava con sapone, si lascia evaporare l’acqua da cui è composta al 90% circa e diventa simile ad una carta o una pelle leggera, flessibile, che si può tagliare e cucire in modo convenzionale e modellare durante l'asciugatura. Non esiste ancora una vera e propria collezione ma solo alcuni pezzi, una bio-denim jacket color indaco, una biker racket simil borchiata con un processo naturale di ossidazione ferrosa, un bomber colorato con essenze di frutta e verdura, un kimono maculato, una giacca coloniale e decolleté con zeppa e plateau rivestisti di kombucha, conservati al museo della Scienza di Londra. Mi.Av.