Fragola, aumentano le superfici e migliora la qualità del prodotto

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Fragola, aumentano le superfici e migliora la qualità del prodotto
DAI FRUTTETI PIEMONTESI
Le principali caratteristiche delle varietà consigliate
Fragola, aumentano le superfici
e migliora la qualità del prodotto
L
a fragolicoltura piemontese inizia nella prima
metà degli anni ’50 sulle pendici della Bisalta in
particolare nel comune di Peveragno. Le prime
esperienze sono state condotte da operatori agricoli utilizzando materiali genetici provenienti dalla vicina
Francia. I risultati produttivi sono apparsi da subito interessanti; le particolari situazioni pedoclimatiche che
caratterizzano l’areale piemontese avevano favorito lo
sviluppo vegetativo delle piante assicurando una elevata qualità delle produzioni rendendo i frutti particolarmente graditi dai consumatori.
Negli anni la fragolicoltura locale ha subito una significativa evoluzione sfiorando, nella metà degli anni
’70, investimenti su circa 800 ha; successivamente le
difficoltà riscontrate sui mercati e il significativo incremento dei costi di produzione hanno coinvolto le
aziende locali determinando, in pochi anni, un’importante contrazione degli investimenti produttivi. Attualmente si stima che la coltura occupi una superficie di
circa 120 ettari suddivisa pressoché equamente tra coltura di pieno campo e produzione in tunnel con forzatura dei cicli produttivi. Le buone performance fatte registrare sui mercati nazionali dalle produzioni estive
hanno contribuito in particolare nelle aree pedemontane del cuneese, alla diffusione di cloni di fragola rifiorente in grado di garantire flussi regolari di produzione
sui mercati per l’intero periodo estivo. Le aree oggi
maggiormente interessate dalla coltivazione sono gli
ambienti pedemontani del cuneese (areali della Bisalta
con una forte presenza nei luoghi tradizionali di coltivazione di Boves e Peveragno); particolari situazioni
ambientali consentono, in questi ambienti, sia la diffusione di coltivazioni di fragole unifere per produzioni
tardo primaverili che di fragole rifiorenti con raccolte
che proseguono sino ai primi geli autunnali. Sempre
nel cuneese ed in particolare nelle aree collinari del
Roero (aree che fanno riferimento al mercato alla produzione di Canale d’Alba), si sono andate consolidando, nel tempo, coltivazioni a maturazione precoce ottenute attraverso forzatura dei cicli produttivi. Oltre a
queste due zone produttive attualmente la fragolicoltura è diffusa nell’areale alessandrino ed in particolare
nella zona collinare del tortonese (Viguzzolo – Monleale) con produzioni di pieno campo tardo primaverili
mentre, nella zona tradizionale del torinese/vercellese
(Verrua Savoia – Crescentino) proseguono investimenti
in coltura forzata con raccolte di aprile-inizio maggio.
Una razionale gestione agronomica
Le piante di fragola unifera, di norma, vengono
messe a dimora nei mesi estivi (luglio/agosto) utilizzando materiali di propagazione frigoconservati e/o vegetanti; le epoche di piantagione differiscono tra loro in
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funzione dei materiali di propagazione utilizzati e/o
dell’ubicazione dei siti di coltivazione. Gli impianti di
fragola rifiorente sono realizzati in fase tardo invernale/inizio primavera utilizzando esclusivamente materiale di propagazione frigoconservato.
Per contenere le malerbe e per migliorare gli aspetti di qualità delle produzioni, il suolo viene pacciamato utilizzando un film di polietilene nero, gli apporti
idrici alla coltura vengono soddisfatti attraverso l’utilizzo di apposite ali gocciolanti posizionate al di sotto della pacciamatura. Per ottenere i migliori risultati dalle
produzioni locali e per contenere lo sviluppo di alterazioni sui frutti con conseguente riduzione del numero
degli interventi di difesa sono andate diffondendosi, negli anni, tecniche di coltivazione che prevedono la protezione della vegetazione mediante posizionamento di
cupolini plastici in fase di post-allegagione. Questa tecnica colturale non modifica le epoche di maturazione
ma funge esclusivamente come barriera protettiva verso
gli eventi atmosferici.
Per ottimizzare i costi di produzione una parte degli
impianti di fragola unifera viene mantenuta anche al secondo anno di produzione; in questo caso le piante, a
fine inverno, vengono pulite avendo cura di asportare
tutta la vegetazione rinsecchita.
Raccolta e commercializzazione
L’epoca di produzione è fortemente influenzata dalle condizioni microclimatiche locali e da quelle atmosferiche; essa coincide indicativamente, per le varietà
unifere, con la seconda metà di marzo/inizio aprile per
la produzione forzata in tunnel per poi proseguire con
la produzione di pieno campo alessandrina, sino a
giungere a metà giugno con le produzioni delle aree
pedemontane del cuneese. Per quanto concerne le
quotazioni di mercato spuntate dalla produzione locale sui mercati interni nazionali si evidenziano, in questi
ultimi anni, livelli di remunerazione interessanti con
una leggera prevalenza per la produzione precoce. Particolari situazioni pedoclimatiche associate a razionali
pratiche agronomiche conferiscono al prodotto locale
interessanti livelli di qualità dei frutti.
La produzione di fragola rifiorente presenta indubbiamente dei vantaggi gestionali, in quanto la raccolta
è maggiormente dilazionata nel tempo; i primi stacchi
si effettuano a partire dalla terza decade di giugno per
poi proseguire sino ad ottobre inoltrato quando, con il
sopraggiungere del primo gelo invernale, le piante
bloccano i processi di sviluppo/maturazione. Anche in
questo caso l’elevata escursione termica giornaliera tipica delle aree pedemontane consente il raggiungimento di elevati standard qualitativi dei frutti.
Profilo delle varietà unifere inserite in lista per il Piemonte
(in ordine crescente di maturazione)
Alba
Può essere considerata ad oggi la cultivar di riferimento per il Piemonte nel segmento della precocità; le piante sono caratterizzate da una buona vigoria vegetativa con fogliame verde scuro. Il frutto è di forma conica allungata e presenta
una buona uniformità di forma e pezzatura anche nelle staccate terminali e una
buona shelf life. Interessanti i livelli di lucentezza e colorazione dei frutti rilevati
nell’intera fase di maturazione. Interessante anche per gli aspetti di produttività
che si attestano, generalmente, su livelli elevati.
Clery
Cultivar caratterizzata da una media vigoria vegetativa, presenta epoche medio
precoci di maturazione. Negli areali piemontesi presenta frutti di forma conica
regolare, attraenti; colorazione rosso chiaro della superficie, molto brillante.
Frutti caratterizzati da elevati contenuti in zuccheri associati ad una media acidità dei succhi. L’adozione di idonee epoche di piantagione assicura il raggiungimento di elevati livelli produttivi.
Lia (Sugar Lia)
Cultivar vigorosa con fogliame disteso, negli areali produttivi piemontesi evidenzia un’epoca medio precoce di maturazione. Nelle verifiche si sono accertate
buone regolarità dei calibri dei frutti nelle diverse staccate. Presenta frutti con la
caratteristica forma conico-tondeggiante, di colore rosso chiaro brillante anche
in situazioni di elevata insolazione, elevati contenuti zuccherini dei succhi associati a pregevoli qualità organolettiche della polpa. Le valutazioni condotte sul
territorio evidenziano una buona potenzialità produttiva delle piante.
Asia
Cultivar giudicata positivamente nei nostri ambienti produttivi, presenta piante di
buona vigoria vegetativa. Epoca di maturazione intermedia, elevata produttività.
Presenta frutti di forma conico-allungata particolarmente apprezzati dal mercato locale, pezzature elevate; superficie di colore rosso carico brillante con buona resistenza alle manipolazioni. I frutti evidenziano buoni aspetti qualitativi con
marcata concentrazione di zuccheri ed aroma.
Antea
Cultivar caratterizzata da cicli di maturazione intermedi, presenta frutti di forma
conica-allungata, regolari e particolarmente apprezzati dal mercato locale. Medio-elevata consistenza della polpa associata ad una medio-buona qualità dei
frutti. Marcata consistenza della polpa anche in situazioni di stress ambientale.
Buona tolleranza delle piante al mal bianco.
Arosa
Cultivar di riferimento nel segmento di maturazione intermedio, presenta piante
di elevata vigoria. Frutti caratterizzati da forma conico allungata con marcata
consistenza della polpa e buona tenuta anche alla sovramaturazione. Colorazione rosso vivace dei frutti con buona stabilità in fase avanzata di maturazione.
Produttività elevata.
Argentera
Cultivar di recente introduzione, caratterizzata da piante di buona vigoria. Presenta, nei nostri areali, cicli di maturazione tardivi. I frutti sono di forma conica,
regolare nelle diverse staccate. Colorazione rosso chiaro attraente della superficie, molto stabile anche in sovramaturazione. Buona consistenza dei frutti e interessante resistenza alla manipolazione. Buon rapporto zuccheri/acidi con interessanti profili aromatici.
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Profilo di varietà rifiorenti inserite in lista per il Piemonte
(in ordine alfabetico)
Albion
Cultivar caratterizzata da grappoli tendenzialmente corti, le piante manifestano
una buona tolleranza al mal bianco. Frutti di elevata pezzatura con elevata consistenza. Buone qualità organolettiche.
Elsinore
Cultivar che evidenzia, nei nostri areali di coltivazione, una elevata produttività
in particolare nei mesi centrali estivi sia adottando le tradizionali tecniche di coltivazione che in coltivazione fuori suolo. Frutto primario con forma conico-allungata, secondario tendenzialmente raccorciato. Colorazione rosso aranciata dei
frutti.
Evie 2
Cultivar caratterizzata da elevata rusticità, piante molto vigorose e mediamente
tolleranti al mal bianco. Frutti a forma conico-corta, regolari nella forma e nella
pezzatura nelle diverse staccate. Buona colorazione rosso chiaro della superficie esterna dei frutti associata a una marcata lucentezza della superficie. Interessante concentrazione della produzione nei mesi centrali estivi.
Monterey
Cultivar di recente introduzione nelle prove, presenta una marcata produttività
dei soggetti con frutti di forma conico-allungata. Polpa particolarmente croccante con elevata resistenza alle manipolazioni. Elevati contenuti zuccherini e di
acidità dei succhi.
Portola
Interessante cultivar di fragola rifiorente inserita nelle prove in questo ultimo
biennio, evidenzia una elevata qualità dei frutti sia per quanto attiene alla forma
conico-allungata che alla colorazione e lucentezza della superficie. Elevata consistenza della polpa con buona tenuta nel postraccolta, elevata pezzatura dei
frutti e buona stabilità dei calibri nelle diverse staccate.
San Andreas
Cultivar di recente introduzione nelle verifiche sperimentali, presenta piante di
elevata vigoria vegetativa associata ad una buona rifiorenza dei soggetti. Frutti
a forma conico allungata, colorazione della superficie rosso chiaro, molto attraenti e regolari nelle diverse staccate. Marcata scalarità delle raccolte, buona
produttività associata a una elevata pezzatura dei frutti.
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Attività di indirizzo varietale
Il Creso, per fornire indicazioni puntuali ai fragolicoltori locali, da più di venti anni conduce attività di valutazione di nuovi materiali genetici sia relativamente alla fragola unifera che rifiorente. Parallelamente sono state avviate negli anni, mediante uno specifico programma
di miglioramento genetico, attività di selezione destinate
alla costituzione di nuove varietà adatte agli areali pedemontani del Piemonte. Tali attività di ricerca sono inquadrate in un Progetto Nazionale finanziato dal Ministero
delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali cofinanziato dalla Regione Piemonte. La valutazione dei materiali viene effettuata prendendo in considerazione i diversi aspetti vegetativi, produttivi e qualitativi. Una delle
più importanti caratteristiche delle piante è la tolleranza
alle avversità di natura crittogamica o animale. I materiali che dovessero infatti manifestare un’elevata suscettibilità alle avversità riceveranno un giudizio negativo. Accanto alla produttività, parametro imprescindibile per il
successo di una nuova accessione di fragola, vengono
valutati con attenzione i parametri qualitativi. Fra di essi,
maggiormente importanti sono il residuo secco rifrattometrico e l’acidità titolabile. Il residuo secco rifrattometrico (espresso in gradi Brix) rappresenta la percentuale di
zuccheri disciolti nel succo del frutto ed evidenzia la
componente dolce del sapore della fragola. L’acidità titolabile rappresenta invece la componente acida (ugualmente importante) del già citato sapore.
Le indicazioni che scaturiscono da queste attività
di ricerca vengono, annualmente, divulgate ai fragolicoltori attraverso la definizione di apposite “Liste di
orientamento varietale” specifiche per gli areali piemontesi.
Si riportano in queste pagine i profili delle cultivar consigliate a livello locale.
Michele Baudino, Sandro Frati
Creso – Consorzio di ricerca e sperimentazione
per l’ortofrutticoltura piemontese, Manta (Cn)
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