leggi pdf - Club COLONI di Catan
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Intervista a Francesco Ferrari a cura di Rodolfo Melogli Un ragazzo, un mito: Campione italiano di Coloni di Catan nel 2004 e nel 2005 e Campione Mondiale nel 2004 Ebbene si! Dopo l’intervista ad Antonio Valerio, fresco Campione italiano, ci troviamo ora di fronte il Campione mondiale del 2004, capace di aggiudicarsi anche i Campionati italiani del 2004 e del 2005: Francesco Ferrari. Ciao, mi chiamo Francesco Ferrari, ho 25 anni, sono di Milano e studio economia. Sono un fanatico di giochi di società anche se purtroppo raramente riesco a giocare in quanto quasi nessuno dei miei amici condivide la mia "passione". Il mio hobby preferito è il bridge, sono stato nazionale italiano under 25 e con l'Italia sono arrivato secondo ai Campionati mondiali, secondo agli europei e primo agli europei universitari. Grazie al bridge ho avuto la fortuna di poter viaggiare molto, sempre spesato e addirittura pagato in caso di buon piazzamento. Così sono stato in Cina, Thailandia, America, Turchia e in tantissimi posti in Europa (beato te, n.d.r.). Te e Catan: quando hai iniziato e perché ti risulta "facile"? Ho conosciuto il gioco per sbaglio, ero a Lucca a fare un torneo di Risiko ed alcune ragazze spiegavano come giocare a questo "nuovo" gioco. Mi piacque molto e lo comprai. Per un anno non sono mai riuscito a giocare, l'estate dopo lo portai in vacanza e nacque la passione. Ricordo che all'inizio giocavamo con regole un po' "fai da te" (per esempio il deserto era sempre in mezzo al tabellone) ma il gioco piaceva a tutti. Il principale pregio dei co- loni è che è un gioco molto immediato ma non facile e ripetitivo. Dopo quell'estate i coloni finirono ancora in un armadio e per altri 10 mesi non riuscii a giocare nemmeno una volta. Poi per caso partecipai con alcuni amici del Risiko alla caccia al tesoro ATM di Milano e in squadra con noi c'era anche Antonio Valerio (vi ricorda qualcuno?, n.d.r.) che si era appena trasferito a Milano. Proposi allora ad Antonio (che aveva comprato insieme a me il gioco a Lucca) una par- tita. Fu il momento della svolta, imparai che le regole che utilizzavo erano spesso sbagliate, che esistevano i campionati italiani e che addirtitura avevo la fortuna di giocare con il campione italiano in carica. Antonio mi disse anche che la domenica successiva ci sarebbe stato un torneo a Milano ed essendo una domenica senza campionato (altra fatalità) andai. Da quel torneo fatto per caso iniziò la mia "carriera": lo vinsi e mi qualificai ai nazionali a Modena; poi vinsi i nazionali e mi qualificai ai mondiali ad Essen dove sono diventato il primo campione mondiale italiano di un gioco di società. L'anno successivo rivinsi i campionati italiani a Modena ma per un impegno bridgistico non sono potuto andare a difendere il mio titolo mondiale in Germania. Quanto conta il posizionamento iniziale e quanto la fortuna ai dadi? Il piazzamento iniziale è senz'altro fondamentale, come senz'altro conta la fortuna. Io onestamente credo di aver battuto tutti i record di fortuna possibile, dal dado che mi ha fatto vincere il primo torneo a Milano al mitico 8 che mi fatto vincere la finale mondiale (il turno precedente avevo la vittoria in mano prima di tirare un terribile 7). Non ho una tattica particolare, dipende molto dal tabellone; i minerali sono chiaramente la risorsa più importante e credo che la strada più lunga vada presa unicamente per arrivare a 10 PV… Il mio punto di forza credo sia l'abilità di far scambi, ricordo ancora l'espressione di Klaus Teuber (l'ideatore del gioco) quando dopo uno scambio con lui gli ho costruito 3 strade e fatto una colonia "in faccia". Il campionato italiano 2006: dopo due anni consecutivi in cima al podio non hai voluto rovinare la tua media? Il campionato Italiano del 2006 non l'ho fatto unicamente perché la mia ragazza che mi ha sempre accompagnato in questi tornei aveva un esame e non poteva venire con me a Modena. Inoltre non avevo tanti stimoli, in fondo avevo solo da perdere e conscio di aver utilizzato tutta la fortuna possibile ho preferito ritirarmi da imbattuto... E poi se fossi andato Antonio non avrebbe mai potuto vincere ☺ Due volte consecutive campione italiano. Antonio Valerio due volte in 4 anni. Ma Catan è davvero un gioco di fortuna? Mi sono sempre chiesto anch'io quanto conta la fortuna in questo gioco. Statisticamente era difficilissimo riuscire a vincere il secondo campio- nato italiano, tutti partivano "prevenuti" con me, il brigante nel dubbio finiva sempre sulle mie colonie e prima di accettare uno scambio con me ci pensavano sempre parecchio. La fortuna è certamente una parte rilevante nel gioco ma io sono sempre stato convinto di avere circa il 50% di possibilità di vittoria nella singola partita mentre l'altro 50% è da dividere tra i miei 3 avversari. Il fatto di Antonio sottolinea che evidentemente è un gioco "solo" di fortuna per chi perde sempre… Il mondiale di Essen: che cosa ne pensi? I mondiali di Essen sono stati per me una bellissima esperienza. Un'organizzazione splendida, partecipanti da tutto il mondo, alcuni (un giapponese che è poi arrivato in finale giocava sempre con il kimono) veramente folkloristici. All'inizio ho avuto qualche difficoltà perché la confezione dei coloni varia in ogni nazione (addirittura quella giapponese è ambientata nello spazio, c'è il buco nero invece del deserto, la strada laser e così via). Ai mondiali si utilizzava la versione tedesca e si scambiava in inglese, non poche volte ho scambiato un argilla per un'altra argilla... Le differenze con Modena sono nella formula: a Essen si sapeva già prima di giocare in che posizione si sarebbe partiti e contro quali avversari. C'è anche un diverso concetto di fair play, sia un giapponese che un norvegese (in semifinale) prima utilizzano la carta monopolio e poi scambiano, a Modena invece per ben 2 volte nella stessa partita un giocatore romano (voglio sapere chi era, n.d.r.) prima offriva a tutti un determinato materiale per poi riprenderselo usando il monopolio. La seconda volta si è addirittura vantato per l'arguzia (ti do una materia magari rara e poi te la riprendo) e a fine partita è arrivato chiaramente penultimo… Il clima ad Essen era molto disteso, frequenti erano le battute tra i condorrenti e anche tra i concorrenti e il pubblico (che non poteva stare vicino ai tavoli ma fuori da una recinzione)… Come è andata la finalissima e quali sono state le tue emozioni quando hai piazzato il decimo punto vittoria? La finalissima è stata una delle partite più belle e sofferte mai fatte, per un giro intero ben 3 persone sono state a 9 punti in grado di vincere. Si gio- cava su una maxi pedana, una sorta di coloni di Catan giganti, in modo da poter essere visti dal pubblico. Il piazzamento iniziale l'ho fatto sugli esagoni "normali" e veniva riproposto sulla mega isola. La partita l'abbiamo invece giocata (io quasi sempre in piedi) davanti all'isola gigante. In 3 abbiamo avuto la possibilità di vincere la partita, io avevo la vittoria in mano quando al mio turno ho tirato un 7 che non mi ha permesso di chiudere. Il danese dopo di me ha preso una carta sviluppo che avrebbe potuto dargli il punto decisivo mentre il giapponese è stato ad una strada (gli mancava un bosco) dal vincere la partita. Quando il turno è tornato a me avevo solo un numero per vincere, l'8; non potete capire la tensione di quel momento! Dopo la vittoria del mondiale insieme al secondo e al terzo classificato ho avuto l'onore di giocare contro Klaus Teuber… ho vinto facilmente quella partita, Klaus si è dimostrato scarsino come giocatore! Cosa ne pensi delle espansioni dei Coloni di Catan? Io le espansioni le ho tutte ma non credo che diano un vero surplus al gioco. La più bella è a mio avviso città e cavalieri ma allora piuttosto che comprare l'espansione meglio un gioco diverso. Ai marinai ho giocato solo una volta per- ché convinto che agli italiani si sarebbero fatte 2 partite ai coloni e una ai marinai, secondo me non è niente di speciale. Credi che Catan potrà raggiungere in Italia la fama che attualmente ha raggiunto in Germania? Potrà in futuro essere accostato a giochi come Risiko o Monopoli? I coloni di Catan per me è a stacco il miglior gioco di società (ma io ci faccio massimo 2-3 partite l'anno per me è difficile stufarmi). Non è paragonabile a giochi come Monopoli (Risiko è molto meglio) che ha il solo vantaggio di essere "vecchio" e conosciuto da molte persone. Credo che pian piano i coloni possano diventare sempre più famosi anche da noi ma la verità è che in Italia siamo un puntino e contiamo pochissimo a livello mondiale, non ci sarà mai la pubblicità e il boom di vendite che c'è stato negli altri paesi. I giapponesi mi raccontavano che ai loro campionati nazionali c'erano più di un centinaio di finalisti e in effetti per la casa che produce il gioco è un costo mandarli in Europa. Per capire l'importanza che viene data nel paese del sol levante dopo la vittoria ai mondiali sono stato intervistato da un giapponese con cameraman annesso che mi chiedeva come era stata la prestazione del loro finalista, in Italia sono finito al massimo 3 mesi dopo su una trasmissione radiofonica di giochi… | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | | Intervista a cura di Rodolfo Melogli, all rights reserved. Se volete pubblicare, copiare, ritagliare, utilizzare questo articolo, per favore contattate l’autore al seguente indirizzo email: clubcatan@ katamail.com. Grazie.