Visualizza PDF

Transcript

Visualizza PDF
SOCIETA’
DI SCIENZE
FARMACOLOGICHE
APPLICATE
SOCIETY FOR APPLIED
PHARMACOLOGICAL
SCIENCES
SSFAoggi
Notiziario di Medicina Farmaceutica
Bimestrale della Società di Scienze Farmacologiche Applicate
Giugno 2013
numero
Fondata nel 1964
37
Dove sono i nuovi antibiotici?
Sommario:
The Lancet
La comunità mondiale sta correndo un grosso rischio: questo ci ricordano due editoriali,
1 pubblicati su The Lancet e sul British Medical Journal, che riportiamo alle pagine 21 e 22.
La resistenza agli antibiotici è un grave problema: The Lancet ci ricorda che fu addirittura
messa in evidenza dallo stesso Alexander Fleming nel 1945, il quale temeva che l’abuso
2 della penicillina potesse selezionare ceppi resistenti.
Il British Medical Journal evidenzia che molte pratiche mediche e chirurgiche (dall’uso
della chemioterapia agli interventi invasivi in ortopedia e cardiochirurgia) sono possibili
4 grazie alla profilassi con antibiotici. E quindi, la resistenza agli antibiotici non è un solo un
problema degli infettivologi, ma sta diventando un problema dei chirurghi, degli oncologi, e
6 di tutto il sistema sanitario.
Alcune previsioni sono drammatiche: l’intervento di protesi dell’anca, che è diventato una
12 routine per la popolazione anziana, potrebbe essere colpito in modo significativo da complicanze infettive, passando dall’1% dei pazienti di oggi fino al 40%-50% dei pazienti nel
12 prossimo futuro, con oltre un terzo di essi in pericolo di vita. Uno scenario davvero preoc13 cupante.
Di fronte a queste previsioni, che ci vengono ormai ripetute ad intervalli regolari, stupisce
13 la mancanza di incentivi per la ricerca di nuovi antibiotici. Molte aziende hanno chiuso
linee di ricerca, e non intendono ritornare sulle decisioni prese forse troppo affrettatamen15 te. Una volta si diceva che il Giappone era una fonte continua di nuovi antibiotici: ma ora
sembra che anche questa sorgente si sia esaurita.
16 Possiamo solo augurarci che le nuove biotech, molto più snelle ed attente a cogliere opportunità, si dedichino con impegno a questo compito.
17
Domenico Criscuolo
21
BMJ
22
News from EMA
22
News on clinical trials
23
Nuovi Soci
24
Editoriale
Novità in Farmacovigilanza
Parte prima
Novità in Farmacovigilanza
Parte seconda
Il Decreto Balduzzi
Farmaci a brevetto scaduto
Affari Istituzionali
5a Edizione Master Bicocca
Master Bicocca 2013: i numeri
Comunicato stampa Bicocca
Piccoli ma cattivi
Sperimentazione animale
NUOVI ORIZZONTI
IN RICERCA CLINICA
***************
Milano, 27 giugno 2013
***************
IL NUOVO REGOLAMENTO EU
E LA RIORGANIZZAZIONE
DEI COMITATI ETICI IN ITALIA
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB PRATO
Anno VII numero 37
Pagina 2
NOVITA’ IN FARMACOVIGILANZA
Parte prima
Il 21 marzo scorso si è svolto a Roma il
primo corso di aggiornamento NOVITÀ
IN FARMACOVIGILANZA, realizzato in
collaborazione da SIAR, SIF e SSFA.
L'evento si è svolto nell'auditorium del
Ministero della salute con una folta e
attenta partecipazione di iscritti ed ha
visto alternarsi sul palco numerosi relatori dell'AIFA, dell'Accademia ed esperti
dell'Industria.
Dopo il benvenuto ed una breve introduzione del prof. Pier Luigi Canonico, presidente della SIF, e del dott. Walter
Bianchi, presidente SIAR, la sessione
del mattino è iniziata con la presentazione dello status della implementazione
della nuova normativa in Italia da parte
della dott.ssa Fernanda Ferrazin, coordinatore dell'Area Vigilanza Post Marketing e direttore dell'ufficio farmacovigilanza di AIFA.
La dott.ssa Ferrazin ha ricordato come
per ottenere l’AIC un medicinale debba
soddisfare i requisiti di qualità, sicurezza
ed efficacia, che gli studi clinici premarketing non garantiscono che un farmaco, una volta introdotto in commercio,
abbia un beneficio superiore al rischio e
che, dopo l’immissione sul mercato di
ogni medicinale, le attività di FV contribuiscono alla verifica dei requisiti di qualità, efficacia e sicurezza. Gli interventi
regolatori più frequenti finalizzati alla
prevenzione ed alla minimizzazione del
rischio sono la revisione del riassunto
delle caratteristiche del prodotto e del
foglio illustrativo (restrizioni delle indicazioni terapeutiche e della posologia,
aggiunta di nuove controindicazioni,
aggiornamento degli effetti indesiderati),
mentre meno frequenti sono le restrizioni
della prescrizione, oppure la sospensione oppure il ritiro dell’AIC. Nell'ambito
della relazione sono state ricordate le
basi normative a cui si deve fare riferimento (Decreto Legislativo n. 219 del
24 aprile 2006 e s.m.i., Decreto Ministeriale 12/12/2003 - nuovo modello di
scheda unica di segnalazione) e Decreto
21 Novembre 2003 (Istituzione elenco
dei farmaci da sottoporre a monitoraggio
intensivo).
La dottoressa ha poi mostrato come
negli ultimi anni il tasso delle segnalazioni di reazioni avverse sia costantemente
aumentato ed abbia superato, per l'Italia,
quello che per OMS è il riferimento
standard, cioè 300 segnalazioni per milione di abitanti, anche se il tasso delle
segnalazioni è molto disomogeneo con
numerose regioni che non hanno ancora
raggiunto tale obiettivo. Circa la nuova
normativa
(Regolamento
(UE)
1235/2010 e Direttiva UE 84/2010), è
stato sottolineato che lo scopo della medesima è di rafforzare il sistema di farmacovigilanza, consentendo una circolazione più rapida ed efficace delle infor-
mazioni sulle ADRs e stabilendo “chi” fra
i vari soggetti coinvolti è tenuto a “fare
cosa”. La dott.ssa Ferrazin ha infine
concluso la sua relazione con la rassicurazione che, sebbene non ci siano ancora informazioni in merito alla emanazione del Decreto Ministeriale di recepimento della direttiva, il contenuto della
direttiva è, comunque, già applicato.
Ha poi preso la parola la dott.ssa Carmela Santuccio (AIFA), che nella sua
relazione ha evidenziato come le principali aree interessate dalle modifiche
della legislazione siano quelle attinenti a
ruoli e responsabilità, monitoraggio delle
segnalazioni, PSUR, RMP, studi post
autorizzazione e rinnovi. E' stato evidenziato che il titolare AIC deve effettuare
verifiche regolari del proprio sistema di
farmacovigilanza e, basandosi sulle deviazioni riscontrate, deve elaborare ed
implementare un appropriato piano
d’azione correttivo. Inoltre ha ribadito
che l’obbligo di mantenere un fascicolo
di riferimento del sistema di farmacovigilanza, con la precisa indicazione su dove viene custodito, si applica a tutti i
medicinali, anche a quelli la cui AIC è
stata ottenuta o richiesta prima dell'entrata in vigore della nuova normativa a
decorrere dalla data di rinnovo dell'AIC o
dal 2/21 luglio 2015. Per quanto attiene
alle segnalazioni ne è stato illustrato il
flusso a regime, è stato richiamato il
documento EMA “Reporting requirements of Individual Case Safety Reports
(ICSRs) applicable to marketing authorisation holders during the interim arrangements EMA/321386/2012 (Revision 4)
05 December 2012” e rimarcato il fatto
che sono previste la registrazione e il
follow-up, da parte del titolare AIC, di
tutti i sospetti effetti collaterali negativi
nell’Unione Europea oppure nei paesi
terzi che gli vengono comunicati, sia
spontaneamente dai pazienti o dai professionisti del settore sanitario, sia nel
contesto di studi dopo l’autorizzazione, e
la trasmissione elettronica ad EV (inclusi
follow-up) di tutte le segnalazioni gravi e
non gravi. La dott.ssa Santuccio ha sin(Continua a pagina 3)
Anno VII numero 37
Pagina 3
(Continua da pagina 2)
Il dott. Antonio Baldassarre, (FV
Amgen) ha focalizzato la sua relazione sugli studi clinici interventistici, su quelli osservazionali, sull'uso
compassionevole e sui PASS, ricordando la normativa di riferimento.
Nel corso della relazione sono stati
riassunti gli obblighi dei promotori
delle sperimentazioni cliniche interventistiche e delle organizzazioni a
contratto da questi delegate per
quanto attiene alle modalità di trasmissione di SUSAR/DSUR. Analogamente sono stati sintetizzati i
diversi obblighi di segnalazione per
le reazioni avverse e gli eventi avversi connessi agli studi prospettici
e agli studi retrospettivi, e lo stesso
è avvenuto per l'uso compassionevole e per i PASS.
tetizzato il flusso delle segnalazioni per
le aziende nel periodo di transizione (le
ADR gravi nazionali vanno al Responsabile di FV, le ADR gravi UE ed extra UE
vanno in EV, le ADR non gravi nazionali
vanno raccolte e gestite nello PSUR scomparsa del monitoraggio intensivo
per effetto della nuova legislazione, nessun cambiamento per quanto attiene ai
casi nazionali della letteratura). Ampio
spazio e utili chiarimenti sono stati dedicati ai numerosi cambiamenti relativi agli
PSUR, al sistema di gestione del rischio
ed al programma RMP.
La dott.ssa Janne Malene Kampmann
(QPPV Lundbeck) ha presentato l'esempio di come un'azienda abbia predisposto un complesso progetto per pianificare ed implementare le attività necessarie
al fine di adeguarsi ai cambiamenti imposti dalla nuova legislazione. Nell'ambito della relazione sono stati illustrati in
dettaglio il Pharmacovigilance System
Master File (PSMF), il suo formato e
contenuto, gli allegati, il suo aggiornamento ed il sistema di archiviazione; in
proposito è stata richiamata l'attenzione
dei presenti sul fatto che il PSMF deve
essere sempre ed immediatamente disponibile per le ispezioni e su quanto
previsto per il periodo di transizione.
Analogamente è stato presentato in dettaglio quanto previsto per lo PSUR e per
la trasmissione degli ICSR.
L'avv. Michela Boero nella sua presentazione relativa al cambiamento delle responsabilità ha avvisato che la maggiore
specificazione dei ruoli e dei compiti non
significa automaticamente una più netta
distribuzione delle responsabilità in
quanto le regole operazionali delle nostre Corti sono sempre tali
da indurre a sommare –
piuttosto che a scindere le responsabilità dei soggetti che ruotano intorno al
diritto alla salute del cittadino. L'avvocato ha rimarcato che la modifica legislativa nella definizione di
reazione avversa amplia in
modo marcato i profili di
responsabilità di alcuni
degli attori che agiscono
nell’ambio della farmacovigilanza. In particolare, in
base alla precedente normativa si poteva asserire
la non co-responsabilità
del titolare dell’AIC, nei
confronti del paziente, per
danni derivanti da reazioni
avverse da farmaco rivelatosi insicuro a seguito della
sua somministrazione fuori
indicazione, ma non ancora giudicabile come tale
alla luce delle conoscenze
scientifiche possedute in precedenza.
Oggi invece, alla luce dell’obbligo, per
tutti gli attori, di notificare qualsiasi reazione avversa (segnalazione di reazione
avversa intesa in modo indipendente dal
tipo di uso del medicinale), vi sarà una
chiara implicazione di responsabilità del
titolare dell’AIC, anche nel caso di utilizzo off label del farmaco, poiché lo stesso
titolare sarà considerato corresponsabile, senza possibilità di invocare alcuna
causa di esonero, del danno subito successivamente da un altro paziente in
circostanze analoghe. Di particolare
interesse le considerazioni della legale
circa il fatto che non si deve leggere ed
interpretare la normativa sulla farmacovigilanza come se fosse un corpo di norme a se stante, in quanto essa è inserita
in un contesto normativo più ampio da
cui non si può assolutamente prescindere se non si vogliono trascurare aspetti
“pericolosi”, in ordine ai profili di responsabilità.
Walter Bianchi
Anno VII numero 37
Pagina 4
NOVITA’ IN FARMACOVIGILANZA
Parte seconda
Dopo l’intervallo di pranzo, consumato
nel cortile dell’auditorio al tiepido sole
della prima giornata di primavera, la
sessione pomeridiana è ripresa puntualmente nel rispetto del programma, che
prevedeva molti relatori.
La prima relazione è stata svolta in maniera congiunta dalla drssa Laura Sottosanti (AIFA) con il dr Ugo Moretti (SIF),
ed aveva come argomento la “signal
detection”. I relatori ci hanno ricordato
che per segnale si intende ogni
“information that arises from one or multiple sources (including observations and
experiments), which suggests a new
potentially causal association, or a new
aspect of a known association, between
an intervention and an event or set of
related events, either adverse or beneficial, that is judged to be of sufficient
likelihood to justify verificatory action
(CIOMS VIII Working Group, 2010)”. I
segnali possono avere molte origini,
dagli studi clinici agli studi osservazionali, da segnalazioni spontanee ad un
sistema di sorveglianza attiva, e persino
dai sistemi di “social network”. I relatori
hanno ribadito l’importanza di approfondire ogni segnale, e di valutare con attenzione le condizioni di disproporzionalità (frequenza maggiore di quanto atteso): in tutte queste condizioni risulta
fondamentale un corretto approccio statistico, in modo da dare la giusta rilevanza al segnale osservato.
E’ poi intervenuto il dr Nunzio Guido
Mangano (AIFA) il quale ha ricordato
che l’ufficio ispezioni farmacovigilanza di
AIFA è stato costituito nell’aprile 2010,
con due principali obiettivi: valutare la
conformità delle aziende farmaceutiche
con la normativa italiana e la legislazione comunitaria in materia di monitoraggio della sicurezza dei medicinali somministrati ai pazienti e condurre ispezioni
su studi clinici PASS (Post Authorization
Safety Studies). Egli ha anche ricordato
che l’ufficio è ora affidato alla dr.ssa
Angela Del Vecchio, da poco nominata
direttore ispezioni GCP e FV.
Il programma dei lavori è continuato con
il tema dei PASS e PAES, affidato alla
elaborazione di quattro relatori. Ha iniziato Gianfranco De Carli (SIAR) ricordando che l’evoluzione del sistema di
farmacovigilanza è passato nel corso
degli ultimi tre decenni dalla semplice
valutazione dei casi singoli, alla messa a
punto di un piano di minimizzazione del
rischio fino all’attuale visione di un vero
programma di gestione del rischio, per
tutto il ciclo di vita di un farmaco. Affrontando poi il tema del significato regolatorio dei PAES, ha ribadito che:
• non sono modificate le regole di base
per ottenere l’approvazione regolatoria
• non possono essere causa di modifiche dei requisiti per l’approvazione
• possono essere vincolo per ottenere la
MA
• fanno parte del contesto per rafforzare
la farmacovigilanza (rapporto beneficio/
rischio)
• avranno significato regolatorio se i dati
non confermeranno in toto o in parte il
beneficio.
In particolare, ha ribadito che gli studi
PAES possono essere richiesti al momento dell’AIC, quando si evidenzino
alcuni aspetti dell’efficacia del nuovo
farmaco che possono essere ben definiti
solo dopo la commercializzazione del
nuovo farmaco, oppure dopo l’AIC,
quando le conoscenze sulla malattia
oppure un aggiornamento della metodologia di studio indichino che le precedenti valutazioni di efficacia possano essere
mutate in maniera significativa.
Ha poi preso la parola il prof Fabrizio De
Ponti (SIF) che ha approfondito il tema
dei PASS, la cui nuova definizione è la
seguente “Any study relating to an
authorised medicinal product conducted
with the aim of identifying, characterising
or quantifying a safety hazard, confirming the safety profile of the medicinal
product, or of measuring the effectiveness of risk management measures”. Da
ricordare che la precedente definizione
era “ A pharmacoepidemiological study
or a clinical trial carried out within the
terms of the marketing authorizations
conducted with the aim of identifying or
quantifying a safety hazard relating to an
authorized medicinal product.” A dimostrazione dell’importanza dei PASS,
ha portato molti esempi, che depongono
per la necessità di attivare questi studi
ogni qual volta ci sia il sospetto di una di
disproporzione del segnale. Sempre sul
(Continua a pagina 5)
Anno VII numero 37
(Continua da pagina 4)
tema degli studi PASS ha poi preso la
parola Andrea Lanza (SSFA) che ha
ricordato che questi studi hanno le seguenti caratteristiche:
• possono essere sia studi interventistici
che non-interventistici;
• sono iniziati, condotti o finanziati da un
titolare di AIC volontariamente oppure
imposti dall’autorità competente;
• non devono promuovere l’uso di un
farmaco.
Analizzando poi le responsabilità legate
a questi studi, ha ricordato che EMA
• svolge una funzione di segretariato
scientifico;
• supporta il PRAC rapporteur e fornisce
una sintesi del protocollo e del report
finale dello studio;
• informa il MAH delle decisioni del
PRAC riguardo alla valutazione di protocollo, emendamenti e report finale;
• è responsabile della pubblicazione sul
portale web europeo dei protocolli e degli abstract dei PASS.
Invece le responsabilità dell’ azienda
sono le seguenti:
• presenta un progetto di protocollo al
PRAC o alla NCA;
• assicura che lo studio non sia un Clinical Trial (in questo caso si applica la
direttiva 2001/20/CE);
• lo studio può iniziare solo dopo autorizzazione scritta da parte del PRAC o Autorità Competente;
• ogni emendamento sostanziale deve
essere sottomesso al PRAC o
all’Autorità Competente;
• la relazione di fine studio e il riassunto
pubblico devono essere presentati al
PRAC o all’Autorità Competente entro
12 mesi dal termine dello studio;
• valuta se i risultati dello studio abbiano
un impatto sulle condizioni dell’AIC e, se
necessario, presenta una richiesta di
variazione.
Infine, sempre sul tema degli studi
PASS, ha preso la parola la dr.ssa Carmela Macchiarulo (AIFA) ricordando
che, in base al regolamento 1235/2010
“La Commissione dovrebbe avere pertanto il diritto di imporre al titolare di
un’autorizzazione all’immissione in commercio l’obbligo di effettuare studi sulla
sicurezza
e
sull’efficacia
dopo
l’autorizzazione. Dovrebbe essere possibile imporre tale obbligo al momento del
Pagina 5
rilascio dell’autorizzazione all’immissione
in commercio o successivamente e questa dovrebbe essere una condizione
dell’autorizzazione all’immissione in
commercio.Tali studi possono avere lo
scopo di raccogliere dati atti a consentire la valutazione della sicurezza o
dell’efficacia dei medicinali per uso umano nella pratica medica quotidiana.”
La sessione pomeridiana si è conclusa
con due presentazioni sul tema del “Risk
Management Plan (RMP)”. Ha iniziato
Giacomo Pirisino (SSFA) sviluppando il
tema del RMP visto da una filiale Italiana
di una multinazionale estera: ha ribadito
quanto sia importante coltivare la cultura
dell’attenzione ai più piccoli segnali. Ed
a questo proposito ha ricordato che il
training sulla Farmacovigilanza va esteso a molte funzioni aziendali, quali:
- Ufficio Affari Regolatori;
- Medical Affairs;
- Medical Information;
- Ricerca Clinica / CRO esterne;
- Direzione Marketing;
- Colleghi sul territorio (forze Operative
esterne, KAM, Medical Liason)
…e che non vanno dimenticate anche le
seguenti funzioni:
- CRO che lavorano per la Farmacovigilanza;
- Receptionist nonché eventuali società
che operano come centralino remoto;
- Segreteria Direzione Medica;
ed infine bisogna
- Ricordarlo nelle riunioni annuali alle
forze esterne
- Ricordarlo al management nella sessione di training annuale sulla Farmacovigilanza.
Ha concluso il prof Achille Caputi (SIF)
che a mio parere è stato veramente esemplare. Partendo dalla storia della
talidomide e del suo recente derivato
lenalidomide, farmaco molto importante
e con AIC per i pazienti con mieloma
multiplo, il prof Caputi ci ha fatto toccare
con mano quanto un esperto di FV debba essere attento osservatore e con uno
sguardo aperto a 360 gradi.
Ebbene, cosa è successo alla lenalidomide? Essendo un derivato della ben
nota talidomide, tutto il programma di
RMP si è concentrato sul rischio di esposizione fetale, sugli effetti negativi sulla
crasi ematica, e sugli episodi di tromboembolismo. In realtà, erano tutti eventi
ben noti sia dalla lontana storia della
talidomide, e poi anche dall’esperienza
clinica con la stessa lenalidomide. Ma
poi, cosa è veramente successo? Per
prima cosa, si è registrato un aumento di
seconde neoplasie, che ha imposto una
importante avvertenza nel SPC. Successivamente sono stati messi in evidenza
diversi casi di insufficienza epatica anche fatale, che in precedenza non erano
stati evidenziati. A conclusione di una
brillante esposizione, il prof Caputi ha
ribadito che non si può prevedere tutto,
e che quindi spetta al medico della farmacovigilanza sorvegliare con grande
attenzione, ed anche con grande capacità di approfondimento.
Nel concludere le relazioni del pomeriggio, ho avuto il piacere di sottolineare
come la maggior parte dei partecipanti
fosse ancora in aula fino alle 18: segno
non solo di rispetto verso i relatori, ma
anche di grande interesse per i temi
svolti. Personalmente da anni consiglio
agli studenti dei diversi master dove
svolgo lezioni di guardare con attenzione alla farmacovigilanza, perché è un
settore in grande sviluppo, che offre ed
offrirà ancora molte opportunità di lavoro. Ed infine, mi sono impegnato a nome
di SIF, SIAR e SSFA nel dare appuntamento a tutti per un secondo corso che
si svolgerà il 21 marzo 2014.
Domenico Criscuolo
Anno VII numero 37
Pagina 6
Il Decreto Balduzzi: come auspichiamo la distribuzione
dei nuovi Comitati Etici
Il Decreto Balduzzi, al quale rimandiamo
per attenta lettura dell’articolo 12 comma
10, punti a) b) c) e d), prevede che, entro il 30 giugno 2013, il numero di Comitati Etici (CE) operanti in Italia debba
significativamente essere rivisto (e ridotto), lasciando tale compito a ciascuna
delle Regioni e delle Province Autonome
di Trento e di Bolzano che provvederanno a riorganizzare i comitati etici istituiti
nel proprio territorio, attenendosi ai seguenti criteri:
a) a ciascun CE è attribuita una competenza territoriale di una o più province, in
modo che sia rispettato il parametro di
un comitato per ogni milione di abitanti,
fatta salva la possibilità di prevedere un
ulteriore CE, con competenza estesa a
uno o più istituti di ricovero e cura a carattere scientifico;
b) la scelta dei CE da confermare tiene
conto del numero dei pareri unici per
sperimentazione clinica di medicinali
emessi nel corso dell'ultimo triennio;
c) la competenza di ciascun CE può
riguardare, oltre alle sperimentazioni
cliniche dei medicinali, ogni altra questione sull'uso dei medicinali e dei dispositivi medici, sull'impiego di procedure
chirurgiche e cliniche o relativa allo studio di prodotti alimentari sull'uomo generalmente rimessa, per prassi internazionale, alle valutazioni dei CE;
d) sono assicurate l'indipendenza di
ciascun CE e l'assenza di rapporti gerarchici tra diversi comitati.
In attesa di conoscere quali saranno
numero e dislocazione geografica dei
CE che opereranno in Italia da quella
data ormai prossima, abbiamo immaginato come, partendo dalla nostra pluriennale esperienza di addetti ai lavori
nell’ambito delle sperimentazioni cliniche
in Italia, auspicheremmo l’attuazione del
Decreto Balduzzi per i punti sopra citati.
Oggi la situazione è alquanto complessa: dall’11° Rapporto Nazionale (2012)
Tabella 1 – Distribuzione dei CE per Regione ed attività di rilascio del PU
Regione
Lombardia
Lazio
Sicilia
Campania
Puglia
Toscana
Sardegna
Veneto
Calabria
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli- Venezia Giulia
Piemonte
Abruzzo
Marche
Basilicata
Trentino-Alto Adige
Molise
Umbria
Valle d'Aosta
CE
(n)
60
36
23
20
13
13
11
11
10
9
PU
(n)
1.215
538
95
139
60
472
37
169
10
469
Media
PU/CE
20,3
14,9
4,1
7,0
4,6
36,3
3,4
15,4
1,0
52,1
SC
(n)
5.793
3.215
1.457
1.580
1.227
2.212
537
1.557
418
2.912
Media
SC/CE
97
89
63
79
94
170
49
142
42
324
CE con
PU
32
18
11
8
6
13
5
7
3
6
9
190
21,1
1.098
122
5
8
7
4
4
3
3
2
1
1
248
69
221
70
59
10
7
13
64
3.907
8,6
31,6
17,5
14,8
3,3
2,3
6,5
64,0
0,0
747
1.761
535
645
200
146
111
522
26
22.797
93
252
134
161
67
49
56
522
26
4
7
4
3
1
2
1
1
0
137
pubblicato da AIFA in merito a “La sperimentazione clinica dei medicinali in Italia” emerge che al 31/12/2011 sono attivi
in Italia ben 248 CE che nel periodo
2007-2011 hanno emesso 3.907 Pareri
Unici (PU) e ben 22.797 pareri di
accettazione/rifiuto del Parere Unico
( Tabella 1). La media è di circa 15 PU
emessi e di 115 accettazioni/rifiuti del
PU per ciascun CE. Dei 170 CE che
hanno emesso almeno un PU, 137 appartengono ad Istituzioni pubbliche
(Aziende Ospedaliere, ASL, Università:
per semplicità li identificheremo come
“CE pubblici”), per un totale di 2.743 PU,
mentre 33 appartengono ad IRCCS (li
identificheremo come “CE IRCCS”), per
un totale di 1.164 PU.
Il primo dato emergente è che il 29,8%
dei PU (1164 su 3907) sono stati emessi
da CE IRCCS: questa realtà dovrà essere tenuta in grande considerazione nella
nuova distribuzione dei CE. Nella Tabella 2 vengono riportati i 46 IRCCS presenti in Italia, riconosciuti dal Ministero
della Salute (MS), e la loro preminente
area di ricerca, con indicazione dei PU emessi nel periodo
IRCCS in considerazione. La loro
con PU distribuzione è ubiquitaria sul
13
territorio nazionale, ma Lom6
bardia (18 IRCCS) e Lazio (7
IRCCS) sono le regioni in cui
sono maggiormente presenti.
1
Considerando le loro premi2
nenti aree di ricerca, possiamo identificare essenzialmente 5 settori: oncologia (12),
2
neuroscienze ed affini (11),
ortopedia-traumatologia2
riabilitazione (6), cardiovasco2
lare (3) e pediatria (3).
Il confronto con gli altri Paesi
2
Europei (Tabella 3) evidenzia
come il Decreto Balduzzi sia
effettivamente di urgente ap1
plicazione: l’auspicata diminu1
zione del numero dei CE,
sebbene non ci porti nelle
1
prime posizioni della tabella,
dovrebbe sicuramente miglio(Continua a pagina 8)
33
Anno VII numero 37
Pagina 7
Tabella 2 – Lista degli IRRCS accreditati in Italia e numero di PU emessi per ciascun CE di riferimento
Regione
Basilicata
Città
Rionero in
Vulture
Campania
Napoli
Campania
Napoli
Emilia RoBologna
magna
Emilia RoBologna
magna
Emilia RoMeldola
magna
Emilia RoReggio Emilia
magna
Friuli Venezia GiuTrieste
lia
Friuli Venezia GiuAviano
lia
Lazio
Roma
IRCCS
Centro di riferimento oncologico della Basilicata
Fondazione SDN per ricerca e formazione in
diagnostica nuclear
Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale
Area di ricerca
PU
oncologia
2
oncologia
0
oncologia
30
Ortopedia e traumatologia
18
Neurologia
0
Oncologia
46
Oncologia
0
Ospedale Infantile Burlo Garofalo
Materno-infantile
14
Centro di Riferimento Oncologico
Oncologia
19
Riabilitazione motoria e sensoriale
20
Oftalmologia
0
Riabilitazione neuro-motoria e neuroscienze
Dermatologia
AIDS, malattie infettive, immunocompromissione
7
13
Oncologia – dermatologia
27
Pediatria
18
Oncologia
28
Materno-infantile
Medicina della riabilitazione
Psichiatria
Cardiovascolare
Cardiovascolare
Medicina molecolare
Medicina della riabilitazione
44
0
0
1
7
245
2
Oncologia
129
Istituto Ortopedico Rizzoli
Istituto di Scienza Neurologiche
Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e
la cura dei tumori
Istituto in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia
Lazio
Roma
Lazio
Lazio
Roma
Roma
Casa di Cura San Raffaele Pisana
Fondazione G.B. Bietti per lo studio e la ricerca in oftalmologia
Fondazione Santa Lucia
Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI)
Lazio
Roma
Istituto per le Malattie Infettive L. Spallanzani
Lazio
Lazio
Liguria
Liguria
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Istituti Fisioterapici Ospitalieri – Istituto Regina
Elena – Dermatologico S. Maria e S. Gallicano
Roma
Ospedale Bambino Gesù
Azienda Ospedaliera Universitaria San MartiGenova
no – IST
Genova
Istituto Giannina Gaslini
Bosisio Parini Istituto Eugenio Medea
Brescia
Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli
Milano
Casa di Cura Multimedica
Milano
Centro Cardiologico - Fondazione Monzino
Milano
Ospedale San Raffaele
Milano
Fondazione Don C. Gnocchi
Fondazione Istituto Nazionale per lo studio e
Milano
la cura dei tumori
Milano
Fondazione Istituto Neurologico C. Besta
Roma
Lombardia
Milano
Lombardia
Lombardia
Lombardia
Milano
Milano
Milano
Lombardia
Milano
15
Neurologia
32
Riparazione e sostituzione di cellule, organi
e tessuti
Fondazione Ca’ Granda – Ospedale Maggiore
109
Policlinico
Urgenza-emergenza nell’adulto e nel bambino
Istituto Auxologico Italiano
Medicina della riabilitazione
8
Istituto Europeo di Oncologia
Oncologia
84
Istituto Ortopedico Galeazzi
Malattie apparato locomotore
0
Farmacologia e sperimentazione clinica
Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri sulle malattie neurologiche, rare ed ambien- 0
tali
Anno VII numero 37
Pagina 8
Regione
Lombardia
Lombardia
Città
Pavia
Pavia
IRCCS
Fondazione S. Maugeri
Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino
Lombardia
Pavia
Fondazione Policlinico S. Matteo
Lombardia
Rozzano
San D. Milanese
Lombardia
Istituto Clinico Humanitas
Policlinico San Donato
Ancona
Molise
Puglia
Sicilia
Pozzilli
Bari
Castellana
Grotte
San G. Rotondo
Messina
Sicilia
Troina
Oasi di Maria Santissima
Toscana
San Miniato
Fondazione Stella Maris
Veneto
Padova
Istituto Oncologico Veneto
Veneto
Venezia
Ospedale San Camillo
Puglia
PU
38
14
Geriatria
4
Neuroscienze
Oncologia
12
10
Gastroenterologia
0
Malattie genetiche ed eredo-familiari
6
Neuroscienze
Ritardo mentale ed involuzione cerebrale
senile
Neuropsichiatria dell’infanzia ed adolescenza
Oncologia
Neuro-riabilitazione motoria della comunicazione e del comportamento
0
Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani
Istituto neurologico Mediterraneo Neuromed
Istituto Tumori Giovanni Paolo II
Ente Ospedaliero specializzato in gastroenterologia Saverio De Bellis
Marche
Puglia
Area di ricerca
Medicina del lavoro e della riabilitazione
Malattie sistema nervoso
Trapiantologia e malattie internistiche ad
alta complessità biomedica e tecnologica
Malattie immuno-degenerative
Malattie del cuore e dei grandi vasi
nell’adulto e nel bambino
Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza
Centro Neurolesi Bonino Pulejo
(Continua da pagina 6)
rare il rapporto numero di CE/milioni di
residenti. La riorganizzazione dei CE
dovrebbe di nuovo incrementare l’arrivo
di risorse per la sperimentazione clinica
e l’avvio di nuovi progetti in Italia, togliendoci il ruolo di “fanalino di coda” tra
gli altri Paesi Europei.
Dai dati riportati nel suddetto Rapporto
AIFA, abbiamo cercato di elaborare una
nostra ipotesi e suggerimento
(identificando un “best scenario” ed un
“worst scenario”) sulla base di alcune
osservazioni fondamentali:
x numero di PU emessi dai CE;
x numero di CE appartenenti a istituzioni pubbliche o IRCCS;
x numero di Province per ciascuna
Regione;
x numero di residenti per Regione e
Provincia, onde valutare la possibilità di accorpare Province confinanti.
Abbiamo analizzato lo scenario attuale
per ogni singola Regione con un elevato
numero di PU espressi negli ultimi 5
anni.
La Regione Lombardia (12 Province,
circa 10 milioni di residenti) presenta
sicuramente la situazione più complessa
con 1.215 PU espressi in 45 CE: il dato
più rilevante è che il 70,8% dei PU (824)
viene emesso da CE IRCCS (in 13
IRCCS), mentre solo 51 PU sono espressi da CE Pubblici. Nelle prime 25
posizioni dei CE che hanno espresso il
maggior numero di PU troviamo 2 CE
Pubblici e ben 6 CE IRCCS. Abbiamo
ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 80
PU/anno) al quale si affiancheranno 4 CE IRCCS, aventi indirizzo di
specialità (oncologica, cardiovascolare, neuro-psichiatrcoriabilitativo, e multidisciplinare);
“worst scenario”: 7 CE Pubblici Provinciali con la seguente distribuzione:
Mantova-Cremona-Lodi, Pavia,
Varese, Como-Monza e BrianzaLecco, Bergamo-Sondrio, Brescia
e Milano, ai quali si affiancheranno
4 CE IRCCS, aventi indirizzo di
specialità (oncologica, cardiovascolare, neuro-psichiatricoriabilitativo, multidisciplinare).
La Regione Lazio (5 Province, circa 6
milioni di residenti) ha espresso negli
96
59
0
0
0
6
1
ultimi 5 anni 538 PU ed ha 36 CE, dei
quali 18 CE pubblici e 6 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime
25 posizioni dei CE che hanno espresso
il maggior numero di PU troviamo 3 CE
Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo
ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa
100 PU/anno) al quale si affiancherà 1 CE IRCCS, avente carattere
multidisciplinare;
“worst scenario”: 4 CE Pubblici nella
Provincia di Roma (circa 4 milioni
di residenti) e 2 CE Pubblici Provinciali (Viterbo-Rieti e LatinaFrosinone), ai quali si affiancheranno 2 CE IRCCS multidisciplinari.
La Regione Toscana (10 Province, circa
4 milioni di residenti) ha espresso negli
ultimi 5 anni 472 PU ed ha 13 CE: i 13
CE pubblici e nessun CE IRCCS hanno
espresso almeno un PU. Nelle prime 25
posizioni dei CE che hanno espresso il
maggior numero di PU troviamo 3 CE
Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo
ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 94
(Continua a pagina 9)
Anno VII numero 37
(Continua da pagina 8)
PU/anno); in Regione ha sede un
solo IRCCS che non ha espresso
alcun PU negli ultimi 5 anni, per cui
riteniamo auspicabile che, in caso
di necessità, il PU possa essere
demandato ad altro IRCCS avente
identica area di ricerca;
“worst scenario”: 4 CE Pubblici Provinciali (Firenze, Livorno-Pisa, Massa
Carrara-Lucca-Pistoia-Prato, Arezzo-Siena-Grosseto), ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare.
La Regione Emilia Romagna (9 Province, circa 4,5 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 469 PU ed ha
9 CE, dei quali 6 CE Pubblici e 2 CE
IRCCS hanno espresso almeno un PU.
Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU
troviamo 3 CE Pubblici e nessun CE
IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti
due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 94
PU/anno); in Regione hanno sede
4 IRCCS i cui CE hanno emesso
64 PU negli ultimi 5 anni, per cui
riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare;
“worst scenario”: 5 CE Pubblici Provinciali (Piacenza-Parma, Reggio Emilia-Modena, Bologna, FerraraRavenna, Forlì-Rimini), ai quali si
affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare.
La Regione Veneto (7 Province, circa 5
milioni di residenti) ha espresso negli
ultimi 5 anni 169 PU ed ha 11 CE, dei
quali 7 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime
25 posizioni dei CE che hanno espresso
il maggior numero di PU troviamo 2 CE
Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo
ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 35
PU/anno); in Regione hanno sede
2 IRCCS i cui CE hanno emesso 7
PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare;
“worst scenario”: 5 CE Pubblici Provin-
Pagina 9
Tabella 3 – Numero di CE presenti in alcuni Stati Europei e proporzione con il
numero di Residenti
Nazione
Residenti
(milioni)
Numero di
CE
CE/milioni residenti
Cipro
Grecia
Ungheria
Lussemburgo
Malta
Portogallo
801
11,262
10,029
491
412
10,631
1
1
1
1
1
1
1.25
0.09
0.10
2.03
2.42
0.09
Romania
21,496
1
0.05
Slovenia
Estonia
Lituania
Lettonia
Danimarca
Svezia
Repubblica Ceca
Slovacchia
Irlanda
Finlandia
Austria
Olanda
Belgio
Francia
Germania
Polonia
Bulgaria
Gran Bretagna
Spagna
Italia
2,053
1,340
3,350
2,261
5,519
9,259
10,474
5,411
4,517
5,325
8,356
16,481
10,741
64,105
82,062
38,130
7,602
61,612
45,853
60,600
1
2
2
5
8
8
9
9
13
25
27
31
35
40
53
55
103
126
136
264
0.49
1.49
0.60
2.21
1.45
0.86
0.86
1.66
2.88
4.69
3.23
1.88
3.26
0.62
0.65
1.44
13.55
2.05
2.97
4.39
ciali (Padova-Venezia-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza, Verona) ai
quali si affiancherà 1 CE IRCCS
multidisciplinare.
La Regione Campania (5 Province, circa 6 milioni di residenti) ha espresso
negli ultimi 5 anni 139 PU ed ha 20 CE,
dei quali 8 CE Pubblici e 1 CE IRCCS
hanno espresso almeno un PU. Nelle
prime 25 posizioni dei CE che hanno
espresso il maggior numero di PU troviamo 1 CE Pubblico e nessun CE IRCCS.
Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 28
PU/anno); in Regione hanno sede
2 IRCCS i cui CE hanno emesso
30 PU negli ultimi 5 anni, per cui
riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare;
“worst scenario”: 3 CE Pubblici nella
Provincia di Napoli (circa 3 milioni
di residenti) e 2 CE Pubblici Provinciali (Caserta-Benevento, AvellinoSalerno) ai quali si affiancherà 1
CE IRCCS multidisciplinare.
La Regione Piemonte (8 Province, circa
4,5 milioni di residenti) ha espresso negli
ultimi 5 anni 221 PU ed ha 7 CE Pubblici, che hanno tutti espresso almeno un
PU, mentre non esistono CE IRCCS.
Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU
troviamo 2 CE Pubblici. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari:
(Continua a pagina 10)
Anno VII numero 37
Pagina 10
Tabella 4 – “Worst” e “Best” Scenario della distribuzione dei CE per Regione
Regione
Residenti
WORST SCENARIO
BEST SCENARIO
Province
CE PU
CE IRCCS
CE PU
CE IRCCS
Lombardia
9.917.714
12
7
4
1
4
Lazio
5.728.688
5
6
2
1
1
Sicilia
5.051.075
9
5
1
1
1
Campania
5.834.056
5
5
1
1
1
Puglia
4.091.259
6
4
1
1
1
Toscana
3.749.813
10
4
1
1
0
1.675.411
8
1
0
1
0
4.937.854
7
5
1
1
1
2.011.395
5
1
0
1
0
4.432.418
9
5
1
1
1
1.616.788
4
2
1
1
1
1.235.808
4
1
0
1
0
4.457.335
8
4
0
1
0
1.342.366
4
1
0
1
0
1.565.335
5
1
0
1
0
587.517
2
1
0
1
0
1.037.114
2
1
0
1
0
319.780
2
1
0
1
0
906.486
2
1
0
1
0
1
110
1
57
0
13
1
20
0
11
Sardegna
Veneto
Calabria
Emilia-Romagna
Liguria
Friuli- Venezia Giulia
Piemonte
Abruzzo
Marche
Basilicata
Trentino-Alto Adige
Molise
Umbria
Valle d'Aosta
Totale
Totale
128.230
60.626.442
(Continua da pagina 9)
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 44
PU/anno); in Regione non ha sede
alcun IRCCS;
“worst scenario”: 2 CE Pubblici nella
Provincia di Torino (poco più di 2
milioni di residenti) e 2 CE Pubblici
Provinciali (Cuneo-Asti-Alessandria,
“best scenario”: 1 CE Pubblico RegionaVercelli-Biella-Novara-Verbania).
le (dovrebbe analizzare circa 38
La Regione Liguria (4 Province, circa
PU/anno); in Regione hanno sede 2
1,5 milione di residenti) ha espresso neIRCCS i cui CE hanno emesso 72
gli ultimi 5 anni 190 PU ed ha 9 CE, dei
PU negli ultimi 5 anni, per cui ritequali 5 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno
niamo che possa essere identificato
espresso almeno un PU. Nelle prime 25
un solo CE IRCCS multidisciplinare;
posizioni dei CE che hanno espresso il
maggior numero di PU troviamo 1 CE “worst scenario”: 2 CE Pubblici Provinciali (Genova-La Spezia, ImperiaPubblico e nessun CE IRCCS. Abbiamo
ipotizzato i seguenti due scenari:
(Continua a pagina 11)
Anno VII numero 37
(Continua da pagina 10)
Savona) ai quali si affiancherà 1
CE IRCCS multidisciplinare.
La Regione Sicilia (9 Province, circa 5
milioni di residenti) ha espresso negli
ultimi 5 anni 95 PU ed ha 23 CE, dei
quali11 CE Pubblici e nessun CE IRCCS
hanno espresso almeno un PU. Nelle
prime 25 posizioni dei CE che hanno
espresso il maggior numero di PU non
troviamo alcun CE Pubblico o CE
IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti
due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 20
PU/anno); in Regione hanno sede
2 IRCCS i cui CE non hanno emesso PU negli ultimi 5 anni, per cui
riteniamo auspicabile che possa
essere identificato un CE IRCCS
multidisciplinare;
“worst scenario”: 5 CE Pubblici Provinciali (Palermo, Trapani-AgrigentoCaltanissetta, Catania, Messina,
Siracusa-Ragusa) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare.
La Regione Puglia (6 Province, circa 4
milioni di residenti) ha espresso negli
Pagina 11
ultimi 5 anni 60 PU ed ha13 CE, dei
quali 6 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime
25 posizioni dei CE che hanno espresso
il maggior numero di PU non troviamo
alcun CE Pubblico o CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari:
“best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 15
PU/anno); in Regione hanno sede
3 IRCCS i cui CE hanno emesso
16 PU negli ultimi 5 anni, per cui
riteniamo auspicabile che possa
essere identificato 1 CE IRCCS
multidisciplinare;
“worst scenario”: 4 CE Pubblici Provinciali (Bari, Foggia-Barletta-AndriaTrani, Taranto-Brindisi, Lecce) ai
quali si affiancherà 1 CE IRCCS
multidisciplinare.
In tutte le altre 10 Regioni (Sardegna,
Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo,
Marche, Basilicata, Trentino-Alto Adige,
Molise, Umbria, Valle d’Aosta) riteniamo
che, sia per numero di PU emessi
nell’ultimo quinquennio che per numero
di residenti, un solo CE Regionale possa
soddisfare le esigenze.
La Tabella 4 riassume le indicazioni
ERRATA CORRIGE
Nel numero di Aprile 2013, l’indirizzo email di Daniele Colombo conteneva un errore.
L'indirizzo corretto è [email protected]
proposte nei due scenari: il “worst scenario” prevede la presenza di 70 Comitati Etici, di cui 57 dislocati presso le
Istituzioni Pubbliche e 13 dislocati presso gli IRCCS; il “best scenario” prevede
la presenza di 31 Comitati Etici, di cui 20
dislocati presso le Istituzioni Pubbliche e
11 dislocati presso gli IRCCS.
Auspichiamo che con l’applicazione del
Decreto Balduzzi i tempi autorizzativi
delle sperimentazioni cliniche possano
rientrare nei limiti previsti dai decreti
precedenti in materia ed in linea con
quanto succede negli altri Paesi Europei; ciò permetterà a tutti gli addetti ai
lavori di mantenere la competitività negli
studi multicentrici internazionali, di aumentare le risorse investite nelle sperimentazioni cliniche in Italia, a grande
vantaggio dell’occupazione professionale.
Luigi Godi
Anno VII numero 37
I
Pagina 12
FARMACI A BREVETTO SCADUTO:
PROBLEMI IRRISOLTI E LE SOLUZIONI PROPOSTE
Nella bella cornice dell’aula Levi del
Centro Universitario di Milano Lambrate,
il prof Francesco Scaglione ha organizzato la terza conferenza sui farmaci a
brevetto scaduto, svolta il 5 aprile scorso, sotto l’egida di SIF e con il patrocinio
di SIFO ed AIOM.
Erano presenti oltre duecento partecipanti, sia dell’industria che dell’accademia: inoltre ho notato molti studenti,
segno che il tema suscita interesse anche fra chi sta svolgendo un percorso di
studio nel mondo del farmaco.
Il prof Piero Canonico, presidente SIF,
nell’aprire il convegno ha ringraziato il
prof Scaglione per la perseveranza
nell’organizzare questi eventi, che suscitano un crescente interesse.
La prima relazione è stata svolta dalla
dr.ssa Lucia Aleotti (Farmindustria), la
quale ha ricordato che l’industria farmaceutica è un’ importante realtà industriale italiana, che investe 1,6 miliardi di
euro in ricerca, con circa 600 addetti sui
61.000. In Italia fin dal 2001 (legge 405)
il SSN rimborsa il farmaco a prezzo più
basso, quindi l’apertura ai generici è
avvenuta oltre dieci anni fa.
Nel nostro Paese la spesa farmaceutica
pro capite è fra le più basse: fatto 100 il
valore medio Europeo, l’Italia spende 74,
il Regno Unito 76, la Spagna 96, la Francia 115, e la Germania 127.
Infine ha ricordato che il mercato farmaceutico attuale è per il 90% costituito da
farmaci a brevetto scaduto: tuttavia le
recenti disposizioni di legge hanno determinato un artefatto, che ha comportato i seguenti risultati nell’anno 2012: il
mercato si è contratto del 5,7%, i farmaci
di marca hanno avuto vendite ridotte del
7,0% mentre i generici sono cresciuti del
14,5%.
Il secondo relatore, il dr Roberto Stella,
ha portato la sua esperienza di medico
di base di Varese: ebbene, la sua prima
affermazione è stata che i vantaggi del
cambiare la prescrizione da un farmaco
di marca ad un generico, in pazienti con
patologie croniche, non sono dimostrati.
Al contrario, la sua esperienza porta a
sottolineare la confusione cui vanno
incontro i pazienti anziani, di fronte a
capsule o compresse che cambiano
forma e colore. Spesso la reazione del
paziente è un senso di confusione, cui fa
seguito l’interruzione della terapia.
Nell’esaminare particolari situazioni emerse con l’uso di biosimilari, il prof
Francesco Locatelli (Lecco) ha fatto la
storia dell’aplasia eitrocitaria conseguente all’uso di epoietina biosimilare.
Dopo l’utilizzo in milioni di pazienti, si
pensava che l’epoietina non potesse
dare sorprese: ed invece, l’arrivo dei
biosimilari con caratteristiche diverse dei
prodotti originali, ha prodotto questa
grave reazione avversa, le cui cause
sono molteplici (dai diversi eccipienti alla
diversa sequenza degli aminoacidi, da
possibili contaminanti contenuti nella
siringa alla qualità del tappo del flaconcino).
Ha quindi concluso che estrema attenzione deve essere dedicata al controllo
di tutte le fasi della produzione di un
biosimilare.
A conclusione, il prof Armando Genazzani (Università Novara) ha ribadito che
nei farmaci biologici “il processo è il prodotto”: quindi estrema attenzione deve
essere rivolta ad ogni cambiamento nelle diverse fasi del processo di produzione, che può essere introdotto sia nella
messa a punto di un biosimilare, sia per
un aggiornamento produttivo da parte
dello stesso produttore del farmaco originale. Infine ha ricordato che oggi i biosimilari sono relativamente semplici
(filgrastim, epoietina, interferone): ma
nel prossimo futuro scadrà il brevetto di
farmaci biologici molto più complessi,
come gli anticorpi monoclonali.
Quindi le autorità ed i produttori stessi
dovranno esercitare un controllo sempre
più incisivo, per la salvaguardia della
qualità dei prodotti con AIC, e per il rispetto dei pazienti cui saranno somministrati.
Domenico Criscuolo
Attività svolte e prospettive per il 2013 del GdL “ Affari Istituzionali”
Il GdL “ Affari Istituzionali”, composto da
Giuseppe Assogna, Gianni De Crescenzo e Francesco De Tomasi, riporta, per i
lettori di SSFA oggi, una sintesi delle
proprie attività così come rappresentate
nel corso dell’Assemblea Annuale.
E’ stato realizzato l’incontro con AIFA
per presentare la nostra Società al Direttore Luca Pani, per i dettagli si rimanda
a quanto pubblicato sul numero 32 di
SSFA oggi. Vi è stata la partecipazione
all’Assemblea pubblica di Farmindustria
ed all’Assemblea di Assobiotec, a conferma delle strette relazioni di collaborazione con queste due organizzazioni.
Le relazioni con dirigenti dell’ISS e del
Ministero della Salute hanno consentito
la partecipazione di questi due Enti a
diverse manifestazioni SSFA.
Per le attività dell’anno in corso si conferma il contributo del GdL con la finalità di consolidare le relazioni e le collaborazioni con AIFA e con Farmindustria,
oltre che con settori emergenti quali me-
dicina nutrizionale, malattie rare, terapie
cellulari, farmaci biosimilari.
Si offrirà un ampio supporto al lavoro di
preparazione del Congresso SSFA del
2014. Per le tematiche di farmacoeconomia si prospetta una collaborazione con
SIFEIT. Infine attenzione verrà rivolta ad
ogni nuova iniziativa nella quale si possa
intravedere una necessaria partecipazione di SSFA e ad ogni utile indicazione
dei Soci.
Francesco De Tomasi
Anno VII numero 37
Pagina 13
INAUGURAZIONE DELLA 5a EDIZIONE
DEL MASTER DELL’UNIVERSITA’ DI MILANO BICOCCA
Il giorno 18 aprile si è svolta la Giornata
Introduttiva della 5a edizione del Master
in Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci organizzato dall’Università di Milano Bicocca in collaborazione con SSFA.
Anche quest’anno il numero delle domande di partecipazione è stato elevato:
ben 125! Sono stati 92 i candidati che
hanno affrontato l’esame di lingua inglese e 35 sono stati ammessi al Master in
base alle caratteristiche del curriculum.
Evidentemente fama volat e la voce che
il conseguimento del Master è una ottima credenziale per trovare un posto di
lavoro si è diffusa e spinge molti giovani
a scegliere questa strada. Il prof. Vittorio
Locatelli e la dr.ssa Elena Bresciani hanno illustrato organizzazione e svolgimento del corso e, a conferma di quanto
detto sopra, hanno riportato i dati relativi
al conseguimento di un contratto di lavoro da parte dei diplomati delle scorse
edizioni, dati che sono assai incoraggianti come mostrato in dettaglio
nell’articolo della dr.ssa Bresciani in questo stesso numero di SSFAoggi. Il prof.
Locatelli ha ricordato che quest’anno il
Master della Bicocca si arricchisce di un
ulteriore elemento valorizzante: il riconoscimento di Centre of Excellence, unico
in Italia, da parte del progetto internazionale di formazione Pharma Train, della
Innovative Medicine Initiative.. Ciò fornisce a chi consegue il Master un impor-
tante elemento di internazionalizzazione:
in qualunque paese europeo (ma anche
in altri continenti) il datore di lavoro che
assuma un diplomato del Master ha la
garanzia che la sua preparazione corrisponde a quella di chi abbia frequentato
altrove corsi universitari aventi lo stesso
riconoscimento. Paolo Lucchelli ha quindi illustrato l’evoluzione della medicina e
della ricerca medica a partire da Ippocrate, attraverso grandi nomi come Galeno, Harvey, Malpighi, mostrando come
già secoli fa esistessero scienziati che
adottavano un approccio razionale moderno alle proprie ricerche. Il sottoscritto
ha mostrato come negli anni ’50-’60 del
secolo scorso sia nata la Medicina Farmaceutica e si siano sviluppate associazioni nazionali di ricercatori clinici
dell’industria, come SSFA, con l’ingresso
del medico nell’industria farmaceutica,
resosi necessario per la applicazione del
metodo scientifico allo sviluppo clinico
del farmaco, richiesto sia per motivi di
sicurezza che per ragioni economiche.
Le AASS infatti, a fronte della introduzione di farmaci sempre più costosi, cominciarono a richiedere prove sicure, scientificamente fondate della efficacia e di un
favorevole rapporto benefici/rischi delle
nuove molecole. Domenico Criscuolo ha
quindi illustrato il Progetto europeo
Pharma Train il cui obiettivo è armonizzare le iniziative formative nel settore
della Medicina Farmaceutica allo scopo
di garantire la preparazione e
l’aggiornamento di chi si dedica allo sviluppo dei nuovi farmaci, favorendo anche la possibilità di scambi di professionisti a livello internazionale. Domenico
Barone ha presentato i numerosissimi
esempi di farmaci usciti dalla sperimentazione animale, la quale presenta senza dubbio problemi etici ma non può
essere cancellata, come vorrebbero i
c.d. animalisti, senza rischiare che in
pochi anni l’umanità sia nuovamente
vittima di malattie oggi adeguatamente
combattute. Neanche a farlo apposta,
pochi giorni dopo la seduta inaugurale
alla Bicocca, ha avuto luogo l’incredibile
episodio dell’assalto di animalisti
all’Istituto di Farmacologia dell’Università
di Milano, ulteriore dimostrazione, se
ancora ve ne fosse bisogno, della vergognosa intolleranza di queste persone.
Ha concluso la giornata una interessante e piacevole “esercitazione” tenuta dal
Dr. Giuseppe Cristoferi, di Elan International, il quale con la collaborazione di
una assistente e la partecipazione di
alcuni dei presenti, ha svolto la simulazione di colloqui di selezione, fornendo
importanti suggerimenti su come presentarsi e condursi in questo importante
momento professionale.
Luciano M. Fuccella
Il Master Bicocca 2013 : qualche numero
18 Aprile 2013: è iniziata la nuova edizione del master in Ricerca e Sviluppo
Preclinico e Clinico dei Farmaci, organizzato dalla Scuola di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Milano Bicocca in collaborazione con la Società di Scienze Farmacologiche Applicate (SSFA). Il master
è giunto alla quinta edizione e di anno in
anno il numero degli aspiranti studenti è
costantemente cresciuto: quest’anno, a
fronte dei 30 posti disponibili, successivamente aumentati di 5 unità, sono pervenute ben 125 domande! I candidati
sono stati scelti sulla base di un test di
comprensione scritta della
80,0
lingua inglese e della va65,7
lutazione del curriculum
60,0
vitae e dei titoli. In seguito
ad un’accurata selezione,
resa
c o m p l i c a t a % 40,0
dall’elevato livello di preparazione generale, sono
20,0
14,3
stati individuati 35 poten8,6
ziali studenti; tra questi 4
0,0
hanno rinunciato
BT
B
F
all’immatricolazione entro i
termini previsti dal bando
e ne sono stati ripescati Figura 1 : Le lauree degli studenti
8,6
CTF
2,8
M
(Continua a pagina 14)
Anno VII numero 37
Pagina 14
(Continua da pagina 13)
altrettanti tra i primi idonei in graduatoria.
La classe degli studenti è abbastanza
eterogenea in termini di tipologia di laurea posseduta, sede geografica di provenienza ed età. Più del 65% degli studenti è laureato in Biotecnologie; il 14 %
circa possiede la laurea in Biologia; il
17% circa è laureato in Farmacia o in
Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e
poco più del 2% ha la laurea in Medicina
e Chirurgia (Figura 1).
La maggior parte degli iscritti proviene
dal Nord Italia, un terzo circa dal Sud e
solo una piccola percentuale dal Centro
(8,6%) (Figura 2). Riguardo all’età, più di
metà classe ha un’età compresa tra 25 e
30 anni, il 34% tra 31 e 35 anni e soltan-
60,0
60,0
zione
pari
all’80%, un dato
80,0
molto interessan62,9
te se si conside60,0
ra che al momento della raccolta dei dati il % 40,0
28,6
corso non era
ancora concluso
20,0
(Figura 4). E’
8,6
importante rilevare che, con la
0,0
NORD
CENTRO
SUD
fine del master,
molti studenti
della quarta edizione hanno ricevuto Figura 2 : Area di provenienza
dalle stesse aziende in cui avevano effettuato lo stage proposte di lavoro rego- tecipanti, grazie alla preparazione acquilate da contratti a tempo determinato o sita ed all’esperienza maturata sul campo tramite lo stage, un’occupazione stabile, spesso soggetta a cambiamenti di
posizione lavorativa, sempre comunque
caratterizzati da una progressione di
carriera.
Elena Bresciani
34,3
40,0
%
20,0
5,7
0,0
<30
31-35
Figura 3 : Età degli studenti
to il 5,7% supera i 35 anni (Figura 3).
Come negli anni passati, il numero dei
biotecnologi è preponderante ed ha mostrato nel corso del tempo un continuo
trend positivo, inversamente a quanto
osservato invece nella categoria dei
biologi che negli anni ha evidenziato un
progressivo calo di presenze. Dall’ultima
indagine effettuata ad Aprile 2013
sull’occupazione degli studenti delle
prime tre edizioni e di quella ancora in
corso , sono emersi dati estremamente
positivi: tra gli studenti della seconda
edizione non risultano persone senza
occupazione, ed anche tra quelli della
quarta si evidenzia un tasso di occupa-
>35
anche indeterminato.
Tra gli ex studenti con un’occupazione,
si osserva che i contratti a tempo indeterminato, in tutte le edizioni, sono quelli
maggiormente diffusi, ad indicare che il
master
ha per0
messo
100
10
n o n
solo di
80
entrare
n e l
60
mondo
100
del la- %
90
voro ma
40
ha garantito
20
ai par-
Figura 4 : Livello di occupazione in relazione
all’edizione del master
0
I
II
10
90
III
21,9
Non OCC
78,1
IV
OCCUPATI
Anno VII numero 37
Pagina 15
COMUNICATO STAMPA DELL’ UNIVERSITA’ MILANO BICOCCA
Il Master di secondo livello in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci dell’Università di Milano-Bicocca ha ricevuto il riconoscimento Europeo di “CENTRE OF EXCELLENCE”
Il Master di secondo livello in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci, giunto nell’anno accademico 2012-2013 alla
quinta edizione, è organizzato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con SSFA (Società di Scienze Farmacologiche
Applicate), con il patrocinio della Società Italiana di Farmacologia, della Società Italiana di Attività Regolatorie, di Farmindustria e
dell’International Federation of Associations of Pharmaceutical Physicians and Pharmaceutical Medicine.
Il Master in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci è nato dall’esigenza di poter fornire una completa formazione
interdisciplinare sugli aspetti scientifici, normativi, etici, organizzativi, promozionali della ricerca e sviluppo di un nuovo farmaco,
raggruppandoli in un unico programma.
Il master partecipa ad un progetto internazionale denominato IMI “PharmaTrain”, che prevede l’armonizzazione dei programmi
dei corsi Europei, al fine di garantire che tutti gli specialisti Europei ricevano lo stesso livello di formazione.
Nell’ambito di questa partecipazione, i 20 master Europei che aderiscono all’iniziativa sono stati oggetto di visite di “Quality Assurance” da parte di PharmaTrain. Al termine delle ispezioni, svolte da tre valutatori nel corso di circa un anno, il master di Milano-Bicocca ha ottenuto, unico in Italia, il riconoscimento europeo di Centre of Excellence.
Questo riconoscimento certifica che la preparazione ricevuta dallo studente di Milano-Bicocca è del tutto analoga a quella ricevuta dagli studenti delle migliori Università Europee partecipanti, secondo i più avanzati standard didattici del settore fissati dal
Progetto PharmaTrain.
Gli studenti del master di Milano-Bicocca hanno quindi un vantaggio competitivo nel conseguire il diploma: la loro qualifica offre
la garanzia di un elevato standard di qualità Europeo, che potrà valorizzare il loro titolo a livello nazionale, ed anche favorire un
riconoscimento della loro preparazione a livello internazionale.
I centri europei che hanno ottenuto il riconoscimento di eccellenza sono:
• University of Basel, European Center of Pharmaceutical Medicine (ECPM)
• University Claude Bernard Lyon, Eudipharm
• Université Libre de Bruxelles, Pharmed
• University Duisburg-Essen
• Hibernia College, Dublin
• King’s College London
• Università degli Studi di Milano Bicocca
• Semmelweis University, Budapest
• Trinity College Dublin
IMI (Innovative Medicines Initiative) (http://www.ecpm.ch/_downloads/IMI_ET_Cross_Project_Flyer_2012_Web.pdf) is a unique
and large-scale public-private partnership between the European Commission and the European Federation of Pharmaceutical
Industries and Associations (EFPIA).
PharmaTrain (Pharmaceutical Medicines Training Programme) (http://www.ecpm.ch/_downloads/
PharmaTrain_Flyer_2012_Web.pdf) is part of IMI's. research training platform and aims at fostering the overall understanding
and competence for successful execution of integrated drug development and life-cycle managements of medicines through
frontier training methods and programme content.
SSFA (Società di Scienze Farmacologiche Applicate) (http://www.ssfa.it/) è un'associazione scientifica senza fini di lucro, costituita a Milano nel 1964. È formata da circa 850 soci, appartenenti prevalentemente all’industria farmaceutica ed a società di ricerca a contratto, attivi nell’area della ricerca e sviluppo dei farmaci e nelle discipline ad essa collegate. Si contraddistingue per
la vastità d’interessi culturali, che coprono estesamente tutta l’area della farmacologia applicata, a livello preclinico e clinico.
Anno VII numero 37
Pagina 16
PICCOLI MA CATTIVI
“Tracce del fungo aspergillo sono state
rilevate su quattro pazienti deceduti
nell'area della terapia intensiva del nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo”.Questa notizia ha lasciato tutti noi
molto sorpresi. Ma la ricerca di Aspergillus spp è solo una priorità delle strutture
sanitarie oppure tutti, quindi anche le
aziende farmaceutiche, alimentari e cosmetiche, sono attente e vigili su eventuali contaminazioni fungine?
Il nome Aspergillus fu dato per la prima
volta dal prete Micheli nel 1729, il quale,
osservando delle particolari muffe, notò
una forte somiglianza di esse con
l’aspersorio dell’incenso ( chiamato proprio aspergillum in latino). Nel 1809 fu
Link a dare il nome di Aspergillus glaucus ad fungo trovato in un erbario, descrivendo le prime forme sessuate sotto
il nome di Eurotium herbaviorum. Per
attribuire un ruolo patogeno al genere
Aspergillus si dovette aspettare il 1847,
quando Scuyter pubblicò i primi casi di
pneumopatia umana dovuta ad un Aspergillus. Le ricerche su tale genere
diventarono man mano più numerose e
nel 1926 Thom e Church pubblicarono il
libro “ The Aspergilli”, classificando 69
specie ed 11 gruppi. Ad oggi sono state
identificate più di 185 specie, raccolte in
18 gruppi.
Per l’identificazione si sfruttano caratteristiche colturali diverse:
macroscopiche : morfologia e colore
della colonia
microscopiche: morfologia delle
teste aspergillari, morfologia
delle fialidi e delle vescicole,
presenza o meno di metile,
forma e dimensioni dei conidi.
L’aspetto macroscopico delle colonie
varia, per la parte superiore, dal blu,
verde, grigio nero, giallo, mentre per la
parte inferiore dal marrone, al rosso
scuro, al violaceo, al bianco o al giallo.
La sua utilizzazione industriale è legata
alla fermentazione di salse a base di
soia, alla produzione del sakè da alcool
di riso, oltre al fatto che viene utilizzato
per la sintesi di acidi organici, come
l’acido citrico. Numerose specie produ-
cono tossine dannose per l’uomo. Sono
stimate intorno a venti specie come agenti che possono causare malattie opportuniste. Fra queste abbiamo Aspergillus fumigatus, che è la specie più comunemente isolata, seguito da Aspergillus
flavuus ed Aspergillus niger. Altre specie
fra cui Aspergillus clavatus, A. glaucus,
A. nidulans sono state ritrovate meno
comunemente come agenti patogeni
opportunisti. Dal punto di vista clinico
Aspergillus spp.sono ben conosciute in
quanto giocano un ruolo importante in
tre situazioni differenti: infezioni opportunistiche, stati allergici, tossicosi. Le malattie causate da Aspergillus sono denominate aspergillosi e tale patologia ha
registrato un incremento drammatico
nell’ultimo ventennio: purtroppo, nonostante tutti gli sforzi diagnostici e terapeutici, ha, molte volte, un esito fatale.
L’importanza industriale è legata alla
loro utilizzazione nella produzione di
composti chimici ( acido citrico, acido
gluconico). Alcuni Aspergilli sono spesso
coinvolti nell’alterazione di prodotti alimentari ed alcune specie sono capaci di
elaborare potenti micotossine dette aflatossine. Nel campo farmaceutico ed in
particolare laboratoristico il genere Aspergillus, ed in particolare la specie A.
brasiliensis, viene utilizzata, insieme a
St. aureus, E. coli, P. aeruginosa, S.
enteridis, C. albicans, per la messa a
punto dei metodi di ricerca della carica
microbica per i prodotti non sterili (nei
quali l’inoculo deve essere dai 10 ai 100
microrganismi), nelle prove per saggiare
l’efficacia dei conservanti effettuate attraverso il test di challenge (dove ogni
grammo di prodotto viene messo a contatto con 106 o 105
microrganismi), nelle
prove di fertilità dei
semilavorati iniettabili e nelle prove di
fertilità delle sterilità.
Insieme a Penicillium
rappresenta uno dei
contaminati che è
possibile
ritrovare
nell’aria. Per il campionamento
viene
utilizzato un impattatore ambientale quale è il SAS super
100, posizionato in
centro stanza e ad
un’altezza di 130 cm,
il quale aspira e convoglia un volume
d’aria su di una piastra contenente terreno nutritivo e, nel
nostro caso, terreno
selettivo per miceti
(quale può essere il Sabouraud con cloramfenicolo). Tali piastre vengono poi
incubate a 20- 22°C per tre, cinque giorni e la conta viene rapportata a cfu/m3. .
L’importanza di conoscere la presenza e
quindi la contaminazione di Aspergillus
spp. è determinata dal fatto che oltre ad
essere un rischio per i prodotti farmaceutici in termini di perdita di caratteristiche chimico, fisiche, e quindi degradazione del principio attivo, rappresenta un
rischio anche per gli operatori esposti ad
ambienti contaminati da Aspergillus spp.
Giovanni Abramo
Anno VII numero 37
Pagina 17
I Premi Nobel assegnati per la Medicina o la Fisiologia :
la miglior risposta a chi si oppone alla sperimentazione animale
Da quando, poco più di un secolo fa, la
medicina ha iniziato il lungo cammino
che l’ha fatta diventare una scienza moderna, la sperimentazione animale ne è
stata una componente fondamentale,
fornendo modelli che permettono di porre domande e dare risposte sotto forma
di soluzioni terapeutiche utili alla salute
degli uomini e degli stessi animali. Sebbene il valore storico della sperimentazione animale sia indiscutibile e, prima o
poi, tutti purtroppo facciano esperienza,
diretta o indiretta, dell’utilità ed indispensabilità di farmaci e tecnologie biomedicali, in periodi ricorrenti viene rimessa in
discussione, da vari gruppi di pressione,
la legittimità/eticità del suo impiego per il
progresso della ricerca e delle scienze
biomediche e per lo sviluppo di nuovi
farmaci e di nuove tecnologie diagnostiche. Per molto tempo, le argomentazioni
contrarie a supporto sono state di tipo
emotivo-ideologico-etico. Più recentemente, il movimento che si definisce
“antivivisezionista” pretende di legittimare le sue asserzioni con motivazioni di
ordine scientifico. L’antivivisezionismo
scientifico sostiene che l’uso dell’animale nella ricerca biomedica è privo di
valore scientifico e che, anzi, produce
effetti dannosi per l’uomo. Infatti, nella
maggior parte, i farmaci sarebbero non
solo inefficaci, ma addirittura dannosi,
fino a risultare potenzialmente letali per i
pazienti, perchè sono stati trovati e studiati grazie ad una sperimentazione fatta
su specie animali che, in quanto tali,
sono molto diverse dall’uomo e, perciò,
non possono predirne efficacia terapeutica, effetti collaterali e tossici nella specie
umana. Purtroppo, questo atteggiamento antiscientifico ha trovato, nelle masse,
un consenso diffuso che si è tradotto in
un’ostilità preconcetta ed irriducibile nei
confronti della sperimentazione animale.
La “gente” pare non rendersi conto di
quanto debba il proprio benessere, la
propria qualità di vita ed anche, in ultima
analisi, la propria stessa vita, alla ricerca
biomedica fatta sugli animali da esperimento. Le organizzazioni che si battono,
talora in modo violento e fanatico, per i
"diritti degli animali”, utilizzano, come
argomento fondamentale a sostegno
delle loro lotte, l’asserzione, non suffragata da evidenze scientifiche, che
“trattamenti terapeutici sicuri ed efficaci
per le malattie umane non provengono
mai dalla ricerca sugli animali”. Accettare questa asserzione come veritiera solamente sulla base di queste tesi, senza
esigere il supporto di prove scientifiche,
equivale ad acquistare a scatola chiusa
un oggetto, basandosi esclusivamente
sulla pubblicità del venditore, senza neppure degnarsi di controllare le reali ca-
ratteristiche e potenzialità di ciò che si
acquista. Esiste, invece, a sostegno
della sperimentazione animale, un fatto
incontestabile, chiaramente accessibile
e controllabile da tutti: le ricerche che
hanno portato al conferimento dei premi
Nobel per la Medicina o la Fisiologia
dipendono, in larghissima parte, dai risultati ottenuti grazie alla sperimentazione animale. Quest’inoppugnabile realtà
dimostra chiaramente la falsità di quanto
sostenuto dagli animalisti e la fondamentale importanza che la ricerca sugli animali ha avuto nel promuovere e sostenere il progresso fatto nell’ultimo secolo
dalla ricerca biomedica. Come si può
verificare dall’elenco che segue, su 103
premi Nobel assegnati dal 1901 al 2012,
ben 83 (80.5%) sono stati conferiti per
scoperte ottenute grazie a ricerche che
hanno utilizzato modelli animali, mentre
solo 20 (19.5%) hanno premiato ricerche
effettuate direttamente sull’uomo o senza far ricorso all’animale. Non dobbiamo,
inoltre, dimenticare che le conoscenze
acquisite grazie alle scoperte premiate
col premio Nobel hanno spesso portato
ad altre scoperte, foriere di terapie innovative e di nuovi trattamenti di patologie
prive di cure.
Domenico Barone, Enrico Vigna
Nota: negli anni 1915-1918, 1921, 1925, 1940-1942 il premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia non è stato assegnato.
Anno
Premio Nobel per la Fisiologia o la
Medicina
Animali
utilizzati
1901
Emil Adolf von Behring
1902
1904
Ronald Ross
Ivan Petrovich Pavlov
1905
1906
Robert Koch
Camillo Golgi,
Santiago Ramón y Cajal
1907
Charles Louis Alphonse Laveran
uccello
scoperte sull’eziopatogenesi delle malattie protozoarie
1908
uccello, pesce,cavia
scoperte sulla risposta immunitaria e sulla fagocitosi
1910
Ilya Ilyich Mechnikov,
Paul Ehrlich
Albrecht Kossel
uccello
scoperte di vari maccanismi cellulari regolati da sostanze chimiche e da
proteine e scoperta degli organuli nucleari
1912
Alexis Carrel
cane
progressi nella chirurgia, sulle suture vascolari e sul trapianto di vasi
sanguigni ed organi
1913
Charles Robert Richet
cane, coniglio
1919
1920
Jules Bordet
S. August Steenberg Krogh
cavia, cavallo, coniglio
rana
cavia
Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel
sviluppo del siero antidifterico
piccione
cane
descrizione del ciclo di sviluppo della malaria
studi sulla fisiologia della digestione e scoperta dei riflessi condizionati
bovini, ovini
cane, cavallo
scoperte sull’eziopatogenesi della tubercolosi
descrizione anatomo-fisiologica della struttura del sistema nervoso
centrale
scoperte sull’anafilassi
scoperte sulla memoria e sulla risposta immunitaria
scoperta dei meccanismi di crescita dei capillari
Anno VII numero 37
Pagina 18
Anno
Premio Nobel per la Fisiologia o la
Medicina
Animali
utilizzati
1922
Archibald Vivian Hill,
Otto Fritz Meyerhof
rana
1923
Frederick Grant Banting,
J. James Richard Macleod
cane, pesce coniglio
1924
Willem Einthoven
cane
1928
Charles Jules Henri Nicolle
scimmia,
cavia, topo, ratto
1929
Christiaan Eijkman,
Frederick Gowland Hopkins
1932
Charles Scott Sherrington, Edgar Douglas
Adrian
cane, gatto
1934
George Hoyt Whipple,
William Parry Murphy,
George Richards Minot
Hans Spemann
Henry Hallett Dale,
Otto Loewi
cane
scoperte sulla terapia orale dell’anemia con estratti di fegato
tritone,rana
gatto, rana, uccello,
rettile
scoperta dell’effetto organizzatore nello sviluppo embrionale
scoperte della trasmissione chimica degli impulsi nervosi
1938
Corneille Jean François Heymans
cane
scoperte dei meccanismi recettoriali cardiaci, sinusali e aortici e della
regolazione della respirazione
1939
1943
Gerhard Domagk
Henrik Carl Peter Dam , Edward Adelbert
Doisy
Joseph Erlanger,
Herbert Spencer Gasser
topo, coniglio
ratto, cane, pulcino,topo
gatto
scoperta degli effetti antibatterici dei sulfamidici (prontosil)
scoperta della vitamina K , delle sue attività e determinazione della sua
formula di struttura
scoperte sulle funzioni altamente differenziate della singole fibre nervose
topo
scoperta della penicillina e dei suoi effetti terapeutici/antibatterici in
molte patologie infettive
rana, rospo, cane
scoperte sul catabolismo del glicogeno e sul ruolo del lobo anteriore
dell’ipofisi nel metabolismo degli zuccheri
gatto
scoperte sull’ organizzazione morfo-fisiologica del diencefalo e sul suo
ruolo come coordinatore degli organi interni; per la scoperta del valore
terapeutico della leucotomia prefrontale
scoperta degli ormoni della corteccia delle surrenali, delle loro strutture
chimiche, dei loro effetti biologici e della loro attività anti-artritica
1951
Alexander Fleming,
Ernst Boris Chain,
Howard Walter Florey
Carl Ferdinand Cori,
Gerty Theresa Cori,
Bernardo Alberto Houssay
Walter Rudolf Hess,
Antonio Caetano de Abreu Freire Egas
Moniz
Edward Calvin Kendall,
Philip Showalter Hench,
Tadeus Reichstein
Max Theiler
1952
Selman Abraham Waksman
cavia
1953
Hans Adolf Krebs,
Fritz Albert Lipmann
piccione
1954
scimmia, topo
1955
John Franklin Enders,
Thomas Huckle Weller,
F. Chapman Robbins
A. Hugo Theodor Theorell
1957
Daniel Bovet
cane, coniglio
1960
Frank Macfarlane Burnet,
Peter Brian Medawar
coniglio
1961
1963
Georg von Békésy
John Carew Eccles,
Alan Lloyd Hodgkin,
Andrew Fielding Huxley
Konrad Bloch,
Feodor Lynen
cavia
gatto, rana calamaro,
granchio
Francis Peyton Rous,
Charles Brenton Huggins
ratto, pollo coniglio
1935
1936
1944
1945
1947
1949
1950
1964
1966
pollo
bovino
scimmia, topo
cavallo
ratto
Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel
scoperte sull’utilizzo dell’ossigeno e sul metabolismo dell’acido lattico
nel tessuto muscolare
scoperta dell’insulina e per gli studi
sull’eziopatogenesi del diabete
studi ed invenzione dell’elettrocardiografia
scoperte sull’eziopatogenesi del tifo
scoperta delle vitamine antineuritiche e delle vitamine che intervengono
sul sistema nervoso
scoperte sulle funzioni dei neuroni
scoperte sulla febbre gialla ed il vaccino per prevenirla
scoperta della streptomicina il primo antibiotico efficace contro la tubercolosi
scoperta del ciclo dell’acido citrico e del coenzima A come intermediario nel metabolismo
scoperta della capacità del virus della poliomielite di crescere in colture
in vitro e lo sviluppo del vaccino
scoperta sulla natura degli enzimi ossidativi
scoperta dell’azione di composti che inibiscono l’azione di sostanze
dell’organismo e della loro azione sul sistema vascolare e sui muscoli
scheletrici
scoperta della tolleranza immunologica acquisita
scoperta del meccanismo di stimolazione nella coclea
scoperta dei meccanismi ionici coinvolti nell’eccitazione ed inibizione
delle porzioni centrali e periferiche delle membrane delle cellule nervose
scoperta sulla regolazione del metabolismo del colesterolo e degli acidi
grassi
scoperta dei virus tumorigenici e per le scoperte sul trattamento ormonale del carcinoma prostatico
Anno VII numero 37
Pagina 19
Anno
Premio Nobel per la Fisiologia o la
Medicina
Animali
utilizzati
1967
Haldan Keffer Hartline,
Ragnar Granit,
George Wald
Robert William Holley,
Har Gobind Khorana,
Marshall Waren Nirenberg
Bernard Katz, Ulf von Euler,
Julius Axelrod
pollo, coniglio, pesce
scoperte sui processi fisiologici primari e sui processi visivi chimici
coinvolti nella visione
ratto
interpretazione del codice genetico e della sua funzione nella sintesi
delle proteine
gatto, ratto
scoperte sui mediatori chimici delle terminazioni nervose e sui meccanismi del loro accumulo e del loro rilascio e della loro in attivazione
1971
Earl Wilbur Sutherland, jr.
mammiferi
scoperte sul meccanismo d’azione degli ormoni
1972
Gerald Maurice Edelman,
Rodney Robert Porter
cavia, coniglio
scoperte sulla struttura chimica degli anticorpi
1973
Karl von Frisch,
Konrad Lorenz,
Nikolaas Tinbergen
Christian de Duve,
George Emil Palade,
Albert Claude
David Baltimore,
Renato Dulbecco,
Howard Martin Temin
Baruch Samuel Blumberg,
Daniel Carleton Gajdusek
ape, uccello, pesce
1968
1970
1974
1975
1976
1977
1979
1980
1981
1982
1984
1985
1986
pollo, cavia, ratto
Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel
scoperte sull’organizzazione ed evocazione delle forme di comportamento individuale e sociale degli animali
scoperte sull’organizzazione strutturale e funzionale della cellula
scimmia, cavallo, pollo,
topo
scoperte sulle interazioni fra virus tumorigenici e materiale genetico
della cellula
scimpanzé
scoperte sui meccanismi di origine e trasmissione delle malattie infettive
Roger Guillemin,
Andrew Viktor Schally,
Rosalyn Yalow
Allan MacLeod Cormack,
G. Newbold Hounsfield
ovino, suino
scoperte sulla produzione degli ormoni proteici ipotalamici
Baruj Benacerraf,
Jean Dausset,
George David Snell
Roger Wolcott Sperry,
David Hunter Hubel,
Torsten Nils Wiesel
Sune Karl Bergström,
Bengt Ingemar Samuelsson,
John Robert Vane
Niels Kaj Jerne,
Georges Jean Franz Köhler,
César Milstein
Michael Stuart Brown
Joseph Leonard Goldstein
topo, cavia
scoperte sulle strutture che regolano le reazioni immunologiche
(complesso maggiore di istocompatibilità) e meccanismi di azione
gatto, scimmia
scoperte sulla specializzazione funzionale
degli emisferi cerebrali e sulla processazione dell’informazione nel
sistema visivo
scoperta delle prostaglandine e delle sostanze biologicamente attive
correlate
suino
ratto, coniglio, cavia
sviluppo della tomografia assiale computerizzata (TAC scan)
topo
teorie sulla specificità nello sviluppo e nel controllo del sistema immunitario e scoperta del principio per la produzione di anticorpi monoclonali
ratto
scoperte sulla regolazione del metabolismo del colesterolo
Rita Levi-Montalcini,
Stanley Cohen
Susumu Tonegawa
topo, pulcino, serpente
James Whyte Black,
Gertrude Belle Elion
George Herbert Hitchings
Harold Elliot Varmus,
John Michael Bishop
cavia, gatto, cane,
ratto, coniglio, scimmia
pollo
scoperta dell’origine cellulare degli oncogèni retrovirali
1990
Joseph Edward Murray,
Edward Donnall Thomas
cane
scoperte concernenti il trapianto di organi e cellule nel trattamento delle
patologie umane
1991
Erwin Neher,
Bert Sakmann
rana
scoperte sulla funzione dei singoli canali ionici cellulari
1992
Edmond Henri Fischer,
Edwin Gerhard Krebs
coniglio, ratto
1993
Richard John Roberts ,
Phillip Allen Sharp
ratto, topo
1994
Alfred Goodman Gilman,
Martin Rodbell
ratto, cavia coniglio,
bovino
scoperta del ruolo delle proteine G nei segnali di trasduzione delle
cellule
1995
Edward Bok Lewis,
Christiane Nüsslein-Volhard
Eric Frank Wieschaus
drosophila
scoperte sul controllo genetico delle fasi precoci dello sviluppo embrionale
1987
1988
1989
embrione di topo
scoperte ed individuazione di fattori di crescita cellulare (delle cellule
nervose: NGF; delle cellule dell’epidermide: EGF)
scoperta del meccanismo genetico alla base della diversità anticorpale
scoperte dei principi fondamentali relativi alle terapie farmacologiche
scoperta del ruolo della fosforilazione reversibile delle proteine
scoperta dello splicing dei geni
Anno VII numero 37
Pagina 20
Anno
Premio Nobel per la Fisiologia o la
Medicina
Animali
utilizzati
1996
Peter Charles Doherty ,
Rolf Martin Zinkernagel
topo
1997
Stanley Ben Prusiner
topo, criceto
1998
Robert Francis Furchgott,
L. Ignarro, F. Murad
coniglio
scoperte concernenti l’ossido nitrico (NO) come molecola di segnale
nel sistema cardiovascolare
1999
Günter Blobel
topo, ratto, cane
scoperta che le proteine hanno segnali intrinseci che governano il loro
trasporto e la loro posizione
2000
2001
2002
2003
Arvid Carlsson,
Paul Greengard,
Eric Richard Kandel
Leland Harrison Hartwell,
Timothy Hunt,
Paul Nurse
Sydney Brenner,
Howard Robert Horvitz ,
John Edward Sulston
Paul Christian Lauterbur
Peter Mansfield
Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel
scoperte sulla specificità dell’immunità cellulo-mediata
scoperta de prioni
lumaca di mare, topo
coperte sulla trasduzione del segnale nel sistema nervoso
riccio, rana, coniglio,
vongola
scoperte sui fattori chiave della regolazione del ciclo cellulare
nematodi
scoperte sulla regolazione genetica dello sviluppo degli organi e sulla
morte cellulare programmata
rana, topo, cane, ratto,
scimpanzé
scoperte che hanno reso possibile la messa a punto della risonanza
magnetica ad immagini (MRI)
2004
Richard Axel,
Linda Brown Buck
topo, drosofila
scoperte nel campo dei recettori olfattivi e dell’organizzazione del sistema olfattivo
2005
Barry James Marshall,
John Robin Warren
coniglio, gatto, topo
suino
scoperta del batterio Helicobacter pylori e del suo ruolo nella gastrite e
nell’ulcera peptica
2006
Andrew Zakary Fire,
Craig Cameron Mello
nematodi
scoperta dell’interferenza del RNA e silenzia mento genico mediante
RNA a doppio filamento
2007
Mario Renato Capecchi,
Martin John Evans,
Oliver Smithies
Luc Montagnier,
Françoise Barré-Sinoussi,
Harald zur Hausen
Elizabeth Helen Blackburn,
Carolyn Widney Greider,
Jack William Szostak
Robert G. Edwards
Bruce Alan Beutler,
Jules Alan Hoffmann,
Ralph Marvin Steinman
John Gurdon,
Shinya Yamanaka
topo, pulcino
scoperte del principio per introdurre specifici geni nei topi tramite cellule
staminali embrionali
scimmia, scimpanzè,
topo
scoperta del virus dell’immuno deficienza acquisita umana (HIV) ed il
papillomavirus come
causa del cancro della cervice uterina
scoperta di come i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall’enzima
telomerasi
2008
2009
2010
2011
2012
protozoi, topo, rana
coniglio
topo, mosca
sviluppo del metodo della fecondazione in vitro
scoperta riguardante l’attivazione dell’immunità innata e scoperta delle
cellule dendritiche e del loro ruolo nell'immunità acquisita
topo, ratto xenopus,
pecora, bue
scoperta che le cellule mature possono essere riprogrammate per
diventare pluripotenti
PROFESSIONISTI DELLA
RICERCA CLINICA
health and safety
etica
CLINICAL DEVELOPMENT
SERVICES
TRIAL COORDINATION
CRO
DATA MANAGEMENT
PHARMACOVIGILANCE
esperienza
passione
TRAINING
MEDICAL DEVICES
www.yghea.it
Anno VII numero 37
Pagina 21
Cancer treatment and antimicrobial resistance
From The Lancet Oncology
On March 11, 2013, England's Chief
Medical Officer (CMO), Prof Dame Sally
Davies, published the second volume of
her annual report. The focus of this publication was the growing threat of antimicrobial resistance, and came with a
stark warning about the potential apocalyptic scenario that could arise if steps
are not taken now to prevent widespread
resistance. Antimicrobial resistance is of
particular concern to
cancer patients because
the ability to prevent and
cure infections is a cornerstone of cancer therapy. Surgery remains
one of the leading therapeutic interventions for
treating solid tumours,
and controlling infection
during surgery can
mean the difference
between life and death.
Additionally, in a world
of antimicrobial resistance, techniques such
as bone marrow transplantation would bring
risk not only to cancer
patients, but also to bone marrow donors. Even non-surgical cancer treatments like chemotherapy and radiotherapy weaken the immune system and
leave patients vulnerable to infection.
Indeed, there may come a time when
oncologists have to consider the balance
of risks and benefits of procedures taken
for granted today.
Concerns about antimicrobial resistance
are not new. Alexander Fleming warned
in his 1945 Nobel Prize lecture that the
inappropriate use of penicillin would lead
to resistance to the drug. Davies makes
seventeen specific recommendations in
her report and calls for antimicrobial
resistance to be added to the UK National Security Risk Assessment register
and for the implementation of a crossgovernment antimicrobial resistance
strategy, which will champion the responsible use of antibiotics, strengthen
surveillance, and encourage development of new diagnostics, therapeutics,
and antibiotics.
As highlighted in the CMO report and by
WHO, it is not enough for individual
countries to take measures; there needs
to be a global effort to combat this problem, to improve monitoring of outbreaks,
and to prevent the inappropriate use of
antibiotics. In many developing countries, antibiotics are available over-thecounter and individuals are able to self-
medicate, often taking the drugs inappropriately, either as an incorrect dose
or to treat a non-bacterial ailment. Doctors may also over prescribe antibiotics
due to lack of diagnostic tests to identify
the cause of illness, as a “just in case”
measure. Even in the UK, which should
have adequate resources for disease
diagnosis and access to the appropriate
drugs, there remains substantial variation in prescription of antibiotics, both
clinically and geographically. It is unlikely
that these differences are due to case
mix alone and highlights the need for
initiatives for quality improvement. Davies highlights the need for biomarkers
to guide antibiotic prescriptions, with the
aim to target therapy, rather than use
broad-spectrum antibiotics, which can
contribute to resistance.
Besides the use of antibiotics in a medical setting leading to antimicrobial resistance, there are also concerns over antimicrobial use in agriculture and house-
hold products. Although there are tight
regulations over use of antibiotics in food
production in Europe, in many other
countries the use of antibiotics in agriculture far exceeds that used in medicine.
The recent increase in marketing antibacterial soaps and gels to consumers
has also raised debate, particularly as
there is very little, if any, evidence of
there being any health benefit. Steps are
being taken to combat
this; recently the European Commission did
not approve an application for the addition of
triclosan to plastics for
food packaging, and
the safety of this drug
in household products
is currently under review by regulators in
Canada. Greater regulation should be put in
place for use of antimicrobials in agriculture
and consumer products, and better education of the public on
actual risks and benefits would go a long way to removing
these potential sources of antimicrobial
resistance.
Antimicrobial drugs are a unique class of
medicines because they are prescribed
by all doctors, not just those who specialise in infectious diseases. To help
combat the spread of antimicrobial resistance, oncologists and other physicians
involved in cancer care should routinely
take into account antimicrobial stewardship guidelines in place at their particular
institute. The provision of cancer care
has traditionally been multidisciplinary in
nature, and it would not be difficult to
incorporate an additional voice to the
team. After all the gains that have been
made in recent years to improve survival
outcomes for patients with cancer
through targeted therapies, better surgical techniques, and improved radiotherapy, we must now work to ensure that
infection will not once again become the
killer it was a century ago.
Anno VII numero 37
Pagina 22
Antimicrobial resistance—an unfolding catastrophe
From the British Medical Journal
(BMJ 2013;346:f1663)
At the end of the 1960s, the then US surgeon general William H Steward famously declared: “The war against infectious diseases
has been won.” His optimism might well have been justified at the time. The discovery of antibiotics and their widespread introduction had transformed both medical practice and life expectancy. Antibiotics still transform lives, but—as with so many of the
world’s resources—we now know that they are not limitless, and that unless we are careful, their beneficial effects will run out.
We have become so accustomed to the availability of antibiotics that a world without them is almost inconceivable. Yet this is the
world that England’s chief medical officer, Sally Davies, demands we contemplate in the second volume of her annual report. The
causes of this unfolding catastrophe are many: overuse of existing antibiotics, increasing resistance to them, a “discovery void”
regarding new drugs, and a change in the types of organisms presenting the greatest threat. “If we don’t get this right we will find
ourselves in a health system not dissimilar to the early 19th century,” she says. Is Davies being overdramatic? Sadly not. Her
decision to focus on antimicrobial resistance has been broadly welcomed. And a report from Richard Smith and Joanna Coast,
long term analysts of the economics of resistance, confirms her fears. They suggest that the picture she paints may even be too
rosy. “Resistance is said to present a risk that we will fall back into the pre-antibiotic era,” they say. “However, this is perhaps
optimistic.” Their argument is that we have badly underestimated the cost of resistance. Studies that have tried to estimate the
economic impact have looked at the extra cost of treating a resistant infection compared with a susceptible one. But this ignores
the bigger picture. The whole of modern healthcare, including invasive surgery and immunosuppressive chemotherapy, is based
on the assumption that infections can be prevented or treated. ”Resistance is not just an infectious disease issue,” they say. “It is
a surgical issue, a cancer issue, a health system issue.” Their revised assessment of the economic burden of resistance encompasses the possibility of not having any effective antimicrobial drugs. Under these circumstances they estimate that infection
rates after hip replacement would increase from about 1% to 40-50%, and that about a third of people with an infection would die.
It seems likely that rates of hip replacement would fall, bringing an increased burden of morbidity from hip pain. The CMO’s 17
recommendations include better hygiene measures and surveillance, greater efforts to preserve the effectiveness of existing
drugs, and encouragement to develop new ones. As Anthony Kessel and Mike Sharland point out, only one or two new antibiotics
that target Gram negative organisms are likely to be marketed in the next decade. Recognizing this as a global problem, the
CMO’s report also calls for antimicrobial resistance to be put on the national risk register and taken seriously by politicians internationally. As for the cost of such action, Smith and Coast see it as an essential insurance policy against a catastrophe that we
hope will never happen. And they share the CMO’s urgency. “Waiting for the burden to become substantial before taking action
may mean waiting until it is too late.”
NEWS FROM EMA
Riportiamo, senza ulteriori commenti, una presa di posizione EMA (pubblicata in prima pagina sul sito internet) sulle terapie a
base di cellule staminali.
Stem cell therapy treatments
Concerns have been raised in the media about certain stem cell therapy treatments. These sorts of new techniques potentially
offer exciting possibilities to patients for the treatment of a range of difficult or previously untreatable conditions. Like all treatments, these techniques also come with benefits and risks. Specific rules were introduced in the European Union (EU) in 2007 to
ensure that medicines involving cell therapy are subject to appropriate authorization, supervision and controls in order to reduce
and manage those risks. Recent media reports highlight the need for public authorities at all levels to enforce their legal responsibilities to ensure that patients only have access to those treatments that comply with relevant quality standards and for which
there is appropriate traceability of materials, treatment protocols and patient follow-up measures.
The European Medicines Agency stresses that the protection of patients is at the core of those rules. In addition to applying the
same safety and efficacy rules as for all medicinal products, the quality and manufacturing of these products is set out in ‘Good
Manufacturing Practices’ (GMP) requirements. These are globally-recognized standards for quality assurance in the production
and control of medicines. Security and control of medicines derived from stem cell manipulation is tightly controlled by the EU
advanced therapy legislation. Cell therapies are defined as medicinal products when there is more than minimal manipulation of
any cell type destined for clinical application or where the intended use of the cells is different to their normal function in the body.
Any use of such cell-based medicines is subject to authorization and controls, including their manufacture.
Permitting manufacturers to avoid compliance with quality standards, for example by inappropriate re-classification of the treatment beyond the mandate of competent authorities for control of medicines, could risk exposing patients to cross-contamination
and inadequate characterization of the cell preparations, resulting in short and long-term risks for individual patients.
Similar concerns were previously raised by the Agency’s Committee for Advanced Therapies (CAT) in a public statement of 16
April 2010 and in a paper published in The Lancet of 14 August 2010 on the use of unregulated stem-cell based medicinal products.
Anno VII numero 37
Pagina 23
NEWS ON CLINICAL TRIALS
DIABETES
Merck reported data from a Phase IIb study of MK-3102, an investigational once-weekly DPP-4 inhibitor for the treatment of type 2 diabetes. The DPP-4 protein is an antigenic enzyme expressed on the
surface of most cell types and is associated with immune regulation, signal transduction and apoptosis.
It is an intrinsic membrane glycoprotein and a serine exopeptidase that cleaves X-proline dipeptides
from the N-terminus of polypeptides. The multicenter, randomized, double-blind, placebo-controlled
dose-ranging study was designed to evaluate 5 doses of MK-3102 (0.25, 1, 3, 10 and 25 mg) in patients with type 2 diabetes who had inadequate glycemic control on diet and exercise. A total of 685
patients with a mean baseline glycosylated hemoglobin (HbA1c) of approximately 8% were randomized: 571 patients received
MK-3102 at one of the five once-weekly doses (0.25 mg, n=113; 1 mg, n=115; 3 mg, n=114; 10 mg, n=115; 25 mg, n=114) and
114 patients received placebo for 12 weeks. The primary endpoint was change in HbA1c from baseline at 12 weeks compared to
placebo across doses. The secondary endpoints were 2-hour post meal glucose and fasting plasma glucose. MK-3102 reduced
HbA1c compared to placebo (p<0.001) from a mean baseline of approximately 8% across all doses. In the full study population at
12 weeks, the placebo-adjusted reduction from baseline in HbA1c was 0.71% with MK-3201 25 mg; 0.67% with 10 mg; 0.49%
with 3 mg; 0.50% with 1 mg and 0.28% with 0.25 mg. A statistically significant (p<0.001) trend was observed across doses studied for the secondary endpoints of 2 hour post-meal glucose and fasting blood glucose.
Cebix reported results of a Phase I/II trial of its lead investigational drug, Ersatta, in peripheral neuropathy. Ersatta is a onceweekly C-peptide therapy that targets loss of nerve function and other vascular complications in type 1 diabetes patients. The 72subject study focused on safety, tolerability, and pharmacokinetics and demonstrated that Ersatta was well tolerated, with no serious adverse effects over a twelve-week period. The pharmacokinetic profile support convenient, once weekly dosing. The trial
further demonstrated a favourable efficacy signal in type 1 diabetic patients who self-injected Ersatta once weekly over the 12week period.
Resverlogix initiated a Phase II trial in patients with pre-diabetes mellitus to examine the effects of RVX-208 and ApoA-I production on glucose metabolism. The study will examine insulin secretion, insulin sensitivity, and other parameters of importance in
individuals with pre-diabetes mellitus. Twenty patients will be enrolled in Australia, with data expected in the first half of 2014. The
foundation of this trial builds upon the actions of RVX-208 and the knowledge that this compound triggers a key epigenetic pathway resulting in enhanced ApoA-I protein production to raise the body’s level of functional HDL particles. The effect of newly created ApoA-I/HDL may help to preserve pancreatic cells that make and secrete insulin. Increased abundance of insulin in subjects
with pre-diabetes mellitus may prevent or substantially delay the progression toward diabetes mellitus. RVX-208 is a first-class
small molecule that inhibits BET bromodomains (protein domains that bind and recognize histone acetylation which is monitored
by bromodomain-containing proteins to regulate epigenetically controlled processes, including chromatin remodeling and gene
transcription). RVX-208 displaces BET protein binding to the tail of histone-4. RVX-208 functions by removing atherosclerotic
plaque via reverse cholesterol transport (RCT), the natural process through which atherosclerotic plaque is transported out of the
arteries and removed from the body by the liver. RVX-208 increases production of ApoA-I, the key building block of functional
HDL particles and the type required for RTC. These newly produced functional HDL particles are flat and empty and can efficiently remove plaques and stabilize or reverse atherosclerotic disease, the firm reports.
Rhythm reported results of two Phase I trials of RM-131, its ghrelin agonist for the treatment of diabetic gastroparesis. Ghrelin is
a 28 amino acid hunger-stimulating peptide and hormone that is produced mainly by P/D1 cells lining the fundus of the human
stomach and epsilon cells of the pancreas. Ghrelin together with obestatin is produced from cleavage of the ghrelin/obestatin
prepropeptide (also known as the appetite-regulating hormone or growth hormone secretagogue or motilin-related peptide) which
in turn is encoded by the GHRL gene. RM-131 was shown to be effective in accelerating gastric emptying. After single daily subcutaneous administration of RM-131, gastric emptying time was significantly reduced by up to 55% in the single ascending dose,
and by up to 50% in the multiple ascending dose study. RM-131 was also shown to be effective in accelerating lower colonic motility. After multiple daily subcutaneous doses, colonic transit time was reduced by up to 54% (from ~ 42 hours in placebo subjects
to ~ 18 hours). The two Phase I randomized, double blind, placebo controlled studies evaluated the pharmacodynamic profile of
RM-131: a single ascending dose study that evaluated doses of 3 to 2,400 mcg administered once daily by subcutaneous injection, and a multiple ascending dose study of doses from 100 to 300 mcg administered subcutaneously once or twice daily for 14
days. Rhythm recently completed a Phase I trial with RM-131 in patients with type 2 diabetes that also demonstrated a potent
prokinetic effect, reducing gastric emptying time by 66% after a single subcutaneous administration, with the greatest improvement observed in patients with the most abnormal gastric emptying.
A cura di Domenico Barone
Anno VII numero 37
Pagina 24
NUOVI SOCI
AMODEO ROBERTA
BIOGEN IDEC ITALIA
GIANFRIDDO MARCO
ARDISSONE VITTORIA
PROCELL TECH
GIANMARCO ROSA
AZIMONTI SARA
STUDENTE MASTER
CONSULENTE
AZZIMONTI FEDERICA
MEDPACE
LABRA VALENTINA
LILIANA
LAZZARIN MANUELA
BALICCO MOIRA
ROCHE
LORENZETTO ANTONIO
BAYER
BELLONI VALERIA
ROCHE
MANZOLI ISABELLA
GLP LIFE TEST
CAVALLINI RAMONA
MSD ITALIA
MAZZOLA EMANUELA
NOVARTIS FARMA
CAVAZZOLI CRISTIANO
ACCELLERA
OTTAVIANELLI ELENA
MERCK SERONO
CELADA VALENTINA
ABICH
PACIELLO ARRIGO
ASL BRESCIA
CORONEL VERA GUSTAVO
KEDRION BIOPHARMA
PACINI GIOVANNI
NOVARTIS FARMA
DE MARTINIS LORENZA
ALCON ITALIA
PASTRELLO DAVIDE
ROCHE
DE PALO MICHELE
NOVARTIS FARMA
PATRUCCO LAURA
SOFAR FARMACEUTICI
DE SOLDA FRANCESCO
ROCHE
PETRUCCINI ROBERTA
ACRAF
DI CHIO ALESSANDRA
BAYER
POLICRETI ALESSANDRO
NOVARTIS FARMA
DI DATO GIORGIO
ACRAF
POMA DAVIDE
SANOFI
DI LORETO GIORGIO
ACRAF
PUNTORIERO GIULIA
MEDPACE
FABBO RITA
GRUNENTHAL ITALIA
RINALDI FILOMENA
COLGATE – GABA
FALLONE RAFFAELLA
ACRAF
ACRAF
FERRANDI CHIARA
PROCELL TECH
ROSIGNOLI MARIA
TERESA
SCIAMANNA ELENA
FERRARA CINZIA
CONSULENTE
SIARKOS ILIAS
WORLDWIDE
TRIALS
LATIS
FRANCONERI SILVIA
MERCK SERONO
STAGI LISA
ROCHE
FREZZOTTI LETIZIA
MEDIOLANUM FARMACEUTICI
NOVARTIS FARMA
STELL ALESSIA
ROCHE
TROTTA ROBERTA
CONSULENTE
CHILTERN INTERNATIONAL
ADVICE
PHARMA
GROUP
VANNINI FRANCESCA
MERCK SERONO
FUCCI VIRGINIA
GASPAROTTO LUCA
GATTUSO DARIO
Hanno collaborato a questo numero:
Giovanni Abramo - [email protected]
Domenico Barone - [email protected]
Walter Bianchi - [email protected]
Elena Bresciani - [email protected]
WORLDWIDE
TRIALS
MERCK SERONO
CLINICAL
NOVARTIS FARMA
CLINICAL
Domenico Criscuolo - [email protected]
Francesco De Tomasi - [email protected]
Luciano M. Fuccella - [email protected]
Luigi Godi - [email protected]
Enrico Vigna - [email protected]
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Gianni De Crescenzo Vice—presidente: Marco Romano Segretario: Luigi Godi Tesoriere: Anna Piccolboni
Consiglieri: Rossana Benetti, Salvatore Bianco, Simona Colazzo, Marco Corsi, Domenico Criscuolo, Giovanni Fiori, GiovanBattista Leproux
Direttore Responsabile: Domenico Criscuolo Comitato editoriale: Giovanni Abramo, Domenico Criscuolo, Gianni De Crescenzo, Francesco De Tomasi, Luciano M. Fuccella, Marco Romano
Segreteria editoriale: Sabrina Lucioni Segreteria Organizzativa: Viale Abruzzi 32—20131 MILANO Tel. 02-29536444 Fax. 02-89058506 E-mail [email protected]
SSFA oggi
Stampa: MEDIA PRINT, Livorno
Registrazione del Tribunale di Milano, N. 319 del 14/05/2007
“Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB PRATO” Numero progressivo 37 Periodicità: bimestrale
WWW.SSFA.IT