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SOCIETA’ DI SCIENZE FARMACOLOGICHE APPLICATE SOCIETY FOR APPLIED PHARMACOLOGICAL SCIENCES SSFAoggi Notiziario di Medicina Farmaceutica Bimestrale della Società di Scienze Farmacologiche Applicate Giugno 2013 numero Fondata nel 1964 37 Dove sono i nuovi antibiotici? Sommario: The Lancet La comunità mondiale sta correndo un grosso rischio: questo ci ricordano due editoriali, 1 pubblicati su The Lancet e sul British Medical Journal, che riportiamo alle pagine 21 e 22. La resistenza agli antibiotici è un grave problema: The Lancet ci ricorda che fu addirittura messa in evidenza dallo stesso Alexander Fleming nel 1945, il quale temeva che l’abuso 2 della penicillina potesse selezionare ceppi resistenti. Il British Medical Journal evidenzia che molte pratiche mediche e chirurgiche (dall’uso della chemioterapia agli interventi invasivi in ortopedia e cardiochirurgia) sono possibili 4 grazie alla profilassi con antibiotici. E quindi, la resistenza agli antibiotici non è un solo un problema degli infettivologi, ma sta diventando un problema dei chirurghi, degli oncologi, e 6 di tutto il sistema sanitario. Alcune previsioni sono drammatiche: l’intervento di protesi dell’anca, che è diventato una 12 routine per la popolazione anziana, potrebbe essere colpito in modo significativo da complicanze infettive, passando dall’1% dei pazienti di oggi fino al 40%-50% dei pazienti nel 12 prossimo futuro, con oltre un terzo di essi in pericolo di vita. Uno scenario davvero preoc13 cupante. Di fronte a queste previsioni, che ci vengono ormai ripetute ad intervalli regolari, stupisce 13 la mancanza di incentivi per la ricerca di nuovi antibiotici. Molte aziende hanno chiuso linee di ricerca, e non intendono ritornare sulle decisioni prese forse troppo affrettatamen15 te. Una volta si diceva che il Giappone era una fonte continua di nuovi antibiotici: ma ora sembra che anche questa sorgente si sia esaurita. 16 Possiamo solo augurarci che le nuove biotech, molto più snelle ed attente a cogliere opportunità, si dedichino con impegno a questo compito. 17 Domenico Criscuolo 21 BMJ 22 News from EMA 22 News on clinical trials 23 Nuovi Soci 24 Editoriale Novità in Farmacovigilanza Parte prima Novità in Farmacovigilanza Parte seconda Il Decreto Balduzzi Farmaci a brevetto scaduto Affari Istituzionali 5a Edizione Master Bicocca Master Bicocca 2013: i numeri Comunicato stampa Bicocca Piccoli ma cattivi Sperimentazione animale NUOVI ORIZZONTI IN RICERCA CLINICA *************** Milano, 27 giugno 2013 *************** IL NUOVO REGOLAMENTO EU E LA RIORGANIZZAZIONE DEI COMITATI ETICI IN ITALIA Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB PRATO Anno VII numero 37 Pagina 2 NOVITA’ IN FARMACOVIGILANZA Parte prima Il 21 marzo scorso si è svolto a Roma il primo corso di aggiornamento NOVITÀ IN FARMACOVIGILANZA, realizzato in collaborazione da SIAR, SIF e SSFA. L'evento si è svolto nell'auditorium del Ministero della salute con una folta e attenta partecipazione di iscritti ed ha visto alternarsi sul palco numerosi relatori dell'AIFA, dell'Accademia ed esperti dell'Industria. Dopo il benvenuto ed una breve introduzione del prof. Pier Luigi Canonico, presidente della SIF, e del dott. Walter Bianchi, presidente SIAR, la sessione del mattino è iniziata con la presentazione dello status della implementazione della nuova normativa in Italia da parte della dott.ssa Fernanda Ferrazin, coordinatore dell'Area Vigilanza Post Marketing e direttore dell'ufficio farmacovigilanza di AIFA. La dott.ssa Ferrazin ha ricordato come per ottenere l’AIC un medicinale debba soddisfare i requisiti di qualità, sicurezza ed efficacia, che gli studi clinici premarketing non garantiscono che un farmaco, una volta introdotto in commercio, abbia un beneficio superiore al rischio e che, dopo l’immissione sul mercato di ogni medicinale, le attività di FV contribuiscono alla verifica dei requisiti di qualità, efficacia e sicurezza. Gli interventi regolatori più frequenti finalizzati alla prevenzione ed alla minimizzazione del rischio sono la revisione del riassunto delle caratteristiche del prodotto e del foglio illustrativo (restrizioni delle indicazioni terapeutiche e della posologia, aggiunta di nuove controindicazioni, aggiornamento degli effetti indesiderati), mentre meno frequenti sono le restrizioni della prescrizione, oppure la sospensione oppure il ritiro dell’AIC. Nell'ambito della relazione sono state ricordate le basi normative a cui si deve fare riferimento (Decreto Legislativo n. 219 del 24 aprile 2006 e s.m.i., Decreto Ministeriale 12/12/2003 - nuovo modello di scheda unica di segnalazione) e Decreto 21 Novembre 2003 (Istituzione elenco dei farmaci da sottoporre a monitoraggio intensivo). La dottoressa ha poi mostrato come negli ultimi anni il tasso delle segnalazioni di reazioni avverse sia costantemente aumentato ed abbia superato, per l'Italia, quello che per OMS è il riferimento standard, cioè 300 segnalazioni per milione di abitanti, anche se il tasso delle segnalazioni è molto disomogeneo con numerose regioni che non hanno ancora raggiunto tale obiettivo. Circa la nuova normativa (Regolamento (UE) 1235/2010 e Direttiva UE 84/2010), è stato sottolineato che lo scopo della medesima è di rafforzare il sistema di farmacovigilanza, consentendo una circolazione più rapida ed efficace delle infor- mazioni sulle ADRs e stabilendo “chi” fra i vari soggetti coinvolti è tenuto a “fare cosa”. La dott.ssa Ferrazin ha infine concluso la sua relazione con la rassicurazione che, sebbene non ci siano ancora informazioni in merito alla emanazione del Decreto Ministeriale di recepimento della direttiva, il contenuto della direttiva è, comunque, già applicato. Ha poi preso la parola la dott.ssa Carmela Santuccio (AIFA), che nella sua relazione ha evidenziato come le principali aree interessate dalle modifiche della legislazione siano quelle attinenti a ruoli e responsabilità, monitoraggio delle segnalazioni, PSUR, RMP, studi post autorizzazione e rinnovi. E' stato evidenziato che il titolare AIC deve effettuare verifiche regolari del proprio sistema di farmacovigilanza e, basandosi sulle deviazioni riscontrate, deve elaborare ed implementare un appropriato piano d’azione correttivo. Inoltre ha ribadito che l’obbligo di mantenere un fascicolo di riferimento del sistema di farmacovigilanza, con la precisa indicazione su dove viene custodito, si applica a tutti i medicinali, anche a quelli la cui AIC è stata ottenuta o richiesta prima dell'entrata in vigore della nuova normativa a decorrere dalla data di rinnovo dell'AIC o dal 2/21 luglio 2015. Per quanto attiene alle segnalazioni ne è stato illustrato il flusso a regime, è stato richiamato il documento EMA “Reporting requirements of Individual Case Safety Reports (ICSRs) applicable to marketing authorisation holders during the interim arrangements EMA/321386/2012 (Revision 4) 05 December 2012” e rimarcato il fatto che sono previste la registrazione e il follow-up, da parte del titolare AIC, di tutti i sospetti effetti collaterali negativi nell’Unione Europea oppure nei paesi terzi che gli vengono comunicati, sia spontaneamente dai pazienti o dai professionisti del settore sanitario, sia nel contesto di studi dopo l’autorizzazione, e la trasmissione elettronica ad EV (inclusi follow-up) di tutte le segnalazioni gravi e non gravi. La dott.ssa Santuccio ha sin(Continua a pagina 3) Anno VII numero 37 Pagina 3 (Continua da pagina 2) Il dott. Antonio Baldassarre, (FV Amgen) ha focalizzato la sua relazione sugli studi clinici interventistici, su quelli osservazionali, sull'uso compassionevole e sui PASS, ricordando la normativa di riferimento. Nel corso della relazione sono stati riassunti gli obblighi dei promotori delle sperimentazioni cliniche interventistiche e delle organizzazioni a contratto da questi delegate per quanto attiene alle modalità di trasmissione di SUSAR/DSUR. Analogamente sono stati sintetizzati i diversi obblighi di segnalazione per le reazioni avverse e gli eventi avversi connessi agli studi prospettici e agli studi retrospettivi, e lo stesso è avvenuto per l'uso compassionevole e per i PASS. tetizzato il flusso delle segnalazioni per le aziende nel periodo di transizione (le ADR gravi nazionali vanno al Responsabile di FV, le ADR gravi UE ed extra UE vanno in EV, le ADR non gravi nazionali vanno raccolte e gestite nello PSUR scomparsa del monitoraggio intensivo per effetto della nuova legislazione, nessun cambiamento per quanto attiene ai casi nazionali della letteratura). Ampio spazio e utili chiarimenti sono stati dedicati ai numerosi cambiamenti relativi agli PSUR, al sistema di gestione del rischio ed al programma RMP. La dott.ssa Janne Malene Kampmann (QPPV Lundbeck) ha presentato l'esempio di come un'azienda abbia predisposto un complesso progetto per pianificare ed implementare le attività necessarie al fine di adeguarsi ai cambiamenti imposti dalla nuova legislazione. Nell'ambito della relazione sono stati illustrati in dettaglio il Pharmacovigilance System Master File (PSMF), il suo formato e contenuto, gli allegati, il suo aggiornamento ed il sistema di archiviazione; in proposito è stata richiamata l'attenzione dei presenti sul fatto che il PSMF deve essere sempre ed immediatamente disponibile per le ispezioni e su quanto previsto per il periodo di transizione. Analogamente è stato presentato in dettaglio quanto previsto per lo PSUR e per la trasmissione degli ICSR. L'avv. Michela Boero nella sua presentazione relativa al cambiamento delle responsabilità ha avvisato che la maggiore specificazione dei ruoli e dei compiti non significa automaticamente una più netta distribuzione delle responsabilità in quanto le regole operazionali delle nostre Corti sono sempre tali da indurre a sommare – piuttosto che a scindere le responsabilità dei soggetti che ruotano intorno al diritto alla salute del cittadino. L'avvocato ha rimarcato che la modifica legislativa nella definizione di reazione avversa amplia in modo marcato i profili di responsabilità di alcuni degli attori che agiscono nell’ambio della farmacovigilanza. In particolare, in base alla precedente normativa si poteva asserire la non co-responsabilità del titolare dell’AIC, nei confronti del paziente, per danni derivanti da reazioni avverse da farmaco rivelatosi insicuro a seguito della sua somministrazione fuori indicazione, ma non ancora giudicabile come tale alla luce delle conoscenze scientifiche possedute in precedenza. Oggi invece, alla luce dell’obbligo, per tutti gli attori, di notificare qualsiasi reazione avversa (segnalazione di reazione avversa intesa in modo indipendente dal tipo di uso del medicinale), vi sarà una chiara implicazione di responsabilità del titolare dell’AIC, anche nel caso di utilizzo off label del farmaco, poiché lo stesso titolare sarà considerato corresponsabile, senza possibilità di invocare alcuna causa di esonero, del danno subito successivamente da un altro paziente in circostanze analoghe. Di particolare interesse le considerazioni della legale circa il fatto che non si deve leggere ed interpretare la normativa sulla farmacovigilanza come se fosse un corpo di norme a se stante, in quanto essa è inserita in un contesto normativo più ampio da cui non si può assolutamente prescindere se non si vogliono trascurare aspetti “pericolosi”, in ordine ai profili di responsabilità. Walter Bianchi Anno VII numero 37 Pagina 4 NOVITA’ IN FARMACOVIGILANZA Parte seconda Dopo l’intervallo di pranzo, consumato nel cortile dell’auditorio al tiepido sole della prima giornata di primavera, la sessione pomeridiana è ripresa puntualmente nel rispetto del programma, che prevedeva molti relatori. La prima relazione è stata svolta in maniera congiunta dalla drssa Laura Sottosanti (AIFA) con il dr Ugo Moretti (SIF), ed aveva come argomento la “signal detection”. I relatori ci hanno ricordato che per segnale si intende ogni “information that arises from one or multiple sources (including observations and experiments), which suggests a new potentially causal association, or a new aspect of a known association, between an intervention and an event or set of related events, either adverse or beneficial, that is judged to be of sufficient likelihood to justify verificatory action (CIOMS VIII Working Group, 2010)”. I segnali possono avere molte origini, dagli studi clinici agli studi osservazionali, da segnalazioni spontanee ad un sistema di sorveglianza attiva, e persino dai sistemi di “social network”. I relatori hanno ribadito l’importanza di approfondire ogni segnale, e di valutare con attenzione le condizioni di disproporzionalità (frequenza maggiore di quanto atteso): in tutte queste condizioni risulta fondamentale un corretto approccio statistico, in modo da dare la giusta rilevanza al segnale osservato. E’ poi intervenuto il dr Nunzio Guido Mangano (AIFA) il quale ha ricordato che l’ufficio ispezioni farmacovigilanza di AIFA è stato costituito nell’aprile 2010, con due principali obiettivi: valutare la conformità delle aziende farmaceutiche con la normativa italiana e la legislazione comunitaria in materia di monitoraggio della sicurezza dei medicinali somministrati ai pazienti e condurre ispezioni su studi clinici PASS (Post Authorization Safety Studies). Egli ha anche ricordato che l’ufficio è ora affidato alla dr.ssa Angela Del Vecchio, da poco nominata direttore ispezioni GCP e FV. Il programma dei lavori è continuato con il tema dei PASS e PAES, affidato alla elaborazione di quattro relatori. Ha iniziato Gianfranco De Carli (SIAR) ricordando che l’evoluzione del sistema di farmacovigilanza è passato nel corso degli ultimi tre decenni dalla semplice valutazione dei casi singoli, alla messa a punto di un piano di minimizzazione del rischio fino all’attuale visione di un vero programma di gestione del rischio, per tutto il ciclo di vita di un farmaco. Affrontando poi il tema del significato regolatorio dei PAES, ha ribadito che: • non sono modificate le regole di base per ottenere l’approvazione regolatoria • non possono essere causa di modifiche dei requisiti per l’approvazione • possono essere vincolo per ottenere la MA • fanno parte del contesto per rafforzare la farmacovigilanza (rapporto beneficio/ rischio) • avranno significato regolatorio se i dati non confermeranno in toto o in parte il beneficio. In particolare, ha ribadito che gli studi PAES possono essere richiesti al momento dell’AIC, quando si evidenzino alcuni aspetti dell’efficacia del nuovo farmaco che possono essere ben definiti solo dopo la commercializzazione del nuovo farmaco, oppure dopo l’AIC, quando le conoscenze sulla malattia oppure un aggiornamento della metodologia di studio indichino che le precedenti valutazioni di efficacia possano essere mutate in maniera significativa. Ha poi preso la parola il prof Fabrizio De Ponti (SIF) che ha approfondito il tema dei PASS, la cui nuova definizione è la seguente “Any study relating to an authorised medicinal product conducted with the aim of identifying, characterising or quantifying a safety hazard, confirming the safety profile of the medicinal product, or of measuring the effectiveness of risk management measures”. Da ricordare che la precedente definizione era “ A pharmacoepidemiological study or a clinical trial carried out within the terms of the marketing authorizations conducted with the aim of identifying or quantifying a safety hazard relating to an authorized medicinal product.” A dimostrazione dell’importanza dei PASS, ha portato molti esempi, che depongono per la necessità di attivare questi studi ogni qual volta ci sia il sospetto di una di disproporzione del segnale. Sempre sul (Continua a pagina 5) Anno VII numero 37 (Continua da pagina 4) tema degli studi PASS ha poi preso la parola Andrea Lanza (SSFA) che ha ricordato che questi studi hanno le seguenti caratteristiche: • possono essere sia studi interventistici che non-interventistici; • sono iniziati, condotti o finanziati da un titolare di AIC volontariamente oppure imposti dall’autorità competente; • non devono promuovere l’uso di un farmaco. Analizzando poi le responsabilità legate a questi studi, ha ricordato che EMA • svolge una funzione di segretariato scientifico; • supporta il PRAC rapporteur e fornisce una sintesi del protocollo e del report finale dello studio; • informa il MAH delle decisioni del PRAC riguardo alla valutazione di protocollo, emendamenti e report finale; • è responsabile della pubblicazione sul portale web europeo dei protocolli e degli abstract dei PASS. Invece le responsabilità dell’ azienda sono le seguenti: • presenta un progetto di protocollo al PRAC o alla NCA; • assicura che lo studio non sia un Clinical Trial (in questo caso si applica la direttiva 2001/20/CE); • lo studio può iniziare solo dopo autorizzazione scritta da parte del PRAC o Autorità Competente; • ogni emendamento sostanziale deve essere sottomesso al PRAC o all’Autorità Competente; • la relazione di fine studio e il riassunto pubblico devono essere presentati al PRAC o all’Autorità Competente entro 12 mesi dal termine dello studio; • valuta se i risultati dello studio abbiano un impatto sulle condizioni dell’AIC e, se necessario, presenta una richiesta di variazione. Infine, sempre sul tema degli studi PASS, ha preso la parola la dr.ssa Carmela Macchiarulo (AIFA) ricordando che, in base al regolamento 1235/2010 “La Commissione dovrebbe avere pertanto il diritto di imporre al titolare di un’autorizzazione all’immissione in commercio l’obbligo di effettuare studi sulla sicurezza e sull’efficacia dopo l’autorizzazione. Dovrebbe essere possibile imporre tale obbligo al momento del Pagina 5 rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio o successivamente e questa dovrebbe essere una condizione dell’autorizzazione all’immissione in commercio.Tali studi possono avere lo scopo di raccogliere dati atti a consentire la valutazione della sicurezza o dell’efficacia dei medicinali per uso umano nella pratica medica quotidiana.” La sessione pomeridiana si è conclusa con due presentazioni sul tema del “Risk Management Plan (RMP)”. Ha iniziato Giacomo Pirisino (SSFA) sviluppando il tema del RMP visto da una filiale Italiana di una multinazionale estera: ha ribadito quanto sia importante coltivare la cultura dell’attenzione ai più piccoli segnali. Ed a questo proposito ha ricordato che il training sulla Farmacovigilanza va esteso a molte funzioni aziendali, quali: - Ufficio Affari Regolatori; - Medical Affairs; - Medical Information; - Ricerca Clinica / CRO esterne; - Direzione Marketing; - Colleghi sul territorio (forze Operative esterne, KAM, Medical Liason) …e che non vanno dimenticate anche le seguenti funzioni: - CRO che lavorano per la Farmacovigilanza; - Receptionist nonché eventuali società che operano come centralino remoto; - Segreteria Direzione Medica; ed infine bisogna - Ricordarlo nelle riunioni annuali alle forze esterne - Ricordarlo al management nella sessione di training annuale sulla Farmacovigilanza. Ha concluso il prof Achille Caputi (SIF) che a mio parere è stato veramente esemplare. Partendo dalla storia della talidomide e del suo recente derivato lenalidomide, farmaco molto importante e con AIC per i pazienti con mieloma multiplo, il prof Caputi ci ha fatto toccare con mano quanto un esperto di FV debba essere attento osservatore e con uno sguardo aperto a 360 gradi. Ebbene, cosa è successo alla lenalidomide? Essendo un derivato della ben nota talidomide, tutto il programma di RMP si è concentrato sul rischio di esposizione fetale, sugli effetti negativi sulla crasi ematica, e sugli episodi di tromboembolismo. In realtà, erano tutti eventi ben noti sia dalla lontana storia della talidomide, e poi anche dall’esperienza clinica con la stessa lenalidomide. Ma poi, cosa è veramente successo? Per prima cosa, si è registrato un aumento di seconde neoplasie, che ha imposto una importante avvertenza nel SPC. Successivamente sono stati messi in evidenza diversi casi di insufficienza epatica anche fatale, che in precedenza non erano stati evidenziati. A conclusione di una brillante esposizione, il prof Caputi ha ribadito che non si può prevedere tutto, e che quindi spetta al medico della farmacovigilanza sorvegliare con grande attenzione, ed anche con grande capacità di approfondimento. Nel concludere le relazioni del pomeriggio, ho avuto il piacere di sottolineare come la maggior parte dei partecipanti fosse ancora in aula fino alle 18: segno non solo di rispetto verso i relatori, ma anche di grande interesse per i temi svolti. Personalmente da anni consiglio agli studenti dei diversi master dove svolgo lezioni di guardare con attenzione alla farmacovigilanza, perché è un settore in grande sviluppo, che offre ed offrirà ancora molte opportunità di lavoro. Ed infine, mi sono impegnato a nome di SIF, SIAR e SSFA nel dare appuntamento a tutti per un secondo corso che si svolgerà il 21 marzo 2014. Domenico Criscuolo Anno VII numero 37 Pagina 6 Il Decreto Balduzzi: come auspichiamo la distribuzione dei nuovi Comitati Etici Il Decreto Balduzzi, al quale rimandiamo per attenta lettura dell’articolo 12 comma 10, punti a) b) c) e d), prevede che, entro il 30 giugno 2013, il numero di Comitati Etici (CE) operanti in Italia debba significativamente essere rivisto (e ridotto), lasciando tale compito a ciascuna delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano che provvederanno a riorganizzare i comitati etici istituiti nel proprio territorio, attenendosi ai seguenti criteri: a) a ciascun CE è attribuita una competenza territoriale di una o più province, in modo che sia rispettato il parametro di un comitato per ogni milione di abitanti, fatta salva la possibilità di prevedere un ulteriore CE, con competenza estesa a uno o più istituti di ricovero e cura a carattere scientifico; b) la scelta dei CE da confermare tiene conto del numero dei pareri unici per sperimentazione clinica di medicinali emessi nel corso dell'ultimo triennio; c) la competenza di ciascun CE può riguardare, oltre alle sperimentazioni cliniche dei medicinali, ogni altra questione sull'uso dei medicinali e dei dispositivi medici, sull'impiego di procedure chirurgiche e cliniche o relativa allo studio di prodotti alimentari sull'uomo generalmente rimessa, per prassi internazionale, alle valutazioni dei CE; d) sono assicurate l'indipendenza di ciascun CE e l'assenza di rapporti gerarchici tra diversi comitati. In attesa di conoscere quali saranno numero e dislocazione geografica dei CE che opereranno in Italia da quella data ormai prossima, abbiamo immaginato come, partendo dalla nostra pluriennale esperienza di addetti ai lavori nell’ambito delle sperimentazioni cliniche in Italia, auspicheremmo l’attuazione del Decreto Balduzzi per i punti sopra citati. Oggi la situazione è alquanto complessa: dall’11° Rapporto Nazionale (2012) Tabella 1 – Distribuzione dei CE per Regione ed attività di rilascio del PU Regione Lombardia Lazio Sicilia Campania Puglia Toscana Sardegna Veneto Calabria Emilia-Romagna Liguria Friuli- Venezia Giulia Piemonte Abruzzo Marche Basilicata Trentino-Alto Adige Molise Umbria Valle d'Aosta CE (n) 60 36 23 20 13 13 11 11 10 9 PU (n) 1.215 538 95 139 60 472 37 169 10 469 Media PU/CE 20,3 14,9 4,1 7,0 4,6 36,3 3,4 15,4 1,0 52,1 SC (n) 5.793 3.215 1.457 1.580 1.227 2.212 537 1.557 418 2.912 Media SC/CE 97 89 63 79 94 170 49 142 42 324 CE con PU 32 18 11 8 6 13 5 7 3 6 9 190 21,1 1.098 122 5 8 7 4 4 3 3 2 1 1 248 69 221 70 59 10 7 13 64 3.907 8,6 31,6 17,5 14,8 3,3 2,3 6,5 64,0 0,0 747 1.761 535 645 200 146 111 522 26 22.797 93 252 134 161 67 49 56 522 26 4 7 4 3 1 2 1 1 0 137 pubblicato da AIFA in merito a “La sperimentazione clinica dei medicinali in Italia” emerge che al 31/12/2011 sono attivi in Italia ben 248 CE che nel periodo 2007-2011 hanno emesso 3.907 Pareri Unici (PU) e ben 22.797 pareri di accettazione/rifiuto del Parere Unico ( Tabella 1). La media è di circa 15 PU emessi e di 115 accettazioni/rifiuti del PU per ciascun CE. Dei 170 CE che hanno emesso almeno un PU, 137 appartengono ad Istituzioni pubbliche (Aziende Ospedaliere, ASL, Università: per semplicità li identificheremo come “CE pubblici”), per un totale di 2.743 PU, mentre 33 appartengono ad IRCCS (li identificheremo come “CE IRCCS”), per un totale di 1.164 PU. Il primo dato emergente è che il 29,8% dei PU (1164 su 3907) sono stati emessi da CE IRCCS: questa realtà dovrà essere tenuta in grande considerazione nella nuova distribuzione dei CE. Nella Tabella 2 vengono riportati i 46 IRCCS presenti in Italia, riconosciuti dal Ministero della Salute (MS), e la loro preminente area di ricerca, con indicazione dei PU emessi nel periodo IRCCS in considerazione. La loro con PU distribuzione è ubiquitaria sul 13 territorio nazionale, ma Lom6 bardia (18 IRCCS) e Lazio (7 IRCCS) sono le regioni in cui sono maggiormente presenti. 1 Considerando le loro premi2 nenti aree di ricerca, possiamo identificare essenzialmente 5 settori: oncologia (12), 2 neuroscienze ed affini (11), ortopedia-traumatologia2 riabilitazione (6), cardiovasco2 lare (3) e pediatria (3). Il confronto con gli altri Paesi 2 Europei (Tabella 3) evidenzia come il Decreto Balduzzi sia effettivamente di urgente ap1 plicazione: l’auspicata diminu1 zione del numero dei CE, sebbene non ci porti nelle 1 prime posizioni della tabella, dovrebbe sicuramente miglio(Continua a pagina 8) 33 Anno VII numero 37 Pagina 7 Tabella 2 – Lista degli IRRCS accreditati in Italia e numero di PU emessi per ciascun CE di riferimento Regione Basilicata Città Rionero in Vulture Campania Napoli Campania Napoli Emilia RoBologna magna Emilia RoBologna magna Emilia RoMeldola magna Emilia RoReggio Emilia magna Friuli Venezia GiuTrieste lia Friuli Venezia GiuAviano lia Lazio Roma IRCCS Centro di riferimento oncologico della Basilicata Fondazione SDN per ricerca e formazione in diagnostica nuclear Istituto Nazionale Tumori Fondazione G. Pascale Area di ricerca PU oncologia 2 oncologia 0 oncologia 30 Ortopedia e traumatologia 18 Neurologia 0 Oncologia 46 Oncologia 0 Ospedale Infantile Burlo Garofalo Materno-infantile 14 Centro di Riferimento Oncologico Oncologia 19 Riabilitazione motoria e sensoriale 20 Oftalmologia 0 Riabilitazione neuro-motoria e neuroscienze Dermatologia AIDS, malattie infettive, immunocompromissione 7 13 Oncologia – dermatologia 27 Pediatria 18 Oncologia 28 Materno-infantile Medicina della riabilitazione Psichiatria Cardiovascolare Cardiovascolare Medicina molecolare Medicina della riabilitazione 44 0 0 1 7 245 2 Oncologia 129 Istituto Ortopedico Rizzoli Istituto di Scienza Neurologiche Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori Istituto in tecnologie avanzate e modelli assistenziali in oncologia Lazio Roma Lazio Lazio Roma Roma Casa di Cura San Raffaele Pisana Fondazione G.B. Bietti per lo studio e la ricerca in oftalmologia Fondazione Santa Lucia Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI) Lazio Roma Istituto per le Malattie Infettive L. Spallanzani Lazio Lazio Liguria Liguria Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia Lombardia Istituti Fisioterapici Ospitalieri – Istituto Regina Elena – Dermatologico S. Maria e S. Gallicano Roma Ospedale Bambino Gesù Azienda Ospedaliera Universitaria San MartiGenova no – IST Genova Istituto Giannina Gaslini Bosisio Parini Istituto Eugenio Medea Brescia Centro S. Giovanni di Dio Fatebenefratelli Milano Casa di Cura Multimedica Milano Centro Cardiologico - Fondazione Monzino Milano Ospedale San Raffaele Milano Fondazione Don C. Gnocchi Fondazione Istituto Nazionale per lo studio e Milano la cura dei tumori Milano Fondazione Istituto Neurologico C. Besta Roma Lombardia Milano Lombardia Lombardia Lombardia Milano Milano Milano Lombardia Milano 15 Neurologia 32 Riparazione e sostituzione di cellule, organi e tessuti Fondazione Ca’ Granda – Ospedale Maggiore 109 Policlinico Urgenza-emergenza nell’adulto e nel bambino Istituto Auxologico Italiano Medicina della riabilitazione 8 Istituto Europeo di Oncologia Oncologia 84 Istituto Ortopedico Galeazzi Malattie apparato locomotore 0 Farmacologia e sperimentazione clinica Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri sulle malattie neurologiche, rare ed ambien- 0 tali Anno VII numero 37 Pagina 8 Regione Lombardia Lombardia Città Pavia Pavia IRCCS Fondazione S. Maugeri Fondazione Istituto Neurologico C. Mondino Lombardia Pavia Fondazione Policlinico S. Matteo Lombardia Rozzano San D. Milanese Lombardia Istituto Clinico Humanitas Policlinico San Donato Ancona Molise Puglia Sicilia Pozzilli Bari Castellana Grotte San G. Rotondo Messina Sicilia Troina Oasi di Maria Santissima Toscana San Miniato Fondazione Stella Maris Veneto Padova Istituto Oncologico Veneto Veneto Venezia Ospedale San Camillo Puglia PU 38 14 Geriatria 4 Neuroscienze Oncologia 12 10 Gastroenterologia 0 Malattie genetiche ed eredo-familiari 6 Neuroscienze Ritardo mentale ed involuzione cerebrale senile Neuropsichiatria dell’infanzia ed adolescenza Oncologia Neuro-riabilitazione motoria della comunicazione e del comportamento 0 Istituto Nazionale di Riposo e Cura per Anziani Istituto neurologico Mediterraneo Neuromed Istituto Tumori Giovanni Paolo II Ente Ospedaliero specializzato in gastroenterologia Saverio De Bellis Marche Puglia Area di ricerca Medicina del lavoro e della riabilitazione Malattie sistema nervoso Trapiantologia e malattie internistiche ad alta complessità biomedica e tecnologica Malattie immuno-degenerative Malattie del cuore e dei grandi vasi nell’adulto e nel bambino Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza Centro Neurolesi Bonino Pulejo (Continua da pagina 6) rare il rapporto numero di CE/milioni di residenti. La riorganizzazione dei CE dovrebbe di nuovo incrementare l’arrivo di risorse per la sperimentazione clinica e l’avvio di nuovi progetti in Italia, togliendoci il ruolo di “fanalino di coda” tra gli altri Paesi Europei. Dai dati riportati nel suddetto Rapporto AIFA, abbiamo cercato di elaborare una nostra ipotesi e suggerimento (identificando un “best scenario” ed un “worst scenario”) sulla base di alcune osservazioni fondamentali: x numero di PU emessi dai CE; x numero di CE appartenenti a istituzioni pubbliche o IRCCS; x numero di Province per ciascuna Regione; x numero di residenti per Regione e Provincia, onde valutare la possibilità di accorpare Province confinanti. Abbiamo analizzato lo scenario attuale per ogni singola Regione con un elevato numero di PU espressi negli ultimi 5 anni. La Regione Lombardia (12 Province, circa 10 milioni di residenti) presenta sicuramente la situazione più complessa con 1.215 PU espressi in 45 CE: il dato più rilevante è che il 70,8% dei PU (824) viene emesso da CE IRCCS (in 13 IRCCS), mentre solo 51 PU sono espressi da CE Pubblici. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 2 CE Pubblici e ben 6 CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 80 PU/anno) al quale si affiancheranno 4 CE IRCCS, aventi indirizzo di specialità (oncologica, cardiovascolare, neuro-psichiatrcoriabilitativo, e multidisciplinare); “worst scenario”: 7 CE Pubblici Provinciali con la seguente distribuzione: Mantova-Cremona-Lodi, Pavia, Varese, Como-Monza e BrianzaLecco, Bergamo-Sondrio, Brescia e Milano, ai quali si affiancheranno 4 CE IRCCS, aventi indirizzo di specialità (oncologica, cardiovascolare, neuro-psichiatricoriabilitativo, multidisciplinare). La Regione Lazio (5 Province, circa 6 milioni di residenti) ha espresso negli 96 59 0 0 0 6 1 ultimi 5 anni 538 PU ed ha 36 CE, dei quali 18 CE pubblici e 6 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 3 CE Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 100 PU/anno) al quale si affiancherà 1 CE IRCCS, avente carattere multidisciplinare; “worst scenario”: 4 CE Pubblici nella Provincia di Roma (circa 4 milioni di residenti) e 2 CE Pubblici Provinciali (Viterbo-Rieti e LatinaFrosinone), ai quali si affiancheranno 2 CE IRCCS multidisciplinari. La Regione Toscana (10 Province, circa 4 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 472 PU ed ha 13 CE: i 13 CE pubblici e nessun CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 3 CE Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 94 (Continua a pagina 9) Anno VII numero 37 (Continua da pagina 8) PU/anno); in Regione ha sede un solo IRCCS che non ha espresso alcun PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo auspicabile che, in caso di necessità, il PU possa essere demandato ad altro IRCCS avente identica area di ricerca; “worst scenario”: 4 CE Pubblici Provinciali (Firenze, Livorno-Pisa, Massa Carrara-Lucca-Pistoia-Prato, Arezzo-Siena-Grosseto), ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Emilia Romagna (9 Province, circa 4,5 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 469 PU ed ha 9 CE, dei quali 6 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 3 CE Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 94 PU/anno); in Regione hanno sede 4 IRCCS i cui CE hanno emesso 64 PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare; “worst scenario”: 5 CE Pubblici Provinciali (Piacenza-Parma, Reggio Emilia-Modena, Bologna, FerraraRavenna, Forlì-Rimini), ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Veneto (7 Province, circa 5 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 169 PU ed ha 11 CE, dei quali 7 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 2 CE Pubblici e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 35 PU/anno); in Regione hanno sede 2 IRCCS i cui CE hanno emesso 7 PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare; “worst scenario”: 5 CE Pubblici Provin- Pagina 9 Tabella 3 – Numero di CE presenti in alcuni Stati Europei e proporzione con il numero di Residenti Nazione Residenti (milioni) Numero di CE CE/milioni residenti Cipro Grecia Ungheria Lussemburgo Malta Portogallo 801 11,262 10,029 491 412 10,631 1 1 1 1 1 1 1.25 0.09 0.10 2.03 2.42 0.09 Romania 21,496 1 0.05 Slovenia Estonia Lituania Lettonia Danimarca Svezia Repubblica Ceca Slovacchia Irlanda Finlandia Austria Olanda Belgio Francia Germania Polonia Bulgaria Gran Bretagna Spagna Italia 2,053 1,340 3,350 2,261 5,519 9,259 10,474 5,411 4,517 5,325 8,356 16,481 10,741 64,105 82,062 38,130 7,602 61,612 45,853 60,600 1 2 2 5 8 8 9 9 13 25 27 31 35 40 53 55 103 126 136 264 0.49 1.49 0.60 2.21 1.45 0.86 0.86 1.66 2.88 4.69 3.23 1.88 3.26 0.62 0.65 1.44 13.55 2.05 2.97 4.39 ciali (Padova-Venezia-Rovigo, Treviso-Belluno, Vicenza, Verona) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Campania (5 Province, circa 6 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 139 PU ed ha 20 CE, dei quali 8 CE Pubblici e 1 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 1 CE Pubblico e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 28 PU/anno); in Regione hanno sede 2 IRCCS i cui CE hanno emesso 30 PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo che possa essere identificato un solo CE IRCCS multidisciplinare; “worst scenario”: 3 CE Pubblici nella Provincia di Napoli (circa 3 milioni di residenti) e 2 CE Pubblici Provinciali (Caserta-Benevento, AvellinoSalerno) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Piemonte (8 Province, circa 4,5 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 221 PU ed ha 7 CE Pubblici, che hanno tutti espresso almeno un PU, mentre non esistono CE IRCCS. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 2 CE Pubblici. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: (Continua a pagina 10) Anno VII numero 37 Pagina 10 Tabella 4 – “Worst” e “Best” Scenario della distribuzione dei CE per Regione Regione Residenti WORST SCENARIO BEST SCENARIO Province CE PU CE IRCCS CE PU CE IRCCS Lombardia 9.917.714 12 7 4 1 4 Lazio 5.728.688 5 6 2 1 1 Sicilia 5.051.075 9 5 1 1 1 Campania 5.834.056 5 5 1 1 1 Puglia 4.091.259 6 4 1 1 1 Toscana 3.749.813 10 4 1 1 0 1.675.411 8 1 0 1 0 4.937.854 7 5 1 1 1 2.011.395 5 1 0 1 0 4.432.418 9 5 1 1 1 1.616.788 4 2 1 1 1 1.235.808 4 1 0 1 0 4.457.335 8 4 0 1 0 1.342.366 4 1 0 1 0 1.565.335 5 1 0 1 0 587.517 2 1 0 1 0 1.037.114 2 1 0 1 0 319.780 2 1 0 1 0 906.486 2 1 0 1 0 1 110 1 57 0 13 1 20 0 11 Sardegna Veneto Calabria Emilia-Romagna Liguria Friuli- Venezia Giulia Piemonte Abruzzo Marche Basilicata Trentino-Alto Adige Molise Umbria Valle d'Aosta Totale Totale 128.230 60.626.442 (Continua da pagina 9) “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 44 PU/anno); in Regione non ha sede alcun IRCCS; “worst scenario”: 2 CE Pubblici nella Provincia di Torino (poco più di 2 milioni di residenti) e 2 CE Pubblici Provinciali (Cuneo-Asti-Alessandria, “best scenario”: 1 CE Pubblico RegionaVercelli-Biella-Novara-Verbania). le (dovrebbe analizzare circa 38 La Regione Liguria (4 Province, circa PU/anno); in Regione hanno sede 2 1,5 milione di residenti) ha espresso neIRCCS i cui CE hanno emesso 72 gli ultimi 5 anni 190 PU ed ha 9 CE, dei PU negli ultimi 5 anni, per cui ritequali 5 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno niamo che possa essere identificato espresso almeno un PU. Nelle prime 25 un solo CE IRCCS multidisciplinare; posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU troviamo 1 CE “worst scenario”: 2 CE Pubblici Provinciali (Genova-La Spezia, ImperiaPubblico e nessun CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: (Continua a pagina 11) Anno VII numero 37 (Continua da pagina 10) Savona) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Sicilia (9 Province, circa 5 milioni di residenti) ha espresso negli ultimi 5 anni 95 PU ed ha 23 CE, dei quali11 CE Pubblici e nessun CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU non troviamo alcun CE Pubblico o CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 20 PU/anno); in Regione hanno sede 2 IRCCS i cui CE non hanno emesso PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo auspicabile che possa essere identificato un CE IRCCS multidisciplinare; “worst scenario”: 5 CE Pubblici Provinciali (Palermo, Trapani-AgrigentoCaltanissetta, Catania, Messina, Siracusa-Ragusa) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. La Regione Puglia (6 Province, circa 4 milioni di residenti) ha espresso negli Pagina 11 ultimi 5 anni 60 PU ed ha13 CE, dei quali 6 CE Pubblici e 2 CE IRCCS hanno espresso almeno un PU. Nelle prime 25 posizioni dei CE che hanno espresso il maggior numero di PU non troviamo alcun CE Pubblico o CE IRCCS. Abbiamo ipotizzato i seguenti due scenari: “best scenario”: 1 CE Pubblico Regionale (dovrebbe analizzare circa 15 PU/anno); in Regione hanno sede 3 IRCCS i cui CE hanno emesso 16 PU negli ultimi 5 anni, per cui riteniamo auspicabile che possa essere identificato 1 CE IRCCS multidisciplinare; “worst scenario”: 4 CE Pubblici Provinciali (Bari, Foggia-Barletta-AndriaTrani, Taranto-Brindisi, Lecce) ai quali si affiancherà 1 CE IRCCS multidisciplinare. In tutte le altre 10 Regioni (Sardegna, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Marche, Basilicata, Trentino-Alto Adige, Molise, Umbria, Valle d’Aosta) riteniamo che, sia per numero di PU emessi nell’ultimo quinquennio che per numero di residenti, un solo CE Regionale possa soddisfare le esigenze. La Tabella 4 riassume le indicazioni ERRATA CORRIGE Nel numero di Aprile 2013, l’indirizzo email di Daniele Colombo conteneva un errore. L'indirizzo corretto è [email protected] proposte nei due scenari: il “worst scenario” prevede la presenza di 70 Comitati Etici, di cui 57 dislocati presso le Istituzioni Pubbliche e 13 dislocati presso gli IRCCS; il “best scenario” prevede la presenza di 31 Comitati Etici, di cui 20 dislocati presso le Istituzioni Pubbliche e 11 dislocati presso gli IRCCS. Auspichiamo che con l’applicazione del Decreto Balduzzi i tempi autorizzativi delle sperimentazioni cliniche possano rientrare nei limiti previsti dai decreti precedenti in materia ed in linea con quanto succede negli altri Paesi Europei; ciò permetterà a tutti gli addetti ai lavori di mantenere la competitività negli studi multicentrici internazionali, di aumentare le risorse investite nelle sperimentazioni cliniche in Italia, a grande vantaggio dell’occupazione professionale. Luigi Godi Anno VII numero 37 I Pagina 12 FARMACI A BREVETTO SCADUTO: PROBLEMI IRRISOLTI E LE SOLUZIONI PROPOSTE Nella bella cornice dell’aula Levi del Centro Universitario di Milano Lambrate, il prof Francesco Scaglione ha organizzato la terza conferenza sui farmaci a brevetto scaduto, svolta il 5 aprile scorso, sotto l’egida di SIF e con il patrocinio di SIFO ed AIOM. Erano presenti oltre duecento partecipanti, sia dell’industria che dell’accademia: inoltre ho notato molti studenti, segno che il tema suscita interesse anche fra chi sta svolgendo un percorso di studio nel mondo del farmaco. Il prof Piero Canonico, presidente SIF, nell’aprire il convegno ha ringraziato il prof Scaglione per la perseveranza nell’organizzare questi eventi, che suscitano un crescente interesse. La prima relazione è stata svolta dalla dr.ssa Lucia Aleotti (Farmindustria), la quale ha ricordato che l’industria farmaceutica è un’ importante realtà industriale italiana, che investe 1,6 miliardi di euro in ricerca, con circa 600 addetti sui 61.000. In Italia fin dal 2001 (legge 405) il SSN rimborsa il farmaco a prezzo più basso, quindi l’apertura ai generici è avvenuta oltre dieci anni fa. Nel nostro Paese la spesa farmaceutica pro capite è fra le più basse: fatto 100 il valore medio Europeo, l’Italia spende 74, il Regno Unito 76, la Spagna 96, la Francia 115, e la Germania 127. Infine ha ricordato che il mercato farmaceutico attuale è per il 90% costituito da farmaci a brevetto scaduto: tuttavia le recenti disposizioni di legge hanno determinato un artefatto, che ha comportato i seguenti risultati nell’anno 2012: il mercato si è contratto del 5,7%, i farmaci di marca hanno avuto vendite ridotte del 7,0% mentre i generici sono cresciuti del 14,5%. Il secondo relatore, il dr Roberto Stella, ha portato la sua esperienza di medico di base di Varese: ebbene, la sua prima affermazione è stata che i vantaggi del cambiare la prescrizione da un farmaco di marca ad un generico, in pazienti con patologie croniche, non sono dimostrati. Al contrario, la sua esperienza porta a sottolineare la confusione cui vanno incontro i pazienti anziani, di fronte a capsule o compresse che cambiano forma e colore. Spesso la reazione del paziente è un senso di confusione, cui fa seguito l’interruzione della terapia. Nell’esaminare particolari situazioni emerse con l’uso di biosimilari, il prof Francesco Locatelli (Lecco) ha fatto la storia dell’aplasia eitrocitaria conseguente all’uso di epoietina biosimilare. Dopo l’utilizzo in milioni di pazienti, si pensava che l’epoietina non potesse dare sorprese: ed invece, l’arrivo dei biosimilari con caratteristiche diverse dei prodotti originali, ha prodotto questa grave reazione avversa, le cui cause sono molteplici (dai diversi eccipienti alla diversa sequenza degli aminoacidi, da possibili contaminanti contenuti nella siringa alla qualità del tappo del flaconcino). Ha quindi concluso che estrema attenzione deve essere dedicata al controllo di tutte le fasi della produzione di un biosimilare. A conclusione, il prof Armando Genazzani (Università Novara) ha ribadito che nei farmaci biologici “il processo è il prodotto”: quindi estrema attenzione deve essere rivolta ad ogni cambiamento nelle diverse fasi del processo di produzione, che può essere introdotto sia nella messa a punto di un biosimilare, sia per un aggiornamento produttivo da parte dello stesso produttore del farmaco originale. Infine ha ricordato che oggi i biosimilari sono relativamente semplici (filgrastim, epoietina, interferone): ma nel prossimo futuro scadrà il brevetto di farmaci biologici molto più complessi, come gli anticorpi monoclonali. Quindi le autorità ed i produttori stessi dovranno esercitare un controllo sempre più incisivo, per la salvaguardia della qualità dei prodotti con AIC, e per il rispetto dei pazienti cui saranno somministrati. Domenico Criscuolo Attività svolte e prospettive per il 2013 del GdL “ Affari Istituzionali” Il GdL “ Affari Istituzionali”, composto da Giuseppe Assogna, Gianni De Crescenzo e Francesco De Tomasi, riporta, per i lettori di SSFA oggi, una sintesi delle proprie attività così come rappresentate nel corso dell’Assemblea Annuale. E’ stato realizzato l’incontro con AIFA per presentare la nostra Società al Direttore Luca Pani, per i dettagli si rimanda a quanto pubblicato sul numero 32 di SSFA oggi. Vi è stata la partecipazione all’Assemblea pubblica di Farmindustria ed all’Assemblea di Assobiotec, a conferma delle strette relazioni di collaborazione con queste due organizzazioni. Le relazioni con dirigenti dell’ISS e del Ministero della Salute hanno consentito la partecipazione di questi due Enti a diverse manifestazioni SSFA. Per le attività dell’anno in corso si conferma il contributo del GdL con la finalità di consolidare le relazioni e le collaborazioni con AIFA e con Farmindustria, oltre che con settori emergenti quali me- dicina nutrizionale, malattie rare, terapie cellulari, farmaci biosimilari. Si offrirà un ampio supporto al lavoro di preparazione del Congresso SSFA del 2014. Per le tematiche di farmacoeconomia si prospetta una collaborazione con SIFEIT. Infine attenzione verrà rivolta ad ogni nuova iniziativa nella quale si possa intravedere una necessaria partecipazione di SSFA e ad ogni utile indicazione dei Soci. Francesco De Tomasi Anno VII numero 37 Pagina 13 INAUGURAZIONE DELLA 5a EDIZIONE DEL MASTER DELL’UNIVERSITA’ DI MILANO BICOCCA Il giorno 18 aprile si è svolta la Giornata Introduttiva della 5a edizione del Master in Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci organizzato dall’Università di Milano Bicocca in collaborazione con SSFA. Anche quest’anno il numero delle domande di partecipazione è stato elevato: ben 125! Sono stati 92 i candidati che hanno affrontato l’esame di lingua inglese e 35 sono stati ammessi al Master in base alle caratteristiche del curriculum. Evidentemente fama volat e la voce che il conseguimento del Master è una ottima credenziale per trovare un posto di lavoro si è diffusa e spinge molti giovani a scegliere questa strada. Il prof. Vittorio Locatelli e la dr.ssa Elena Bresciani hanno illustrato organizzazione e svolgimento del corso e, a conferma di quanto detto sopra, hanno riportato i dati relativi al conseguimento di un contratto di lavoro da parte dei diplomati delle scorse edizioni, dati che sono assai incoraggianti come mostrato in dettaglio nell’articolo della dr.ssa Bresciani in questo stesso numero di SSFAoggi. Il prof. Locatelli ha ricordato che quest’anno il Master della Bicocca si arricchisce di un ulteriore elemento valorizzante: il riconoscimento di Centre of Excellence, unico in Italia, da parte del progetto internazionale di formazione Pharma Train, della Innovative Medicine Initiative.. Ciò fornisce a chi consegue il Master un impor- tante elemento di internazionalizzazione: in qualunque paese europeo (ma anche in altri continenti) il datore di lavoro che assuma un diplomato del Master ha la garanzia che la sua preparazione corrisponde a quella di chi abbia frequentato altrove corsi universitari aventi lo stesso riconoscimento. Paolo Lucchelli ha quindi illustrato l’evoluzione della medicina e della ricerca medica a partire da Ippocrate, attraverso grandi nomi come Galeno, Harvey, Malpighi, mostrando come già secoli fa esistessero scienziati che adottavano un approccio razionale moderno alle proprie ricerche. Il sottoscritto ha mostrato come negli anni ’50-’60 del secolo scorso sia nata la Medicina Farmaceutica e si siano sviluppate associazioni nazionali di ricercatori clinici dell’industria, come SSFA, con l’ingresso del medico nell’industria farmaceutica, resosi necessario per la applicazione del metodo scientifico allo sviluppo clinico del farmaco, richiesto sia per motivi di sicurezza che per ragioni economiche. Le AASS infatti, a fronte della introduzione di farmaci sempre più costosi, cominciarono a richiedere prove sicure, scientificamente fondate della efficacia e di un favorevole rapporto benefici/rischi delle nuove molecole. Domenico Criscuolo ha quindi illustrato il Progetto europeo Pharma Train il cui obiettivo è armonizzare le iniziative formative nel settore della Medicina Farmaceutica allo scopo di garantire la preparazione e l’aggiornamento di chi si dedica allo sviluppo dei nuovi farmaci, favorendo anche la possibilità di scambi di professionisti a livello internazionale. Domenico Barone ha presentato i numerosissimi esempi di farmaci usciti dalla sperimentazione animale, la quale presenta senza dubbio problemi etici ma non può essere cancellata, come vorrebbero i c.d. animalisti, senza rischiare che in pochi anni l’umanità sia nuovamente vittima di malattie oggi adeguatamente combattute. Neanche a farlo apposta, pochi giorni dopo la seduta inaugurale alla Bicocca, ha avuto luogo l’incredibile episodio dell’assalto di animalisti all’Istituto di Farmacologia dell’Università di Milano, ulteriore dimostrazione, se ancora ve ne fosse bisogno, della vergognosa intolleranza di queste persone. Ha concluso la giornata una interessante e piacevole “esercitazione” tenuta dal Dr. Giuseppe Cristoferi, di Elan International, il quale con la collaborazione di una assistente e la partecipazione di alcuni dei presenti, ha svolto la simulazione di colloqui di selezione, fornendo importanti suggerimenti su come presentarsi e condursi in questo importante momento professionale. Luciano M. Fuccella Il Master Bicocca 2013 : qualche numero 18 Aprile 2013: è iniziata la nuova edizione del master in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci, organizzato dalla Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano Bicocca in collaborazione con la Società di Scienze Farmacologiche Applicate (SSFA). Il master è giunto alla quinta edizione e di anno in anno il numero degli aspiranti studenti è costantemente cresciuto: quest’anno, a fronte dei 30 posti disponibili, successivamente aumentati di 5 unità, sono pervenute ben 125 domande! I candidati sono stati scelti sulla base di un test di comprensione scritta della 80,0 lingua inglese e della va65,7 lutazione del curriculum 60,0 vitae e dei titoli. In seguito ad un’accurata selezione, resa c o m p l i c a t a % 40,0 dall’elevato livello di preparazione generale, sono 20,0 14,3 stati individuati 35 poten8,6 ziali studenti; tra questi 4 0,0 hanno rinunciato BT B F all’immatricolazione entro i termini previsti dal bando e ne sono stati ripescati Figura 1 : Le lauree degli studenti 8,6 CTF 2,8 M (Continua a pagina 14) Anno VII numero 37 Pagina 14 (Continua da pagina 13) altrettanti tra i primi idonei in graduatoria. La classe degli studenti è abbastanza eterogenea in termini di tipologia di laurea posseduta, sede geografica di provenienza ed età. Più del 65% degli studenti è laureato in Biotecnologie; il 14 % circa possiede la laurea in Biologia; il 17% circa è laureato in Farmacia o in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche e poco più del 2% ha la laurea in Medicina e Chirurgia (Figura 1). La maggior parte degli iscritti proviene dal Nord Italia, un terzo circa dal Sud e solo una piccola percentuale dal Centro (8,6%) (Figura 2). Riguardo all’età, più di metà classe ha un’età compresa tra 25 e 30 anni, il 34% tra 31 e 35 anni e soltan- 60,0 60,0 zione pari all’80%, un dato 80,0 molto interessan62,9 te se si conside60,0 ra che al momento della raccolta dei dati il % 40,0 28,6 corso non era ancora concluso 20,0 (Figura 4). E’ 8,6 importante rilevare che, con la 0,0 NORD CENTRO SUD fine del master, molti studenti della quarta edizione hanno ricevuto Figura 2 : Area di provenienza dalle stesse aziende in cui avevano effettuato lo stage proposte di lavoro rego- tecipanti, grazie alla preparazione acquilate da contratti a tempo determinato o sita ed all’esperienza maturata sul campo tramite lo stage, un’occupazione stabile, spesso soggetta a cambiamenti di posizione lavorativa, sempre comunque caratterizzati da una progressione di carriera. Elena Bresciani 34,3 40,0 % 20,0 5,7 0,0 <30 31-35 Figura 3 : Età degli studenti to il 5,7% supera i 35 anni (Figura 3). Come negli anni passati, il numero dei biotecnologi è preponderante ed ha mostrato nel corso del tempo un continuo trend positivo, inversamente a quanto osservato invece nella categoria dei biologi che negli anni ha evidenziato un progressivo calo di presenze. Dall’ultima indagine effettuata ad Aprile 2013 sull’occupazione degli studenti delle prime tre edizioni e di quella ancora in corso , sono emersi dati estremamente positivi: tra gli studenti della seconda edizione non risultano persone senza occupazione, ed anche tra quelli della quarta si evidenzia un tasso di occupa- >35 anche indeterminato. Tra gli ex studenti con un’occupazione, si osserva che i contratti a tempo indeterminato, in tutte le edizioni, sono quelli maggiormente diffusi, ad indicare che il master ha per0 messo 100 10 n o n solo di 80 entrare n e l 60 mondo 100 del la- % 90 voro ma 40 ha garantito 20 ai par- Figura 4 : Livello di occupazione in relazione all’edizione del master 0 I II 10 90 III 21,9 Non OCC 78,1 IV OCCUPATI Anno VII numero 37 Pagina 15 COMUNICATO STAMPA DELL’ UNIVERSITA’ MILANO BICOCCA Il Master di secondo livello in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci dell’Università di Milano-Bicocca ha ricevuto il riconoscimento Europeo di “CENTRE OF EXCELLENCE” Il Master di secondo livello in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci, giunto nell’anno accademico 2012-2013 alla quinta edizione, è organizzato dall’Università di Milano-Bicocca in collaborazione con SSFA (Società di Scienze Farmacologiche Applicate), con il patrocinio della Società Italiana di Farmacologia, della Società Italiana di Attività Regolatorie, di Farmindustria e dell’International Federation of Associations of Pharmaceutical Physicians and Pharmaceutical Medicine. Il Master in Ricerca e Sviluppo Preclinico e Clinico dei Farmaci è nato dall’esigenza di poter fornire una completa formazione interdisciplinare sugli aspetti scientifici, normativi, etici, organizzativi, promozionali della ricerca e sviluppo di un nuovo farmaco, raggruppandoli in un unico programma. Il master partecipa ad un progetto internazionale denominato IMI “PharmaTrain”, che prevede l’armonizzazione dei programmi dei corsi Europei, al fine di garantire che tutti gli specialisti Europei ricevano lo stesso livello di formazione. Nell’ambito di questa partecipazione, i 20 master Europei che aderiscono all’iniziativa sono stati oggetto di visite di “Quality Assurance” da parte di PharmaTrain. Al termine delle ispezioni, svolte da tre valutatori nel corso di circa un anno, il master di Milano-Bicocca ha ottenuto, unico in Italia, il riconoscimento europeo di Centre of Excellence. Questo riconoscimento certifica che la preparazione ricevuta dallo studente di Milano-Bicocca è del tutto analoga a quella ricevuta dagli studenti delle migliori Università Europee partecipanti, secondo i più avanzati standard didattici del settore fissati dal Progetto PharmaTrain. Gli studenti del master di Milano-Bicocca hanno quindi un vantaggio competitivo nel conseguire il diploma: la loro qualifica offre la garanzia di un elevato standard di qualità Europeo, che potrà valorizzare il loro titolo a livello nazionale, ed anche favorire un riconoscimento della loro preparazione a livello internazionale. I centri europei che hanno ottenuto il riconoscimento di eccellenza sono: • University of Basel, European Center of Pharmaceutical Medicine (ECPM) • University Claude Bernard Lyon, Eudipharm • Université Libre de Bruxelles, Pharmed • University Duisburg-Essen • Hibernia College, Dublin • King’s College London • Università degli Studi di Milano Bicocca • Semmelweis University, Budapest • Trinity College Dublin IMI (Innovative Medicines Initiative) (http://www.ecpm.ch/_downloads/IMI_ET_Cross_Project_Flyer_2012_Web.pdf) is a unique and large-scale public-private partnership between the European Commission and the European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA). PharmaTrain (Pharmaceutical Medicines Training Programme) (http://www.ecpm.ch/_downloads/ PharmaTrain_Flyer_2012_Web.pdf) is part of IMI's. research training platform and aims at fostering the overall understanding and competence for successful execution of integrated drug development and life-cycle managements of medicines through frontier training methods and programme content. SSFA (Società di Scienze Farmacologiche Applicate) (http://www.ssfa.it/) è un'associazione scientifica senza fini di lucro, costituita a Milano nel 1964. È formata da circa 850 soci, appartenenti prevalentemente all’industria farmaceutica ed a società di ricerca a contratto, attivi nell’area della ricerca e sviluppo dei farmaci e nelle discipline ad essa collegate. Si contraddistingue per la vastità d’interessi culturali, che coprono estesamente tutta l’area della farmacologia applicata, a livello preclinico e clinico. Anno VII numero 37 Pagina 16 PICCOLI MA CATTIVI “Tracce del fungo aspergillo sono state rilevate su quattro pazienti deceduti nell'area della terapia intensiva del nuovo ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo”.Questa notizia ha lasciato tutti noi molto sorpresi. Ma la ricerca di Aspergillus spp è solo una priorità delle strutture sanitarie oppure tutti, quindi anche le aziende farmaceutiche, alimentari e cosmetiche, sono attente e vigili su eventuali contaminazioni fungine? Il nome Aspergillus fu dato per la prima volta dal prete Micheli nel 1729, il quale, osservando delle particolari muffe, notò una forte somiglianza di esse con l’aspersorio dell’incenso ( chiamato proprio aspergillum in latino). Nel 1809 fu Link a dare il nome di Aspergillus glaucus ad fungo trovato in un erbario, descrivendo le prime forme sessuate sotto il nome di Eurotium herbaviorum. Per attribuire un ruolo patogeno al genere Aspergillus si dovette aspettare il 1847, quando Scuyter pubblicò i primi casi di pneumopatia umana dovuta ad un Aspergillus. Le ricerche su tale genere diventarono man mano più numerose e nel 1926 Thom e Church pubblicarono il libro “ The Aspergilli”, classificando 69 specie ed 11 gruppi. Ad oggi sono state identificate più di 185 specie, raccolte in 18 gruppi. Per l’identificazione si sfruttano caratteristiche colturali diverse: macroscopiche : morfologia e colore della colonia microscopiche: morfologia delle teste aspergillari, morfologia delle fialidi e delle vescicole, presenza o meno di metile, forma e dimensioni dei conidi. L’aspetto macroscopico delle colonie varia, per la parte superiore, dal blu, verde, grigio nero, giallo, mentre per la parte inferiore dal marrone, al rosso scuro, al violaceo, al bianco o al giallo. La sua utilizzazione industriale è legata alla fermentazione di salse a base di soia, alla produzione del sakè da alcool di riso, oltre al fatto che viene utilizzato per la sintesi di acidi organici, come l’acido citrico. Numerose specie produ- cono tossine dannose per l’uomo. Sono stimate intorno a venti specie come agenti che possono causare malattie opportuniste. Fra queste abbiamo Aspergillus fumigatus, che è la specie più comunemente isolata, seguito da Aspergillus flavuus ed Aspergillus niger. Altre specie fra cui Aspergillus clavatus, A. glaucus, A. nidulans sono state ritrovate meno comunemente come agenti patogeni opportunisti. Dal punto di vista clinico Aspergillus spp.sono ben conosciute in quanto giocano un ruolo importante in tre situazioni differenti: infezioni opportunistiche, stati allergici, tossicosi. Le malattie causate da Aspergillus sono denominate aspergillosi e tale patologia ha registrato un incremento drammatico nell’ultimo ventennio: purtroppo, nonostante tutti gli sforzi diagnostici e terapeutici, ha, molte volte, un esito fatale. L’importanza industriale è legata alla loro utilizzazione nella produzione di composti chimici ( acido citrico, acido gluconico). Alcuni Aspergilli sono spesso coinvolti nell’alterazione di prodotti alimentari ed alcune specie sono capaci di elaborare potenti micotossine dette aflatossine. Nel campo farmaceutico ed in particolare laboratoristico il genere Aspergillus, ed in particolare la specie A. brasiliensis, viene utilizzata, insieme a St. aureus, E. coli, P. aeruginosa, S. enteridis, C. albicans, per la messa a punto dei metodi di ricerca della carica microbica per i prodotti non sterili (nei quali l’inoculo deve essere dai 10 ai 100 microrganismi), nelle prove per saggiare l’efficacia dei conservanti effettuate attraverso il test di challenge (dove ogni grammo di prodotto viene messo a contatto con 106 o 105 microrganismi), nelle prove di fertilità dei semilavorati iniettabili e nelle prove di fertilità delle sterilità. Insieme a Penicillium rappresenta uno dei contaminati che è possibile ritrovare nell’aria. Per il campionamento viene utilizzato un impattatore ambientale quale è il SAS super 100, posizionato in centro stanza e ad un’altezza di 130 cm, il quale aspira e convoglia un volume d’aria su di una piastra contenente terreno nutritivo e, nel nostro caso, terreno selettivo per miceti (quale può essere il Sabouraud con cloramfenicolo). Tali piastre vengono poi incubate a 20- 22°C per tre, cinque giorni e la conta viene rapportata a cfu/m3. . L’importanza di conoscere la presenza e quindi la contaminazione di Aspergillus spp. è determinata dal fatto che oltre ad essere un rischio per i prodotti farmaceutici in termini di perdita di caratteristiche chimico, fisiche, e quindi degradazione del principio attivo, rappresenta un rischio anche per gli operatori esposti ad ambienti contaminati da Aspergillus spp. Giovanni Abramo Anno VII numero 37 Pagina 17 I Premi Nobel assegnati per la Medicina o la Fisiologia : la miglior risposta a chi si oppone alla sperimentazione animale Da quando, poco più di un secolo fa, la medicina ha iniziato il lungo cammino che l’ha fatta diventare una scienza moderna, la sperimentazione animale ne è stata una componente fondamentale, fornendo modelli che permettono di porre domande e dare risposte sotto forma di soluzioni terapeutiche utili alla salute degli uomini e degli stessi animali. Sebbene il valore storico della sperimentazione animale sia indiscutibile e, prima o poi, tutti purtroppo facciano esperienza, diretta o indiretta, dell’utilità ed indispensabilità di farmaci e tecnologie biomedicali, in periodi ricorrenti viene rimessa in discussione, da vari gruppi di pressione, la legittimità/eticità del suo impiego per il progresso della ricerca e delle scienze biomediche e per lo sviluppo di nuovi farmaci e di nuove tecnologie diagnostiche. Per molto tempo, le argomentazioni contrarie a supporto sono state di tipo emotivo-ideologico-etico. Più recentemente, il movimento che si definisce “antivivisezionista” pretende di legittimare le sue asserzioni con motivazioni di ordine scientifico. L’antivivisezionismo scientifico sostiene che l’uso dell’animale nella ricerca biomedica è privo di valore scientifico e che, anzi, produce effetti dannosi per l’uomo. Infatti, nella maggior parte, i farmaci sarebbero non solo inefficaci, ma addirittura dannosi, fino a risultare potenzialmente letali per i pazienti, perchè sono stati trovati e studiati grazie ad una sperimentazione fatta su specie animali che, in quanto tali, sono molto diverse dall’uomo e, perciò, non possono predirne efficacia terapeutica, effetti collaterali e tossici nella specie umana. Purtroppo, questo atteggiamento antiscientifico ha trovato, nelle masse, un consenso diffuso che si è tradotto in un’ostilità preconcetta ed irriducibile nei confronti della sperimentazione animale. La “gente” pare non rendersi conto di quanto debba il proprio benessere, la propria qualità di vita ed anche, in ultima analisi, la propria stessa vita, alla ricerca biomedica fatta sugli animali da esperimento. Le organizzazioni che si battono, talora in modo violento e fanatico, per i "diritti degli animali”, utilizzano, come argomento fondamentale a sostegno delle loro lotte, l’asserzione, non suffragata da evidenze scientifiche, che “trattamenti terapeutici sicuri ed efficaci per le malattie umane non provengono mai dalla ricerca sugli animali”. Accettare questa asserzione come veritiera solamente sulla base di queste tesi, senza esigere il supporto di prove scientifiche, equivale ad acquistare a scatola chiusa un oggetto, basandosi esclusivamente sulla pubblicità del venditore, senza neppure degnarsi di controllare le reali ca- ratteristiche e potenzialità di ciò che si acquista. Esiste, invece, a sostegno della sperimentazione animale, un fatto incontestabile, chiaramente accessibile e controllabile da tutti: le ricerche che hanno portato al conferimento dei premi Nobel per la Medicina o la Fisiologia dipendono, in larghissima parte, dai risultati ottenuti grazie alla sperimentazione animale. Quest’inoppugnabile realtà dimostra chiaramente la falsità di quanto sostenuto dagli animalisti e la fondamentale importanza che la ricerca sugli animali ha avuto nel promuovere e sostenere il progresso fatto nell’ultimo secolo dalla ricerca biomedica. Come si può verificare dall’elenco che segue, su 103 premi Nobel assegnati dal 1901 al 2012, ben 83 (80.5%) sono stati conferiti per scoperte ottenute grazie a ricerche che hanno utilizzato modelli animali, mentre solo 20 (19.5%) hanno premiato ricerche effettuate direttamente sull’uomo o senza far ricorso all’animale. Non dobbiamo, inoltre, dimenticare che le conoscenze acquisite grazie alle scoperte premiate col premio Nobel hanno spesso portato ad altre scoperte, foriere di terapie innovative e di nuovi trattamenti di patologie prive di cure. Domenico Barone, Enrico Vigna Nota: negli anni 1915-1918, 1921, 1925, 1940-1942 il premio Nobel per la Medicina o la Fisiologia non è stato assegnato. Anno Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina Animali utilizzati 1901 Emil Adolf von Behring 1902 1904 Ronald Ross Ivan Petrovich Pavlov 1905 1906 Robert Koch Camillo Golgi, Santiago Ramón y Cajal 1907 Charles Louis Alphonse Laveran uccello scoperte sull’eziopatogenesi delle malattie protozoarie 1908 uccello, pesce,cavia scoperte sulla risposta immunitaria e sulla fagocitosi 1910 Ilya Ilyich Mechnikov, Paul Ehrlich Albrecht Kossel uccello scoperte di vari maccanismi cellulari regolati da sostanze chimiche e da proteine e scoperta degli organuli nucleari 1912 Alexis Carrel cane progressi nella chirurgia, sulle suture vascolari e sul trapianto di vasi sanguigni ed organi 1913 Charles Robert Richet cane, coniglio 1919 1920 Jules Bordet S. August Steenberg Krogh cavia, cavallo, coniglio rana cavia Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel sviluppo del siero antidifterico piccione cane descrizione del ciclo di sviluppo della malaria studi sulla fisiologia della digestione e scoperta dei riflessi condizionati bovini, ovini cane, cavallo scoperte sull’eziopatogenesi della tubercolosi descrizione anatomo-fisiologica della struttura del sistema nervoso centrale scoperte sull’anafilassi scoperte sulla memoria e sulla risposta immunitaria scoperta dei meccanismi di crescita dei capillari Anno VII numero 37 Pagina 18 Anno Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina Animali utilizzati 1922 Archibald Vivian Hill, Otto Fritz Meyerhof rana 1923 Frederick Grant Banting, J. James Richard Macleod cane, pesce coniglio 1924 Willem Einthoven cane 1928 Charles Jules Henri Nicolle scimmia, cavia, topo, ratto 1929 Christiaan Eijkman, Frederick Gowland Hopkins 1932 Charles Scott Sherrington, Edgar Douglas Adrian cane, gatto 1934 George Hoyt Whipple, William Parry Murphy, George Richards Minot Hans Spemann Henry Hallett Dale, Otto Loewi cane scoperte sulla terapia orale dell’anemia con estratti di fegato tritone,rana gatto, rana, uccello, rettile scoperta dell’effetto organizzatore nello sviluppo embrionale scoperte della trasmissione chimica degli impulsi nervosi 1938 Corneille Jean François Heymans cane scoperte dei meccanismi recettoriali cardiaci, sinusali e aortici e della regolazione della respirazione 1939 1943 Gerhard Domagk Henrik Carl Peter Dam , Edward Adelbert Doisy Joseph Erlanger, Herbert Spencer Gasser topo, coniglio ratto, cane, pulcino,topo gatto scoperta degli effetti antibatterici dei sulfamidici (prontosil) scoperta della vitamina K , delle sue attività e determinazione della sua formula di struttura scoperte sulle funzioni altamente differenziate della singole fibre nervose topo scoperta della penicillina e dei suoi effetti terapeutici/antibatterici in molte patologie infettive rana, rospo, cane scoperte sul catabolismo del glicogeno e sul ruolo del lobo anteriore dell’ipofisi nel metabolismo degli zuccheri gatto scoperte sull’ organizzazione morfo-fisiologica del diencefalo e sul suo ruolo come coordinatore degli organi interni; per la scoperta del valore terapeutico della leucotomia prefrontale scoperta degli ormoni della corteccia delle surrenali, delle loro strutture chimiche, dei loro effetti biologici e della loro attività anti-artritica 1951 Alexander Fleming, Ernst Boris Chain, Howard Walter Florey Carl Ferdinand Cori, Gerty Theresa Cori, Bernardo Alberto Houssay Walter Rudolf Hess, Antonio Caetano de Abreu Freire Egas Moniz Edward Calvin Kendall, Philip Showalter Hench, Tadeus Reichstein Max Theiler 1952 Selman Abraham Waksman cavia 1953 Hans Adolf Krebs, Fritz Albert Lipmann piccione 1954 scimmia, topo 1955 John Franklin Enders, Thomas Huckle Weller, F. Chapman Robbins A. Hugo Theodor Theorell 1957 Daniel Bovet cane, coniglio 1960 Frank Macfarlane Burnet, Peter Brian Medawar coniglio 1961 1963 Georg von Békésy John Carew Eccles, Alan Lloyd Hodgkin, Andrew Fielding Huxley Konrad Bloch, Feodor Lynen cavia gatto, rana calamaro, granchio Francis Peyton Rous, Charles Brenton Huggins ratto, pollo coniglio 1935 1936 1944 1945 1947 1949 1950 1964 1966 pollo bovino scimmia, topo cavallo ratto Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel scoperte sull’utilizzo dell’ossigeno e sul metabolismo dell’acido lattico nel tessuto muscolare scoperta dell’insulina e per gli studi sull’eziopatogenesi del diabete studi ed invenzione dell’elettrocardiografia scoperte sull’eziopatogenesi del tifo scoperta delle vitamine antineuritiche e delle vitamine che intervengono sul sistema nervoso scoperte sulle funzioni dei neuroni scoperte sulla febbre gialla ed il vaccino per prevenirla scoperta della streptomicina il primo antibiotico efficace contro la tubercolosi scoperta del ciclo dell’acido citrico e del coenzima A come intermediario nel metabolismo scoperta della capacità del virus della poliomielite di crescere in colture in vitro e lo sviluppo del vaccino scoperta sulla natura degli enzimi ossidativi scoperta dell’azione di composti che inibiscono l’azione di sostanze dell’organismo e della loro azione sul sistema vascolare e sui muscoli scheletrici scoperta della tolleranza immunologica acquisita scoperta del meccanismo di stimolazione nella coclea scoperta dei meccanismi ionici coinvolti nell’eccitazione ed inibizione delle porzioni centrali e periferiche delle membrane delle cellule nervose scoperta sulla regolazione del metabolismo del colesterolo e degli acidi grassi scoperta dei virus tumorigenici e per le scoperte sul trattamento ormonale del carcinoma prostatico Anno VII numero 37 Pagina 19 Anno Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina Animali utilizzati 1967 Haldan Keffer Hartline, Ragnar Granit, George Wald Robert William Holley, Har Gobind Khorana, Marshall Waren Nirenberg Bernard Katz, Ulf von Euler, Julius Axelrod pollo, coniglio, pesce scoperte sui processi fisiologici primari e sui processi visivi chimici coinvolti nella visione ratto interpretazione del codice genetico e della sua funzione nella sintesi delle proteine gatto, ratto scoperte sui mediatori chimici delle terminazioni nervose e sui meccanismi del loro accumulo e del loro rilascio e della loro in attivazione 1971 Earl Wilbur Sutherland, jr. mammiferi scoperte sul meccanismo d’azione degli ormoni 1972 Gerald Maurice Edelman, Rodney Robert Porter cavia, coniglio scoperte sulla struttura chimica degli anticorpi 1973 Karl von Frisch, Konrad Lorenz, Nikolaas Tinbergen Christian de Duve, George Emil Palade, Albert Claude David Baltimore, Renato Dulbecco, Howard Martin Temin Baruch Samuel Blumberg, Daniel Carleton Gajdusek ape, uccello, pesce 1968 1970 1974 1975 1976 1977 1979 1980 1981 1982 1984 1985 1986 pollo, cavia, ratto Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel scoperte sull’organizzazione ed evocazione delle forme di comportamento individuale e sociale degli animali scoperte sull’organizzazione strutturale e funzionale della cellula scimmia, cavallo, pollo, topo scoperte sulle interazioni fra virus tumorigenici e materiale genetico della cellula scimpanzé scoperte sui meccanismi di origine e trasmissione delle malattie infettive Roger Guillemin, Andrew Viktor Schally, Rosalyn Yalow Allan MacLeod Cormack, G. Newbold Hounsfield ovino, suino scoperte sulla produzione degli ormoni proteici ipotalamici Baruj Benacerraf, Jean Dausset, George David Snell Roger Wolcott Sperry, David Hunter Hubel, Torsten Nils Wiesel Sune Karl Bergström, Bengt Ingemar Samuelsson, John Robert Vane Niels Kaj Jerne, Georges Jean Franz Köhler, César Milstein Michael Stuart Brown Joseph Leonard Goldstein topo, cavia scoperte sulle strutture che regolano le reazioni immunologiche (complesso maggiore di istocompatibilità) e meccanismi di azione gatto, scimmia scoperte sulla specializzazione funzionale degli emisferi cerebrali e sulla processazione dell’informazione nel sistema visivo scoperta delle prostaglandine e delle sostanze biologicamente attive correlate suino ratto, coniglio, cavia sviluppo della tomografia assiale computerizzata (TAC scan) topo teorie sulla specificità nello sviluppo e nel controllo del sistema immunitario e scoperta del principio per la produzione di anticorpi monoclonali ratto scoperte sulla regolazione del metabolismo del colesterolo Rita Levi-Montalcini, Stanley Cohen Susumu Tonegawa topo, pulcino, serpente James Whyte Black, Gertrude Belle Elion George Herbert Hitchings Harold Elliot Varmus, John Michael Bishop cavia, gatto, cane, ratto, coniglio, scimmia pollo scoperta dell’origine cellulare degli oncogèni retrovirali 1990 Joseph Edward Murray, Edward Donnall Thomas cane scoperte concernenti il trapianto di organi e cellule nel trattamento delle patologie umane 1991 Erwin Neher, Bert Sakmann rana scoperte sulla funzione dei singoli canali ionici cellulari 1992 Edmond Henri Fischer, Edwin Gerhard Krebs coniglio, ratto 1993 Richard John Roberts , Phillip Allen Sharp ratto, topo 1994 Alfred Goodman Gilman, Martin Rodbell ratto, cavia coniglio, bovino scoperta del ruolo delle proteine G nei segnali di trasduzione delle cellule 1995 Edward Bok Lewis, Christiane Nüsslein-Volhard Eric Frank Wieschaus drosophila scoperte sul controllo genetico delle fasi precoci dello sviluppo embrionale 1987 1988 1989 embrione di topo scoperte ed individuazione di fattori di crescita cellulare (delle cellule nervose: NGF; delle cellule dell’epidermide: EGF) scoperta del meccanismo genetico alla base della diversità anticorpale scoperte dei principi fondamentali relativi alle terapie farmacologiche scoperta del ruolo della fosforilazione reversibile delle proteine scoperta dello splicing dei geni Anno VII numero 37 Pagina 20 Anno Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina Animali utilizzati 1996 Peter Charles Doherty , Rolf Martin Zinkernagel topo 1997 Stanley Ben Prusiner topo, criceto 1998 Robert Francis Furchgott, L. Ignarro, F. Murad coniglio scoperte concernenti l’ossido nitrico (NO) come molecola di segnale nel sistema cardiovascolare 1999 Günter Blobel topo, ratto, cane scoperta che le proteine hanno segnali intrinseci che governano il loro trasporto e la loro posizione 2000 2001 2002 2003 Arvid Carlsson, Paul Greengard, Eric Richard Kandel Leland Harrison Hartwell, Timothy Hunt, Paul Nurse Sydney Brenner, Howard Robert Horvitz , John Edward Sulston Paul Christian Lauterbur Peter Mansfield Motivazioni per l’Assegnazione del Premio Nobel scoperte sulla specificità dell’immunità cellulo-mediata scoperta de prioni lumaca di mare, topo coperte sulla trasduzione del segnale nel sistema nervoso riccio, rana, coniglio, vongola scoperte sui fattori chiave della regolazione del ciclo cellulare nematodi scoperte sulla regolazione genetica dello sviluppo degli organi e sulla morte cellulare programmata rana, topo, cane, ratto, scimpanzé scoperte che hanno reso possibile la messa a punto della risonanza magnetica ad immagini (MRI) 2004 Richard Axel, Linda Brown Buck topo, drosofila scoperte nel campo dei recettori olfattivi e dell’organizzazione del sistema olfattivo 2005 Barry James Marshall, John Robin Warren coniglio, gatto, topo suino scoperta del batterio Helicobacter pylori e del suo ruolo nella gastrite e nell’ulcera peptica 2006 Andrew Zakary Fire, Craig Cameron Mello nematodi scoperta dell’interferenza del RNA e silenzia mento genico mediante RNA a doppio filamento 2007 Mario Renato Capecchi, Martin John Evans, Oliver Smithies Luc Montagnier, Françoise Barré-Sinoussi, Harald zur Hausen Elizabeth Helen Blackburn, Carolyn Widney Greider, Jack William Szostak Robert G. Edwards Bruce Alan Beutler, Jules Alan Hoffmann, Ralph Marvin Steinman John Gurdon, Shinya Yamanaka topo, pulcino scoperte del principio per introdurre specifici geni nei topi tramite cellule staminali embrionali scimmia, scimpanzè, topo scoperta del virus dell’immuno deficienza acquisita umana (HIV) ed il papillomavirus come causa del cancro della cervice uterina scoperta di come i cromosomi sono protetti dai telomeri e dall’enzima telomerasi 2008 2009 2010 2011 2012 protozoi, topo, rana coniglio topo, mosca sviluppo del metodo della fecondazione in vitro scoperta riguardante l’attivazione dell’immunità innata e scoperta delle cellule dendritiche e del loro ruolo nell'immunità acquisita topo, ratto xenopus, pecora, bue scoperta che le cellule mature possono essere riprogrammate per diventare pluripotenti PROFESSIONISTI DELLA RICERCA CLINICA health and safety etica CLINICAL DEVELOPMENT SERVICES TRIAL COORDINATION CRO DATA MANAGEMENT PHARMACOVIGILANCE esperienza passione TRAINING MEDICAL DEVICES www.yghea.it Anno VII numero 37 Pagina 21 Cancer treatment and antimicrobial resistance From The Lancet Oncology On March 11, 2013, England's Chief Medical Officer (CMO), Prof Dame Sally Davies, published the second volume of her annual report. The focus of this publication was the growing threat of antimicrobial resistance, and came with a stark warning about the potential apocalyptic scenario that could arise if steps are not taken now to prevent widespread resistance. Antimicrobial resistance is of particular concern to cancer patients because the ability to prevent and cure infections is a cornerstone of cancer therapy. Surgery remains one of the leading therapeutic interventions for treating solid tumours, and controlling infection during surgery can mean the difference between life and death. Additionally, in a world of antimicrobial resistance, techniques such as bone marrow transplantation would bring risk not only to cancer patients, but also to bone marrow donors. Even non-surgical cancer treatments like chemotherapy and radiotherapy weaken the immune system and leave patients vulnerable to infection. Indeed, there may come a time when oncologists have to consider the balance of risks and benefits of procedures taken for granted today. Concerns about antimicrobial resistance are not new. Alexander Fleming warned in his 1945 Nobel Prize lecture that the inappropriate use of penicillin would lead to resistance to the drug. Davies makes seventeen specific recommendations in her report and calls for antimicrobial resistance to be added to the UK National Security Risk Assessment register and for the implementation of a crossgovernment antimicrobial resistance strategy, which will champion the responsible use of antibiotics, strengthen surveillance, and encourage development of new diagnostics, therapeutics, and antibiotics. As highlighted in the CMO report and by WHO, it is not enough for individual countries to take measures; there needs to be a global effort to combat this problem, to improve monitoring of outbreaks, and to prevent the inappropriate use of antibiotics. In many developing countries, antibiotics are available over-thecounter and individuals are able to self- medicate, often taking the drugs inappropriately, either as an incorrect dose or to treat a non-bacterial ailment. Doctors may also over prescribe antibiotics due to lack of diagnostic tests to identify the cause of illness, as a “just in case” measure. Even in the UK, which should have adequate resources for disease diagnosis and access to the appropriate drugs, there remains substantial variation in prescription of antibiotics, both clinically and geographically. It is unlikely that these differences are due to case mix alone and highlights the need for initiatives for quality improvement. Davies highlights the need for biomarkers to guide antibiotic prescriptions, with the aim to target therapy, rather than use broad-spectrum antibiotics, which can contribute to resistance. Besides the use of antibiotics in a medical setting leading to antimicrobial resistance, there are also concerns over antimicrobial use in agriculture and house- hold products. Although there are tight regulations over use of antibiotics in food production in Europe, in many other countries the use of antibiotics in agriculture far exceeds that used in medicine. The recent increase in marketing antibacterial soaps and gels to consumers has also raised debate, particularly as there is very little, if any, evidence of there being any health benefit. Steps are being taken to combat this; recently the European Commission did not approve an application for the addition of triclosan to plastics for food packaging, and the safety of this drug in household products is currently under review by regulators in Canada. Greater regulation should be put in place for use of antimicrobials in agriculture and consumer products, and better education of the public on actual risks and benefits would go a long way to removing these potential sources of antimicrobial resistance. Antimicrobial drugs are a unique class of medicines because they are prescribed by all doctors, not just those who specialise in infectious diseases. To help combat the spread of antimicrobial resistance, oncologists and other physicians involved in cancer care should routinely take into account antimicrobial stewardship guidelines in place at their particular institute. The provision of cancer care has traditionally been multidisciplinary in nature, and it would not be difficult to incorporate an additional voice to the team. After all the gains that have been made in recent years to improve survival outcomes for patients with cancer through targeted therapies, better surgical techniques, and improved radiotherapy, we must now work to ensure that infection will not once again become the killer it was a century ago. Anno VII numero 37 Pagina 22 Antimicrobial resistance—an unfolding catastrophe From the British Medical Journal (BMJ 2013;346:f1663) At the end of the 1960s, the then US surgeon general William H Steward famously declared: “The war against infectious diseases has been won.” His optimism might well have been justified at the time. The discovery of antibiotics and their widespread introduction had transformed both medical practice and life expectancy. Antibiotics still transform lives, but—as with so many of the world’s resources—we now know that they are not limitless, and that unless we are careful, their beneficial effects will run out. We have become so accustomed to the availability of antibiotics that a world without them is almost inconceivable. Yet this is the world that England’s chief medical officer, Sally Davies, demands we contemplate in the second volume of her annual report. The causes of this unfolding catastrophe are many: overuse of existing antibiotics, increasing resistance to them, a “discovery void” regarding new drugs, and a change in the types of organisms presenting the greatest threat. “If we don’t get this right we will find ourselves in a health system not dissimilar to the early 19th century,” she says. Is Davies being overdramatic? Sadly not. Her decision to focus on antimicrobial resistance has been broadly welcomed. And a report from Richard Smith and Joanna Coast, long term analysts of the economics of resistance, confirms her fears. They suggest that the picture she paints may even be too rosy. “Resistance is said to present a risk that we will fall back into the pre-antibiotic era,” they say. “However, this is perhaps optimistic.” Their argument is that we have badly underestimated the cost of resistance. Studies that have tried to estimate the economic impact have looked at the extra cost of treating a resistant infection compared with a susceptible one. But this ignores the bigger picture. The whole of modern healthcare, including invasive surgery and immunosuppressive chemotherapy, is based on the assumption that infections can be prevented or treated. ”Resistance is not just an infectious disease issue,” they say. “It is a surgical issue, a cancer issue, a health system issue.” Their revised assessment of the economic burden of resistance encompasses the possibility of not having any effective antimicrobial drugs. Under these circumstances they estimate that infection rates after hip replacement would increase from about 1% to 40-50%, and that about a third of people with an infection would die. It seems likely that rates of hip replacement would fall, bringing an increased burden of morbidity from hip pain. The CMO’s 17 recommendations include better hygiene measures and surveillance, greater efforts to preserve the effectiveness of existing drugs, and encouragement to develop new ones. As Anthony Kessel and Mike Sharland point out, only one or two new antibiotics that target Gram negative organisms are likely to be marketed in the next decade. Recognizing this as a global problem, the CMO’s report also calls for antimicrobial resistance to be put on the national risk register and taken seriously by politicians internationally. As for the cost of such action, Smith and Coast see it as an essential insurance policy against a catastrophe that we hope will never happen. And they share the CMO’s urgency. “Waiting for the burden to become substantial before taking action may mean waiting until it is too late.” NEWS FROM EMA Riportiamo, senza ulteriori commenti, una presa di posizione EMA (pubblicata in prima pagina sul sito internet) sulle terapie a base di cellule staminali. Stem cell therapy treatments Concerns have been raised in the media about certain stem cell therapy treatments. These sorts of new techniques potentially offer exciting possibilities to patients for the treatment of a range of difficult or previously untreatable conditions. Like all treatments, these techniques also come with benefits and risks. Specific rules were introduced in the European Union (EU) in 2007 to ensure that medicines involving cell therapy are subject to appropriate authorization, supervision and controls in order to reduce and manage those risks. Recent media reports highlight the need for public authorities at all levels to enforce their legal responsibilities to ensure that patients only have access to those treatments that comply with relevant quality standards and for which there is appropriate traceability of materials, treatment protocols and patient follow-up measures. The European Medicines Agency stresses that the protection of patients is at the core of those rules. In addition to applying the same safety and efficacy rules as for all medicinal products, the quality and manufacturing of these products is set out in ‘Good Manufacturing Practices’ (GMP) requirements. These are globally-recognized standards for quality assurance in the production and control of medicines. Security and control of medicines derived from stem cell manipulation is tightly controlled by the EU advanced therapy legislation. Cell therapies are defined as medicinal products when there is more than minimal manipulation of any cell type destined for clinical application or where the intended use of the cells is different to their normal function in the body. Any use of such cell-based medicines is subject to authorization and controls, including their manufacture. Permitting manufacturers to avoid compliance with quality standards, for example by inappropriate re-classification of the treatment beyond the mandate of competent authorities for control of medicines, could risk exposing patients to cross-contamination and inadequate characterization of the cell preparations, resulting in short and long-term risks for individual patients. Similar concerns were previously raised by the Agency’s Committee for Advanced Therapies (CAT) in a public statement of 16 April 2010 and in a paper published in The Lancet of 14 August 2010 on the use of unregulated stem-cell based medicinal products. Anno VII numero 37 Pagina 23 NEWS ON CLINICAL TRIALS DIABETES Merck reported data from a Phase IIb study of MK-3102, an investigational once-weekly DPP-4 inhibitor for the treatment of type 2 diabetes. The DPP-4 protein is an antigenic enzyme expressed on the surface of most cell types and is associated with immune regulation, signal transduction and apoptosis. It is an intrinsic membrane glycoprotein and a serine exopeptidase that cleaves X-proline dipeptides from the N-terminus of polypeptides. The multicenter, randomized, double-blind, placebo-controlled dose-ranging study was designed to evaluate 5 doses of MK-3102 (0.25, 1, 3, 10 and 25 mg) in patients with type 2 diabetes who had inadequate glycemic control on diet and exercise. A total of 685 patients with a mean baseline glycosylated hemoglobin (HbA1c) of approximately 8% were randomized: 571 patients received MK-3102 at one of the five once-weekly doses (0.25 mg, n=113; 1 mg, n=115; 3 mg, n=114; 10 mg, n=115; 25 mg, n=114) and 114 patients received placebo for 12 weeks. The primary endpoint was change in HbA1c from baseline at 12 weeks compared to placebo across doses. The secondary endpoints were 2-hour post meal glucose and fasting plasma glucose. MK-3102 reduced HbA1c compared to placebo (p<0.001) from a mean baseline of approximately 8% across all doses. In the full study population at 12 weeks, the placebo-adjusted reduction from baseline in HbA1c was 0.71% with MK-3201 25 mg; 0.67% with 10 mg; 0.49% with 3 mg; 0.50% with 1 mg and 0.28% with 0.25 mg. A statistically significant (p<0.001) trend was observed across doses studied for the secondary endpoints of 2 hour post-meal glucose and fasting blood glucose. Cebix reported results of a Phase I/II trial of its lead investigational drug, Ersatta, in peripheral neuropathy. Ersatta is a onceweekly C-peptide therapy that targets loss of nerve function and other vascular complications in type 1 diabetes patients. The 72subject study focused on safety, tolerability, and pharmacokinetics and demonstrated that Ersatta was well tolerated, with no serious adverse effects over a twelve-week period. The pharmacokinetic profile support convenient, once weekly dosing. The trial further demonstrated a favourable efficacy signal in type 1 diabetic patients who self-injected Ersatta once weekly over the 12week period. Resverlogix initiated a Phase II trial in patients with pre-diabetes mellitus to examine the effects of RVX-208 and ApoA-I production on glucose metabolism. The study will examine insulin secretion, insulin sensitivity, and other parameters of importance in individuals with pre-diabetes mellitus. Twenty patients will be enrolled in Australia, with data expected in the first half of 2014. The foundation of this trial builds upon the actions of RVX-208 and the knowledge that this compound triggers a key epigenetic pathway resulting in enhanced ApoA-I protein production to raise the body’s level of functional HDL particles. The effect of newly created ApoA-I/HDL may help to preserve pancreatic cells that make and secrete insulin. Increased abundance of insulin in subjects with pre-diabetes mellitus may prevent or substantially delay the progression toward diabetes mellitus. RVX-208 is a first-class small molecule that inhibits BET bromodomains (protein domains that bind and recognize histone acetylation which is monitored by bromodomain-containing proteins to regulate epigenetically controlled processes, including chromatin remodeling and gene transcription). RVX-208 displaces BET protein binding to the tail of histone-4. RVX-208 functions by removing atherosclerotic plaque via reverse cholesterol transport (RCT), the natural process through which atherosclerotic plaque is transported out of the arteries and removed from the body by the liver. RVX-208 increases production of ApoA-I, the key building block of functional HDL particles and the type required for RTC. These newly produced functional HDL particles are flat and empty and can efficiently remove plaques and stabilize or reverse atherosclerotic disease, the firm reports. Rhythm reported results of two Phase I trials of RM-131, its ghrelin agonist for the treatment of diabetic gastroparesis. Ghrelin is a 28 amino acid hunger-stimulating peptide and hormone that is produced mainly by P/D1 cells lining the fundus of the human stomach and epsilon cells of the pancreas. Ghrelin together with obestatin is produced from cleavage of the ghrelin/obestatin prepropeptide (also known as the appetite-regulating hormone or growth hormone secretagogue or motilin-related peptide) which in turn is encoded by the GHRL gene. RM-131 was shown to be effective in accelerating gastric emptying. After single daily subcutaneous administration of RM-131, gastric emptying time was significantly reduced by up to 55% in the single ascending dose, and by up to 50% in the multiple ascending dose study. RM-131 was also shown to be effective in accelerating lower colonic motility. After multiple daily subcutaneous doses, colonic transit time was reduced by up to 54% (from ~ 42 hours in placebo subjects to ~ 18 hours). The two Phase I randomized, double blind, placebo controlled studies evaluated the pharmacodynamic profile of RM-131: a single ascending dose study that evaluated doses of 3 to 2,400 mcg administered once daily by subcutaneous injection, and a multiple ascending dose study of doses from 100 to 300 mcg administered subcutaneously once or twice daily for 14 days. Rhythm recently completed a Phase I trial with RM-131 in patients with type 2 diabetes that also demonstrated a potent prokinetic effect, reducing gastric emptying time by 66% after a single subcutaneous administration, with the greatest improvement observed in patients with the most abnormal gastric emptying. A cura di Domenico Barone Anno VII numero 37 Pagina 24 NUOVI SOCI AMODEO ROBERTA BIOGEN IDEC ITALIA GIANFRIDDO MARCO ARDISSONE VITTORIA PROCELL TECH GIANMARCO ROSA AZIMONTI SARA STUDENTE MASTER CONSULENTE AZZIMONTI FEDERICA MEDPACE LABRA VALENTINA LILIANA LAZZARIN MANUELA BALICCO MOIRA ROCHE LORENZETTO ANTONIO BAYER BELLONI VALERIA ROCHE MANZOLI ISABELLA GLP LIFE TEST CAVALLINI RAMONA MSD ITALIA MAZZOLA EMANUELA NOVARTIS FARMA CAVAZZOLI CRISTIANO ACCELLERA OTTAVIANELLI ELENA MERCK SERONO CELADA VALENTINA ABICH PACIELLO ARRIGO ASL BRESCIA CORONEL VERA GUSTAVO KEDRION BIOPHARMA PACINI GIOVANNI NOVARTIS FARMA DE MARTINIS LORENZA ALCON ITALIA PASTRELLO DAVIDE ROCHE DE PALO MICHELE NOVARTIS FARMA PATRUCCO LAURA SOFAR FARMACEUTICI DE SOLDA FRANCESCO ROCHE PETRUCCINI ROBERTA ACRAF DI CHIO ALESSANDRA BAYER POLICRETI ALESSANDRO NOVARTIS FARMA DI DATO GIORGIO ACRAF POMA DAVIDE SANOFI DI LORETO GIORGIO ACRAF PUNTORIERO GIULIA MEDPACE FABBO RITA GRUNENTHAL ITALIA RINALDI FILOMENA COLGATE – GABA FALLONE RAFFAELLA ACRAF ACRAF FERRANDI CHIARA PROCELL TECH ROSIGNOLI MARIA TERESA SCIAMANNA ELENA FERRARA CINZIA CONSULENTE SIARKOS ILIAS WORLDWIDE TRIALS LATIS FRANCONERI SILVIA MERCK SERONO STAGI LISA ROCHE FREZZOTTI LETIZIA MEDIOLANUM FARMACEUTICI NOVARTIS FARMA STELL ALESSIA ROCHE TROTTA ROBERTA CONSULENTE CHILTERN INTERNATIONAL ADVICE PHARMA GROUP VANNINI FRANCESCA MERCK SERONO FUCCI VIRGINIA GASPAROTTO LUCA GATTUSO DARIO Hanno collaborato a questo numero: Giovanni Abramo - [email protected] Domenico Barone - [email protected] Walter Bianchi - [email protected] Elena Bresciani - [email protected] WORLDWIDE TRIALS MERCK SERONO CLINICAL NOVARTIS FARMA CLINICAL Domenico Criscuolo - [email protected] Francesco De Tomasi - [email protected] Luciano M. 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