Prefazione - Zanichelli

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Prefazione - Zanichelli
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PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA
Abbiamo il piacere e l’onore di presentare l’edizione italiana di
Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC, un testo di Judith Wilkinson pubblicato negli Stati Uniti nel 2000.
Il testo è stato elaborato per permettere a studenti e infermieri
di affrontare il problema dello sviluppo di un piano di assistenza personalizzato per ciascun assistito.
La stesura di un piano di assistenza è uno strumento essenziale
per la gestione dell’assistenza da parte dell’infermiere: dopo una
prima fase di accertamento, il piano di assistenza comprende l’individuazione di una o più diagnosi infermieristiche appropriate,
la pianificazione degli obiettivi-risultato e degli interventi.
Un’adeguata pianificazione permette la successiva gestione/
erogazione dell’assistenza e la verifica/valutazione finale dei risultati.
La novità del testo è rappresentata dalla modalità con cui sono
presentate le diagnosi infermieristiche, accompagnando ciascuna
di esse con un elenco di Obiettivi-risultato infermieristici (NOC –
Nursing Outcomes Classification) e con un elenco di Interventi infermieristici (NIC – Nursing Interventions Classification).
In questo modo viene facilitata l’intera pianificazione assistenziale.
Il libro è suddiviso in due parti.
La prima parte presenta, per ciascuna diagnosi:
• la definizione della stessa, accompagnata dalla classificazione
tassonomica;
• l’elenco delle caratteristiche definenti, suddivise in “soggettive” e “oggettive”;
• l’elenco dei fattori correlati e dei fattori di rischio;
• una serie di suggerimenti per l’uso con cui l’autrice aiuta a
chiarire la denominazione della diagnosi, fornisce consigli su
come possa essere meglio utilizzata e permette di scegliere
tra più diagnosi simili quella che meglio si adatta alle caratteristiche dell’assistito;
• l’elenco delle diagnosi alternative suggerite;
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Prefazione all’edizione italiana
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• l’elenco degli obiettivi-risultato infermieristici NOC che lo “Iowa Outcomes Project” ha identificato come i più probabili da
monitorare negli assistiti con quella determinata diagnosi.
L’elenco è accompagnato dai relativi criteri di risultato e da
una serie di esempi esplicativi presentati utilizzando il linguaggio NOC, in modo che il lettore possa prendere confidenza con questo;
• l’elenco degli interventi infermieristici prioritari NIC che lo “Iowa Interventions Project” ha indicato come i trattamenti
prioritari da intraprendere per una specifica diagnosi. L’elenco è accompagnato dalle relative attività infermieristiche, alcune delle quali sono state scritte utilizzando il linguaggio
NIC, per permettere al lettore di familiarizzare con esso;
• le attività infermieristiche sono raggruppate in paragrafi relativi ad Attività di accertamento, Attività di relazione ed
educazione dell’assistito e della famiglia, Attività collaborative e Altre attività. Questo rende più facile individuare una
particolare attività e permette all’infermiere di prendere in
esame tutti i tipi di attività.
La seconda parte è strutturata in modo da aiutare gli infermieri
a concentrarsi sugli accertamenti da intraprendere quando la
condizione clinica dell’assistito è stata definita, ma non sono ancora state stabilite le appropriate diagnosi infermieristiche.
In questa parte sono elencate le condizioni cliniche, chirurgiche,
psichiatriche, perinatali e pediatriche con associate le relative
diagnosi infermieristiche e i problemi per i quali è previsto un
approccio multidisciplinare (collaborativo).
Nella traduzione sono state compiute alcune precise scelte.
La prima è stata quella di evitare la traduzione letterale di “patient” con il termine “paziente”, sostituendolo con “persona”,
“persona assistita” o “assistito”, per stimolare il cambiamento
culturale e professionale dell’infermiere nell’approccio alle persone con bisogni/problemi di salute e creare i presupposti per
un’assistenza personalizzata, anche a partire dall’accezione dei
termini utilizzati nel linguaggio quotidiano.
Un’altra scelta è stata quella di utilizzare, per la traduzione dei
titoli delle Diagnosi infermieristiche, degli obiettivi-risultato
(NOC) e degli interventi infermieristici (NIC), gli elenchi ag-
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giornati pubblicati nel 2003 (Diagnosi infermieristiche) e 2004
(NOC e NIC), in modo da rendere il volume aggiornato alle più
recenti evoluzioni. La traduzione dei tre elenchi, inoltre, è stata
approvata da un comitato di colleghi, professionisti del settore
infermieristico, per garantire al lettore la più ampia convergenza sulla terminologia utilizzata. In ultimo, sono stati inseriti:
• nell’Appendice A le Diagnosi infermieristiche NANDA aggiornate al 2003-2004, suddivise secondo gli “11 modelli funzionali di M. Gordon”, così da poter applicare con facilità
nella pratica clinica quotidiana un modello teorico e basare
su questo l’intero processo di assistenza infermieristica in
tutte le sue fasi;
• nell’Appendice B le Diagnosi infermieristiche NANDA aggiornate al 2003-2004, suddivise per “Domini”, così come si
incontrano attualmente nella classificazione internazionale
secondo la nuova Tassonomia II pubblicata dalla NANDA.
La nostra speranza e il nostro auspicio è che questo testo, che grazie all’editore esce in formato tascabile, possa accompagnare:
• studenti infermieri;
• infermieri operanti in ambito clinico, organizzativo e formativo;
1. nell’utilizzo quotidiano del processo di assistenza infermieristica in tutte le sue fasi, come indicato dal Profilo
professionale dell’Infermiere (D.M. 739/94);
2. nella redazione e nell’applicazione sistematica a ogni persona assistita di un piano di assistenza personalizzato,
così come previsto dalla Legge 251/2000 art. 1;
3. nell’adozione di uno strumento operativo dell’assistenza
quale la cartella clinica infermieristica, costruita secondo
un modello teorico assistenziale, al fine di documentare
tutte le decisioni e le prestazioni infermieristiche.
Desideriamo ringraziare tutte le persone che, a livello personale
e professionale, ci hanno accompagnato e supportato durante
tutto questo percorso, rendendo possibile la realizzazione di
questo testo, augurandoci che possa essere utile per lo sviluppo
professionale.
Luisa Anna Rigon
Chiara Rizzo
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PREFAZIONE
La settima edizione di Diagnosi Infermieristiche con NOC e NIC è
stata progettata per aiutare gli infermieri e gli studenti a sviluppare un piano di assistenza personalizzato per l’assistito.
Questa nuova edizione è stata ampliata in modo da includere tutte le diagnosi infermieristiche approvate dall’Associazione Nord
Americana delle Diagnosi Infermieristiche (NANDA, North American Nursing Diagnosis Association) per il 1999-20001, come pure il
collegamento agli attuali NOC e NIC basati sulla ricerca degli interventi e degli obiettivi-risultato. Lo speciale impianto con cui il
testo è stato concepito ne agevola l’utilizzo e lo rende un indispensabile strumento per la pianificazione dell’assistenza.
Nuove caratteristiche
NOC Obiettivi-risultato suggeriti
Per facilitare e uniformare il linguaggio infermieristico e i dati computerizzati dell’assistito, per ciascuna delle diagnosi infermieristiche sono previsti degli Obiettivi-risultato infermieristici suggeriti,
basati sulla ricerca fornita dal Iowa Outcomes Project (Nursing Outcomes Classification, 1997). Tali Obiettivi-risultato sono da considerare
soggetti alla sensibilità dell’infermiere, in quanto possono essere influenzati dallo specifico assistenziale di ogni diagnosi NANDA.
Questo testo, inoltre, indica il modo in cui usare gli obiettivi
NOC, proponendo degli indicatori di risultato e una scala per
valutare il raggiungimento degli obiettivi da parte dell’assistito.
Aggiornamento dei NIC Interventi infermieristici prioritari
Gli interventi NIC sono stati aggiornati in risposta al continuo
lavoro dello Iowa Interventions Project. Come nella precedente
edizione, gli interventi proposti e definiti per ogni diagnosi infermieristica sono stati indicati dalla Nursing Interventions Classification (1996) come i trattamenti prioritari da intraprendere
per una specifica diagnosi. Gli interventi NIC sono stati quindi
ampliati e collegati alle categorie NANDA dal gruppo di ricer1
L’edizione italiana del testo è stata aggiornata agli elenchi NANDA 20032004 (Diagnosi Infermieristiche – Definizione e classificazione 2003-2004, CEACasa Editrice Ambrosiana, Milano 2004) e NOC e NIC 2004 (N.d.C.).
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ca, utilizzando un procedimento multimetodo e avvalendosi
del parere di esperti in metodologia infermieristica clinica e ricerca infermieristica.
Inclusione delle attività infermieristiche NIC
Nello sforzo di promuovere l’uso di una terminologia standardizzata, alcune delle attività infermieristiche riferite alle diagnosi sono state scritte utilizzando il linguaggio NIC. Questo
aiuta a illustrare come utilizzare nei piani di assistenza le attività NIC e più in generale gli interventi infermieristici NIC.
Ampliamento degli obiettivi per la famiglia,
per la comunità e per i contenuti collaborativi
Nella sezione Criteri di risultato è stato inserito un maggior numero di obiettivi riferiti alla famiglia e alla comunità. Allo stesso
modo sono stati aggiunti interventi e attività infermieristiche di
area collaborativa e destinati alla famiglia e alla comunità.
Problemi collaborativi
Nelle Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai problemi collaborativi, ciascuna patologia o condizione medica include ora i problemi per i quali è previsto un approccio multidisciplinare (collaborativo). Nelle Appendici D, E
e F sono contenuti gli elenchi più completi dei problemi collaborativi utilizzabili, organizzati per (1) malattia/fisiopatologia, (2)
indagini e trattamenti e (3) trattamenti chirurgici.
Altre caratteristiche
Organizzazione per un uso più facile
Il libro è suddiviso in due parti principali: (1) un piano completo di assistenza per ciascuna diagnosi infermieristica NANDA e
(2) un elenco di condizioni mediche, chirurgiche, psichiatriche,
perinatali e pediatriche, ciascuna accompagnata da relative diagnosi infermieristiche e problemi collaborativi normalmente associati a tali condizioni. Questa organizzazione permette all’infermiere di dare avvio alla pianificazione dell’assistenza considerando la diagnosi infermieristica o la condizione medica.
Suggerimenti per l’utilizzo delle diagnosi NANDA
I suggerimenti degli autori aiutano a chiarire le denominazioni
delle diagnosi infermieristiche e forniscono consigli su come esse possano essere meglio utilizzate.
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Organizzazione delle caratteristiche definenti
Le caratteristiche definenti sono state suddivise nelle due categorie «soggettive» e «oggettive» e ivi inserite in ordine alfabetico. La NANDA ha abbandonato la classificazione secondo le categorie «maggiori», «minori» e «critiche».
Facilità nella personalizzazione
Ciascun piano di assistenza è completo e permette all’infermiere di selezionare i contenuti più coerenti con la situazione e la
condizione dell’assistito. Ogni diagnosi infermieristica comprende fattori correlati o di rischio che forniscono elementi utili
per adattare con facilità il piano di assistenza alla specifica situazione dell’assistito.
La creatività dell’infermiere permetterà poi di personalizzare gli
obiettivi, gli interventi e i fattori correlati o di rischio standardizzati per ciascun assistito.
Attività infermieristiche per l’accertamento,
l’educazione e la collaborazione
Le attività infermieristiche sono raggruppate nei paragrafi Attività di accertamento, Attività di relazione ed educazione
dell’assistito e della famiglia, Attività collaborative e Altre
attività. Questo rende più facile individuare una particolare
attività e permette all’infermiere di prendere in esame tutti i tipi di attività.
Percorsi clinici
Viene presentata una discussione aggiornata sulle diagnosi infermieristiche e i percorsi clinici, insieme con un esempio di piano di cura multidisciplinare.
Destinatari
Questa guida tascabile intende facilitare la stesura dei piani di
assistenza da parte di:
– studenti infermieri;
– infermieri che operano nei diversi ambiti clinici e organizzativi;
– infermieri clinici specialistici;
– infermieri docenti.
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INTRODUZIONE
Riferimenti storici
Nel 1973 l’Associazione Americana degli Infermieri (ANA, American Nurses Association) approvò l’adozione delle diagnosi infermieristiche. Quello stesso anno, infermieri clinici, educatori, ricercatori e teorici di ogni area della pratica si coalizzarono per dare
una definizione alle condizioni normalmente osservate nella pratica assistenziale. Dopo quell’inizio, la North American Nursing
Diagnosis Association (NANDA) si costituì come istituzione ufficiale per la promozione, la revisione e come punto di raccolta ed elaborazione delle diagnosi infermieristiche utilizzate dagli infermieri nella pratica assistenziale. I membri della NANDA si riuniscono
ogni due anni. L’elenco attuale è composto da 1502 diagnosi, ma
sarà senza dubbio ampliato a mano a mano che gli infermieri
esploreranno ampiezza e profondità della pratica infermieristica.
Con l’espandersi dell’elenco delle diagnosi, la NANDA ha sviluppato un sistema di classificazione, o tassonomia (Taxonomy I,
Revised, 1992, p. 1) per organizzare le denominazioni diagnostiche. La tassonomia attuale si trova nell’Appendice B. Il lavoro
della NANDA continua per risolvere alcuni problemi (per
esempio, esistono sovrapposizioni tra denominazioni diagnostiche diverse). È in corso di sviluppo una nuova tassonomia
completa (Taxonomy II). È molto probabile che essa possa essere
completata e approvata entro l’anno 2000.
La NANDA sta lavorando con l’ANA e altre organizzazioni per
includere la tassonomia in altri sistemi di classificazione, per
esempio nella World Health Organization International Classification of Disease (ICD). Gli articoli relativi alle diagnosi NANDA
sono al momento indicizzati nel Cumulative Index of Nursing and
Allied Health e presso la National Library of Medicine Medical Metathesaurus for a Unified Medical Language.
La crescente informatizzazione dei dati degli assistiti richiede
una standardizzazione del linguaggio per la descrizione dei
problemi. Le diagnosi infermieristiche rispondono a questa esigenza e aiutano a chiarire lo scopo della pratica infermieristica
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Le diagnosi infermieristiche della NANDA, anno 2003, sono 167 (N.d.C.).
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attraverso la descrizione di condizioni che gli infermieri possono trattare autonomamente. Le diagnosi infermieristiche mettono in evidenza il ragionamento diagnostico e il processo decisionale, fornendo una terminologia consistente e universale all’interno del mondo infermieristico nei diversi contesti lavorativi (ospedali, cliniche, ambulatori e libera professione).
Il processo di assistenza in relazione
alle diagnosi infermieristiche
Il processo di assistenza fornisce una struttura per la pratica infermieristica, una sorta di «griglia» nell’ambito della quale l’infermiere può utilizzare le proprie conoscenze e abilità per prendersi
cura dell’assistito. Il processo di assistenza infermieristica è utilizzato continuamente nella pianificazione e nell’attuazione dell’assistenza. L’infermiere considera l’assistito come la figura centrale
nel piano di cura e trova conferma dell’appropriatezza di tutti gli
aspetti dell’assistenza infermieristica osservandone la risposta.
L’accertamento (chiamato anche raccolta dati) è la fase iniziale del
ragionamento diagnostico e del momento decisionale che porta
alla definizione della diagnosi infermieristica. Per validare la diagnosi, l’infermiere utilizza la definizione e le caratteristiche definenti. Una volta determinata la diagnosi infermieristica e i fattori
correlati o i fattori di rischio, nasce il piano di assistenza. L’infermiere rileva gli obiettivi-risultato (NOC) pertinenti per l’assistito,
considerando le percezioni e i suggerimenti dell’assistito stesso riguardo agli obiettivi-risultato, quando possibile. Quindi pianifica
insieme all’assistito le attività (NIC) che lo aiuteranno a raggiungere gli obiettivi stabiliti. Infine, dopo l’attuazione delle attività
infermieristiche, saranno valutati il piano di assistenza e i progressi dell’assistito. La diagnosi infermieristica è ancora appropriata? L’assistito ha raggiunto gli obiettivi desiderati? Gli intervalli stabiliti e le date degli obiettivi sono ancora appropriate e
realistiche? Ci sono interventi non più necessari? Si rivede quindi
il piano di assistenza personalizzato in base alle necessità.
Standard assistenziali
e diagnosi infermieristiche
Le diagnosi infermieristiche pianificate e gli standard assistenziali sono correlati. Gli standard sono definiti per gruppi di persone
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Introduzione
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per i quali è possibile fare previsioni generalizzate. Essi orientano
gruppi di interventi infermieristici per specifici gruppi di persone
(per esempio, per tutti coloro che abbiano subìto una ricostruzione totale dell’anca). Laddove vi siano standard scritti, la pianificazione delle diagnosi infermieristiche non viene usata per comunicare gli interventi infermieristici routinari. La pianificazione
delle diagnosi infermieristiche si adotta invece per i problemi di
tipo eccezionale, non gestibili con gli standard.
Il Case management e i percorsi clinici
L’innalzamento dei costi e la necessità di una riforma del sistema di assistenza sanitaria hanno portato a una ristrutturazione
dei tradizionali modelli assistenziali. Due sistemi clinici multidisciplinari che sono emersi sono il Case management (gestione
del caso) e il Managed care (gestione del quadro clinico).
Il Case management
Il Case management è un sistema mediante il quale un infermiere
coordina l’assistenza di un gruppo ad alto rischio. Si tratta in sostanza dei casi particolari, fuori dal comune, di assistiti le cui condizioni cambiano frequentemente e in modo imprevedibile e i cui
bisogni non possono essere gestiti con gli standard o con un normale percorso clinico. Il Case manager è spesso un infermiere specializzato, che si concentra sui ruoli e sulle relazioni e fornisce coordinamento per gli assistiti e le famiglie in tutti i contesti nei
quali questi ricevono assistenza.
Percorsi clinici e Managed care
Il Managed care è utilizzato per standardizzare la pratica assistenziale nei casi più comuni che si trovano nei reparti di cura.
Per esempio, il caso-tipo di un’unità operativa di cardiologia
potrebbe essere l’infarto del miocardio o il cateterismo cardiaco.
Nel Managed care si usa uno strumento chiamato percorso clinico (clinical path), una guida per raggiungere gli obiettivi prevedibili del cliente entro un determinato intervallo di tempo. Il
percorso clinico è un piano di assistenza multidisciplinare che
definisce le attività cruciali da attuarsi da parte dell’infermiere,
del medico e degli altri componenti del team sanitario in un
tempo prestabilito, in riferimento agli obiettivi-risultato fissati
per l’assistito (vedi figura a pag. xvi).
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Nel sistema a Managed care, la standardizzazione dei percorsi clinici sostituisce i piani di assistenza tradizionali per molti assistiti.
Alcuni reparti di cura hanno integrato le diagnosi infermieristiche direttamente all’interno dei percorsi clinici. Altri usano le diagnosi infermieristiche per definire le variazioni e ampliare un
piano personalizzato per il raggiungimento di obiettivi riveduti.
Una variazione può essere necessaria quando gli obiettivi desiderati non sono raggiunti nel tempo prestabilito.
Le diagnosi infermieristiche integrate nel percorso clinico. Per
esempio, quando si integra una diagnosi infermieristica in un
percorso clinico per una recente diagnosi di diabetico insulinodipendente, la seguente diagnosi potrà essere inserita nel piano
di assistenza multidisciplinare prestampato:
• Gestione inefficace del regime terapeutico, correlata a limitate informazioni e abilità pratiche, come dimostrato da riferimenti
verbalizzati di limitata conoscenza, non accurata osservanza
delle istruzioni e imprecisa dimostrazione pratica.
• Gli obiettivi del cliente possono prevedere che in 3 giorni egli
sia in grado di riconoscere i segni e sintomi di ipo/iperglicemia e in 5 giorni sia capace di autosomministrarsi la dose richiesta di insulina.
Le diagnosi infermieristiche usate per definire le variazioni.
In questo sistema, il percorso clinico per una diagnosi recente di
diabete insulino-dipendente non includerebbe una diagnosi infermieristica, ma piuttosto comprenderebbe l’elencazione dei
teaching needs (bisogni educativi) per ogni giorno. Se l’assistito
in quinta giornata non avesse raggiunto l’obiettivo-risultato
dell’autosomministrazione, si dovrà identificare e analizzare
questa variazione. A questo punto, si potrebbe utilizzare la diagnosi infermieristica di Gestione inefficace del regime terapeutico...
per personalizzare il piano di assistenza relativo a questa variante dell’assistito rispetto al percorso clinico.
Anche nelle organizzazioni sanitarie che utilizzano il sistema di
Managed care il processo di assistenza è utilizzato per pianificare
e consegnare all’assistito il percorso di cura previsto dal piano
multidisciplinare; le diagnosi infermieristiche sono preziose in
un percorso clinico di assistenza per soddisfare i singoli bisogni
di un assistito. È molto importante che l’infermiere oggi sia
esperto nell’utilizzo delle diagnosi infermieristiche per identificare efficacemente i problemi di assistenza infermieristica e indirizzarli all’interno del team multidisciplinare.
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PIANI DI ASSISTENZA
E DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
Questo libro è organizzato in due parti: “Piani di assistenza” e
“Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi infermieristiche e ai
problemi collaborativi”; di seguito si trovano le informazioni relative, con alcuni esempi di uso.
Piani di assistenza
Ciascun piano di assistenza include una denominazione di diagnosi infermieristica, la sua definizione, le caratteristiche definenti, i fattori correlati o di rischio, i suggerimenti per l’uso della diagnosi nei piani di assistenza, le diagnosi alternative suggerite, gli obiettivi-risultato NOC, i criteri di risultato, gli interventi infermieristici prioritari NIC e le attività infermieristiche (vedi figura a pagina xvi).
I piani di assistenza con le diagnosi infermieristiche sono organizzati in ordine alfabetico al fine di facilitare la ricerca dei titoli diagnostici. Le diagnosi sono formulate in modo che la prima
parola del titolo indichi il concetto chiave. Per esempio, è più facile trovare nell’indice la diagnosi Deficit nella cura di sé, se scritta come Cura di sé, deficit nella.
Diagnosi infermieristiche
La diagnosi infermieristica è costituita da un titolo conciso che
descrive le condizioni dell’assistito osservate nella pratica. Queste condizioni possono essere descritte in presenza di problemi di
salute reali o potenziali. Utilizzando la terminologia NANDA, i
problemi di salute potenziali sono citati come “Rischio di”. L’Appendice C contiene un elenco di termini “qualificativi” usati in
molti dei titoli diagnostici (per esempio, “acuto”, “alterato”, “ridotto”). Si potranno aggiungere altri aggettivi, se necessario, per
rendere le diagnosi precise e descrittive.
Definizione
La definizione aiuta l’infermiere a verificare una particolare diagnosi infermieristica. Se non diversamente specificato, le definizioni di questo testo sono state prese dalla tassonomia NANDA.
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Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC
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Termoregolazione inefficace
(1.2.2.4) (1986)
DEFINIZIONE
Temperatura che fluttua tra l’ipotermia e l’ipertermia.
La definizione aiuta
a verificare la diagnosi
Caratteristiche definenti
Oggettive
Arrossamento cutaneo
Aumento della frequenza respiratoria
Brividi (lievi)
Calore al tatto
Convulsioni
Cute fredda
Ipertensione
Letto ungueale cianotico
Pallore (moderato)
Piloerezione
Riduzione della temperatura corporea al di sotto del range normale
Riempimento capillare rallentato
Tachicardia
Variazioni della temperatura corporea al di sopra o al di sotto
del range normale
Fattori correlati
Età avanzata
Fluttuazioni della temperatura ambientale
Immaturità
Trauma o malattia
Suggerimenti per l’uso
Questa diagnosi è più appropriata per persone che sono particolarmente vulnerabili alle condizioni ambientali (per esempio,
neonati e anziani).
Riferimenti trasversali
alle diagnosi alternative
Guida alla selezione degli
obiettivi NOC importanti
per l’assistito, in un linguaggio
standardizzato.
Le caratteristiche definenti
si dividono in «soggettive»
e «oggettive»
Vi sono diversi
possibili fattori correlati
in una diagnosi reale
Chiarimenti e suggerimenti
per l’utilizzo della diagnosi
Diagnosi alternative suggerite
1. Ipertermia
2. Ipotermia
3. Temperatura corporea, rischio di squilibrio della
NOC Obiettivi-risultato
infermieristici suggeriti
Termoregolazione: equilibrio tra produzione, aumento e perdita di calore
Termoregolazione: neonato: equilibrio tra produzione, aumento e perdita di calore durante il periodo neonatale
Obiettivi-risultato (NOC)
dichiarati per la valutazione
dei risultati
Criteri di risultato
Guida alla selezione degli
interventi infermieristici (NIC)
più importanti mediante
un linguaggio standardizzato
NIC Interventi infermieristici prioritari
Selezione tra le molte attività
infermieristiche che aiutano
l’assistito a raggiungere
ciascun obiettivo-risultato.
Per criteri di risultato e scopi specifici, fare riferimento ai Criteri di risultato per le diagnosi Ipertermia, pag. 239, Ipotermia,
pag. 333 e Rischio di squilbrio della temperatura corporea, pagg.
615-616
Regolazione della temperatura: raggiungere e/o mantenere la
temperatura corporea entro i range di normalità
Regolazione della temperatura intraoperatoria: raggiungere
e/o mantenere la temperatura corporea desiderata durante
l’intervento chirurgico
Attività infermieristiche
Le attività infermieristiche si concentrano sull’insegnamento finalizzato alla prevenzione di una termoregolazione inefficace e
sul mantenere una normale temperatura corporea agendo su
fattori esterni, come i vestiti e la temperatura della stanza. Fare
riferimento alle Attività infermieristiche per le diagnosi Rischio
di squilibrio della temperatura corporea, pagg. 616-617, Ipertermia,
pagg. 330-331, e Ipotermia, pagg. 334-335
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Piani di assistenza e diagnosi infermieristiche
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Caratteristiche definenti
Le caratteristiche definenti sono i segni e i sintomi; sono gli elementi determinanti che descrivono il comportamento dell’assistito, osservato dall’infermiere (oggettive) o riferito dall’assistito
stesso o dalla famiglia (soggettive). Dopo l’accertamento, l’infermiere organizza le caratteristiche definenti all’interno di un modello concettuale di assistenza infermieristica (per esempio Gordon, vedi Appendice A) significativo per il problema dell’assistito. Solitamente, la presenza di due o tre caratteristiche definenti
permette di confermare una diagnosi infermieristica.
In questo testo sono state incluse tutte le caratteristiche definenti della NANDA, non più suddivise in «minori», «maggiori» e
«critiche». Tale semplificazione è stata adottata in base alle seguenti esigenze: (a) lo sviluppo di software per la gestione delle
diagnosi infermieristiche, (b) lo sviluppo delle diagnosi e (c) il
lavoro di classificazione.
Fattori correlati
I fattori correlati denotano una connessione tra le diagnosi infermieristiche. Tali fattori possono essere descritti come correlato a,
antecedente a, associato con o contribuente a rispetto alla diagnosi. I fattori correlati indicano le situazioni a cui è associata la
diagnosi e i cambiamenti che l’assistito deve fare per ritornare a
un livello di salute ottimale, aiutando in questo modo l’infermiere a individuare gli interventi infermieristici (NIC) più efficaci.
Per esempio, per la diagnosi di Intolleranza all’attività, le attività
infermieristiche per una persona il cui fattore correlato è l’aritmia possono essere differenti rispetto a quelle necessarie per un
assistito il cui fattore correlato è il dolore cronico.
Fattori di rischio
I fattori di rischio si trovano solo nelle diagnosi infermieristiche di «rischio». Nello sviluppo del piano di assistenza, sono
simili alle caratteristiche definenti. Essi descrivono eventi e
comportamenti che pongono la persona a rischio e suggeriscono interventi per proteggerla. Per esempio, un anziano a cui sia
stato diagnosticato un Rischio di trauma può presentare i seguenti fattori di rischio: debolezza, vista debole, difficoltà di
equilibrio, pavimento scivoloso o scendiletto non fissato. Questo gruppo di fattori di rischio può diventare eziologia al trauma e suggerisce gli interventi NIC per prevenire le cadute.
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Diagnosi infermieristiche con NOC e NIC
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Suggerimenti per l’uso
Per le diagnosi problematiche sono inclusi chiarimenti e suggerimenti per un uso appropriato e per la differenziazione da altre
diagnosi simili.
Diagnosi alternative suggerite
Le diagnosi alternative suggerite sono altre diagnosi infermieristiche da prendere in considerazione quando si identifica il problema di salute dell’assistito. Se l’analisi della definizione e delle caratteristiche definenti indica che una diagnosi corrisponde
solo in parte ai dati dell’assistito, l’infermiere deve considerare
come opzioni le diagnosi alternative suggerite. Questo è particolarmente utile per l’infermiere per familiarizzare con le diverse sfumature di ogni diagnosi infermieristica.
NOC – Obiettivi-risultato infermieristici suggeriti
Per ogni diagnosi NANDA, sotto questo titolo sono elencati gli
«obiettivi-risultato infermieristici suggeriti» (NOC) che la Iowa
Outcomes Project ha identificato come i più probabili da monitorare nella persona con quella determinata diagnosi. Gli obiettivi-risultato (NOC) sono concetti neutrali che riflettono lo stato e il
comportamento dell’assistito (per esempio, la memoria, il coping,
il riposo). Essi sono elementi che l’infermiere può utilizzare insieme agli indicatori per definire i punti di arrivo fissati per un determinato assistito. Gli indicatori sono i comportamenti specifici
per misurare i risultati ottenuti dall’assistito.
Enunciazione dei criteri di risultato
Ogni diagnosi infermieristica include anche esempi di criteri di
risultato che sono stati sviluppati in seguito all’utilizzo degli
obiettivi-risultato (NOC), degli indicatori di risultato e delle scale di valutazione. I criteri di risultato permettono di valutare i
comportamenti misurabili o osservabili dell’assistito e della famiglia. Per esempio, per valutare l’orientamento cognitivo di un
assistito, l’infermiere può utilizzare i seguenti indicatori:
• riconosce la propria identità (spesso), su scala da 1 a 5 spesso è 4;
• riconosce altre persone significative (qualche volta), su scala
da 1 a 5 qualche volta è 2;
• riconosce il luogo dove si trova (spesso), su scala da 1 a 5
spesso è 4.
Si useranno tutti gli obiettivi-risultato (NOC) e i criteri di risultato ritenuti necessari. Se ne occorre più di uno, si farà riferi-
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mento al manuale Moorhead S., Johnson M., Maas M., Nursing
Outcomes Classification (NOC), 3a ed., Mosby, St. Louis, 2004.
I criteri di risultato per l’assistito, come tutti i componenti del
processo di pianificazione dell’assistenza, sono dinamici, quindi
cambiano frequentemente. Gli obiettivi specifici personalizzati
sono critici perché sono usati per valutare la risposta all’assistenza e il successo del piano di assistenza infermieristico.
L’infermiere deve essere realistico quando prevede i criteri di risultato per un assistito e deve tenere presente che solo una parziale
modifica del comportamento può spesso essere l’unico risultato
raggiungibile. Con la riduzione dei tempi di ospedalizzazione, l’infermiere di area domiciliare può aiutare gli assistiti a raggiungere
gli obiettivi dopo la dimissione dall’ospedale. Al momento della
dimissione, l’infermiere può iniziare con l’assistito la definizione
degli obiettivi-risultato (NOC) che devono ancora essere raggiunti,
tenendo conto delle risorse presenti nel contesto domiciliare.
Bisogna specificare sempre una scadenza e una frequenza di
documentazione per registrare il raggiungimento degli obiettivi
dell’assistito.
La scadenza indica la data entro cui si stima che l’assistito possa
raggiungere gli obiettivi; essa è flessibile e specifica per il singolo assistito. La frequenza di documentazione definisce gli intervalli a cui devono essere registrati i progressi rispetto a ogni criterio di risultato. Questo intervallo deve essere determinato durante l’accertamento iniziale e può essere cambiato man mano
che l’assistito si avvicina all’obiettivo finale. Per esempio, per
un piano di assistenza per Affaticamento, gli intervalli di registrazione per l’obiettivo “Mantenere una nutrizione adeguata”
può essere specificato come “3 volte al giorno”. Questo significa
che la rilevazione deve essere attuata tre volte al giorno, dopo i
pasti principali, fino al raggiungimento dell’obiettivo.
NIC Interventi infermieristici prioritari
La classificazione degli interventi infermieristici (NIC) suddivide
in categorie le attività infermieristiche utilizzando un linguaggio
standard. Gli «interventi infermieristici prioritari (NIC)» sono il
frutto della ricerca condotta dallo Iowa Intervention Project Team,
che li indica come i trattamenti da scegliere per una particolare
diagnosi infermieristica (NIC, 1996). Tali interventi sono i più efficaci per la risoluzione del problema, ma questo non significa
che siano gli unici interventi praticabili. Deve sempre essere considerata una grande varietà di interventi. Nella terminologia
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NIC, gli «interventi» sono classificati sotto titoli ampi che definiscono categorie generali. Questi titoli sono stati collegati alle denominazioni delle diagnosi NANDA attraverso un processo sistematico sottoposto al giudizio di esperti nella pratica e nella ricerca infermieristica.
Attività infermieristiche
Nella terminologia NIC, le azioni specifiche di pertinenza dell’infermiere (per esempio, rilevare i segni vitali, monitorare le entrate e
le uscite) sono chiamate attività.
Gli interventi infermieristici prioritari NIC orientano l’infermiere a
considerare tutte le attività infermieristiche relative a questi interventi. Ulteriori specifiche attività infermieristiche possono essere
trovate nel testo: McCloskey Dochterman J., Bulechek G.M., Nursing Interventions Classification (NIC), 4a ed., Mosby, St. Louis, 2004.
Di seguito si presenta un esempio di come gli interventi infermieristici prioritari NIC possano guidare il piano di assistenza per la
diagnosi infermieristica di Affaticamento.
1. Nel piano di assistenza per Affaticamento, si può osservare che
l’intervento infermieristico prioritario NIC è “Gestione dell’energia”. La definizione di questo intervento è descritta nel seguente modo: “Regolamentare l’uso dell’energia per trattare o
prevenire l’affaticamento e ottimizzare le funzioni”.
2. Consultare la sezione “Attività infermieristiche” per trovare le
attività che possono accompagnare l’intervento di “Gestione dell’energia”, in modo da individuare quelle che riguardano in modo specifico la regolamentazione dell’energia e trattano o prevengono l’affaticamento, come descritto nel seguente esempio.
Possibili attività:
• pianificare le attività che rendono minimo l’affaticamento
dell’assistito e/o della famiglia. Il piano può includere la
definizione di piccoli obiettivi realistici e raggiungibili per
l’assistito per diminuire l’affaticamento;
• incoraggiare l’assistito a riferire le attività che aumentano
l’affaticamento;
• discutere con l’assistito e/o i familiari le possibilità di modificare l’ambiente domestico per mantenere le attività
abituali e ridurre l’affaticamento;
• insegnare come organizzare il tempo e come gestire le tecniche per ridurre l’affaticamento.
3. Infine, esaminare le altre attività infermieristiche per Affaticamento.
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Ci possono essere altre attività oltre a quelle per “Gestione dell’energia” che possono risultare utili, in riferimento all’eziologia
del problema dell’assistito e ai suoi bisogni individuali.
Sarà possibile trovare le attività infermieristiche più efficaci in base al grado di affaticamento dell’assistito mediante i passaggi 1, 2
e 3. Comunque, si potranno confrontare le attività infermieristiche scelte con quelle descritte nell’elenco degli interventi e delle
attività nel manuale Nursing Interventions Classification. Nel manuale NIC, sotto il titolo degli interventi per “Gestione dell’energia” vi sono altre specifiche attività infermieristiche che completano la “Gestione dell’energia”. Di seguito si indicano tre esempi:
• pianificare le attività nei periodi in cui la persona ha più energia;
• incoraggiare il riposo pomeridiano, se indicato;
• assistere la persona nel programmare il resto del tempo.
In aggiunta agli Interventi infermieristici prioritari, il manuale
NIC offre un elenco di altri interventi infermieristici per la diagnosi di Affaticamento, come “Promuovere gli esercizi” e “Aumentare il sonno”. Possono essere utilizzate anche le attività infermieristiche relative a questi interventi.
Le prescrizioni/attività infermieristiche devono essere mirate
all’eziologia della diagnosi infermieristica dell’assistito. Dall’elenco delle attività per ciascun piano di assistenza si dovranno
scegliere quelle applicabili alle condizioni dell’assistito e le si
dovranno adattare in modo che siano specifiche per l’assistito
stesso. In certe istanze, si troverà nell’attività infermieristica l’esortazione a “specificare il piano”, che ricorda di personalizzare
le prescrizioni infermieristiche. Con il variare delle condizioni
dell’assistito, altre attività potranno essere aggiunte, cambiate o
cancellate. Il continuo aggiornamento di questa parte del piano
di assistenza è essenziale.
Guida alle condizioni cliniche
e ai problemi collaborativi
La seconda parte di questo manuale è strutturata in modo da aiutare gli infermieri a concentrarsi sugli accertamenti da intraprendere quando la condizione clinica dell’assistito è stata definita ma
non sono ancora state stabilite le diagnosi infermieristiche appropriate. In questa parte sono elencate le condizioni cliniche, chirurgiche, psichiatriche, perinatali e pediatriche con le diagnosi infermieristiche e i problemi collaborativi associati più frequenti.
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Diagnosi infermieristiche
Le diagnosi infermieristiche elencate sono quelle che maggiormente ricorrono in presenza di una particolare condizione clinica. Naturalmente, una persona con una particolare condizione
clinica non avrà tutte le diagnosi infermieristiche elencate. Dovranno essere selezionate solo le diagnosi infermieristiche confermate dai dati dell’accertamento. Inoltre, questi elenchi non
devono essere considerati esaustivi. È invece possibile che un
malato con una particolare condizione clinica possa presentare
diagnosi infermieristiche non inserite nell’elenco. Poiché le diagnosi infermieristiche rappresentano comportamenti umani
unici, non possono essere predefinite solamente in base alla
condizione clinica.
Problemi multidisciplinari (collaborativi)
I problemi multidisciplinari, d’altro canto, sono associati a una
specifica condizione clinica. Secondo Carpenito (1997), i problemi collaborativi sono complicanze fisiologiche associate a una particolare condizione clinica, che l’infermiere può trattare solo in collaborazione con altri professionisti. È responsabilità dell’infermiere monitorare l’assistito con lo scopo di individuare l’insorgenza di
un problema collaborativo, attuando interventi sia su prescrizione medica sia su prescrizione infermieristica per prevenire o
ridurre le complicanze. Poiché esiste un numero limitato di
complicanze fisiologiche possibili per ogni particolare malattia,
in genere si incontrano sempre gli stessi problemi collaborativi
ogniqualvolta si abbia una particolare patologia o trattamento;
in altri termini, ciascuna malattia o trattamento presenta particolari complicanze che insorgono sempre in associazione con
essa.
Prima di stabilire un piano di assistenza personalizzato con diagnosi infermieristiche, l’infermiere deve identificare anche i problemi collaborativi dell’assistito. Questi guideranno i comuni accertamenti e l’assistenza preventiva che tutte le persone con
quella diagnosi medica devono ricevere, una specie di percorso
clinico. Nella sezione “Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi
infermieristiche e ai problemi collaborativi” (pag. 652) sono inclusi problemi collaborativi per ogni condizione presente.
Fare riferimento anche all’Appendice D [“Problemi multidisciplinari (Collaborativi) associati a malattie e altre alterazioni fisiologiche”], all’Appendice E [“Problemi multidisciplinari (collaborativi) associati a indagini e trattamenti”] e all’Appendice F
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[“Problemi multidisciplinari (collaborativi) associati a trattamenti chirurgici”], rispettivamente alle pagine 784, 793 e 794.
L’elenco delle condizioni cliniche non comprende le malattie rare e inusuali, per cui può essere necessario fare riferimento a un
titolo più generale. Per esempio, la diagnosi medica per un assistito può essere Sclerodermia. Trattandosi di una malattia rara,
l’infermiere dovrà cercare sotto il titolo generale “Malattie autoimmuni” e prendere in considerazione le diagnosi infermieristiche che vi sono elencate.
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COME CREARE UN PIANO DI ASSISTENZA
CON LE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE
Il seguente esempio mostra come utilizzare questo libro per
creare un piano di assistenza personalizzato per un assistito.
Situazione
La signora B., di 75 anni, è stata trasferita dall’unità di chirurgia
a un reparto di degenza in seguito a una riduzione con fissazione dell’anca. L’anamnesi indica che la signora vive sola in un appartamento. Suo marito è deceduto 10 anni fa. Lei ha molti amici
ed è coinvolta in attività sociali presso il locale centro per anziani. La signora ama camminare e andare in bicicletta. L’attuale ricovero in ospedale è il risultato di una caduta dalla bicicletta.
Le prescrizioni mediche post-operatorie sono le seguenti:
• Catetere Foley con drenaggio a caduta.
• Soluzione di NaCl 2% con KCl 20 mEq da infondere in 8 ore.
• Solfato di morfina 1-2 mg, EV push, in 15 minuti fino al raggiungimento dell’effetto e fino a un massimo di 10 mg in 1 ora.
• Phenergan 25 mg IM ogni 4-6 ore se insorge nausea.
• Controllo dell’emocromo e degli elettroliti la mattina seguente.
• Trapezio sopra la testata del letto.
• Ruotare la persona dal dorso al lato sano ogni 1-2 ore.
• Ridurre la pressione del materasso per alleviare la pressione
sulle prominenze ossee.
• Ambulare con assistenza al mattino e quando necessario.
Accertamento
Ore 16:00 – Gli iniziali accertamenti infermieristici che seguono
dopo il ricovero presso l’unità di degenza indicano che la signora B. dorme regolarmente, i segni vitali sono entro i limiti di
norma, la medicazione chirurgica è asciutta e intatta. Dal catetere Foley sono drenate urine chiare e ambrate. La terapia EV è infusa ai dosaggi prestabiliti; la cute è calda e asciutta.
Ore 17:30 – L’infermiere entra nella stanza e controlla i segni vitali e trova la signora B. che cerca di scendere dal letto “perché
deve andare al bagno”. L’infermiere ricorda alla signora B. che è
in ospedale, ha subìto un intervento chirurgico all’anca e ha un
catetere vescicale. La reazione della signora B. indica che essa è
disorientata nello spazio e nel tempo.
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Come creare un piano di assistenza con le diagnosi infermieristiche
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Diagnosi
Dopo l’accertamento della signora B., l’infermiere identifica i segni
di alterata mobilità, disorientamento, terapia antalgica e cambiamento ambientale. Queste caratteristiche definenti sembrano abbinabili alla diagnosi infermieristica di Rischio di lesione. La definizione di Rischio di lesione è: “Stato in cui la persona è a rischio di lesione a causa di condizioni ambientali che interagiscono con le sue risorse adattive e difensive”. L’infermiere considera le diagnosi suggerite per valutare se si può trovare una diagnosi migliore e osserva la definizione e le caratteristiche definenti per Disturbo della percezione sensoriale, Inefficace perfusione tessutale, Rischio di trauma, Rischio di compromissione dell’integrità cutanea. Dopo aver valutato le
alternative, l’infermiere decide di utilizzare la più generica diagnosi infermieristica di Rischio di lesione correlata ad alterata mobilità, disorientamento, terapia antalgica e cambiamento ambientale.
NOC Obiettivi-risultato suggeriti
Allo scopo di focalizzare gli obiettivi-risultato da condividere
con la signora, l’infermiere parte dagli obiettivi-risultato NOC
suggeriti per Rischio di lesione: Parentali (Sicurezza sociale),
Controllo del rischio e comportamento sicuro (Prevenzione delle cadute). Dopo aver letto la definizione degli obiettivi e aver
fatto riferimento al manuale NOC, l’infermiere determina il
comportamento sicuro (prevenzione delle cadute) che è probabilmente il solo obiettivo necessario per il piano della signora B.
Dichiarazione dell’obiettivo-risultato
e dei criteri di risultato
Obiettivi. L’infermiere sceglie e modifica i seguenti obiettivi
dall’elenco completo degli obiettivi e degli indicatori NOC:
• Uso di restrizioni, se necessario (totalmente adeguato).
• Controllo dell’agitazione e del mancato riposo (moderatamente adeguato).
• L’assistito eviterà lesioni fisiche (totalmente adeguato).
Gli obiettivi-risultato sono osservabili e appropriati per la situazione della signora B. Gli intervalli di documentazione degli
obiettivi possono essere di circa 4 ore, con una durata di 1-2 giorni dopo l’intervento chirurgico, eccetto l’ultimo obiettivo, che dovrà essere osservato per “tutto il tempo”. La scadenza dell’obiet-
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tivo-risultato deve essere fissata sotto forma di data (per esempio, 30/1). La frequenza degli intervalli di documentazione e la
scadenza dell’obiettivo-risultato dovranno essere riviste almeno
giornalmente per valutarne l’appropriatezza.
Valutazione: l’infermiere può raccogliere i dati relativi ai primi
due obiettivi-risultato al fine di verificare i progressi nel controllo dei fattori di rischio della signora B. Lo stato dell’ultimo
obiettivo-risultato indicherà se gli interventi sono stati efficaci
nel prevenire i potenziali problemi — Rischio di lesione.
Interventi e attività infermieristiche
Successivamente l’infermiere seleziona gli interventi infermieristici. Gli interventi prioritari NIC possibili sono: Monitoraggio
elettronico fetale, Prevenzione delle cadute, Induzione del travaglio, Precauzioni d’uso per il lattice e Precauzioni nei confronti della ipertermia maligna. L’infermiere determina che solo
la Prevenzione delle cadute è applicabile alla Signora B.
Gli interventi NIC forniscono le indicazioni per poter scegliere
le attività infermieristiche, ma sono di per sé generali. Per formulare prescrizioni personalizzate per la signora B., l’infermiere seleziona le seguenti attività infermieristiche dall’elenco:
• identificare le caratteristiche ambientali che possono aumentare il rischio potenziale di cadute (NIC);
• riportare immediatamente la persona assistita alla realtà e all’ambiente, se necessario;
• posizionare gli oggetti a portata dell’assistito (NIC);
• fornire alla persona dipendente mezzi per chiedere aiuto
(per esempio, campanelli o spie luminose) quando l’assistente non è presente (NIC).
Le attività elencate sono adeguate per rispondere al problema attuale della signora B. Se non lo fossero, l’infermiere dovrebbe fare
riferimento al manuale NIC per gli interventi addizionali agli Interventi prioritari (per esempio, sorveglianza o limitazione fisica).
Tutte le summenzionate prescrizioni infermieristiche possono
essere inserite nel piano di assistenza della signora B. Nel momento in cui gli interventi o le attività non sono più applicabili,
l’infermiere le cancella dal piano di assistenza e, se necessario,
inserisce nuove attività.
Questo esempio mostra il processo utilizzato per sviluppare un
piano di assistenza in riferimento a una diagnosi infermieristi-
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ca, ma anche altre diagnosi infermieristiche potrebbero risultare
appropriate per la signora B.
Creare un percorso clinico
Molto semplicemente, la creazione di un percorso clinico consiste nel combinare i piani di assistenza infermieristico, medico e
di altri professionisti, definendo un calendario comune. Sul piano devono comparire tutte le cure e i trattamenti e l’assistenza è
organizzata in giorni, settimane o addirittura in ore e minuti.
Per esempio:
Giorno 1
Obiettivi
Prescrizioni inferm.
Prescrizioni mediche
Giorno 2
Obiettivi
Prescrizioni inferm.
Prescrizioni mediche
Giorno 3
Obiettivi
Prescrizioni inferm.
Prescrizioni mediche
Il calendario (la linea del tempo) di un percorso clinico è diverso
per ciascuna istituzione e dipende dalla tipologia di persone assistite. In alcuni ospedali la riparazione di un’ernia può richiedere un soggiorno della durata di non oltre una notte (e quindi un
percorso clinico di due giorni); in altri può essere eseguita come
procedura in regime ambulatoriale, con il percorso clinico suddiviso in segmenti orari. Pertanto, in questo libro non si può dare
una standardizzazione del tempo per gli interventi previsti in
ordine alla pianificazione assistenziale di una diagnosi infermieristica. Comunque, nella creazione di un percorso clinico si possono usare i piani di assistenza nello stesso modo in cui si elabora il piano di intervento di una specifica diagnosi infermieristica.
1. Definire le diagnosi infermieristiche che competono alla tipologia di assistiti in questione (per esempio, operati di ernia)
nei periodi preoperatorio e postoperatorio – o in prima giornata, seconda giornata e così via. Fare riferimento per la stesura alla sezione Condizioni cliniche – Guida alle diagnosi
infermieristiche e ai problemi collaborativi.
2. Scegliere gli obiettivi-risultato per l’assistito e le attività infermieristiche per ciascun giorno (o ora), così come si farebbe
per un piano di assistenza standard. La differenza è che invece di un singolo piano di assistenza per una diagnosi infermieristica, si avrà essenzialmente un piano per ciascun giorno di degenza dell’assistito presso l’istituzione sanitaria. Fare
riferimento alla tabella che segue.
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Percorso clinico per un assistito
dopo colecistectomia laparoscopica
Data ________________
PRE-OPERATORIO
Data ________________
Prime 24 ore dopo
intervento chirurgico
Obiettivi
giornalieri
L’assistito riferirà di
aver compreso le informazioni preoperatorie e
la rotazione programmata...
L’assistito:
• sarà apiretico
• presenterà la ferita
asciutta, pulita
e i lembi...
Test e
trattamenti
Emocromo completo
Esame urine
Accertamento fisico di
base
Segni vitali e saturazione di O2, accertamento
neurovascolare, cambio
della medicazione…
Insufficiente
conoscenza
Orientare alla stanza e
agli spazi limitrofi. Includere la famiglia nell’educazione
Riorientare alla stanza e
alla routine postoperatoria, includendo la famiglia nell’educazione
Psicosociale
Accertare l’ansia correlata all’imminente intervento chirurgico
Accertare il livello
d’ansia
Incoraggiare la comunicazione verbale
Dieta
Nulla per os
Accertamento nutrizionale di base
Proseguire con dieta a
liquidi chiari
Attività
Attività libera fino alla
somministrazione della
premedicazione all’intervento chirurgico
Fornire precauzioni
di sicurezza
Garantire la precedenza
all’uso del bagno…
Terapia
Nessuna terapia per os
se non prescritto
Analgesici IM o EV
Terapia antibiotica se
prescritta
Trasferimento/
piano
di dimissione
Accertare il piano di dimissione e i sistemi di
supporto
Probabile dimissione
entro 24 ore dall’intervento chirurgico