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. A ﱯCapitolo 1 ﱰ br L’ambiente fisico ﱝﱜﱛ i S. p. PARTE II L’EUROPA ﱝﱜﱛ 1. IL TERRITORIO ig ht © Es se li L’Europa ha una superficie di 10.366.616 kmq. Si estende da nord a sud per circa 4.200 km, mentre la distanza che intercorre tra i bordi occidentali e quelli orientali del continente — rappresentati, rispettivamente, dalla costa atlantica e dalla catena degli Urali — si aggira intorno ai 5.600 km. Senza tener conto dei territori insulari, che occupano complessivamente un’area di circa 700.000 kmq, i punti estremi della massa continentale sono costituiti: — a nord dal Capo Nord, situato all’estremità settentrionale della penisola scandinava; — a est dalla costa del mar di Kara, in territorio russo; — a sud dal Capo Tarifa, in Spagna; — a ovest dal Capo da Roca, in Portogallo. L’intera area continentale risulta poi delimitata a nord dal mar Glaciale Artico, a ovest dall’oceano Atlantico, a sud dal mar Mediterraneo. Per quanto concerne invece i confini orientali, l’Europa è separata dall’Asia tramite i monti Urali, il mar Caspio e le depressioni create dai fiumi Manyč e Kuma, anche se in realtà si tratta di linee di demarcazione convenzionali, dal momento che, vista la possibilità di considerare l’Europa come una vera e propria appendice peninsulare dell’Asia, sarebbe più corretto riunire entrambi i continenti sotto l’unica denominazione di Eurasia. Vale la pena ricordare che anche la distanza minima tra Europa e Africa è assolutamente modesta, visto che corrisponde ai 14,5 km di larghezza minima dello stretto di Gibilterra (la cui larghezza massima è, invece, di 44 km). 2. PIANURE E RILIEVI C op yr Il continente europeo ha un’altitudine media di circa 340 m. Sebbene risulti abbastanza variegato per ciò che riguarda la dislocazione delle pianure e dei rilievi, può essere comunque suddiviso in quattro zone morfologiche principali: 1) le grandi pianure dell’Europa centro-settentrionale e orientale, le quali si estendono procedendo da ovest verso est. Infatti, a partire dal bassopiano francese, i territori pianeggianti proseguono con il bassopiano germanico e con la pianura polacca, per poi ampliarsi a dismisura nell’area occupata dalle fertilissime terre nere dell’Ucraina. A nord-est, infine, si trovano il bassopiano sarmatico, il bassopiano siberiano occidentale e il bacino di Mosca, quali componenti di un’immensa superficie pianeggiante delimitata a nord dai mari artici, a est dagli Urali, a sud-est dalle Alture del Volga e a sud-ovest dal Rialto centrale russo; . 190 A Libro terzo: Geografia - Parte II: L’Europa RILIEVI (m) (4.810) Massif des Écrins (4.102) Monte Rosa (4.634) Gran Paradiso (4.061) Cervino (4.478) Bernina (4.049) Finsteraarhorn (4.274) Monviso (3.841) Jungfrau (4.158) Grossglockner (3.797) C op yr Monte Bianco ig ht © Es se li br i S. p. 2) i rilievi dell’Europa settentrionale, a loro volta costituiti dalle Alpi scandinave e dalle alture che si ergono in Gran Bretagna (monti Cambrici, Pennini, Grampiani) e in Irlanda (monti Maumturk). Si tratta di montagne originatesi nel Paleozoico, cioè nell’era primaria compresa fra 530 e 245 milioni di anni fa, allorquando si verificò la cosiddetta orogenesi caledoniana (da Caledonia, antica denominazione latina della Scozia), che provocò il sollevamento delle catene montuose della Norvegia, della Scozia e dell’Irlanda settentrionale, le quali appaiono oggi abbondantemente spianate e levigate per via dell’azione erosiva svolta dagli agenti atmosferici nel corso dei millenni. Resta il fatto che tali montagne rappresentano alcuni dei nuclei più antichi dell’intero continente: quelle scandinave, in particolare, fanno addirittura parte del cosiddetto Scudo baltico, l’area territoriale, comprendente la Scandinavia e la pianura sarmatica, considerata in assoluto la più antica di tutta l’Europa, essendo costituita da rocce risalenti all’era archeozoica, compresa fra il periodo in cui si formò la Terra (circa 4,5 miliardi di anni or sono) e 530 milioni di anni fa; 3) i rilievi dell’Europa centrale, costituiti da montagne di modesta altitudine e con forme smussate, in quanto anche la loro origine risale al Paleozoico, in particolare al momento in cui si verificò la seconda orogenesi di quel periodo, denominata ercinica (da Ercinia, il termine di origine celtica con cui gli antichi romani indicavano i monti coperti di boschi corrispondenti all’attuale Selva Nera). Fanno parte di questo raggruppamento: Massiccio centrale, Giura, Vosgi, Ardenne e Cevenne in Francia; Selva Nera, Selva Turingia, Giura svevo-francone e Harz in Germania; Selva Boema, Sudeti, Alture Morave e Monti Metalliferi nella Repubblica Ceca; 4) i rilievi dell’Europa meridionale, i quali, essendosi formati circa 60 milioni di anni fa, esibiscono i tratti peculiari delle vette più giovani: altezze che mediamente superano i 2.500 3.000 m; versanti aspri e scoscesi; forme accidentate per via dell’intensa attività erosiva degli agenti esogeni. Tali sono appunto le caratteristiche attribuibili alle seguenti catene montuose: Pirenei e Cordigliera Betica (con la Sierra Nevada) nella penisola iberica; Alpi (dove si erge il Monte Bianco, che, con i suoi 4.810 m, rappresenta la vetta più alta d’Europa) e Appennini nella penisola italiana; Carpazi e Alpi Transilvaniche nell’Europa centro-orientale; Alpi Dinariche, Balcani, Rodope e Pindo nella penisola balcanica. A partire dall’Atlantico e procedendo lungo i bordi settentrionali del Mediterraneo questi sistemi montuosi si sviluppano da ovest verso est quasi ininterrottamente, essendo inframmezzati soltanto dalla Pianura Padana e dalla pianura ungherese. Inoltre, una volta superate le estreme propaggini meridionali delle terre nere ucraine, si congiungono al Caucaso e al Tauro Armeno, rilievi attraverso i quali arrivano infine a saldarsi alle catene himalaiane, con le quali i più giovani sistemi montuosi dell’Europa meridionale condividono, non a caso, lo stesso periodo geologico di origine. . 191 A Capitolo 1: L’ambiente fisico p. 3. I MARI E LE COSTE ht © Es se li br i S. L’Europa è bagnata da vaste distese marine, che si frazionano in numerosi mari. A nord il mar Glaciale Artico forma il mar Bianco e il mare di Barents, mentre dall’oceano Atlantico, le cui acque fredde si congiungono con quelle più calde e maggiormente salate del Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, prendono origine: il mar di Norvegia, fra la Scozia, l’Islanda e le coste occidentali della Scandinavia; il mare del Nord (in comunicazione con l’Atlantico tramite il canale della Manica), situato tra la Gran Bretagna e le coste di Scandinavia, Danimarca, Germania, Olanda e Belgio; il mar Baltico, fra le coste orientali della penisola scandinava e il continente; il mare d’Irlanda, situato tra le coste orientali dell’Irlanda e quelle occidentali della Gran Bretagna. Il mar Mediterraneo, a sua volta, si scompone in Mediterraneo occidentale (comprendente il mar Tirreno, il mar Ligure, il mar di Sardegna e il mare delle Baleari) e Mediterraneo orientale (che invece si articola in mar d’Africa, mar Ionio, mare Adriatico, mare Egeo e mare di Levante, quest’ultimo inteso come quello che bagna Turchia, Siria, Libano, Israele, Egitto e Cipro). A quelli fin qui ricordati occorre aggiungere il mar Nero, che bagna le propaggini meridionali dell’Ucraina e della Russia, nonché le coste orientali di Bulgaria, Romania e Turchia europea. Tramite lo stretto del Bosforo il mar Nero si collega al mare di Marmara, a sua volta in comunicazione con l’Egeo tramite lo stretto dei Dardanelli. Infine resta da menzionare il mar Caspio, che, essendo un bacino chiuso dell’Europa orientale, rappresenta, in realtà, un lago: anzi, il più vasto lago del mondo, con i suoi 371.000 kmq di superficie. Le fasce costiere bagnate dai mari fin qui citati hanno uno sviluppo complessivo di circa 38.000 km e si presentano estremamente variegate. Coste basse e sabbiose orlano prevalentemente l’Olanda, la Danimarca, la Germania e lunghi tratti dei litorali mediterranei, con particolare riferimento alla penisola italiana. Alte e frastagliate sono invece le coste individuabili là dove i rilievi sono più vicini ai litorali, mentre uno spettacolo sicuramente suggestivo è offerto dalle falesie che si affacciano sul canale della Manica, alte e a strapiombo sul mare (particolarmente famose le bianche scogliere di Dover). Fra le coste alte rientrano pure i valloni della Dalmazia, molto frastagliati; le rias della Galizia (Spagna) e della Corsica occidentale, costituite da profonde insenature scavate dalla penetrazione del mare in antiche valli fluviali; nonché i fiordi (caratteristici soprattutto della Norvegia e della Scozia), originati dall’ingresso delle acque marine in antiche valli glaciali e contraddistinti da alte pareti rocciose che scendono a precipizio sul mare. Tipici dei mari settentrionali, infine, sono i grandi estuari creati dai fiumi del nord Europa. ig 4. ISOLE E PENISOLE C op yr In rapporto all’intera estensione del continente le isole e le penisole occupano rispettivamente, con buona approssimazione, l’8% e il 27% della superficie europea. I territori insulari e peninsulari dell’Europa centro-occidentale si riducono, sostanzialmente, all’arcipelago delle Frisone, nel mare del Nord, e alle due penisole francesi della Bretagna e del Cotentin. Molto più significativa si presenta, invece, sotto questo profilo, l’area mediterranea. Infatti, fra le penisole spiccano l’iberica, l’italiana e la balcanica, alle quali si aggiunge, nel mar Nero, la penisola di Crimea. Fra le isole, a loro volta, vanno ricordate la Corsica, la Sardegna, la Sicilia, Creta, Eubea, Malta, nonché gli arcipelaghi delle Baleari, delle Cicladi e delle Sporadi, senza dimenticare le isole Ionie e della Dalmazia. Particolarmente ricca di territori insulari è l’area britannica, nella quale rientrano, oltre alle due isole maggiori di Gran Bretagna e Irlanda, i seguenti arcipelaghi: Orcadi, Ebridi, Shetland e Faer Øer, tutti situati a nord della Scozia. Sempre in riferimento alle zone più settentrionali del continente occorre citare le penisole di Scandinavia (politicamente suddivisa tra gli Stati di . 192 A Libro terzo: Geografia - Parte II: L’Europa S. p. Svezia, Norvegia e Finlandia, con la parte sud-orientale coincidente con un’ulteriore appendice peninsulare, alla quale è stato dato il nome di Scania), dello Jutland (compresa tra la Danimarca e parte della Germania), di Kola (tra il mar Bianco e il mare di Barents) e di Kanin (protesa nel mare di Barents). Per quanto concerne invece le aree insulari, nei mari settentrionali si trovano, oltre all’Islanda, anche l’arcipelago di Francesco Giuseppe (appartenente alla Russia e situato nel mar Glaciale Artico) e le isole Danesi, Svalbard (o Spitzbergen), di Götland, di Öland, di Saaremaa, cui vanno aggiunti gli arcipelaghi delle Lofoten, della Nuova Zemlja e di Äland. Saaremaa Islanda (102.820) Hinnøy Irlanda (84.420) Lesbo N. Zemlja Sett. (48.904) Senja Spitzbergen (39.435) Rodi N. Zemlja Merid. (33.275) Öland Sicilia (25.703) Sardegna (24.090) Corsica (8.681) Creta (8.259) Sjælland (7.031) Kolgujev (5.250) Eubea Götland se (2.198) (1.630) (1.590) (1.398) (1.344) (926) Langøy (860) Chio (842) Es Rügen Sørøy (816) Cefalonia (781) Kvaløy (737) (3.654) Corfù (592) (3.411) Man (588) (3.380) Usedom (445) (3.001) Veglia (Krk) (408) ht Vajgač (2.710) © Maiorca br (229.885) li Gran Bretagna i ISOLE (KMQ ) ig 5. FIUMI E LAGHI C op yr Pur essendo numerosi, i fiumi europei non reggono affatto il paragone con quelli degli altri continenti, sia per lunghezza del corso che per ampiezza di bacino. Ciò è dovuto alle particolari caratteristiche climatiche e morfologiche del continente europeo, in cui la scarsa intensità delle precipitazioni e la disposizione dei rilievi contribuiscono a limitare notevolmente la portata d’acqua e la lunghezza dei fiumi. Sotto il profilo idrografico l’Europa può essere distinta in tre grandi aree: 1) l’area settentrionale, corrispondente alla Scandinavia, alle estreme regioni settentrionali della Russia e all’arcipelago britannico, fortemente segnata dalle glaciazioni e ricca di corsi d’acqua che, pur essendo facilmente navigabili, gelano nei mesi invernali, con il conseguente e grave inconveniente delle piene che ne derivano. È questo il caso, ad esempio, dei fiumi russi Pečora e Dvina Settentrionale, entrambi tributari del mar Glaciale Artico. Tra i fiumi britannici può essere invece ricordato il Tamigi, che sfocia nel mare del Nord; . 193 A Capitolo 1: L’ambiente fisico © Es se li br i S. p. 2) l’area costituita dalle pianure che, dall’Atlantico, arrivano fino agli Urali, al mar Nero e al mar d’Azov, caratterizzata dalla presenza di fiumi che, potendo contare su un regime abbastanza regolare ed avendo l’opportunità di attraversare vasti territori pianeggianti e privi di grossi ostacoli naturali, si presentano quasi tutti abbastanza lunghi, ricchi d’acqua e facilmente navigabili anche per lunghi tratti. Fanno parte di questo raggruppamento, ad esempio, i fiumi del bassopiano sarmatico, fra i quali si possono citare la Neva e la Dvina Occidentale (tributari del Baltico), il Niemen (che termina in una caratteristica laguna) e, soprattutto, il fiume più lungo d’Europa: il Volga (3.531 km), che nasce dal Rialto del Valdai e sfocia nel Caspio con un vastissimo delta, che avanza nel mare di svariate decine di metri all’anno. Ampiezza di bacino e lunghezza del percorso contraddistinguono pure i fiumi che versano le proprie acque nel mar Nero, vale a dire il Dnepr, il Dnestr (che scorrono entrambi in Ucraina prima di arrivare al mare) e, soprattutto, il Danubio, che può vantare il primato di secondo fiume più lungo del continente (2.860 km), anche in virtù della cospicua quantità d’acqua che, attraversando l’Europa centro-orientale, riceve dai suoi numerosi affluenti (Drava, Sava, Morava, Tibisco, Inn etc.). Sfocia, invece, nel mar d’Azov il Don, che nasce dal Rialto centrale russo ed è collegato al Volga da un canale navigabile lungo 102 km. All’area in questione appartengono pure i fiumi del bassopiano polacco-germanico-francese, tributari del Baltico (Vistola e Oder), del mare del Nord (Elba, Weser, Reno, Mosa, Schelda), o dell’Atlantico (Loira, Garonna), mentre sfocia nel canale della Manica la Senna. Molti di questi corsi d’acqua, a loro volta, terminano con grandi estuari che ospitano alcuni dei maggiori porti europei, come Bordeaux (sulla Garonna), Le Havre (sulla Senna), Brema (sul Weser), Amburgo (sull’Elba), Anversa (sulla Schelda) e Rotterdam, il principale scalo portuale europeo, sorto sull’estuario del Lek (o Nuova Mosa), una delle tante diramazioni attraverso le quali il Reno sfocia nel mare del Nord. Vale la pena sottolineare, infine, che alcuni dei più importanti fiumi fin qui menzionati sono stati artificialmente uniti fra loro mediante canali navigabili che hanno permesso di collegare un bacino all’altro. Il Reno, ad esempio, è in comunicazione con diversi fiumi tedeschi e con la Mosa francese, così come l’Elba si allaccia proprio al Reno e al Weser (mediante il Mittelland-Kanal) e all’Oder (tramite il canale Elba-Havel); FIUMI (KM ) (3.531) Don (1.870) Danubio (2.860) Pečora (1.809) Ural (2.428) Dnestr (1.352) Dnepr (2.201) Reno (1.326) Kama (2.032) Dvina Settentrionale (1.302) C op Volga yr ig ht 3) l’area prossima al Mediterraneo, nella quale alcuni fiumi, come il Duero, il Tago, il Guadalquivir e la Guadiana (tutti appartenenti alla penisola iberica), terminano nell’Atlantico, mentre altri, come il Rodano, il Po e l’Ebro, sfociano in pieno Mediterraneo. Tali fiumi, ad eccezione di quelli che risultano alimentati in maniera abbastanza regolare dai ghiacciai alpini, hanno generalmente un corso piuttosto breve e una portata d’acqua limitata, andando peraltro soggetti all’alternanza tra piene invernali e magre estive. Queste stesse caratteristiche valgono anche per il Vardar e la Maritza, due fiumi della penisola balcanica tributari del mar Egeo. . (1.165) Oder (912) Donec (1.053) Ebro (910) Vistola (1.047) Duero (Douro) (895) Dvina Occidentale (1.026) Guadiana (834) Loira (1.020) Rodano Tago (1.007) Senna Tibisco (976) Drava (720) Mosa (950) Po Nemunas (937) p. Elba S. Libro terzo: Geografia - Parte II: L’Europa A 194 (812) (652) br i (776) © Es se li Per quanto concerne i laghi, invece, va detto, anzitutto, che occupano complessivamente una superficie di 135.000 kmq. La maggior parte di essi è concentrata nelle regioni che circondano il mar Baltico, in particolare in Russia (dove si trovano il Ladoga e l’Onega, i due maggiori laghi europei), in Svezia (Stato che ospita il Vättern e il Vänern), ma soprattutto in Finlandia, paese in cui circa 30.000 specchi lacustri occupano ben il 10% dell’intero territorio nazionale. Assai numerosi sono anche i laghi delle regioni alpine, fra i quali meritano di essere citati il lago di Neusiedl sul versante austriaco, quello di Garda sul versante italiano e quelli di Ginevra e di Costanza sul versante svizzero. Sia i laghi alpini sia quelli dell’area baltica sono frutto dell’azione erosiva svolta dai ghiacci che ricoprivano il continente all’epoca dell’ultima glaciazione verificatasi nel Neozoico (o era quaternaria), cioè nell’era geologica attuale, iniziata 2 milioni di anni fa e ancora in corso. Diverse sono invece le origini del lago Balaton, il più esteso dell’Europa centrale, venutosi a creare in un’ampia depressione tettonica situata nel territorio dell’attuale Ungheria. Fra gli altri può essere infine ricordato il lago di Scutari, in Albania, così come sicuramente originali sono le forme dei bacini salmastri e delle lagune che frequentemente orlano le coste mediterranee costituite da litorali bassi. (18.400) Kallavesi (900) (9.610) Oulu (900) (5.585) Imandra (880) (4.400) Pielinen (850) (4.100) Balaton (591) (3.550) L. di Ginevra (581) (2.300) L. di Costanza (538) Vättern (1.912) Keitele (450) Mälaren (1.140) Puulavesi (400) Päijänne (1.054) Neagh (398) Inari (1.000) Scutari (391) Top (910) L. di Garda (370) ht Ladoga LAGHI (KMQ) Onega Iso-Saimaa L. Rybinsk C op Ilmen yr L. dei Ciudi ig Vänern . 195 A Capitolo 1: L’ambiente fisico p. 6. IL CLIMA, LA FLORA, LA FAUNA C op yr ig ht © Es se li br i S. Situata in una posizione geografica compresa fra i 36° e i 70° di latitudine nord, a metà strada tra l’equatore e il polo, l’Europa rientra nella cosiddetta «fascia temperata» dell’emisfero settentrionale del nostro pianeta, preservata sia dai climi freddissimi delle zone polari sia da quelli estremamente caldi delle aree tropicali. Il clima europeo è inoltre fortemente influenzato dalla presenza dell’Atlantico e del Mediterraneo, che contribuiscono a mitigare le condizioni climatiche delle località costiere, anche se poi, man mano che ci si addentra nella massa continentale, il clima viene progressivamente perdendo le proprie caratteristiche marittime, lasciando il posto a precipitazioni meno intense e ad escursioni termiche stagionali (intese come differenze tra le temperature medie estive e quelle invernali) più accentuate. I tratti climatici influiscono direttamente anche sulla flora e sulla fauna degli ambienti naturali europei, come si può evincere da un’analisi più dettagliata delle principali zone climatiche del continente, di seguito elencate. a) Zona a clima atlantico: interessa tutta la fascia costiera che si affaccia direttamente sull’oceano, dalla penisola iberica nord-occidentale fino alla Norvegia. Si tratta di un’area in cui le escursioni termiche stagionali sono abbastanza contenute, con inverni non troppo rigidi, estati fresche, precipitazioni abbondanti (oltre 1.000 mm annui) e ben distribuite per tutti i dodici mesi dell’anno, in virtù delle piogge arrecate dai venti spiranti dall’Atlantico. L’azione mitigatrice delle acque oceaniche risulta peraltro accresciuta dalla cosiddetta Corrente del Golfo, una massa d’acqua calda che, muovendosi nelle profondità sottomarine, parte dal golfo del Messico, in America centrale, per poi spostarsi a nord-est, fino a raggiungere l’area occupata dalla Scandinavia e dalle Isole Britanniche, dove assume ulteriori diramazioni che la portano a lambire l’Islanda e a penetrare finanche nel mare del Nord. Tipiche dell’area a clima atlantico sono le foreste di latifoglie, costituite da alberi con foglie larghe, come querce, castagni, tigli, olmi, faggi, aceri, pioppi e betulle. Un’altra forma di vegetazione assai diffusa è la brughiera, formata da un arido terreno di cespugli e arbusti che seccano facilmente in mancanza di piogge. Animali caratteristici di quest’ambiente sono le volpi, i daini, i cervi, le lepri, i caprioli e gli scoiattoli. b) Zona a clima continentale: comprende le vaste aree interne dell’Europa centro-orientale, nelle quali le influenze mitigatrici dell’Atlantico vanno progressivamente attenuandosi, fino a scomparire. La lontananza dal mare incide notevolmente sia sull’accentuazione delle escursioni termiche stagionali, con conseguente alternanza tra inverni rigidi ed estati calde, sia sulla diminuzione delle precipitazioni, che tendono a concentrarsi nei mesi autunnali e invernali man mano che ci si allontana dalle regioni atlantiche. È appunto ciò che si verifica, in particolare, nella parte del continente che include Danimarca, Germania, Olanda, Austria, la fascia sud-occidentale della Svezia e parte della Polonia e della penisola balcanica. Gli studiosi di climatologia ritengono che per le aree territoriali appena elencate sarebbe più corretto parlare di clima di transizione, anticipatore del vero e proprio clima continentale caratteristico della Finlandia, della Russia, della sezione nord-orientale della Svezia e della penisola balcanica fino al Danubio. Queste zone sono a loro volta caratterizzate da estati molto calde e afose, inverni estremamente freddi (resi ancora più rigidi dai venti polari che arrivano da nord) e piogge di scarsa intensità, tali da non superare i 500 mm annui. La forma di vegetazione prevalente nell’area a clima continentale è la prateria, costituita da erbe alte (per lo più leguminose e graminacee) in grado di resistere anche a lunghi periodi di siccità, mentre i cespugli riescono a svilupparsi solo a ridosso dei fiumi. È questo, in pratica, il regno delle steppe, le grandi praterie erbose delle medie latitudini, i cui animali più caratteristici sono il topo, la marmotta, la talpa, la cavalletta e diverse specie di rettili e uccelli, nonché i bisonti, che oggi sopravvivono, in pochi esemplari protetti, solo in apposite riserve create in Polonia e in Russia. . 196 A Libro terzo: Geografia - Parte II: L’Europa C op yr ig ht © Es se li br i S. p. c) Zona a clima subartico: riguarda le regioni poste a nord della Scandinavia e della Russia settentrionale, notoriamente contraddistinte da inverni rigidi e lunghissimi (della durata di 8-9 mesi) e da estati molto brevi, nel corso delle quali il terreno si disgela solo per pochi centimetri, rimanendo ghiacciato in profondità (permafrost) e dando luogo alla formazione di paludi e acquitrini in superficie. A questi elementi climatici corrisponde, sotto il profilo vegetativo, la tundra, una formazione vegetale costituita essenzialmente da licheni (formati dall’associazione tra un’alga e un fungo), muschi, erbe e cespugli, obbligati a compiere il proprio ciclo vitale nel breve termine delle poche settimane estive. La fauna della tundra, a sua volta, comprende buoi muschiati, caribù, volpi, pernici bianche, numerosi roditori (come i lemming) e diverse specie di uccelli migratori. Procedendo verso sud la tundra cede poi il posto alla taiga, ovvero alla grande fascia delle foreste di conifere (pini, abeti, larici, sequoie), rimpiazzate da betulle, salici e pioppi nelle località più umide. Anche quest’ambiente naturale è ricco di animali, fra i quali si possono citare l’orso bruno, l’alce, il cervo, la lince, la renna, nonché i cosiddetti animali da pelliccia, come il castoro, la volpe argentata, l’ermellino e il visone. Molti di questi esemplari hanno difficoltà a sopravvivere ai rigori invernali, ai quali reagiscono migrando verso altre regioni oppure andando in letargo. d) Zona a clima mediterraneo: interessa le regioni europee meridionali, direttamente influenzate dall’azione mitigatrice del mar Mediterraneo. Si tratta di un’area che presenta inverni miti ed estati calde e asciutte, peraltro soggette a lunghi periodi di siccità dovuti al fatto che le precipitazioni si concentrano quasi esclusivamente nei mesi invernali e autunnali. La particolare mitezza di questa zona climatica è inoltre determinata dalle sue caratteristiche morfologiche, contraddistinte dalla presenza di rilievi che evitano l’afflusso delle perturbazioni atlantiche e dall’assenza di ostacoli naturali all’arrivo delle correnti calde provenienti dall’Africa. Vegetazione tipica di quest’area è la macchia mediterranea, anticamente rappresentata da alberi come eucalipti, pini marittimi, querce, allori, al posto dei quali, però, dopo le deturpazioni ambientali provocate dal diboscamento, si sono sviluppate sia nuove formazioni erbacee e arbustive sempreverdi (mirto, lentisco, rosmarino, erica, ginepri, ginestre etc.), capaci di resistere anche ai periodi di siccità estiva, sia le coltivazioni tipicamente mediterranee, rappresentate da vigneti, uliveti, agrumeti etc. Per quanto concerne la fauna, animali tipici dell’ambiente mediterraneo sono il cinghiale, il coniglio selvatico e il muflone (diffuso in Corsica e in Sardegna). e) Zone a clima di alta montagna: corrispondono, in pratica, a tutte le aree montuose di alta quota, con particolare riferimento ai rilievi più giovani per età geologica (con altitudini medie comprese tra i 2.500 - 3.000 m), dove si riscontrano inverni lunghi e rigidi ed estati fresche e piovose. Prescindendo dalle intuibili difficoltà ambientali che ostacolano lo sviluppo della vegetazione in queste zone climatiche, può essere utile ricordare qualche esemplare tipico della fauna, come il camoscio e lo stambecco. . A S. Abilità di calcolo ﱝﱜﱛ p. ﱯTest n. 6 ﱰ ❐ C) 11 ❐ D) 7 2) A quanti millimetri corrispondono 9 m? ❐ C) 900 ❐ D) 0,9 3) A quante settimane corrispondono 336 ore? ❐ C) 1 ❐ D) 2,5 se ❐ A) 2 ❐ B) 3,36 li ❐ A) 9.000 ❐ B) 90 br ❐ A) 13 ❐ B) 12 i 1) A quanti minuti corrispondono 720 secondi? 4) A quanti minuti corrispondono 1.080 secondi? ❐ C) 10,8 ❐ D) 18 Es ❐ A) 10 ❐ B) 19 5) Se quattro operai producono 12 automobili al mese, quante ne produce un operaio in un anno? © ❐ A) 36 ❐ B) 48 ❐ C) 144 ❐ D) 24 ❐ A) 560 ❐ B) 420 ht 6) Se un’automobile percorre 70 km in 40 minuti, quanti km percorre al doppio della velocità in 2 ore? ❐ C) 220 ❐ D) 140 ig 7) Un televisore consuma 6 kW ogni ora. Quanti kW consuma in 10 giorni se resta acceso per 6 ore al giorno? yr ❐ A) 360 ❐ B) 600 ❐ C) 66 ❐ D) 66,6 8) Se un operaio produce 10 automobili in un anno, quante automobili producono cinque operai in 3,5 anni? op ❐ A) 350 ❐ B) 500 ❐ C) 250 ❐ D) 175 C 9) Un aereo percorre 250 miglia in 20 minuti. Quante miglia percorre in 40 minuti se la velocità si dimezza? ❐ A) 250 ❐ B) 500 ❐ C) 750 ❐ D) 350 . 545 A Test n. 6: Abilità di calcolo ❐ A) 60 dm ❐ B) 0,6 m p. 10) Quanto è lunga l’ombra di un albero alto 6 metri, se quella di un palo di 9 metri è di 9 dm? ❐ C) 6 dam ❐ D) 12 dm ❐ A) 120 ❐ B) 75 S. 11) Un ciclista percorre 60 km in 1,5 ore. Quanti km percorrerà in 2 ore? ❐ C) 100 ❐ D) 80 br i 12) Un cliente ha comprato un’automobile pagandola in 12 rate da € 1.084,55 ciascuna. Quanto è costata l’automobile? ❐ A) € 12.394,96 ❐ B) € 12.808 ❐ C) € 13.014,6 ❐ D) € 14.500 li 13) Un operaio produce un bullone ogni 20 minuti. Quanti bulloni produce in una settimana lavorando 3 ore al giorno? ❐ C) 70 ❐ D) 55 se ❐ A) 63 ❐ B) 21 14) Procedendo a 8 km/h quanti km si percorrono in 15 minuti? ❐ C) 3,2 ❐ D) 3,5 Es ❐ A) 0,8 ❐ B) 2 15) Un’automobile consuma 3 litri di carburante ogni 50 km. Quanti litri consuma per percorrere 175 km? © ❐ A) 10,5 ❐ B) 9,5 ❐ C) 9 ❐ D) 12 ht 16) Un treno viaggia a 120 km/h. Quante ore impiega per percorrere 600 km? ❐ A) 5 ❐ B) 4 ❐ C) 5,5 ❐ D) 3 yr ❐ A) 4 ❐ B) 2 ig 17) Partendo da 8, raddoppiando per 3 volte e sottraendo 9 dopo ogni operazione, quanto si ottiene? ❐ C) 3 ❐ D) 1 18) Partendo da 120, dimezzando e sottraendo 10 per due volte, quanto si ottiene? op ❐ A) 15 ❐ B) 40 ❐ C) 30 ❐ D) 35 C 19) Partendo da 2, triplicando e dimezzando per tre volte, quanto si ottiene? ❐ A) 5,25 ❐ B) 6,75 ❐ C) 3 ❐ D) 3,70 . 546 A Libro ottavo: Test logico-deduttivi ❐ C) 20 ❐ D) 15 S. ❐ A) 1,5 ❐ B) 25 p. 20) Partendo da 25, sottraendo 20 per sei volte e moltiplicando per 5 ad ogni sottrazione, quanto si ottiene? 21) Triplicando 2,5 e sottraendo 1,5 al valore ottenuto, per due volte, quanto si ottiene? ❐ A) 18 ❐ B) 16,5 ❐ C) 17,5 ❐ D) 15 ❐ A) 0 ❐ B) –12 ❐ C) 1 ❐ D) 4 br i 22) Elevando al cubo la radice quadrata di 4 e aggiungendo –8 al risultato, quanto si ottiene? li 23) La terza parte del quadrato della differenza tra 9 e 3 è: ❐ C) 9 ❐ D) 12 se ❐ A) 6 ❐ B) 10 24) Un quinto di un settimo della differenza tra 60 e il quadrato di 5 è: ❐ C) 0 ❐ D) 5 Es ❐ A) 1 ❐ B) 17,5 25) Il doppio della quinta parte della somma tra 9 e il triplo di 7 è: ❐ C) 15,5 ❐ D) 17 ht © ❐ A) 12 ❐ B) 21 C op yr ig 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) Soluzioni Risposta esatta: B Risposta esatta: A Risposta esatta: A Risposta esatta: D Risposta esatta: A Risposta esatta: B Risposta esatta: A Risposta esatta: D Risposta esatta: A Risposta esatta: B Risposta esatta: D Risposta esatta: C Risposta esatta: A 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) Risposta esatta: B Risposta esatta: A Risposta esatta: A Risposta esatta: D Risposta esatta: A Risposta esatta: B Risposta esatta: B Risposta esatta: B Risposta esatta: A Risposta esatta: D Risposta esatta: A Risposta esatta: A