DIANA LA STORIA SEGRETA DI LADY D pdf

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DIANA LA STORIA SEGRETA DI LADY D pdf
Federazione
[email protected]
Italiana
Cinema
d’Essai
INTERPRETI: Naomi
Watts, Naveen Andrews,
Douglas Hodge,
Geraldine James, Juliet
Stevenson, Charles
Edwards, Cas Anvar,
Laurence Belcher
SCENEGGIATURA:
Stephen Jeffreys
FOTOGRAFIA:
Rainer Klausmann
MUSICHE:
Keefus Ciancia,
David Holmes
MONTAGGIO:
Hans Funck
SCENOGRAFIA:
Kave Quinn
DISTRIBUZIONE:
BIM distribuzione
NAZIONALITA’:
Gran Bretagna, 2013
DURATA: 113 min.
[email protected]
wwww.spettacoloveneto.it
Associazione
Generale
Italiana
dello Spettacolo
di Oliver Hirschbiegel
PRESENTAZIONE E CRITICA
Era il 31 agosto 1997 quando, inseguiti dai paparazzi – così
riferiranno le cronache dell’epoca – , la Principessa Diana e il
compagno Dodi Al Fayed persero la vita sotto il tunnel dell’Alma
a Parigi a bordo della Mercedes sulla quale viaggiavano e che si
sarebbe schiantata sul tredicesimo pilastro della galleria. Da
allora sono passati quindici anni, un’inchiesta che ribalterebbe la
versione ufficiale dei fatti e diverse biografie sulla ‘principessa
triste’ prima che Hollywood decidesse di farci un film: il compito alla fine è toccato al
tedesco Oliver Hirschbiegel che, su una sceneggiatura scritta da Stephen Jeffreys e
ispirata al libro di Kate Snell (Diana, l’ultimo amore), firma il biopic DIANA – LA STORIA
SEGRETA DI LADY D in sala dal 3 ottobre per la Bim Distribuzione.
Il ritratto che ne viene fuori non è quello dell’eroina solitaria, dell’icona che i media hanno
consegnato al mondo, ma è l’immagine di una donna follemente innamorata: prima il
grande amore segreto e gelosamente custodito con l’affascinante cardiochirurgo
pachistano Hasnat Kahn, conosciuto nel 1995 e che due anni più tardi le avrebbe
spezzato il cuore, poi quello con Dodi Al Fayed che, secondo il racconto Hirschbiegel,
sarebbe stato una semplice ripicca nei confronti di Khan.
Il regista de La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler sceglie così di concentrarsi sugli ultimi
due anni di vita della principessa e le polemiche soprattutto d’oltremanica, dopo
l’anteprima londinese, non sono mancate soprattutto da parte di certa critica. E anche
Kahn (che nel film ha il volto di Naveen Andrews) non ha risparmiato nulla alla pellicola di
Hirschbiegel, definendola “non credibile. Il risultato di gossip e inesattezze”. Commento
prevedibile, se è vero che il medico che regalò a Diana forse i momenti più felici di
un’esistenza martoriata dalle etichette, si sarebbe sempre rifiutato di collaborare alla
realizzazione del film, nonostante i ripetuti tentativi di Kate Snell di contattarlo.
Apprezzamenti invece per la performance di chi ha avuto la responsabilità di far rivivere
Diana sullo schermo: Naomi Watts, corteggiata dal regista dopo il forfait di Jessica
Chastain.
“Ho rifiutato questo ruolo due volte, poi ho capito che il film si sarebbe fatto con o senza di
me e non mi piaceva l’idea che a fare Diana fosse un’altra. Sono stata letteralmente
sedotta dall’amore di due creature così pure e oneste. Ho letto tutto quel che c’era da
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di Oliver Hirschbiegel
leggere, alla fine mi è sembrato che il copione fosse molto rispettoso, che si basasse sulle
evidenze – ha raccontato l’attrice alla stampa – Mi sono saturata di Diana, della sua vita,
del suo modo di camminare, di ridere, di pettinarsi, di quel sense of humour a volte anche
piccante che non ti aspetteresti da una principessa. Ho persino intavolato conversazioni
intime e immaginarie con lei.
Un lungo lavoro dentro e fuori dal set, mesi trascorsi a leggere biografie, ascoltare
interviste, osservarne espressioni e movimenti, rubarne occhiate, sorrisi, gesti attraverso i
video disponibili: così l’attrice consacrata da David Lynch con Mulholland Drive è diventata
Lady D.
(www.oggialcinema.net)
«Non mi sono certo posta il problema di diventare una Principessa, ma, piuttosto, quello di
interpretare il film DIANA. Perché, lo confesso, ho avuto molti dubbi anche morali prima di
firmare il contratto. Non è la prima volta che indosso i panni di un personaggio reale, ma la
partita ora è diversa. Perché ho dovuto rendere l’umanità e l’estremo bisogno di amore di
una donna che, contro il suo stesso volere, è diventata una icona sempre da discutere».
Parla Naomi Watts, la protagonista di DIANA (…). In USA se ne parla già molto. Sorride la
diva scelta dal tedesco Oliver Hirschbiegel (già regista de La Caduta su Hitler) e dice: «In
verità, la trama è semplice perché affronta con piglio cronachistico gli ultimi due anni di
vita di Diana Spencer, per tutti Lady D, e i suoi legami con il chirurgo pachistano Hasnat
Khan e con Dodi Al Fayed».
Spiega che dietro il film c’è un accuratissimo lavoro di ricerca compiuto da una équipe e, in
particolare, da Kate Snell che ha scritto il libro Diana: Her Last Love e ha avuto il ruolo di
produttrice esecutiva. «Ma la nostra - spiega Naomi – non è una biografia ma il viaggio
interiore e psicologico di una donna. Lo sceneggiatore Stephen Jeffreys ha consultato libri,
articoli e ogni possibile testimonianza. Io ho letto con molta attenzione e partecipazione il
libro di Sarah Bradford Diana perché volevo capire come era mutato, come si era formato
il carattere di quella che era diventata e sempre sarebbe rimasta la Principessa di Galles,
ma che sempre aveva conservato dentro di sé la freschezza della timida ragazza che
voleva diventare una musicista o una ballerina classica».
Nel film è fondamentale il rapporto di Diana con i suoi due figli. «Per loro ha sempre
aggirato qualsiasi dovere istituzionale. Per William e Harry ha tentato di vivere una
esistenza normale, una quotidianità serena e affettuosa. Mi rendo conto che la famiglia
reale teme questo film. Non è mai stata contenta della decisione di girarlo e di ripercorrere
anche il drammatico incidente automobilistico del 1997, che causò la morte di Diana, di
Dodi e dell’autista della Mercedes, Henri Paul, sulla quale viaggiavano. Ripeto: non c’è
stata alcuna disponibilità dai membri della famiglia reale». (…)
(Corriere della sera 07/08/2013)
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