Thomas Hobbes - Mambrettinet
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Thomas Hobbes - Mambrettinet
Thomas Hobbes La vita Thomas Hobbes vive 91 anni, un tempo molto lungo per l'epoca. É contemporaneo di Cartesio. Afferma di essere un «figlio della paura». Nasce infatti nel 1587, anno della battaglia dell'invincibile Armada. Durante il regno di Elisabetta I, molti inglesi volevano il ritorno del cattolicesimo. Il re di Spagna Filippo II voleva inoltre sposare la regina di Inghilterra. In contemporanea, si organizzarono delle congiure per far salire Mary Stuard al trono. Quando però queste congiure vengono scoperte Mary viene decapitata. Filippo II di Spagna decide quindi di attaccare l'Inghilterra con l'invincibile armada Nasce settimino (2 mesi prima) e questo probabilmente spiega la sua lunga vita in quanto per riuscire a sopravvivere in quell'epoca i settimini dovevano essere più robusti. Vide la prima rivoluzione inglese, il regno di Cromwell e di Carlo II. I consiglieri di Carlo II volevano condannarlo a morte in quanto ritenevano che i suoi scritti fossero a favore di Cromwell, ma il re invece gli conferirà una pensione a vita [che viene solitamente concessa a personaggi illustri]. Fece parte di quella serie di intellettuali che non furono accettati nelle università. Diventa per questo motivo segretario di un famoso Lord inglese, cosa che gli permise di viaggiare molto nei diversi stati europei. Tratti generali Thomas Hobbes è un filosofo inglese, razionalista come Cartesio. Ha un pensiero vicino all'illuminismo e per questo esalta il ruolo della ragione umana. É materialista e non condivide il dualismo di Cartesio a riguardo della sostanza pensante e della sostanza estesa. É famoso in particolare perché voleva diventare il Galilei della politica. Era infatti un grandissimo ammiratore di Galilei e del suo metodo scientifico; andrà anche a visitarlo durante i suoi ultimi anni di vita. Egli è però, più che nella fisica o nell'astronomia, più importante in politica. Hobbes infatti riafferma e completa la visione di Machiavelli. Come Machiavelli infatti divide la politica dall'Etica. Crede che si possa fare della politica una scienza e ricavare le conseguenza per via razionale. Il modo in cui procede assomiglia a quello Cartesiano: partendo da alcuni principi indubitabili utilizza il ragionamento per costruire il proprio pensiero. Opere Le sue opere più famose furono di certo “Il Leviatano” e “De Cive”. IL titolo della prima opera richiama un famoso mostro descritto dalla Bibbia che divorava gli uomini. All'interno della sua opera questo “mostro” diverrà rappresentazione dello Stato e Hobbes in questo modo diverrà fautore teorico dell'assolutismo. Filosofia di Hobbes Principi filosofici Hobbes come prima cosa decide di individuare i principi filosofici alla base della vita degli uomini e dello stato. Ne individua due fondamentali: 1. L'uomo è caratterizzato dalla bramosia che lo induce a fare tutto per sopravvivere 2. L'uomo possiede la ragione, che coincide con la capacità di calcolare. Se si guarda al primo principio filosofico su cui si fonda il pensiero dell'uomo e della vita umana, Hobbes deve essere considerato un “pessimista”, in quanto ritiene l'uomo intrinsecamente corrotto e aggressivo. Ma, nella storia della filosofia, non si tratta dell'unico pensatore pessimista: ricordiamo infatti tra i pessimisti i sofisti (in particolare gli eristi), mentre un “ottimista” era certamente Platone. Ius in omnia Hobbes è convinto che, prima della nascita dello stato, esista uno “stato di natura”: in quella condizione (primitiva) l'uomo era caratterizzato da una bramosia e aggressività naturale. L'uomo sentiva di avere lo “ius in omnia”, il diritto su tutto. Lo stato di natura non è una condizione storica, bensì è sempre latente; l'uomo può sempre ricadere nello stato di natura quando cade lo Stato. Un esempio che fa Thomas Hobbes è quello che se tra amici ci si ritrova in una stanza, non appena che uno esce dalla stanza gli altri parleranno male contro di lui. Questo dimostrerebbe quindi che l'uomo, senza freni è fondamentalmente cattivo. Quindi nello stato di Natura, gli uomini sono sempre tutti contro tutti, e l'uomo è lupo “homo homine lupus”. Ma anche in questo stato qualcuno potrebbe essere contento senza regole. Stato di Natura e Stato Civile ➔ Bisogna cercare la pace (pace est quarenda) ➔ Egoismo Lo stato di natura e le sue caratteristiche Lo stato civile ➔ diritto naturale di tutti su tutto ➔ guerra di tutti contro tutti ➔ Nasce da un contratto con cui ciascun uomo aliena il proprio diritto e potere a un sovrano (uomo o assemblea) La legge naturale e i suoi precetti di base ➔ bisogna rinunciare al diritto su tutto (ius in omnia est retinendum) ➔ bisogna stare ai patti (pactis standum) ➔ Garantisce il patto Il sovrano ➔ riunisce in sé stesso ogni forza o potere (Dio mortale, Leviatano) Il bene più grande dell'uomo, secondo Hobbes, è la Vita, unico motivo per cui si rinuncia al diritto su tutto. Hobbes, per giungere alle conclusioni opera unicamente passaggi logici, arrivando alla fine ad una teoria contrattualistica. Secondo la sua teoria lo “ius in omnia” viene trasferito ad un re o ad un'assemblea. Molti videro in questa affermazione un appoggio alla rivoluzione cromwelliana, e chiesero la sua morte. Questa affermazione sull'assemblea viene però evidenziata solo poche volte. Nella maggio parte dei casi in fatti parla propriamente di un re. Ritiene inevitabile che il re abbia tutti i poteri, e per questo la sia opera rappresenta la legittimazione filosofica dell'assolutismo. Caratteri dell'assolutismo ➔ L'irreversibilità e l'unilateralità del patto ➔ l'indivisibilità del potere del sovrano L'assolutismo di Hobbes prevede ➔ la legge civile come unica regola del bene Il tratto più tipico è la non e del male sottomissione dello Stato (il sovrano) alle leggi dello ➔ l'obbedienza assoluta al Sovrano Stato ➔ la negazione del tirannicidio ➔ il conglobamento dell'autorità religiosa in quella statale Limiti del potere Statale: il sovrano non può obbligare alcuno ad andare contro sé stesso. I sudditi sono liberi relativamente a quanto non prescritto dalle leggi. Il patto è irreversibile. Sarebbe illogico infatti il contrario perché per tornare indietro bisognerebbe avere le stesse condizioni dell'inizio in quanto dovrebbero essere tutti d'accordo ( come era nel passaggio dallo stato di natura allo stato civile). Ma, sicuramente: • Il sovrano non vorrebbe perdere il potere • I deboli, che rappresentano la maggioranza della popolazione non vorrebbero tornare allo stato di Natura siccome sarebbero indifesi. Sovrano Il sovrano possiede tutti i poteri, e racchiude nella sua persona il potere esecutivo, legislativo e giudiziario. Il suddito deve eseguire ogni decisione del sovrano in quanto l'unica cosa importante è la vita di una persona (che viene garantita dallo Stato), le altre cose non sono importanti e quindi al suddito sono indifferenti se fatte e non fatte. Il sovrano inoltre unisce il potere politico a quello religioso, come era successo nella prima rivoluzione inglese. Il sovrano, secondo il contrattualismo di Thomas Hobbes comanda lo Stato ma non fa parte dello Stato. ( è sopra lo stato). É necessario nello Stato un potere forte in quanto dove non c'è un potere forte altri poteri vogliono la sovranità, e per questo motivo si può rischiare di scatenare una guerra e tornare ,anche momentaneamente, allo Stato di Natura.