IO NON VOTO NEWS 152

Transcript

IO NON VOTO NEWS 152
Io sto con Bocca di Rosa
(continua da pag. 1)
L'angolo del "Mugugno"
Accuso ...
Il mestiere
di vivere cantando
Vedo troppo spesso colleghi buoni e generosi,
che si sono spesi senza posa per cantare,
animare, sostenere le più donchisciottesche
realtà (piccoli festival di provincia, circoli
culturali, spazi occupati, ecc.) che oggi
scendono in trincea, si arroccano su posizioni di
grigia difesa, e si appellano al "professionismo",
il "professionismo" che coincide quasi
esclusivamente con la forza contrattuale di
esigere un cachet. Il "professionismo" che irride
e condanna il "volontariato": quell'urgenza
espressiva benedetta che fa ancora muovere
molte dita di giovani e giovanissimi sulle corde
delle chitarre, sulle tastiere dei pianoforti, che
fa scrivere nuove canzoni belle o bruttissime
(non importa), e che fa accettare condizioni
inaccettabili (siamo d'accordo). Ma se morisse
anche quest'urgenza la musica sarebbe davvero
finita e non avrebbe senso la vita che ci siamo
scelti, cari compagni d'arte.
Io faccio il cantante e l'autore da più di
vent'anni. A un livello professionale? Boh: non
capisco bene cosa voglia dire questa parola,
conosco dei non-professionisti più bravi di me
(e di tanti altri mestieranti) a cantare e suonare,
però diciamo che la frequenza con cui registro
dischi, scrivo canzoni e soprattutto partecipo a
concerti e performance delle più varie come
musicista (cantante, autore, chitarrista) è così
continuativa e costante che se "professionista"
è una parola che ha un senso, con me ce l'ha.
Ho però - sin dall'inizio - avuto chiaro il
valore militante del mio lavoro..., anzi, si può
dire, che ho cominciato a suonare e cantare
professionalmente proprio perché era il modo
più divertente di fare il militante a tempo pieno.
Scrivevo certe canzoni e certe storie perché
secondo me dovevano essere cantate, ho avuto
grandi maestri in questo (uno per tutti: Ivan
Della Mea) e qualche volta ho avuto il piacere di
poter lavorare con loro, e oggi molti mi
considerano un coerente continuatore di questa
nobile tradizione, che non vuol dire niente, ma
per me vuol dire molto. Ho capito anche, molto
presto, che il discorso non si fermava
all'intenzione letteraria, musicale, esecutiva...
ma che il contesto non era indifferente: cantare
una canzone sui fatti di Genova 2001 in Piazza
Alimonda (non sono mai mancato un 20 di
luglio) cambia te, cambia la canzone e cambia
chi ti sta ad ascoltare. Evidentemente ho avuto
molto presto la fortuna di capire che il valore di
ciò che si fa non è nel prezzo che si riesce a farsi
attribuire.
Sul filo del rasoio
Mi capita però di scrivere, oltre alle mie
ballate sociali, anche canzoni esistenziali,
canzoni
d'amore...
ho
all'incirca
le
preoccupazioni di tutti gli altri, non passo la
totalità del mio tempo a rodermi il fegato sulle
rivoluzioni mancate, cerco di vivere tutto
l'amore sensato e sensuale che ci spinge a
desiderare rivoluzioni future. Con tutte le mie
canzoni frequento anche gli spazi (sempre più
ridotti) deputati alla musica d'autore o alla
musica senza altre specificazioni.
Per oltre dieci anni ho fatto anche un lavoro
da "impiegatuccio kafkiano", ma sono oltre
cinque anni che non lo faccio più e dunque
vivo del mio mestiere di musicista e di qualche
collaborazione editoriale (non allarmatevi:
questa per "A rivista anarchica" è
orgogliosamente gratuita, anche come scrittore
ho i medesimi vizi!). Vivo sul filo del rasoio,
evidentemente, tenendo a stento insieme i lembi
dell'ordinaria amministrazione, e sperando di
non aver troppo bisogno del dentista. Però
- forse stupidamente, con la complicità di un
carattere sconsiderato e di un odio ricambiato
del denaro - sono alquanto fiero di questo
equilibrio, del fatto di vivere cantando, di
cogliere i doni dell'ospitalità di chi sa godere
delle mie canzoni, viaggiando di concerto in
concerto e tornando a casa povero come prima.
Certo, se fossi un'impresa commerciale dovrei
dichiarare fallimento... ma la vita - mi ostino a
pensare - non deve pareggiare la partita doppia.
Questo m'è costato non la rinuncia - perché
non l'ho mai desiderato - ma una distanza dal
sogno familiare di una casa/compagna/figli da
mantenere, m'è costata la fine di alcune belle
avventure sentimentali che mal si conciliavano
con la mia pirateria esistenziale, col destino di
navigare a vista.
Però - scusatemi belle compagnie - ma non
potevo fare altrimenti e quando sbagliando ci ho
provato ho dato il peggio di me.
Per amore
o per denaro
Guardo con una certa tristezza certe risibili
regolette e scuoto il capo...
Penso che le persone che più ho stimato nella
vita non abbiano mai fatto nulla di importante
per denaro. Penso che i partigiani facessero il
loro pericoloso lavoro gratuitamente e che i
repubblichini e le SS invece fossero pagati.
Penso che Carlo Giuliani abbia impugnato il suo
estintore gratuitamente, e i carabinieri che lo
hanno ammazzato (per lavoro, beninteso...) no.
Tolstoj ha cambiato la storia dell'educazione
facendo scuola gratuitamente ai figli dei
contadini di Yasnaya Polyaria. "Se lo poteva
permettere", mi direte... ma se avesse fatto una
scuola modello per i figli dei nobili come lui, di
certo sarebbe stato molto più coerente con
quelle regole secondo cui chi "lavora gratis crea
danni enormi". Tolstoj non ha fatto "danni
enormi", proprio tutto il contrario! Io penso
che il rapporto fra il lavoro e le necessità
economiche della sopravvivenza sia un ricatto,
una trappola che va sciolta. I volontari, i
militanti sono i pionieri della solidarietà attiva
che ci salva dal mercato. Gente da ammirare,
non da irridere.
Poi il mio fornaio e il mio idraulico mi
chiedono dei soldi per fare cose che io non so
fare, dunque anche a me tocca chiederne per il
mio lavoro, ma solo perché devo cedere al
ricatto di questa tragica magia nera, non per
convinzione. Obtorto collo!
Una cosa però è considerare questo
atteggiamento una "ritirata strategica" e nel
contempo lavorare (gratuitamente) per costruire
un mondo in cui il lavoro si fa perché è
utile e bello per vivere assieme. Tutt'altra è
sottoscrivere il patto col diavolo del mercato,
infamando chi ha il rigore o la fortuna di potersi
comportare altrimenti.
Io sto con Bocca di Rosa.
Alessio Lega
Accuso i giornalisti di essere servi ben
prezzolati di questo ignobile sistema.
Accuso tutte le TV perché veicoli di menzogne
e dispensatrici di messaggi occulti.
Accuso gli industriali, sempre alla ricerca dei
favori dei politici (invero ben retribuiti).
Accuso i "liberi professionisti" perché con la
complicità di leggi ignobili continuano ad
evadere il fisco.
Accuso l'alto clero, reo di non fare quello che
dice di "buono" e di fare quello che non dice di
"non buono".
Accuso i politici, rei di essere da sempre il più
grosso "cancro" del paese.
Accuso la maggior parte dei sindacalisti perché
assomigliano sempre più a... questi politici.
Accuso PD ed Forza Italia i cui comportamenti
ad ogni alternanza di Governo godono della
proprietà commutativa: "Oggi malgoverno Io e
Tu ti opponi peggio, domani ci invertiamo ...".
Accuso Matteo perché troppo scaltro e Silvio
per il motivo opposto: si è fatto menare per il
naso dal primo.
Accuso i pidiessini perché non fanno più i
comunisti e soprattutto Renzi perché... non lo ha
mai fatto.
Accuso Alfano e Lupi, come si fa a non
accusare due simili ciarlatani?
Accuso i giudici la perché stanno diventando
sempre più la negazione assoluta della Giustizia.
Accuso gli Stati Uniti d'America, rei di
aggressione continua, per esempio: qualcuno si
ricorda ancora dei Pellerossa?
Accuso il governo mafioso russo che dopo il
periodo sovietico sta riportando la popolazione
ai tempi degli Zar.
Accuso la Germania e la Merkel, pagassero i
debiti di guerra invece di rompe le "palle" al
resto dell’Europa.
Accuso l'Europa Unita, unita... solo per fregarci
meglio.
Accuso i terroristi perché non colpiscono mai
bersagli utili, solo persone innocenti.
Accuso la FIFA e l’UEFA associazioni a
delinquere nel calcio. Non vola foglia che
Blatter e Platini non vogliano.
Accuso la juventus, perché ha ripreso a "rubare"
con l’assenso della federazione.
Accuso i team arbitrale nel calcio. Troppi errori
e partite falsate dai loro errori, ma saranno solo
errori? Troppi episodi a favore della juventus.
ed infine
Accuso anche me stesso perché in Tv seguo il
Calcio e vado ancora, per ora, a votare, ma
almeno sempre contro il duo di gaglioffi Renzi e
Berlusconi!.
V. A.
Secondo te Renzi ha
la faccia come il culo o
il culo come la faccia?
Gode della proprietà
commutativa!!!
Uguale!
IO NON VOTO NEWS
e se proprio devo … Voto Beppe Grillo
[email protected]
Savona Venerdì 11 Dicembre 2015
Fondato nel 2012 – Anno IV NUMERO 152
http://www.iononvotonews.altervista.org/
Da “A” Rivista Anarchica
€0
L’ANGOLO DEL RELAX
L’indovinello figurato
A quale dei tre personaggi
Matteo Renzi è più affine?
1.
2.
3.
Risposta a fondo pagina
Io sto
con Bocca di Rosa
ovvero della gratuita
nel mestiere della musica
C'è chi l'amore lo fa per noia
chi se lo sceglie per professione
Bocca di Rosa né l'uno né l'altro
lei lo faceva per passione.
Con tutta evidenza De André deve aver inteso
di scrivere l’apologo di una povera demente che
intendeva dire che il singolare talento di cui era
dotata non valeva nulla, che le prostitute erano
delle ladre, eccetera...
Questo mestiere - quello della musica qualcuno disse che era un destino, ora è una
maledizione. Di questi tempi una crisi senza
precedenti del mercato ha eroso spazi, ha gettato
nella disperazione professionisti affermati, ha
affamato tutto un indotto di tecnici, studi
di registrazione, negozi musicali. Tutte le
stampelle sono spezzate: i CD non esistono
come progetto commerciale (seriamente è
difficile capire perché li si fa, eppure li si fa...
perché non si può fare a meno di farli),
i concerti faticano moltissimo a trovare spazi
acconci, il pubblico è in una permanente crisi
d'identità. I locali, i localini, gli storici localoni
chiudono, chiudono le tane degli sfruttatori che
affamavano i musicisti con le briciole, ma
chiudono anche i progetti sensati e attenti di veri
appassionati che hanno difeso con le unghie la
dignità professionale dei musicisti. Chiudono
per molti motivi, ma soprattutto perché
vivevano vendendo birre e oggi il pubblico
squattrinato passa la serata con un solo
bicchiere.
Quei 150 euro che, solo un lustro fa, un
musicista serio poteva sdegnosamente rifiutare
("non è nemmeno un rimborso spese..."), oggi
sono il solo cachet possibile a quelli che si
ostinano a proporre musica live nei loro locali.
Fatevi i conti: li ci entrano 70 persone (ammesso
che entrino), l'affitto costa tot, le spese pure, la
SIAE (SIC!) non ha compassione di nessuno...
fatevi i conti.
Non c'è colpa, c'è solo disfatta. O meglio, la
colpa è nell'atteggiamento collettivo di non aver
considerato la musica un valore in sé, qualcosa
che andava - sostenuto con un giusto contributo,
secondo le possibilità, ma non percepito come
un optional gratuito. Una vera diseducazione:
per trent'anni troppi spettacoli sono stati
pagati da contributi esterni, emolumenti,
briciole sottratte ad altro, maggiorazioni di
consumazioni... e così oggi ci ritroviamo nella
grottesca situazione che un locale che chieda
cinque o dieci euro di contributo - non lo
chiamiamo biglietto - per sostenere spese e
cachet di una serata musicale, sembra che faccia
un sopruso inaccettabile, una cosa proprio
strana.
Altrove, anche in nazioni altrettanto povere o
in crisi come la nostra, se non di più, non è
questo l'atteggiamento.
Si può provare a ricostruire su queste macerie,
ma la strada è lunga e difficile, e il pubblico è
sempre più affaticato e stanco e pigro: non lo
scolli dai computer, non lo inviti a nozze con il
tuo concerto. Ti scrive che "sei meraviglioso",
che "meno male che esisti", ma poi tutta la sua
partecipazione si limita a un simbolino (un
pollice alto, un cuoricino, un "parteciperò")
sotto la pagina che annuncia un concerto su un
social network.
Questa situazione molto difficile - rammento
che i musicisti sono molto in crisi, ma non sono
la categoria messa peggio: peggio di loro grafici
e fotografi, per esempio - sta esacerbando gli
animi, incattivendo i rancori, rattrappendo i
sogni.
(continua a pag. 2)
Noi parlamentari cattolici
chiedono provvedimenti
contro le prostitute!
Belin, perché ce l’avete
con i vostri simili?
... la differenza tra Alì
Babà, i suoi ladroni e...
... Matteo Renzi
ed il suo staff
di governo?
Con Ali Babà i ladroni
erano solo 40!!!
Credo di aver visto un
serpente allo zoo!
Cretino, era certamente
Matteo Renzi!
Soluzione: b.
a pag. 2
· Continua da pag. 1
· L'angolo del "Mugugno"
a pag. 3
· Il teletrasporto
a pag. 4
· L’angolo della fantascienza
· La storia della fantascienza
· Rassegna di URANIA
a pag. 5
· Storie di ordinaria follia ...
· Commento al campionato di calcio 2015–2016
· Hit-parade dei buffoni
· L’angolo della cucina
a pag. 6
· Tre canzoni per voi
IL TELETRASPORTO
Ingegnere Carlo T.
Il teletrasporto è stato utilizzato sia nella fantascienza come
artificio narrativo che nel fantasy come atto di magia.
La prima menzione di un sistema di teletrasporto in un’opera di
fantascienza è presente nel racconto The Man Without a Body
(1877) di David Page Mithchell, in cui uno scienziato scopre un
metodo per disassemblare gli atomi di un gatto e trasmetterli via
telegrafo. Il concetto verrà poi ripreso nella fantascienza del primo
Novecento: uno dei primi autori a descrivere un sistema in grado
di trasmettere i corpi via etere da una cabina di partenza ad una
ricevente è Ettore Santi con il racconto L’esperienza di Donati (La
Domenica del Corriere n. 10 dell’11 marzo 1906). Tra i più noti il
Con “teletrasporto” si definisce il processo di trasporto racconto The Fly di George Langelaan del 1957, dal quale
istantaneo della materia attraverso lo spazio da un luogo all’altro. verranno tratti i due film:
Il neologismo deriva dalla radice greca “Τηλε” (“lontano”) e
dall’italiano “trasporto”, sulla falsariga del termine inglese
“teleportation” coniato dallo scrittore americano Charles Fort,
indagatore dell’improbabile e autore del famoso “Libro dei
dannati”, in cui è descritta una moltitudine di fatti inspiegabili e
dove si azzardano teorie peculiari come quella della propagazione
di specie animali tramite “teletrasporto”, il cui malfunzionamento
provocherebbe le “piogge anomale” di rane, pesci, ecc.
Come ipotetica tecnologia il
teletrasporto viene spesso utilizzato
nelle opere di fantascienza, d ove è
inteso come trasporto istantaneo,
intendendo un processo in grado di
realizzarsi anche attraverso grandi
distanze, quali tra la Terra e la Luna o
L’esperimento del dottor K
un altro pianeta a velocità pari o
perfino superiori a quella della luce.
L’introduzione di questa fantastica
invenzione nei film di fantascienza e
più precisamente nella famosa serie di
Star Trek si deve a Gene Roddenberry,
sceneggiatore e produttore televisivo
statunitense, papà della fortunata serie
televisiva di fantascienza, in quanto
negli anni sessanta gli effetti speciali
delle navette risultavano troppo
costosi.
Specie quando si è in ritardo e ci si scontra con le mille
difficoltà del muoversi per raggiungere l’agognata destinazione, a
chi non è venuto in mente quanto sarebbe bello se esistesse
davvero quella favolosa macchina, vista in molti film di
fantascienza, che consente istantaneamente di raggiungere un
qualsiasi luogo, ovvero il ”teletrasporto”.
Ebbene, un domani, non troppo lontano, questo desiderio
potrebbe essere soddisfatto o addirittura anche adesso, se è vero
quanto dichiarato sull’esistenza di una macchina con tali
capacità, già brevettata negli USA.
La Mosca
La pedana del teletrasporto ed un suo schema tecnico
(tratto da “Star Trek: The Next Generation – Il Manuale Tecnico”)
L’idea raggiunge la diffusione a livello mondiale con il successo
della serie televisiva Star Trek e dei suoi seguiti e trasposizioni
cinematografiche.
Il concetto è stato poi ripreso in televisione anche con il telefilm
Stargate SG-1 e serie correlate.
I metodi di trasporto utilizzati nella fantascienza sono
generalmente di due tipi:
• Per scomposizione e riassemblaggio;
• Per portali (con o senza passaggio attraverso una
“dimensione” intermedia).
(continua)
L’angolo della fantascienza
Recensione dei film da Internet
«La cosa» 2011
La paleontologa Kate Lloyd raggiunge un
team di scienziati norvegesi i quali hanno
trovato, nascosta tra i ghiacci, una base
sotterranea di origine sconosciuta e, poco
distante, il corpo di un alieno conservato dal
gelo. Una volta trasportato alla base il corpo si
rianima e gli umani scoprono ben presto che la
terrificante creatura è in grado di prendere
possesso dei corpi dei terrestri mantenendone le
sembianze e infiltrandosi quindi nel gruppo.
Da quel momento tutti prendono a sospettare di
tutti. Sarà Kate a dover prendere il controllo
della situazione escogitando strategie per far
emergere i 'falsi umani' ed eliminarli.
Siamo di nuovo dinanzi ad un prequel e, come è
noto, la materia diviene complessa soprattutto
quando ad occuparsene non è il regista che
diresse il film di base ma il compito è passato
a qualcun altro che, per di più, è alla sua
opera prima. Gli spettatori vengono così
automaticamente divisi tra coloro i quali
conoscono bene le origini della storia e chi
invece la incontra per la prima volta.
John Carpenter nel 1982 diresse «La cosa» che
resta uno dei film a cui deve la sua fama di
maestro nel costruire la tensione, anche se non
sfondò al box office. Va detto poi che già allora
si trattava di un remake di un film del 1951.
Era quindi un'impresa non delle più semplici
quella tentata da Matthijs van Heijningen Jr. e
destinata a trovare inevitabilmente detrattori tra
chi ha amato il film divenuto ormai un classico
(e qui omaggiato esplicitamente sui titoli di
coda). Chi però non conoscesse quell'opera di
Carpenter e amasse il genere potrebbe trovare in
questo prequel degli elementi interessanti.
Perché anche se la struttura narrativa (che
implica un gruppo di esseri umani in azione nei
confronti dell'ignoto) è stata sfruttata in tutti i
modi nel cinema di genere e se la presa del
comando da parte di una donna nella lotta
all'alieno è divenuta dopo «Alien» un altro
elemento ripetuto all'infinito, la tensione è ben
costruita. Le trasformazioni degli umani in
mostri (grazie a una tecnologia sempre più
avanzata e disponibile anche per produzioni
dal budget non elevatissimo) sono ricche
di visionarietà e fanno pensare, oltre che a
Carpenter, al Cronenberg degli anni d'oro.
Certo manca quel quid che solo i maestri sanno
inoculare alle loro opere e che avrebbe potuto
elevare su un piano simbolico ciò che resta
invece trattato come una detection in cui si
cercano 'prove' e si tenta di colpire (con esiti
alterni) il pubblico allo stomaco.
Sadoul
La storia della fantascienza - 3b
Il tema è semplice: una grande catastrofe
naturale ha spazzato quasi ogni traccia di vita
dalla Terra. Questo secondo Diluvio è causato
da una gigantesca nuvola cosmica carica di
vapore acqueo, penetrata nell'orbita terrestre.
Condensandosi, essa provoca piogge torrenziali
che fanno salire il livello del mare al di sopra
delle terre emerse. Solo un astronomo dilettante,
Cosmo Versa, ha saputo prevedere il cataclisma.
Invano ha inviato messaggi alla stampa, alle
associazioni scientifiche e persino al presidente
degli Stati Uniti: è stato ridicolizzato dal
direttore dell'Osservatorio di New York,
professor Pludder.
Cosmo Versal non cede e, come Noè,
comincia a costruire una gigantesca arca in
levio, un metallo ultraleggero e resistentissimo
di sua invenzione. Vi imbarca una coppia per
una coppia per ciascuna delle principali specie
animali e cinquecento persone scelte in base
alle loro qualità intellettuali o morali. Almeno
la metà doveva essere costituita da donne,
trattandosi di perpetuare il genere umano, ma
dovevano essere ben pudiche, vergini e discrete,
visto che nel libro non se ne parla mai!
Arriva infine il diluvio, e l'arca prende il largo
sfuggendo all'assalto disperato dei disgraziati
che tentano di salire a bordo. Malgrado le
pressioni di Cosmo Versai, il presidente degli
Stati Uniti e il professor Pludder rifiutano
ancora una volta di raggiungerlo e Cosmo allora
solca i flutti aspettando che la nuvola cosmica
passi. Incontra un sottomarino francese, il
Jules Verne, che è sfuggito al disastro. Versal e
il capitano Yves de Beauxchamps compiono
qualche esplorazione sottomarina e durante una
di queste sloggiano un mostro marino che si
era installato sull'Arco di Trionfo di Parigi!
Ritornata negli Stati Uniti, l'arca si sistema su
delle montagne riemerse. Versal ha allora la
sorpresa di scoprirvi un rifugio di scampati,
diretto da Pludder e dal presidente degli Stati
Uniti. I due ex avversari cadono l’uno nelle
braccia dell'altro e insieme si accingono a
ricostruire il mondo. Lo stesso Verne non
avrebbe sconfessato un tale racconto...
Sei mesi dopo la pubblicazione di questo
romanzo, «The cavalier» presenta, nel gennaio
del 1912, un altro dei succcessi fantascientifici
dell'epoca, «Darkness and dawn» [Oscurità e
alba] di George Allan England. Il romanzo
riapparve, nell’agosto del 1940, su «Famous
Fantastic Mysteries» e riportò presso i nuovi
lettori lo stesso successo che aveva ottenuto alla
prima edizione. England era uno scrittore
professionista che descriveva così la sua carriera
in un articolo biografico apparso nel 1932
su «Argosy»:
«Sono nato nel Nebraska, raggiungendo
questa valle di lacrime nel 1877. Mio padre era
ufficiale, cosicché, da bambino, sono vissuto in
diverse caserme. Bob Davis, del gruppo
Munsey, mi ha formato come scrittore e a lui
devo il mio debutto. Un giorno (mi aveva
sfidato a una gara di canottaggio sul Maine), mi
suggerì di firmare con lui un contratto di cinque
anni. Io non sapevo nuotare e l'acqua del lago
era estremamente fredda, così firmai. Questo
succedeva nel 1905; da allora non ho cessato di
scrivere per Munsey, probabilmente per un
totale di quattromila o più pagine».
England morì nel giugno del 1936 senza aver
mai perduto il favore del pubblico.
Se la storia di «Second Deluge» doveva molto
a Noè e ai suoi figli, quella di «Darkness and
dawn» non può fare a meno di evocare Adamo
ed Eva. Un brutto giorno, nella frazione di un
secondo, tutti gli abitanti del nostro pianeta
cessano di vivere. Molti secoli dopo (almeno
quindici), una ragazza, Beatrice Kendrick, si
sveglia in un grattacielo newyorkese. Sulle
prime pensa di essere soltanto svenuta, poi si
accorge che tutto, intorno a lei, è diventato
polvere e ruggine. I vestiti le si polverizzano
addosso mentre tenta di rialzarsi e si ritrova
completamente nuda su uno sfondo da incubo.
Si precipita negli altri uffici della ditta in cui
lavorava come segretaria, ma non incontra che
vuoto e desolazione. Dei suoi colleghi non
rimangono che sparsi mucchietti di polvere.
Arriva infine nell'ufficio del suo capo. Allan
Stern, che si trova nel suo stesso stato di letargo.
Mentre la ragazza entra, l'uomo si risveglia a
poco a poco:
«Allora, reagendo d'istinto come fa una donna,
ella corse verso di lui. Dimenticando tutte le
convenzioni e la propria nudità lei gli prese la
mano e con voce tremante come se stesse per
spezzarsi, gli gridò: «Che succede? Che cosa
significa? Ditemelo!».
Il nuovo Adamo e la nuova Eva organizzano a
poco a poco la loro vita, cercando prima delle
armi, poi dei vestiti per proteggersi dal freddo e,
naturalmente, del cibo. Creature degenerate,
mezzo uomini e mezzo scimmie, forse i nostri
lontani discendenti tentano di catturarli ma essi
riescono a fuggire e alla fine del romanzo
abbandonano Manhattan per raggiungere la
campagna costeggiando il fiume. L'amore,
beninteso e sbocciato tra i due; ecco le ultime
parole del romanzo: «Le loro labbra con
l'avidità ispirata dalla loro travolgente passione
si avvicinarono e si unirono in un bacio d'amore
e di gioia»
Questo breve riassunto e le poche citazioni
mostrano che lo spirito del libro differisce
completamente da quello dell’opera di Garrett
P. Serviss. L'amore vi svolge un ruolo
preponderante e non solo l'amore platonico ma
anche i rapporti fisici che pur senza essere
descritti sono suggeriti. Gli eroi, nudi,
non esitano a sfiorarsi e quando le loro labbra
si uniscono cadono in preda alla passione.
(continua)
Rassegna di URANIA
1. Il gioco degli immortali
con Giorgio Napolitano & Silvio Berlusconi
2. Telemorte
con i programmi RAI
3. Un mondo di ombre
con Matteo Renzi ed il Pd
4. Fhantoms!
con A. C. Milan
5. Peccato originale
con i sindacalisti di CGIL-CISL-UIL
6. L'uomo in fuga
con Nichi Vendola
7. I fuochi azzurri
con Silvio Berlusconi e Forza Italia
8. Creature accidentali
con M. Borghezio, R. Brunetta, F. Storace
a cura di V. A.
Storie di ordinaria follia ...
Viaggio a Limone
Premessa
Commento al campionato di calcio 2015–2016
15° giornata
Molto spesso non mi sono spiegato del come e
del perché parecchi treni accumulino ritardi,
a volte anche pesanti e senza motivazioni
apparenti. Questa avventura mi ha risolto,
anche se in parte, l’arcano mistero.
Il racconto
Correva l’anno 1977 o giù di lì e con l’amico
Franco F. (che, ahimè, ormai ci ha lasciati)
decidemmo di fare un week-end nella sua casa
di famiglia di Limone con alcuni amici ed
amiche della compagnia. Noi due partimmo da
Savona un giorno prima al fine di preparare una
degna accoglienza per i nostri ospiti.
Il treno era un diretto e avrebbe effettuato la
sua prima fermata a San Giuseppe di Cairo.
Appena trascorsi pochi minuti dalla partenza
Franco con il sorriso sulla bocca, era sempre
stato un grande burlone, mi disse: «Indovina un
po’ cosa ho dimenticato a casa?». Credo che
risposi: «Forse le chiavi dell’appartamento di
Limone?» e lui concluse: «Bravo, hai indovinato
ma ora devo correre ai ripari!». Così detto si
incamminò velocemente verso il vagone del
personale viaggiante. Dovete sapere, per
chiarezza, che suo padre era un ferroviere.
Tornò poco dopo dicendomi: «Tutto sistemato».
Non osai proferire verbo alcuno e mi misi in
paziente attesa. A San Giuseppe il treno si fermò
per almeno venti minuti oltre il previsto, in quel
mentre il padre di Franco ci raggiunse, invitò il
figlio a scendere dal vagone e poi se ne andò
salutando, cosa era mai successo in quel fugace
incontro? Quasi subito riprendemmo il viaggio
interrotto. Quando Franco, sempre ridacchiando,
mi mostrò con immensa soddisfazione le chiavi
dimenticate, io, repentinamente, ricostruii i fatti
avvenuti. Primo: quando si era recato nel
vagone del personale viaggiante, dopo essersi
fatto riconoscere, aveva contattato velocemente
da lì telefonicamente il padre e lo aveva portato
a conoscenza dell’avvenuto; secondo: il padre,
raccolte le chiavi incriminate, si era precipitato
in auto alla stazione di San Giuseppe e
raggiunto il figlio gliele aveva consegnate,
ovviamente senza farsi notare da alcuno al fine
di non essere linciato dai passeggeri idrofobi per
la lunga sosta ...
Con quell’espediente, forse non del tutto
regolare, avevamo evitato di perdere un sacco di
tempo per tornare a prendere le chiavi e
riprendere il viaggio per Limone molto dopo
essendo il servizio di collegamento assai scarso!
Vi chiederete come il padre accettò di prestarsi a
tale espediente per favorire il Franco ma la
risposta è semplice: "Dovete sapere che anche
lui era un grande burlone...".
V. A..
Bisogna finirla con questi
espedienti sui treni!
I risultati della giornata sono stati:
Lazio-Juventus 0-2;
Torino-Roma 1-1;
Inter-Genoa 1-0;
Bologna-Napoli 3-2;
Atalanta-Palermo 3-0; Fiorentina-Udinese 3-0;
Frosinone-Chievo 0-2; Verona-Empoli 0-1;
Sampdoria-Sassuolo 1-3;
Carpi-Milan 0-0.
La juve passeggia a Roma contro una derelitta
Lazio e prosegue la sua risalita, visto che
davanti fanno a turno a rallentare presto
arriveranno nei pressi della vetta, biancoazzurri
invece sempre più in basso. Una Roma
impresentabile riesce comunque ad andare in
vantaggio a Torino con una punizione casuale di
Pianic, il portiere Padelli nel suo intervento mi
ricorda un "numero uno" del Milan, Dida, exbidone brasiliano; vantaggio immeritato ma alla
fine del recupero rimedia l’arbitro (?) che su
segnalazione del giudice di porta, probabilmente
cieco, per l’occasione pare indossasse una
maglia bianconera, concede ai granata un rigore
risultato poi inesistenze; due punti che fanno
bene ai gobbi, ora a –1; Garcia rimane sulla
graticola in attesa del Napoli a Fuorigrotta.
Ottavo 1-0 dell’Inter che batte a fatica ma
questa volta con pieno merito il Genoa grazie a
una punizione casuale e con la sconfitta del
Napoli torna in solitudine in testa alla classifica.
Chi legge il risultato di Bologna pensa ad un
errore di stampa, niente di tutto ciò, cosa è mai
successo agli azzurri partenopei? Semplice, in
campo sembrava tornato il Napoli di Benitez,
inguardabile in difesa ed evanescente a
centrocampo e in attacco, 3-0 fino all’87, poi un
tardivo 3-2! L’Atalanta liquida facilmente il
Palermo e la Fiorentina fa altrettanto con
l’Udinese, viola secondi ad un solo punto
dall’Inter. Il Chievo nel finale affossa fuori casa
il Frosinone, ciociari che rimangono sempre in
terz’ultima posizione. Il Verona continua a
perdere, e questo non può che farmi immenso
piacere e lo fa ancor più con Del Neri in
panchina, allenatore con il quale raramente
le situazioni sono mai migliorate, l’Empoli
ringrazia. A Marassi il Sassuolo distrugge la
Sampdoria, per Montella tre partite e tre
sconfitte, 2 gol fatti e 10 subiti; «Ferrero, chi
di voi viene adesso? Forse Zeman? Forse
Maifredi?». Premesso che la maglia verde e
gialla usata dal Milan è più brutta della stessa
squadra, per commentare la sua partita a Carpi
non ci sono più parole, servirebbero solo
parolacce; non batte neanche una modestissima
squadra penultima in classifica, anzi fatica a
tenere il pareggio; questo Carpi, pur se volitivo,
difficilmente si salverà dalla retrocessione;
Genoa e Milan hanno già dato e potrebbero
ridare nel ritorno ma le altre squadre? Il signor
Sinisa Mihajlovic (ma chi l’ha mandato al
Milan?) farebbe bene a telefonare a Rudy Garcia
e tutti e due allegramente prenotare viaggi di
solo andata per Casablanca.
a cura di V. A.
La Juve matata a
Siviglia è solo seconda.
Tranquillo, con Trenitalia,
se continua così, fra un po’
treni non ce ne saranno più!
Tranquillo, tirerà fuori il
fattore C nel sorteggio,
come l’anno scorso!
Hit-parade dei buffoni
(36)
1. Matteo Renzi
(21)
2. PD
(20)
3. Rudy Garcia
(7)
4. Francesco I
(7)
5. Michel Platini
(11)
6. Massimiliano Allegri
(1)
7. Gianluigi Buffon
(3)
8. Sinisa Mihajlovic
Il numero fra parentesi rappresenta le
presenze nella classifica.
Ci si rende ormai, meglio tardi che mai, conto
che la CGIL non conta nulla, è un sottoinsieme
(vuoto) del PD e per questo esce dalla classifica
ed entra, al 7° posto, Gianluigi Buffon che
quando parla, e parla troppo, fa onore al suo
cognome! Francesco I sale di un posto anche se
è in viaggio pastorale in Africa, ne siamo molto
contenti, lo saremmo di più se ci rimanesse a
lungo, diciamo almeno 100 anni! Michel Platini
con la sua arroganza e presunzione è 5°,
speriamo ce lo tolgano presto e in modo
definitivo dai c.......! I due "Rossi antichi"
sempre stabili sui gradini più alti del podio e
Garcia perde 7 punti in tre partite dalla Juventus.
a cura di V. A
Per 4 persone
Consommè allo cherry
Tre etti di girello di vitello, uno spicco di
aglio, un gambo di sedano, una carota, una
piccola cipolla, un pizzico di pepe ed uno di
noce moscata, q. b. di sale, mezzo dado
vegetale, mezzo cucchiaino di olio extravergine,
mezzo bicchiere di cherry
Lavare e pulire i gusti ed in una capace
pentola mettere 1 l di acqua con l’aglio da
eliminare dopo due minuti di bollitura. Porre gli
altri ingredienti e fare consumare a fuoco lento
controllando il brodo all’assaggio, se necessario
aggiungere altra acqua. Filtrare e servire caldo
con lo cherry che avrete precedentemente posto
a centro tavola in modo che ogni commensale
posa servirsi a piacere.
$
Patate alla Lionese
Otto patate medie, un bicchiere di olio
extravergine, una cipolla rossa, q. b. di vino
bianco, una manciata di prezzemolo, sale, pepe.
Tritare il prezzemolo, tagliare la cipolla a
julienne. Mondare le patate e farle a tocchi,
porre al forno in pirofila con olio preriscaldato,
a metà cottura aggiungere la cipolla al termine
della cottura spolverare con pepe e sale ed il
trito di prezzemolo.
&
Inutile dire che questi due piatti vanno serviti
con un fresco vino bianco ligure: Pigato di
Albenga o Buzzetto di Quiliano.
a cura di V. A.
Cosa posso portare
per la nostra cena
alternativa?
Il nuovo cibo UE,
gli insetti del PD!
Ho difeso il mio amore
1968
Nomadi
(Daniele Pace, John Hayward)
[orchestra]
Queste parole
sono scritte da chi
non ha visto più il sole
per amore di lei.
Io le ho trovate
in un campo di fiori.
Sopra una pietra
c’era scritto così:
Ho difeso, ho difeso
il mio amore, il mio amore.
C’era una data
l'otto di maggio,
lei era bella,
era tutto per lui.
Poi venne un altro,
gliela strappa di mano
cosa poi sia successo
lo capite anche voi.
Ho difeso, ho difeso
il mio amore, il mio amore.
[orchestra]
Questa è una storia
che finisce così,
sopra una pietra
che la pioggia bagnò.
Son tornato una notte
e ho sentito una voce,
un grido di un uomo
che chiedeva perdono.
Ho difeso, ho difeso
il mio amore, il mio amore.
[orchestra breve]
Ho difeso, ho difeso,
il mio amore, il mio amore.
[orchestra]
$
I Nomadi presentarono nel 1968 la loro
versione italiana di un brano che in
Inghilterra era stato lanciato dai Moody
Blues, appena rinnovati musicalmente
con l'avvento di J. Hayward e J. Lodge.
Fu così che "Nights in white satin"
divenne "Ho difeso il mio amore", una
canzone dapprima sussurrata e poi urlata.
Tracce di inconsolabile disperazione si
leggono nella magnifica interpretazione
di Augusto Daolio, per un testo scarno e
triste che racconta di un uomo che sta
espiando in carcere la sua pena per aver
ucciso il rivale in amore. Nella classifica
settimanale arrivò al 16° posto, mentre in
quella generale al 71°. Questa canzone fu
interpretata anche dai Profeti.
Red Ronnie
Nights in white satin
1967 Un po' d’amore
The Moody Blues
(John Hayward)
1968
Dalida
(Daniele Pace, John Hayward)
[orchestra]
Nights in white satin
Notti di raso bianco
Una
preghiera
never reaching the end,
non arrivano mai alla fine,
non va mai perduta,
letters are written
e lettere sono scritte
vola leggera
never meaning to send.
non nel senso da spedire.
più in alto del cielo.
Beauty had always miss
La bellezza si è sempre perduta
Sopra una pietra
with these eyes before
con questi occhi prima,
nascosta
dal tempo
just what the truth is
solo quale sia la verità
ho
ritrovato
I can’t say anymore.
non posso dirlo.
queste brevi parole:
Cause I love you,yes I love you, Perché ti amo, si ti amo,
Io ti prego, io ti chiedo
oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo.
un po' d'amore, un po' d'amore.
Gazing at people
Guardando la gente
Sopra la pietra
some hand in hand
alcuni mano nella mano,
che
il sole ha bruciato
Jjst what I’m going through
proprio quello che sto passando
ora
è
nato
they can’t understand.
oro non possono capire.
un piccolo fiore.
Some try to tell me
Qualcuno prova ad attribuirmi
pensieri che non possono condividere. Questo vuol dire
thoughts they cannot defend.
che, ancora una volta,
Just what you want to be
Solo quello che vuoi essere
il cielo ha sentito
you‘ll be in the end .
o sarai alla fine
una voce che prega
And I love you, yes I love you
E io ti amo, si ti amo,
e che chiede, e che chiede
oh oh I love you, oh oh I love you oh oh ti amo, oh oh ti amo.
un po' d'amore, un po' d'amore per sé.
[orchestra]
[orchestra]
Nights in white satin
Notti di raso bianco
Sopra la pietra
Never reaching the end
non arrivano mai alla fine,
ho scritto il mio nome,
Letters are written
e lettere sono scritte
un'ombra è venuta
Never meaning to send
non nel senso da spedire.
e mi ha preso per mano.
Beauty had always miss
La bellezza si è sempre perduta
Sembra che ora
With these eyes before
con questi occhi prima,
una voce lontana
Just what the truth is
solo quale sia la verità
ripeta ancora
I can’t say anymore.
non posso dirlo.
queste brevi parole:
And I love you, yes I love you,
Perché ti amo, si ti amo,
Io ti prego, io ti chiedo
oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo.
un po' d'amore, un po' d'amore per me.
[orchestra breve]
Io ti prego, io ti chiedo
Perché
ti
amo,si
ti
amo,
And I love you, yes I love you,
un po' d'amore, un po' d'amore per me.
oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo.
[orchestra]
[orchestra]
[orchestra]
$
1967 venti di trasformazione. L’album «Days
of Future Passed» (3° in USA), inciso con una
grande orchestra, segna il passaggio dei Moody
Blues dal beat al pop melodico. Contiene il
capolavoro «Night in White Satin», scritto dal
nuovo cantante Justin Hayward. Diciannovesimo
in patria, non compare nella classifica americana,
ma si riscatterà quando, ripubblicato nel 1972
sarà 2° negli USA e 9° nel Regno Unito. Avrà
altre edizioni nel '76, '79 e '83. Il brano è lento
e racconta del triste bisogno di amore che si
prova nella notte. In Italia diventa la storia di
un condannato che ha ucciso per gelosia
«Ho difeso il mio amore"», per Nomadi (18° in
Hit Parade), Profeti, Gatti Rossi e Bit-Nik.
Per Dalida è «Un po' d’amore».
Red Ronnie
$
Nella prima colonna è riportato il testo inglese
recepito da Internet, quindi con beneficio di
inventario, nella seconda la traduzione in italiano e
nella terza c’è la versione alternativa di Dalida con
il testo di Daniele Pace verificato con l’ascolto
della canzone quindi più che attendibile. Non
voglio fare commenti in quanto sarebbero
sicuramente troppo osceni. «Perché – direte voi –
lo hai pubblicato?». Forse per mostrare quanto
siamo bravi noi italiani nel trasformare "grosse
idiozie inglesi" in ottimi testi con un senso
compiuto. La versione di Dalida partecipò al
Cantagiro del 1968 classificandosi al terzo posto
del Gruppo A (i big) ed io ho avuto occasione di
ascoltarla nella tappa di Savona, decisamente
superiore è l’interpretazione di Augusto Daolio.
a cura di V. A.