IO NON VOTO NEWS 152
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IO NON VOTO NEWS 152
Io sto con Bocca di Rosa (continua da pag. 1) L'angolo del "Mugugno" Accuso ... Il mestiere di vivere cantando Vedo troppo spesso colleghi buoni e generosi, che si sono spesi senza posa per cantare, animare, sostenere le più donchisciottesche realtà (piccoli festival di provincia, circoli culturali, spazi occupati, ecc.) che oggi scendono in trincea, si arroccano su posizioni di grigia difesa, e si appellano al "professionismo", il "professionismo" che coincide quasi esclusivamente con la forza contrattuale di esigere un cachet. Il "professionismo" che irride e condanna il "volontariato": quell'urgenza espressiva benedetta che fa ancora muovere molte dita di giovani e giovanissimi sulle corde delle chitarre, sulle tastiere dei pianoforti, che fa scrivere nuove canzoni belle o bruttissime (non importa), e che fa accettare condizioni inaccettabili (siamo d'accordo). Ma se morisse anche quest'urgenza la musica sarebbe davvero finita e non avrebbe senso la vita che ci siamo scelti, cari compagni d'arte. Io faccio il cantante e l'autore da più di vent'anni. A un livello professionale? Boh: non capisco bene cosa voglia dire questa parola, conosco dei non-professionisti più bravi di me (e di tanti altri mestieranti) a cantare e suonare, però diciamo che la frequenza con cui registro dischi, scrivo canzoni e soprattutto partecipo a concerti e performance delle più varie come musicista (cantante, autore, chitarrista) è così continuativa e costante che se "professionista" è una parola che ha un senso, con me ce l'ha. Ho però - sin dall'inizio - avuto chiaro il valore militante del mio lavoro..., anzi, si può dire, che ho cominciato a suonare e cantare professionalmente proprio perché era il modo più divertente di fare il militante a tempo pieno. Scrivevo certe canzoni e certe storie perché secondo me dovevano essere cantate, ho avuto grandi maestri in questo (uno per tutti: Ivan Della Mea) e qualche volta ho avuto il piacere di poter lavorare con loro, e oggi molti mi considerano un coerente continuatore di questa nobile tradizione, che non vuol dire niente, ma per me vuol dire molto. Ho capito anche, molto presto, che il discorso non si fermava all'intenzione letteraria, musicale, esecutiva... ma che il contesto non era indifferente: cantare una canzone sui fatti di Genova 2001 in Piazza Alimonda (non sono mai mancato un 20 di luglio) cambia te, cambia la canzone e cambia chi ti sta ad ascoltare. Evidentemente ho avuto molto presto la fortuna di capire che il valore di ciò che si fa non è nel prezzo che si riesce a farsi attribuire. Sul filo del rasoio Mi capita però di scrivere, oltre alle mie ballate sociali, anche canzoni esistenziali, canzoni d'amore... ho all'incirca le preoccupazioni di tutti gli altri, non passo la totalità del mio tempo a rodermi il fegato sulle rivoluzioni mancate, cerco di vivere tutto l'amore sensato e sensuale che ci spinge a desiderare rivoluzioni future. Con tutte le mie canzoni frequento anche gli spazi (sempre più ridotti) deputati alla musica d'autore o alla musica senza altre specificazioni. Per oltre dieci anni ho fatto anche un lavoro da "impiegatuccio kafkiano", ma sono oltre cinque anni che non lo faccio più e dunque vivo del mio mestiere di musicista e di qualche collaborazione editoriale (non allarmatevi: questa per "A rivista anarchica" è orgogliosamente gratuita, anche come scrittore ho i medesimi vizi!). Vivo sul filo del rasoio, evidentemente, tenendo a stento insieme i lembi dell'ordinaria amministrazione, e sperando di non aver troppo bisogno del dentista. Però - forse stupidamente, con la complicità di un carattere sconsiderato e di un odio ricambiato del denaro - sono alquanto fiero di questo equilibrio, del fatto di vivere cantando, di cogliere i doni dell'ospitalità di chi sa godere delle mie canzoni, viaggiando di concerto in concerto e tornando a casa povero come prima. Certo, se fossi un'impresa commerciale dovrei dichiarare fallimento... ma la vita - mi ostino a pensare - non deve pareggiare la partita doppia. Questo m'è costato non la rinuncia - perché non l'ho mai desiderato - ma una distanza dal sogno familiare di una casa/compagna/figli da mantenere, m'è costata la fine di alcune belle avventure sentimentali che mal si conciliavano con la mia pirateria esistenziale, col destino di navigare a vista. Però - scusatemi belle compagnie - ma non potevo fare altrimenti e quando sbagliando ci ho provato ho dato il peggio di me. Per amore o per denaro Guardo con una certa tristezza certe risibili regolette e scuoto il capo... Penso che le persone che più ho stimato nella vita non abbiano mai fatto nulla di importante per denaro. Penso che i partigiani facessero il loro pericoloso lavoro gratuitamente e che i repubblichini e le SS invece fossero pagati. Penso che Carlo Giuliani abbia impugnato il suo estintore gratuitamente, e i carabinieri che lo hanno ammazzato (per lavoro, beninteso...) no. Tolstoj ha cambiato la storia dell'educazione facendo scuola gratuitamente ai figli dei contadini di Yasnaya Polyaria. "Se lo poteva permettere", mi direte... ma se avesse fatto una scuola modello per i figli dei nobili come lui, di certo sarebbe stato molto più coerente con quelle regole secondo cui chi "lavora gratis crea danni enormi". Tolstoj non ha fatto "danni enormi", proprio tutto il contrario! Io penso che il rapporto fra il lavoro e le necessità economiche della sopravvivenza sia un ricatto, una trappola che va sciolta. I volontari, i militanti sono i pionieri della solidarietà attiva che ci salva dal mercato. Gente da ammirare, non da irridere. Poi il mio fornaio e il mio idraulico mi chiedono dei soldi per fare cose che io non so fare, dunque anche a me tocca chiederne per il mio lavoro, ma solo perché devo cedere al ricatto di questa tragica magia nera, non per convinzione. Obtorto collo! Una cosa però è considerare questo atteggiamento una "ritirata strategica" e nel contempo lavorare (gratuitamente) per costruire un mondo in cui il lavoro si fa perché è utile e bello per vivere assieme. Tutt'altra è sottoscrivere il patto col diavolo del mercato, infamando chi ha il rigore o la fortuna di potersi comportare altrimenti. Io sto con Bocca di Rosa. Alessio Lega Accuso i giornalisti di essere servi ben prezzolati di questo ignobile sistema. Accuso tutte le TV perché veicoli di menzogne e dispensatrici di messaggi occulti. Accuso gli industriali, sempre alla ricerca dei favori dei politici (invero ben retribuiti). Accuso i "liberi professionisti" perché con la complicità di leggi ignobili continuano ad evadere il fisco. Accuso l'alto clero, reo di non fare quello che dice di "buono" e di fare quello che non dice di "non buono". Accuso i politici, rei di essere da sempre il più grosso "cancro" del paese. Accuso la maggior parte dei sindacalisti perché assomigliano sempre più a... questi politici. Accuso PD ed Forza Italia i cui comportamenti ad ogni alternanza di Governo godono della proprietà commutativa: "Oggi malgoverno Io e Tu ti opponi peggio, domani ci invertiamo ...". Accuso Matteo perché troppo scaltro e Silvio per il motivo opposto: si è fatto menare per il naso dal primo. Accuso i pidiessini perché non fanno più i comunisti e soprattutto Renzi perché... non lo ha mai fatto. Accuso Alfano e Lupi, come si fa a non accusare due simili ciarlatani? Accuso i giudici la perché stanno diventando sempre più la negazione assoluta della Giustizia. Accuso gli Stati Uniti d'America, rei di aggressione continua, per esempio: qualcuno si ricorda ancora dei Pellerossa? Accuso il governo mafioso russo che dopo il periodo sovietico sta riportando la popolazione ai tempi degli Zar. Accuso la Germania e la Merkel, pagassero i debiti di guerra invece di rompe le "palle" al resto dell’Europa. Accuso l'Europa Unita, unita... solo per fregarci meglio. Accuso i terroristi perché non colpiscono mai bersagli utili, solo persone innocenti. Accuso la FIFA e l’UEFA associazioni a delinquere nel calcio. Non vola foglia che Blatter e Platini non vogliano. Accuso la juventus, perché ha ripreso a "rubare" con l’assenso della federazione. Accuso i team arbitrale nel calcio. Troppi errori e partite falsate dai loro errori, ma saranno solo errori? Troppi episodi a favore della juventus. ed infine Accuso anche me stesso perché in Tv seguo il Calcio e vado ancora, per ora, a votare, ma almeno sempre contro il duo di gaglioffi Renzi e Berlusconi!. V. A. Secondo te Renzi ha la faccia come il culo o il culo come la faccia? Gode della proprietà commutativa!!! Uguale! IO NON VOTO NEWS e se proprio devo … Voto Beppe Grillo [email protected] Savona Venerdì 11 Dicembre 2015 Fondato nel 2012 – Anno IV NUMERO 152 http://www.iononvotonews.altervista.org/ Da “A” Rivista Anarchica €0 L’ANGOLO DEL RELAX L’indovinello figurato A quale dei tre personaggi Matteo Renzi è più affine? 1. 2. 3. Risposta a fondo pagina Io sto con Bocca di Rosa ovvero della gratuita nel mestiere della musica C'è chi l'amore lo fa per noia chi se lo sceglie per professione Bocca di Rosa né l'uno né l'altro lei lo faceva per passione. Con tutta evidenza De André deve aver inteso di scrivere l’apologo di una povera demente che intendeva dire che il singolare talento di cui era dotata non valeva nulla, che le prostitute erano delle ladre, eccetera... Questo mestiere - quello della musica qualcuno disse che era un destino, ora è una maledizione. Di questi tempi una crisi senza precedenti del mercato ha eroso spazi, ha gettato nella disperazione professionisti affermati, ha affamato tutto un indotto di tecnici, studi di registrazione, negozi musicali. Tutte le stampelle sono spezzate: i CD non esistono come progetto commerciale (seriamente è difficile capire perché li si fa, eppure li si fa... perché non si può fare a meno di farli), i concerti faticano moltissimo a trovare spazi acconci, il pubblico è in una permanente crisi d'identità. I locali, i localini, gli storici localoni chiudono, chiudono le tane degli sfruttatori che affamavano i musicisti con le briciole, ma chiudono anche i progetti sensati e attenti di veri appassionati che hanno difeso con le unghie la dignità professionale dei musicisti. Chiudono per molti motivi, ma soprattutto perché vivevano vendendo birre e oggi il pubblico squattrinato passa la serata con un solo bicchiere. Quei 150 euro che, solo un lustro fa, un musicista serio poteva sdegnosamente rifiutare ("non è nemmeno un rimborso spese..."), oggi sono il solo cachet possibile a quelli che si ostinano a proporre musica live nei loro locali. Fatevi i conti: li ci entrano 70 persone (ammesso che entrino), l'affitto costa tot, le spese pure, la SIAE (SIC!) non ha compassione di nessuno... fatevi i conti. Non c'è colpa, c'è solo disfatta. O meglio, la colpa è nell'atteggiamento collettivo di non aver considerato la musica un valore in sé, qualcosa che andava - sostenuto con un giusto contributo, secondo le possibilità, ma non percepito come un optional gratuito. Una vera diseducazione: per trent'anni troppi spettacoli sono stati pagati da contributi esterni, emolumenti, briciole sottratte ad altro, maggiorazioni di consumazioni... e così oggi ci ritroviamo nella grottesca situazione che un locale che chieda cinque o dieci euro di contributo - non lo chiamiamo biglietto - per sostenere spese e cachet di una serata musicale, sembra che faccia un sopruso inaccettabile, una cosa proprio strana. Altrove, anche in nazioni altrettanto povere o in crisi come la nostra, se non di più, non è questo l'atteggiamento. Si può provare a ricostruire su queste macerie, ma la strada è lunga e difficile, e il pubblico è sempre più affaticato e stanco e pigro: non lo scolli dai computer, non lo inviti a nozze con il tuo concerto. Ti scrive che "sei meraviglioso", che "meno male che esisti", ma poi tutta la sua partecipazione si limita a un simbolino (un pollice alto, un cuoricino, un "parteciperò") sotto la pagina che annuncia un concerto su un social network. Questa situazione molto difficile - rammento che i musicisti sono molto in crisi, ma non sono la categoria messa peggio: peggio di loro grafici e fotografi, per esempio - sta esacerbando gli animi, incattivendo i rancori, rattrappendo i sogni. (continua a pag. 2) Noi parlamentari cattolici chiedono provvedimenti contro le prostitute! Belin, perché ce l’avete con i vostri simili? ... la differenza tra Alì Babà, i suoi ladroni e... ... Matteo Renzi ed il suo staff di governo? Con Ali Babà i ladroni erano solo 40!!! Credo di aver visto un serpente allo zoo! Cretino, era certamente Matteo Renzi! Soluzione: b. a pag. 2 · Continua da pag. 1 · L'angolo del "Mugugno" a pag. 3 · Il teletrasporto a pag. 4 · L’angolo della fantascienza · La storia della fantascienza · Rassegna di URANIA a pag. 5 · Storie di ordinaria follia ... · Commento al campionato di calcio 2015–2016 · Hit-parade dei buffoni · L’angolo della cucina a pag. 6 · Tre canzoni per voi IL TELETRASPORTO Ingegnere Carlo T. Il teletrasporto è stato utilizzato sia nella fantascienza come artificio narrativo che nel fantasy come atto di magia. La prima menzione di un sistema di teletrasporto in un’opera di fantascienza è presente nel racconto The Man Without a Body (1877) di David Page Mithchell, in cui uno scienziato scopre un metodo per disassemblare gli atomi di un gatto e trasmetterli via telegrafo. Il concetto verrà poi ripreso nella fantascienza del primo Novecento: uno dei primi autori a descrivere un sistema in grado di trasmettere i corpi via etere da una cabina di partenza ad una ricevente è Ettore Santi con il racconto L’esperienza di Donati (La Domenica del Corriere n. 10 dell’11 marzo 1906). Tra i più noti il Con “teletrasporto” si definisce il processo di trasporto racconto The Fly di George Langelaan del 1957, dal quale istantaneo della materia attraverso lo spazio da un luogo all’altro. verranno tratti i due film: Il neologismo deriva dalla radice greca “Τηλε” (“lontano”) e dall’italiano “trasporto”, sulla falsariga del termine inglese “teleportation” coniato dallo scrittore americano Charles Fort, indagatore dell’improbabile e autore del famoso “Libro dei dannati”, in cui è descritta una moltitudine di fatti inspiegabili e dove si azzardano teorie peculiari come quella della propagazione di specie animali tramite “teletrasporto”, il cui malfunzionamento provocherebbe le “piogge anomale” di rane, pesci, ecc. Come ipotetica tecnologia il teletrasporto viene spesso utilizzato nelle opere di fantascienza, d ove è inteso come trasporto istantaneo, intendendo un processo in grado di realizzarsi anche attraverso grandi distanze, quali tra la Terra e la Luna o L’esperimento del dottor K un altro pianeta a velocità pari o perfino superiori a quella della luce. L’introduzione di questa fantastica invenzione nei film di fantascienza e più precisamente nella famosa serie di Star Trek si deve a Gene Roddenberry, sceneggiatore e produttore televisivo statunitense, papà della fortunata serie televisiva di fantascienza, in quanto negli anni sessanta gli effetti speciali delle navette risultavano troppo costosi. Specie quando si è in ritardo e ci si scontra con le mille difficoltà del muoversi per raggiungere l’agognata destinazione, a chi non è venuto in mente quanto sarebbe bello se esistesse davvero quella favolosa macchina, vista in molti film di fantascienza, che consente istantaneamente di raggiungere un qualsiasi luogo, ovvero il ”teletrasporto”. Ebbene, un domani, non troppo lontano, questo desiderio potrebbe essere soddisfatto o addirittura anche adesso, se è vero quanto dichiarato sull’esistenza di una macchina con tali capacità, già brevettata negli USA. La Mosca La pedana del teletrasporto ed un suo schema tecnico (tratto da “Star Trek: The Next Generation – Il Manuale Tecnico”) L’idea raggiunge la diffusione a livello mondiale con il successo della serie televisiva Star Trek e dei suoi seguiti e trasposizioni cinematografiche. Il concetto è stato poi ripreso in televisione anche con il telefilm Stargate SG-1 e serie correlate. I metodi di trasporto utilizzati nella fantascienza sono generalmente di due tipi: • Per scomposizione e riassemblaggio; • Per portali (con o senza passaggio attraverso una “dimensione” intermedia). (continua) L’angolo della fantascienza Recensione dei film da Internet «La cosa» 2011 La paleontologa Kate Lloyd raggiunge un team di scienziati norvegesi i quali hanno trovato, nascosta tra i ghiacci, una base sotterranea di origine sconosciuta e, poco distante, il corpo di un alieno conservato dal gelo. Una volta trasportato alla base il corpo si rianima e gli umani scoprono ben presto che la terrificante creatura è in grado di prendere possesso dei corpi dei terrestri mantenendone le sembianze e infiltrandosi quindi nel gruppo. Da quel momento tutti prendono a sospettare di tutti. Sarà Kate a dover prendere il controllo della situazione escogitando strategie per far emergere i 'falsi umani' ed eliminarli. Siamo di nuovo dinanzi ad un prequel e, come è noto, la materia diviene complessa soprattutto quando ad occuparsene non è il regista che diresse il film di base ma il compito è passato a qualcun altro che, per di più, è alla sua opera prima. Gli spettatori vengono così automaticamente divisi tra coloro i quali conoscono bene le origini della storia e chi invece la incontra per la prima volta. John Carpenter nel 1982 diresse «La cosa» che resta uno dei film a cui deve la sua fama di maestro nel costruire la tensione, anche se non sfondò al box office. Va detto poi che già allora si trattava di un remake di un film del 1951. Era quindi un'impresa non delle più semplici quella tentata da Matthijs van Heijningen Jr. e destinata a trovare inevitabilmente detrattori tra chi ha amato il film divenuto ormai un classico (e qui omaggiato esplicitamente sui titoli di coda). Chi però non conoscesse quell'opera di Carpenter e amasse il genere potrebbe trovare in questo prequel degli elementi interessanti. Perché anche se la struttura narrativa (che implica un gruppo di esseri umani in azione nei confronti dell'ignoto) è stata sfruttata in tutti i modi nel cinema di genere e se la presa del comando da parte di una donna nella lotta all'alieno è divenuta dopo «Alien» un altro elemento ripetuto all'infinito, la tensione è ben costruita. Le trasformazioni degli umani in mostri (grazie a una tecnologia sempre più avanzata e disponibile anche per produzioni dal budget non elevatissimo) sono ricche di visionarietà e fanno pensare, oltre che a Carpenter, al Cronenberg degli anni d'oro. Certo manca quel quid che solo i maestri sanno inoculare alle loro opere e che avrebbe potuto elevare su un piano simbolico ciò che resta invece trattato come una detection in cui si cercano 'prove' e si tenta di colpire (con esiti alterni) il pubblico allo stomaco. Sadoul La storia della fantascienza - 3b Il tema è semplice: una grande catastrofe naturale ha spazzato quasi ogni traccia di vita dalla Terra. Questo secondo Diluvio è causato da una gigantesca nuvola cosmica carica di vapore acqueo, penetrata nell'orbita terrestre. Condensandosi, essa provoca piogge torrenziali che fanno salire il livello del mare al di sopra delle terre emerse. Solo un astronomo dilettante, Cosmo Versa, ha saputo prevedere il cataclisma. Invano ha inviato messaggi alla stampa, alle associazioni scientifiche e persino al presidente degli Stati Uniti: è stato ridicolizzato dal direttore dell'Osservatorio di New York, professor Pludder. Cosmo Versal non cede e, come Noè, comincia a costruire una gigantesca arca in levio, un metallo ultraleggero e resistentissimo di sua invenzione. Vi imbarca una coppia per una coppia per ciascuna delle principali specie animali e cinquecento persone scelte in base alle loro qualità intellettuali o morali. Almeno la metà doveva essere costituita da donne, trattandosi di perpetuare il genere umano, ma dovevano essere ben pudiche, vergini e discrete, visto che nel libro non se ne parla mai! Arriva infine il diluvio, e l'arca prende il largo sfuggendo all'assalto disperato dei disgraziati che tentano di salire a bordo. Malgrado le pressioni di Cosmo Versai, il presidente degli Stati Uniti e il professor Pludder rifiutano ancora una volta di raggiungerlo e Cosmo allora solca i flutti aspettando che la nuvola cosmica passi. Incontra un sottomarino francese, il Jules Verne, che è sfuggito al disastro. Versal e il capitano Yves de Beauxchamps compiono qualche esplorazione sottomarina e durante una di queste sloggiano un mostro marino che si era installato sull'Arco di Trionfo di Parigi! Ritornata negli Stati Uniti, l'arca si sistema su delle montagne riemerse. Versal ha allora la sorpresa di scoprirvi un rifugio di scampati, diretto da Pludder e dal presidente degli Stati Uniti. I due ex avversari cadono l’uno nelle braccia dell'altro e insieme si accingono a ricostruire il mondo. Lo stesso Verne non avrebbe sconfessato un tale racconto... Sei mesi dopo la pubblicazione di questo romanzo, «The cavalier» presenta, nel gennaio del 1912, un altro dei succcessi fantascientifici dell'epoca, «Darkness and dawn» [Oscurità e alba] di George Allan England. Il romanzo riapparve, nell’agosto del 1940, su «Famous Fantastic Mysteries» e riportò presso i nuovi lettori lo stesso successo che aveva ottenuto alla prima edizione. England era uno scrittore professionista che descriveva così la sua carriera in un articolo biografico apparso nel 1932 su «Argosy»: «Sono nato nel Nebraska, raggiungendo questa valle di lacrime nel 1877. Mio padre era ufficiale, cosicché, da bambino, sono vissuto in diverse caserme. Bob Davis, del gruppo Munsey, mi ha formato come scrittore e a lui devo il mio debutto. Un giorno (mi aveva sfidato a una gara di canottaggio sul Maine), mi suggerì di firmare con lui un contratto di cinque anni. Io non sapevo nuotare e l'acqua del lago era estremamente fredda, così firmai. Questo succedeva nel 1905; da allora non ho cessato di scrivere per Munsey, probabilmente per un totale di quattromila o più pagine». England morì nel giugno del 1936 senza aver mai perduto il favore del pubblico. Se la storia di «Second Deluge» doveva molto a Noè e ai suoi figli, quella di «Darkness and dawn» non può fare a meno di evocare Adamo ed Eva. Un brutto giorno, nella frazione di un secondo, tutti gli abitanti del nostro pianeta cessano di vivere. Molti secoli dopo (almeno quindici), una ragazza, Beatrice Kendrick, si sveglia in un grattacielo newyorkese. Sulle prime pensa di essere soltanto svenuta, poi si accorge che tutto, intorno a lei, è diventato polvere e ruggine. I vestiti le si polverizzano addosso mentre tenta di rialzarsi e si ritrova completamente nuda su uno sfondo da incubo. Si precipita negli altri uffici della ditta in cui lavorava come segretaria, ma non incontra che vuoto e desolazione. Dei suoi colleghi non rimangono che sparsi mucchietti di polvere. Arriva infine nell'ufficio del suo capo. Allan Stern, che si trova nel suo stesso stato di letargo. Mentre la ragazza entra, l'uomo si risveglia a poco a poco: «Allora, reagendo d'istinto come fa una donna, ella corse verso di lui. Dimenticando tutte le convenzioni e la propria nudità lei gli prese la mano e con voce tremante come se stesse per spezzarsi, gli gridò: «Che succede? Che cosa significa? Ditemelo!». Il nuovo Adamo e la nuova Eva organizzano a poco a poco la loro vita, cercando prima delle armi, poi dei vestiti per proteggersi dal freddo e, naturalmente, del cibo. Creature degenerate, mezzo uomini e mezzo scimmie, forse i nostri lontani discendenti tentano di catturarli ma essi riescono a fuggire e alla fine del romanzo abbandonano Manhattan per raggiungere la campagna costeggiando il fiume. L'amore, beninteso e sbocciato tra i due; ecco le ultime parole del romanzo: «Le loro labbra con l'avidità ispirata dalla loro travolgente passione si avvicinarono e si unirono in un bacio d'amore e di gioia» Questo breve riassunto e le poche citazioni mostrano che lo spirito del libro differisce completamente da quello dell’opera di Garrett P. Serviss. L'amore vi svolge un ruolo preponderante e non solo l'amore platonico ma anche i rapporti fisici che pur senza essere descritti sono suggeriti. Gli eroi, nudi, non esitano a sfiorarsi e quando le loro labbra si uniscono cadono in preda alla passione. (continua) Rassegna di URANIA 1. Il gioco degli immortali con Giorgio Napolitano & Silvio Berlusconi 2. Telemorte con i programmi RAI 3. Un mondo di ombre con Matteo Renzi ed il Pd 4. Fhantoms! con A. C. Milan 5. Peccato originale con i sindacalisti di CGIL-CISL-UIL 6. L'uomo in fuga con Nichi Vendola 7. I fuochi azzurri con Silvio Berlusconi e Forza Italia 8. Creature accidentali con M. Borghezio, R. Brunetta, F. Storace a cura di V. A. Storie di ordinaria follia ... Viaggio a Limone Premessa Commento al campionato di calcio 2015–2016 15° giornata Molto spesso non mi sono spiegato del come e del perché parecchi treni accumulino ritardi, a volte anche pesanti e senza motivazioni apparenti. Questa avventura mi ha risolto, anche se in parte, l’arcano mistero. Il racconto Correva l’anno 1977 o giù di lì e con l’amico Franco F. (che, ahimè, ormai ci ha lasciati) decidemmo di fare un week-end nella sua casa di famiglia di Limone con alcuni amici ed amiche della compagnia. Noi due partimmo da Savona un giorno prima al fine di preparare una degna accoglienza per i nostri ospiti. Il treno era un diretto e avrebbe effettuato la sua prima fermata a San Giuseppe di Cairo. Appena trascorsi pochi minuti dalla partenza Franco con il sorriso sulla bocca, era sempre stato un grande burlone, mi disse: «Indovina un po’ cosa ho dimenticato a casa?». Credo che risposi: «Forse le chiavi dell’appartamento di Limone?» e lui concluse: «Bravo, hai indovinato ma ora devo correre ai ripari!». Così detto si incamminò velocemente verso il vagone del personale viaggiante. Dovete sapere, per chiarezza, che suo padre era un ferroviere. Tornò poco dopo dicendomi: «Tutto sistemato». Non osai proferire verbo alcuno e mi misi in paziente attesa. A San Giuseppe il treno si fermò per almeno venti minuti oltre il previsto, in quel mentre il padre di Franco ci raggiunse, invitò il figlio a scendere dal vagone e poi se ne andò salutando, cosa era mai successo in quel fugace incontro? Quasi subito riprendemmo il viaggio interrotto. Quando Franco, sempre ridacchiando, mi mostrò con immensa soddisfazione le chiavi dimenticate, io, repentinamente, ricostruii i fatti avvenuti. Primo: quando si era recato nel vagone del personale viaggiante, dopo essersi fatto riconoscere, aveva contattato velocemente da lì telefonicamente il padre e lo aveva portato a conoscenza dell’avvenuto; secondo: il padre, raccolte le chiavi incriminate, si era precipitato in auto alla stazione di San Giuseppe e raggiunto il figlio gliele aveva consegnate, ovviamente senza farsi notare da alcuno al fine di non essere linciato dai passeggeri idrofobi per la lunga sosta ... Con quell’espediente, forse non del tutto regolare, avevamo evitato di perdere un sacco di tempo per tornare a prendere le chiavi e riprendere il viaggio per Limone molto dopo essendo il servizio di collegamento assai scarso! Vi chiederete come il padre accettò di prestarsi a tale espediente per favorire il Franco ma la risposta è semplice: "Dovete sapere che anche lui era un grande burlone...". V. A.. Bisogna finirla con questi espedienti sui treni! I risultati della giornata sono stati: Lazio-Juventus 0-2; Torino-Roma 1-1; Inter-Genoa 1-0; Bologna-Napoli 3-2; Atalanta-Palermo 3-0; Fiorentina-Udinese 3-0; Frosinone-Chievo 0-2; Verona-Empoli 0-1; Sampdoria-Sassuolo 1-3; Carpi-Milan 0-0. La juve passeggia a Roma contro una derelitta Lazio e prosegue la sua risalita, visto che davanti fanno a turno a rallentare presto arriveranno nei pressi della vetta, biancoazzurri invece sempre più in basso. Una Roma impresentabile riesce comunque ad andare in vantaggio a Torino con una punizione casuale di Pianic, il portiere Padelli nel suo intervento mi ricorda un "numero uno" del Milan, Dida, exbidone brasiliano; vantaggio immeritato ma alla fine del recupero rimedia l’arbitro (?) che su segnalazione del giudice di porta, probabilmente cieco, per l’occasione pare indossasse una maglia bianconera, concede ai granata un rigore risultato poi inesistenze; due punti che fanno bene ai gobbi, ora a –1; Garcia rimane sulla graticola in attesa del Napoli a Fuorigrotta. Ottavo 1-0 dell’Inter che batte a fatica ma questa volta con pieno merito il Genoa grazie a una punizione casuale e con la sconfitta del Napoli torna in solitudine in testa alla classifica. Chi legge il risultato di Bologna pensa ad un errore di stampa, niente di tutto ciò, cosa è mai successo agli azzurri partenopei? Semplice, in campo sembrava tornato il Napoli di Benitez, inguardabile in difesa ed evanescente a centrocampo e in attacco, 3-0 fino all’87, poi un tardivo 3-2! L’Atalanta liquida facilmente il Palermo e la Fiorentina fa altrettanto con l’Udinese, viola secondi ad un solo punto dall’Inter. Il Chievo nel finale affossa fuori casa il Frosinone, ciociari che rimangono sempre in terz’ultima posizione. Il Verona continua a perdere, e questo non può che farmi immenso piacere e lo fa ancor più con Del Neri in panchina, allenatore con il quale raramente le situazioni sono mai migliorate, l’Empoli ringrazia. A Marassi il Sassuolo distrugge la Sampdoria, per Montella tre partite e tre sconfitte, 2 gol fatti e 10 subiti; «Ferrero, chi di voi viene adesso? Forse Zeman? Forse Maifredi?». Premesso che la maglia verde e gialla usata dal Milan è più brutta della stessa squadra, per commentare la sua partita a Carpi non ci sono più parole, servirebbero solo parolacce; non batte neanche una modestissima squadra penultima in classifica, anzi fatica a tenere il pareggio; questo Carpi, pur se volitivo, difficilmente si salverà dalla retrocessione; Genoa e Milan hanno già dato e potrebbero ridare nel ritorno ma le altre squadre? Il signor Sinisa Mihajlovic (ma chi l’ha mandato al Milan?) farebbe bene a telefonare a Rudy Garcia e tutti e due allegramente prenotare viaggi di solo andata per Casablanca. a cura di V. A. La Juve matata a Siviglia è solo seconda. Tranquillo, con Trenitalia, se continua così, fra un po’ treni non ce ne saranno più! Tranquillo, tirerà fuori il fattore C nel sorteggio, come l’anno scorso! Hit-parade dei buffoni (36) 1. Matteo Renzi (21) 2. PD (20) 3. Rudy Garcia (7) 4. Francesco I (7) 5. Michel Platini (11) 6. Massimiliano Allegri (1) 7. Gianluigi Buffon (3) 8. Sinisa Mihajlovic Il numero fra parentesi rappresenta le presenze nella classifica. Ci si rende ormai, meglio tardi che mai, conto che la CGIL non conta nulla, è un sottoinsieme (vuoto) del PD e per questo esce dalla classifica ed entra, al 7° posto, Gianluigi Buffon che quando parla, e parla troppo, fa onore al suo cognome! Francesco I sale di un posto anche se è in viaggio pastorale in Africa, ne siamo molto contenti, lo saremmo di più se ci rimanesse a lungo, diciamo almeno 100 anni! Michel Platini con la sua arroganza e presunzione è 5°, speriamo ce lo tolgano presto e in modo definitivo dai c.......! I due "Rossi antichi" sempre stabili sui gradini più alti del podio e Garcia perde 7 punti in tre partite dalla Juventus. a cura di V. A Per 4 persone Consommè allo cherry Tre etti di girello di vitello, uno spicco di aglio, un gambo di sedano, una carota, una piccola cipolla, un pizzico di pepe ed uno di noce moscata, q. b. di sale, mezzo dado vegetale, mezzo cucchiaino di olio extravergine, mezzo bicchiere di cherry Lavare e pulire i gusti ed in una capace pentola mettere 1 l di acqua con l’aglio da eliminare dopo due minuti di bollitura. Porre gli altri ingredienti e fare consumare a fuoco lento controllando il brodo all’assaggio, se necessario aggiungere altra acqua. Filtrare e servire caldo con lo cherry che avrete precedentemente posto a centro tavola in modo che ogni commensale posa servirsi a piacere. $ Patate alla Lionese Otto patate medie, un bicchiere di olio extravergine, una cipolla rossa, q. b. di vino bianco, una manciata di prezzemolo, sale, pepe. Tritare il prezzemolo, tagliare la cipolla a julienne. Mondare le patate e farle a tocchi, porre al forno in pirofila con olio preriscaldato, a metà cottura aggiungere la cipolla al termine della cottura spolverare con pepe e sale ed il trito di prezzemolo. & Inutile dire che questi due piatti vanno serviti con un fresco vino bianco ligure: Pigato di Albenga o Buzzetto di Quiliano. a cura di V. A. Cosa posso portare per la nostra cena alternativa? Il nuovo cibo UE, gli insetti del PD! Ho difeso il mio amore 1968 Nomadi (Daniele Pace, John Hayward) [orchestra] Queste parole sono scritte da chi non ha visto più il sole per amore di lei. Io le ho trovate in un campo di fiori. Sopra una pietra c’era scritto così: Ho difeso, ho difeso il mio amore, il mio amore. C’era una data l'otto di maggio, lei era bella, era tutto per lui. Poi venne un altro, gliela strappa di mano cosa poi sia successo lo capite anche voi. Ho difeso, ho difeso il mio amore, il mio amore. [orchestra] Questa è una storia che finisce così, sopra una pietra che la pioggia bagnò. Son tornato una notte e ho sentito una voce, un grido di un uomo che chiedeva perdono. Ho difeso, ho difeso il mio amore, il mio amore. [orchestra breve] Ho difeso, ho difeso, il mio amore, il mio amore. [orchestra] $ I Nomadi presentarono nel 1968 la loro versione italiana di un brano che in Inghilterra era stato lanciato dai Moody Blues, appena rinnovati musicalmente con l'avvento di J. Hayward e J. Lodge. Fu così che "Nights in white satin" divenne "Ho difeso il mio amore", una canzone dapprima sussurrata e poi urlata. Tracce di inconsolabile disperazione si leggono nella magnifica interpretazione di Augusto Daolio, per un testo scarno e triste che racconta di un uomo che sta espiando in carcere la sua pena per aver ucciso il rivale in amore. Nella classifica settimanale arrivò al 16° posto, mentre in quella generale al 71°. Questa canzone fu interpretata anche dai Profeti. Red Ronnie Nights in white satin 1967 Un po' d’amore The Moody Blues (John Hayward) 1968 Dalida (Daniele Pace, John Hayward) [orchestra] Nights in white satin Notti di raso bianco Una preghiera never reaching the end, non arrivano mai alla fine, non va mai perduta, letters are written e lettere sono scritte vola leggera never meaning to send. non nel senso da spedire. più in alto del cielo. Beauty had always miss La bellezza si è sempre perduta Sopra una pietra with these eyes before con questi occhi prima, nascosta dal tempo just what the truth is solo quale sia la verità ho ritrovato I can’t say anymore. non posso dirlo. queste brevi parole: Cause I love you,yes I love you, Perché ti amo, si ti amo, Io ti prego, io ti chiedo oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo. un po' d'amore, un po' d'amore. Gazing at people Guardando la gente Sopra la pietra some hand in hand alcuni mano nella mano, che il sole ha bruciato Jjst what I’m going through proprio quello che sto passando ora è nato they can’t understand. oro non possono capire. un piccolo fiore. Some try to tell me Qualcuno prova ad attribuirmi pensieri che non possono condividere. Questo vuol dire thoughts they cannot defend. che, ancora una volta, Just what you want to be Solo quello che vuoi essere il cielo ha sentito you‘ll be in the end . o sarai alla fine una voce che prega And I love you, yes I love you E io ti amo, si ti amo, e che chiede, e che chiede oh oh I love you, oh oh I love you oh oh ti amo, oh oh ti amo. un po' d'amore, un po' d'amore per sé. [orchestra] [orchestra] Nights in white satin Notti di raso bianco Sopra la pietra Never reaching the end non arrivano mai alla fine, ho scritto il mio nome, Letters are written e lettere sono scritte un'ombra è venuta Never meaning to send non nel senso da spedire. e mi ha preso per mano. Beauty had always miss La bellezza si è sempre perduta Sembra che ora With these eyes before con questi occhi prima, una voce lontana Just what the truth is solo quale sia la verità ripeta ancora I can’t say anymore. non posso dirlo. queste brevi parole: And I love you, yes I love you, Perché ti amo, si ti amo, Io ti prego, io ti chiedo oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo. un po' d'amore, un po' d'amore per me. [orchestra breve] Io ti prego, io ti chiedo Perché ti amo,si ti amo, And I love you, yes I love you, un po' d'amore, un po' d'amore per me. oh oh I love you, oh oh I love you. oh oh ti amo, oh oh ti amo. [orchestra] [orchestra] [orchestra] $ 1967 venti di trasformazione. L’album «Days of Future Passed» (3° in USA), inciso con una grande orchestra, segna il passaggio dei Moody Blues dal beat al pop melodico. Contiene il capolavoro «Night in White Satin», scritto dal nuovo cantante Justin Hayward. Diciannovesimo in patria, non compare nella classifica americana, ma si riscatterà quando, ripubblicato nel 1972 sarà 2° negli USA e 9° nel Regno Unito. Avrà altre edizioni nel '76, '79 e '83. Il brano è lento e racconta del triste bisogno di amore che si prova nella notte. In Italia diventa la storia di un condannato che ha ucciso per gelosia «Ho difeso il mio amore"», per Nomadi (18° in Hit Parade), Profeti, Gatti Rossi e Bit-Nik. Per Dalida è «Un po' d’amore». Red Ronnie $ Nella prima colonna è riportato il testo inglese recepito da Internet, quindi con beneficio di inventario, nella seconda la traduzione in italiano e nella terza c’è la versione alternativa di Dalida con il testo di Daniele Pace verificato con l’ascolto della canzone quindi più che attendibile. Non voglio fare commenti in quanto sarebbero sicuramente troppo osceni. «Perché – direte voi – lo hai pubblicato?». Forse per mostrare quanto siamo bravi noi italiani nel trasformare "grosse idiozie inglesi" in ottimi testi con un senso compiuto. La versione di Dalida partecipò al Cantagiro del 1968 classificandosi al terzo posto del Gruppo A (i big) ed io ho avuto occasione di ascoltarla nella tappa di Savona, decisamente superiore è l’interpretazione di Augusto Daolio. a cura di V. A.