L`estate premia la trasgressione anni `70
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L`estate premia la trasgressione anni `70
VI SPETTACOLO www.leggimionline.it 13 MAGGIO 2016 Un’ispirazione che prende le mosse da un tv-cult che sta spopolando sul piccolo schermo e che sembra nascondere un omaggio a David Bowie L’estate premia la trasgressione anni ’70 G uardando le collezioni della primavera-estate 2016 il pensiero corre subito agli anni ’70, all’epopea dello Studio 54, alla Factory di Andy Wharol. Insomma, alla New York a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80; la New York dove tutto era permesso, dove la parola d’ordine era trasgredire. Qualcuno vede in questa operazione nostalgica un omaggio postumo, a pochi mesi dalla sua dipartita, a David Bowie che quegli anni li ha vissuti da protagonista. Come se gli stilisti fossero stati profetici nel disegnare le loro collezioni per la primavera-estate 2016. Ma, in realtà, ad aver ispirato gli stilisti pare sia stata la serie Tv cult “Vinyl”. Una serie televisiva prodotta da Mick Jagger e Martin Scorsese che sta riscuotendo un grande successo. La serie narra la sgangherata epopea di Richie Finestra, impresario discografico della fantomatica American Century Records, casa discografica in crisi di idee e di fondi che produce artisti della scena underground newyorchese. Ovviamente sullo sfondo la New York di quegli anni con tutti gli eccessi e i luoghi comuni tipici di quel tempo. Chi ha visto la serie Tv può affermare di essere rimasto terribilmente incantato nel rivedere gli abiti tipici dell’epoca: pantaloni a zampa di elefante; giacche corte, strette e svasate; camicie ricamate con stampe che ricordano la carta da parati; gonne lunghe con motivi floreali dal chiaro sapore gipsy; scarpe con zeppe esagerate. Sulla scia della fortunata serie TV, sono tante le case di moda che hanno trovato negli anni ’70 l’ispirazione per le loro collezioni primaveraestate 2016. Una lista davvero lunga e ricca tanto, quanto basta, per poter affermare che gli anni ’70 sono la tendenza dominante della nuova stagione calda. Tre, in particolare, le case di moda che hanno da sempre dimostrato un legame forte con il mondo “Seventies”, evidenziando questa loro passione anche nella collezione primaveraestate 2016: Gucci, Roberto Cavalli e Chloè. Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, ha fatto della spavalderia di David Bowie e del dandismo, in voga negli anni ’70, un racconto personale e contemporaneo. Peter Dundas, direttore creativo Da sinistra collezione Chloé PE 2016; collezione Gucci PE 2016; collezione Roberto Cavalli PE 2016 di Roberto Cavalli, ha fatto della collezione primavera-estate 2016 un vero e proprio omaggio al guardaroba della serie TV “Vinyl”. Infine, che dire di Clare Waight Keller, de- signer di Chloè, che ha un amore sviscerato per la moda anni ’70 e lo dimostra, di stagione in stagione, sfornando sempre collezioni accattivanti dal chiaro sapore Seven- ties. Ma loro, in realtà, sono solo la punta dell’iceberg. Ovunque ci giriamo, qualsiasi collezione osserviamo, ci appaiono evidenti elementi che ci riconducono agli anni Settan- Dalle menti geniali di Mick Jagger, cantante e frontman dei Rolling Stones, e Martin Scorsese, che non ha certo bisogno di presentazioni, è nata la fortunata serie TV “Vinyl” in onda, in Italia, sul canale Sky Atlantic. Chi meglio di Mick Jagger, che quegli anni li ha vissuti allo spasmo, poteva raccontare l’epopea degli anni ’70? La serie televisiva narra la storia di Richie Finestra, uno squattrinato discografico che le prova tutte pur di sbarcare il lunario. Il tutto si svolge nella frenetica e trasgressiva New York degli anni ’70 con lo sfondo di tutti i personaggi, i locali e i miti che hanno accompagnato quell’epoca: dalla “Factory” di Andy Wharol allo “Studio 54”. Ma, soprattutto, sullo sfondo c’è l’ascesa del rock e la genesi del punk. Non sono pochi, tra l’altro, i riferimenti a David Bowie, istrionica icona rock, scomparso da qualche mese, che negli anni ’70 ebbe un ruolo di primo piano. L’epoca narrata dalla serie televisiva è salita agli onori delle cronache, anche, grazie alla moda per il vintage, scoppiata in questi ultimi anni, con una ricerca spasmodica verso gli oggetti e i capi di abbigliamento tipici di quegli anni, diventati ormai veri e propri pezzi da collezione. P.Bat Passo dopo passo Samuel Pietrasanta ha surclassato i contendenti siciliani e adesso, a due settimane dalla finale, è tra i favoriti Samuel, il menestrello “dda via Etnea” è a un passo dal sogno di “The Voice” È arrivato a un passo dal sogno Samuel, il menestrello di Catania che con la sua voce capace di toccare le corde del cuore di chi lo ascolta, sta - puntata dopo puntata - conquistando il talent show di Rai Due, The Voice of Italy. Siamo giunti alla fase più importante dell’edizione 2016 del programma che scova talenti in tutta Italia e il giovane cantautore etneo è tra i concorrenti ammessi alle finalissime dello show. La sua è una storia molto particolare. Samuel Pietrasanta è diventato papà quando era ancora a scuola ad appena vent’anni: oggi non ha solo la responsabilità di badare a se stesso, ma anche quella di crescere il piccolo Lucas, che ha quattro anni e vede nel papà il suo eroe. A 24 anni, l’unico siciliano rimasto in gara nel talent show, non ha un lavoro, ma vive cantando per strada: fa il menestrello appunto e con ciò che raccoglie con le sue canzoni dà sostentamento alla sua famiglia. Se non è pazzo, poco ci manca, potreste pensare. Ma, invece, Samuel ha forse un po’ di incoscienza che contraddistingue chi insegue un sogno e ha anche la consapevolezza che con la sua musica è capace di emozionare e stupire chi lo ascolta. Per questo, nonostante abbia una famiglia a cui pensare, alla musica non vuol rinunciare anche a costo di cantare per strada, come appunto ha fatto fino ad oggi. Residente tra Milano e Catania, Samuel è riuscito ad arrivare a The Voice, grazie ai video che i suoi fan hanno caricato su Facebook. Attraverso il noto social network, grazie all’alto numero di vi- sualizzazioni che riuscivano ad ottenere le sue performance canore, ha ottenuto un pass per i provini di The Voice of Italy e già nelle fasi delle blind audition era riuscito a conquistare tutti e quattro i giudici, ma lui scelse Raffaella Carrà che oggi lo ha già fatto migliorare e perfezionare, nonostante siano passati poco meno di due mesi da quel giorno. Mancano ancora due settimane alla finalissima del programma e il giovane artista catanese, conosciuto da tutti come ‘chiddu da via Etnea’ sembra essere tra i favoriti alla vittoria finale. Poco importa se all’indomani della finale nessuno più ricorda il nome del vincitore (solo Suor Cristina è rimasta impressa nella mente dei telespettatori) e se gli ascolti dello show condotto da Federico Russo sono in notevole calo, Samuel vuole conquistare quel primo posto che comunque gli darebbe la possibilità di farsi ascoltare da un pubblico più vasto che non sarebbe più solo quello della strada. Vincere per l’artista catenese significherebbe anche dare una grande gioia alla mamma Gisella, Alessandro Montalto disegna nel suo libro, “Storie di uomini e vite d’eroi”, le vite di uomini che hanno partecipato alla Grande Guerra Adrano, terra di valorosi soldati in trincea Abnegazione, sacrificio, serenità e fermezza nel solco della tradizione. La tradizione è il DNA della storia. E le memorie, che sono la vita, vivono nelle pagine di un libro dal titolo “Storie di uomini e vite d’eroi” (Edizioni Efesto, pp 355, € 15) di Alessandro Montalto, immortalati in un ventaglio di vite, ricche testimonianze dai posteri. Si è svolta nei locali dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, “Domenico Sanfilippo” di Adrano, la presentazioni del nuovo libro di Alessandro Montalto, sulla Grande Guerra” che ha avuto come relatore Antonino Alibrandi, assistente di Storia Moderna all’Università degli Studi di Catania, il sindaco Giuseppe Ferrante come ospite d'onore e la giornalista Valeria La Rosa come moderatrice. Un incontro culturale, e commemorativo assieme, laddove la gremita sala ha intonato dapprima l’inno d’Italia per poi dar spazio alla reminiscenza di “testimonianze tramandate” e ta. Da Saint Laurent a Costume National, da Desigual a Versace, è tutto un trionfo di elementi rubati al guardaroba degli anni ’70. Patrick Battipaglia Vinyl e l’epopea di Richie Finestra all’ascolto di toccanti epistole. “In un primo tempo mi sono avvalso spiega Alessandro Montalto - della classica indagine basata su lettere e cartoline, documenti militari e anagrafici, su un diario di guerra, opere pittoriche e tanto altro ancora, mentre, in un secondo momento, contattando i discendenti di reduci e caduti, ho fatto sì che si desse voce a aneddoti, vite vissute in trincea e curiosità quasi obliate”. Un lavoro di oltre un anno che, ancor prima del libro appena pubblicato, ha dato vita alla mostra “Adernesi in trincea” che continua itinerante nelle scuole adranite. “Il testo contiene la storia di oltre quaranta vite, ricostruite su base storica e narrate singolarmente, una per una. Oltre trecentoquaranta pagine di narrativa storica”. Un modo alternativo, dunque, di assaporare la storia di quello che fu il Primo Conflitto Bellico, attraverso un vissuto patito e compiuto da uomini la cui memoria sarebbe diversamente andata perduta. “Irrompono prorompenti storie d’amore infrante, - racconta Montalto - amicizie spezzate, bravure giovanili distrutte dai mortai, strazi di vedove di guerra e di figli che che vive a Canalicchio con i suoi quattro fratelli Isac, Manuel, Christian e Miriam e non è mai stata contenta che il figlio cantasse per strada. Quando a sei anni Samuel ha per la prima volta toccato le corde della chitarra ha immediatamente capito che quel colpo di fulmine che ha avuto con la musica, sarebbe stato difficile da dimenticare. Brividi che lo hanno accompagnato fino all’adolescenza, quando ha finalmente trovato il coraggio di buttarsi ed esibirsi in pubblico, per quei fan che oggi con il loro calore lo hanno accompagnato fino alle fasi finali di The Voice e sono pronti a televotarlo per fargli ottenere lo scettro di migliore. Antonietta Licciardello Piano Segreto dei Benedettini I percorsi notturni del venerdì Una passeggiata di due ore per ascoltare la storia dei monaci che abitavano la collina di Montevergine A.Montalto, il Sindaco Ferrante, V. La Rosa, A. Alibrante mai conosceranno il padre, il Sogno Americano frantumato di chi è salpato al verso dell’Europa per agguantare la baionetta e altri vittoriosi patimenti”. Nel testo non vi è nulla di autobiografico. L’autore ha semplicemente agito da trascrittore di vite adottando, forse riesumando, un italiano che sembra esser quello di cent’anni or sono, allo scopo di coinvolgere quella che è la sfera emotiva e percettiva del lettore proponendo, così, un tuffo nel passato a tutto tondo. Ogni battaglia, ogni eroico innalzamento e ogni fatale atterramento, è disegnato attraverso ambientazioni che, rigide sul piano storico, danno gradualmente il passo a un voler compiere una catarsi intimistica, da parte dell’autore, entrando nei petti e nei senni dei soldati. Le vite affrescate di caduti e reduci, talvolta mutilati, sono anche messe in vetrina fuori dalla guerra ossia per quello che furono prima del 24 maggio 1915, data d’ingresso dell’Italia nel conflitto bellico. A tratti, sfuma la venatura poetica dell’autore e il testo, in tutta la sua totalità, rappresenta un chiaro e puro esperimento letterario. La prefazione al testo è a firma di Daniele Girardini, presidente dell’Associazione Storica Nazionale “Cimeetrincee”. Il ricavato spettante all’autore sarà interamente devoluto in beneficenza alla O.N.L.U.S. “Cresciamo Insieme” di Adrano che si occupa di bambini disabili. Chi fosse interessato alla lettura del volume può benissimo acquistarlo sui siti I.B.S., Amazon e Libreria Universitaria. Carmelo Santangelo Venerdì 13 maggio vi sveliamo “Il Piano segreto dei Benedettini”, un percorso diverso che porta alla scoperta di un nuovo e intrigante spazio, aperto al pubblico per raccontare l’antica storia dei monaci che abitavano sulla collina di Montevergine. L’intrigante viaggio nel tempo si snoda all’interno del complesso edificato a partire dal 1558 dall’ordine dei Benedettini di Catania. Il percorso svela anfratti, cunicoli, stanze e gallerie che conservano ancora oggi le tracce del terremoto del 1693 e quelle di una vita monastica dimenticata, ricoperta dalle macerie della calamità naturale che cambia l’aspetto della città, del Monastero e della quotidianità benedettina. Giunto ormai al suo secondo compleanno il “Piano Segreto dei Benedettini” ha già raccontato a centinaia di visitatori lo stile di vita dei monaci prima del terremoto del 1693, quali relazioni avessero con altri monasteri e come vissero la Riforma della Chiesa. Grazie anche ad alcune ricostruzioni realizzate da Andrea Raimondo e diverse foto di archivio, durante la visita negli ambienti del Cinquecento sarà possibile immaginare un Monastero che apparentemente non esiste più ma che si conserva nella fitta trama di Collina di Montevergine. Officine Culturali, in collaborazione con l’Università di Catania, rivela “il Piano segreto dei Benedettini” tra gli scaffali di una biblioteca nascosta per raccontare non delle bellezze e dei fasti dell’ordine spesso etichettato come “mangione e beone”, ma dell’austerità della regola benedettina che traspare nel rigore delle strutture architettoniche. I percorsi partiranno ogni mezz’ora delle 20:00 alle 22:00, la visita guidata dura 2 ore circa. I posti sono limitatissimi (massimo 10 persone per gruppo) è dunque necessaria la prenotazione allo 0957102767 | 3349242464 tutti i giorni dalle 9.00 alle 17:00. Il biglietto è di 10 euro, ridotto 6.