03 impa tipibraidesi
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03 impa tipibraidesi
martedì 13 aprile 2004 ‘‘ gli scrittori! Gli animali: il cane, la gatta, il serpente... La giovane scrittrice ha già messo mano alla seconda C’è anche un puntata delle avventure della famiglia inglese da lei serpente? creata. Gli eventuali proventi andranno al canile «Sì, Elliot, un boa di due metri che vive con Mac, che se lo porta in giro come una cintura. Ho immaginato come si deve sentire un serpente, magari di grandi dimensioni, chiuso in una teca di vetro, sco, vedo questi luoghi come con altri misteri da scoprire. Alstretta. Poi c’è un ambiente più familiare e il tri ambienti, nuovi paesaggi, Larry, una cipiccolo paese di Moray, dove personaggi nuovi». vetta arrivata la famiglia Foster va a vivere, È stato faticoso portare a nel piccolo dà la sensazione di qualcosa di termine il tuo primo lavoro? paese con la materno. Ho aggiunto elemen«Assolutamente no. Ho cocometa di Halti egizi, un mistero da risolvere, minciato a piccoli passi e mi ley, che sarà ed è nato un racconto giallo». sono accorta che stavo racconeletto “padre Ma è una storia per bam- tandomi una storia che mi piadell’anno”: le bini o per adulti? ceva, mi divertiva, e ho pensa- 17 anni compiuti il 30 marzo, Katia Lunardon fre- civette sono tra «È un libro adatto ai bambi- to che avrebbe potuto essere lo quenta il liceo “San Giuseppe” di Bra, ama gli ani- i pochi esseri ni, ai ragazzi e..., soprattutto, stesso per gli altri. Se arriverà mali e lo sport, soprattutto il golf, che pratica a livello del mondo aniagli adulti. I bambini possono qualche guadagno, poi, una par- agonistico. L’ispirazione per il suo primo romanzo le male che, venne visitando il Museo egizio di Torino... te andrà in aiuto al canile». quando muore C’è dell’autobiografia? Ci e nulla è perfetto, come nella la mamma prima che le uova sono riferimenti a persone o vita». schiudano, vedono i padri occuluoghi reali? Ci sarà qualche personaggio parsi di tutto, della cova delle «No. Ho creato personaggi che ami di più, succede a tutti uova, dell’allevamento dei picnormali, che hancoli. L’unico elemento che ho no difetti e che preso dalla realtà è forse il picvivono in un concolo paese in cui la storia si svoltesto sociale norge: assomiglia molto a Bossolamale: papà Foster sco, dove passavo l’estate da picè uno scienziato cola e dove tutti, uomini e aniagli inizi della mali, si conoscevano tra loro». carriera, la mamDài ai potenziali lettori un trovare la storia divertente, co- ma è una casalinmotivo per leggere il libro. sì piena di animali, buffi a vol- ga unitissima alla «Penso che vi si racconti la te, come Joy e Kitty, il cane e la famiglia, la figlia vita che inconsciamente ognugatta dei Foster che si stuzzi- porta la macchino di noi vorrebbe vivere, nelcano tra loro; per i ragazzi c’è la netta per i denti, la famiglia che tutti noi vorscoperta dei sentimenti che pro- il figlio è astig- Il vignettista di “Braoggi”, Giovanni Botta, si è remmo poter avere...». vano gli animali; per gli adulti, matico. Nessuno ispirato al libro di Katia per questi disegni. Caterina Brero invece, ci sono il mistero e la psicanalisi degli animali stessi». Pensi ad altri misteri da risolvere per la famiglia Foster? «Ho iniziato a scrivere una nuova storia, per me stessa e, se questa mia prima opera avrà successo, ci sarà un nuovo libro». Sii sincera: ti senti una nuova Rowling? «Ho letto Harry Potter mentre stavo già scrivendo il mio libro, ma secondo me l’autrice è caduta in un errore: ha accentrato l’interesse sulla magia e ha dato per scontata ogni minima personalità di tutti i personaggi e di tutti gli animali. Secondo me, è tutto falso. Lo stesso Harry non ha una personalità di base, ma è sorretto solo da tutte le magie che gli stanno intorno. Gli animali, poi, sono messi in secondo piano perché vengono considerati solo in base alla loro valenza e importanza magica. Io ho voluto fare tutto l’opposto, aggiungendo agli animali determinati caratteri: sentimenti, personalità, l’affetto per i padroni, cercando di far emergere una loro peculiarità. Anche senza un linguaggio comune con gli esseri umani, possono trasmettere loro le emozioni che provano». È facile per un umano cogliere un animale nel suo pensiero, nelle emozioni? «Dipende dalla sensibilità dell’umano: se ce l’ha affinata, può percepire con facilità se un animale è a disagio, se si sente in pericolo o ha bisogno di qualcosa. Al contrario, se non è propenso a catturarne i messaggi, non arriva a capirli». Ci dai un’anticipazione delle tue prossime storie? «Protagonista sarà la stessa famiglia, che continua ad abitare nel medesimo castello: dal paese di Mornay, però, i Foster partiranno per dei viaggi, nel corso dei quali si scontreranno ‘‘ ‘‘ ‘‘ È un romanzo che l’autrice definisce adatto a bimbi, ragazzi e adulti, nel quale si sviluppa un intreccio che sfocia nel giallo. I protagonisti? Umani e animali Katia Lunardon ha appena compiuto 17 anni e ha già all’attivo un libro piuttosto promettente Harry Potter... sotto la Zizzola K atia è braidese e ha 17 anni. Una storia personale un po’ troppo breve, per essere protagonista della pagina dedicata ai “Tipi braidesi”? Forse sì, se non fosse che Katia Lunardon è autrice di un libro, La famiglia Foster e il mistero dello scarabeo, apparso nelle librerie alla fine di marzo, che sarà al Salone del libro di Torino e al Salone del libro per ragazzi di Bra. È lei stessa a raccontarsi. «Sono nata il 30 marzo del 1987, quindi da pochissimi giorni ho compiuto 17 anni. Ho frequentato le scuole elementari alle “maschili” di Bra, le medie alle “Craveri” e ora frequento, al “San Giuseppe”, il liceo psicopedagogico a indirizzo scientifico e della comunicazione. Fin da piccola ho fatto tantissimo sport, nuoto, pallavolo, sci, danza artistica e ritmica e fino a un anno fa danza classica. A 9 anni ho iniziato a giocare a golf e questo è lo sport a cui mi dedico: sono arrivata a livello agonistico in questa disciplina. L’impegno è notevole e non posso dedicarmi ad un’altra disciplina contemporaneamente. Adoro leggere; mi piace tantissimo vivere in mezzo alla natura e la mia grande passione sono gli animali». E hai pubblicato un romanzo. Cosa t’aspetti dal libro? «Spero che la storia che racconto riesca a far comprendere alle persone che lo leggeranno che anche gli animali hanno una personalità e che possono provare dei sentimenti. Se chi leg- gerà il mio libro riuscirà a capire che ogni animale ha un suo “io”, forse potrebbe imparare a trattare meglio gli amici dell’uomo...». Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono problemi più importanti nel mondo; che forse è più giusto, per esempio, adottare un bimbo che un animale. «Penso che chi adotta un bambino possa anche adottare un animale. E poi un bimbo ha sempre bisogno di un compagno e questo potrebbe proprio essere una bestiolina da tenere con sé». Come ti è nata l’idea di scrivere un libro? «Da una visita, con mia madre, al Museo egizio di Torino. Sono sempre stata affascinata dal mondo e dalla cultura degli antichi egizi e, dopo quella, visita ho preso ad analizzare più profondamente i loro simboli, come lo scarabeo, ad esempio, gli animali con cui essi condividevano la vita e la religiosità. Ho associato tutto ciò a una famiglia (che per me è un elemento importantissimo nella vita di ciascuno di noi) e ho trasportato tutti questi elementi in un periodo storico attuale, collocandoli, però, nella vecchia Inghilterra». Perché proprio Londra, e poi la Scozia? «Perché, per quanto li cono- “La famiglia Foster e il mistero dello scarabeo”: piccola sintesi l’avventura straordinaria di una famiglia composta da un padre, scienziato distratto, una madre, una figlia e un figlio, un cane e una gatta. I Foster vivono a Londra, ma quando il padre La copertina del scienziato fa saltare l’ennesimo recente libro della laboratorio nel quale lavora, nessuno giovanissima scrit- vuole più affittargli una casa. La mamma trice braidese. viene a sapere di un castello in vendita in Scozia e, nonostante la precaria situazione economica, decide con la famiglia di andarlo a vedere. L’anziano Lord, proprietario del castello, li aiuta ad acquistarlo e la famiglia vi si trasferisce. La vista di luoghi, di personaggi e di animali misteriosi fa subito scattare un’avventura travolgente. Soprattutto i ragazzi si lasciano trasportare dalla storia del maniero e dalle indagini sulle morti avvenute sul luogo nell’arco di molti anni. Seguono varie scoperte, in un mosaico di fatti fantastici, con il cane e la gatta che si identificano nei sentimenti umani. Alla fine, proprio grazie alla loro coraggiosa compagnia, i ragazzi risolveranno l’enigma. “La famiglia Foster e il mistero dello scarabeo” è uscito dai tipi de “L’artistica editrice” di Savigliano, ha 160 pagine e costa 14 euro. c.b. È 3