Piu` al di là che al di quà del mare

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Piu` al di là che al di quà del mare
PIU’ AL DI LA’ CHE AL DI QUA' . . . . . . . d e l m a r e
ll fatto che sono stato invitato a raccontare in Tavola di Venezia , venerdì 15.10.’99, è modesto ma
doloroso, per quelli che, come me, pensano di appartenere alla “gente di mare” anche se in forma e stile
limitati.
Ho diviso il racconto in tre parti: la centrale è quella che motiva il perché ne ho parlato e, ora, scritto.
PARTE I°: Domenica 18.luglio: Dopo “la notte famosissima del nostro Redentor” a Venezia partiamo col
Chiros armato, rifornito e controllato dall’allora meccanico del Diporto Velico (D.V.V.). Siamo, con Licia,
alle 07,10 al faro (Pagoda) del porto di Lido con rotta per Cittanova (Novigrad): 95°. Pratica di mare
velocissima. Rifornimento di gasolio al distributore di terra: costa meno e non ha le cisterne…in acqua !
Lunedì 19.7.: Cittanova (Novigrad) – Is. Gronghera (la più esterna della Is.le Brioni). Per N W una Vedetta
militare nera, per S W l’altra Vedetta della Milicja. Vegliano sull’inacessibilità alla ex-residenza estiva del
defunto M.llo Tito. Alle 11,40 dopo 27 mg. a 5,5 nodi il motore Perkins 45 fa Kaputt ! Come scriverò sul
Giornale di bordo il Magg.re J. Polzl….. di 487 Vock… OSTERREICH, ci darà un traino, col suo yacht, fino al
molo 4° del Marina Veruda (dietro Pola). Accetta solo alcune birre di ringraziamento.
Era l’ora della PAUZA per i mekanici. Alle 13,30 ca., impietositi, dicono sì al togliere 11 lt. di olio e acqua
dalla sentina della velika barka in legno Chiros. Cambio del filtro dell’olio (di nuovo) e si trovano due
guarnizioni di gomma del filtro cambiato al D.V.V. e non chiuso bene.
Martedì 20.7.: Alle h. 06,30 uscita verso C.po Premontore (Premantura). Motore kaputt ! Rientro al Marina
Veruda col Borin del mattino, morente. Traino da una barca di sub con sacchetti di datteri (datoli). Ne
sarebbe vietata l’estrazione dai massi … Quando sono pelosi, invece che glabri e marron chiaro, si chiamano
“mussoli”: ancora più rari… I mekanici del Marina: “bronzine di banco: partite !” “E lei, non va a vela ?”.
Come dire: “Qual è il problema ?” “Il motore può andare al massimo per 10’”: sentenza finale.
Fine crociera, preparata da mesi, per andare ad un’ “altra” isola.
PARTE II°: Mercoldì 21.7.: Usciamo dal Marina e andiamo a dar ancora nella baietta sotto il campeggio
“Indi”, in Val Cacoia. Cima a terra, con gommoncino-traghettino. In tempo per salutare l’”Arpasia” del Fra’
Todaro e senòra che salpano perché dopo le 10.00 arriva il Maestrale. Alla sera dà Yugo-Libeccio e poi gira
a Bora. Giovedì 22 – venerdì 23 – sabato 24 – domenica 25 – lunedì 26.: cala! Martedì 27.7.: Torna il
Maestrale e alle 18.00 siamo al molo esterno del Marina di Rovigno anche al traino di “Vir” barca dell’ Ins.te
di Educaz. Tecnica di Lubiana, che è il sosia dell’attore cinematografico Robin Williams. Si sono aperte, nel
canale di Fasana, le cuciture dei felzi dello yanke. Il nostro simpatico Caronte si accontenta di qualche birra
e di una tanica di gasolio che non mi servirà più fino a Venezia. Mercoledì 27.7.: Nessuno, né a Pola né a
Rovigno aggiusterà il motore. Bisognerà cambiarlo a Venezia. Cerco in banchina qualche socio del D.V.V.
per l’assistenza nella traversata a vela e vedo arrivare il ben noto “Vistona”, vascello d’epoca, al traino del
“Colombre”, una barca del Marina Mosella, di Chioggia. (Colombre è il titolo di un racconto bello ed
emblematico di D. Buzzati in: “La bottega dell’antiquario”. Ed. Oscar Mondadori, 1978, pp. 171-76). Si è
rotta la cinghia dell’alternatore del “Vistona” che trova modo di cambiarla. Lo skipper del “Colombre” mi
dice che desidererebbe passare il sabato al D.V.V. – mio covo - per finire la crociera domenica, a casa.
Entrambi i Com.ti mi promettono:”Ti traino”; siamo in due: come due cani da pastore”.. Accordi. Il
“Vistona” mi porta, per la pratica di uscita, dal Marina al molo della Capitaneria di Rovigno. Alle 18.00 il
meteo è: Libeccio 1-2 nodi con tendenza a girare a Bora. Il Com.te del “Vistona”:”Bene,si va a Trieste e se
no, a Monfalcone. Ho disdetto la settimana di charter che avevo davanti. Ho tempo…” Usciamo alle 18,30:
rotta 295°, per Venezia. Vela con 12 nodi di Libeccio fino alle 22,30. Lo yanke si scuce sempre più. Alle 23,30
abbonaccia. Al traino: velocità 2-3 nodi. Arriva un po’ di Bora e onda. Alle 02,30 dopo 8 ore, uno
dell’equipaggio del “Vistona” alla radio:” Hanno dato forza 12 in Alto Adriatico, noi ripariamo a Chioggia.
Non possiamo trainarvi né andare così piano, con voi (che pesiamo 9 tons. lo si sapeva). Vedete se potete
starci dietro, in rotta, oppure tornate a Rovigno.” Chiuso. Il “Colombre” si era fatto sentire, davanti, l’ultima
volta quando era a 16 mg. dalla Costa dalmata e incontrava le prime ventate di Bora. Più sentito.
Stimavo di aver percorso una ventina di mg., l’onda si sentiva e la mia senòra Licia ha cominciato a star
male: per 3 ore e mezza, mal di mare. E’ in quel momento del mio racconto in Tavola che l’allora Fra’
Joshua se ne uscì dicendo:”Eravate più di là che di qua” intendendo geograficamente il punto nave. E fece
sorridere perché sembrava proprio che fossimo come i naviganti: né vivi né morti, esausti.
Alle 04,00 passa un Cargo a 200-250 mt ca.: un incubo. Siamo fermi e lui sparisce in un attimo ! Fino alle
05,30 stimo di aver percorso ca.25 mg.: da Rovigno a Venezia- P.to Lido, sono 54 ca..
C’è una nave ad un paio di mg. allo nostra SX, va lentamente, è illuminata come “la galleggiante” del
Redentore, in bacino di S.Marco, ha rotta parallela. Licia chiede di far qualcosa per lei: non ce la fa più. C’è
luce. La Bora non c’è più. Chiamo sul 16. I pensieri sul “Forza 12”, e come affrontarla, se ne vanno.
Il R.T. della Nave da guerra “Lerici” mi dirà che l’errore è stato corretto un’ora dopo il lancio.
PARTE III°: Il Com.te della nave “Lerici” ha mandato un gommone con un sub, un motorista e un
infermiere. Licia è riuscita a tenere le pastiglie. Ha rischiato di essere trasportata nell’infermeria della nave.
Ha reagito subito,addormentandosi. Finito l’importante soccorso, il Com.te mi ha chiesto se volevo un
traino da Chioggia da dove sarebbe uscita una Vedetta. Ci ha ssistiti fino all’arrivo di questa e all’aggancio
del traino. Si era messo sopra vento e metà del suo equipaggio vedeva il Chiros. con le vele giù, e me,
rassicurato. Ho mandato, col gommone al rientro, delle buone bottiglie di Malvazia istriana al Com.te e poi
i ringraziamenti in Capitaneria, per posta, all’arrivo a Venezia.
Mi sono beccato un verbale penale dalla Capitaneria di Chioggia che l’allora Lgt. Di Venezia Fra’ Falchetto
detto avv.to Giovanni Fabris, riuscì a far scorrere fino ad andare in prescrizione. Non lo ringrazierò mai
abbastanza. Il Fra’ Rustego mi ha trainato al covo del D.V.V. per la II° via d’acqua più bella del mondo: la
Chioggia – Venezia, al tramonto.
La domanda che ho fatto in Tavola è: “Che avreste fatto voi al posto del Com.te del “Vestona” ?“
I Fra’ di Tavola hanno concordato:” Non si traina una barca a vela attraverso l’Adriatico”.
In quanto a me, mi sono detto:” Aiutati che il ciel (meteo) ti aiuta”.
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Tavola di Castel Lova